Archivi categoria: Rassegne

Il Miur chiarisce l’uso del simulatore con 4 faq

da Tecnica della Scuola

Il Miur chiarisce l’uso del simulatore con 4 faq
Così come anticipato dalla nostra testata, il Ministero ha fornito alcune delucidazioni sulle prove: non sarà possibile utilizzare alcuni tablet. Attivata anche la sezione per la segnalazione degli errori
Queste le faq del Ministero sul simulatore
N. 24 – Posso avere l’elenco di tutti i quesiti in formato pdf con tutte le risposte esatte?
No, non è possibile avere l’archivio dei quesiti in formato elettronico ma è possibile prepararsi alla prova preselettiva solo attraverso il simulatore al fine di evitare che l’esercitazione si trasformi in un puro esercizio mnemonico.
N. 25 – Posso vedere l’esito del test indipendentemente dal risultato conseguito?
Sì, il sistema consente di visualizzare le risposte date indipendentemente dal risultato ottenuto.
N. 26 – Al termine dell’esercitazione è possibile visualizzare le risposte?
Sì, il simulatore restituisce l’elenco delle risposte date, evidenziando la risposta in verde, se corretta e in rosso, se errata.
N. 27 – Non riesco ad avviare il simulatore con il mio tablet.
Il simulatore non è utilizzabile da alcuni tablet in quanto non tutti i dispositivi consentono di scaricare ed installare Java.
N. 28 – Non riesco ad aprire i moduli delle domande presenti nel simulatore.
Per aprire i moduli è necessario installare la versione aggiornata del Plugin Java disponibile sul link del sito scuola in chiaro nella sezione esercitatore e attivare nel browser “consenti popup per questo indirizzo”
Tutte le faq sul concorso
Inoltre dal 29 novembre è stata attivata il modulo per la segnalazione degli errori. I candidati potranno indicare sia il malfunzionamento dell’eseritatore che l’eventuale domanda errata, indicandone il codice così come proposto nell’esercitatore

Concorso a cattedra, il Miur modifica il simulatore. Ma le proteste continuano

da Tecnica della Scuola

Concorso a cattedra, il Miur modifica il simulatore. Ma le proteste continuano
di A.G.
Ora al termine dell’esercitazione appaiono tutte le risposte fornite: corrette e errate (le prime in verde, le seconde in rosso). Solo che, continuando a mancare il “librone” contenente tutti i 3.500 quiz in modo consequenziale, quando la risposta è errata non si riesce ancora a risalire a quella esatta. Per farlo, i candidati sono costretti a sottoporsi alla sessione completa almeno un’altra volta. Intanto il tempo passa e la prova ufficiale si avvicina. ULTIMA NOVITA’: ci i può esercitare anche senza codice fiscale
Un passo avanti è stato fatto. Ma i 321mila candidati al concorso a cattedra si aspettavano sicuramente di più. Sono queste le prime reazioni alla decisione del ministero dell’Istruzione di venire incontro alle loro proteste per modificare il simulatore on line contenente, all’interno dei 70 “pacchetti” da 50 domande ciascuno, tutti i 3.500 quiz a risposta multipla che il 17 e 18 dicembre saranno utilizzati per la preselezione.
Dai Forum che trattano di scuola, tanti dei diretti interessati non nascondono la soddisfazione per aver indotto il Miur a non limitarsi (come era stato deciso inizialmente) a pubblicare solo l’esito numerico delle risposte fornite.
Ora, invece, al termine di ogni sessione di 50 esercizi appare una scritta contenente le seguenti informazioni (di volta in volta completate automaticamente dal software sulla base delle risultanze derivanti dall’esercitazione): Modulo selezionate, Risposte esatte, Risposte sbagliate, Risposte errate, Punteggio, Test completato in. Seguono, all’interno di un riquadro, le 50 domande (riportate per esteso ed identificate con il “codice originario”).
Sotto ad ogni domanda, sono posizionate le risposte prescelte dall’aspirante docente che si è sottoposto alla verifica preparatoria: le risposte corrette sono evidenziate in verde, quelle sbagliate in rosso.
Il problema, ed ora entrano in ballo gli scontenti, è che, al contrario di quello che era trapelato poche ore prima, il candidato che non ha indicato l’item corretto continua a non conoscere con immediatezza qual’era la risposta su cui avrebbe dovuto far cadere la preferenza. L’unico modo per saperlo è sottoporsi di nuovo a quella sessione di prove. Consapevole che la domanda a cui non si è riusciti a rispondere correttamente verrà sicuramente riproposta. Dovrà però stare attento a memorizzarla mentalmente (non è possibile copiare o stampare nulla di quello che appare sullo schermo), perché sarà posizionata diversamente. E se il candidato non riuscirà a rispondere ancora bene, dovrà sottoporsi alla sessione addirittura una terza volta. Considerando che questa procedura andrebbe seguita per 50 volte, c’è davvero poco tempo da perdere. Soprattutto perché i giorni a disposizione sono davvero pochi.
Insomma, chi ha a cuore il passaggio alle prove selettive vere e proprie farebbe bene a dedicare molte ore al giorno agli esercizi proposti dal Miur via internet. Infine. dal 29 novembre chiunque potrà esercitarsi senza essersi iscritto preventivamente al sitema Polis e aver presentato la domanda al concorso. Il codice fiscale infatti, non è più necessario per accedere al simulatore.

Graduatorie di circolo e di istituto e posti di sostegno

da Tecnica della Scuola

Graduatorie di circolo e di istituto e posti di sostegno
di Lara La Gatta
Il Miur pubblica alcuni chiarimenti ad integrazione di una precedente nota
Con la nota n. 8879 del 23 novembre il Miur aveva risposto ai quesiti ricevuti circa il mantenimento o meno, su posto di sostegno, del supplente privo di specializzazione nominato “in attesa dell’avente titolo”, nei casi in cui la carenza di aspiranti forniti di titolo di specializzazione permanga, sia nella scuola sia in tutte le altre istituzioni scolastiche della provincia, anche dopo la pubblicazione degli elenchi definitivi di sostegno di seconda e terza fascia. Al riguardo, venivano le disposizioni precedentemente impartite con le note 9379 del 15 novembre 2011 e 20893 del 31 ottobre 2007, secondo cui, in carenza assoluta di aspiranti specializzati, i dirigenti scolastici, in considerazione della particolare tutela della continuità didattica in favore degli alunni disabili, provvederanno alla conferma definitiva sui predetti posti di sostegno del docente privo di titolo già in servizio sui posti in questione con contratto in attesa dell’avente titolo.
Con la successiva nota prot. n. 9039 del 28 novembre 2012 il Miur fa seguito alla precedente nota e chiarisce che le disposizioni di conferma su posti di sostegno del personale privo di titolo già in servizio sui posti stessi con contratto in attesa dell’avente titolo riguardano, ovviamente, i docenti a suo tempo individuati come destinatari in quanto inclusi nella prima fascia delle graduatorie di circolo e di istituto vigenti per il corrente anno scolastico.
Per gli stessi posti, invece, ricoperti da supplenti eventualmente attinti dalle precedenti graduatorie di II e III fascia si dovrà precedere all’attribuzione di nuovi contratti a titolo definitivo scorrendo integralmente le nuove graduatorie definitive.

