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Concorso docenti, malfunzionamento Istanze on line. Gilda chiede incontro al Miur

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, malfunzionamento Istanze on line. Gilda chiede incontro al Miur

Gilda degli insegnanti, scrive al Miur per ottenere al più presto un incontro urgente in merito alle problematiche inerenti il malfunzionamento della piattaforma Istanze Online per la compilazione e l’invio delle domande per il concorso docenti.

Sono molti i nostri lettori che si sono lamentati del funzionamento pessimo di Istanze on line, che in alcuni casi, nel corso dell’inoltro della domanda di partecipazione al concorso, è andato in tilt, vanificando il tempo impiegato dal candidato.

Infatti, come riporta il sindacato Gilda, i server della piattaforma risultano essere sovraccarichi e spesso bisogna attendere molto per compilare e inviare la domanda di partecipazione al concorso.

Da qui la richiesta di un incontro per provare a risolvere una situazione delicata.

L’occasione sarà propizia anche per parlare del fatto che nei bandi emanati non ci sia quello relativo all’insegnamento della lingua slovena, causando problemi alle scuole di lingua slovena, che possono reclutare docenti solo attraverso la mobilità.

 

Ecco il documento della Gilda inviato al Miur

 

GUIDA PER PARTECIPARE AL CONCORSO

1) Chi può partecipare:

  1. I docenti in possesso del titolo di abilitazione all’insegnamento conseguito entro la data di scadenza del termine per la presentazione della domanda;
  2. I docenti che hanno conseguito all’estero il corrispettivo titolo di abilitazione, titolo riconosciuto dal nostro ministero;
  3. I docenti scuola primaria che hanno conseguito il titolo di studio, sia quadriennale che quinquennale, entro il 2001 / 2002
  4. I docenti di religione cattolica anche se di ruolo (fonte SNADIR)

2Entro quale data deve possedere i titoli:

  1. Entro la data di scadenza di presentazione della domanda (30 marzo 2016)

3Chi non può partecipare e domande inoltrate con metodo diverso:

  1. I candidati in possesso del titolo di diploma di sperimentazione ad indirizzo linguistico sia conseguito in Italia che all’estero.
  2. Il personale già assunto con contratto individuale di lavoro a tempo indeterminato nelle scuole statali
  3. Le istanze presentate con modalità diversa non sono in alcun caso prese in considerazione

4Requisiti da possedere e da dichiarare

  1. I candidati devono, altresì, possedere i seguenti requisiti generali fra i quali l’idoneità fisica all’impiego, per la quale l’Amministrazione si riserva la facoltà di sottoporre a visita medica di controllo i vincitori. In caso di carenza degli stessi, l’USR dispone l’esclusione immediata dei candidati in qualsiasi momento della procedura concorsuale.
  2. Ricevuta di versamento tramite bonifico bancario di dieci € intestato a : sezione di tesoreria 348 ROMA SUCCURSALE, IBAN: IT 28S 01000 03245348 O 13 241000 Causale: “regione procedura concorsuale/posto comune – nome e cognome – codice fiscale del candidato”
  3. il cognome ed il nome (le coniugate indicheranno solo il cognome di nascita);
  4. la data, il luogo di nascita, la residenza e il codice fiscale;
  5. il possesso della cittadinanza italiana ovvero della cittadinanza di uno degli stati membri dell’Unione Europea ovvero dichiarazione attestante le condizioni di cui all’articolo 7 della legge 6 agosto 2013, n. 97;
  6. il comune nelle cui liste elettorali è iscritto ovvero i motivi della mancata iscrizione o della cancellazione dalle liste medesime;
  7. di essere fisicamente idoneo allo svolgimento delle funzioni proprie del docente;
  8. le eventuali condanne penali riportate (anche se sono stati concessi amnistia, indulto, condono o perdono giudiziale) e gli eventuali procedimenti penali pendenti, in Italia e all’estero. Tale dichiarazione deve essere resa anche se negativa, pena l’esclusione dal concorso;
  9. di non essere stato destituito o dispensato dall’impiego presso una pubblica amministrazione per persistente insufficiente rendimento e di non essere stato licenziato da altro impiego statale ai sensi della normativa vigente, per aver conseguito l’impiego mediante produzione di documenti falsi e, comunque, con mezzi fraudolenti, ovvero per aver sottoscritto il contratto individuale di lavoro a seguito della presentazione di documenti falsi. In caso contrario il candidato deve indicare la causa di risoluzione del rapporto d’impiego;
  10. il possesso di titoli previsti dall’articolo 5, commi 4 e 5, del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, che, a parità di merito o a parità di merito e titoli, danno luogo a preferenza. I titoli devono essere posseduti alla data di scadenza del termine di presentazione della domanda;
  11. l’indirizzo, comprensivo di codice di avviamento postale, il numero telefonico, nonché il recapito di posta elettronica ordinaria o certificata presso cui chiede di ricevere le comunicazioni relative al concorso. Il candidato si impegna a far conoscere tempestivamente le variazioni tramite sistema POLIS;
  12. se, nel caso in cui siano portatori di handicap, abbiano l’esigenza, ai sensi degli articoli 4 e 20 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di essere assistiti durante le prove, indicando, in caso affermativo, l’ausilio necessario in relazione al proprio handicap, nonché l’eventuale necessità di tempi aggiuntivi. Tali richieste devono risultare da apposita certificazione rilasciata da una competente struttura sanitaria da inviare, almeno 10 giorni prima dell’inizio della prova, o in formato elettronico mediante posta elettronica certificata all’indirizzo del competente USR o a mezzo di raccomandata postale con avviso di ricevimento indirizzata al medesimo USR. Le modalità di svolgimento della prova possono essere concordate telefonicamente. Dell’ accordo raggiunto il competente USR redige un sintetico verbale che invia all’interessato;
  13. la procedura concorsuale per la/e quale/i intende concorrere;
  14. il titolo di abilitazione all’insegnamento posseduto ai sensi dell’articolo 3, con l’esatta indicazione dell’Istituzione che l’ha rilasciato, dell’anno scolastico ovvero accademico in cui è stato conseguito, del voto riportato. Qualora il titolo di accesso sia stato conseguito all’estero, devono essere altresì indicati obbligatoriamente gli estremi del provvedimento del Ministero di riconoscimento dell’equipollenza del titolo medesimo;
  15. la lingua straniera prescelta tra le seguenti: inglese, francese, tedesco e spagnolo per la procedura inerente la scuola dell’infanzia. Per la scuola primaria la lingua straniera è obbligatoriamente la lingua inglese;
  16. i titoli valutabili ai sensi della tabella allegata al decreto del Ministro n. 94 del 23 febbraio 2016;

il consenso al trattamento dei dati personali per le finalità e con le modalità di cui al decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, e successive modificazioni;

il possesso di titoli previsti dall’articolo 5, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487;

