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PAS Strumento musicale

PAS Strumento musicale: resoconto incontro Anief-Miur del 19 marzo

Il 19 marzo 2014, presso la sede del Miur di Piazzale Kennedy, si è svolto l’incontro tra una delegazione ANIEF e il dirigente dell’Ufficio per gli ordinamenti didattici, dott.ssa Clelia Caiazza, sul problema dell’attivazione non omogena sul territorio nazionale dei corsi PAS A077- strumento musicale.

Per il sindacato ANIEF non sussistono motivazioni oggettive e fondate tali da non permettere l’attivazione dei corsi in tutte le singole istituzioni. Si parla mediamente di 10-15 docenti per istituto che avrebbero inoltre l’opportunità di frequentare alcuni moduli presso le università essendo discipline comuni. ANIEF ha inoltre sottolineato l’importanza di attivare i corsi nell’a.a. 2013-2014 al fine di permettere ai docenti interessati di poter aggiornare le graduatorie ad esaurimento e d’istituto in tempo utile.

Un ulteriore ritardo comporterebbe un’ampia disparità di trattamento tra docenti che stanno già frequentano i corsi PAS nelle istituzioni AFAM e che potranno aggiornare le proprie posizioni in graduatoria e coloro che non riusciranno a frequentare o a chiedere il nulla osta nelle istituzioni che hanno attivato i corsi.

L’ANIEF fisserà a breve inoltre un incontro con il capo dipartimento, prof. Marco Mancini, per cercare di raggiungere una soluzione al problema.

Soluzioni immediate per ‘quota 96’

Scuola: Mascolo (Ugl),
soluzioni immediate per ‘quota 96’
(dall’Agenzia ANSA)
Lo stop da parte della Ragioneria dello Stato alle pensioni dei quattromila lavoratori che, a causa della riforma Fornero, non erano riusciti ad andare in pensione nonostante i requisiti, i cosiddetti Quota 96, “è l’ennesimo duro colpo inferto al personale della scuola”.
Lo dichiara il segretario nazionale dell’Ugl Scuola, Giuseppe Mascolo.
“Quanto previsto dalla legge Monti-Fornero era già penalizzante in sé e in più non ha tenuto conto del fatto che nella scuola i pensionamenti decorrono con tempistiche diverse rispetto ad altri settori. Adesso – afferma il sindacalista – con la bocciatura della Ragioneria dello Stato, a pagare sono ancora una volta i lavoratori: l’ennesimo esempio di mancanza di dialogo e mala gestione che inevitabilmente si ripercuote sui soliti noti. Ora auspichiamo in un celere intervento da parte del Governo e nell’unità di intenti della classe politica, perché non si può continuare a mantenere in servizio chi, per raggiunti limiti di età ed esigenze personali, ha delle difficoltà a portare avanti il proprio lavoro. Non è questa la strada da percorrere per migliorare l’efficienza del comparto e, soprattutto, per risolvere le tante problematiche che affliggono la scuola italiana”.

QUOTA 96: TROVARE SUBITO COPERTURA FINANZIARIA

QUOTA 96, GILDA: TROVARE SUBITO COPERTURA FINANZIARIA

“Il niet della Ragioneria dello Stato alla soluzione per la vicenda di Quota 96 è una doccia fredda per i 4000 docenti cui spetta di andare in pensione, un’ingiustizia che bisogna assolutamente sanare trovando in tempi rapidi la necessaria copertura finanziaria. La politica ha creato questo brutto pasticcio, approvando la riforma Fornero senza considerare la peculiarità dei requisiti pensionistici per gli insegnanti, e la politica deve porvi rimedio”. A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

“Nonostante il consenso bipartisan, la proposta di legge Ghizzoni-Marzana si è infranta contro la mancanza di risorse economiche e adesso, per superare l’impasse, serve l’intervento di Palazzo Chigi. Le esigenze di risparmio non possono gravare sugli insegnanti che hanno pieno diritto ad andare in pensione e – conclude Di Meglio – danneggiare così anche i precari in attesa dell’immissione in ruolo”.

SCATTI ANZIANITA’: UN GIOCO DELL’OCA DA CHIUDERE PRESTO

SCATTI ANZIANITA’, GILDA: UN GIOCO DELL’OCA DA CHIUDERE PRESTO

“Un’altra casella coperta in quello che ormai è diventato il gioco dell’oca degli scatti di anzianità”. Così il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, commenta l’approvazione da parte della Camera dei Deputati del decreto sugli automatismi stipendiali dei docenti. “Sull’annosa vicenda delle progressioni di carriera – spiega Di Meglio – abbiamo assistito a un continuo, quanto estenuante, balletto: prima tre passi indietro con l’abolizione degli scatti 2010-2011-2012, poi due passi avanti con il recupero del 2010-2011 e dopo ancora due passi indietro con la proroga del blocco 2013-2014. Adesso il decreto approvato dall’Aula di Montecitorio mette a posto una casella, cioè quella del 2014, ma ne lascia scoperte due: 2012 e 2013”.

“I tempi di approvazione del decreto – prosegue il coordinatore nazionale della Gilda – non forniscono alcuna giustificazione all’enorme ritardo dell’atto di indirizzo, annunciato dall’ex ministro Carrozza nel novembre scorso e però non ancora arrivato al tavolo dell’Aran. Il ministro Giannini ha dichiarato di voler cambiare passo e ci auguriamo – conclude Di Meglio – che questo gioco dell’oca si chiuda rapidamente e positivamente”.

Immissioni in ruolo sostegno

Immissioni in ruolo sostegno. Anief avvia ricorsi per utilizzare le nuove graduatorie di merito

Illegittima la nota MIUR del 6 febbraio 2014 che ordina agli UUSSRR di utilizzare i vecchi elenchi delle graduatorie di merito cancellate dagli esiti del nuovo concorso, ai sensi del Testo Unico sulla scuola, d.lgs. 297 del 1994. Tutti gli idonei interessati all’utilizzo delle graduatorie di merito devono preliminarmente ricorrere al Tar Lazio, ivi incluso i ricorrenti Anief che hanno avuto una sentenza rigettata per difetto di giurisdizione nelle more dell’appello che l’annullerà. Per aderire scrivi a idoneo.sostegno@anief.net entro il 28 marzo. Per gli altri ricorsi Anief ancora pendenti al TAR i legali predisporranno motivi aggiunti.