Il Ds non decide l’orario scolastico

da Tecnica della Scuola

Il Ds non decide l’orario scolastico
di Giovanni Sicali
Il dirigente scolastico non ha il potere di disattendere le delibere del consiglio di istituto concernenti l’orario scolastico…fino a prova contraria
Fino a prova contraria il Testo Unico per le scuole italiane non è stato abrogato ed è legge. La delibera per la determinazione dell’orario scolastico compete quindi al Consiglio di Istituto (vero Governo della scuola), sentito il parere del collegio dei docenti. Il Ds, che “dirige” ma non “governa” la scuola, provvede alla formulazione dell’orario e alla sua estensione. La forma è sostanza e il rispetto delle procedure di legge è importantissimo, tranne che la scuola italiana non venga intesa dai dirigenti scolastici come affare privato o un’azienda di cui si è plenipotenziari o addirittura luogo dove la democrazia è interdetta perché il dirigente si ritiene sovrano assoluto con poteri dittatoriali. Così recita il Testo Unico (D.L.vo 16 aprile 1994, n. 297): Art. 7 – Il collegio dei docenti (…) c.2. b) formula proposte al direttore didattico o al preside per (…) la formulazione dell’orario delle lezioni e per lo svolgimento delle altre attività scolastiche, tenuto conto dei criteri generali indicati dal consiglio di circolo o d’istituto; Art. 10 – Attribuzioni del consiglio di istituto (…) c. 3. Il consiglio di circolo o di istituto ha potere deliberante, nelle seguenti materie: (…) c) adattamento del calendario scolastico alle specifiche esigenze ambientali; Art. 396 – Funzione direttiva (…) c. 2. Al personale direttivo spetta: (…) d) procedere alla formulazione dell’orario, sulla base dei criteri generali stabiliti dal consiglio di circolo o d’istituto e delle proposte del collegio dei docenti. Così da parte del Legislatore viene garantita la democrazia tra le mura scolastiche con buona pace di Montesquieu e la sua divisione dei poteri. In linguaggio terra terra: il procedimento è caratterizzato da tre fasi. Nella prima fase, il consiglio di istituto detta le regole per la compilazione dell’orario e la relativa scansione settimanale. Dopo di che il collegio dei docenti dà un parere tecnico sulla relativa attuazione. Infine, il dirigente scolastico vi dà attuazione con un provvedimento, che deve essere informato ai criteri dettati dal consiglio di istituto, avuto riguardo alle valutazioni fornite dal collegio. Tutti i lavoratori della conoscenza e gli utenti della scuola pubblica e privata sono tenuti al rispetto delle norme scolastiche. La Legge non ammette ignoranza. Nessuno escluso.

Il Miur corregge simulatore, sedi e date di nascita dei candidati al concorsone

da Tecnica della Scuola

Il Miur corregge simulatore, sedi e date di nascita dei candidati al concorsone
La Flc-Cgil dice che è merito delle sue proteste se il Miur è intervenuto sul simulatore dei test, ripubblicato le sedi delle prove e aggiustato le date di nascita. Tuttavia gli inviti a mettere ordine nel caos erano partiti anche dal nostro sito. Verifichino i candidati periodicamente il calendario.
Nella serata di ieri, 28 novembre, il Miur ha ripubblicato le sedi delle prove preselettive correggendo anche le date di nascita dei candidati, che nella precedente pubblicazione risultavano errate a causa di un disallineamento degli archivi. Ma ancora balbettante tuttavia risulta, sottolinea Flc, il simulatore dove al termine dell’esercitazione vengono indicate le risposte esatte e quelle errate, ma non è possibile rivedere le domande per individuare gli errori commessi. “Inoltre non è possibile terminare la simulazione prima dei 50 minuti se si è scelto di non rispondere a qualche domanda, cosa invece esplicitamente prevista.” Ma soprattutto, dice il sindacato, c’è il rischio che la procedura sia giudicata illegittima perché non sono rispettati i 20 giorni previsti dal bando per la pubblicazione della batteria dei test con le relative risposte esatte. Proprio oggi, si impegna la Flc-Cgil, si chiederà al ministero di rendere disponibili le batterie dei test con le relative risposte esatte, mentre si consiglia ai candidati di verificare periodicamente il calendario in considerazione di eventuali ulteriori modifiche.

