10 novembre Faraone sottosegretario Istruzione

Il Consiglio dei ministri, nel corso della riunione del 10 novembre, nomina Davide Faraone sottosegretario di Stato all’Istruzione.

NOMINA SOTTOSEGRETARI

In apertura dei lavori il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato al Consiglio il suo intendimento di nominare Paola DE MICHELI Sottosegretario di Stato all’Economia e alle Finanze e Davide FARAONE, Sottosegretario di Stato all’Istruzione, Università e Ricerca; il Consiglio ha condiviso la scelta del Presidente. Dopo il giuramento i due Sottosegretari subentreranno, rispettivamente, a Giovanni Legnini, ora vice Presidente del Consiglio superiore della magistratura e a Roberto Reggi, ora direttore dell’Agenzia del Demanio.

Dopo aver rivolto un saluto e augurato buon lavoro a PAOLO GENTILONI SILVERI, nominato nei giorni scorsi Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, il Presidente Renzi ha comunicato al Consiglio che a LAPO PISTELLI, Sottosegretario agli Affari esteri, viene confermata l’attribuzione del titolo di Vice Ministro, tenuto conto dell’estensione delle funzioni che il Ministro gli ha conferito con la delega che oggi il Consiglio ha approvato.

Progetto Ls-Osalab: piattaforma digitale e laboratori itineranti

Piattaforma digitale e laboratori itineranti,
il progetto Ls-Osalab per i Licei scientifici con l’opzione scienze applicate

Il laboratorio dei laboratori. Arriva una banca dati per gli insegnanti che cercano qualche idea in più o un suggerimento per spiegare meglio una lezione di scienze, o per le scuole che non hanno laboratori sufficientemente attrezzati. L’iniziativa nasce da un piano del Miur con l’Università Roma Tre e l’Accademia delle Scienze di Torino, si chiama Ls-Osalab e rientra nell’ambito del progetto nazionale per i licei scientifici con ozpione scienze applicate (da qui l’acronimo). Il via domani, martedì 11 novembre, quando alcuni dei laboratori più significativi saranno portati nelle scuole da docenti universitari con delle lezioni dimostrative.

Come si accede alla piattaforma del progetto. La funzionalità è immediata, come in uno store su internet. Ma il servizio è gratuito. Si accede con un click, si entra in un archivio on line che mette a disposizione decine e decine di esperimenti da fare in aula. Laboratori semplici, che possono essere realizzati con materiali poveri. Esperimenti già verificati e, appunto, messi a disposizione in una piattaforma virtuale (http://ls-osa.uniroma3.it) alla quale tutti i docenti possono accedere per l’insegnamento delle materie scientifiche (biologia, chimica, fisica, scienze della Terra, matematica e informatica). E che ora saranno portati in viaggio in tutte le regioni d’Italia per poter poi essere realizzati in classe con gli alunni.

Cosa piace di più. Sarà divertente, ma soprattutto utile, indicare e sapere quali sono gli esperimenti che piacciono di più. Il gradimento dei docenti potrà essere espresso con delle stellette, con il collaudato sistema che già esprime su libri e giornali per alberghi, ristoranti cinema. Più stellette, più gradimento. Stimolando l’osservazione, il confronto, lo scambio di esperienze. E le proposte. In virtuosa interazione con le possibilità che offre il web.

La start up. Il via domani, martedì 11 novembre, dalle 10 alle 18, presso il Dipartimento di Scienze di Roma Tre (in viale Marconi, 446) con gli insegnanti delle scuole del Lazio. Il progetto LS-OSAlab è promosso dalla Direzione Generale per gli Ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione, in partenariato con il Dipartimento di scienze dell’Università Roma Tre e l’Accademia delle Scienze di Torino. Mille i docenti di scuola superiore coinvolti in tutta Italia in questa prima fase. Altri mille a partire dalla prossima primavera.

L’obiettivo. Dare un supporto utile per allestire e gestire attività pratiche e sperimentali, essenziali per stimolare l’attitudine al ragionamento scientifico e alla ricerca, anche prendendo spunto dall’esperienza quotidiana. L’obiettivo è anche quello di produrre moduli interdisciplinari, seguendo gli obiettivi specifici di apprendimento delineati nelle Indicazioni nazionali.

Anche gli studenti sono risorse. I risultati dell’ultima indagine PISA-OCSE hanno dimostrato che i quindicenni italiani hanno un buon livello di competenza nel problem solving, la risoluzione di problemi che richiedono un approccio più pragmatico che teorico e di routine. Nella capacità di “adattarsi, di imparare, di provare nuove strategie ed essere pronti ad imparare dai propri errori”, i nostri alunni hanno superato nazioni come Germania e Stati Uniti mantenendosi “significativamente” al di sopra della media dei paesi Ocse che hanno partecipato all’indagine.