Ancora una volta un pasticcio nelle vie di Viale Trastevere per colpa di un concorso che l’ex ministro Profumo avrebbe voluto soltanto per vincitori ma che nella sua gestione non può che inserirsi nella prassi legislativa del rinnovo delle graduatorie di merito con la sostituzione dei vecchi elenchi con i nuovi e non con la resurrezione di quelli cancellati. Per adempiere ai voleri del ministro, infatti, non si doveva procedere ad agosto a cancellare le vecchie graduatorie di merito per nominare i vincitori del nuovo concorso ne confondere il contingente di posti autorizzato con il concorso nel 2012 con il contingente assegnato nell’estate del 2013 perché appare evidente come le nuove graduatorie formate debbano necessariamente sostituire le vecchie cancellate. Pertanto tutte le immissioni in ruolo, in questi giorni, disposte dagli AATT sono illegittime, ivi incluso quelle della provincia di Palermo dove per colpa del ritardo sulla pubblicazione delle nuove graduatorie di merito sono utilizzati ancora i vecchi elenchi aggiuntivi. Tutti i nuovi idonei in possesso del diploma di specializzazione sul sostegno, pertanto, devono impugnare  entro 60 giorni dalla pubblicazione preliminarmente tale nota ministeriale al TAR Lazio per contestare il mancato utilizzo delle nuove graduatorie di merito di cui stanno prendendo atto adesso in palese violazione di legge, e nel caso in cui non ottengano la conformazione dell’amministrazione, ricorrere al giudice del lavoro sempre con Anief per rivendicare il posto spettante secondo lo scorrimento, nell’attuale sistema del doppio canale. Evidentemente per chi ha già un ricorso pendente al TAR LAZIO Anief gratuitamente predisporrà motivi aggiunti. Per tutti gli altri saranno depositati nuovi ricorsi al Tar Lazio entro i termini. Per questa ragione, risulta necessario chiedere le istruzioni operative e aderire entro il 28 marzo 2014, scrivendo una mail a idoneo.sostegno@anief.net indicando COGNOME, NOME, CELLULARE.