  1. dichiarazione di autorizzazione al trattamento dei dati personali

5Dove e come presentare la domanda:

  1. In una sola regione eccezione per chi ha abilitazioni per l’altro concorso (es. per la scuola dell’infanzia e primaria) po’ presentare domanda in un’altra regione.
  2. tramite il sistema POLIS
  3. entro 30 giorni dalle ore 8,00 del 29 febbraio 2016 e fino alle ore 14.00 del 30 marzo 2016

6Prove di esame:

  1. nessuna prova preselettiva
  2. Le prove scritte ovvero scritto-grafiche sono computerizzate
  3. La prova orale
  4. La valutazione delle prove

7) Dove e quando si farà la prova scritta:

  1. Il 12 aprile sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale e nei siti del MIUR e degli USR La data della prova scritta, l’elenco delle sedi con la loro esatta ubicazione e l’elenco dei candidati distribuiti per ordine alfabetico dove si sosterrà la prova scritta.
  2. I candidati dovranno presentarsi con un valido documento di riconoscimento e la ricevuta del versamento di 10 €.
  3. Perde il diritto alla partecipazione al concorso chi non si presenta nella sede di sua spettanza il giorno e l’orario fissato.
  4. I candidati ammessi alla prova orale riceveranno almeno venti giorni prima tramite posta elettronica indicata all’atto della domanda di partecipazione.
  • comunicazione del voto ottenuto alla prova scritta,
  • la data e l’ora di svolgimento della prova orale
  1. Prima di sostenere l’esame orale e comunque entro quindi giorni dalla ricezione della comunicazione relativa al superamento della prova scritta, il candidato ammesso alla prova orale dovrà presentare tutti i titoli dichiarati nella domanda.
  2. Nell’accertamento della veridicità delle dichiarazioni se dovesse risultare una o più dichiarazioni non veritiera il candidato decade dai benefici relativi alla stessa dichiarazione non veritiera.
  3. Le documentazioni non complete possono essere regolarizzate successivamente e comunque entro i termini stabiliti dalle USR.

8Graduatorie:

  1. La commissione giudicatrice dopo aver valutato le prove e i titoli compila la graduatoria di merito inserendo un numero di candidati pari al numero dei posti messi a concorso aumentati del 10%
  2. La graduatoria avrà la durata di tre anni dalla data delle sua pubblicazione.

9Assunzione:

  1. Il candidato utilmente collocato nella graduatoria di merito e in regola con la

prescritta documentazione è assunto, secondo l’ordine di graduatoria ai sensi e nei limiti delle ordinarie facoltà assunzionali (chiamata dei dirigenti)

  1. I docenti assunti ricevono le proposte di incarico, di durata triennale
  2. sono sottoposti al periodo di formazione e di prova
  3. In materia di riserva di posti si applicano le disposizioni normativa in vigore
  4. I concorrenti vincitori sono tenuti a presentare i documenti di rito richiesti per la stipula del

contratto a tempo indeterminato

  1. Il rifiuto dell’assunzione, o la mancata presentazione senza giustificato motivo ovvero in assenza di delega nel giorno indicato implica la decadenza dal relativo diritto con depennamento dalla relativa graduatoria.
  2. Nel caso di rinuncia o decadenza dalla nomina di candidati vincitori l’Amministrazione può

procedere ad altrettante assunzioni di candidati secondo l’ordine della graduatoria concorsuale

10Ricorsi:

Avverso i provvedimenti relativi alla presente procedura concorsuale è ammesso, per i soli vizi di legittimità, dalla data di pubblicazione o di notifica all’interessato.

  1. ricorso straordinario al Presidente della Repubblica, entro 120 giorni,
  2. ricorso giurisdizionale al competente T.A.R., entro 60 giorni

Alunni ciechi: no alla scuola speciale

da tuttoscuola.com

Alunni ciechi: no alla scuola speciale
Il presidente dell’iici Barbuto punta il dito contro la “Buona scuola” e critica la proposta di “far frequentare 2 anni di scuola speciale prima di inserire i bambini nella scuola di tutti”.

L’entrata in vigore della nuova legge comunemente intesa come la “Buona Scuola”, segna un passaggio fondamentale per l’intero sistema di istruzione e di formazione che influenzerà anche i percorsi educativi dei nostri bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti“. Così il presidente nazionale dell’Unione ciechi e ipovedenti, Mario Barbuto, nella riflessione affidata all’editoriale dell’ultimo numero del Corriere dei ciechi, come riferisce l’agenzia Redattore Sociale.

La proposta di legge presentata congiuntamente da Fand e Fish, che stiamo tentando di far recepire il più possibile nell’alveo operativo della legge sulla Buona Scuola – prosegue Barbuto – indica una direzione di marcia chiara e condivisa, relativamente all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: garantire la frequenza delle scuole comuni per tutti; accrescere risorse e competenze generali e specifiche da porre al servizio dei processi di inclusione. Non sarà un cammino agevole e veloce, ma non esistono alternative. Non si possono percorrere facili scorciatoie nell’illusione di poter bastare a se stessi, ignorando la realtà  circostante e il mondo di tutti“.