Le tappe dei laboratori itineranti. Dieci le tappe in tutta Italia. In ciascuna tappa verrà lasciato un kit degli esperimenti per le scuole ospitanti. Aglicntri possono aderire i docenti di Fisica e di Scienze dei Licei Scientifici.

Lazio (Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre – Roma), 11 novembre 2014
Campania (I.T.I.  F. Giordani – Caserta), 21 novembre 2014
Umbria (I.I.S. Giordano Bruno – Perugia), 10 dicembre 2014
Abruzzo (I.S. A. Volta – Pescara), 18 dicembre 2014
Liguria (I.S.S. Calvino Genova), 12 gennaio 2015
Piemonte (Liceo Scientifico Maria Curie – Pinerolo(To)), 13 gennaio 2015
Lombardia (I.I.S. A. Badoni  – Lecco ), 14 gennaio 2015;
Veneto (Liceo Scientifico  G.Galilei – Verona ), 26 gennaio 2015
Emilia Romagna (Liceo Scientifico N. Copernico –  Bologna ), 27 gennaio 2015
Toscana (Liceo scientifico Leonardo da Vinci – Firenze),  28 gennaio 2015

Svizzera, il ministro incontra a Zurigo il Segretario di Stato alla formazione

Svizzera, il ministro Giannini incontra a Zurigo il Segretario di Stato alla formazione Mauro Dell’Ambrogio

Oggi, presso il Politecnico federale di Zurigo, il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha incontrato il Segretario di Stato elvetico alla Formazione, la Ricerca e l’Innovazione, Mauro Dell’Ambrogio.

In occasione della visita, il Ministro e il Segretario di Stato hanno discusso dei rispettivi sistemi di formazione e ricerca ed entrambi hanno voluto rimarcare l’eccellenza delle relazioni bilaterali nel campo scientifico. L’Italia è, infatti, uno dei maggiori partner della Svizzera, non solo nel settore dei progetti di ricerca, ma anche grazie ai numerosi scambi di studenti e professori.

Il ministro Giannini è stato accolto dal Rettore del Politecnico, Prof. Lino Gazzella, ed ha avuto l’occasione d’intrattenersi con alcuni professori italiani dell’Ateneo, prima di visitare alcuni laboratori di ricerca.

Il Segretario di Stato Dell’Ambrogio ha presentato il sistema svizzero di formazione professionale, verso il quale il Ministro ha espresso un interesse particolare, poiché si tratta di un sistema che permette di integrare scuola e impresa.

Nel corso della visita ai laboratori, la delegazione italiana ha incontrato un gruppo di apprendisti polimeccanici che fanno parte dei circa 170 ragazzi che vengono formati ogni anno dalla scuola politecnica.

Il ministro Giannini e Il Segretario di Stato dell’Ambrogio hanno deciso inoltre di ridare impulso all’attività della Commissione scientifica mista, la cui prossima riunione sarà organizzata dall’Italia nel 2015.

Il Ministro ha infine portato il suo saluto e scambiato alcune idee con una rappresentanza di docenti, accademici e ricercatori italiani che svolgono la loro attività professionale in Svizzera.

Cosa vuol dire frequentare una scuola in reggenza?

Cosa vuol dire frequentare una scuola in reggenza?

L’indagine nazionale “Il Dirigente dimezzato” promossa dall’associazione professionale PVMScuola si arricchisce di un nuovo strumento di ricerca. Oltre a riproporre anche per quest’anno scolastico i due questionari rivolti al Dirigente Scolastico e al personale in servizio nelle scuole in reggenza,  l’associazione PVMScuola intende rivolgere la sua attenzione anche  all’utenza , al fine di far emergere i vissuti dei principali stakeholders all’interno dell’istituzione scolastica. Il questionario, già disponibile in versione on line per la compilazione, è il risultato di un confronto serrato tra gli esperti di PVMScuola e alcune associazioni di genitori, particolarmente sensibili alle ricadute che l’istituto della reggenza sta producendo nel sistema scolastico italiano.
Il questionario per genitori e studenti è disponibile per la compilazione on line e nel pieno rispetto della privacy  al seguente link:

https://docs.google.com/forms/d/1cac5ptBwwgLqR90pHsJTPMKsWu2tvFllzBBqji_AoY8/alreadyresponded

Di seguito il link al questionario per i dirigenti scolastici delle scuole in reggenza:

https://docs.google.com/forms/d/1iHqU2F6i928_75uqZ51fqQpnTUhDH4Gi2ZxkHvIpWxU/viewform

E questo è il link per il personale docente delle scuole in reggenza:

https://docs.google.com/forms/d/1lfCt6in5y3oVRSIFyJGLHva1l4A_ivJW7YjDqrJeDRc/viewform

(Giuseppina Di Guida)

Buonascuola in convegno

BUONASCUOLA IN CONVEGNO di Umberto Tenuta

CANTO 292 Il rituale è già consacrato. Ad ogni Riforma che non riforma la Scuola segue un corteo di Convegni.

