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Ricette, commissioni, lavoretti: 500 anziani e persone Down si scambiano saperi

da Superabile

Ricette, commissioni, lavoretti: 500 anziani e persone Down si scambiano saperi

Si conclude il progetto dell’Associazione italiana persone down per lo scambio intergenerazionale di competenze e conoscenze: quasi 500 persone coinvolte, 2.300 competenze messe in campo circa 1.000 scambi realizzati. Contardi: “Un riconoscimento del valore reciproco. Abbiamo già sette partenariati”

ROMA – Un’occasione di incontro tra giovani con sindrome di Down e persone anziane, all’interno di un vero e proprio mercato, il “Mercato dei saperi”. Si chiude l’iniziativa promossa da Aipd (Associazione italiana persone Down), che ha coinvolto 12 città italiane, quasi 500 persone (181 con sindrome di Down e 301 anziani) in quasi mille scambi e 2.332 competenze messe in gioco.

Il progetto, finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali (L.383/2000) ha coinvolto le sezioni Aipd di Bari, Marca Trevigiana, Roma, Campobasso, Mantova, Potenza, Belluno, Matera, Milazzo, Termini Imerese, Viterbo, Vulture): in ciascuna di queste, sono stati attivati dei contact point locali chiamati “Porte dei saperi”. Qui sono avvenuti gli scambi, a livello locale, in modalità uno a uno ma anche tra singoli e gruppi e tra gruppi, presso domicili privati e sedi aperte al pubblico: giovani con sindrome Down e anziani hanno offerto la propria disponibilità ad insegnare attività di vita quotidiana e trasmettere saperi, ricevendo in cambio ciò che avevano indicato nella “Lista dei desideri”. Così, un doppio obiettivo è stato raggiunto: per le persone con sindrome di Down, l’acquisizione di abilità di autonomia personale e sociale; gli anziani, dal canto loro, hanno ricevuto servizi a sostegno delle loro attività quotidiane, con una conseguente maggiore partecipazione sociale.

Secondo quanto riferito da Aipd, i migliori risultati si sono ottenuti nei 202 scambi “in cucina”: ricette culinarie, nelle 167 commissioni fuori casa e nei 154 lavoretti a mano (uncinetto, maglia, piccoli oggetti artigianali). con 154 scambi realizzati. “Il progetto ha portato ad un riconoscimento del valore reciproco, attraverso lo scambio di esperienze e competenze – riferisce Anna Contardi, coordinatrice nazionale di Aipd -. Il progetto è arrivato a conclusione, ma ci sono già sette partenariati formalizzati con enti e istituzioni, moltissime collaborazioni informali con associazioni e centri sociali. Siamo in attesa di risposte per continuare il progetto sul territorio a Belluno, Bari, Milazzo-Messina, Mantova, Roma, Campobasso, Potenza, Termini Imerese”.

Aipd. Lavoro dei down

“Sono stato orgoglioso di collaborare in questo mercato, spero che possa continuare in tutte le città italiane”, ha spiegato in conferenza stampa Leonardo Ornago, un ragazzo con sindrome Down della sezione Aipd Marca Trevigiana. Mentre Giuseppina Petta, giornalista in pensione di Campobasso, è intervenuta in qualità di “anziana”: “Rappresento i maestri del lavoro della mia città, non ho avuto perplessità su questa collaborazione, c’è stata grande disponibilità a lavorare sul progetto da parte di tutti noi – ha riferito – All’inizio ero agitata ed emozionatissima, sono stati i ragazzi ad accompagnarmi, mano nella mano, nel loro mondo”.

Bella e importante, l’esperienza, anche per gli operatori: “Abbiamo lavorato su un territorio molto ampio, tra la Lauria e Val d’Agri – racconta Oriana Rondinella, operatrice di Aipd Potenza – Abbiamo utilizzato gli anziani più ‘positivi’ come ponte per farci conoscere da altre persone anziane e come apripista sul territorio”. Rosanna Biondo di Roma ha avuto come partner nello scambio Andrea Moriconi, il ragazzo che ha fatto il facchino nella seconda edizione di Hotel 6 Stelle: “Gli scambi sono stati molto belli, Andrea mi ha insegnato ad utilizzare pc e telefonino, è fondamentale per me, spero che continueremo a collaborare”. E Andrea ha dichiarato: “Il mercato dei saperi deve continuare, lo voglio dire, sono sicuro che tutte le persone con sindrome di Down hanno diritto a trovare un lavoro”.

Il progetto si è dotato di diversi strumenti di lavoro: un sito internet, con informazioni sui luoghi in cui è attivo il Mercato dei saperi; un database, dove in tempo reale si incontrano domanda e offerta; schede in alta comprensibilità in cui sono documentate e diffuse le competenze acquisite, dalle ricette di cucina a come smacchiare il caffè su una maglietta. “Il risultato? – conclude Aipd – Maggiori competenze per tutti, disponibili sul sito con testi e video che testimoniano le attività in tutte le sezioni coinvolte”.

Progetto di vita per i disabili psichici: nuovo strumento “misura” i desideri

da Superabile

Progetto di vita per i disabili psichici: nuovo strumento “misura” i desideri

Si chiamano “matrici ecologiche” e permettono di elaborare un progetto individuale, basandosi su aspettative, desideri e aspirazioni. Lo ha studiato Anffas, sperimentandolo su 1.300 persone, con 23 strutture associative. Figura fondamentale il “case manager”

ROMA – Un “progetto globale di vita” per le persone con disabilità intellettiva, basato sulle aspirazioni, i desideri e le aspettative di ciascuno: lo strumento per realizzarlo si chiama “matrice ecologica” ed è stato messo a punto da Anffas, presentato a Roma. 1.300 sono i primi beneficiari: tutte persone con disabilità, vicine all’associazione, che grazie a questa iniziativa possono oggi disporre di un progetto individuale, costruito nel corso di un anno di lavoro, con la partecipazione di 23 strutture associative Anffas e 23 “case manager”: un “riferimento univoco e personale per la persona e la famiglia – spiega Anffas – in grado di diventare il punto di contatto fondamentale per la lettura del bisogno e per un orientamento alla rete dei servizi e dei sostegni del territorio, nonché il budget di progetto, che alloca le risorse necessarie alla concreta realizzazione del progetto stesso”.

Lo strumento “matrici”. Ma in cosa consiste questo strumento innovativo? Si tratta di un softwar, denominato appunto “matrici”, che permette di progettare e in maniera flessibile servizi e sostegni per le persone con disabilità. Come? Partendo dalla valutazione del funzionamento e dei bisogni attraverso gli strumenti più avanzati e dalla raccolta dei desideri e delle aspettative delle persone stesse, si progettano azioni mirate al miglioramento della qualità della vita. Il tutto, ovviamente, da monitorare e verificare costantemente, con il supporto fondamentale del case manager, in ogni fase del percorso. “Con il progetto ‘Strumenti per l’inclusione sociale – afferma Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas – siamo riusciti a costruire un sistema che si presta a colmare in modo significativo la carenza di strumenti adeguati a rendere concreti i diritti sanciti dalle norme, contribuendo anche a quanto previsto dalla linea 1 del Programma biennale d’azione per la disabilità, in relazione alla revisione del sistema di accertamento della disabilità. “Al tempo stesso – prosegue – il progetto ci ha consentito di raccogliere una miniera di dati ed informazioni cui potremo attingere da qui ai prossimi anni per avere indicazioni concrete sugli aspetti sui quali puntare, a livello scientifico, educativo-riabilitativo, sociale, istituzionale e politico per migliorare la qualità della vita delle persone con disabilità. La palla – conclude – passa adesso alle istituzioni, che sono garanti della tutela dei diritti e del processo di presa in carico di tutti i cittadini e che speriamo sappiano fare tesoro ed attivarsi in maniera concreta affinché quanto da noi realizzato possa realmente rappresentare una chiave di volta per l’inclusione sociale e la qualità di vita di tutte le persone con disabilità nel nostro Paese”.

I risultati della sperimentazione. Gli strumenti per l’inclusione sono stati quindi sperimentati su un campione di 1.300 persone, portando a risultati che Anffas ritiene preziosi. In sintesi, si è trattato di testare quelle “matrici ecologiche e dei sostegni” che rappresentano “il prodotto di un lavoro di re-ingegnerizzazione del piano individualizzato dei sostegni che, dalla presa in carico, attraverso la valutazione iniziale del funzionamento, dei bisogni e delle aspettative delle persone con disabilità conduce alla definizione di obiettivi generali e specifici di miglioramento “. Tra i risultati più significativi, ci sono quelli relativi ai “fattori ambientali (atteggiamenti, ambiente fisico e sociale) che agiscono come facilitatori o come barriere. Il maggior facilitatore è rappresentato, in media, dalle relazioni e dal sostegno sociale, che riguardano le risorse e gli aiuti di cui le persone dispongono e le loro relazioni con gli altri. La principale barriera è invece rappresentata dall’ambiente naturale e dai cambiamenti effettuati dall’uomo, che riguardano gli elementi animati e non animati dell’ambiente fisico e naturale, le parti dell’ambiente modificate dall’uomo e le caratteristiche delle popolazioni umane all’interno di quell’ambiente.

Le raccomandazioni. Per questo, Anffas ha formulato un elenco di raccomandazioni, proprio sula base del progetto, con i suoi strumenti e i suoi risultati: queste indicazioni sono rivolte a governo, parlamento ed enti gestori dei servizi e sono tutte orientate alla realizzazione della piena incluisione, attraverso la stesura di progetti individuali basati su “matrici ecologiche”. L’obiettivo generale è progettare servizi e sostegni per le persone con disabilità, a partire dai dati raccolti ed i risultati del progetto: “una miniera di informazioni ed indicazioni preziosissime per quanti sono a vario titolo coinvolti nella tutela dei diritti e nella presa in carico delle persone con disabilità intellettiva nel nostro Paese”, spiega Anffas. Le raccomandazioni sono quattro e riguardano, nell’ordine: la concreta realizzazione del “diritto all’inclusione attraverso il progetto individuale”; la progettazione “in base ai desideri e alle aspettative della persona”, la “formazione ed il lavoro” e la “de-istituzionalizzazione”.