Aspra è la polemica di Barbuto: “Piccoli cervelli annebbiati dal tempo, con la faciloneria di chi scopre l’acqua calda, vengono invece a tentarci con idee e proposte alquanto stravaganti, definibili come una sorta di ritorno al passato tecnologico. Due anni di “scuola speciale” prima di tuffare i bambini ciechi di sei e sette anni nel mondo più vasto della scuola di tutti. Due anni di indottrinamento speciale per imparare le tecniche e le pratiche necessarie a saper sopravvivere, poi, nella scuola comune. Insomma, una specie di ‘trattamento sanitario obbligatorio’ al quale sottoporre i nostri bambini e le nostre bambine per due anni prima di concedere loro il permesso di soggiorno in quella scuola dove tutti gli altri entrano invece fin dal primo giorno, per diritto sancito dalle leggi e dalla Costituzione della Repubblica. Non sarà necessario confutare simili stravaganze sotto il profilo pedagogico! Sarà sufficiente un sano esercizio del buon senso a cogliere l’assurdità e l’inattuabilità di una simile idea“.

In ogni caso “in un disegno sinergico con i nostri Istituti operanti sul territorio nazionale, tenendo insieme risorse e competenze delle quali già disponiamo, saremo in grado di supportare le pubbliche istituzioni in quel processo di inclusione che sappia offrire a ciascuno il proprio posto nella scuola di tutti, fin dal primo giorno del primissimo ciclo di istruzione, senza essere costretti a conseguire, già a sei anni, patenti e abilitazioni di sorta“.

Diffidiamo delle puerili suggestioni e delle chimeriche illusioni”, conclude Barbuto, ”e soprattutto diffidiamo della faciloneria e dell’improvvisazione di nuovi apprendisti stregoni“.

Alternanza, progetto Federmeccanica-Miur-Indire

da tuttoscuola.com

Alternanza, progetto Federmeccanica-Miur-Indire
Da settembre 2016 oltre 500 imprese metalmeccaniche apriranno le porte a 5.000 studenti di istituti tecnici e professionali per offrire un percorso di formazione “on the job”

Oggi e domani a Roma, presso il Miur, viene presentato “Traineeship”, il progetto nato dal Protocollo di Intesa sottoscritto da MIUR e Federmeccanica il 17 giugno 2014 e avviato grazie alla collaborazione con Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione, Ricerca Educativa).

Il progetto si propone come azione pilota rivolta ad un gruppo di istituti tecnici e professionali selezionati a livello nazionale, i cui studenti verranno coinvolti in una esperienza innovativa di alternanza scuola lavoro (ASL) a partire dall’anno scolastico 2016-2017.

L’iniziativa adotta un approccio “on the job” basato su almeno 400 ore di formazione in alternanza, da programmare nell’arco del secondo biennio e dell’ultimo anno del ciclo di studi secondario, con un sistema “a rotazione” durante l’anno (evitando così di concentrare un numero troppo alto di studenti a sessione) coerentemente con quanto previsto dalla riforma della Buona Scuola varata a luglio 2015.

Traineeship ha come obiettivo principale quello di generare un processo di innovazione sociale proponendo, su scala nazionale, un modello di alternanza scuola lavoro che supporti un cambiamento dell’organizzazione della didattica, nel rispetto dell’autonomia degli istituti. Si vuole infatti mettere al centro dell’esperienza dell’alternanza l’apprendimento nei luoghi di lavoro, quale elemento irrinunciabile del percorso curricolare, riconoscendone la piena “equivalenza formativa”.

Anche sul piano metodologico ed operativo, Traineeship si distingue per alcuni elementi caratteristici e innovativi come:

– la progettazione e la realizzazione congiunta dei percorsi di ASL tra istituti scolastici e imprese;
– lo sviluppo in azienda di contenuti peculiari dell’indirizzo di studi;
– l’utilizzo di un sistema di formazione/coaching/tutoring integrato tra scuola e azienda in tutte le fasi del percorso;
– la certificazione delle competenze acquisite nel contesto aziendale (con particolare attenzione alle soft skills), il loro riconoscimento e la validazione a livello di filiera metalmeccanica.

Il progetto coinvolge 50 istituti tecnici e professionali di tutte le regioni italiane per un totale complessivo che si aggira intorno alle 200 classi, con circa 5.000 studenti e 600 docenti.

Nel contempo verranno individuate circa 500 imprese metalmeccaniche italiane per l’accoglienza degli studenti all’interno della propria struttura, in modo tale da fornire loro l’esperienza derivante dalla formazione erogata in contesto lavorativo.

L’avvio ufficiale delle attività (settembre 2016) prevede l’apertura di una piattaforma on line per la gestione delle comunicazioni e lo scambio materiali e un servizio di help desk continuo.  Nella home page saranno disponibili funzioni di videoconferenza per webinar, discussioni, presentazioni “uno a molti” e “molti a molti”.

Inoltre, per ogni scuola partecipante sarà aperta “una classe virtuale” che permetterà lo scambio di materiali la gestione di un calendario condiviso delle attività. Sarà prevista anche una mailing list ed un ambiente per videoconferenza sempre disponibile.

Al termine della realizzazione dei percorsi le competenze sviluppate dagli studenti saranno valutate e certificate dalla Scuola e dall’Impresa e verranno riconosciute a livello di filiera aziendale di Federmeccanica.

Dirigenti scolastici tra proteste e polemiche

da tuttoscuola.com

Dirigenti scolastici tra proteste e polemiche

Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola,  conferma in una nota “le ragioni della manifestazione di oggi dei dirigenti scolastici” (che) “restano tutte confermate”. E così prosegue, in polemica con il Miur e con l’ANP: “Non può essere certo un comunicato stampa, diffuso con singolare tempismo la sera prima dell’iniziativa, a farci ritenere conclusa positivamente una questione che si trascina irrisolta da tantissimi mesi; non ci bastano le sbrigative rassicurazioni fornite da interlocutori rivelatisi tante volte inaffidabili“.

Gissi denuncia “l`incoerenza di un Governo che a parole li indica come figure centrali per la riforma della scuola e nei fatti taglia le loro retribuzioni, già del tutto inadeguate rispetto alla complessità delle funzioni svolte e molto lontane dal resto della dirigenza pubblica“.

La ministra Giannini – dice Gissi – si mostri all`altezza di una gestione corretta e seria delle relazioni sindacali: le sedi giuste per formalizzare decisioni e impegni sono quelle del confronto che abbiamo sollecitato, oggi chiedendo che sia ricevuta al Miur una delegazione di manifestanti, domani nel previsto tentativo di conciliazione. Non si perda in giochini inutili, come lo sono i tentativi di ‘sgonfiare’ le azioni di protesta dichiarando già risolte le questioni per le quali si sta manifestando. Lo ripeto: è un modo poco serio di fare politica e di gestire le relazioni sindacali.  Che poi vi sia addirittura un`associazione sindacale che si presta al gioco, millantando meriti del tutto inesistenti per risultati ancora da verificare, è un fatto che si commenta da solo“.