CONVEGNI DEL DIRE.
Mica del FARE!

Sarebbe certamente meglio dire:

−“COSì NOI STIAMO REALIZZANDO LA SCUOLA DEL SUCCESSO FORMATIVO”.

Così fece DON MILANI in LETTERA AD UNA PROFESSORESSA.

 

Rituale scontato, abusato, caropagato, quello dei Convegni sulle riforme legiferate.

Oh Laudatores temporis acti!

Vi conosco, mascherine!

Fare non sapete, cambiare non sapete, formare non sapete.

Sul podio ve ne state, il vostro turno aspettate.

E parlate!

Parlate, parlate, parlate.

Piove a catinelle.

Ma qui non piove.

Arida è la Scuola.

Inaridiscono i giovani virgulti.

A loro il successo formativo non sorride.

Musica, Canto, Danza, Poesia, Filosofia non arride.

Amici cari, scendete dal palco!

Sporcatevi le mani con la manipolazione delle pietre di mare per la classificazione che i numeri vi dà, che i concetti vi dà, che i colori vi dà, che gli aggettivi vi dà…

Non cianciate di cose che non fate!

Non fate innamorare i vostri giovani.

Non fate cantare i vostri giovani.

Non fate danzare i vostri giovani.

Non fate poetare i vostri giovani.

Non fate ricercare i vostri giovani.

Non fate inventare i vostri giovani.

Li costringete ad ascoltare.

Oh, quanto siete noiosi!

E presuntuosi.

Pure sul palco!

Sul palco pagato coi soldi dello Stato.

Quanto denaro sprecato!

Con questo denaro a tutti i vostri studenti il TABLET avreste comprato!

Ma inutile sarebbe stato.

Male il Tablet avreste usato.

È che voi zitti non sapete stare.

L’unica cosa che sapete fare è PARLARE.

FARE voi non sapete e non lasciate FARE.

Non lasciate fare i vostri studenti.

E quando una domanda vi fanno li chiamate impertinenti.

Impertinenti loro?

Impertinenti voi!

Voi che di cose non pertinenti ai loro perché andate cianciando sui palchi, di qua e di là.

Voi che la Scuola del fare non sapete fare.

Perchè una cosa sola, solo quella, sapete fare.

Parlare!

I vostri convegni sono solo i convegni del parlare.

Non della SCUOLA DEL FARE.

Non della Scuola del SUCCESSO FORMATIVO.

L’unica BUONASCUOLA.

 

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

 

La didattica frontale e coi libri di carta? È superata, arriva quella interattiva

da La Tecnica della Scuola

La didattica frontale e coi libri di carta? È superata, arriva quella interattiva

Il progetto è stato presentato da ‘Avanguardie educative’, nel corso di ABCD+Orientamenti, il Salone in corso a Genova: spazio all’apprendimento intervallato, dove ogni 10 minuti di lezione i ragazzi possono prendersi una pausa, a tablet, al materiale didattico è in rete. E c’è chi punta sulla didattica “capovolta”. L’Indire presenta più modelli innovativi.

Scuola, manifesto per riforma dal basso: “Tecnologie al centro e parola a studenti”

da IlFattoQuotidiano

Scuola, manifesto per riforma dal basso: “Tecnologie al centro e parola a studenti”

Il centro di ricerca Indire e 22 istituti italiani hi-tech selezionati hanno firmato il protocollo per la nascita del movimento al Salone dell’educazione di Genova. Obiettivo: rivoluzionare il modo di insegnare e di apprendere

Scuola, i 22 istituti hi-tech d’Italia: Ipad, lavagne interattive e registri elettronici

da IlFattoQuotidiano

Scuola, i 22 istituti hi-tech d’Italia: Ipad, lavagne interattive e registri elettronici

di Silvia Bia
Sono i primi esempi di sperimentazione multimediale applicata all’apprendimento scolastico. Da Bari a Busto Arsizio passando per Parma: si usano ancora i libri, ma a fianco si provano nuovi metodi di insegnamento

Ipad sempre collegati, piattaforme online da cui scaricare compiti e approfondimenti, lavagne interattive multimediali e registri elettronici. Dal nord al sud Italia il cambiamento sui banchi parte dalle singole scuole. Licei scientifici o istituti tecnici nati per essere sperimentali, con le prime prove di multimedialità in classe, o che negli ultimi anni hanno deciso di abbandonare i gessi spalancando le porte delle aule alla tecnologia. Sono 22 le scuole hi-tech firmatarie del manifesto da cui è nato il nuovo movimento delle Avanguardie Educative, e che hanno il compito di istruire a loro volta altre scuole su come plasmare l’insegnamento sulle nuove esigenze degli studenti e della società. Da Busto Arsizio a Bari, le scuole all’avanguardia hanno ognuna una storia diversa, da cui hanno cominciato a scrivere il loro nuovo futuro.