Rispetta le rampe”: la lezione creativa di una scuola guida argentina

Rispetta le rampe”: la lezione creativa di una scuola guida argentina

Le auto parcheggiate nei passaggi riservati diventano palco e pista per evoluzioni di atleti con disabilità: e l’autista inconsapevole lo scopre solo dalle immagini video, girate in sua assenza. Oltre 120 hanno imparato la lezione “dal vivo”, milioni dai media e dai social

da Redattore sociale
15 giugno 2015

Rispetta le rampe – Campagna argentina

ROMA – “Non vedono le rampe? Gliele facciamo vedere noi”: è una vera e propria “lezione” quella che arriva da una scuola di guida argentina, la Driver’s school, che ha trovato un modo originale ed efficace per trasmettere ai suoi allievi un insegnamento fondamentale: il rispetto per la rampe. Un video di un minuto e mezzo illustra il problema e la soluzione, a dir poco “creativa”, inventata dalla scuola.

Un’auto bianca viene parcheggiata proprio lì, davanti alla rampa per persone in carrozzina. “Le rampe per le sedie a ruote sono invisibili per molti automobilisti – recita il primo cartello – Essendo una delle principali scuole di guida, dovevamo fare qualcosa”. Ed ecco la pensata: in un laboratorio di falegnameria, viene costruita una grande rampa di legno, alta quanto un’automobile: e inizia la “Ramp lesson”.

“Identifichiamo le strade in cui si registra il maggior numero di queste violazioni – spiega una altro cartello – e quando il proprietario lascia la propria auto”, ecco quello che accade: arriva una vera e propria squadra a montare, sui due lati dell’auto, la rampa su misura. E poi arriva lui, Juan Maria Nimo, l’atleta in carrozzina, munito di casco e protezioni. Una gran rincorsa e poi si lancia sulla rampa, tra acrobazie ed evoluzioni, sorvolando il tettuccio della malcapitata – e mal parcheggiata – auto. Il tutto viene registrato e poi un adesivo con un “Qr code” viene lasciato sullo sportello dell’autista: sarà la chiave d’accesso per la “lezione rampa”, perché acquisendolo col suo telefono, assisterà allo spettacolo messo in scena proprio sopra la sua auto.
Secondo la scuola guida, oltre 120 automobilisti hanno imparato la lezione “dal vivo” finora, a cui si aggiungono le migliaia che l’hanno appresa sui social e i milioni che l’hanno vista sui media. Il messaggio, è sempre lo stesso, chiaro e semplice: “Rispetta le rampe”. (cl)

Convenzione Onu sulla disabilità, “l’Ue si impegna per la piena attuazione”

da Superabile

Convenzione Onu sulla disabilità, “l’Ue si impegna per la piena attuazione”

Dichiarazione della rappresentante della Commissione Ue alla VIII Conferenza degli stati parte: Finlandia, Irlanda e Olanda “procedano al più presto alla ratifica”. Partirà nel 2016 un progetto pilota per l’attuazione della Convenzione nei paesi a basso e medio reddito

ROMA – “Integrare i diritti delle persone con disabilità nel programma per lo sviluppo post 2015”: è questo il tema a cui è dedicata l’VIII sessione della Conferenza degli Stati parte della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, che si è aperta ieri mattina a New York e si concluderà domani sera. Denso il programma degli incontri, tra focus tematici e tavole rotonde. Ad oggi, sono 154 gli Stati parte, che hanno cioè ratificato la Convenzione, 29 i firmatari e 15 quelli che ancora non hanno aderito: tra questi ultimi, molti Stati africani, come Eritrea, Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan, ma anche il Liechtenstein. Ultima ratifica, in ordine di tempo, quella della Turchia, nel marzo scorso.

I lavori sono in pieno svolgimento e si attende la pubblicazione di documenti e dichiarazioni conclusive: intanto, alcuni stati partecipanti hanno portato e presentato la propria “Dichiarazione”. Tra questi, a nome dell’Unione Europea, Inmaculada Placencia Porrero, responsabile dell’Unità per i diritti delle persone con disabilità alla Commissione europea. “Questo è un anno chiave per l’attuazione della Convenzione nell’Unione europea – ha detto – In linea con l’articolo 36 della Convenzione, il Comitato sui diritti delle persone con disabilità esaminerà il rapporto Ue nel mese di agosto e i preparativi per questo confronto sono ben avviati, attraverso la risposta scritta alla lista dei problemi individuati”. Il rapporto è stato inviato alle Nazioni Unite nei giorni scorsi e contiene ” esempi di importanti iniziative che contribuiscono all’attuazione della Convenzione nell’Unione europea – ha riferito Porrero – come il carattere obbligatorio di accessibilità nella legislazione sugli appalti pubblici.

Ma si riferisce anche a sfide ancora aperte, come quelle relative alla raccolta dei dati o la legislazione sulla capacità giuridica”. E di queste sfide si è recentemente e positivamente discusso in occasione del Forum di lavoro annuale sull’attuazione della Convenzione in Europa. “Sia l’Unione europea che i suoi Stati membri stanno lavorando per l’attuazione della Convenzione. E i tre Stati membri che devono ancora ratificare la Convenzione (Finlandia, Netherland e Irlanda, ndr) sono tenuti a mettere a punto i loro processi di ratifica al più presto”.

Per quanto riguarda il 2015, “anno europeo per lo sviluppo”, l’Unione “continua ad aumentare l’attenzione per le persone con disabilità nelle sue politiche e nei programmi di cooperazione allo sviluppo, e continuerà a farlo nel quadro di sviluppo post-2015 – ha detto ancora Porrero – Accogliamo con favore i progressi realizzati facendo esplicito riferimento alla disabilità nei principali obiettivi e riconoscendo la necessità di raccogliere dati disaggregati sulla disabilità. In relazione a ciò, un progetto pilota è in preparazione nell’ambito della cooperazione allo sviluppo dell’Ue, per sostenere gli sforzi di un certo numero di paesi a basso e medio reddito nell’attuazione della Convenzione, attraverso lo sviluppo delle capacità delle istituzioni di governo e delle organizzazioni dei disabili. Inoltre – ha detto ancora Porrero – si sta discutendo della possibilità che questo progetto contribuisca a monitorare l’attuazione della Convenzione Onu della realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Questo progetto – ha concluso – è un esempio dell’impegno dell’Ue nell’attuazione della Convenzione e della volontà di adempiere agli obblighi comunitari condividendo le proprie conoscenze e risorse a tal fine”.

Senza lavoro il 75% dei disabili visivi: a Napoli gli stati generali dell’Uic

da Superabile

Senza lavoro il 75% dei disabili visivi: a Napoli gli stati generali dell’Uic

La città ospiterà l’assemblea nazionale dell’Unione ciechi: al centro dell’agenda lavoro e politiche di inclusione. “I nostri dati, confermati da quelli del ministero del Lavoro, ci parlano di una situazione lavorativa estremamente grave”

NAPOLI – Gli stati generali dell’Unione ciechi per parlare di lavoro e di politiche di inclusione si terranno a Napoli giovedì 11 e venerdì 12 giugno 2015. L’appuntamento è al Dipartimento di scienze e tecnologie dell’università “Parthenope” (al Centro direzionale Isola C4) per il convegno “Il lavoro fa per me!”, incontro nazionale promosso dall’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti con il supporto organizzativo e finanziario dell’I.Ri.Fo.R., l’Istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione.

La due giorni di dibattito sarà dedicata interamente alla disabilità visiva e alle azioni positive per l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità. “Con questo grande appuntamento di Napoli – dichiara Mario Barbuto, presidente nazionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti – vogliamo riportare al centro dell’attenzione il tema del lavoro e dell’occupazione e stimolare atteggiamenti socialmente responsabili, da parte delle organizzazioni e delle istituzioni pubbliche e private che operano in seno alla società civile, per la conquista di un vero sistema di welfare, volto a conferire ai ciechi e agli ipovedenti italiani la più completa dignità di persone e l’uguaglianza di cittadini tra i cittadini”.

“In Italia oggi l’emergenza che deve essere affrontata con priorità assoluta è quella del lavoro – afferma Barbuto – Questo è ancora più vero per le persone con disabilità, in modo particolare per i ciechi e gli ipovedenti. I nostri dati, confermati da quelli del ministero del Lavoro, ci parlano di una situazione lavorativa estremamente grave, con oltre il 75% di persone con disabilità visiva disoccupate o in cerca di occupazione. E questa percentuale aumenta ancora se si parla di giovani. È un quadro allarmante, siamo in piena emergenza. Come Unione, chiediamo alla politica di aggiornare la normativa sui centralinisti e di attuare quella sugli operatori della comunicazione, risolvendo la questione della copertura retributiva dei contributi figurativi; è urgente poi il riconoscimento di una figura professionale di 2° livello, quale quella dell’operatore del benessere o massaggiatore, che deve essere chiaramente accompagnata da normative che prevedano il collocamento obbligatorio”.