Ora vogliamo i fatti”, conclude Gissi.

Inglese: Italia 28a nel mondo, ma tra gli ultimi in Europa

da tuttoscuola.com

Inglese: Italia 28a nel mondo, ma tra gli ultimi in Europa
Ricerca di EF English Live sulla conoscenza dell’inglese nel 2015 in 70 Paesi del mondo

L’Italia, nel 2015, si attesta al 28° posto nel ranking mondiale delle 70 nazioni in esame, dopo Paesi come la Spagna e la Germania ma prima della Francia, con un lieve peggioramento rispetto al 2014, quando era al 27° posto. Nella classifica che ordina i Paesi per livello di competenza nella lingua inglese trionfano svedesi, olandesi e danesi. Gli italiani invece, sono agli ultimi posti tra i Paesi europei. Il quadro emerge dai dati forniti da EF English Live, che dal 2007 monitora annualmente i cambiamenti connessi alla conoscenza della lingua inglese in diversi Paesi (ad oggi 70).

L’Europa conferma il suo posto in testa all’indice, si legge nel comunicato di EF English Live, registrando i livelli di competenza complessivamente più alti. “I risultati migliori sono quelli ottenuti dall’Europa Settentrionale e da quella Centrale, le quali hanno via via rafforzato il proprio status. La Francia si distingue dal resto d’Europa per il suo basso livello di competenza d’inglese e si dimostra, in realtà, così indietro rispetto ai suoi vicini che il suo livello di competenza in inglese è simile a quelli dei paesi dell’estremo Est Europeo. Forse a causa di una avversione culturale all’inglese o dell’incapacità di riformare il sistema scolastico, la Francia sta seguendo una traiettoria diversa dai suoi vicini”.

Per quanto riguarda la classifica europea, l’Italia rimane agli ultimi posti, dietro alla Slovacchia ma ancora davanti alla Francia, che nel 2015 perde ben 8 posizioni rispetto all’anno precedente. Ciò che emerge da questi dati è che, in Europa Occidentale, dei quattro principali paesi europei non madrelingua inglesi, tre (Francia, Italia e Spagna) hanno ottenuto un risultato inferiore alla media dell’Unione Europea. Ma la Spagna e l’Italia, negli ultimi otto anni, hanno riportato risultati migliori rispetto agli anni precedenti, mentre la Francia è arretrata.

Le donne comunque conoscono meglio la lingua straniera rispetto agli uomini. In Italia le donne hanno infatti un punteggio di 54.58 mentre gli uomini si attestano a 53.46. In linea con le tendenze globali, in Europa il dato è molto simile, 56.56 per le donne e 54.74 per gli uomini, mentre nel mondo 53.40 contro 52.08.

 

Lo strumento utilizzato è l’Indice di Conoscenza dell’Inglese EF EPI, (messo a punto da EF Learning Labs, divisione dell’azienda che si occupa di corsi e viaggi studio per l’apprendimento delle lingue straniere), che testa 910 mila adulti in 70 Paesi secondo una scala che è allineata al Quadro Comune di Riferimento Europeo per le Lingue Straniere.

Avviso 10 marzo 2016

D.G. per gli ordinamenti scolastici e per l’autonomia scolastica

Oggetto: 11 Marzo 2016: UNISTEM DAY! Giornata europea di divulgazione della ricerca sulle cellule staminali dedicata agli studenti

Stimolare nei giovani interesse per la scienza e magari far scoprire loro una vocazione per la ricerca scientifica. Questo lo scopo di UNISTEM DAY, la giornata europea, giunta all’ottava edizione, di divulgazione della ricerca sulle cellule staminali, dedicata agli studenti delle scuole superiori in tutta Europa.

Sono 150 le scuole italiane coinvolte e circa 18 mila gli studenti che affolleranno le aule di 35 atenei e centri di ricerca in Italia e che parteciperanno a una serie di incontri, dibattiti, visite e attività laboratoriali organizzati per richiamare l’importanza della ricerca scientifica per il futuro del Paese e dei giovani.

In totale in Europa saranno più di 27 mila gli studenti coinvolti e 300 scuole: oltre all’Italia, in Spagna, Regno Unito, Svezia, Serbia, Danimarca, Polonia e Germania.

Ad accompagnarli nelle esperienze previste dal programma, diverso per ciascuna sede, ci saranno non solo ricercatori, ma anche comunicatori della scienza, sociologi, clinici, eticisti e molti altri esperti e rappresentanti del mondo della cultura e della ricerca.

Attraverso seminari, lezioni, discussioni, filmati, visite ai laboratori ed eventi ricreativi, i ragazzi potranno scoprire contenuti e metodi della scienza e comprendere dal vivo che la ricerca scientifica è anche divertente e favorisce relazioni personali e sociali costruite sulle prove, sul coraggio e sull’integrità. Il filo conduttore di quest’anno è infatti la “libertà di studiare”, quindi libertà di conoscere, libertà di usare prove e controlli per distinguere le mere opinioni dai fatti.

UniStem Day è uno dei più grandi eventi di divulgazione scientifica a livello europeo, totalmente made in Italy.

E’ infatti nato nel 2009 da un’idea della prof.ssa Elena Cattaneo dell’Università degli Studi di Milano, centro ideatore e coordinatore di tutte le otto edizioni.

Una grande occasione per diffondere e valorizzare la conoscenza scientifica e la ricerca, a partire dal tema delle cellule staminali assunto come spunto.

Oltre alle tante attività previste ci sarà spazio per momenti che associano arte e scienza, come show teatrali e concerti: un intreccio quindi di saperi e discipline, con la collaborazione di scienziati, ricercatori, studenti e tante altre figure professionali, per diffondere la passione per il metodo della scienza, che attraverso ricerche controllate riduce l’incertezza su com’è fatta e funziona la natura.

Le scuole interessate a conoscere i programmi della giornata o i materiali che verranno prodotti potranno prendere contatto con gli organizzatori attraverso il sito www.unistem.it o all’indirizzo email unistem@unimi.it.