Si può partire dalle Lim, le lavagne interattive multimediali, e da una connessione internet a 100 mega, per arrivare a 1000 device (tablet, pc, netbook) collegati in rete, come ha fatto l’Iti Volta di Perugia, 1500 iscritti per 63 classi. “Con il progetto scuole 2.0 ci siamo dotati delle infrastrutture, ma poi abbiamo deciso di proseguire noi su questa strada, partecipando a bandi e coinvolgendo le famiglie – racconta il vicepreside Francesco Vescarelli – Gli alunni delle prime classi hanno tutti il tablet, sono stati i genitori a contribuire per comprarli, hanno creduto nel nostro progetto”. Il percorso di sperimentazione è cominciato nel 2008 con i finanziamenti pubblici, poi la scuola ha proseguito in quella direzione, non senza difficoltà. “Oltre ai problemi di struttura, c’è quello della formazione. I docenti devono essere formati per insegnare, e questo richiede sforzi e tempo. Ma anche i ragazzi sono cambiati: sono a contatto tutti i giorni con strumenti rapidissimi, hanno meno attenzione di una volta, per questo anche la didattica ha bisogno di cambiare”.

L’efficacia di questi nuovi metodi si potrà testare solo nei prossimi anni, ma per ora le scuole provano a dare nuovi strumenti ai giovani che si affacceranno al mondo del lavoro, in modo che possano affiancare alle competenze anche la pratica e la flessibilità. Per esempio, abituandoli alle discussioni in pubblico con il metodo del “debate” inglese, sperimentato dai 1902 alunni dell’Itc Tosi di Busto Arsizio (Va), tutti dotati di pc e tablet, che lo hanno presentato al Salone di Genova, organizzando un incontro sul tema della “buona scuola”. In pratica, due squadre di studenti si sono confrontate sul tema, argomentando due tesi opposte attraverso una fase di documentazione libera da pregiudizi, a cui è seguito il vero e proprio dibattito in cui le due tesi verranno confutate. “E’ giusto che la scuola si confronti sulle buone pratiche – spiega la dirigente Nadia Cattaneo – per offrire nuovi metodi di apprendimento, che siano utili alle nuove generazioni per sviluppare non solo una conoscenza tradizionale, ma anche le competenze richieste dall’università e dal mondo del lavoro”.

Al Liceo scientifico e musicale Bertolucci di Parma si utilizza la tecnologia per creare un nuovo rapporto tra scuola e territorio con il progetto della Città Invisibile, una mappa interattiva su Google Map in cui gli alunni hanno scelto e studiato i luoghi di transizione della città in cui stanno nascendo forme di cittadinanza innovative, dedicando un docu-video a ognuno di essi. Si va dalle cooperative sociali ai movimenti ambientalisti, dalla Caritas ai centri di volontariato. “Vogliamo restituire alla scuola il ruolo di intellettuale sociale, per entrare in contatto con realtà del territorio che lavorano, trasformandole in prassi di cittadinanza attiva” spiega il preside Aluisi Tosolini. Dal 2008 anche gli 870 studenti di Parma usano Lim, piattaforme digitali e registro elettronico, come previsto per le scuole sperimentali 2.0, e i progetti multimediali vanno dalla musica ai libri. “Nel movimento delle Avanguardie metteremo a disposizione delle altre scuole la nostra esperienza di lavoro con il territorio – continua Tosolini – Visto che la scuola dall’alto è irriformabile, è necessaria una riforma dal basso”.

Sul social learning invece si concentra il contributo dell’Itc e liceo linguistico Marco Polo di Bari, 1700 studenti e una comunicazione che ormai da anni viaggia online, sia all’esterno che all’interno, con piattaforme digitali e una concezione sempre più social anche della didattica. “Abbiamo creato una rivisitazione dell’e-learning espansa anche fuori dall’orario scolastico grazie a una piattaforma innovativa di social learning, in cui ogni studente attraverso un profilo può rielaborare i contenuti dei docenti e di altri – chiarisce il vicepreside Federico Nicolai – In questo modo anche gli studenti diventano protagonisti e costruttori del proprio sapere”. Internet e la Rete però non hanno sostituito del tutto il cartaceo e alle ricerche online e ai device sempre collegati si affiancano anche libri e quaderni tradizionali. “Lavoriamo molto sul digitale, che è un grande vantaggio per studenti e docenti. Internet dà molte possibilità, ma i libri ci sono ancora, come da indicazioni ministeriali”