Altre importanti questioni aperte sul fronte del lavoro sono ricordate da Paolo Colombo, componente della direzione nazionale e responsabile del settore lavoro dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti: “Come Unione – dice – chiediamo che si possano salvaguardare e valorizzare le professionalità dei docenti non vedenti anche nel contesto dell’attuale riforma scolastica, nonché riscoprire le attività tradizionali e permettere lo svolgimento di nuove in modo che anche la persona non vedente, messa nelle giuste condizioni, possa scegliere e svolgere al meglio il suo lavoro e avere un proprio progetto di vita; a questo proposito una legislazione di sostegno in favore delle libere professioni e attività di impresa svolte dai non vedenti potrebbe aiutare. Cosi come l’osservanza dei requisiti di accessibilità che le nuove tecnologie consentono e una diversa organizzazione dei servizi del collocamento, sostenendo strumenti di politica attiva che favoriscono l’incontro di domanda e offerta di lavoro. Non dimentichiamo che il lavoro, per i non vedenti, rappresenta la strada maestra per il rispetto della dignità come persone”.

“Il convegno rappresenta per la nostra città – dichiara il presidente della sezione dell’Unione di Napoli, Mario Mirabile – un’occasione importantissima per far comprendere le capacità e le potenzialità dei disabili visivi. Purtroppo Napoli è anche l’emblema delle difficoltà che i disabili incontrano per inserirsi nel mondo del lavoro. Dopo anni di assoluta paralisi ed inerzia, soltanto negli ultimi mesi il Centro per l’impiego ha iniziato ad aggiornare le graduatorie; la commissione provinciale ex legge 68/99 si è riunita pochissime volte con risultati assolutamente scarsi; i posti riservati agli operatori telefonici si sono notevolmente ridotti e la sezione di Napoli dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti ha in atto un ricorso al Consiglio di Stato per la mancanza di controlli da parte degli organi competenti sul rispetto della legge 113/85. Attualmente ci sono circa 100 centralinisti iscritti nelle apposite liste di collocamento che chissà se e quando potranno essere occupati. Nella nostra regione sono stati banditi 2 concorsi alle Asl Napoli 1 e Napoli 3 che avrebbero potuto far impiegare circa 120 disabili in diverse mansioni, ma da oltre 4 anni tali concorsi per una ragione o per un’altra, sono bloccati. Confidiamo che questa conferenza possa dare una spinta all’occupazione per i ciechi e gli ipovedenti. Non ci aspettiamo miracoli, ma i nostri giovani sono molto sfiduciati. Dal nostro canto apprezziamo gli sforzi della presidenza e della direzione nazionale dell’Unione che si è sempre battuta per il pieno rispetto delle normative in materia di collocamento obbligatorio e per lo sviluppo di nuove possibilità occupazionali per i privi della vista”.

Isee: ora i disabili pagano meno, e i Comuni protestano

da vita.it

http://www.vita.it/it/article/2015/06/10/isee-ora-i-disabili-pagano-meno-e-i-comuni-protestano/135415/
Isee: ora i disabili pagano meno, e i Comuni protestano

Botta e risposta con Raffaele Tangorra, Direttore Generale per l’Inclusione e le politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sulla disabilità, un racconto opposto a quello delle associazioni. Chi ha ragione?

A proposito del report sul primo trimestre di vita del nuovo Isee, presentato giovedì scorso dal Governo, botta e risposta con Raffaele Tangorra, Direttore Generale per l’Inclusione e le politiche sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Un campione di dati pari al 2% non è pochino per parlare di “evidenze”?

I report annuali sull’Isee vengono fatti su un campione dell’1%, o meglio su quattro date di nascita. Qui abbiamo usato otto date di nascita, raddoppiando il campione. Comunque l’affidabilità si misura sulla composizione del campione, che in questo caso è stato costruito come sempre. E posso assicurare che i nuclei con persone con disabilità erano ben rappresentati, pesano per un quarto del campione. Ci siamo chiesti se fosse il caso di uscire con dei dati così presto, perché siamo consapevoli ad esempio del fatto che nella prima parte dell’anno si concentrano le DSU con Isee più bassi: l’abbiamo fatto per dare uno strumento agli enti erogatori, che erano in attesa e ora possono prendere le loro decisioni sui servizi erogati.

Rispetto al tema “emersione” e “selettività” il nuovo Isee è un successo: lo è anche in termini di equità?

Non penso che selettività, veridicità dell’indicatore, migliori controlli siano qualcosa di diverso da “equità”.

Rispetto al tema “disabilità” il report parla di un nuovo Isee che favorisce i disabili, mentre le associazioni rappresentano una realtà opposta, di un Isee che penalizza in maniera pesante la disabilità. Chi ha ragione? Come si spiega la discrepanza?

Se c’è una sottopopolazione Isee che ha avuto un’attenzione specifica in fase di costruzione dello strumento, questa è proprio disabilità, in particolare la disabilità adulta: sono gli unici per cui è prevista una franchigia, che non si dà per chi ad esempio beneficia di un assegno sociale. È il contrario di quella “vulgata” che dice che nel disegnare l’Isee abbiamo voluto colpire i disabili e devo dire anzi che i nostri dati forse persino sottostimano il vantaggio: siamo alleati delle persone disabilità, non stiamo facendo un’operazione a loro nocumento. Tra l’altro, se ci fosse bisogno di una prova empirica, qui riceviamo le proteste degli enti locali che con questo nuovo Isee vedono calare la compartecipazione da parte delle persone con disabilità.

Noi siamo alleati delle persone disabilità, non stiamo facendo un’operazione a loro nocumento. Tra l’altro, se ci fosse bisogno di una prova empirica, qui riceviamo le proteste degli enti locali che con questo nuovo Isee vedono calare la compartecipazione da parte delle persone con disabilità.

Raffaele Tangorra

Non è un dato di fatto che la pluridisabilità sia penalizzata dall’attuale sistema di franchige?

L’Italia è un Paese in cui ci sono tante prestazioni di welfare, a più livelli. Nelle istruzioni abbiamo chiarito quel che succede a chi riceve indennità aggiuntive, soprattutto dalle Regioni, che alla fine non entrano nell’Isee. Per dirla semplice: se con una parte dell’accompagnamento pago un’assistente e quella spesa è rendicontabile, quella parte sarà abbattuta, non viene conteggiata nell’Isee.

Chi siede nel Comitato consultivo di cui il ministro ha parlato?

Rappresentanti delle Amministrazioni centrali, Regioni, Comuni, i tre sindacati maggiori, il Forum del Terzo settore, Fish, Fand, Forum delle Associazioni Familiari.

Quando sarà il prossimo appuntamento?

Quando avremo i dati del secondo trimestre, spero prima della pausa estiva.

Il Governo intende sempre impugnare le tre sentenze del Tar del Lazio? L’aveva annunciato, ma non l’ha ancora fatto.

Non sta a me fare valutazioni politiche. Di certo chiederemo al Consiglio di Stato la sospensiva, perché non possiamo avere elementi di incertezza.

 

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Migranti disabili: 3,3% a scuola, 1,9% iscritto al collocamento. “Doppiamente discriminati”

da Superabile

Migranti disabili: 3,3% a scuola, 1,9% iscritto al collocamento. “Doppiamente discriminati”

In Italia i migranti con disabilità subiscono una doppia discriminazione. A dirlo è la Fish che oggi a Roma ha presentato la ricerca “Migranti con disabilità: conoscere il fenomeno per tutelare i diritti”. Sono tanti quelli che non hanno accesso a cure riabilitative specifiche

ROMA – Essere un migrante disabile: una doppia condizione di fragilità che può trasformarsi in una forma ancora più forte di discriminazione. E’ l’allarme che ha lanciato la Fish, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, che questa mattina ha presentato alla Camera dei Deputati a Roma la ricerca “Migranti con disabilità: conoscere il fenomeno per tutelare i diritti”, in collaborazione con le associazioni Villa Pallavicini e Nessun luogo è Lontano. L’obiettivo è quello di indagare le condizioni di vita degli stranieri con disabilità che spesso vivono come invisibili. “Queste persone sfuggono non solo alle statistiche ma anche alle istituzioni – ha affermato Vincenzo Falabella, presidente della Fish -. La nostra società ignora le loro esigenze e le loro difficoltà e tutto il peso grava sulle famiglie che già faticano a realizzare il loro progetto di inclusione”. Come spiega Giovanni Merlo che ha curato il rapporto, “non sappiamo il numero preciso: è un fenomeno sommerso caratterizzato da silenziose violazioni dei diritti umani”.

La prima discriminazione che subiscono è a livello lavorativo: “Il permesso di soggiorno è legato al reddito ma le persone con disabilità hanno più difficoltà ad accedere al mondo del lavoro”, continua Merlo. Nel 2013 gli iscritti agli elenchi unici provinciali del collocamento obbligatorio erano 13.108 su 676.775, pari all’1,9 per cento del totale. Di questi il 37,4 per cento sono donne (4.906). Sempre nel 2013 gli avviamenti degli extracomunitari con disabilità sono stati 643 su 18.295, pari al 3,5 per cento. Anche accedere a cure specialistiche è un problema: “Non hanno diritto a prestazione riabilitative necessarie per la loro migliore qualità di vita: questa è una violazione evidente dei diritti umani”.

Solo nell’accesso allo studio non ci sono vincoli o limiti: “La nostra scuola è il laboratorio dove i bambini si incontrano indipendentemente dalle loro condizioni”, continua Schianchi. Nell’anno scolastico 2013-2014 gli alunni stranieri delle scuole italiane, statali e non statali, di ogni ordine e grado, erano 802.785, pari al 9% del totale, di questi 26.626 hanno una disabilità. Rappresentano il 3,3 per cento del totale degli studenti. “Il nostro obiettivo è incrementare la capacità inclusiva della scuola: spesso non c’è la giusta attenzione alla appartenenza culturale e si considera solo la disabilità”.

Come ha affermato don Pierpaolo Felicolo, direttore dell’ufficio Fondazione Migrantes di Roma e del Lazio, “il primo passo è farli uscire dalla solitudine, creare una rete di supporto intorno a loro. Al di là della loro condizione, sono persone come noi che vanno aiutate”.

Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, ha sottolineato, invece, che “è dalla tutela delle minoranze che si valuta la qualità di una democrazia e la capacità di farsi carico di tutte le emarginazioni. Occorre creare una coscienza civica in grado di riconoscere le condizioni di diversità e di svantaggio”.

Alla presentazione è intervenuta anche la deputata del Partito Democratico Paola Binetti: “Ci impegneremo a presentare una mozione in Parlamento sui bambini che vivono questa doppia condizione”, ha promesso. “Vogliamo iniziare a lavorarci prima dell’inizio delle vacanze estive. Non escludiamo di inserirlo anche nel disegno di legge sul dopo di noi e sull’autismo”.

Marco e gli altri: quei bambini disabili gravissimi strappati all’ospedale

Marco e gli altri: quei bambini disabili gravissimi strappati all’ospedale

Otto anni, nato in un campo rom, ha una encefalopatia progressiva: non parla, non piange, non si muove. È rimasto per un anno al Bambin Gesù prima che una comunità (Casa Betania) fosse disposta ad accoglierlo. Aprendo la strada ad altri casi “irrecuperabili” come il suo

da Redattore sociale

10 giugno 2015

ROMA – Marco non parla, non piange, non si muove. Ma è un bambino forte, che suscita coraggio e domande in chi ogni giorno si prende cura di lui. Forte non solo perché dopo pochi mesi dalla sua nascita, presso il campo rom di via di Salone a Roma, i medici gli avevano dato – a causa della grave encefalopatia progressiva di cui è affetto – sei mesi di vita e, invece, tra un mese Marco compirà otto anni.
Abbandonato dalla sua famiglia, è restato quasi un anno ricoverato presso il reparto di terapia intensiva dell’ospedale “Bambin Gesù” di Palidoro, prima che si riuscisse a individuare una comunità disposta ad accoglierlo. Il 16 giugno 2008, dopo che il Tribunale per i Minorenni ne ha dichiarato lo stato di adottabilità, si sono aperte per Marco le porte di “Casa Betania”, casa famiglia socio-assistenziale per minori con disabilità e in stato di abbandono, dove tuttora abita.

“Marco non ha alcun tipo di autonomia, ha un ventilatore meccanico che lo aiuta a respirare nei momenti di maggiore fatica, soprattutto nel sonno. Ma crediamo che anche i bambini come Marco abbiano tutto il diritto di non vivere in una corsia ospedaliera: è possibile e auspicabile infatti accogliere bambini disabili gravi in una casa famiglia, dove l’affettività, l’intimità, le cure personalissime da parte di operatori professionali permettono a questi bimbi di sentirsi amati e di avere delle evoluzioni cliniche e generali inaspettate”, spiega Marco Bellavitis, responsabile de L’Accoglienza onlus, che, in oltre 20 anni di attività, a partire dall’esperienza di “Casa Betania”, ha ospitato 19 minori affetti da grave disabilità e oggi gestisce tre case famiglia, per un totale di 15 bambini e ragazzi disabili (cinque per ciascuna casa).

Ma come si fa a capire quali sono i bisogni di una persona come Marco? “E’ stato lui stesso a indicarci la strada – ci racconta Flavia, la referente operativa della piccola casa dove vive Marco –  nel senso che abbiamo imparato a decodificare le sue esigenze attraverso l’osservazione di ogni suo minimo segnale. Ad esempio, dopo il bagnetto il piccolo riesce a respirare in maniera autonoma per qualche minuto e, quindi, questo momento è per lui estremamente piacevole e di relax. Il contatto fisico, come appunto prendersi cura del suo corpo, è la chiave per entrare in relazione con lui. Ci sono anche degli specifici parametri medici, come quello della saturazione, che ci fanno capire il suo stato; ma, in definitiva, ogni giorno percepiamo e sperimentiamo un amore che sappiamo che lui sente”.

Intanto però la vita di Marco ha fatto da apripista: ha permesso l’accoglienza di altri bambini con situazioni meno complesse ma comunque gravi: “Se non avessimo incontrato Marco, non saremmo stati in grado di accogliere poi altre realtà, superando anche certe nostre paure”. Ma la condizione sanitaria di Marco impone, anche ogni mese, decisioni difficili da assumere insieme al tutore e ai medici dell’ospedale che lo hanno in cura, prese “tenendo al centro la dignità della vita”: “Mi piace immaginare che se Marco potesse parlare ci direbbe: ‘qui mi sento riconosciuto, sento che le mie esigenze vengono ascoltate’. Credo che il senso della nostra accoglienza sia l’accompagnare, l’andare insieme a Marco, sia pure verso la morte”, riflette Bellavitis.

Intanto però la vita di Marco ha fatto da apripista: ha permesso l’accoglienza di altri bambini con situazioni meno complesse ma comunque gravi: “Se non avessimo incontrato Marco, non saremmo stati in grado di accogliere poi altre realtà, superando anche certe nostre paure”. (Carmela Cioffi)

Verbale Riunione 28 maggio 2015

Città di Pomezia
PROVINCIA DI ROMA
SETTORE III SERVIZI ALLA PERSONA

Alla Cortese Attenzione
Comitato Dimensione Disabili
Movimento Disabili
Ass. “Pomezia Autismo”
Ass. Naz. Inv. Civili
Lega Consumatori
Ass. “SpOli e Mie”
Ass. “Pallavolo Pomezia”
Ass. “Futuro”
Ass. “la Cicale e la Formica”
Istituto Comp. “Orazio”
Istituto Comp. Via Matteotti
Istituto Comp. “Enea”
Istituto Comp. “Pestalozzi
Ass. “Insieme oggi per il Futuro”
Sig.ra Castellucci Fiorella
Sig. Brontesi Claudio
Istituto Comprensivo S. Procula

Oggetto: Invio verbale – Riunione della Consulta per il Superamento dell’Handicap

Per opportuna conoscenza, si trasmette il verbale della prima riunione della Consulta per il Superamento dell’Handicap, svoltasi in data 28 maggio 2015 alle ore 16.00 presso il Polo Universitario “Selva dei Pini”.


VERBALE

( Riunione del 28/05/2015 ore 16.00)

 

CONSULTA PER IL SUPERAMENTO DELL’HANDICAP

 

 

 

SINDACO    – presenta i suoi saluti alle associazioni ed esprime la volontà   dell’Amministrazione a procedere nel percorso che si sta definendo con la costituzione della Consulta per il superamento dell’handicap.

A dimostrazione dell’impegno dell’Amministrazione, sono stati messi a disposizione dei fondi per la realizzazione di progetti e interventi relativi il sociale .

 

VICE SINDACO – Con la costituzione della Consulta per il Superamento dell’Handicap vogliamo nei fatti, concretizzare tutto ciò che si fa o lo si farà da adesso in poi insieme a voi.

Abbiamo desiderato che nascesse la Consulta e per questo ci aspettiamo una Consulta propositiva, in quanto le persone oggi presenti hanno grandi conoscenze e competenze.

Vogliamo avvalerci della competenza di tutti Voi in quanto è ferma volontà dell’Amministrazione, che sin da ora si creino iniziative nel campo dell’handicap.

A riprova dell’impegno di questa Amministrazione posso confermare che nel bilancio comunale sono stati messi dei capitoli di spesa sui quali far convergere la realizzazione di progetti e iniziative.

Due capitoli di spesa : nell’assistenza domiciliare e nel sostegno alle famiglie dei disabili.

Dopo diversi anni riusciamo a movimentare delle cifre.

C’è una grande aspettativa da parte Vostra, sono consapevole che l’Amministrazione non può riuscire a fare tutto, ma la collaborazione ci porterà a stabilire delle priorità per offrire a tutti i cittadini una qualità di vita migliore.

 

DE MARCO – cosa intende in merito alle questioni che abbiamo trattato?

Noi stiamo vivendo una situazione difficile dopo l’incendio del nostro appartamento e la morte di nostra figlia.

Abbiamo chiesto un aiuto economico perché stiamo pagando un affitto. Ci è stato chiesto di presentare l’ISEE, ma che c’entra con la nostra situazione ?

Ci sentiamo totalmente abbandonati dalle istituzioni.

 

SINDACO – mi dispiace della Vostra situazione, assicuro il nostro interessamento, ma i lavori della Consulta devono servire a gettare le basi per poter affrontare tutte le situazioni.

Abbiamo messo nel bilancio delle somme per il disagio abitativo.

 

VICE SINDACO –Vorrei portare l’attenzione sul lavoro che quotidianamente svolge l’ufficio dei servizi sociali e i numerosi interventi sui quali opera.

Numerose persone si trovano in difficoltà abitativa ed economica ed è importante, affinché gli interventi posti in essere siano equi, avere anche la situazione economica e reddituale delle persone. L’ISEE è uno strumento importante per il nostro lavoro.

 

DE MARCO – Spesso l’ISEE non coincide con la situazione che vivono le persone e con le difficoltà che si trovano ad affrontare.

 

DIRIGENTE– Capisco la drammaticità della situazione, il nostro è un ufficio dove si fanno numerosi interventi sulla base di una documentazione dove l’ISEE è una parte fondamentale. Questo incontro è l’inizio di un percorso da fare insieme. Noi oggi dobbiamo costituire la Consulta, con le proposte che devono venire da Voi.

Per l’esigenza abitativa abbiamo 1500 persone in attesa di avere un alloggio. E’ importante questo incontro perché da questa partecipazione, noi siamo speranzosi si possa concretizzare una collaborazione.

Tra i molti problemi che abbiamo c’è l’emergenza abitativa e non è facile risolvere il problema di tutti.

Facciamo un passo avanti.

 

VANNINI (Comitato Dimensione Disabili) – Mi interessa sapere che fondo è stato istituito per i disabili?

SINDACO – abbiamo messo in bilancio 300.000 euro. Per progetti ed interventi nel sociale.