L’elenco delle scuole, suddivise per regione, che parteciperanno alla giornata UniStem 2016 si trova all’indirizzo http://users2.unimi.it/unistem/index.php/unistem2016/ecco-lelenco-di-tutte-le-scuole-di-unistem-day-2016/.

Decreto Interministeriale 10 marzo 2016, n. 155

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

di concerto con

IL MINISTRO della SALUTE

VISTO il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni ed integrazioni, ed in particolare l’articolo 6;

VISTO l’art. 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni;

VISTA la legge 2 agosto 1999 n. 264, ed in particolare l’art. 1, comma 1, lettera a);

VISTA la legge 10 agosto 2000, n. 251, recante la disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della prevenzione, nonché della professione ostetrica;

VISTO il decreto legislativo 21 dicembre 1999, n. 517, recante la disciplina dei rapporti fra Servizio Sanitario Nazionale e Università a norma  dell’art. 6 della legge 30 novembre 1998, n. 419;

VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 24 maggio 2001, recante “Linee guida  concernenti i protocolli d’ intesa da stipulare tra Regioni e Università  per lo svolgimento delle attività assistenziali delle Università nel quadro della programmazione nazionale e regionale”, ai sensi dell’ art.1, comma 2, del citato D. Lgs n. 517/1999 ;

VISTO il decreto-legge 12 novembre 2001, n. 402, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 gennaio 2002, n. 1, recante disposizioni urgenti in materia di personale sanitario, ed in particolare l’ art.1, commi 9 e 10;

VISTO il D.M. 22 ottobre 2004, n. 270, concernente l’autonomia didattica degli Atenei;

VISTO il D.I. 19.2.2009, concernente la determinazione delle classi delle lauree delle professioni sanitarie, ed in particolare l’ art.10 che prevede l’istituzione presso il MIUR dell’Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie con il compito di formulare proposte e pareri in ordine alla definizione di requisiti d’idoneità organizzativi, strutturali e tecnologici per l’ accreditamento delle strutture didattiche universitarie e ospedaliere in cui si svolge la formazione delle figure professionali dell’ area sanitaria, nonché a criteri e modalità per assicurare la qualità della stessa formazione in conformità alle indicazioni dell’ Unione Europea ;

VISTA la Legge del 10 dicembre 2010, n.240, riguardante  Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del sistema universitario;

VISTI il decreto direttoriale 28 luglio 2014, come integrato dal decreto direttoriale 10 luglio 2015, con il quale il Ministero della Salute ha individuato le Associazioni professionali dell’area sanitaria maggiormente rappresentative a livello nazionale;

CONSIDERATA la necessità di ricostituire l’Osservatorio Nazionale per le professioni sanitarie in quanto scaduto in data 30 dicembre 2013;

ACQUISITE le designazioni dagli organismi deputati a far parte del Comitato di Presidenza;

 

DECRETA:

Articolo 1

E’ istituito presso il Ministero dell’ istruzione, dell’ università e della ricerca l’ Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie di cui alla legge 10 agosto 2000, n. 251 ed al decreto  del 19 febbraio 2009, citati in premessa.

Articolo 2

L’ Osservatorio Nazionale per le professioni sanitarie formula proposte e pareri in ordine alla definizione di:

  • a) linee di indirizzo per l’elaborazione di requisiti d’idoneità organizzativi, strutturali e tecnologici, per l’accreditamento delle strutture didattiche universitarie e ospedaliere per la formazione delle figure professionali di cui alla legge n. 251/2000;
  • b) linee guida per la stipula dei protocolli d’intesa tra le Regioni e le Università, a norma dell’art. 6, comma 3, del decreto legislativo n.502/1992 e dell’art.6, comma 13 della Legge n.240/2010;
  • c) criteri e modalità per assicurare la qualità e la formazione in conformità alle indicazioni dell’ Unione Europea;
  • d) criteri e modalità per lo svolgimento del monitoraggio dei risultati della formazione delle figure professionali dell’ area sanitaria.

Articolo 3

A decorrere dalla data del presente decreto e per la durata di un triennio l’Osservatorio Nazionale per le professioni sanitarie è composto da un Comitato di Presidenza e dalle rappresentanze indicate nel successivo articolo 4:

1) in rappresentanza della CRUI:
Prof. Giuseppe NOVELLI, Rettore dell’ Università di Roma Tor Vergata, con funzioni di Presidente;

2) in rappresentanza del MIUR :

Dott.ssa Maria Letizia MELINA, Direttore Generale della D.G. per lo studente, lo sviluppo e  l’internalizzazione della formazione superiore;
Dott.ssa Vanda LANZAFAME, Dirigente Ufficio VI DGSINFS-Esami di Stato e Dottorati;

3) in rappresentanza del Ministero della Salute:

Dott.ssa Rossana UGENTI, Direttore Generale della D.G. delle Risorse Umane e delle
Professioni Sanitarie;
Prof. Eugenio SANTORO, Presidente della Fondazione San Camillo Forlanini -Roma;

4) in rappresentanza della Conferenza dei  Presidenti dei corsi di  laurea dell’area sanitaria:

Prof. ssa Luisa SAIANI, Università di Verona, Presidente;
Dott. Angelo MASTRILLO, AUSL- IRCCS  Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna,
Segretario;

5) in rappresentanza del Consiglio Universitario Nazionale:
Prof. Mario AMORE, Università di Genova;

6) in rappresentanza dell’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario
e della Ricerca:
Prof. Giorgio SESTI , Università “Magna Graecia” di Catanzaro;

7)  in rappresentanza della Conferenza Stato-Regioni;
Dott.ssa Roberta BRENNA, Regione Lombardia.

Articolo 4

Con successivo provvedimento a firma dei Direttori Generali delle competenti Direzioni Generali del MIUR e del Ministero della Salute, verranno nominati  in seno  all’ Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie rappresentanti designati dalla Federazione nazionale dei collegi degli infermieri, dalla Federazione nazionale dei collegi delle ostetriche e dalla Federazione nazionale collegi dei tecnici sanitari di radiologia medica, nonché un rappresentante designato da ciascuna delle Associazioni delle professioni sanitarie maggiormente rappresentative a livello nazionale, cosi come individuate dal Ministero della Salute con il decreto direttoriale 28 luglio 2014, come integrato dal decreto direttoriale 10 luglio 2015.
Il sopraindicato provvedimento costituirà un’apposita segreteria tecnica con funzioni di supporto.