ATTI DI CULTO E ATTIVITÀ SCOLASTICHE

Al quotidiano “Avvenire”
agli organi di informazione

Oggetto: ATTI DI CULTO E ATTIVITÀ SCOLASTICHE

Che stiamo lavorando e che lo facciamo con anticipo sui tempi ci sembra già una buona notizia e un vanto; che poi la causa di tale alacrità sia rivolta ad evitare che vengano commessi atti in violazione delle leggi e delle disposizioni vigenti ci da l’illusione di poter riceverne unanime consenso.
Invece no, non è così. Non è così almeno per gli ineffabili estensori del quotidiano “Avvenire” che proprio il nostro attivismo in difesa delle disposizioni di legge sembrano voler rimproverare.
Riepilogando brevemente per una più agevole comprensione da parte di tutti.
Nei giorni scorsi come organizzazione sindacale Cobas Scuola abbiamo inviato a tutte le sedi periferiche dell’amministrazione scolastica, Ufficio Scolastico Regionale e Uffici Scolatici Territoriali (ex provveditorati) e ai Dirigenti Scolastici delle scuole siciliane, una nota in cui ribadivamo, sulla base di una consolidata giurisprudenza che arriva fino al rango costituzionale, che alle scuole non è consentito a nessun titolo l’organizzazione o la partecipazione in orario scolastico ad atti di culto, celebrazioni o a qualsiasi altra attività di natura religiosa (Precetto pasquale, ecc.) e più che mai che tali attività possano essere previste in luogo e in sostituzione delle normali ore di lezione.
Si direbbe una raccomandazione addirittura pleonastica visto che dirigenti, funzionari e il personale tutto delle pubbliche amministrazioni devono, per dovere d’ufficio, conoscere ed applicare con scrupolo la normativa vigente, in special modo quando si tratta della delicata materia che attiene al complesso e delicato processo di formazione delle coscienze e dell’individuo.
E invece no, e la risposta piccata di “Avvenire” dello scorso 4 marzo ci conforta più che mai sulla opportunità della nostra iniziativa visto che da quelle colonne ci si rimprovera, così afferma Paolo Ferrario, citando Nicola Incampo (esperto per l’Insegnamento della religione cattolica della Conferenza episcopale italiana), una mancata conoscenza della normativa.
Orbene è proprio l’esperto Incampo che a nostro avviso inciampa subito in un evidente travisamento della normativa e della questione nei suoi termini più generali.
Ci rimprovera ad esempio la mancata considerazione della sentenza n. 3635 del 2007 del TAR del Veneto che avrebbe a suo dire ribaltato la sentenza del TAR dell’Emilia Romagna del 1993 che invece noi citiamo a sostegno delle nostre tesi la quale, a proposito dell’ambito di deliberazione degli organi collegiali della scuola, collegio docenti e consiglio di circolo o d’istituto, ai sensi dell’art. 6 secondo comma lett. d) ed f) del d.P.R. 31 maggio 1974 n. 416 (adesso, art. 10, comma 3, lett. e. e g. del d.lgs. n. 297/1994), recita:
– che questa si esercita sulla programmazione e sull’attuazione di attività prettamente didattiche e che in modo “evidente, se non si vogliano fare forzature al dettato della legge, che in nessuna delle indicate attività potrebbero mai rientrare concettualmente la celebrazione di liturgie o riti religiosi o il compimento di atti di culto o comunque le pratiche religiose”
– che, sulla base del dettato costituzionale di indipendenza e sovranità reciproca tra Stato e Chiesa, “Al di là dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole dello Stato, non è consentito andare: pertanto, ogni altra attività, squisitamente religiosa (atti di culto, celebrazioni) non è prevista e non è consentita nelle aule scolastiche e meno ancora in orario di lezione e in luogo dell’insegnamento delle materie di programma”.
Il fatto è che la sentenza del 2007 del TAR del Veneto, invocata dall’esperto Incampo come pietra tombale della discussione, si riferisce alle visite pastorali e non alla celebrazioni di messe o altri atti di culto in orario scolastico cui noi facciamo esplicito riferimento nella nostra diffida.
Per giunta la successiva decisione del Consiglio di Stato n. 01911 del 2010, che Incampo sembra non conoscere, ha censurato questa sentenza del TAR ristabilendo innanzitutto la piena legittimità dell’Uaar a presentare ricorso e nel merito riconoscendo sì la legittimità della visita pastorale nella scuola previa deliberazione degli organi collegiali, ma solo a condizione che non possa “essere definita attività di culto, né diretta alla cura delle anime”.
È forse questo il motivo dell’amnesia? A noi fa venire in mente altre polemiche in cui molti si spinsero a definire il crocifisso arredo d’aula, ex tal regio decreto di epoca fascista, pur di mantenerlo appeso alle pareti tra le carte geografiche e le lavagne.
E poi perseverando l’esperto continua riesumando una circolare dell’allora Ministro per la Pubblica Istruzione Misasi del 13 febbraio 1992, prot. n. 13377/544/MS che nell’articolo di “Avvenire” viene citata con un perentorio “stabilisce che”, ma che da una lettura appena superficiale rivela invece locuzioni ben più timide, del tipo “questo Ministero è dell’avviso …” e “Si ritiene …” che ne evidenziano il carattere meramente interpretativo in piena forzatura di quanto espresso dal citato art. 6 del d.P.R. n. 416/1974 e poi ribadito dall’art. 311 del d.lgs. n. 297/1994, il Testo unico in materia di istruzione, e quindi definitivamente superata dalla sentenza del TAR Veneto, sez. II, del 20 dicembre 1999, n. 2478.
A giudizio di chi legge: non vuol dire questo che a nessun titolo e in nessun modo è ammissibile la pratica del culto religioso nelle sue varie forme all’interno delle attività curriculari ed extracurriculari previste dagli ordinamenti scolastici? Non è esattamente proprio questo che noi segnaliamo come pratica scorretta ed illegale nella nostra nota?
Stiano tranquilli dunque “Avvenire” e Incampo, non facciamo altro che ribadire quanto un’ormai lunga teoria di pronunciamenti ha inequivocabilmente acclarato e dover rimettere continuamente in discussione anche i più evidenti e consolidati principi ci sembra francamente pretestuoso.
Nei loro panni, nei panni cioè di chi esprime semplicemente un’opinione e non può per questo essere sanzionato, ci preoccuperemmo però di non dare ambigue indicazioni a dirigenti e insegnanti circa la libertà di azione che in nome dell’autonomia avrebbero nella programmazione di attività di natura religiosa visto che poi le conseguenze di scelte ed iniziative sbagliate sarebbero solo ed esclusivamente a loro carico.
A dirigenti e insegnanti ci permettiamo casomai di segnalare le indicazioni più responsabili e meditate della arcidiocesi di Bologna: “atti di culto nelle scuole in orario di lezione (c.d. curricolare) sono da evitare, anche se fosse fatta salva la libertà di parteciparvi”.
Chiaro, semplice, incontestabile.
In definitiva noi Cobas, ma prima di tutto insegnanti e operatori scolastici, riteniamo che la scuola debba essere il luogo privilegiato dove le alunne e gli alunni possano acquisire validi strumenti di interpretazione critica della realtà cui sono chiamati a partecipare e contribuire, in tutte le forme e sfaccettature in cui questa si esprime, senza mai privilegiare o addirittura orientare le loro scelte verso alcuno dei modelli con cui questa preziosa diversità e complessità si manifesta, affinché le loro scelte di individui siano sempre motivate dalla consapevolezza e dalla libertà.
Difficile, faticoso ma irrinunciabile.

per l’Esecutivo Nazionale Cobas Scuola
Ferdinando Alliata

I provvedimenti annunciati dal Premier Renzi

I provvedimenti annunciati dal Premier Renzi
Scheda a cura della Uil Scuola

>>> Riduzione di tasse per redditi da lavoro dipendente
Riguarda sia il settore privato che quello pubblico. La riduzione si riferisce a redditi netti inferiori a 1.500 euro mensili e mediamente è di 80 euro. Il personale della scuola interessato, considerato il tetto dei 1.500 euro mensili, è circa il 50%. L’entità dell’incremento (derivante dalla riduzione fiscale) è diversa in base al reddito e ancora non è stata definita. Al momento si tratta di un impegno pubblico, supportato da una decisione del Consiglio dei ministri. Non è ancora definito lo strumento normativo con relative tabelle. “Si tratta di una scelta positiva, riprende le rivendicazioni storiche della Uil. La consideriamo un primo passo verso la giusta direzione di una più generalizzata riduzione delle tasse sul lavoro. Si evidenzia come le denunce , continuamente da noi fatte, di retribuzioni basse per il personale della scuola in relazione all’impegno e alla importanza della funzione svolta, risultino, purtroppo, davvero fondate. La Uil Scuola rilancia l’urgenza dell’avvio del negoziato contrattuale. Il blocco degli stipendi ha portato ad una situazione insopportabile, solo parzialmente mitigata dal recupero della progressione economica di anzianità che con grandi difficoltà, insieme a Cisl, Snals, Gilda, siamo riuscito a garantire. E’ il contratto la sede per modernizzare il rapporto di lavoro , affrontare l’emergenza retributiva, riconoscere e valorizzare le professionalità.

