Giovani avete diritto al successo della vostra formazione umana

GIOVANI AVETE DIRITTO AL SUCCESSO DELLA VOSTRA FORMAZIONE UMANA

di Umberto Tenuta

 

Arriva la primavera.

La primavera è la stagione della nascita, della vita, delle piante che fioriscono, dei giovani che sbocciano alla vita.

Fioriscono le piante tra le pietre dei dirupi, sui fianchi scoscesi dei monti, sui lievi declivi delle colline, sulle fertili pianure, nei giardini amorevolmente coltivati da donne innamorate…

Una metafora molto bella che Matteo certamente si appresta ad onorare, anche in omaggio alla sua terra fiorente.

Se così è, come mi auguro −come si augurano tutte le madri, tutti i padri, tutte le genti del Belpaese− allora il primo pensiero va ai giardinieri dei fiori italici.

Prima di prendersi cura dei fiori sbocciati, i giardinieri saggi curano il terreno sul quale i fiori nasceranno, concimano le piantine appena germogliate, garantiscono la fertilità e l’umidità del terreno, prestano ogni altra cura alle pianticelle nel loro primo bacio che il sole loro riserva.

Fuor di metafora, era in questo senso che Froebel creò i suoi Giardini d’infanzia che poi le beneamate sorelle Agazzi trasformarono in Scuole materne e la grande Maria Montessori trasformò in Case dei bambini.

Una malintesa concezione della vita portò poi alla creazione delle serre per le piante e delle gabbie nelle quali furono rinchiusi gli uccelli, polli compresi.

Ora non perdiamoci in questa disavventura storica e preoccupiamoci di prestare le nostre amorevoli cure perchè tutti i germogli si esprimano nella loro sublime bellezza di forme e di colori.

Solo così avremo una città fiorente.

Questa occupazione noi oggi chiamiamo educazione.

Educhiamo i giovani perchè fioriscano tutti al massimo del loro splendore umano.

È saggio quel giardiniere che asseconda lo slancio vitale delle prime gemme che il sole riscalda e nutre assieme alla terra patria.

O maestra giardiniera, quanta saggezza porti nel tuo cuore, saggezza che dotti professori poi dimenticano dimenticandosi di innaffiare, concimare e secondare la crescita dei germogli che alla vita si affacciano pieni di speranze infinite, di desiderio di luce, di acqua, di nitrati.

Maxima puero debetur reverentia!

Rispettare l’infanzia non significa abbandonarla a se stessa e tanto meno al caso.

Il destino il figlio dell’uomo non se lo trova scritto nel suo codice genetico, come le piante e gli animali.

Sceso dall’albero, l’uomo si è costruito nel corso dei millenni costruendo la cultura.

E la cultura lo ha costruito di generazione in generazione.

E di cultura si veste ogni figlio di donna, ieri ed ancora oggi.

Unusquisque faber fortunae suae!

Ma il fabbro tale diventa solo attraverso l’apprendistato.

I grandi Pedagogisti si sono occupati dell’apprendistato dei giovani.

Apprendistato da realizzare innanzitutto nel grembo materno e poi da garantire nel grande vario multiforme grembo della società educante di cui la scuola è centro promotore e coordinatore.

Se il verde degli occhi è segnato nei cromosomi, la testa ben fatta ed il suo cuore grande, così come peraltro l’agilità delle gambe e delle braccia, sono garantiti solo dalle cure educative che vengono offerte.

Come legge di natura vuole e come norma costituzionale precisa, ogni figlio di donna è destinato ad essere un successo.

Ordunque, nient’altro c’è da fare che dare piena attuazione all’ordinamento scolastico vigente che, all’articolo 1 del D.P.R. 8.3.1999, n.275, prescrive..

L’autonomia delle istituzioni scolastiche …si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento.

La scuola ha l’obbligo di garantire, non di certificare, il successo formativo di tutti i giovani, nessuno escluso.

Se i giovani sapessero e potessero procurarsi da soli il successo formativo, non andrebbero a scuola!

I giovani non sono ancora capaci di procurarsi da soli il successo formativo!

La scuola esiste, c’è, ha diritto di esistere solo nella misura in cui sa garantire il successo formativo a tutti i giovani, non solo a coloro che hanno avuto la fortuna di nascere in una terra fertile.

A tutti la Costituzione italiana garantisce la piena formazione della loro personalità, il successo formativo.

Se così è, come è, allora la scuola cambia verso!

La scuola smette di offrire in formato mignon le enciclopedie dei saperi e si fa carico della piena formazione dei giovani, della loro fioritura nella multiforme varietà di colori e di forme che ciascuno rende unico, singolare, irripetibile valore infinito.

Questo impegno la scuola assolve seguendo il modello che l’uomo ha seguito nel suo millenario cammino.

A camminare eretto l’uomo ha imparato impegnandosi a camminare eretto.

E allora i bambini debbono essere messi nella condizione di camminare eretti.

L’uomo ha appreso a parlare guardando, ascoltando, parlando.

E questo a casa i bimbi fanno appena nati per la lingua materna, guardando, ascoltando ed imitando la mamma che parla.

E questo a scuola gli studenti fanno per la lingua inglese, tedesca, spagnola, cinese…

Così a scuola si imparano la lingua italiana, la lingua inglese, la lingua tedesca, la lingua cinese…

A cantare si impara cantando.

Ed allora la scuola si fa scuola di canto perchè nessuno dei suoi giovani resti, come me, privo del dono divino del canto.

Ad orientarsi nelle stanze, ad orientarsi nel cortile di casa, ad orientarsi nei giardinetti e nelle vie della città, nei quartieri, nel territorio, nella penisola, in Europa, nel globo terrestre, nell’universo, si impara orientandosi.

Prova ne sia Emilio che il saggio maestro Gian Giacomo fa perdere nel bosco.

Cambiare verso alla scuola si deve.

E cambiare verso significa sostituire alla scuola delle lezioni la scuola delle attività degli studenti.

Muoversi, parlare, comprendere, ragionare…

A tutto questo i giovani nascono predisposti con il loro innato slancio vitale, con la loro innata curiosità, con il loro bisogno di un grembo materno, di un grembo culturale, di una terra fertile nella quale sbocciare in tutta la meravigliosa bellezza dell’uomo leonardesco.

In questa meravigliosa fioritura alla vita umana i nostri giovani non possono essere abbandonati a se stessi.

Hanno bisogno di una maestra giardiniera!

La scuola non ha bisogno di insegnanti, perché insegnare non si può.

La scuola non ha bisogno di docenti, perché i giovani non sono bestie da addomesticare, da rendere docili.

La scuola ha bisogno di maestre giardiniere!

Da gabbia la scuola deve trasformarsi in giardino dove i giovani siano aiutati ad alimentarsi alle fonti della cultura umana tutta, perché fioriscano nello splendore delle mille forme in cui essa si è espressa nel corso del lungo cammino dell’uomo.

Tutti i germogli hanno diritto allo splendore umano più grande.

<<Ogni uomo è destinato ad essere un successo e il mondo è destinato ad accogliere questo successo>>.

Se questo è il primo, fondamentale, costituzionale diritto di ogni figlio di donna, la scuola deve garantirlo.

Renzi, questo è il tuo più grande merito, se lo meriterai!