Articolo 5

Per l’assolvimento dei propri compiti l’Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie potrà riunirsi con il solo Comitato di Presidenza o in forma plenaria, oppure organizzarsi in gruppi di lavoro e potrà, inoltre, procedere all’audizione dei responsabili delle strutture didattiche universitarie ed ospedaliere presso le quali si svolge la formazione teorica e pratica delle figure professionali dell’area sanitaria.

Articolo 6

Il funzionamento dell’ Osservatorio Nazionale non comporta oneri aggiuntivi per il MIUR.
Eventuali rimborsi ai componenti per le spese di viaggio, vitto e alloggio, secondo la vigente normativa per il personale delle amministrazioni dello Stato, sono a carico degli Enti di appartenenza.

Roma, 10 marzo 2016
IL MINISTRO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA IL MINISTRO DELLA SALUTE
F.to Stefania   Giannini F.to Beatrice Lorenzin

È il nostro lavoro che fa la scuola

È il nostro lavoro che fa la scuola.
Scatta la petizione dei sindacati

Contratto, stabilità del lavoro, qualità dell’apprendimento, partecipazione democratica: sono questi, e altri, i punti essenziali contenuti nella petizione rivolta a tutto il personale della scuola per promuovere la campagna di raccolta firme che apre la nuova stagione di mobilitazione su tutto il territorio nazionale lanciata da FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal.

Al centro, il ruolo della contrattazione come strumento principale di esercizio del diritto del lavoro, il valore della collegialità per far ripartire un’idea di scuola come comunità democratica e l’affermazione dei principi-cardine di una amministrazione semplice, dalla funzionalità trasparente.

Le firme raccolte verranno consegnate alla Presidenza del Consiglio in occasione della manifestazione nazionale delle RSU prevista il prossimo 28 aprile a Roma.

No al trattamento sanitario obbligatorio delle scuole speciali

Istruzione, l’Unione ciechi: “No al trattamento sanitario obbligatorio delle scuole speciali”

Buona scuola e cattive tentazioni, Barbuto: “Piccoli cervelli annebbiati dal tempo, con la faciloneria di chi scopre l’acqua calda, vengono a tentarci con idee e proposte alquanto stravaganti, definibili come una sorta di ritorno al passato tecnologico. La via maestra è il diritto”

ROMA – “L’entrata in vigore della nuova legge comunemente intesa come la “Buona Scuola”, segna un passaggio fondamentale per l’intero sistema di istruzione e di formazione che influenzerà anche i percorsi educativi dei nostri bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti”. Così il presidente nazionale dell’Unione ciechi e ipovedenti, Mario Barbuto, nella riflessione affidata all’editoriale dell’ultimo numero del Corriere dei ciechi. “La proposta di legge presentata congiuntamente da FAND e FISH, che stiamo tentando di far recepire il più possibile nell’alveo operativo della legge sulla Buona Scuola – prosegue Barbuto – indica una direzione di marcia chiara e condivisa, relativamente all’inclusione scolastica degli alunni con disabilità: garantire la frequenza delle scuole comuni per tutti; accrescere risorse e competenze generali e specifiche da porre al servizio dei processi di inclusione. Non sarà un cammino agevole e veloce, ma non esistono alternative. Non si possono percorrere facili scorciatoie nell’illusione di poter bastare a se stessi, ignorando la realtà circostante e il mondo di tutti”.

Prosegue Barbuto: “Piccoli cervelli annebbiati dal tempo, con la faciloneria di chi scopre l’acqua calda, vengono invece a tentarci con idee e proposte alquanto stravaganti, definibili come una sorta di ritorno al passato tecnologico. Due anni di “scuola speciale” prima di tuffare i bambini ciechi di sei e sette anni nel mondo più vasto della scuola di tutti. Due anni di indottrinamento speciale per imparare le tecniche e le pratiche necessarie a saper sopravvivere, poi, nella scuola comune. Insomma, una specie di “trattamento sanitario obbligatorio” al quale sottoporre i nostri bambini e le nostre bambine per due anni prima di concedere loro il permesso di soggiorno in quella scuola dove tutti gli altri entrano invece fin dal primo giorno, per diritto sancito dalle leggi e dalla Costituzione della Repubblica. Non sarà necessario confutare simili stravaganze sotto il profilo pedagogico! Sarà sufficiente un sano esercizio del buon senso a cogliere l’assurdità e l’inattuabilità di una simile idea”. Un corso biennale forzato e accelerato di autonomie, tecnologie, vita indipendente, somministrato a bambine e bambini di sei anni? Come soldatini da mandare alla guerra dopo averli ben addestrati alle tecniche di assalto e di sopravvivenza? Suvvia, restituiamo il cervello a funzioni e dimensioni normali”.

“Affrontiamo le complesse problematiche dell’inclusione scolastica – incalza il presidente dell’Uici – senza voltarci indietro a cercare patetiche scorciatoie, magari facendo leva sul legittimo disagio che vivono tante famiglie di ragazzi con disabilità per via di una istituzione scolastica troppe volte burocratica e lenta, per non dire incapace di assicurare a tutti il reale diritto all’istruzione, indipendentemente dalle condizioni materiali, sociali, ambientali e personali. Cento anni di storia associativa dell’Unione ci hanno insegnato la via maestra del diritto, da conseguire e garantire in condizioni di uguaglianza e di libertà, persone tra persone, cittadini tra cittadini”.

“In un disegno sinergico con i nostri Istituti operanti sul territorio nazionale, tenendo insieme risorse e competenze delle quali già disponiamo, saremo in grado di supportare le pubbliche istituzioni in quel processo di inclusione che sappia offrire a ciascuno il proprio posto nella scuola di tutti, fin dal primo giorno del primissimo ciclo di istruzione, senza essere costretti a conseguire, già a sei anni, patenti e abilitazioni di sorta”.