>>> Misure per l’edilizia scolastica 3,5 miliardi di euro
E’ quanto sarà messo a disposizione per gli interventi legati all’edilizia scolastica. Sarà anche istituita una ‘cabina di regia’, attiva dal primo aprile a Palazzo Chigi con il coinvolgimento di quattro ministeri, Istruzione, Economia, Infrastrutture, Ambiente.
Uil Scuola: il punto di partenza è l’anagrafe dell’edilizia scolastica E’ strumento fondamentale sia per la progettazione della tipologia degli interventi che per determinarne le priorità. Rappresenta la fotografia di tutti gli edifici scolastici con la tipologia degli interventi da realizzare, dalla semplice sistemazione dell’impianto elettrico all’abbattimento per inagibilità totale. I dati – una volta definita l’anagrafe – vanno resi pubblici, messi on line. Questo per consentire a tutti di conoscere in che condizione sono gli edifici scolastici e di monitorare gli interventi programmati.
La previsione di un commissario ad acta è una misura necessaria In caso di inadempienza va previsto un intervento di surroga dello stato Va previsto un intervento di surroga dello Stato in caso di enti inadempienti. Non basta dire questi soldi non ve li diamo. Occorre prevedere la figura di un commissario ad acta che, in caso di inottemperanza degli enti, porti a buon fine gli interventi finanziati e cantierabili.
Semplificare al massimo: giusta la decisione di una cabina di regia Sia la presidenza del Consiglio ad assumere direttamente il coordinamento, la trasparenza e la responsabilità degli interventi. Bisogna evitare i finanziamenti a pioggia. Selezionare le priorità in base alle emergenze.

>>> Rapporto di lavoro

Rilancio dell’occupazione e semplificazione degli adempimenti delle imprese
– Principio: semplificazione per renderli più coerenti con le esigenze attuali del contesto occupazionale e produttivo.
– Strumento: Decreto legge

Contratto di lavoro a tempo determinato Il datore di lavoro può sempre instaurare rapporti di lavoro a tempo determinato senza causale, nel limite di durata di trentasei mesi. Viene così superata la precedente disciplina che limitava tale possibilità solo al primo rapporto di lavoro a tempo determinato. Inoltre, la possibilità di prorogare un contratto di lavoro a termine in corso di svolgimento è sempre ammessa, fino ad un massimo di 8 volte nei trentasei mesi, senza preveder sospensioni del rapporto di lavoro tra un periodo e l’altro. Rimane, quale unica condizione per le proroghe, il fatto che si riferiscano alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato inizialmente stipulato. Nell’introdurre il limite del 20% di contratti a termine che ciascun datore di lavoro può stipulare rispetto al proprio organico complessivo, il decreto fa comunque salvo la possibilità che la contrattazione collettiva può di modificare tale limite quantitativo e che si debba tener conto delle esigenze connesse alle sostituzioni di personale assente e alla stagionalità dell’attività. Infine, per tenere conto delle realtà imprenditoriali più piccole, è previsto che le imprese che occupano fino a 5 dipendenti possono comunque stipulare un contratto a termine.

Contratto di Apprendistato Viene eliminato, per la stipula di contratti per nuovi apprendisti, il vincolo della conferma in servizio di almeno il 50% dei titolari di contratti stipulati in precedenza. Viene escluso dal contratto scritto, fermi restando gli altri obblighi, l’obbligatorietà di consegnare all’apprendista il piano formativo individuale. La retribuzione per le ore di formazione dell’apprendista (previste nel limite di 120 ore massime in un triennio) è pari al 35% della retribuzione spettante per il livello di inquadramento. Diventa discrezionale per il datore di lavoro il precedente obbligo di integrare la formazione professionalizzante e di mestiere con quella pubblica.
[NB: questa parte non è compresa nel decreto-legge, ma in un disegno di legge che dovrebbe contenere molte altre cose: ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro e di politiche attive, semplificazione delle procedure e degli adempimenti, riordino delle forme contrattuali]

Delega in materia di conciliazione dei tempi di lavoro con le esigenze genitoriali
– Principio: contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori.
– Strumento: legge delega
– Obiettivo: favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico – privato dei servizi alla persona, e favorirne l’utilizzo ottimale da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi.