Se entrambi i genitori lavorano, bimbi favoriti nell’ammissione alla materna

da Il Sole 24 Ore

Se entrambi i genitori lavorano, bimbi favoriti nell’ammissione alla materna

di Andrea Alberto Moramarco

Nell’ammissione alle scuole d’infanzia, è ragionevole e non illogica la scelta del Comune di preferire le famiglie con entrambi i genitori lavoratori piuttosto che quelle con un solo lavoratore. La finalità della scuola d’infanzia non è infatti la tutela del reddito familiare, bensì la tutela dei bambini che si trovano in situazioni di mancanza di assistenza. Lo ha affermato il Consiglio di Stato nella sentenza n. 5323 del 27 ottobre scorso.

La vicenda
Il caso prende le mosse dalla mancata ammissione alla scuola d’infanzia del figlio di una coppia veneziana collocatosi in posizione non utile in graduatoria perché solo uno dei suoi genitori era lavoratore. Il regolamento comunale prevedeva infatti quale criterio preferenziale per l’ammissione alla scuola materna la situazione in cui entrambi i genitori lavorino, oltre a situazioni di disagio socio-ambientale di diverso tipo (genitori disoccupati, bambini orfani ecc…).
I genitori del bambino non ammesso ricorrevano al Tar lamentando che non poteva ritenersi come “maggiormente disagiata” la situazione familiare in cui entrambi i genitori lavorano a discapito di altri criteri di disagio come il reddito o la presenza di un solo lavoratore in famiglia. E i giudici di primo grado davano ragione alla coppia ritenendo illogica la scelta dei criteri preferenziali operata dal Comune di Venezia.

Prevalgono le esigenze del bambino
Il Consiglio di Stato ribalta però la decisione del Tar. Per i giudici infatti i criteri di selezione per l’ammissione alle scuole materne contenuti nel regolamento comunale non sono affatto irragionevoli perché danno rilevanza a situazioni di disagio di varia natura, compresa l’assenza da casa di entrambi i genitori per motivi di lavoro. Nel caso di un solo genitore lavoratore, infatti, c’è la possibilità che l’altro possa dedicarsi al bambino in modo continuativo.
Inoltre, la scelta di non considerare il reddito quale criterio determinante è pienamente giustificabile perché dipende dal fatto che «gli scopi della scuola dell’infanzia sono quelli della tutela dei bambini appartenenti alla fascia minore di età non scolarizzati e che abbiano innanzitutto necessità di rimediare a quelle situazioni di mancanza di assistenza piena allo sviluppo, e non tanto quelli di sostenere la capacità contributiva della famiglia».

Esame di maturità: Syllabus per la prova scritta di matematica nei licei scientifici?

da TuttoscuolaNews

Esame di maturità: Syllabus per la prova scritta di matematica nei licei scientifici?  

E’ anche probabile che nei dibattiti che si prefigurano ci potrà essere chi, anche tra i professori di matematica, sia portato a desiderare un novello Monaldo che prepari un analogo Syllabus in sostituzione di quelle Indicazioni Nazionali che, almeno per la matematica dei licei, non si prestano allo scopo. Qualcosa cioè che, nel caso del liceo scientifico, è stato fatto dalla Mathesis – Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche – con la realizzazione del poster che sta distribuendo ai licei italiani affinché sia esposto nelle aule delle classi del secondo biennio e del quinto anno quale guida alla progettazione didattica dei docenti e all’impegno degli studenti.

Il poster funge anche da Syllabus di riferimento alla preparazione della prova scritta di matematica, di cui si sta discutendo dall’inizio dell’anno per gli annunciati cambiamenti nella struttura della prova e nell’utilizzazione, da sempre auspicata, degli strumenti di calcolo e informati ci (di questo si pa rlerà nel prossimo numero).

Ulteriori informazioni sulla diffusione del poster e sulla prova scritta si trovano sul sito della Mathesis e su www.matmedia.it

Neo-assunti con stipendio bloccato fino al 2021

da La Tecnica della Scuola

Neo-assunti con stipendio bloccato fino al 2021

La denuncia arriva dall’Anief che chiede ai sindacati che firmarono l’accordo del 2011 di tornare sui propri passi.