Renzi e la riforma di “sinistra” della scuola

da Tecnica della Scuola

Renzi e la riforma di “sinistra” della scuola
di Pasquale Almirante
Nel confronto televisivo tra Bersani e Renzi, in vista del ballottaggio per la presidenza del consiglio alle prossime elezioni politiche, il sindaco di Firenze ha detto: ”La riforma Berlinguer della scuola di sinistra aveva solo il nome”. Domanda: che significa riforma della scuola di sinistra?
”La riforma Berlinguer della scuola di sinistra aveva solo il nome”: e quando mai una riforma della scuola ha avuto bisogno di una etichetta politica o di caratterizzarsi di destra o di sinistra? Da dove spunta fuori questa idea che chi va a governare debba comportarsi come Brenno, mettere cioè sulla bilancia del governo il peso della spada della vittoria?
Una riforma seria della scuola, e voluta soprattutto da persone serie, ha bisogno solo di condivisione, che è appunto dividere insieme nella logica di una visone unitaria e la più ampia possibile, e non quella di far prevalere la propria visione del mondo e il proprio particolare ideologico. Mosse proprio da questa sbagliata prospettiva, e dall’affermazione del principio di una parte, lo stravolgimento operato da Letizia Moratti, subito dopo la vittoria del centro destra nel 2001, della riforma della scuola di Luigi Berlinguer che oggettivamente aveva dei buoni spunti innovativi, come il biennio unico, ma che furono macinati proprio per questo concetto balzano che chi comanda decide perfino su delle riforme che coinvolgono, non solo tutta la nazione, e dunque destra e sinsitra, ma anche il futuro della sua futura classe dirigente in funzione perfino delle sue scelte culturali e di competitività economica. E c’è forse riforma più importante e delicata di quella dell’istruzione? Dire dunque che di sinistra la riforma della scuola di Luigi Berlinguer avesse solo il nome, significa, a nostro parere, o non avere chiaro il concetto di istruzione e quindi di scuola nel suo complesso, oppure cercare di fare breccia nell’elettorato di sinistra, iniettando il dubbio del consociativismo con la destra. In entrambi i casi non ci pare un modo serio di fare politica nella convinzione che se si vuole mettere mano, come si dovrebbe finalmente fare, a una riforma seria della nostra scuola, affinchè sia competitiva in Europa e si piazzi ai massimi vertici delle classifiche internazionali, occorre buttare a mare ideologie e ammiccamenti elettorali, procedendo con rigore e lungimiranza, al di fuori e al di sopra di qualche miglio di voti da racimolare. Di riforme epocali ne abbiamo viste fin troppe, non vorremmo quindi vedere nemmeno riforme di sinistra o di destra, ma solo riforme per il bene della Nazione.

Almalaurea: gli studenti promuovono i docenti

da tuttoscuola.com

L’82% li giudica competenti
Almalaurea: gli studenti promuovono i docenti

Ragazzi ancora bisognosi di orientamento (il 42% dei maturandi se potesse tornare indietro cambierebbe indirizzo o scuola) e sono ancora pesantemente condizionati dal contesto socio-culturale di origine. Ma i diplomati si dichiarano, comunque, piuttosto soddisfatti della propria esperienza scolastica (31 su 100 ‘decisamente soddisfatti’ e 54 ‘moderatamente’).

E soprattutto, un po’ a sorpresa, promuovono con buoni voti i loro insegnanti: l’82% dei diplomati è soddisfatto della competenza dei docenti, il 75% della chiarezza espositiva e il 65% della loro capacità di valutazione. Il 74% dei diplomati è soddisfatto anche della disponibilità al dialogo.

E’ la fotografia che emerge dal Profilo dei diplomati 2012 diffuso da Almadiploma, ”uno strumento – spiega il direttore di Almalaurea Andrea Cammelli – che permette ai dirigenti scolastici e ai collegi dei docenti di avere informazioni per migliorare il migliorabile nella propria scuola”.

Il rapporto dà conto anche di come passano il tempo libero gli studenti: il 64% dei diplomati pratica un’attività sportiva e il 16% è coinvolto in esperienze di volontariato. Ma tra le attività extrascolastiche ha acquisito uno spazio sempre più importante l’utilizzo di Facebook o altri social network, divenuto un’abitudine quotidiana per il 65% degli studenti; altri 27 diplomati su cento si collegano comunque almeno una volta alla settimana.

Sulla scuola, che cosa è ‘di sinistra’?

da tuttoscuola.com

Sulla scuola, che cosa è ‘di sinistra’?
Sulla scuola, si sono avute alcune delle maggiori stoccate, nel duello televisivo Bersani-Renzi

La prossima legislatura deve essere costituente dal punto di vista della scuola senza interventi scomposti, senza dare schiaffoni ogni sei mesi. Bisogna mettere il sistema in tranquillità e sicurezza perché la scuola è l’ultima cosa che si può tagliare“. Lo ha detto il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, al confronto con Matteo Renzi su Raiuno.

Quanto agli insegnanti, Bersani ha osservato: “Non riusciamo a dargli i soldi ma almeno a parole trattiamoli bene“. Infine, sull’università: “Se 16mila giovani non vanno all’università è perché c’è un problema. Uno che vuol studiare ma non può riceve un ferita alla dignità umana“.

Sul tema il sindaco di Firenze ha nuovamente attaccato l’azione del centrosinistra al governo negli ultimi venti anni: “Oggi la dignità sociale del maestro – sostiene Renzi – è stata tolta e l’abbiamo tolta anche noi con riforme che non hanno premiato il merito. Portare il merito nella scuola è cosa di sinistra. La riforma Berlinguer di sinistra aveva solo il nome. Ha ragione Bersani a dire che bisogna dire bravi agli insegnati ma noi li abbiamo presi a ‘ciaffate’. La scuola a parole è stata considerata una priorità ma anche questa come è stata invece l’ultima ruota del carro“.

Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n. 280

Gazzetta Ufficiale – Serie Generale  n. 280 del 30-11-2012

Sommario

 


DECRETI PRESIDENZIALI


 

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30 agosto 2012
Autorizzazione al Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca ad assumere a tempo indeterminato, per l’anno scolastico 2012-2013, n. 1.213 dirigenti scolastici, a trattenere in servizio n. 134 dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2012/2013, ad assumere n. 21.112 unita’ di personale docente ed educativo. (12A12567)

Pag. 1

 


DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI


 

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 

DECRETO 23 novembre 2012
Approvazione del modello di bollettino di conto corrente concernente il versamento dell’imposta municipale propria (IMU). (12A12617)

Pag. 3

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 

DECRETO 28 novembre 2012
Adozione dell’avviso pubblico per la presentazione di progetti a valenza territoriale finanziati a valere sul Fondo Europeo per i Rifugiati. (12A12667)

Pag. 7

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 

DECRETO 31 luglio 2012
Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario «GIB TAB». (12A12578)

Pag. 7

 

DECRETO 31 luglio 2012
Autorizzazione all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario «Gibrelin 2 LG». (12A12579)

Pag. 11

 

DECRETO 14 novembre 2012
Autorizzazione provvisoria all’immissione in commercio del prodotto fitosanitario «Runway». (12A12577)

Pag. 15

 

MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI

 

DECRETO 4 ottobre 2012
Modifica della composizione della Commissione provinciale di conciliazione, per le controversie individuali di lavoro di Reggio Emilia. (12A12449)

Pag. 18

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 

DECRETO 20 novembre 2012
Metodi ufficiali di analisi per i fertilizzanti – Supplemento n. 11. (12A12604)

Pag. 18

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 

DECRETO 31 ottobre 2012
Sostituzione del commissario liquidatore della societa’ cooperativa «La Concordia», in Milano. (12A12564)

Pag. 21

 