Diffida al MIUR

CORTE D’APPELLO DI ROMA
ATTO DI SIGNIFICAZIONE E DIFFIDA
dello SNALS – Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori della Scuola, in
persona del suo segretario generale e legale rappresentante p.t. prof. Marco Paolo Nigi,
con sede in Roma, via Leopoldo Serra n. 5, ed elettivamente domiciliato, ai fini del
presente atto, presso lo studio degli avv.ti Michele Mirenghi e Stefano Viti in Roma,
Piazza Della Libertà 20.
* * *
Come già partecipato in precedenza, il Tar Lazio, Sez. III bis, su ricorso dello
SNALS, con decisione n. 3527/2013, passata in giudicato e che si notifica unitamente
alla presente, ha annullato:
– il regolamento sugli istituti professionali di cui al D.P.R. n. 87/2010 nella parte
in cui, all’art. 5, comma 1, lett. b), determina, senza indicazione dei criteri, l’orario
complessivo per gli istituti professionali;
– il regolamento sugli istituti tecnici di cui al D.P.R. n. 88/2010 nella parte in cui,
all’art. 5, comma 1, lett. b), determina, senza indicazione dei criteri, l’orario complessivo
per gli istituti tecnici;
– il decreto interministeriale n. 61/2010 nella parte in cui, nelle premesse, all’art. 1
ed alle allegate tabelle, ha individuato le classi di concorso destinatarie della riduzione
di orario per gli istituti tecnici;
– il decreto interministeriale n. 62/2010 nella parte in cui, nelle premesse, all’art. 1
ed alle allegate tabelle, ha individuato le classi di concorso destinatarie della riduzione
di orario per gli istituti professionali;
– i decreti interministeriali nn. 95 e 96 del 2010 nelle parti in cui hanno
confermato le riduzioni di orario dei due decreti interministeriali predetti.
* * *
Nella parte motiva della sentenza si legge, tra l’altro:
– “che sostanzialmente la riduzione del 20% dell’orario scolastico nelle seconde e
terze classi degli istituti professionali e nelle seconde, terze quarte classi degli istituti
tecnici è destinata ad incidere sulle materie caratterizzanti i corsi, determinando una
violazione dei livelli essenziali delle prestazioni, fissati con il D.Lgs 17 ottobre 2005, n.
226, senza che siano chiari i criteri in base ai quali tale riduzione debba essere
effettuata, se non il mero dato numerico percentuale, con conseguenti gravi ricadute in
termini di riduzione di organico e di continuità formativa;
– “che non appare infatti revocabile in dubbio la circostanza che i decreti
impugnati, operando una riduzione dell’orario di insegnamento di talune discipline,
hanno inciso sui contenuti culturali e didattici e sulla struttura degli istituti
professionali e tecnici, significativamente rifluendo sulla formazione impartita ai
discenti dai predetti istituti e proprio per la circostanza che le due disposizioni sopra
citate appaiono sancire soltanto tagli di orario”;
– “che le materie oggetto di riduzione sono proprio quelle caratterizzanti il corso
oltre che, nella stragrande maggioranza dei casi, l’italiano”.
* * *
La sentenza chiosa, peraltro, con una considerazione di spiccata valenza
sindacale, che di seguito si riporta: “Tutto ciò senza considerare che l’indiscriminata
riduzione di un’ ora per ciascuna delle materie cosiddette caratterizzanti i vari bienni
degli istituti tecnici e professionali….ha le sue ovvie ed incontrollabili ricadute in
termini di organico e dimensionamento delle classi che divengono insufficienti a
sopperire all’incremento delle iscrizioni…….e ciò comporta, come dedotto in ricorso, il
mancato assolvimento dei livelli essenziali delle prestazioni sanciti dall’art.15 del D.lgs
n. 226/2005 che stabilisce come l’iscrizione e la frequenza ai percorsi di istruzione e
formazione professionale rispondenti ai livelli essenziali definiti dal presente Capo e
garantiti dallo Stato anche in relazione alle indicazioni dell’Unione Europea,
rappresentano assolvimento del diritto dovere all’istruzione e formazione, secondo
quanto previsto dal D.Lgs. n. 76/2005 e dal profilo educativo, culturale e professionale
di cui all’allegato A, pure citato nelle premesse dei regolamenti”.
* * *
Orbene, appare superfluo sottolineare come tale pronuncia incida radicalmente
sulla struttura dell’offerta formativa e didattica che gli istituti tecnici e professionali
debbono garantire agli studenti.
A seguito della decisione predetta e, segnatamente, della efficacia caducatoria
esercitata dalla pronuncia sugli atti impugnati e della natura autoesecutiva della
sentenza, si è riespansa l’efficacia del previgente ordinamento didattico.
Conseguentemente, l’Amministrazione dovrà adottar per il prossimo anno
scolastico, atti in linea con le prescrizioni del Tar che, per la loro puntualità, logicità e
per il loro rigore sistematico, sono destinate a costituire il necessario punto di partenza
per una rinnovata azione amministrativa volta, finalmente, a valorizzare la realtà
scolastica, centro di aggregazione umana, sociale e culturale.
E’ evidente, peraltro, come, per effetto della decisione de qua, l’Amministrazione
debba astenersi dal dare esecuzione alle disposizioni annullate ovvero dall’assumerle a
presupposto di emanandi atti.
Più in generale l’Amministrazione dovrà astenersi da qualsivoglia condotta
contrastante con l’efficacia caducatoria della sentenza del T.A.R. Lazio.
Pertanto, fintantoché non saranno emanate disposizioni conformi al dettato
giurisdizionale, l’Amministrazione dovrà considerare ripristinata la situazione
normativa antecedente agli atti impugnati quanto ad orario d’insegnamento negli istituti
tecnici e professionali con le relative conseguenze ordinamentali.
TUTTO CIO’ PREMESSO
a mente anche dell’art. 328, cod. pen, lo SNALS – Sindacato Nazionale Autonomo
dei Lavoratori della Scuola diffida, ad ogni effetto di legge civile, penale ed
amministrativa il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nella
persona del Ministro p.t.:
– dall’astenersi dal dare esecuzione e/o applicazione alle disposizioni annullate dalla
sentenza del T.A.R. Lazio n. 3527/2013;
– dall’astenersi dall’assumere le disposizioni suesposte a presupposto di emanandi
atti amministrativi;
– a considerare ripristinata per il futuro anno scolastico la situazione ordinamentale
degli Istituti Tecnici e Professionali antecedente all’annullamento delle disposizioni in
parola;
– ad emanare atti e disposizioni attuative e coerenti con le prescrizioni del T.A.R. in
vista del futuro anno scolastico.
Il tutto, entro e non oltre trenta giorni dalla ricezione della presente, con l’espresso
avvertimento che, decorso senza riscontro il termine predetto, saranno adite le
opportune sedi legali, nessuna esclusa.

Il Segretario Generale
prof. Marco Paolo Nigi

I diritti dei 135 idonei della graduatoria del concorso a ds della Toscana

Presidente del consiglio Matteo Renzi: Salvaguardi i diritti dei 135 idonei della graduatoria del concorso a ds della Toscana annullata per un vizio di forma di cui non sono responsabili

Di Maria Grazia Vitale
Abbadia San Salvatore

La graduatoria della Regione Toscana del suddetto concorso, nella quale sono inserite 137 persone, ha subito l’annullamento da parte del TAR nell’aprile 2013 ed il parziale accoglimento della sentenza emessa dal Tar Toscana da parte del Consiglio di Stato, con sentenza del 5 novembre 2013 e resa pubblica lo scorso 3 marzo.
Nello specifico la sentenza definitiva stabilisce la validità delle correzioni per gli elaborati corretti prima del 2 aprile 2012, data in cui si è dimesso il Presidente di commissione, Prof. Parlato, ma non di quelli corretti dopo il 2 aprile 2012, data in cui il suddetto Presidente è stato sostituito dall’Ispettore Vigiani, creando il noto vizio di forma.
• la sentenza non ha evidenziato difetti sulla regolarità delle prove svolte, quindi tutti gli elaborati sono stati valutati correttamente, come lo svolgimento della prova orale; l’annullamento parziale della procedura è l’effetto di una “negligenza” della Pubblica Amministrazione che ha viziato la nomina di uno dei componenti della commissione, che peraltro era pienamente titolato a svolgere quel compito e lo ha svolto in modo corretto e conforme alla normativa.
• Dei 137 idonei della graduatoria in oggetto, i 112 vincitori sono stati assunti in servizio e hanno svolto il loro compito dimostrando competenza e passione; i primi 106 di loro hanno già completato la formazione e superato favorevolmente il periodo di prova, i 23 idonei si vedono pregiudicati nel loro diritto soggettivo all’assunzione in servizio, non potendo beneficiare della Legge 128/2013 art.17 che trasforma le graduatorie di merito in graduatorie ad esaurimento.
• L’esecuzione della lettera della sentenza mediante un automatismo burocratico, oltre a ledere i diritti delle 137 persone inserite nella graduatoria, correrebbe il rischio di precipitare la scuola toscana nel caos: come è facilmente prevedibile, le insormontabili difficoltà di completare in tempi accettabili la nuova procedura, a cominciare dall’impossibilità di garantire l’anonimato delle prove nella nuova correzione, lascerebbero senza una guida quasi la metà delle scuole della regione.
Infatti alle 112 scuole già assegnate ai vincitori di concorso e alle oltre 50 scuole attualmente in reggenza se ne aggiungeranno già a partire da questo anno scolastico molte altre per effetto dei nuovi pensionamenti.
In relazione a quanto sopra, chiediamo che tutti i decisori politici coinvolti, i sindacati e l’Amministrazione facciano tutto quanto è in loro potere per l’immediata adozione di tutti i provvedimenti necessari ed urgenti per salvaguardare la posizione giuridica ed umana dei 112 nuovi dirigenti scolastici già in servizio e dei 23 idonei al Concorso di prossima nomina, nel rispetto dei diritti di tutti gli attori di questa vicenda.