 

BASSANI (Comitato Dimensione Disabili) – Volevo fare delle proposte- Innanzitutto assistenza domiciliare per tutti i disabili di Pomezia; minimo due ore a tutti. Un Centro Diurno per disabili gravi, che a Pomezia non c’è. Un trasporto disabili e maggiore apertura del servizio sociale, perché due giorni a settimana non è sufficiente. Poi l’ISEE; chiedo se è possibile aumentare la fascia reddituale ed erogare assistenza domiciliare in base al grado di disabilità dell’utente.

Ci sono molti disabili soli, che a causa delle fasce di contribuzione sono stati costretti a sospendere l’assistenza perché avrebbero pagato tanto.

 

BORZETTI (ass. Futuro) – Rappresento l’Associazione Futuro che opera da diversi anni.

Volevo fare domande all’Amministrazione. Volevo passare alla fase organizzativa per dividere le necessità del territorio, anche perché serve a quantificare le somme da mettere nei piani di zona. Credo che in questa fase sia importante ascoltare le intenzioni dell’Amministrazione. Il prossimo anno saranno abolite le province e saranno problemi, perché per l’assistenza scolastica non ci saranno soldi e le spese dovranno essere sostenute dai comuni. Prima delle richieste personali, dobbiamo passare alla fase organizzativa ed io resto a disposizione dell’Amministrazione.

 

ASSO HANDICAP – I soldi stanziati , come avete detto 300.000 euro, possono essere utilizzati per progetti che favoriscano l’integrazione dei ragazzi attraverso un impegno anche lavorativo. In questo modo si ridurrebbe la spesa per l’assistenza domiciliare di cui i ragazzi, impegnati in borse lavoro o quant’altro, non ne avrebbero bisogno e avrebbero pertanto, delle opportunità per uscire di casa e integrarsi nella società.

 

 

VICE SINDACO – Espone gli obiettivi e le finalità della Consulta per il superamento dell’handicap

 

SINDACO       –     Sono soddisfatto degli interventi che ci sono stati. La Consulta deve avere un’azione propositiva. Assicuro la presenza e l’impegno dell’Amministrazione e auguro un proficuo lavoro.

 

CASTELLUCCI – Intendo fare una domanda al Sindaco. Abbiamo saputo che la farmacia della ASL si sta spostando ad Ariccia. Abbiamo molti disabili gravi che necessitano di prendere dei farmaci dalla farmacia. Cosa pensa di fare?

 

SINDACO – La ASL sta lavorando ad un piano di ripartizione delle sedi, ma al momento non c’è certezza. Noi interverremo come abbiamo fatto prima e seguiteremo a fare. Posso formalmente esprimere il dissenso della città. Pomezia dal punto di vista sanitario non vuole perdere nulla.

 

PAOLINI (Pomezia Autismo) – Le ASL dovrebbero avvisare il primo cittadino se tolgono un servizio. Lei dovrebbe saperlo.

 

SINDACO – Al momento non c’è certezza.

 

BACHER (Comitato Dimensione Disabili) – Intende fare un passo indietro per i bollettini del 2012?

 

SINDACO – Vorrei che percepiste la nostra sensibilità nei confronti dei disabili. Abbiamo previsto delle agevolazioni per i tributi.

Mi dispiace, ma devo lasciarvi e delego il Dirigente del servizio sociale per il proseguo dei lavori.

 

DIRIGENTE – Presenta i componenti del tavolo e i tecnici del servizio che presenziano alla riunione e comunica che l’ufficio a breve verrà trasferito presso altra sede.

 

 

VICE SINDACO – Il trasferimento degli uffici rientra nell’ottica del risparmio. Abbiamo deciso di trasferire gli uffici per ridurre le spese. Le politiche sociali verranno ospitate nell’edificio anagrafe, per non creare troppa difficoltà agli utenti che si troverebbero sempre nella stessa zona.

 

DIRIGENTE – Procede alla lettura dei nominativi che si sono candidati a rappresentare la Consulta:

 

Loddo Enrica –   Ass.Nazionale Invalidi Civili

Ferlazzo Debora – Lega Consumatori

Morsillo Tiziana – Sport e Arte

Corneli Francesca – Pallavolo Pomezia

Borzetti Rolando – Ass. Futuro

Giovannelli Alba, Paolini Dario e Mario – Pomezia Autismo

Palamidesse Chiara – Asso Handicap

Nuccitelli Roberta – Sorriso per Tutti

Montino Maria Gelsomina – Ist. Comprensivo”Pestalozzi”

Bassani Francesca – Dimensione disabili

Cangini Paola – Insieme oggi per il futuro

Ciarmoli Carmela – Ist. Comprensivo “Orazio”

Legumi Cretella, Nancy Claudia – Ist. Comprensivo “Enea”

Conte Mario – Circolo didattico

Peri Valentina – “La cicala e la formica onlus”

Valentini Roberta – Ist. Comp. “Santa Propola”

 

DIRIGENTE – Per quanto riguarda la prossima convocazione della Consulta vi comunicheremo una data, stabilendo già da oggi l’ordine del giorno:

-costituzione gruppo di coordinamento;

-costituzione gruppi di lavoro e di riferimento;

-individuazione di fondi da stanziare secondo i progetti.

 

BORZETTI (ass.Futuro) – E’ necessario fare riferimento alle leggi esistenti per avere dei fondi, poiché i soldi del Comune sono insufficienti.

 

BASSANI (Comitato Dimensione Disabili) – Ricordiamoci che c’è il fondo per la non autosufficienza di 400.000 euro.

 

CANGINI (ass. Insieme Oggi per il Futuro) – Voglio invitare tutti allo spettacolo organizzato dal DSM per finanziare un progetto di Ippoterapia, che si svolgerà sabato prossimo

Nuovo Isee

da Superabile

Nuovo Isee, Anffas critica il “trionfalismo” sul monitoraggio: troppi punti oscuri

Il presidente Speziale replica al ministro Poletti: “Campione è significativo, ma tante criticità, soprattutto per pluridisabili: in alcuni casi Isee schizzato da 0 a 13 mila euro. E pochi comuni hanno adeguato propri regolamenti per accesso a servizi. Caos e iniquità a danno delle persone con disabilità”

ROMA – Troppi “punti oscuri” nei primi dati sul nuovo Isee e troppe criticità a spese delle persone con disabilità: Anffas smorza così l’entusiasmo con cui il governo, in particolare il ministro Poletti, ha presentato la prima parte del monitoraggio relativo all’applicazione del nuovo misuratore economico. Monitoraggio che però, contrariamente a quanto contestato dal comitato “Stop al nuovo Isee”, sarebbe per Anffas “significativo” in quanto a consistenza del campione, ma “critico” per le conclusioni che se ne traggono. Ed ecco, in sintesi, i “punti oscuri” rilevati dal presidente Roberto Speziale”.

Pluridisabilità fa schizzare in alto l’Isee. Primo, “ancora ci sono situazioni assolutamente critiche che colpiscono fortemente le persone con disabilità ed i loro nuclei familiari”. In particolare, le “condizioni di pluridisabilità che hanno fatto schizzare verso l’alto l’Isee delle persone che ne sono affette, arrivando anche a vedere situazioni in cui da Isee ristretto pari a zero si è passati, pur considerando le franchigie, ad un Isee in cui, calcolandosi tutte le provvidenze correlate all’invalidità (a causa della mancata esecuzione delle sentenze del Tar Lazio del febbraio scorso), si arriva anche a 13 mila euro, con le conseguenze negative per accedere alle prestazioni sociali agevolate.

I Comuni non adeguano i regolamenti. Secondo, sono pochi i comuni che stanno adeguando i propri regolamenti per l’accesso ai servizi. Condizione fondamentale, questa, visto che “oltre a ciò che l’Isee rileva, sono poi le scelte regionali e dei Comuni che determinano le condizioni di accesso alle prestazioni. Da questo punto di vista – fa notare Speziale – i dati rilevati dal Ministero fotografano una situazione in cui sono pochissimi i Comuni che hanno adeguato i propri regolamenti. Con preoccupazione, inoltre, Anffas rileva che da queste prime scelte si sta profilando un orientamento pericoloso: soglie di esenzione ridotte o addirittura pari a zero, percentuali di compartecipazione al costo elevate rispetto a livelli Isee molto bassi, prestazioni non considerate come sociosanitarie e ascrivibili quindi non all’Isee ristretto ma all’Isee ordinario”.

Falsa rappresentazione delle condizioni di vita delle persone con disabilità. Infine, c’è una preoccupazione “tecnica”, che ha a che fare con la capacità dell’Isee di misurare effettivamente le condizioni economiche dei nuclei con disabilità. In particolare, “le famiglie con minori con disabilità, per cui non è applicabile l’Isee ristretto”. Per Speziale, “questa situazione, unita ad un non corretto utilizzo del moduli per la Dsu per le persone con disabilità che stiamo registrando in vari casi lungo il territorio nazionale, determina ancora più una falsa rappresentazione delle vere e, purtroppo precarie, condizioni di vita delle persone con disabilità, rendendo più oneroso l’accesso alle prestazioni sociali agevolate”.

Sullo sfondo di tutte queste considerazioni critiche, c’è la “nostra ferma contrarietà nei confronti della scelta del governo di non dar seguito, fino ad ora, alle sentenze emesse dal Tar Lazio che, invece, hanno severamente messo in discussione, dichiarandole illegittime, parti importanti del nuovo Isee – conclude Speziale – Addirittura il Governo ha espresso la volontà di impugnare, nel termine ordinario che scadrà fra qualche mese, le tre sentenze del Tar Lazio, con la chiara conseguenza di continuare ad aggravare di giorno in giorno la situazione di caos generata dal DPCM 159/2013. Caos, ma anche e soprattutto iniquità, ancora una volta a danno delle persone in condizione di maggiore vulnerabilità, come le persone con disabilità. Basti pensare al fatto che ancora l’Inps genera Isee più alti perché continua a calcolare le provvidenze economiche per invalidità civile che invece il Tar ha dichiarato non computabili, tanto da indurre i vincitori dei ricorsi al Tar a provare a far presentare la Dsu direttamente presso l’Inps, minacciando l’Istituto dei danni che dovessero generarsi per il mancato rilascio dell’Isee conforme alle sentenze”.