DECRETO 31 ottobre 2012
Sostituzione del commissario liquidatore della societa’ cooperativa «Service Company», in Milano. (12A12565)

Pag. 21

 

DECRETO 31 ottobre 2012
Sostituzione del commissario liquidatore della societa’ cooperativa «Gruppo Inteco», in Buccinasco. (12A12566)

Pag. 22

 

DECRETO 20 novembre 2012
Nuove modalita’ per la determinazione della componente del costo evitato di combustibile (CEC), di cui al provvedimento Cip 6/92, e determinazione del valore di conguaglio del CEC per il 2011. (12A12608)

Pag. 22

 

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – DIPARTIMENTO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE

 

DECRETO 19 novembre 2012
Programma 2012-2015 per la riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle amministrazioni pubbliche nelle materie di competenza statale. (12A12602)

Pag. 25

 


DECRETI E DELIBERE DI ALTRE AUTORITA’


 

COMMISSIONE NAZIONALE PER LE SOCIETA’ E LA BORSA

 

DELIBERA 21 novembre 2012
Conferma della vigenza del provvedimento adottato dalla Consob con delibera n. 17836 del 28 giugno 2011, ai sensi dell’articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231, recante disposizioni attuative in materia di organizzazione, procedure e controlli interni volti a prevenire l’utilizzo a fini di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo. (Delibera n. 18382). (12A12603)

Pag. 26

 


ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI


 

AGENZIA DEL TERRITORIO

 

COMUNICATO
Elenco dei Comuni interessati dalla seconda fase dell’attivita’ di attribuzione della rendita presunta ai fabbricati non dichiarati in Catasto, ai sensi dell’art. 19, comma 10, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Attivita’ di pubblicazione per la notifica degli esiti. (12A12443)

Pag. 27

 

AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO

 

COMUNICATO
Rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Mobic» (12A12445)

Pag. 45

 

COMUNICATO
Rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Congescor» (12A12446)

Pag. 45

 

COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali per uso umano «Lescol, Primesin, Lipaxan» (12A12447)

Pag. 46

 

COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso umano «Voltaren» (12A12448)

Pag. 46

 

AUTORITA’ DI BACINO DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE

 

COMUNICATO
Avviso relativo all’adozione del progetto di prima variante al Piano stralcio per l’assetto idrogeologico del bacino del fiume Livenza e delle corrispondenti misure di salvaguardia. (12A12440)

Pag. 47

 

COMUNICATO
Avviso relativo all’adozione del progetto di Piano stralcio per l’assetto idrogeologico del sottobacino idrografico del fiume Fella e delle corrispondenti misure di salvaguardia. (12A12441)

Pag. 47

 

COMUNICATO
Avviso relativo all’adozione del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico dei bacini idrografici dei fiumi Isonzo, Tagliamento, Piave e Brenta-Bacchiglione (PAI – 4 bacini) e delle corrispondenti misure di salvaguardia. (12A12442)

Pag. 47

 

CASSA DEPOSITI E PRESTITI S.P.A.

 

COMUNICATO
Avviso relativo all’emissione di dieci nuove serie di buoni fruttiferi postali (12A12439)

Pag. 47

 

COMMISSARIO GOVERNATIVO DELEGATO PER L’EMERGENZA DETERMINATASI NEL SETTORE DEL TRAFFICO E DELLA MOBILITA’ NELLE PROVINCE DI SASSARI E OLBIA-TEMPIO IN RELAZIONE ALLA STRADA STATALE SASSARI-OLBIA

 

COMUNICATO
Approvazione del progetto ed intervenuta dichiarazione di pubblica utilita’ relativa all’adeguamento al tipo B (4 corsie) dell’itinerario Sassari-Olbia (Lotto 4). (12A12444)

Pag. 47

 

MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

 

COMUNICATO
Proroga della procedura di amministrazione straordinaria della Banca di Credito Cooperativo di Altavilla Silentina e Calabritto – Societa’ Cooperativa, in Altavilla Silentina. (12A12574)

Pag. 48

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 

COMUNICATO
Autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Zuritol» 25 mg/ml soluzione per uso in acqua da bere per polli. (12A12429)

Pag. 48

 

COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Panacur 10%» sospensione orale 100 mg/ml per equini e bovini. (12A12430)

Pag. 48

 

COMUNICATO
Revoca del provvedimento n. 622 del 31 luglio 2012, concernente eliminazione di specie animale dalla destinazione d’uso del medicinale per uso veterinario «Ivomec soluzione iniettabile». (12A12431)

Pag. 48

 

COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Phenoxypen WSP» 325 mg/g polvere per soluzione orale per polli. (12A12432)

Pag. 49

 

COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Dimazon» (12A12434)

Pag. 49

 

COMUNICATO
Modificazione all’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario ad azione immunologica «AviPro ND C131». (12A12435)

Pag. 49

 

COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Iridex» collirio per cani e gatti. (12A12436)

Pag. 49

 

COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio del medicinale per uso veterinario «Soluzione elettrolitica reidratante III» soluzione per infusione endovenosa. (12A12437)

Pag. 50

 

COMUNICATO
Modificazione dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei medicinali per uso veterinario «Seponver» e «Telmin». (12A12438)

Pag. 50

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 

COMUNICATO
Proposta di modifica del disciplinare di produzione dei vini a Indicazione Geografica Tipica “Emilia” o “dell’Emilia”. (12A12563)

Pag. 50

 

COMUNICATO
Domanda di registrazione della denominazione «ACEITE DE LUCENA». (12A12568)

Pag. 63

 

COMUNICATO
Registrazione della denominazione «FENLAND CELERY». (12A12569)

Pag. 63

 

COMUNICATO
Domanda di registrazione della denominazione «DÜSSELDORFER SENF». (12A12580)

Pag. 63

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 

COMUNICATO
Autorizzazione all’esecuzione delle procedure di valutazione di conformita’ CE dei giocattoli, all’Organismo Istituto Giordano S.p.A., in Bellaria, ai sensi del decreto legislativo 11 aprile 2011, n. 54 «Attuazione della direttiva 2009/48/CE sulla sicurezza dei giocattoli». (12A12581)

Pag. 63

 

COMUNICATO
Rinnovo dell’abilitazione all’effettuazione di verifiche periodiche e straordinarie di impianti di messa a terra, all’organismo IMQ Spa, in Milano. (12A12582)

Pag. 63

 

