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Scuola, ecco la controriforma del M5S: ‘Stop finanziamenti a private, più docenti’

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, ecco la controriforma del M5S: ‘Stop finanziamenti a private, più docenti’

Sul blog di Grillo la piattaforma per cambiare l’istruzione. Le proposte di legge puntano ad assumere i precari (tutti), mettere fine alla contribuzione pubblica alle paritarie, rilancio dell’edilizia con piano triennale. Ma le coperture non sono indicate

Scuola, maxi-concorso dopo le assunzioni “In cattedra in 180mila

da la Repubblica

Scuola, maxi-concorso dopo le assunzioni “In cattedra in 180mila

Cambia ancora il piano: solo 100mila presi subito, poi il bando Scontro sul bonus per le paritarie: il ministro pressa ma il Pd frena

Corrado Zunino

Il ministro Stefania Giannini ha rivelato, ieri: saranno 180 mila le assunzioni della “Buona scuola”. Trentamila in più. Ma è una somma che non dice come i numeri degli assunti, in verità, scendono e che per levare molti precari dal mare delle graduatorie Gae (graduatorie a esaurimento, ndr) e metterli definitivamente in cattedra servirà il passaggio ravvicinato del concorso pubblico 2015-2016.
La materia “stabilizzazione dei docenti” è in continua trasformazione negli uffici dei tecnici dell’Istruzione e lo sarà fino a martedì mattina, giorno del Consiglio dei ministri dedicato anche alla scuola. Ricapitolando. Gli assunti subito, il prossimo settembre, saranno 120 mila e non i 148 mila di cui si è parlato nel librone “La Buona scuola”. Gli assunti subito e definitivi saranno, poi, solo novantamila, presi in gran parte dalla graduatoria a esaurimento Gae. Altri 15-18 mila docenti precari saranno chiamati dalla seconda fascia (questa d’istituto) sulla base dell’anzianità di insegnamento e soprattutto di ciò che insegnano: otterranno un contratto ponte che darà loro l’agognata cattedra per un anno, ma non il “ruolo”. Un anno ponte, somiglia alla vecchia supplenza lunga. Per ottenere l’assunzione a tempo indeterminato i 15-18 mila precarioni dovranno partecipare al prossimo concorso. La prova andrà a bando entro giugno 2015 e già in ottobre il Miur conta di fare le prime selezioni scritte. Inizialmente doveva essere un concorso per 40 mila posti, ma saliranno a 60 mila ed è possibile che per i 15-18 mila “contratti-ponte” ci sarà una corsia preferenziale. Si sale a quota “100 mila assunti subito” aggiungendo i diecimila del concorsone 2012 non ancora inquadrati e i 1.793 che, secondo le prime stime del Miur, hanno maturato 36 mesi di supplenze su un ruolo vacante (sentenza della Corte Ue).
Sembra complicato, e lo è. Perché le stratificazioni delle graduatorie sono quasi ventennali, il censimento dei precari non è pronto e perché il ministero sceglie in base ai “bisogni della scuola”. Ci sono troppi aspiranti prof di lettere e filosofia, pochi di matematica e fisica e troppi precari iscritti nelle classi di concorso delle scuole primarie. È probabile che, esaurite le Gae, nelle classi di concorso necessarie — matematica, fisica, chimica — si passerà alla seconda fascia. E diverse migliaia di aspiranti “prima fascia” resteranno senza ruolo. Resterà fuori, per esempio, la gran parte dei 51 mila insegnanti d’infanzia in lista: c’è posto solo per diecimila. Già, il prossimo settembre le Graduatorie a esaurimento non saranno esaurite, come chiedeva invece il premier Matteo Renzi.
Il Miur sta preparando indennizzi per gli insegnanti precari ingiustamente non assunti: fino a dieci mensilità. Novità ci saranno per il personale amministrativo e tecnico (Ata). Il ministro chiede infine sgravi fiscali per le paritarie, ma il Pd non vuole investire sulle private viste le poche risorse. Deciderà Renzi martedì.