Firma la petizione

Graduatorie ad esaurimento

Graduatorie ad esaurimento: per il Tribunale di Roma, chi è stato inserito nel 2012 nella IV fascia ha diritto nel 2014 ad andare in III fascia

 

Accolti i primi due ricorsi Anief. La IV fascia delle Graduatorie a Esaurimento non poteva che essere transitoria, secondo una lettura costituzionalmente orientata. Dichiarato il diritto all’inserimento dei due ricorrenti in III Fascia a partire dal 2014. Ora attesa per gli esiti degli altri ricorsi che il sindacato ha presentato in tutta Italia. Potrebbero essere più di 20.000 i docenti coinvolti abilitati presso le facoltà Scienze della Formazione Primaria o AFAM inseriti nelle graduatorie aggiuntive per effetto della legge 14/2012.

 

Il Tribunale di Roma ha accolto senza riserve le tesi portate avanti dall’ANIEF nel corso degli ultimi anni e ha dichiarato il diritto dei docenti collocati nella cosiddetta “fascia aggiuntiva” delle Graduatorie a Esaurimento, istituita dal MIUR con il DM n. 53/2012, all’inserimento in III Fascia a partire dal prossimo aggiornamento valido per il triennio 2014/2017. Gli Avvocati Fabio Ganci e Walter Miceli, avvalendosi della preziosa collaborazione dei nostri legali sul territorio, ottengono dal Giudice del Lavoro della capitale piena ragione in favore di due nostri iscritti e la conferma che la IV Fascia delle GaE non può essere assolutamente considerata una “fascia subordinata alla III” e che, per rispettare in pieno i canoni dettati dalla nostra Costituzione, deve avere natura necessariamente transitoria e può essere considerata legittima solo fino al prossimo aggiornamento previsto per la primavera 2014.

 

L’ANIEF ha nuovamente dato lezione al MIUR sui dettami previsti dalla nostra Carta Costituzionale e, avvalendosi dell’esperienza e professionalità dell’Avv. Salvatore Russo, ha ottenuto ben due sentenze di pieno accoglimento in cui viene accertato e dichiarato il pieno diritto di due nostri iscritti – entrambi docenti inseriti nella cosiddetta IV Fascia delle Graduatorie a Esaurimento – “all’inserimento nella III fascia della graduatoria a esaurimento per il triennio 2014/2017”. Il Giudice del Lavoro, infatti, sposando in toto quanto sostenuto dal legale ANIEF in udienza, ha costatato che la normativa di riferimento istitutiva delle Graduatorie a Esaurimento pone “quale criterio per determinare l’ordine progressivo dei docenti, anche in conseguenza di aggiornamenti e inserimenti nell’elenco, quello del punteggio posseduto dagli stessi e, quindi, quello del merito” e ha riconosciuto che l’istituzione della IV Fascia delle GaE operata dal MIUR con il D.M. 53/2012 è legittima solo perché intervenuta in un momento in cui le suddette graduatorie (2011/2014) erano in corso di validità e, pertanto, non modificabili con ulteriori inserimenti.

 

La sentenza, dopo una precisa ricostruzione della normativa primaria di riferimento, ha ribadito a chiare lettere che “dovendo escludersi che per mezzo di un atto di normazione secondaria possano introdursi deroghe alla disciplina posta dalla legge, non resta che ritenere che l’inserimento della IV fascia è meramente transitorio, perché essa è tesa a raggruppare il personale docente che possiede uno specifico titolo di legge – ossia l’abilitazione in determinati anni accademici – non precedentemente valutato, titolo da far valere in occasione del successivo aggiornamento della graduatoria ad esaurimento, in cui il docente verrà inserito secondo il punteggio posseduto […], dunque con il c.d. ‘inserimento a pettine’ ” e nella corrispondente III Fascia delle suddette graduatorie.

 

L’ANIEF ha sempre sostenuto che il MIUR, per non incorrere nuovamente nel vizio di costituzionalità già riscontrato nei confronti delle “code” istituite nelle GaE 2009/2011, avrebbe dovuto prevedere sin da subito l’inserimento in III Fascia a partire dal prossimo aggiornamento previsto per il 2014 di tutti i docenti inseriti nella “fascia aggiuntiva” istituita con il DM n. 53/2012; proprio quanto sostenuto dall’ANIEF è stato considerato dal Giudice del Lavoro di Roma l’unica interpretazione che “si presenta del tutto orientata costituzionalmente, in quanto consente l’accesso ai pubblici uffici a tutti coloro che ne hanno titolo, senza alcun riguardo al momento in cui detto titolo è stato conseguito e, dunque, secondo merito” rinviando, sull’argomento, alla Sentenza n. 41 della Corte Costituzionale ottenuta dal nostro sindacato già nel 2011. La mancata previsione da parte del MIUR del diritto all’inserimento nella III Fascia delle GaE 2014/2017 dei docenti inseriti nella “fascia aggiuntiva” prevista con il DM n. 53/2012, è costata anche la condanna alle spese di lite quantificata in un totale di 2.400 Euro oltre accessori.