COMUNICATO
Rinnovo dell’abilitazione all’effettuazione di verifiche periodiche e straordinarie di impianti di messa a terra, all’organismo CENPI, in Brescia. (12A12583)

Pag. 63

 

COMUNICATO
Rinnovo dell’abilitazione all’effettuazione di verifiche periodiche e straordinarie di impianti di messa a terra, all’organismo ICOVER Srl, in Cosenza. (12A12584)

Pag. 64

 

COMUNICATO
Rinnovo dell’abilitazione all’effettuazione di verifiche periodiche e straordinarie di impianti di messa a terra, all’organismo Vertec Italia Srl, in Salerno. (12A12585)

Pag. 64

 

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI – DIPARTIMENTO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA

 

COMUNICATO
Pubblicazione sul sito internet dell’avviso di conclusione del procedimento di attribuzione del Premio per iniziative di promozione dell’invecchiamento attivo e della solidarieta’ tra le generazioni – Anno 2012 (Iniziative gia’ realizzate). (12A12600)

Pag. 64

 

REGIONE TOSCANA

 

COMUNICATO
Approvazione dell’ordinanza n. 107 del 4 ottobre 2012 (12A12576)

Pag. 64

 

COMUNICATO
Approvazione dell’ordinanza n. 116 del 26 ottobre 2012 (12A12575)

Pag. 64

 

Rassegna Stampa 30 novembre 2012

IN PRIMO PIANO

il Manifesto  del  30-11-2012
CAOS “CONCORSONE”: QUIZ SENZA RISPOSTE (Ro.ci.) [solo_testo] pag. 6
il Sole 24 Ore  del  30-11-2012
NOTIZIE IN BREVE – IL MIUR CAMBIA IDEA E PUBBLICA LE RISPOSTE [solo_testo] pag. 31
Il Fatto Quotidiano  del  30-11-2012
I MISTERI CALABRI DEL MIUR TRA LOCRIDE E MILIARDI FACILI (A.Palladino) [solo_testo] pag. 15
Avvenire  del  30-11-2012
SCELTA DELLE SUPERIORI: 1 SU 4 SBAGLIA INDIRIZZO (B.Benvenuti) [solo_testo] pag. 16
il Sole 24 Ore  del  30-11-2012
NIENTE LAUREA PER I FIGLI DELLA CRISI (C.Tucci) [solo_testo] pag. 53

MINISTRO

Cronaca4  del  30-11-2012
TELETHON. VIA ALLA CAMPAGNA 2012 IL NUMERO PER LE DONAZIONI E’ IL 45507 [solo_testo] pag. 8/9
Corriere della Sera – ed. Milano  del  30-11-2012
PROTESTA ANTI MINISTRO MA PROFUMO NON ARRIVA [solo_testo] pag. 8
il Giornale – ed. Milano  del  30-11-2012
AUTONOMI IN PIAZZA E IL MINISTRO SCAPPA (C.Lomartire) [solo_testo] pag. 1
il Giornale – ed. Milano  del  30-11-2012
E DOPO LA “RITIRATA” GLI ANTAGONISTI POSSONO CANTARE VITTORIA [solo_testo] pag. 3
Libero Quotidiano – Ed. Milano  del  30-11-2012
“ASSEDIAMO PROFUMO”. MA LUI NON C’E’ (S.Garzillo) [solo_testo] pag. 43

MINISTERO

Avvenire  del  30-11-2012
IMU PER LE PARITARIE: IL MINISTRO PROFUMO: IL GOVERNO DECIDERA’ NEI PROSSIMI GIORNI [solo_testo] pag. 16
L’Unita’  del  30-11-2012
BATTAGLIA IMU: FONDAZIONI, SCUOLE PARITARIE E NON PROFIT (B.Di giovanni) [solo_testo] pag. 11
Pubblico Giornale  del  30-11-2012
LE FONDAZONI PAGHERANNO, LE SCUOLE FORSE NO (F.Curridori) [solo_testo] pag. 11
il Sole 24 Ore  del  30-11-2012
ALLA SCUOLA SERVE PIU’ ORIENTAMENTO [solo_testo] pag. 18
Avvenire  del  30-11-2012
LO SPORT FA BENE AL PIL E ALLA SANITA’ [solo_testo] pag. 33
Libero Quotidiano  del  30-11-2012
Int. a V.Aprea: “SCOMMETTIAMO SULLA CREATIVITA'” (G.Cazzaniga) [solo_testo] pag. 27
Pubblico Giornale  del  30-11-2012
EX APREA, SE IL PD LA ABBANDONA LO SI DEVE A PROF E STUDENTI (M.Boscaino) [solo_testo] pag. 17
il Manifesto  del  30-11-2012
LA SCUOLA IN DIRETTA [solo_testo] pag. 8
Sette (Corriere della Sera)  del  30-11-2012
PERCHE’ E’ SBAGLIATO OCCUPARE LA SCUOLA (A.Cazzullo) [solo_testo] pag. 20
il Giornale di Napoli  del  30-11-2012
SCUOLA, PUGNO DURO CONTRO LE OCCUPAZIONI (V.Noviello) [solo_testo] pag. 3
La Repubblica – Cronaca di Roma  del  30-11-2012
PIGNATONE, LEZIONE ANTIMAFIA AGLI STUDENTI “MAI ASSUEFARSI AL BUSINESS DEI CLAN” (L.D’albergo) [solo_testo] pag. 16
il Messaggero – Cronaca di Roma  del  30-11-2012
EUR, MEDICI OSPEDALIERI ALLE MATERNE VISITE SPECIALISTICHE GRATUITE AI BAMBINI (E.Panarella) [solo_testo] pag. 55
La Repubblica – Cronaca di Roma  del  30-11-2012
STUDENTE SUICIDA, LA MADRE DAI PM (M.Vincenzi) [solo_testo] pag. 21
Corriere della Sera – ed. Milano  del  30-11-2012
MA LA LAVAGNA INTERATTIVA FA BENE ALLO STUDENTE? (G.Tesorio) [solo_testo] pag. 9
Sette (Corriere della Sera)  del  30-11-2012
GENI DELLA MATEMATICA NELLA CLASSE STAR TREK (S.Gandolfi) [solo_testo] pag. 149
l’Espresso  del  06-12-2012
SE L’INSEGNANTE TEME GOOGLE (M.Mantellini) [solo_testo] pag. 149
Corriere della Sera – ed. Milano  del  30-11-2012
CHE SPETTACOLO I PRIMI 150 ANNI (G.Caprara) [solo_testo] pag. 16
il Mondo  del  07-12-2012
SENATO IN MANOVRA ALLA CATTOLICA (F.Sottocornola) [solo_testo] pag. 76
Italia Oggi  del  30-11-2012
BOCCONI ARRICCHISCE L’OFFERTA COL CAMPUS DA 130 MLN DELLA GIAPPONESE SEJIMA (S.Scarane) [solo_testo] pag. 15
la Repubblica  del  30-11-2012
SEVERINO, GIORELLO, FERRARIS: INCONTRO SUL NUOVO REALISMO [solo_testo] pag. 41
il Sole 24 Ore  del  30-11-2012
PANORAMA – INTESA DA 6 MILIARDI OK AI FONDI ERASMUS [solo_testo] pag. 17
Italia Oggi  del  30-11-2012
PIENI VOTI ALL’ATENEO CAMERALE (L.Capuozzo) [solo_testo] pag. 30
Sette (Corriere della Sera)  del  30-11-2012
IL ROMANO CHE HA MESSO EINSTEIN SOTTO ESAME (G.Caprara) [solo_testo] pag. 74/75
Corriere della Sera  del  30-11-2012
IL MISTERO GENETICO DEL GRANO LA PIANTA INTELLIGENTE COME L’UOMO (E.Boncinelli) [solo_testo] pag. 48
il Sole 24 Ore  del  30-11-2012
INNOVAZIONE, LA PORTA SUL FUTURO (D.Bracco) [solo_testo] pag. 18
Settegreen (Corriere della Sera)  del  30-11-2012
CONSEGNATI I PREMI A CHI STA CON LA NATURA (S.Rodi) [solo_testo] pag. 8/11
Settegreen (Corriere della Sera)  del  30-11-2012
I NUOVI AGRONOMI: VIGNE TECH E DESERT FARMING ALL’ITALIANA (S.Gandolfi) [solo_testo] pag. 6
Il Fatto Quotidiano  del  30-11-2012
Int. a A.Zichichi: ZICHICHI:”SONO UN GENIO, CON IMMENSA IMMODESTIA” (M.Pagani) [solo_testo] pag. 14
la Repubblica  del  30-11-2012
“LONDRA-SYDNEY IN QUATTRO ORE” L’AEREO DEL FUTURO DIVENTA UN RAZZO (E.Franceschini) [solo_testo] pag. 39