Lombardia: la “Buona scuola” partirà con 4.650 studenti in meno? Ledha: “Pronte lettere di diffida”

Migliaia di ragazzi con disabilità rischiano di non poter frequentare le lezioni perché privi dei servizi di assistenza alla comunicazione, assistenza educativa e trasporto. Ledha denuncia la grave mancanza di responsabilità delle istituzioni e annuncia ricorsi in tribunale

ROMA – “Già al primo giorno del prossimo anno scolastico in Lombardia potrebbero mancare all’appello 4.650 studenti. Sono i bambini e i ragazzi con disabilità sensoriale delle scuole di ogni ordine e grado e i giovani con disabilità che frequentano le scuole superiori. Nonostante l’allarme lanciato da più di un anno dalle associazioni delle persone con disabilità, né il Governo, né la Regione Lombardia, né le vecchie e nuove Province, né la Città Metropolitana di Milano hanno trovato il modo di garantire il diritto allo studio a questi bambini e ragazzi, che rischiano di restare privi dei servizi di assistenza alla comunicazione, assistenza educativa e trasporto. Una condizione che li costringerebbe a restare a casa o a ridurre di molto la frequenza scolastica”. A denunciare la situazione è la Ledha, Lega per i diritti delle persone con disabilità. L’organizzazione ha diffuso un articolato appello in cui denuncia “la grave mancanza di responsabilità delle persone che oggi ricoprono importanti incarichi istituzionali” e si mette “al fianco delle migliaia di famiglie che vorranno rivolgersi alla magistratura per vedere rispettato il diritto dei loro figli di andare a scuola, come tutti gli altri alunni e studenti. Abbiamo predisposto le lettere/diffida da inviare alle Province e a Città Metropolitana di Milano – spiega Donatella Morra, referente Ledha scuola – con cui le famiglie potranno chiedere l’attivazione di questi servizi. Qualora il servizio non venisse attivato sarà possibile procedere con un ricorso in tribunale”.

Ledha chiede un appuntamento urgente ai vertici delle istituzioni coinvolte: Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Daniele Bosone presidente dell’Unione Province Lombarde e Giuliano Pisapia Sindaco della Città Metropolitana di Milano. Parallelamente, Ledha ha chiesto alla Fish – Federazione Italiana Superamento Handicap – di continuare ad attivarsi presso il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’Istruzione per risolvere la questione.

A oggi nessun ente pubblico (Comuni, Province o Città Metropolitana di Milano) accetta ufficialmente le domande di attivazione di questi servizi per il prossimo anno scolastico, non avendo approvato nessun atto amministrativo che ne preveda l’organizzazione. Inoltre non c’è nessun capitolo di bilancio che stanzi le risorse necessarie. Risultato: se qualcosa non cambierà nei prossimi giorni, quei bambini e quei ragazzi saranno costretti a rimanere a casa o a frequentare con un orario ridotto.

“Si tratta di servizi che la legge 104 del 1992 prevede come diritti esigibili e gratuiti, che devono essere garantiti, indipendentemente dai problemi gestionali o economici degli enti pubblici – spiega Donatella Morra -. Per questo motivo Ledha, tramite le sue associazioni, ha iniziato una campagna di informazione a tutte le famiglie coinvolte, offrendo il supporto necessario per rivolgersi alla magistratura nel caso le istituzioni continuino a non trovare una soluzione a questo problema”.

Paradossale la situazione a Milano, come riferisce Ledha. “Il Comune (sindaco Giuliano Pisapia) ha avvisato con una lettera le famiglie che non potrà più sostenere il servizio di trasporto e assistenza educativa nelle scuole superiori perché di competenza della Città Metropolitana. Le stesse famiglie, però, hanno ricevuto un’altra comunicazione da parte della Città Metropolitana (sindaco Giuliano Pisapia) che le informa che gli uffici non riceveranno neanche le domande di attivazione del servizio perché nessuno ha attribuito loro questa competenza”.


Nuovo Isee, ecco tutti i numeri del ministero: “Per i disabili è più vantaggioso”

Il testo integrale del documento pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali sulle dichiarazioni Isee elaborate nei primi tre mesi del 2015: in tre casi su quattro il nuovo Isee è più basso o uguale rispetto a quello che sarebbe stato calcolato con le vecchie regole

ROMA – La “gran parte” delle persone con disabilità e delle loro famiglie che hanno richiesto la dichiarazione Isee in questo 2015 ha trovato “le nuove regole più vantaggiose” rispetto a quelle che era in vigore dodici mesi fa: il nuovo Isee insomma conviene, e conviene soprattutto alle persone con disabilità. E’ questo il principale concetto che emerge dal documento pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e relativo ad un campione di 22 mila dichiarazioni Isee (il 2% del totale) richieste nei primi mesi dell’anno. Il quaderno “Tre mesi di nuovo Isee. Prime evidenze” fa il punto della situazione generale e poi si sofferma sulla situazione delle famiglie in cui è presente almeno una persone disabile, mettendo in evidenza – pur con alcuni distinguo – che il nuovo Isee è favorevole e neutro rispetto a quello precedente in tre casi su quattro. Per le famiglie con maggiori disponibilità economiche (oltre 30 mila euro di Isee) invece la presenza di disabili cresce.

Nel documento viene specificato, peraltro, che per particolarità tecniche legate allo strumento il vecchio Isee è anche sovrastimato rispetto a quello effettivo e che dunque i vantaggi reali dovrebbero essere perfino maggiori di quelli evidenziati nell’analisi. Un’analisi che arriva nel pieno di una polemica rovente sul tema fra il governo e alcune associazioni di persone disabili, anche in seguito alle sentenze del Tar del Lazio che – tuttora inapplicate – hanno bocciato l’Isee proprio relativamente alle nuove norme nei casi di disabilità. Ecco il testo integrale del quaderno del Ministero relativamente alla parte dedicata alle famiglie con persone disabili:

Gli effetti della riforma sui nuclei di persone con disabilità o non autosufficienti sono molto diversi che sulla popolazione complessiva o sui nuclei con minori. Nel caso dei disabili, la distribuzione è visibilmente modificata per effetto dell’introduzione delle nuove regole, con l’azzeramento e la sostanziale riduzione dell’ISEE per una consistente quota della popolazione. Gli ISEE nulli passano infatti da un decimo a un quarto della popolazione, con un incremento di due volte e mezzo; sotto i 3.000 euro si concentra con le nuove regole circa il 44% dei nuclei con persona con disabilità a fronte del 29% che si sarebbe avuto con le vecchie regole. Viceversa per la parte più «ricca» della popolazione avviene il contrario: oltre i 30.000 euro di ISEE (dove oggi si concentra il 6,7% della popolazione) la quota di nuclei con persone con disabilità o non autosufficienti è circa il doppio con le nuove regole rispetto alle vecchie (con le quali sarebbe stata del 3,3%). Va comunque sottolineato che l’ISEE pre-riforma è qui sottostimato perché, per tutti coloro che hanno optato per un nucleo ristretto (operazione non possibile con le vecchie regole), il vecchio ISEE è calcolato su un nucleo familiare incompleto (si tratta del 16% dei nuclei con disabili nel I trimestre). Quindi i vantaggi (non solo nella parte bassa della distribuzione) legati all’introduzione delle nuove regole sono significativamente maggiori di quelli evidenziati nei dati. L’effetto sulla parte bassa della distribuzione dei redditi è chiaramente dovuto alle nuove modalità di calcolo in presenza di una persona con disabilità: non più una maggiorazione della scala di equivalenza, come accadeva prima, ma un sistema di franchigie e detrazioni di spese, operazione chiaramente più favorevole per i redditi bassi e che più che compensa l’inclusione dei trattamenti esenti prevista dal legislatore (tanto da azzerare l’ISEE a un quarto dei nuclei). L’effetto sulla parte alta della distribuzione è invece solo parzialmente dovuto al venir meno della maggiorazione della scala di equivalenza, dovendosi anche tener conto della diversa rilevanza del patrimonio, d’impatto significativo soprattutto per la popolazione anziana non autosufficiente.