 

L’ANIEF, sindacato da sempre garante del diritto e della Costituzione all’interno del panorama scolastico italiano, ha nuovamente ristabilito il rispetto del merito all’interno delle graduatorie dei precari della scuola, dimostrando senza ombra di dubbio di aver avuto semplicemente, e per l’ennesima volta, piena ragione nei confronti delle illegittime e imprecise determinazioni del MIUR.

 

Ora si attende l’esito delle altre udienze sul territorio nazionale. ANIEF ricorda che è ancora possibile aderire al ricorso al giudice del lavoro inviando una mail a r.inserimenti2012@anief.net con oggetto “Ricorso inserimento terza fascia” e indicando nel testo i propri dati anagrafici e l’indicazione (denominazione, indirizzo completo di comune e provincia) della sede attuale o di ultimo di servizio in scuola statale. Chi non ha mai prestato servizio nella scuola statale dovrà indicare nella mail di preadesione “nessun servizio in scuola statale”.

CONTRATTAZIONE ISTITUTO, RSU SI DIMETTE: “RISORSE IRRISORIE”

CONTRATTAZIONE ISTITUTO, RSU SI DIMETTE: “RISORSE IRRISORIE”

Le risorse economiche riservate alla contrattazione d’istituto sono ormai ridotte al lumicino e la Rsu si dimette, chiedendo di destinare i pochi fondi rimasti al recupero degli scatti di anzianità. Accade all’I.C. “Crosara” di Cornedo Vicentino, in provincia di Vicenza, dove i rappresentanti sindacali hanno deciso di rassegnare l’incarico “nel tentativo – si legge nel documento presentato all’assemblea d’istituto – di lanciare un forte messaggio alle organizzazioni sindacali e per spingerle a esercitare in modo più efficace il potere contrattuale nei confronti del Governo e dei ministeri dell’Istruzione e dell’Economia”.

Nella lettera inviata alla Gilda degli Insegnanti, i componenti della Rsu denunciano il totale svilimento del loro ruolo e accusano le istituzioni scolastiche nazionali e locali di non aver difeso la scuola, “togliendo risorse al comparto, mortificando i dipendenti con reiterati blocchi stipendiali e causando gravi lesioni dei diritti previdenziali acquisiti, riconosciuti invece ad altre categorie”.

“L’autonomia scolastica è stata via via smantellata – attacca la Rsu – tanto che non abbiamo più nulla da contrattare, né dal punto di vista economico, date le esigue risorse rimaste che vengono prevalentemente impegnate dal Miur per le figure apicali, né dal punto di vista normativo a causa della riforma Brunetta”.

Mozione dell’assemblea sindacale

Mozione dell’assemblea sindacale dell’ ITIS “C. Grassi” di Torino

La scuola pubblica italiana ha subito, nel corso dell’ultimo decennio,
un’operazione di smantellamento senza precedenti.
Tagli per miliardi di euro, soppressione di centinaia di migliaia di
posti di lavoro, stravolgimento dei curricula. Ecco alcuni degli
elementi fondanti di tale smantellamento. Per coloro che restano il
carico di lavoro aumenta ogni anno, soprattutto per mandare avanti
quella che è diventata, nostro malgrado, una scuola di carta.
Vittima di una burocrazia soffocante e di procedure spesso inutili.
In questo già difficile contesto si inserisce il mancato rinnovo del
contratto nazionale di lavoro e la vicenda degli scatti di anzianità, di
cui il balletto surreale tra ministeri, andato in scena qualche giorno
fa, è solo l’ultimo atto, per ora.
Si certifica, inoltre, la fine, per chi ancora ci credeva, della
cosiddetta autonomia scolastica. Negli ultimi due anni il fondo per il
miglioramento dell’offerta formativa ha subito una decurtazione
complessiva di oltre il 60 %. L’attuale fondo serve, peraltro, per
retribuire non solo i progetti, ma anche attività indispensabili per il
funzionamento ordinario delle scuole (collaboratori della dirigenza,
coordinatori di classe, di dipartimento, ecc.). Queste figure,
dovrebbero essere previste e retribuite con un avanzamento
professionale slegato dal meccanismo con il quale si distribuiscono
annualmente le risorse stanziate dal MIUR. Ci chiediamo, quindi,
come sia possibile, in tali condizioni, continuare a svolgere le
attività fondamentali. Non si può pensare che docenti e personale
ATA si prestino ad una sorta di volontariato imposto dall’alto,
contando sul ricatto morale che cita strumentalmente parole come:
centralità dello studente, servizio alle famiglie e così via.
È ora di dire basta.
I lavoratori del’ I.T.I.S. “C. Grassi” dichiarano quanto segue:
– in assenza di un consistente incremento dei fondi provenienti dal
MIUR non saranno disponibili, a partire dali settembre 2014, allo
svolgimento di alcuna attività aggiuntiva;
– non accetteranno alcun incarico aggiuntivo prima di conoscere
l’esatto ammontare del fondo 2014/15 e prima della conclusione
della contrattazione integrativa di istituto.
L’RSU di istituto si impegna a pubblicizzare il presente documento
presso tutte le organizzazioni sindacali ed in tutte le scuole
raggiungibili, con l’intento di far crescere un movimento d’opinione
che si mobiliti per la tutela della scuola pubblica italiana.

Finanziamenti alle scuole

Finanziamenti alle scuole:
emergenza fondi per retribuire i supplenti

Su nostra richiesta, la Direzione Bilancio del MIUR ci ha comunicato che il giorno 14 marzo ci sarà un’emissione stipendiale per il pagamento dei supplenti, i cui contratti sono stati visualizzati a sistema entro il 3 marzo 2014.