Conclude Barbuto: “Uniremo e rafforzeremo le risorse e le competenze delle quali già disponiamo, rendendole sempre più funzionali ai processi di inclusione scolastica che andranno sviluppati e garantiti da parte delle istituzioni pubbliche preposte. Faremo il nostro dovere e la nostra parte per assicurare a tutti un diritto allo studio vero, reale, concreto e operante; ma non cammineremo mai con la testa rivolta all’indietro. Diffidiamo delle puerili suggestioni e delle chimeriche illusioni. E soprattutto diffidiamo della faciloneria e dell’improvvisazione di nuovi apprendisti stregoni”.

Pulizia e decoro delle scuole

Pulizia e decoro delle scuole, a Palazzo Chigi trovata l’intesa: niente licenziamenti

Il programma dedicato alla pulizia e al decoro delle scuole andrà avanti fino a novembre prossimo, in parallelo con la prosecuzione della riflessione su una possibile soluzione di prospettiva. E proseguirà grazie ad un mix di fondi messi a disposizione dal Ministero dell’istruzione e di ricorso alla cassa integrazione. Contestualmente, le imprese del settore ritirano le procedure di licenziamento che sarebbero scattate a fine marzo. Salvaguardati, così, migliaia di posti di lavoro.
E’, questa, la conclusione di una trattativa durata molte ore, cominciata nel pomeriggio di ieri a Palazzo Chigi e terminata a tarda notte con la firma dell’accordo da parte di Cgil, Cisl e Uil e del sistema delle aziende impegnate nel progetto finalizzato al ripristino del decoro e della funzionalità degli edifici scolastici.
La lunga riunione, terminata poi positivamente, è stata coordinata – per l’Esecutivo- dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti, affiancato dal Segretario generale di Palazzo Chigi Paolo Aquilanti, dal Sottosegretario al Miur Davide Faraone e da alti dirigenti dei Ministeri dell’Istruzione e del Lavoro.
“Un buon accordo – commenta De Vincenti- che conferma l’impegno del Governo in direzione della riqualificazione del sistema scuola, a partire da quella degli stabili. Ora si tratta di proseguire nel confronto per un ragionamento di prospettiva sul comparto”.

Gli immatricolati nell’a.a. 2015/2016


Gli immatricolati nell’a.a. 2015/2016


Università, gli immatricolati sono 271.000 (+2%)

Le donne sono il 55% dei nuovi ingressi

Il 36% dei nuovi iscritti sceglie un corso di area scientifica

Immatricolazioni in aumento nel sistema universitario italiano. Nell’anno accademico 2015/2016 gli immatricolati sono complessivamente 271.119, 6.000 in più rispetto allo scorso anno. Si registra dunque un +2% di immatricolazioni che diventa +3% se si guarda solo ai nuovi iscritti nel sistema di età non superiore ai 19 anni.
La mappa delle immatricolazioni caratterizza in modo differenziato le diverse aree del Paese: +5,2% di nuovi ingressi nel Nord-Est (valore massimo) e -2,1% nelle Isole (valore minimo). La maggioranza dei nuovi immatricolati sono 19enni (74,7%), a dimostrazione del fatto che l’ingresso all’università avviene soprattutto nei primi anni dopo il diploma. Rimane predominante la presenza femminile (55,2%). I diplomati del Nord tendono a rimanere maggiormente nella propria area geografica, mentre circa 1 diplomato su 4 del Sud e delle Isole sceglie un ateneo del Centro o del Nord.
Gli immatricolati sono per il 5% di nazionalità non italiana e, in linea con la presenza della popolazione straniera sul territorio nazionale, sono maggiormente rappresentati: i rumeni (14,7%), gli albanesi (12,6%) e i cinesi (9,2%). Guardando alle scelte degli iscritti, emerge una più elevata attrattività della macroarea scientifica e della macroarea sociale, scelte rispettivamente dal 36,3% e dal 33,8% delle matricole. In tutte le aree si evidenzia una maggior presenza delle donne, ad eccezione di quella scientifica dove il 62,4% degli immatricolati è di sesso maschile.
Il tasso di passaggio dalla scuola all’università è in crescita dopo diversi anni di fase negativa: più della metà dei diplomati si è iscritta quest’anno ad un corso di laurea subito dopo l’esame di Stato. Il tasso di passaggio risulta differenziato nelle diverse aree del Paese, cambia in base all’area geografica di provenienza dello studente, con un massimo nel Nord-Ovest (54,1%) ed un minimo nelle Isole (43,6%). Rispetto al precedente anno accademico, emerge come il tasso sia aumentato, o comunque rimasto costante, in tutte le aree del Paese. Le regioni con il tasso di passaggio più elevato sono Lombardia, Liguria, Marche, Abruzzo e Molise; le regioni in cui i ragazzi presentano meno propensione a proseguire con lo studio universitario dopo il diploma sono Sardegna, Sicilia, Campania e Puglia. Resta comunque aperto anche il canale degli Istituti tecnici superiori.
Anche nel proseguimento degli studi la componente femminile è più numerosa: il 55,6% delle neodiplomate si iscrive all’università, mentre la percentuale relativa agli uomini è pari al 45%. Al crescere della votazione al diploma aumenta anche la propensione ad immatricolarsi: oltre il 90% delle eccellenze sceglie di continuare gli studi all’università, mentre la percentuale scende al 22% tra coloro che hanno ottenuto 60/100. I diplomati che hanno conseguito una votazione eccellente si iscrivono prevalentemente a corsi dell’area di ingegneria.
Otto immatricolati su 10 provengono dal Liceo. La bassa percentuale di immatricolazioni tra gli studenti degli Istituti professionali e tecnici è però dovuta anche alla possibilità di proseguire gli studi con percorsi di formazione terziaria non universitaria, come gli Istituti tecnici superiori. La scelta del corso di laurea è influenzata dal tipo di maturità conseguita. I diplomati del Classico prediligono l’area giuridica e letteraria; quelli dello Scientifico le aree: ingegneria, economico-statistica, geo-biologica e medica; il 34,5% degli studenti con maturità linguistica prosegue gli studi nella stessa area; area insegnamento e politico-sociale per i diplomi di Scienze umane. Area economico-statistica la più scelta fra i diplomati con maturità tecnica nel settore economico indirizzo Amministrazione, finanza e marketing; linguistica (30,3%) per i diplomati dell’indirizzo Turismo.
Area economico-statistica e ingegneria per i ragazzi provenienti dagli Istituti professionali settore Industria e artigianato; area agraria per quelli degli indirizzi Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale e Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera.