Avranno lo stipendio bloccato almeno fino al 2021. Campa cavallo che l’erba cresce. Altro che entrare di ruolo. Sarà come lavorare ancora da supplenti.
Dal punto di vista economico, infatti,  i (probabili) 150mila nuovi assunti dal 2015, continueranno a guadagnare come se fossero precari.  Eppure l’art. 3 della Legge di Stabilità prevede uno stanziamento di un miliardo per il 2015 e di tre miliardi nei successivi, proprio per coprire questa manovra storica.
Lo sottolinea Marcello Pacifico (Anief-Confedir) che ricorda anche un piccolo irrilevante particolare:  le condizioni di invarianza finanziaria per le assunzioni sono cadute. I sindacati che nel 2011 firmarono questo accordo tornino sui loro passi, lasciando così solo lo Stato italiano a farsi condannare dal tribunale europeo per discriminazione nei confronti di così tanti docenti retribuiti con buste paga sotto l’inflazione e sempre più vicine alla soglia di povertà.
Secondo il piano del Governo, infatti, poiché la immissione in ruolo avverrà in regime di invarianza finanziaria, tutti i nuovi assunti almeno fino al 2021 non potranno accedere ad alcun aumento stipendiale legato al merito, rimanendo così fermi ad una busta paga di circa 1.200 euro, che rimane tra le più basse dell’area Ocde.
Perciò l’Anief ha chiesto al Parlamento di emendare questa norma, poiché il regime di invarianza finanziaria non sussiste più, dal momento che all’interno della stessa Legge di Stabilità, all’art. 3, è previsto uno stanziamento di un miliardo per il 2015 e di tre miliardi nei successivi, proprio per finanziare le 150mila assunzioni (con un parte residua invece finalizzata al potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro).
“Si tratterebbe di una decisione logica – spiega Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – perché sono ormai superate le condizioni, grazie all’attuale finanziamento previsto dal Governo per le assunzioni, che nell’agosto del 2011 portarono a far firmare Cisl, Uil, Snals e Gilda un contratto, presso l’Aran, che permise l’attuazione delle assunzioni in cambio della cancellazione del primo gradone stipendiale. Sebbene spacciato come un comprensibile prezzo da pagare, quell’accordo si è rivelato una vera beffa: sommato al blocco contrattuale, avviato per la scuola nel 2009, ha costretto quei docenti a rimanere anche per un decennio fermi allo stipendio base. Si salvarono solo quelli con un servizio di pre-ruolo superiore a 12 anni”.
“Oggi la storia si ripete
– continua Pacifico – con il Governo che si accinge a cancellare gli scatti e ad introdurre degli avanzamenti di carriera di 60 euro mensili, riservati al 66% dei docenti presenti in ogni istituto, da assegnare ogni tre anni e comunque a partire dal 2018. Una data che però per i neo-assunti è posticipata al 2021.”
Conclude Pacifico: “Ma stavolta non dovrà avvenire così, perché le risorse ci sono. Non c’è dunque alcun motivo per continuare ad invocare le assunzioni in regime di invarianza finanziaria”.
Il giovane sindacato ricorda, inoltre, che la modalità di procedere a perenne danno dei precari, anche quando di lungo corso, e dei neo-assunti è già da tempo nel mirino della giustizia internazionale: questo personale va equiparato a tutti gli effetti ai colleghi assunti da più anni. Non a caso, quella di adottare delle norme peggiorative per i precari che si accingono ad essere immessi in ruolo, è una procedura che è stata ritenuta illegittima anche attraverso la sentenza Huet contro il Governo francese: il trattamento, giuridico ed economico, deve essere il medesimo. Semplicemente perché si tratta di dipendenti che svolgono le stesse mansioni, peraltro per lo stesso datore di lavoro.
“Chiediamo pertanto pubblicamente a quei sindacati che nel 2011 hanno sottoscritto l’accordo penalizzante per i neo-assunti, privandoli del primo scatto stipendiale, – dice ancora il presidente Anief – di cancellare quel contratto: non ci sono infatti più le condizioni per la sua adozione. In questo modo si schiererebbero finalmente dalla parte dei lavoratori che dovrebbero tutelare. Lasciando solo lo Stato italiano a farsi condannare dal tribunale europeo per discriminazione nei confronti di decine e decine di migliaia di docenti, i quali dopo essere stati lasciati illegittimamente precari vengono ancora una volta vessati, dando loro per tanti anni degli stipendi fermi sotto l’inflazione e sempre più vicini alla soglia di povertà”.
Assunti sì, ma non trattati ancora come precari. Il messaggio è chiaro.

Quota 96: alla Camera emendamento di Airaudo (SEL)

da La Tecnica della Scuola

Quota 96: alla Camera emendamento di Airaudo (SEL)

Le speranze dei “quota 96” della scuola sono affidate in questo momento al parlamentare di SEL Giorgio Airaudo che ha presentato un emendamento alla legge di stabilità per il 2015.