Il MIUR sta continuando il caricamento sui POS di ulteriori somme per pagare gli ulteriori contratti con la prossima emissione, che avverrà presumibilmente lunedì 17 marzo.
Purtroppo, i fondi risultano sempre insufficienti a far fronte alle necessità delle scuole, come giornalmente ci viene segnalato da molte segreterie, che non ricevono gli importi necessari per pagare gli stipendi a tutti i supplenti che è stato necessario assumere. In alcuni casi, addirittura, ci sono stipendi arretrati da pagare, risalenti al mese di maggio 2013. Tutto questo è profondamente ingiusto: l’Amministrazione deve pagare tempestivamente tutto il dovuto e rispettare gli impegni che ha assunto con la centralizzazione dell’erogazione dei finanziamenti.
Infatti, è la solita storia dei tempi tecnici di autorizzazione del MEF, anche se il MIUR ci ha fatto sapere che le attuali procedure saranno cambiate per consentire emissioni sempre piu’ ravvicinate, in modo da pagare con regolarità i supplenti temporanei.

Finalmente un cambiamento positivo che è stato possibile, soprattutto grazie al lavoro di confronto svolto sul tavolo tecnico della semplificazione amministrativa, ottenuto grazie all’impegno della FLC.
Dunque, nelle more dell’implementazione di una regolare emissione settimanale, il suggerimento che possiamo dare alle scuole è sempre lo stesso: procedere, cioè, con la liquidazione di una quota parte ai supplenti, tenuto conto della disponibilità finanziaria e di chi è più in arretrato con il mancato pagamento dello stipendio.

Continueremo a chiedere al MIUR di rendere efficiente il sistema dell’erogazione dei fondi per le supplenze, per garantire i diritti dei supplenti e liberare le segreterie delle scuole da uno stress non più sostenibile.

KIT DELLA PARTECIPAZIONE

FIRENZE: KIT DELLA PARTECIPAZIONE
PER GENITORI IMPEGNATI NELLA SCUOLA

Ci voleva un “Kit della partecipazione” per riunire le idee, spesso poche e confuse, dei genitori impegnati nella scuola. Si tratta di una serie di materiali, messi a punto in anni di impegno nella scuola, che verrà fornita, con tanto di istruzioni per l’uso, ai partecipanti dell’incontro laboratoriale “Genitori a scuola: il segreto della partecipazione”, sabato 15 marzo 2014 dalle ore 9,00 alle ore 12,30, presso l’Aula Magna dell’I.S.I.S. Leonardo da Vinci, in via del Terzolle 91 a Firenze.

L’altra novità è la rete che si sta costituendo fra gli organizzatori, provenienti da realtà lontane territorialmente ma molto vicine quanto a consapevolezze e modalità operative: le associazioni di genitori A.Ge. Bergamo, A.Ge. Toscana, A.Ge. Vitorchiano, insieme al Comitato Genitori S. Nilo di Grottaferrata, alla Consulta dei Presidenti del Consiglio d’istituto della provincia di Bergamo e al Coordinamento Provinciale dei presidenti Consigli d’istituto e di circolo e Comitati genitori di Modena.

Ecco cosa dicono: “La partecipazione dei genitori non è in crisi, ma spesso si manifesta in forme diverse rispetto alla partecipazione alle elezioni degli organi collegiali (ad es. il versamento dei contributi volontari, la partecipazione alle iniziative per i genitori e alle feste scolastiche). Purtroppo non è stato fatto molto da parte dell’istituzione scolastica per favorire la partecipazione dei genitori, soprattutto in termini di formazione, ma dove sono i genitori a organizzare autonomamente corsi di formazione, questi sono partecipati con interesse”.

E ancora: “Una maggiore partecipazione dei genitori alla vita della scuola, così come avviene in molti paesi europei, soprattutto nella “scuola dell’autonomia”, sarà sempre più una necessità: non solo per motivi economici (risorse dello Stato ridotte e sostituite dai contributi delle famiglie), ma soprattutto per la costruzione condivisa di un patto tra scuola e famiglia. Visto che, con l’avvento dei nuovi media, la scuola sarà sempre meno il luogo dell’istruzione e sempre più il luogo della formazione (della persona e del cittadino), allora il dialogo tra agenzie educative sarà la priorità assoluta”.

Questo il programma:

–  ore   9,00  Registrazione e Colazione di benvenuto
–  ore   9,30  Saluti delle Autorità – Introduzione
–  ore 10,00  Gruppi di studio: “Alla ricerca della partecipazione”
–  ore 11,30  Testimonianze di gruppi di genitori attivi nella scuola
–  ore 12,00  Presentazione dei lavori dei gruppi di studio
–  ore 12,30  Conclusioni: “Il segreto della partecipazione”

Si ringraziano l’ISIS “Da Vinci” per l’accoglienza e l’Unicoop Firenze per il buffet.

PRECARI: PRESTO AL VIA I PAS ON LINE

PRECARI, GILDA: PRESTO AL VIA I PAS ON LINE

Al via in tempi rapidi l’attivazione dei Pas on line nelle regioni in cui i corsi non sono stati predisposti. Ad assicurarlo è il ministero dell’Istruzione dove ieri si è svolto un incontro con una delegazione della Gilda Unams per affrontare alcune importanti questioni riguardanti i docenti precari. Viale Trastevere ha assicurato che nei prossimi giorni saranno trasmesse le istruzioni operative per consentire l’iscrizione ai corsi telematici. Sempre sul fronte Pas, il Miur si è impegnato a fare pressing sugli uffici scolastici regionali affinché accelerino le procedure per estendere le 150 ore di permesso ai corsisti.
Inoltre durante l’incontro, al quale ha partecipato anche un rappresentante della Conferenza dei rettori, il Miur ha sollecitato l’attivazione, nei tempi più rapidi possibili, di corsi di specializzazione sul sostegno nelle numerose regioni, come per esempio Sardegna, Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, dove non sono ancora partiti.
Buone notizie anche per i precari storici della classe di concorso A056 per i quali il ministero dell’Istruzione riconosce la validità del titolo di accesso conseguito prima dell’entrata in vigore del decreto ministeriale 39/1998.
Infine, in seguito alle sollecitazioni della Gilda Unams, nei prossimi giorni il Miur liquiderà le retribuzioni dei precari ancora in attesa degli stipendi.