Maturità 2016, ai diplomati un «passaporto» per l’Europa

da Corriere della sera

Maturità 2016, ai diplomati un «passaporto» per l’Europa

È la novità dell’esame di Stato: insieme al diploma verrà consegnato ai ragazzi il documento che indica competenze acquisite e lavori a cui possono accedere

Antonella De Gregorio

Un’ansia antica, un rito che si ripete uguale a stesso e, a giochi fatti, una novità: si chiama «Supplemento Europass al Certificato» ed è il nuovo «passaporto» che accompagnerà i maturi 2016 nel loro cammino da cittadini comunitari. Un documento di tre pagine – che verrà rilasciato ai neodiplomati insieme al certificato di fine anno con i voti e i crediti maturati e al diploma di maturità – in cui saranno descritte le loro competenze scolastiche e gli ambiti professionali a cui possono accedere. Voluto dal Consiglio d’Europa per facilitare e incentivare la mobilità dei giovani per motivi di studio o di lavoro il documento conterrà una descrizione completa del percorso di studi: quale tipo di certificato è stato conseguito (con denominazione tradotta anche in altre lingue); durata degli studi; monte ore; il livello di istruzione successivo (ITS, Università, Accademie militari, Afam); le competenze acquisite.

Lavoro

I certificati, che hanno anche l’obiettivo di una più efficace attività di orientamento, grazie alla riflessione sulle aree occupazionali proprie di ciascun indirizzo, indicano il tipo e l’ambito di lavoro cui il diplomato potrebbe accedere: da un Classico, per esempio, si può essere inseriti come «collaboratori di livello intermedio» in istituzioni in cui sono richieste strategie comunicative, o attività di ricerca, oppure in studi professionali, redazioni di giornali, uffici di relazioni con il pubblico. Dallo Scientifico gli sbocchi sono istituti di ricerca, studi tecnici, studi medici, uffici di gestione Sistema Qualità. Da un tecnico con indirizzo economico ci si può orientare verso attività professionali autonome (agente di commercio, consulente finanziario, amministratore di condomini), o essere impiegati in amministrazioni ed enti pubblici, aziende private del settore commerciale/industriale con ruoli quali contabile, segretario tecnico, e così via.

Passaporto

Si tratta di un documento standard, diffuso e riconosciuto nell’Unione Europea che «integra il diploma, ma non rappresenta una certificazione delle competenze acquisite dai singoli diplomati», ricorda Paolo Corbucci, dirigente scolastico presso la direzione degli ordinamenti scolastici del ministero dell’Istruzione. Si aggiunge agli altri documenti del portafoglio Europass (Curriculum Vitae, Europass Mobilità, Passaporto delle lingue, Supplemento al diploma) previsti dall’Unione Europea.

Tutti gli indirizzi

I Supplementi, distinti per istruzione liceale, tecnica e professionale sono in visione alle scuole nella sezione dedicata agli Esami di Stato del sito del Miur (http://www.istruzione.it/esame_di_stato/index.html ). Eccone qualche esempio: Liceo Classico Liceo ScientificoLiceo Scienze UmaneLiceo MusicaleLiceo ArtisticoIstituto AlberghieroIstituto Tecnico indirizzo EconomicoIstituto Tecnico indirizzo Informatica. «A partire dal 20 luglio – spiega Corbucci -, le scuole potranno usare le funzioni SIDI (Gestione Alunni – Esami di Stato – Adempimenti Finali) per la consegna del supplemento agli studenti, insieme al diploma e al certificato conclusivo. Le scuole non dovranno modificarlo, in quanto sarà già compilato e associato al nome dell’Istituto e a quello dello studente, ma solo stamparlo e consegnarlo ai diplomati». Potranno però inserire in un apposito campo i dati relativi alle attività di alternanza scuola lavoro svolte dallo studente

I documenti europei

Il Supplemento Europass al Certificato («con l’avvertenza – spiega l’esperto – che certificato corrisponde, nella terminologia condivisa dai Paesi Europei, al diploma italiano di scuola secondaria di secondo grado») si va ad aggiungere agli altri documenti del portafoglio Europass (Curriculum Vitae, Europass Mobilità, Passaporto delle lingue, Supplemento al Diploma) previsti dall’Unione Europea. In Italia è stato elaborato dal MIUR e dal Centro Nazionale Europass presso l’Isfol.