Maestre claytoniane e loro impegni

MAESTRE CLAYTONIANE E LORO IMPEGNI di Umberto Tenuta

CANTO 227 Errata corrige: maestre claytoniane, non tayloriane. Ma la sostanza non cambia. Restano gli impegni:

CLAYTON :<<si può tracciare il seguente modello dell’attività dell’insegnante: −Egli:   

1. determina i risultati auspicati;

2. esamina lo scolaro e valuta il suo livello effettivo di apprendimento;

3. specifica gli obiettivi dell’insegnamento alla luce dei punti 1) e 2);

4. seleziona le informazioni, i temi di studio e mette a punto i metodi;

5. impegna lo scolaro in attività che presume lo portino all’apprendimento;

6. dirige e guida le attività di apprendimento;

7. crea situazioni che permettano di utilizzare gli apprendimenti acquisiti;

8. valuta i risultati del processo>>[1]

 

1° La Maestra claytoniana determina i risultati auspicati.

Ancora, e speriamo per sempre, non siamo capaci di programmare lo zigote che darà origine al nuovo essere umano.

Siamo figli del Caso.

Nella prima gestazione.

Ma nella seconda?

Come è stato ben espresso da Pieron, il bambino è solo un “candidato alla condizione umana”.

Se l’uomo è immerso nel tempo e nella storia, se modella e crea la sua persona mentre modifica se stesso nel tempo e nel corso del tempo, dovrebbe risultare evidente che non possiamo più parlare di “natura umana” e di un’”essenza dell’uomo”. L’uomo non è un essere dotato di ragione, lo diventa. Non è sociale, lo diventa. Non è religioso, lo diventa. E che dire della natura umana. Possiamo ancora parlarne?>>.

Il proprio modo di essere e di agire l’uomo lo acquista solo attraverso l’educazione; egli non è dotato di potenzialità che si sviluppano, ma di conoscenze che scopre, di capacità che acquisisce, di atteggiamenti che matura[2].

Quali conoscenze, quali capacità, quali atteggiamenti?

Homo sum: nihil humani a me alienum puto.

Non tutto ma di tutto.

Alfabetizzazione umana, alfabetizzazione culturale, alfabetizzazione personale.

Hic et nunc.

In ogni cellula c’è tutto il genoma umano.

Ma ogni individuo lo esprime in una forma individuale, originale, unica.

2° La Maestra claytoniana << esamina lo scolaro e valuta il suo livello effettivo di apprendimento>>

Il bimbo ha già imparato nel grembo materno, impara appena apre gli occhi.

Apprende conoscenze, capacità, atteggiamenti.

Quando arriva a scuola, è già un piccolo uomo, singolare, originale, unico nell’Universo umano: come lui non c’è nessuno!

Altro che scolaresca vattelappesca!

  1. La Maestra claytoniana specifica gli obiettivi dell’insegnamento alla luce dei punti 1) e 2), per ciascuno dei suoi venticinque mocciosetti, in modi diversi vestiti, e non dalle mammine.

Altro che divisa militaresca della scolaresca!

Qui ci vogliono venticinque Programmazioni educative personalizzate (PEP ovverossia Piani Educativi Personalizzati).

4. La Maestra claytoniana seleziona le informazioni, i temi di studio e mette a punto i metodi.

Contenuti e Metodi di apprendimento, non di insegnamento, chiaro?

Belle e variopinte Antologie personalizzate di cultura umana.

Personali strade di apprendimento (dal latino methŏdus che deriva dal greco μέϑοδος cioè “ricerca, indagine, investigazione”,formato dal prefisso met– (μετα-) che in combinazione con il sostantivo δός cioè “via” assume il significato di “con”; significa quindi “strada con la quale raggiungere un fine” (http://it.wiktionary.org/wiki/metodo).

 

  1. La Maestra claytoniana impegna lo scolaro in attività che presume lo portino all’apprendimento

−Bimbo, fallo tu perché io mi stanco!

−Mi sembra che questa sia la via giusta, ma vedi tu.

−Sai, caro, è bella questa strada, panoramica, appena appena in salita, fa proprio per te.

−Lo so che ne sei entusiasta e non vedi l’ora di incamminarti, coi tuoi amici più cari.

−Ti do la mia benedizione!

  1. La Maestra claytoniana dirige e guida le attività di apprendimento.

<<Maestra, aiutami a fare da sola!>>(Montessori).

E la maestra Lucia, con discrezione:

−Attenta, ora si avvicina una curva pericolosa!

−Attenta, che discesa!

−Attenta, ora c’è da sudare!

7. La Maestra claytoniana crea situazioni che permettano di utilizzare gli apprendimenti acquisiti.

Apri la mente a quel ch’io ti paleso

e fermalvi entro; ché non fa scïenza,

sanza lo ritenere, avere inteso.

Non ripetere ma utilizzare in nuove situazioni per memorizzare.

Bando alla monotonia delle ripetizioni della nonna e della zia!

Ed anche questo in tempi, modi e ritmi personalizzati, mai uguali per studenti diversi.

8. La Maestra claytoniana valuta i risultati del processo

La Maestra, economa, mica aspetta la Signora INVALSI, da pagare con moneta profumata!

Valuta lei i risultati dei lavori, in sincronia e sintonia con le colleghe amate della programmazione interdisciplinare.

E mica finisce qui!

Vichiani corsi e ricorsi storici.

Tutto procede a spirale, sempre più larga, sempre più alta.

Excelsius!

Chi sarà?

Carlo Magno?

Francesco d’Assisi?

Einstein?

Lucia di Lammermoor?

Il Vicino della porta accanto?

No, amici cari.

Sarà Errico!

 

 

[1] CLAYTON T.E., Insegnamento e apprendimento, Martello, Milano, 1967, p. 14.

[2] UMBERTO TENUTA, http://www.edscuola.it/archivio/didattica/aggiornamento3.html