Nella vita tentar non nuoce e ritentare ancor meno. Buone notizie, a Dio piacendo, per i Quota 96. E’ stato presentato a firma di Giorgio Airaudo (Sel) un emendamento al testo del disegno di legge di stabilità (AC 2679-bis) che dovrebbe consentire a 4mila docenti che hanno maturato un diritto a pensione entro l’anno scolastico 2011/2012 il collocamento in quiescenza dal prossimo 1° Settembre 2015.
Ce ne informa pensionioggi.it, sottolineando come la modifica ricalca in pieno l’emendamento bocciato dal Dl 90/2014 la scorsa estate, e mira a consentire al personale docente che ha maturato un diritto a pensione entro la fine dell’anno scolastico di accedere alla vecchia disciplina pensionistica, quella vigente prima dell’entrata in vigore del Dl 201/2011.
Interessati sono quindi i lavoratori e le lavoratrici che hanno maturato entro tale data i requisiti per la pensione di anzianità all’epoca vigenti (cioè la quota 96 o 40 anni di contributi) oppure i requisiti per la vecchiaia (cioè 65 anni unitamente ad almeno 20 anni di contributi).
L’emendamento, che interviene sull’alinea del comma 14 dell’articolo 24 del Dl 201/2011, specifica che il beneficio è riconosciuto con decorrenza dal 1° Settembre 2015 all’esito di una procedura di monitoraggio delle domande. Il mantenimento della previgente disciplina consentirà inoltre ai docenti coinvolti di non incappare nella penalizzazione prevista dell’articolo 24, comma 10 del Dl 201/2011 qualora essi non abbiano perfezionato i 62 anni età alla data della decorrenza della prestazione previdenziale. Resta fermo tuttavia che il calcolo delle anzianità contributive maturate successivamente al 1° gennaio 2012 avverrà mediante il sistema contributivo.
Nell’emendamento è anche chiaramente indicata la procedura:  l’istituto di previdenza provvederà a stilare la graduatoria dei beneficiari mediante un criterio progressivo risultante dalla somma dell’età anagrafica e dell’anzianità contributiva vantate dai singoli richiedenti alla data del 31 dicembre 2012. Un meccanismo, questo, simile alle quello delle quote in cui la priorità in graduatoria si determinerà sulla base della somma dell’età anagrafica e di quella contributiva dell’istante: chi ha un valore piu’ elevato dovrebbe pertanto acquisire priorità nella graduatoria. Qualora dal monitoraggio risulti il superamento delle 4 mila domande l’INPS non prenderà in esame ulteriori domande di pensionamento.
Il pagamento del TFS, conclude pensionioggi.it, sarà tuttavia determinato con le regole previste dall’articolo 24, del Dl 201/2011 e dunque, se l’emendamento verrà accolto dalla maggioranza, la buonuscita verrà spostata di diversi anni rispetto alle regole standard.
Insomma ci si riprova a fare passare l’emendamento bocciato in estate. Come a dire ritenta e sarai più fortunato…

 

Invalsi: ecco come le scuole attueranno l’autovalutazione

da La Tecnica della Scuola

Invalsi: ecco come le scuole attueranno l’autovalutazione

L’Istituto nazionale fa il punto sul Progetto “Valutazione e Miglioramento”, avviato nell’ambito della sperimentazione nazionale sulla valutazione esterna e interna degli istituti: c’è una consapevolezza crescente da parte delle scuole, più difficoltoso progettare azioni di miglioramento con un’adeguata pianificazione delle risorse necessarie.

Riceviamo e pubblichiamo dall’Invalsi un comunicato che fa il punto della situazione sul Progetto “Valutazione e Miglioramento”, avviato nell’ambito della sperimentazione nazionale sulla valutazione esterna e interna delle scuole.

Da quest’anno scolastico tutte le scuole, in base alla Direttiva del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) del 18 Settembre 2014, dovranno eseguire l’autovalutazione attraverso un formato comune, predisposto da un gruppo di lavoro MIUR-INVALSI sulla base di alcune vaste sperimentazioni condotte dall’Istituto.

E’ giunta in questi giorni a conclusione la seconda fase del Progetto “Valutazione e Miglioramento” (VM), promosso dall’Ufficio IV- Direzione Generale Affari Internazionali del MIUR e finanziato tramite fondi strutturali europei, che ha  sperimentato pratiche valutative esterne e interne ai fini della promozione di azioni di miglioramento in un campione rappresentativo di 408 istituti comprensivi, a cui sono state aggiunte 25 scuole secondarie di secondo grado delle Regioni Obiettivo (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia) aderenti al progetto su base volontaria. L’INVALSI, al termine della sperimentazione, ha raccolto oltre 300 Piani di Miglioramento stilati dalle scuole sulla base degli esiti dell’autovalutazione ed ha restituito ad ognuna di esse un’analisi personalizzata, con giudizi precisi sui punti di forza e di debolezza di ogni Piano.