ANTEPRIMA- Assunzioni, ora sono 180mila. Ma ci sono pure i vincitori del prossimo concorso

da La Tecnica della Scuola

ANTEPRIMA- Assunzioni, ora sono 180mila. Ma ci sono pure i vincitori del prossimo concorso

Lo  ha detto il ministro Giannini, a margine dell’incontro al Nazareno con i vertici del PD: quasi 40mila immissioni in più rispetto a quelle previste a settembre 2014. Avevamo ragione: si tratta del computo su più anni, comprendente anche i vincitori del prossimo “concorsone”. E in serata spunta anche la “spalmatura” su 4 anni! Intanto Renzi conferma che il doppio decreto arriverà in CdM martedì 3 marzo. Urla e lacrimogeni lanciati per pochi minuti da un gruppo di studenti.

Le assunzioni non saranno 150mila. E nemmeno 120mila, come si era detto negli ultimi giorni. A sentire il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, a margine dell’incontro tenuto il 27 febbraio al Nazareno con i vertici del Partito Democratico, le immissioni in ruolo saranno molte di più: a quanto si apprende delle agenzie di stampa, il responsabile del Miur avrebbe detto che sono “180mila insegnanti a settembre saranno assunti”. Si tratterebbe di una cifra clamorosa, addirittura superiore di quasi 40mila unità rispetto a quella indicata nella prima versione della Buona Scuola: talmente grande da far pensare dove possa avere trovato la copertura economica aggiuntiva il Governo, dal momento che le ultime notizie davano il Mef imbufalito per la mancanza di fondi a disposizione per soddisfare l’immissione in ruolo di 120mila docenti precari abilitati. A meno che il ministro non abbia “dimenticato” di dire che le assunzioni si spalmerebbero anche sul 2016.

E così è andata: in serata, infatti, sarà Renzi a specificare che le 180.000 assunzioni sono la somma delle stabilizzazioni di precari previste a settembre e degli “ingressi” di nuovi insegnanti conseguenti al concorso che verrà bandito: indiscrezioni quantificherebbero i vincitori del concorso in una cifra che va dalle 40mila alle 60mila unità. Nel primo caso, le assunzioni “originarie”, dei precari per intenderci, rimarrebbero pressoché immutate rispetto al piano iniziale; nel secondo, invece, mancherebbero all’appello 20mila posti.

Sempre in serata, però, arriva un’ultima agenzia di stampa, stavolta Tmnews, che cambierebbe ulteriormente il quadro: “i provvedimenti sulla scuola – si legge nel “lancio” delle ore 20.00 –arriveranno in Consiglio dei ministri martedì prossimo, consentendo, tra l’altro, 180mila assunzioni entro l’anno scolastico 2018-2019″. In tal caso, il quadro cambierebbe ulterirmente: si tratterebbe, infatti, di una “spalmatura” delle assunzioni addirittura su quattro anni.

A questo punto, però, è meglio fermarsi con le ipotesi. Sarebbe senz’altro più utile ragionare sui fatti. Lo stesso premier, sempre incontrando i gruppi del Pd sull’agenda del governo, ha confermato che lunedì il governo tirerà le fila per portare martedì in consiglio dei ministri il decreto e il ddl sulla Buona Scuola.

Mentre si svolgeva l’incontro, fuori il Nazareno una trentina di studenti ha protestato per una quindicina di minuti contro la riforma della scuola. “La scuola è pubblica e non si tocca, la difenderemo con la lotta”, hanno urlato urlano. Qualcuno, riferisce l’Ansa, ha anche lanciato dei fumogeni. Le forze dell’ordine sono intervenute subito ad arginare la protesta e provano ad allontanare gli studenti, che continuavano a urlare: “Renzi vattene”. Nella sede del Pd il premier sta presiedendo un dibattito sulla scuola.

Gli studenti hanno anche tenuto a precisare che domani, sabato 28 febbraio, saranno in piazza contro la Lega: “Odio la Lega”, hanno urlato.

Il merito varrà per il 70% sullo stipendio, parola di Giannini

da La Tecnica della Scuola

Il merito varrà per il 70% sullo stipendio, parola di Giannini

Cambia la carriera degli insegnanti, con il “merito” che peserà per il 70% negli aumenti di stipendio. In via di definizione il numero di precari da stabilizzare dal 1° settembre. Confermate le misure in Consiglio dei ministri di martedì 3 marzo. Il nodo delle coperture rimane

«Sugli scatti stipendiali degli insegnanti siamo partiti con un’ipotesi molto forte: via l’anzianità e tutto merito. La consultazione ha portato molto saggiamente a un’ipotesi di equilibrio. Le percentuali vanno viste nel dettaglio, ma grossomodo l’anzianità varrà per il 30%, il merito per il restante. Ma non è un modo per diminuire lo stipendio, ma per aumentarlo». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, intervenendo a Radio Anch’io su Radio uno.