L’effetto delle nuove regole è evidente anche sui movimenti nell’ordinamento. A trarre vantaggio dal nuovo ISEE è infatti quasi il doppio dei nuclei familiari che invece sarebbero favoriti dalle vecchie regole (58% vs. 31%). Rispetto alla popolazione complessiva, invece si riduce sensibilmente l’area di chi rimane stabile (uno su dieci). Quanto alle statistiche di sintesi, gli effetti distributivi prima commentati si manifestano chiaramente sulla mediana, che si riduce di quasi il 30%. La media invece cresce, poco meno che nella popolazione complessiva (+7,4%), ma sostanzialmente per effetto dei valori ISEE più elevati: infatti, considerando la media per i soli valori ISEE inferiori a 30.000 euro, l’incremento è dimezzato (+3,6%). Come già osservato, comunque, questi dati sottostimano significativamente l’ISEE calcolato con le vecchie regole, quando il nucleo ridotto non era possibile. Dato il significativo numero di queste dichiarazioni (il 16%) è presumibile che calcolando correttamente il vecchio ISEE osserveremmo con il passaggio al nuovo regime una riduzione nei valori medi oltre che mediani. Ma vi è pure un effetto patrimonio, anch’esso già commentato, che è di natura trasversale e indipendente dal mutamento delle regole relative alla disabilità, mutamento che qui possiamo evidenziare

Nell’analisi della nuova disciplina, gli effetti del diverso trattamento delle persone con disabilità possono essere isolati da quelli delle modifiche operate con riferimento alla componente patrimoniale – modifiche di natura generale e trasversale a tutti i gruppi di popolazione. Per far ciò è necessario confrontare il nuovo ISEE con un ISEE “ibrido” in cui la parte patrimoniale si calcola con le nuove regole (cioè si prende l’ISP vigente), mentre si calcola con le vecchie regole solo la parte reddituale (ISR pre-riforma) e la scala di equivalenza. Infatti, come già evidenziato, le modifiche nel nuovo ISEE con riferimento alle persone con disabilità non agiscono sui patrimoni, ma solo sui redditi (con l’introduzione dei trattamenti esenti, da un lato, e di franchigie e detrazioni di spesa, dall’altro) e sulla scala di equivalenza (con l’eliminazione della maggiorazione della scala di equivalenza, pari nella vecchia disciplina a 0,5). Resta comunque, in caso di nucleo ristretto, la sottostima anche dell’ISEE ibrido. Operando tale confronto, il favore della nuova disciplina è ora evidente in tutti gli indicatori. Non solo la mediana è sensibilmente inferiore (del 35%), ma anche il 3° quartile (il valore che separa il quarto di popolazione più ricco) si riduce di oltre il 5%. Si riduce anche la media (di quasi il 5%), in misura più accentuata se considerata per gli ISEE inferiori a 30.000 euro (-7,8%). Infine, il nuovo ISEE è più favorevole per due terzi dei nuclei di persone con disabilità ed è meno favorevole per meno di un quarto, un rapporto che è quasi di 3 a 1. Resta stabile circa il 12% dei nuclei.


Nuovo Isee, le famiglie con disabilità replicano al ministero: “Per noi solo svantaggi”

Per Guerra, “65% delle famiglie disabili favorita da nuovo Isee è favorevole”. Ribatte Bonanno: “Tanti disabili non hanno ancora fatto Isee”. Una mamma: “Mio Isee passa da 16 mila a 22 mila euro solo per indennità. Dovrò pagare io i servizi che salvano mia figlia da morte sociale”

ROMA – “La ricerca è stata condotta su un campione così esiguo, appena il 2% della popolazione Isee, da render perfino assurde le percentuali rilevate”: per Chiara Bonanno, una delle promotrici del comitato “Stop al nuovo Isee”, occorre quindi “un’analisi molto più guardinga di quella entusiasta che, invece, la Guerra fa sul suo profilo”. Anche perché, continua Bonanno, “tante famiglie con disabilità non rientrano nel campione, perché devono ancora compilare l’Isee, in attesa che le sentenze del Tar siano applicate”.

Non occorre quindi dar credito, secondo Bonanno, all’ottimismo e l’esultanza di Maria Cecilia Guerra, una delle ispiratrici del nuovo misuratore economico, che così ha annunciato, nei giorni scorsi, le prime rilevazioni, definendo il nuovo Isee “una riforma davvero più equa. Il monitoraggio effettuato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sui dati relativi al milione e passa di dichiarazioni Isee presentate nel primo trimestre di quest’anno – continua Guerra – conferma la bontà della riforma avviata da gennaio”. E riporta due dati in particolare: il primo riguarda le famiglie con disabilità: “per circa quattro quinti di questi nuclei – riferisce Guerra – le nuove modalità di definizione dell’Isee sono più favorevoli (65,4%) o indifferenti (11,7%) rispetto alle vecchie. Gli Isee pari a zero passano da un decimo a un quarto della popolazione, con un incremento di due volte e mezzo; sotto i 3.000 euro si concentra con le nuove regole circa il 44% dei nuclei con persone con disabilità, a fronte del 29% che si sarebbe avuto con le vecchie regole”.

L’altro dato positivo riguarda l’emersione delle false dichiarazioni: “nei primi tre mesi di quest’anno – riferisce Guerra – le dichiarazioni dei richiedenti Isee con patrimonio mobiliare nullo sono crollate di quasi due terzi, passando dal 72,7% del primo trimestre del 2014 al 24,1 per cento. E il valore medio dichiarato è molto cresciuto. Se un anno fa meno di un cittadino su tre dichiarava di avere un conto corrente al momento della richiesta di Isee, ora oltre tre quarti lo fanno senza indugio”.

Ribatte Bonanno: “la senatrice non rileva però che l’emersione dei conti correnti dichiarati è dovuta alla legge Monti, che ha vietato la percezione in contanti degli importi di pensioni e di ogni importo in denaro, costringendo così migliaia di pensionati ad aprire un conto corrente”. Non solo: “la maggior parte delle persone non autosufficienti, soprattutto quelle che a causa delle maggiori somme percepite per far fronte ad una disabilità molto più grave, e che quindi sarebbero state con il nuovo Isee calcolate come più ricche, non hanno ancora fatto l’Isee, in attesa dell’applicazione delle sentenze per la quale il Governo è stato recentemente diffidato”.

E Sabina, una mamma caregiver, riporta la propria situazione come emblematica della ricaduta effettiva che la riforma dell’Isee sta avendo sulle famiglie con disabilità: una riforma tutt’altro che equa, secondo Sabina Beretta, visto che “è stata penalizzante per la maggioranza delle famiglie con disabilità e degli stessi disabili, cui ha tolto anche il diritto di usufruire dei servizi essenziali, utenti che fino allo scorso anno ne avevano beneficiato”. Ed ecco i numeri, relativi al caso personale di Sabina e di tanti come lei: “Io, a fronte di un Isee di 16 mila euro del 2014, quest’anno mi ritrovo con un Isee di 22mila. Questo grazie al governo, che mi ha obbligata a inserire nel computo l’assegno di accompagnamento di mia figlia e la sua pensione d’invalidità”. Non solo: “Sono stata obbligata ad aggiungere nel computo anche una somma accantonata in un libretto postale che è di proprietà di mio papà, ma nel quale risulto cointestataria perché papà ha 94 anni e non è nelle condizioni di poter gestire quei pochi risparmi che ha messo da parte. Per il resto – continua – sono una dipendente comunale, con una misera reversibilità in quanto vedova precoce, per cui il reddito familiare, rispetto allo scorso anno, è rimasto invariato”. Quali saranno le conseguenze pratiche di questo aumento dell’Isee, Sabina può solo prevederlo: “Probabilmente a settembre mia figlia perderà tutti quei servizi che il Comune le erogava per via di un Isee contenuto: parlo del trasporto e della compartecipazione del centro diurno. Ed io mi ritroverò ancora una volta a dovermi svenare per mantenergli quel minimo indispensabile che la protegga da una morte sociale”.

 

L’Aquila rinasce anche con un’area gioco aperta a tutti

L’Aquila rinasce anche con un’area gioco aperta a tutti

 

L’inclusione passa anche attraverso i giochi dei bambini e il loro stare assieme senza pregiudizi né ostacoli. E proprio l’inclusione e i bambini sono i protagonisti di una festa aperta a tutti che contribuisce anche alla rinascita di una città tanto piegata dagli eventi come L’Aquila.

Accadrà nel pomeriggio di sabato 13 giugno (ore 16-18.30), presso il Parco Giochi di Viale Rendina, e anche i bambini con disabilità potranno partecipare e divertirsi insieme a tutti gli altri, in occasione dell’inaugurazione di una nuova area giochi progettata secondo i principi della piena inclusione e rispettando i criteri di accessibilità, fruizione universale e sicurezza.

Sarà infatti proprio all’Aquila la nuova tappa del progetto nazionale Giochiamo Tutti! (www.giochiamotutti.it) promosso dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che ha già portato ad analoghe realizzazioni a Genova e Milano e che qui si avvale del fondamentale sostegno economico di Mediafriends, la ONLUS fondata nel 2003 da Mediaset, Medusa e Mondadori, impegnata nella solidarietà sociale, della fattiva collaborazione del Comune dell’Aquila e del locale Coordinamento delle Associazioni di Persone con Disabilità, con tutte le sue organizzazioni, oltreché dell’operatività del Gruppo Giochisport.

Si tratta di aree nelle quali i giochi sono simili a quelli di tutte le altre (altalene, scivoli, pannelli ecc.), che però dispongono di alcuni particolari accorgimenti, tali da consentire ai bambini con disabilità di giocare e divertirsi come e insieme a tutti i coetanei. Non un’area “speciale”, quindi, riservata ad alcuni bimbi, ma realmente aperta a tutti.

E aperta a tutta la cittadinanza, come detto, sarà anche la festa organizzata per il 13 giugno, in occasione dell’inaugurazione della nuova area giochi (il taglio del nastro sarà alle 17), a traino del Circobus dell’Associazione Brucaliffo, organizzazione che opera all’Aquila dal 2002, realizzando attività ludico-ricreative dal forte valore aggregativo, senza però mai sacrificare la qualità e il livello culturale delle stesse.

Nella fattispecie, il Circobus è un pulmino colorato e allestito come un vero e proprio circo itinerante, che trasporta clown e animatori, trasformando ogni luogo in cui si reca in uno spazio di festa condivisa.

Tutti i protagonisti di questa bella iniziativa saranno presenti il 13 giugno: il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, con Emanuela Di Giovambattista, assessore comunale alle Politiche Sociali; il presidente nazionale della FISH Vincenzo Falabella; il responsabile dei Progetti Mediafriends Nicola Conti; il responsabile del Coordinamento delle Associazioni di Persone con Disabilità dell’Aquila Massimo Prosperococco; vari esponenti dell’impegno civile e istituzionale.