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E SOCIETÀ

la Stampa  del  30-11-2012
FISCO, BEFERA BOCCIA GLI SCONTRINI DETRAIBILI (R.Giovannini) [solo_testo] pag. 22/23
Corriere della Sera  del  30-11-2012
MONTI SUL CASO ILVA “L’ECONOMIA RISCHIA 8 MILIARDI L’ANNO” (V.Piccolillo) [solo_testo] pag. 5
il Sole 24 Ore  del  30-11-2012
SLITTA LA FIDUCIA SUGLI ENTI LOCALI (E.Bruno) [solo_testo] pag. 9
il Sole 24 Ore  del  30-11-2012
COMUNI, TRIPLICA L’AIUTO ANTI-DISSESTO (G.Trovati) [solo_testo] pag. 8
Italia Oggi  del  30-11-2012
P.A., BANDI DI GARA SUI GIORNALI (A.Mascolini) [solo_testo] pag. 35
Libero Quotidiano  del  30-11-2012
LO STIPENDIO CONTA PIU’ DI TUTTE LE ASPIRAZIONI (E.Sala) [solo_testo] pag. 28/29
Libero Quotidiano  del  30-11-2012
SONO ANCORA TROPPI I GIOVANI CHE CREDONO ALLA “SPINTARELLA” (R.Sirico) [solo_testo] pag. 30
Avvenire  del  30-11-2012
IMPRESE COOPERATIVE L’ECONOMIA “NATURALE” DI MERCATO (P.Cafaro) [solo_testo] pag. 2
Avvenire  del  30-11-2012
“L’AZZARDO: UNA PIAGA COME LA DROGA E L’ALCOL” (A.Torti) [solo_testo] pag. 13
La Repubblica – Cronaca di Roma  del  30-11-2012
DAL PANTHEON ALL’APPIA ANTICA, IL GIOCO DEL LOTTO,RESTAURA I MONUMENTI (L.Larcan) [solo_testo] pag. 1
l’Espresso  del  06-12-2012
L’ERGASTOLO? E’ LA RESA DELLO STATO (R.Saviano) [solo_testo] pag. 13
l’Espresso  del  06-12-2012
MA SENZA CARCERE A VITA LA MAFIA RINGRAZIA (M.Travaglio) [solo_testo] pag. 15
Giorno/Resto/Nazione  del  30-11-2012
Int. a A.Padoa schioppa: IL FANTASMA DELLA BIBLIOTECA (G.Walch) [solo_testo] pag. 30
A cura di Giuseppe Colella e Federico Bandi 

Per un governo democratico della Scuola della Costituzione

Coordinamento Nazionale per la Scuola della Costituzione

Incontro pubblico

Per un governo democratico della Scuola della Costituzione

domenica 16 dicembre 2012

Palazzo della Provincia – via IV Novembre 119 – Roma

Sala Di Liegro (Piano I)

PROGRAMMA

Ore 10.30 – Apertura dei lavori: Antonia Sani

Introduzione: Carlo Salmaso

(Comitato Genitori ed Insegnanti per la scuola Pubblica di Padova)

Presentazione della proposta: Corrado Mauceri

Ore 11.30 – Dibattito con le Organizzazioni sindacali, le associazioni professionali e del mondo della scuola, le rappresentanze di movimenti, studenti, genitori

Ore 13.30 – Pausa pranzo in loco

Ore 14.30 – Ripresa del dibattito

Ore 15.30 – Tavola rotonda con le forze politiche di sinistra e centrosinistra

Ore 17.00 – Conclusioni

 

COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA SCUOLA DELLA COSTITUZIONE

Norme per il governo della Scuola della Costituzione

ART. 1
Il governo democratico della scuola della Costituzione

1. Al fine di permettere alle scuole statali di ogni ordine e grado di conseguire le finalità istituzionali di cui agli articoli 3, 33 e 34 della Costituzione, nel rispetto della libertà di insegnamento intesa come garanzia di pluralismo e strumento di sviluppo della libertà di pensiero e dello spirito critico delle giovani generazioni, il sistema scolastico statale è governato, sia a livello di istituto sia a livello territoriale e nazionale, da organismi rappresentativi, secondo le disposizioni della presente legge.
2. E’ garantita l’autonomia professionale nello svolgimento dell’attività didattica, scientifica e di ricerca.
3. La libertà di insegnamento è altresì esercitata nel rispetto della coscienza morale e civile degli alunni.
4. Il Ministro dell’istruzione dell’Università e della Ricerca e le Regioni per quanto previsto dal Titolo V della Costituzione, mantengono le funzioni attribuite dalle leggi in vigore, ad eccezione di quelle attribuite dalla presente legge agli organismi rappresentativi di cui al comma 1.