Parlando in generale di valutazione, il ministro ha sottolineato che «è un cardine del progetto educativo» e quindi «del provvedimento» sulla Buona scuola. Ma «non c’è nulla di misterioso e inventato in casa nostra. Noi non applichiamo sistemi di valutazione esotici, che non abbiano fondatezza e un’applicazione in altri paesi del mondo. Li applicheremo tendendo conto del contesto italiano e sono basati su assoluta trasparenza e oggettività».

Il processo, ha aggiunto Giannini, si compone di «una fase auto-valutativa, in cui la scuola valuta se stessa su didattica, organizzazione, formazione», tre attività valide «per la valutazione dei singoli docenti e degli istituti». A farlo sarà un nucleo di valutazione composto da una serie di figure che rappresentano i docenti, la comunità che gravita attorno alla scuola, il dirigente scolastico, che lo presiederà nucleo ed è garante del processo di trasparenza». A questa fase si accompagna anche una esterna, «quella della visita degli ispettori. La misura di valutazione sarà sul triennio».

Pensioni: prorogata la scadenza per la sesta salvaguardia

da La Tecnica della Scuola

Pensioni: prorogata la scadenza per la sesta salvaguardia

L.L.

Per via di difficoltà tecniche comunicate dall’Inps, saranno accettate anche le domande presentate oltre il termine del 2 marzo

Il 2 marzo era stato fissato il termine per la presentazione delle domande di cessazione da parte di coloro che fossero rientrati nella c.d. Sesta salvaguardia, di cui alla Legge 10 ottobre 2014, n. 147.

Interessati sono i lavoratori che hanno ricevuto comunicazione dall’Inps di essere rientrati tra i beneficiari per andare in pensione con i requisiti previgenti la riforma Fornero, se nel 2011 erano in congedo o permesso per l’assistenza di un parente o affine disabile grave.

L’Inps ha però comunicato al Miur che le complesse operazioni di verifica dei requisiti e di monitoraggio propedeutiche all’individuazione dei beneficiari della salvaguardia e le successive comunicazioni agli interessati – attività che la legge pone in capo all’INPS – determineranno una dilazione dei tempi procedurali inizialmente previsti.

Per tali motivi tecnici, con nota prot. n. 6748 del 27 febbraio 2015 il Miur ha fatto sapere che sarà possibile produrre e accettare le domande di cessazione presentate anche oltre il termine del 2 marzo. Non viene indicata una data ultima entro la quale effettuare l’invio, per cui consigliamo comunque di non discostarsi molto da quella precedentemente indicata.

Le tabelle delle classi di concorso restano immutate

da La Tecnica della Scuola

Le tabelle delle classi di concorso restano immutate

Ancora irrisolto il complicato problema della revisione delle classi di concorso. Ma la questione va affrontata con urgenza.

Per il prossimo anno scolastico, in attesa di una ormai dimenticata riforma delle classi di concorso, si procede ancora per via transitoria. Sono state pubblicate le tabelle per l’assegnazione degli insegnamenti alle classi di concorso. Resta tutto immutato, vengono di fatto confermate le scelte dello scorso anno.

Il Miur emana la nota sugli organici 6753/15,a cui allega la tabella dell’assegnazione dei docenti alle classi di concorso, riferita alle classi dei nuovi ordinamenti e ovviamente alle classi di concorso.
Resta quindi a carico delle scuole l’ardua decisione sulle classi di concorso atipiche. Infatti saranno ancora le scuole, per l’anno scolastico 2015/2016, a decidere quale sarà la classe di concorso specifica, fra quelle elencate, ad essere scelta.
È del tutto evidente che, per le classi di concorso atipiche, tale scelta deve essere fatta a tutela dei perdenti posto più anziani, che nell’incrocio delle graduatorie interne d’Istituto delle classi di concorso atipiche risultano meglio graduati. Infatti nella suddetta nota ministeriale viene spiegata la procedura da adottare in presenza di più titolari per le varie classi di concorso nel caso degli insegnamenti “atipici” al fine di evitare il determinarsi di contenzioso e discrezionalità.
La cosa curiosa è che le tabelle allegate, riguardante l’assegnazione dei docenti alle classi di concorso per l’anno 2015/2016, non tengono conto di alcune sospensive del Tar del Lazio sulle tabelle dello scorso anno scolastico.

