Al via i test Invalsi per la licenza media

da Repubblica.it

Al via i test Invalsi per la licenza media

Stamattina 500 mila studenti saranno impegnati nella prova che contribuirà alla valutazione finale del diploma. La novità di quest’anno è la misura volta a ridurre il fenomeno dei “copioni”. Ma ci sono forti dubbi ancora sulla validità di questi test

di SALVO INTRAVAIA

Al via il primo test Invalsi di licenza media “anticopioni”. Nella mattina di oggi i 500mila studenti che frequentano la terza media saranno impegnati nella prova  predisposta dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione. La prova  –  contrariamente a quelle somministrate alle elementari, in prima media e al secondo anno delle superiori  –  contribuirà alla valutazione finale del diploma. La novità di quest’anno è la misura volta a ridurre il cosiddetto fenomeno di cheating, che in inglese significa “barare”: cinque diverse versioni dei quizzoni con le domande disposte in modo diverso.
Sembra infatti che nelle scorse edizioni della prova Invalsi, gli esperti dell’istituto di Frascati abbiano individuato “comportamenti anomali”. Nessuno, ovviamente, beccato con le mani nella marmellata ma, attraverso elaborazioni statistiche, è emerso che in alcune realtà si copia di più e in altre di meno. Il cheating può essere dovuto all’aiutino del prof durante la prova o alla mancanza di adeguata sorveglianza durate i test di Italiano e Matematica che consente ai ragazzini di darsi una mano a vicenda. L’anno scorso, i più copioni furono gli studenti calabresi e siciliani.
I primi, secondo l’Invalsi, hanno registrato un indice di propensione al cheating pari al 17 per cento in Italiano mentre ai secondi spetta il record per la Matematica: con un indice di propensione al cheating pari addirittura al 30 per cento.

Un parametro che è in grado di dire quante risposte corrette sono state fornite dagli studenti per effetto della loro preparazione e quante sono le risposte suggerite dai prof e racimolate da bigliettini, libri e altri stratagemmi dei ragazzi per azzeccare la risposta corretta.
Ma qual è l’impatto della prova Invalsi sulle esame di terza media? Per espressa disposizione dell’Istituto nazionale di valutazione, i professori non possono attribuire al quizzone un voto in decimi inferiore a quattro. E cosa sono in grado di dirci sull’apprendimento dei nostri ragazzini i test Invalsi? A rispondere a questa domanda ci ha provato Tommaso Agasisti, docente di ingegneria gestionale al Politecnico di Milano, che attraverso un recente studio effettuato alcuni mesi fa ha analizzato i risultati del test Invalsi di una terza classe dello scorso anno.
I test sono in grado di fornire un’informazione abbastanza precisa, anche al netto del cosiddetto cheating, sulle competenze in Italiano e Matematica degli alunni italiani. Con la possibilità di confronti fra classi, scuole e studenti (italiani e stranieri o di diverse aree geografiche). Ma non possono dirci “tutto quello che  –  spiega Agasisti  –  sarebbe utile conoscere”. “Il principale limite metodologico” è che “i dati sul singolo anno riflettono variabili “esterne” che non possono essere modificate dalle scuole: background degli studenti, caratteristiche di contesto, ecc”. Ma, soprattutto, “quanta parte dei risultati degli studenti può essere attribuita all’azione della scuola”.