ART. 2
L’autonomia delle istituzioni scolastiche statali
1. La disciplina dell’autonomia delle istituzioni scolastiche statali, richiamata dall’art. 117 della Costituzione , è riservata alle leggi statali ed agli atti aventi forza di legge.
2. Le istituzioni scolastiche statali esercitano l’autonomia sulla base dell’art. 21 della L. 15/03/1997 n. 59 e del DPR 08/03/1999 n. 275 e costituiscono per la comunità locale di riferimento un luogo aperto di cultura, di sviluppo e di crescita, di formazione alla cittadinanza e di apprendimento lungo tutto il corso della vita.
3. Le funzioni attribuite ai sensi del DPR. 8/3/1999 n.275 al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, a garanzia dell’autonomia del sistema scolastico statale sono trasferite al Consiglio Nazionale dell’Istruzione di cui all’ art. 16 della presente legge.
In alternativa
Le funzioni attribuite ai sensi del DPR. 8/3/199 n.275 al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca sono esercitate, previo parere conforme del Consiglio Nazionale dell’Istruzione di cui all’ art. 16 della presente legge.

ART. 3
Istituzione delle scuole statali di ogni ordine e grado
1. Ai sensi degli articoli 33 e 34 della Costituzione, tutti i residenti in territorio italiano, ancorché privi della cittadinanza italiana, hanno diritto a frequentare la scuola statale di ogni ordine e grado, ivi compresa la scuola dell’infanzia e sono assoggettati all’obbligo di cui al comma 2.
2. L’obbligo dell’istruzione scolastica inizia a cinque anni e si completa al diciottesimo anno di età. L’istruzione scolastica obbligatoria, comprensiva di tutti gli strumenti didattici, della mensa e dei trasporti, è gratuita.
In alternativa
aggiungere dopo gratuito, per coloro che hanno un reddito familiare inferiore ad euro….
3. Lo Stato è tenuto a garantire l’effettività del diritto all’istruzione scolastica e ad istituire a tal fine proprie scuole sulla base di piani regionali, deliberati dalle Regioni, previo parere dei consigli scolastici regionali e determinati secondo parametri definiti dal Consiglio Nazionale dell’Istruzione d’intesa con il Ministero dell’Istruzione e il Ministero dell’Economia.
In ogni caso ciascuna istituzione scolastica non può avere un numero complessivo di alunni superiore a 800 e di norma non può comprendere più di due Comuni.1
4. Al fine di garantire l’effettività del diritto all’istruzione, fermo restando l’obbligo dell’osservanza, in ogni caso, delle norme di sicurezza e di igiene, il numero massimo degli alunni per ciascuna classe non può essere superiore al 25 ed è ridotto a 20 (in alternativa della metà) in presenza di alunni con disabilità .

ART. 4
Gli organi di governo delle istituzioni scolastiche
1. Gli organi di governo delle istituzioni scolastiche sono caratterizzati dalla partecipazione democratica di tutti i soggetti che concorrono al percorso formativo degli alunni e sono:

  1. il Consiglio di Istituto
  2. Il Collegio dei docenti
  3. Il consiglio di classe
  4. il nucleo di autovalutazione

1. Se la scuola deve essere un luogo di confronto aperto anche al sociale, devono essere esclusi i mega istituti ed istituti su più comuni che rendono difficile le forme di partecipazione
2. In ciascuna istituzione scolastica sono inoltre previste le assemblee dei genitori e degli studenti con i poteri consultivi e di proposte concernenti l’attività scolastica, di cui agli articoli 6 e 13 della presente legge, e del personale Ata la cui attività è disciplinata con regolamento del Consiglio d’Istituto2.

ART. 5
Funzioni del Consiglio di Istituto
1. Il Consiglio di Istituto è costituito e svolge la propria attività secondo le modalità previste dall’art. 8 del Decreto Legislativo n. 297/94 che si intendono integralmente riportate.
2. Il Consiglio di Istituto è convocato dal Presidente di sua iniziativa o su proposta del Dirigente Scolastico o su richiesta di almeno 3 decimi dei componenti, oppure su richiesta dell’assemblea del personale ATA, dei genitori o degli studenti con le modalità ed i tempi previsti dal regolamento di istituto. La convocazione del Consiglio di Istituto in ogni caso deve essere resa pubblica mediante affissione nell’albo e tramite il sito web della scuola.
3. Le sedute del Consiglio di Istituto sono pubbliche. L’eventuale audizione di esperti su specifici argomenti deve essere deliberata dal Consiglio di Istituto, a maggioranza assoluta dei componenti.

ART. 6
1. Il Consiglio di Istituto è l’organo di indirizzo generale dell’attività scolastica, ha potere deliberante nelle materie previste nell’art. 10 del Decreto Legislativo n. 297/94 e nel DPR n. 275/99, salvo quanto diversamente deliberato nella presente legge.
2. Al fine di garantire l’autonomia delle istituzioni scolastiche tutti i contributi erogati, a qualsiasi titolo, alle istituzioni scolastiche non possono essere subordinati a vincoli di destinazione.
3. Il Consiglio d’Istituto non può deliberare alcun contributo o onere di qualsiasi natura a carico degli studenti e dei loro genitori, fatti salvi i casi previsti dalla legge3.
4. Il Consiglio d’Istituto è tenuto entro 15 giorni a pronunciarsi con adeguata motivazione sulle proposte formulate dal collegio dei docenti, dall’assemblea del personale ATA, dalle assemblee dei genitori e/o degli studenti, previa audizione, ove richiesta, di una delegazione dei proponenti.