Siccome tali tabelle sono rimaste invariate, si pone il problema di legittimità vista l’esistenza di tali sospensive. Al Miur avranno avuto contezza che il problema non esiste più oppure si tratta di una svista.

Questionario scuola: la scadenza slitta dal 28 febbraio al 7 marzo 2015

da La Tecnica della Scuola

Questionario scuola: la scadenza slitta dal 28 febbraio al 7 marzo 2015

L.L.

C’è più tempo per la compilazione del questionario che consentirà all’Invalsi l’elaborazione dei dati che saranno restituiti alle scuole con i relativi valori di riferimento (benchmark) all’interno della Piattaforma operativa unitaria in cui sarà prodotto il RAV. Annullata l’assistenza Invalsi prevista per la mattina del 28 febbraio

Slitta di qualche giorno la scadenza per la compilazione del Questionario Scuola.

Infatti, con nota prot. n.767 del 27 febbraio 2015, il Miur ha comunicato che il termine iniazialmente fissato al 28 febbraio con nota n. prot. n. 429 del 6 febbraio 2015 per la compilazione del Questionario scuola, da parte delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, riguardante il processo di autovalutazione nell’ambito del Sistema Nazionale di Valutazione, viene prorogato al 7 marzo 2015.

A tale proposito, l’Invalsi ha pubblicato sul proprio sito il seguente messaggio: “In conseguenza della proroga fino al 7 marzo della scadenza per la compilazione del questionario scuola, l’assistenza straordinaria dell’Invalsi, prevista per la mattinata del 28 febbraio, è annullata. Il servizio di supporto sarà regolarmente raggiungibile a partire da lunedì 2 marzo”.

Ricordiamo che gli Istituti Comprensivi e gli Istituti Superiori statali devono compilare un unico Questionario relativo a tutti plessi e scuole gestite, pertanto verrà inviata un’unica e-mail ed un’unica password di accesso. Invece, gli Istituti Omnicomprensivi dovranno compilare due Questionari: uno per le scuole del primo ciclo (primarie e secondarie di 1° grado) ed uno per le scuole del secondo ciclo (secondarie di 2° grado).

Di Menna (Uil scuola), ma i conti non tornano…

da tuttoscuola.com

Di Menna (Uil scuola), ma i conti non tornano…

Mentre il Governo annuncia l’organico arricchito emana un decreto in contrasto con quanto dice. C’è qualcosa che non funziona“. E’ il commento di Massimo Di Menna agli annunci del Governo sulle assunzioni al termine dell’Assemblea appena conclusa a Bari in vista delle elezioni della prossima settimana per il rinnovo delle Rsu nelle scuole.
I conti – afferma – non tornano. Perchè quel che si registra oggi è, da un lato, l’annuncio di un organico arricchito della scuola e nuove immissioni in ruolo, dall’altro la predisposizione di un decreto in tema di organici che sposta le lancette indietro di un anno. Si dovrebbe, invece, garantire un assetto di certezze e di stabilità per la scuola. Il piano di assunzioni – precisa – è sicuramente un fatto positivo. Ma attenzione, la retribuzione e tanto più i contributi non sono materia da decreto legge, gli insegnanti non sono sudditi. Retribuzione e progressione economica sono materie specifiche del contratto di lavoro e quindi materie di discussione. C’è molta apprensione per le risorse a disposizione. Il governo assicuri risorse per il contratto perchè al momento non c’è neanche un euro. Il Ministro Giannini ha detto che ci saranno sorprese per gli Ata, ma al momento – osserva il sindacalista – ci sono solo tagli e mancati pagamenti. Occorre aprire subito un confronto per dare certezze di riconoscimento, stabilità e carriera per questo personale che ha manifestato a Roma davanti al Ministero“.

Si va verso 120mila assunzioni a settembre e 60mila da concorso

da tuttoscuola.com

Si va verso 120mila assunzioni a settembre e 60mila da concorso

Matteo Renzi, incontrando i gruppi del Pd sull’agenda del governo, ha confermato che lunedì il governo tirerà le fila per portare martedì in consiglio dei ministri il decreto e il ddl sulla scuola. Nell’incontro il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, ora del Pd dopo l’uscita da Sc, ha detto che “180mila insegnanti saranno assunti da settembre“.