E tra tanta animazione, divertimento e inclusione, un giovane writer aquilano produrrà la sua arte, realizzando, all’interno dell’area, un murale dedicato anch’esso al Progetto Giochiamo Tutti!, il tutto sulle note prodotte dal Complesso Bandistico dell’Istituto Comprensivo Mazzini-Patini dell’Aquila.

Esprime “una gioia infinita”, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e parla di “un regalo meraviglioso, sottolineando che “all’Aquila sta per nascere non un semplice parco giochi, ma un luogo di aggregazione e integrazione. Siamo grati alla FISH e a Mediafriends, per avere regalato alla nostra Città, ancora ferita, un’occasione nuova per crescere e amare”.

Per la FISH – commenta dal canto suo il presidente Vincenzo Falabellaè motivo di grande soddisfazione collaborare alla rinascita dell’Aquila, portando il nostro messaggio inclusivo. I bambini, le generazioni di domani, con la loro gioia e voglia di stare tutti assieme sono il veicolo più sicuro di una comunità diversa e a misura di tutti. Giocare tutti! è un impegno molto serio”.

Nuovo Isee, ecco i primi dati

da Superabile

Nuovo Isee, ecco i primi dati. Poletti: “Disabili tra i gruppi più favoriti”

Primo bilancio per il nuovo indicatore della situazione economica equivalente: circa un milione le Dichiarazioni sostitutive uniche presentate. Poletti: “Obiettivo di rendere il sistema più equo è quello che sembra si stia verificando”

OMA – “Con il nuovo Isee vita meno facile per i furbetti del welfare, mentre tra i gruppi più favoriti ci sono le persone con disabilità”. Commenta così, il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, il primo trimestre del nuovo indicatore della situazione economica equivalente (il nuovo Isee) su cui il ministero ha fornito i primi dati. “Si tratta di dati molto incoraggianti – sottolinea Poletti -: la riforma dell’Isee aveva come unico obiettivo quello di rendere il sistema più equo, a partire dalla veridicità delle dichiarazioni, ed è quello che sembra si stia verificando. Per gran parte della popolazione si osserva una riduzione o una sostanziale stabilità dell’indicatore, mentre l’Isee aumenta solo laddove vi sono patrimoni consistenti. Particolarmente soddisfacenti sono i risultati in termini di emersione di valori precedentemente sottodichiarati o non dichiarati del tutto, in particolare per quanto riguarda la disponibilità di risorse finanziarie, allocate in conti correnti o altri tipi di deposito”.
Entrate in vigore dal primo di gennaio, le nuove procedure hanno visto circa un milione le Dichiarazioni sostitutive uniche presentate, un numero “sostanzialmente pari a quelle dello stesso periodo dell’anno scorso”, spiega il ministero, ma “superiore in oltre metà delle regioni”. Per il ministero, quindi, c’è stato un buon grado di assorbimento delle procedure appena introdotte che ha visto anche controlli rafforzati, in particolare su conti correnti e patrimonio mobiliare. Rimane, però, un certo arretramento delle regioni più popolose del Mezzogiorno. Infine, anche i tempi di rilascio dell’indicatore sono buoni. “Dopo le difficoltà delle prime settimane – spiega il ministero -, già da febbraio sono stati rispettati i tempi previsti dal regolamento (10 giorni lavorativi) mentre a fine marzo tali tempi erano dimezzati”.

Secondo il ministero, quindi, l’obiettivo sembrerebbe centrato. “Sulla popolazione nel suo complesso non si osservano particolari variazioni nella distribuzione per classi di Isee – sottolinea una nota del ministero -. Gli ordinamenti, però, sono molto cambiati: per circa due terzi della popolazione il nuovo Isee è più favorevole (45,3 per cento) o indifferente (19,7 per cento) rispetto al vecchio”. Per il terzo di popolazione per cui il nuovo indicatore è meno favorevole, spiega il ministero, “ciò dipende dai valori patrimoniali: il patrimonio infatti pesa molto di più nel nuovo indicatore, da meno di un settimo (13,6 per cento) a più di un quinto (20,5 per cento)”. Per il ministero, infatti, l’indicatore “è molto più veritiero; i redditi non sono più autodichiarati, ma rilevati direttamente presso l’anagrafe tributaria”. Per quanto riguarda invece la disponibilità di risorse allocate in conti correnti o in depositi di altro tipo, spiega il ministero, “l’annuncio del rafforzamento dei controlli ha risultati eclatanti: le dichiarazioni sostitutive uniche con l’indicazione di nessuna disponibilità di risorse relative a conti correnti o depositi analoghi passano da quasi il 75 per cento a meno del 25”.

Per quel che riguarda i nuclei familiari con persone con disabilità, spiega la nota, la distribuzione per classi di Isee “cambia moltissimo con una densità molto maggiore nelle classi più basse e un incremento in quelle più alte. In particolare, rilevantissimo è il numero di nuclei per i quali l’Isee si azzera: passano da uno su dieci a uno su quattro. Ma la gran parte della popolazione trova le nuove regole più vantaggiose: se prescindiamo dalle variazioni della componente patrimoniale (di natura trasversale a tutti i gruppi di popolazione), per circa quattro quinti dei nuclei le nuove modalità di definizione dell’Isee per le persone con disabilità sono più favorevoli (65,4 per cento) o indifferenti (11,7 per cento)”. Per i nuclei famigliari con minorenni, infine, “la distribuzione per classi di Isee è sostanzialmente identica a quella del vecchio indicatore. Comunque si osserva una quota leggermente superiore di coloro che sono favoriti dalla riforma rispetto alle famiglie senza minorenni; inoltre, non si registra l’incremento della media osservato per la popolazione nel complesso”.

I risultati, conclude il ministro, sono affidati ad un comitato consultivo già riunitosi in occasione di questi primi dati e costituito dai rappresentanti di regioni, enti locali, sindacati, associazioni dei disabili, Forum Terzo Settore e Forum delle famiglie. Monitoraggio, spiega il ministro Poletti, che dovrà “proseguire a mano a mano che le dichiarazioni diverranno più rappresentative dell’intera popolazione che nell’anno chiede l’Isee per accedere a prestazioni sociali agevolate – aggiunge il ministro -: dobbiamo sempre farci trovare pronti a rivedere le nostre decisioni, se dovessero produrre risultati non desiderati”.(ga)

Migrazione e disabilità: Convegno alla Camera

Migrazione e disabilità: Convegno alla Camera

Essere migranti, essere persone con disabilità: il rischio della doppia discriminazione paventata dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità è un fenomeno evidente ma ancora insondato nella consistenza e nelle modalità in cui si concretizza.

Su questi aspetti la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap ha sviluppato una mirata azione di ricerca (“Migranti con disabilità: conoscere il fenomeno per tutelare i diritti”), in collaborazione con partner qualificati, in particolare con le associazioni Villa Pallavicini e Nessun luogo è lontano. Ci si è posti l’obiettivo di indagare le condizioni di vita degli stranieri con disabilità in Italia, selezionando e organizzando le informazioni e i dati disponibili, analizzando la normativa nazionale di riferimento, raccogliendo le storie di vita delle persone con disabilità migrate nel nostro Paese o di seconda generazione.

Secondo i dati dell’Istat, gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2015 sono 5 milioni 73 mila, pari all’8,3% della popolazione residente totale, con un incremento di 151 mila unità rispetto all’anno precedente.

Secondo i dati del MIUR, nell’anno scolastico 2013-2014 gli alunni stranieri delle scuole italiane, statali e non statali, di ogni ordine e grado sono 802.785, pari al 9% del totale. Di questi 26.626 sono alunni stranieri con disabilità.

Un fenomeno, quindi, tutt’altro che marginale da cui emerge un insieme di criticità di carattere normativo e burocratico, la fotografia di un fenomeno che sfugge non solo alle statistiche ma anche alle istituzioni e spesso anche alle organizzazioni della società civile. È la società italiana nel suo complesso che non incontra e non conosce queste persone e, quindi, non ne riconosce le specifiche esigenze, che rimangono in carico a famiglie che già faticano a realizzare il loro progetto di inclusione.

I primi risultati della ricerca saranno presentati il prossimo 9 giugno, a Roma, presso la Sala Salvadori della Camera dei Deputati, nel Convegno “Migrazione e disabilità: invisibili nell’emergenza” (dalle 9 alle 13.30). Il convegno sarà sottotitolato.

Alla presentazione dei risultati seguirà una tavola rotonda; sono stati invitati oltre che alcuni rappresentanti del Governo (Politiche sociali, Interno, Istruzione), anche i deputati solitamente più sensibili a queste tematiche, oltre a referenti istituzionali e dell’associazionismo. Il programma definitivo è allegato alla presente comunicazione.

Visto il numero limitato di posti in sala, gli organizzatori richiedono e sollecitano l’iscrizione presso la Segreteria FISH (tel. 06.78851262, email: presidenza@fishonlus.it)

L’evento è realizzato in collaborazione con l’Istituto per gli Studi sui Servizi Sociali (ISTISSS), che è ente accreditato per la formazione continua degli assistenti sociali. Sono stati, pertanto, richiesti al CROAS Lazio i crediti formativi (quattro crediti) per gli assistenti sociali.

EDULEARN15

Barcellona. EDULEARN15

EDULEARN15 – la 7° conferenza internazionale sull’educazione e le nuove tecnologie dell’apprendimento – si terrà a Barcellona dal 6 all’8 giugno 2015. Il termine per l’invio di eventuali contributi è stato prolungato fino al 9 aprile.

The conference

EDULEARN15, the 7th annual International Conference on Education and New Learning Technologies will be held in Barcelona (Spain), on the 6th, 7th and 8th of July, 2015.

EDULEARN15 provides the ideal opportunity to present your projects and experiences. It is the perfect platform to discuss the latest developments in the field of Teaching and learning methodologies, educational projects and innovations and new technologies applied to Education and Research.
http://iated.org/edulearn/