TRAINEESHIP

9 E 10 MARZO A ROMA IL KICK OFF MEETING DI PRESENTAZIONE

FEDERMECCANICA – MIUR – INDIRE
presentano “TRAINEESHIP”
progetto pilota di Alternanza Scuola Lavoro

Da settembre 2016 oltre 500 imprese metalmeccaniche apriranno le porte a 5.000 studenti di istituti tecnici e professionali per offrire un percorso di formazione “on the job”
Sarà presentato nelle giornate di oggi e domani a Roma, presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, “Traineeship” il progetto nato dal Protocollo di Intesa sottoscritto da MIUR e Federmeccanica il 17 giugno 2014 e avviato grazie alla collaborazione con Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione, Ricerca Educativa).
Il progetto si propone come azione pilota rivolta ad un gruppo di istituti tecnici e professionali selezionati a livello nazionale, i cui studenti verranno coinvolti in una esperienza innovativa di alternanza scuola lavoro (ASL) a partire dall’anno scolastico 2016-2017.
L’iniziativa adotta un approccio “on the job” basato su almeno 400 ore di formazione in alternanza, da programmare nell’arco del secondo biennio e dell’ultimo anno del ciclo di studi secondario, con un sistema “a rotazione” durante l’anno (evitando così di concentrare un numero troppo alto di studenti a sessione) coerentemente con quanto previsto dalla riforma della Buona Scuola varata a luglio 2015.
Traineeship ha come obiettivo principale quello di generare un processo di innovazione sociale proponendo, su scala nazionale, un modello di alternanza scuola lavoro che supporti un cambiamento dell’organizzazione della didattica, nel rispetto dell’autonomia degli istituti. Si vuole infatti mettere al centro dell’esperienza dell’alternanza l’apprendimento nei luoghi di lavoro, quale elemento irrinunciabile del percorso curricolare, riconoscendone la piena “equivalenza formativa”.
Anche sul piano metodologico ed operativo, Traineeship si distingue per alcuni elementi caratteristici e innovativi come:
la progettazione e la realizzazione congiunta dei percorsi di ASL tra istituti scolastici e imprese;

lo sviluppo in azienda di contenuti peculiari dell’indirizzo di studi;

l’utilizzo di un sistema di formazione/coaching/tutoring integrato tra scuola e azienda in tutte le fasi del percorso;

la certificazione delle competenze acquisite nel contesto aziendale (con particolare attenzione alle soft skills), il loro riconoscimento e la validazione a livello di filiera metalmeccanica.

Il progetto coinvolge 50 istituti tecnici e professionali di tutte le regioni italiane per un totale complessivo che si aggira intorno alle 200 classi, con circa 5.000 studenti e 600 docenti.
Nel contempo verranno individuate circa 500 imprese metalmeccaniche italiane per l’accoglienza degli studenti all’interno della propria struttura, in modo tale da fornire loro l’esperienza derivante dalla formazione erogata in contesto lavorativo.
L’avvio ufficiale delle attività (settembre 2016) prevede l’apertura di una piattaforma on line per la gestione delle comunicazioni e lo scambio materiali e un servizio di help desk continuo. Nella home page saranno disponibili funzioni di videoconferenza per webinar, discussioni, presentazioni “uno a molti” e “molti a molti”.
Inoltre, per ogni scuola partecipante sarà aperta “una classe virtuale” che permetterà lo scambio di materiali la gestione di un calendario condiviso delle attività Sarà prevista anche una mailing list ed un ambiente per videoconferenza sempre disponibile.
Al termine della realizzazione dei percorsi saranno valutate e certificate dalla Scuola e dall’Impresa le competenze sviluppate dagli studenti e verranno riconosciute a livello di filiera aziendale di Federmeccanica.
Gabriele Toccafondi, sottosegretario al MIUR:

“La vera sfida del Progetto “Traineeship” è far diventare i luoghi di lavoro contesti in grado di avere capacità di sguardo valorizzatore positivo ed educativo nei confronti dei giovani. Devono, quindi, diventare il luogo in cui i giovani acquisiscono competenze, crescono come persone e riflettono sulla propria esperienza fino a conseguire un titolo di studio. Credo fortemente che stiamo percorrendo la strada giusta – avvicinare i due mondi, la scuola e l’impresa per migliorare la possibilità di mettere a frutto i talenti dei giovani, dando una possibilità concreta di trovare la strada che possa farli crescere professionalmente e culturalmente”.
Fabio Storchi, Presidente Federmeccanica:

“Traineeship mette al centro i nostri giovani fornendo loro un apprendimento basato sull’esperienza lavorativa in fabbrica. Si tratta di un cambio di paradigma che enfatizza il ruolo dell’impresa nella formazione delle competenze e allinea il nostro Paese alle esperienze più avanzate dei Paesi europei.
Giovanni Biondi, Presidente Indire:

“L’ Alternanza Scuola Lavoro deve essere una opportunità per cambiare il modello didattico, anche nelle discipline di base. Non possiamo immaginare che una didattica laboratoriale sia possibile solo nei laboratori delle aziende, dobbiamo invece fare in modo che entri anche nella pratica educativa quotidiana e trasformi radicalmente il modello trasmissivo ancora dominante, soprattutto nelle materie di base. Diversamente, l’esperienza dell’alternanza paradossalmente accentuerà la distanza della scuola dal mondo del lavoro”.
Federico Visentin, Vicepresidente di Federmeccanica con delega all’Education:

“Si tratta di un progetto di grande valenza politica, voluto fortemente da Federmeccanica per mettere a sistema in tutta Italia un modello condiviso di alternanza formativa, nel quale le competenze da trasmettere ai giovani, sia trasversali che tecniche, sono individuate, formate e valutate congiuntamente da scuola e impresa. Ora dobbiamo creare le condizioni affinché si estenda in modo importante il numero di aziende disponibili ad accogliere gli studenti e mettersi in gioco. A tal riguardo riteniamo che il governo debba fare la sua parte mettendo a disposizione forme adeguate di incentivi.”