Successivamente a questa dichiarazione, si è avuta una rettifica da parte del Ministero, che ha chiarito che le assunzioni sono la somma delle stabilizzazioni di precari previste a settembre e degli “ingressi” di nuovi insegnanti conseguenti al concorso che verrà bandito. Dunque non tutti a settembre.

A questo punto i numeri paiono però pressoché definitivi: le 148.100 assunzioni previste a settembre dovrebbero essere ridotte a 120mila, mentre i posti messi al concorso per il successivo triennio dovrebbero salire da 40mila a 60mila.

Ue, riforme scolastiche italiane promettenti

da tuttoscuola.com

Ue, riforme scolastiche italiane promettenti

Il governo sta dando priorità alle spese per l’istruzione scolastica dopo numerosi anni di tagli“, e le “misure volte a migliorare i risultati scolastici sono promettenti“. Lo sostiene un rapporto di lavoro della Commissione europea, pubblicato ieri, sulle politiche economiche e strutturali dell’Italia nel quadro della strategia Europa 2020.

Il rapporto include anche il monitoraggio sulle raccomandazioni del 2014 e sui progressi verso la correzione degli squilibri macroeconomici, e contiene precisi riferimenti anche alle riforme della “buona scuola”.

Dopo aver ricordato il metodo adottato dal Governo italiano (consultazione pubblica di due mesi per arrivare a fine febbraio a un follow up legislativo), il rapporto sottolinea che una delle principali misure della riforma consiste nel sostituire l’attuale sistema di carriera degli insegnanti esclusivamente a base di anzianità con un sistema che include anche elementi basati sul merito. “Questo – afferma – sarebbe una grande innovazione per il sistema educativo in Italia“.

Si ricorda quindi che il governo propone anche di assumere su base permanente a partire dal settembre 2015 quasi 150.000 insegnanti che hanno finora lavorato con contratti a breve termine e che dal 2016 in poi l’accesso alla professione sarà possibile solo attraverso concorsi pubblici.

Nel documento si parla anche dell’apprendimento basato sul lavoro sottolineando che in Italia “è ancora limitato” ma che il Governo prevede, nella riforma, tirocini di almeno 200 ore annue obbligatorie per gli alunni negli ultimi tre anni delle Superiori.

Un cenno anche all’istruzione terziaria a orientamento professionale: “un modello di finanziamento che premia la qualità per gli Istituti Tecnici Superiori sarà introdotto nel 2015, con il 10% dei fondi assegnati in base agli indicatori di performance. Si tratta di un passo positivo, anche se gli Istituti Tecnici Superiori rimangono una piccola nicchia di istruzione: solo circa 5.000 studenti li hanno frequentati a fine 2013 sebbene i dati sulla occupabilità dei giovani in uscita siano incoraggianti”.

Edilizia scolastica, “il cantiere del giorno” sul sito di #italiasicura

Sul sito di #italiasicura, nella parte dedicata all’edilizia scolastica, è attiva la sezione “il cantiere del giorno”, dove è possibile controllare lo stato degli interventi in corso sulle scuole, città per città. Ogni giorno viene presentato lo stato di avanzamento di un cantiere, i tempi e il tipo d’intervento, lo stanziamento economico e immagini che testimoniano l’avanzata dei lavori.

Il cantiere del giorno” sul sito di #italiasicura

Decreto «Buona Scuola», resta il nodo indennizzi. In arrivo nuovo concorso da 60mila posti

da Il Sole 24 Ore

Decreto «Buona Scuola», resta il nodo indennizzi. In arrivo nuovo concorso da 60mila posti

di Eugenio Bruno e Claudio Tucci

Di vertice in vertice le nubi sul decreto Scuola si diradano. E anche i numeri della maxi-operazione precari cominciano ad assumere un contorno più preciso. Sia nella loro composizione totale (120mila unità) che nelle varie categorie di stabilizzandi interessati (Gae, iscritti in seconda fascia, idonei dell’ultima selezione targata Profumo). Così come appare ormai chiaro che dal 2016 nella scuola si entrerà solo per concorso. Dovrebbero essere infatti 60mila i posti messi a bando per il prossimo triennio, in base al turn-over previsto.