I risultati di ‘Valutazione e Miglioramento’ confermano una consapevolezza crescente delle scuole sull’importanza del nesso tra autovalutazione e valutazione e sottolineano una buona capacità da parte delle stesse nel riflettere sui propri punti di debolezza. Risulta invece più difficoltoso progettare azioni di miglioramento con un’adeguata pianificazione delle risorse necessarie e prevedendo metodi di valutazione dell’impatto di ogni azione. Si tratta di ambiti specifici sui quali sarà possibile intervenire in futuro a supporto delle scuole e di una crescente cultura della valutazione.

Dichiara Annamaria Ajello, Presidente dell’INVALSI: “Il Sistema Nazionale di Valutazione prevede che nella realizzazione dei Piani di Miglioramento le scuole siano supportate dall’INDIRE e da altri esperti proprio per rispondere a queste debolezze e creare progressivamente processi di empowerment. Le sperimentazioni dell’INVALSI sono la base fondamentale su cui è stato possibile definire il formato per l’autovalutazione che dovrà essere utilizzato da tutte le scuole e che è attualmente al vaglio finale del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca”.

Coordinatore di classe: quale ruolo e quali funzioni?

da La Tecnica della Scuola

Coordinatore di classe: quale ruolo e quali funzioni?

Il ruolo di coordinatore di classe non è formalmente previsto dall’ordinamento ma è ormai prassi comune che il dirigente deleghi un docente del team a svolgere alcune funzioni importanti.

Una delle figure più utilizzate all’interno delle nostre scuole è sicuramente quella del coordinatore di classe. Questa figura, nonostante sia utilissima e anche indispensabile per il buon funzionamento della scuola, non è istituzionalizzata dal nostro ordinamento scolastico. Nel Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, è prevista soltanto,  ai sensi dell’art.5 comma 8 del su citato d.lgs. 297/94, l’opportunità, ma non l’obbligo categorico, che un docente, membro di un dato consiglio di classe, possa essere delegato dal dirigente a presiederne le sedute.
Bisogna dire che l’importante ruolo di coordinatore del consiglio di classe è un compito che rientra nelle funzioni del dirigente scolastico. È necessario sottolineare che, vista la contemporaneità dello svolgimento dei consigli di classe, il dirigente scolastico è spesso costretto a delegare un docente membro dello stesso consiglio per presiederlo.  Basta immaginare che una scuola di media grandezza ha almeno una cinquantina di classi, ed è quindi impensabile che il dirigente scolastico le possa coordinare tutte quante. Per tale motivo nasce di fatto il ruolo di coordinatore di classe con una precisa delega delle competenze proprie del DS.
Tale delega è di solito valida per l’intero anno scolastico e si estende, per prassi consolidata, anche al di fuori dei compiti di presidenza del Consiglio di classe. La nomina di un coordinatore di classe, garantisce al Ds una migliore funzionalità didattica e un maggior controllo di tutta la documentazione che riguarda quel dato Consiglio di classe.
Ogni scuola in modo autonomo, proprio per mancanza di una normativa di riferimento sul ruolo di coordinatore, stabilisce  i compiti di delega del coordinatore di classe, che in nome dell’autonomia scolastica possono cambiare da scuola a scuola. A volte il ruolo del coordinatore di classe viene erroneamente alterato, invadendo l’assoluta autonomia, prevista dal nostro ordinamento scolastico, di decisione democratica del Consiglio di classe. Avere una delega dal dirigente scolastico, è sempre bene ricordalo, non autorizza il coordinatore a prendere decisioni importanti che spetterebbero all’intero organo collegiale.
D’altronde nemmeno il dirigente scolastico in prima persona potrebbe prevaricare, nelle sue legittime funzioni di Presidente, un organo collegiale come il Consiglio di classe. Ad esempio sarebbe illegittimo da parte del coordinatore di classe prendere l’iniziativa personale, senza avere ascoltato prima il Consiglio di classe, di un provvedimento disciplinare nei confronti di un alunno. Sarebbe anche opportuno che un coordinatore di classe, la cui parola stessa ci spiega la funzione di coordinare le funzioni del Consiglio, ascolti democraticamente i vari colleghi, prima di fare una convocazione dei genitori di un alunno, al fine di fare un rimprovero privato. Nel nostro ordinamento scolastico bisognerebbe inserire con chiarezza una norma che ci dica quali sono i confini in cui si dovrebbe muovere un coordinatore di classe. Per adesso in mancanza di norme ordinamentali sui coordinatori di classe, vale come sempre il buon senso che distingue le persone intelligenti da quelle che non si regolano.