Pensierini tra la penna e la tastiera

Pensierini tra la penna e la tastiera

di Maurizio Tiriticco

 

“Tecnologi e manager della Silicon Valley mandano i figli in una scuola dove non entrano computer e tablet, ma solo quaderni, penne e matite”. E’ un titolo tratto dal'”L’Espresso” dello scorso 26 febbraio. Sembra che ricerche mirate dicano che il leggere e lo scrivere su carta, come da alcuni secoli ormai siamo abituati a fare, sollecitino certe aree del nostro cervello deputate alla comprensione/memorizzazione e risposta/produzione più compiutamente di quanto non avvenga con la scrittura tecnologica.

Io onestamente non so che cosa dire! Ovviamente ho imparato – ai miei tempi, anni trenta del Novecento – a leggere/scrivere (la slash sta ad indicare la reciprocità delle due azioni) solo con matita, penna, pennino, inchiostro e carta: strumenti che però ho presto abbandonato quando lo scrivere per quotidiani e riviste (siamo nell’immediato dopoguerra) nonché libri di pedagogia richiedeva forzatamente, potremmo dire, l’uso della macchina da scrivere (più correttamente macchina per scrivere), quella portatile famosa, l’Olivetti Lettera 22 che accompagnava sempre il compianto grande Indro Montanelli.

Ovviamente in seguito sono poi passato al computer e ho la netta sensazione che, se oggi dovessi scrivere a lungo con carta/penna, farei una grande fatica. Infatti il PC offre una grande opportunità, oltre a quella data dal correttore automatico: l’accesso immediato ad altri scritti, non solo miei ma, soprattutto, a quelli del web, di questa enciclopedia informatica che non ha confini e che si autoalimenta minuto dopo minuto! Quale tenerezza mi fanno i ponderosi volumi della Treccani che spesso ancora oggi “adornano” uffici, studi, presidenze scolastiche! Stanno lì, tristissimi, perché nessuno più li tocca se non per spolverarli.

Per uno smemorato di Collegno come me, lo confesso, questa tecnologia informatica che ormai uso quotidianamente non solo mi sostiene quanto a memoria, ma mi assiste anche e soprattutto per ciò che riguarda lo stesso flusso delle idee! Ciò detto, so benissimo quanto una interazione corretta occhi/mano/penna/carta nei primi anni di scuola – quali dita usare e come… a volte vedo cose turche quando qualche alunno afferra la penna o la matita come fosse un martello o un’ascia – stimoli e rafforzi non solo una grafia leggibile (in genere si scrive per essere letti, ameno che non si tratti di un diario o di un’agenda), ma anche soprattutto un pensiero comunicativo, se non creativo.

Concludendo, un evviva alle maestre per il paziente lavoro a cui attendono! I maestri ormai sono scomparsi! Addio per sempre al maestro Perboni del Libro Cuore! Purtroppo i maschietti non sanno, invece, quanto sia interessante, creativo e divertente anche, avere a che fare con bambini in sviluppo/crescita e primo apprendimento. Che pena mi fanno certi padri, assolutamente incapaci di “trattare” correttamente con i figli piccoli! Come se l’avere “a che fare” con un soggetto in sviluppo/crescita e apprendimento fosse solo una cosa da donne, da maestre! Così va il mondo… almeno in Italia… altrove non so!