Di tutto questo si è parlato ieri pomeriggio a palazzo Chigi in un summit tra il premier Matteo Renzi, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e il sottosegretario Davide Faraone. Nel corso della riunione sono stati esaminati (ma non ancora sciolti del tutto) anche i nodi che ancora avvolgono la riforma. A cominciare dal maxi-indennizzo (su cui si veda Il Sole Ore del 24 febbraio) per i supplenti con contratto a termine superiore ai 36 mesi (e a forte rischio contenzioso dopo la sentenza Ue del 26 novembre).

L’indennità (nella versione 2,5 mensilità, 6 mensilità addirittura 10 mensilità, per i “super precari”) avrebbe superato il vaglio politico. Ma resta quello tecnico visti anche i rilievi sulle coperture posti mercoledì sera dai tecnici del Mef che hanno espressamente chiesto al Miur di indicare la platea esatta dei potenziali beneficiari del risarcimento e l’onere finanziario che in ogni caso, trapela da Via XX Settembre, dovrà essere a carico del bilancio dell’Istruzione.

La dote complessiva per la «Buona Scuola» è stata fissata nella legge di stabilità: 1 miliardo per il 2015 e 3 miliardi a regime. E oltre questi importi (mai stanziati finora per la scuola) non si potrà andare.

Soldi che dovranno servire soprattutto per il maxi-piano di stabilizzazione di precari. Da quanto si apprende, alla quota di 120mila si arriverebbe assumendo i 12mila tra vincitori e idonei del “concorsone” Profumo del 2012, a cui si aggiungerebbero gli 80/90mila precari storici inseriti nelle Gae e altri 20mila circa tra i supplenti annuali delle Graduatorie d’istituto. L’operazione dovrebbe costare poco meno di 700 milioni nel 2015 (i docenti in più sul sostegno sono finanziati dal decreto Carrozza) e un paio di miliardi a regime.

Le risorse restanti serviranno per il nuovo concorso da bandire quest’anno per 60mila posti da spalmare nel triennio 2016-2019. Inoltre 40 milioni sono impegnati per il potenziamento dei laboratori (a livello territoriale) e altri 50 milioni per la formazione dei docenti. Per i professori – l’ha confermato ieri il ministro Giannini – cambierà la carriera: gli aumenti stipendiali saranno per il 70% legati al merito(l’anzianità di servizio peserà per il restante 30% mentre oggi vale il 100%).

Il decreto scuola conterrà pure un rafforzamento di alcune materie. Si parte dalla musica, che potrebbe guadagnare un’ora in quarta e quinta elementare. E, passando per l’educazione fisica e l’utilizzo di un docente «esperto» (un laureato in scienze della formazione primaria con l’abilitazione in educazione motoria), si arriva alle lingue straniere. Che significano soprattutto adozione della metodologia Clil per insegnare in lingua inglese le altre discipline. E ciò per due ore a settimana in quinta elementare dall’anno scolastico 2015/2016 e poi anche in quarta dal 2016/2017. Queste misure prese nel loro complesso porterebbero a un ripristino (almeno di fatto) della compresenza abolita dalle riforma Gelmini. A cui si sommerà il potenziamento di storia dell’arte, diritto ed economia nelle scuole secondarie di II grado.

Confermato anche il rafforzamento della scuola-lavoro. Due le novità principali contenute nel testo. Da un lato, l’estensione ai licei dei periodi di formazione on the job fino a un massimo di 200 ore. Contemporaneamente negli istituti tecnici e professionali si passerà dalle 100 ore attuali a 400 nel triennio (e non 600). Con la possibilità, nei territori a bassa industrializzazione, di svolgerle nelle Pa che sottoscriveranno una convenzione ad hoc.

Giannini, negli scatti di stipendio ai prof varrà per il 70% il merito

da La Stampa

Giannini, negli scatti di stipendio ai prof varrà per il 70% il merito

per il ministro dell’ Istruzione il processo di valutazione è uno dei cardini della “Buona Scuola”
roma

«Sugli scatti stipendiali degli insegnanti siamo partiti con un’ipotesi molto forte: via l’anzianità e tutto merito. La consultazione ha portato molto saggiamente a un’ipotesi di equilibrio. Le percentuali vanno viste nel dettaglio, ma grossomodo l’anzianità varrà per il 30%, il merito per il restante. Ma non è un modo per diminuire lo stipendio, ma per aumentarlo». Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, intervenendo a Radio Anch’io su Radio uno.

Parlando in generale di valutazione, il ministro ha sottolineato che «è un cardine del progetto educativo» e quindi «del provvedimento» sulla Buona scuola. Ma «non c’è nulla di misterioso e inventato in casa nostra. Noi non applichiamo sistemi di valutazione esotici, che non abbiano fondatezza e un’applicazione in altri paesi del mondo. Li applicheremo tendendo conto del contesto italiano e sono basati su assoluta trasparenza e oggettività».

Il processo, ha aggiunto Giannini, si compone di «una fase autovalutativa, in cui la scuola valuta se stessa su didattica, organizzazione, formazione», tre attività valide «per la valutazione dei singoli docenti e degli istituti». A farlo sarà un nucleo di valutazione composto da una serie di figure che rappresentano i docenti, la comunità che gravita attorno alla scuola, il dirigente scolastico, che lo presiederà nucleo ed è garante del processo di trasparenza». A questa fase si accompagna anche una esterna, «quella della visita degli ispettori. La misura di valutazione – ha concluso il ministro – sarà sul triennio».

 

Precari, il rebus del governo per evitare maxi-ricorsi

da Corriere della sera

Precari, il rebus del governo per evitare maxi-ricorsi

L’ipotesi di un risarcimento economico da 2,5 a 10 mensilità. Ma le prime sentenze dei giudici italiani sull’onda della Corte di giustizia europea sono molto più «pesanti»

Michele Schinella

La porta l’ha sfondata la Corte di Giustizia dell’Unione europea con la storica pronuncia del 26 novembre del 2014 che ha censurato il ricorso abusivo a contratti a tempo determinato. I giudici italiani l’hanno subito varcata riconoscendo agli insegnanti precari della scuola con più di 36 mesi di servizio su posto vacante il risarcimento dei danni, quantificato (in media) in 12 mensilità più le differenze retributive legate all’anzianità. Ma ci sono giudici che sono andati oltre ordinando al Ministero dell’Istruzione la stabilizzazione dei professori precari con relativo diritto a tutti gli arretrati. Così, tra gennaio e febbraio del 2015, si è pronunciato il Tribunale di Napoli in un giudizio in cui a sostegno del professore è intervenuta la Cgil e il Gilda; e, allo stesso modo, a favore di un’insegnante di 43 anni supportata dall’Adida (Associazioni docenti invisibili da abilitare) si è pronunciato il Tribunale del Lavoro di Fermo.

L’«offerta» di Renzi

Se per i docenti precari questi provvedimenti giurisdizionali che ne preannunciano migliaia dello stesso segno sono il traguardo della battaglia di una vita, per le finanze pubbliche e per il Governo di Matteo Renzi impegnato a varare il pacchetto «Buona scuola», sono, invece, il materializzarsi di un incubo. Il piano scuola, nell’agenda del Consiglio dei ministri di martedì 3 marzo – secondo quanto è trapelato – prevederebbe, infatti, una maxi transazione volta a prevenire il contenzioso dall’esito scontato dopo la pronuncia dell’organo di giustizia europea. Agli insegnanti precari con più di 36 mesi di servizio su posto vacante il Governo offrirebbe, a domanda, un’indennità che va da 2,5 a 10 mensilità, a seconda degli anni di precariato, per chiudere la partita. Molto meno, già solo in termini economici, di quanto gli insegnanti precari potrebbero ottenere percorrendo la via giudiziaria che è si spinta sino al diritto alla stabilizzazione.

Il no dei sindacati

Il sindacato Anief e l’associazione Adida, da anni impegnati nella tutela dei precari della scuola, sono sul piede di guerra: «La proposta del Governo è inaccettabile. Per anni si è pensato di risparmiare sulla pelle dei lavoratori coprendo posti esistenti con personale sfruttato e adesso si pensa di cavarsela con una caramella», attacca Valeria Bruccolo, presidente di Adida. Il presidente di Anief, Marco Pacifico, è ancora più duro: «I numeri del Governo sono clamorosamente sbagliati. I docenti da risarcire non sono 5mila ma almeno 150mila. Tutti pronti a fare causa. Nessuno di loro accetterà di incassare come risarcimento un quinto di quanto potrà ottenere nei Tribunali italiani». La Corte di giustizia europea ha stabilito che «il ricorso reiterato al contratto a tempo determinato è abusivo quando non è giustificato da esigenze transitorie ma serve per coprire posti vacanti e disponibili, senza indicare tempi certi per lo svolgimento del pubblico concorso». Ciò che è accaduto per anni nella scuola italiana, secondo i Tribunali di tutt’Italia, che hanno riconosciuto il diritto al risarcimento.

Le sentenze dei giudici

Il Tribunale di Siena è arrivato a quantificarlo in 20 mensilità. I Tribunali di Fermo e di Napoli hanno accolto le tesi dei legali dell’Adida (Santi Delia e Michele Bonetti) e della Cgil e Gilda (Massimo Ambron, Amos Andreoni e Lucia Martino), e hanno riconosciuto il diritto all’assunzione con effetto retroattivo (il giudice di Fermo sin dal 2004). Ritenendosi legittimati dalla giurisprudenza europea hanno superato il principio dell’articolo 97 della Costituzione («Nella pubblica amministrazione si accede mediante concorso»), ritenuto da sempre baluardo contro ogni pretesa di stabilizzazione. Con il pacchetto «Buona Scuola», il governo Renzi prendendo atto di migliaia di posti vacanti in organico e per prevenire nuove bacchettate dall’Europa avrebbe previsto – secondo le indiscrezioni – la stabilizzazione di 130 mila docenti precari, da pescare però quasi tutti nella graduatoria ad esaurimento. «Non ci convince, specie dopo le sentenze di Napoli e Fermo. In queste graduatorie ci sono migliaia di persone che non hanno neppure un giorno di servizio. La discriminazione tra precari è intollerabile. La pronuncia europea non distingue tra precari se non per il requisito del servizio», dicono Bruccolo e Pacifico. Il presidente di Anief, indica la via d’uscita: «Si aumenti il tempo scuola e si elimini finalmente il precariato, limbo in cui ci sono in tutto 250mila persone».

Consiglio superiore dell’istruzione bloccato fino alla fine del 2015

da Corriere della sera

Consiglio superiore dell’istruzione bloccato fino alla fine del 2015

Le elezioni vengono ancora rinviate, e soprattutto viene prorogata la fase di vacatio per l’espressione dei pareri obbligatori dell’organo

Valentina Santarpia

Bocca tappata al Consiglio superiore della Pubblica istruzione dal 30 marzo 2015 al 31 dicembre 2015, cioè proprio nel periodo di approvazione e attuazione della riforma della Buona scuola. Il cavillo è contenuto in un articolo del Decreto Milleproroghe, in discussione al Senato: è il comma 1 dell’articolo 6, che no solo dispone la proroga dal 31 dicembre 2014 al 30 settembre 2015 del termine per l’elezione dell’organo consultivo della scuola, ma che prevede anche una lunga vacatio per i pareri del Consiglio, che non saranno più obbligatori dalla fine di marzo fino alla fine dell’anno. Il Consiglio nazionale, che è un organo di 36 membri eletti ogni 5 anni, esiste dal ‘74, e ha la competenza di esprimere pareri obbligatori sui cicli, sui programmi, sulla valutazione, sul personale: lo scopo è quello di avere un organismo di supporto e riferimento per il ministero, che non può ignorare i suoi pareri. La sua funzione è stata però snaturata negli ultimi anni: il Consiglio è retto da un commissario ad acta da tre anni, nonostante sua una sentenza del Tar del Lazio dell’ottobre del 2013, sia una sentenza del Consiglio di Stato di qualche giorno fa abbiano ribadito che era necessaria e improcrastinabile la sua costituzione.

«Mancherà un supporto fondamentale»

Critiche le opposizioni: «Proprio nel momento in cui il ministero e il presidente del Consiglio dichiarano di voler rivoluzionare la scuola, toccando anche l’organizzazione del personale, viene prorogata la costituzione del Consiglio e soprattutto il termine durante il quale il ministero non ha bisogno di chiedere i pareri di questo organo, fondamentale- spiega l’on. senatrice Maria Mussini, ex Cinque Stelle, oggi gruppo misto- se il parere di questo organo fosse contrario alla riforma, il governo potrebbe essere costretto a fare delle valutazioni diverse e apportare dei correttivi».