2 Il regolamento del Consiglio d’Istituto si rende necessario per gli Istituti intercomunali 3 Negli Istituti Professionali è previsto il contributo per il funzionamento dei laboratori

ART. 7
1. Le delibere del Consiglio d’Istituto sono immediatamente esecutive e sono pubblicate entro tre giorni nell’albo e nel sito dell’istituto.
2. Le delibere del CdI possono essere impugnate davanti agli organi di giustizia amministrativa, previo ricorso facoltativo all’organo di garanzia costituito presso il Consiglio Scolastico Locale, di cui all’art. 21; tale ricorso sospende i termini per l’impugnativa in sede giurisdizionale.
3. Le delibere del Consiglio d’Istituto possono essere annullate, in caso di palese illegittimità, dall’organismo dell’amministrazione scolastica competente a livello territoriale, previo contraddittorio con il presidente e previo parere conforme del consiglio scolastico regionale.
4. Nel caso di persistenti e gravi irregolarità, di impossibilità di funzionamento o di continua inattività, su proposta dell’organismo dell’amministrazione competente a livello territoriale, il consiglio scolastico regionale delibera il suo scioglimento e nomina un commissario fino alla costituzione del nuovo consiglio.

ART. 8
Rendicontazione
1. Sulle attività realizzate nell’ambito del piano dell’offerta formativa, anche in relazione alle finalità di cui all’articolo 1 della presente legge, nonché sulle procedure e sugli esiti dell’autovalutazione di istituto, il Consiglio di Istituto, di cui all’articolo 5, promuove annualmente una conferenza di rendicontazione, aperta a tutte le componenti scolastiche e ai rappresentanti degli enti locali e delle realtà sociali, economiche e culturali del territorio, e invia una relazione all’ufficio scolastico regionale.

ART. 9
Il collegio dei docenti
1. La composizione e le attribuzioni del Collegio dei docenti sono previste dall’art. 7 del Decreto Legislativo n. 297/94 e dal DPR n. 275/99.
2. Le delibere del Collegio dei docenti, per quanto riguarda l’attività didattica, tengono conto delle leggi dello Stato e degli indirizzi ed delle indicazioni nazionali deliberate dal Consiglio Nazionale dell’Istruzione.
3. Le delibere del Collegio dei docenti sono immediatamente esecutive e possono essere annullate in sede giurisdizionale su ricorso di chiunque vi abbia interesse previo ricorso facoltativo all’organo di garanzia costituito presso il Consiglio Scolastico locale o d’ufficio nelle ipotesi e con le stesse modalità previste per l’annullamento delle delibere del Consiglio d’Istituto; il ricorso facoltativo all’organo di garanzia di cui sopra sospende i termini per l’impugnativa in sede giurisdizionale.

ART. 10
Il Consiglio di classe, intersezione ed interclasse
1. La composizione e le attribuzioni del consiglio di classe, di intersezione ed interclasse sono disciplinati dall’art. 5 del Decreto Legislativo n. 297/94.
2. Il Consiglio di classe in sede di valutazione degli alunni è un collegio perfetto che richiede la presenza di tutti i suoi componenti.
3. Le delibere dei consigli di classe, di intersezione ed interclasse sono immediatamente esecutive e possono essere annullate, previo ricorso facoltativo all’organo di garanzia costituito presso il Consiglio scolastico locale, in sede giurisdizionale, su ricorso di chiunque vi abbia interesse o d’ufficio nelle ipotesi e con le stesse modalità previste per l’annullamento delle delibere del Consiglio d’Istituto. Il ricorso facoltativo all’organo di garanzia di cui sopra sospende i termini per l’impugnativa in sede giurisdizionale.

ART. 11
Nuclei di autovalutazione sul funzionamento dell’istituto
1. Ciascuna istituzione scolastica costituisce, in accordo con l’Istituto nazionale per la valutazione istituito presso il CNI un nucleo di valutazione dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità complessiva dell’attività didattica.
2. Il nucleo di valutazione è costituito da sette componenti. Quattro componenti sono eletti, con voto limitato dal collegio dei docenti, nel suo ambito; gli altri componenti sono eletti dal Consiglio di Istituto tra gli appartenenti alle altre componenti dell’istituto. Nella scuola secondaria di II grado, uno dei tre componenti è eletto tra gli studenti.

ART. 12
Il dirigente scolastico
1. Il Dirigente scolastico ha la rappresentanza legale dell’istituzione scolastica e, nell’osservanza delle competenze degli organi collegiali di istituto:
a) garantisce la puntuale esecuzione delle delibere degli organi collegiali delle scuole;
b) presiede il collegio dei docenti e i consigli di classe, interclasse ed intersezione.
2. Spettano inoltre al Dirigente Scolastico le attribuzioni già previste nelle lettere d), e), f), g), h), i) ed l), dell’art. 396 del Decreto Legislativo n. 297/94.
3. In caso di assenza o di impedimento il Dirigente Scolastico è sostituito da un docente designato dal Collegio dei docenti.
4. I posti vacanti di Dirigente Scolastico sono coperti per incarico dai docenti in possesso dei requisiti per partecipare al relativo concorso sulla base di una selezione a livello provinciale per titoli.

ART. 13
Partecipazione e diritti degli studenti e delle famiglie
1. La partecipazione ed i diritti degli studenti e delle famiglie si realizzano in conformità delle disposizioni previste negli articoli 12,13,14 e 15 del Decreto Legislativo n. 297/94.
2. Il regolamento di istituto prevede le forme e le modalità di svolgimento delle assemblee di cui al comma precedente, tenendo conto della dislocazione degli eventuali plessi scolastici.

ART. 14
Reti di scuole
1. Fermo restando le disposizioni di cui all’art. 7 del DPR n. 275/99, ciascun Consiglio di istituto delibera in merito alla costituzione e/o adesione alle reti di scuole e alla designazione dei relativi rappresentanti, scelti in misura paritaria tra docenti e genitori (nella scuola secondaria studenti).
2. Il dirigente scolastico fa parte di diritto ed in posizione paritaria della rappresentanza dell’istituzione scolastica.

ART. 15
Organi di governo della scuola a livello territoriale e nazionale
1. Gli organi di governo della scuola a livello territoriale e nazionale sono:
a) il Consiglio Nazionale dell’Istruzione;
b) il Consiglio scolastico regionale;
c) i consigli scolastici locali.

ART. 16
Consiglio Nazionale dell’Istruzione
1. Il Consiglio Nazionale dell’istruzione è l’organo di garanzia dell’autonomia della Scuola Statale e della libertà di insegnamento di cui all’art. 33 della Costituzione
2. Il Consiglio Nazionale dell’istruzione è formato da 20 componenti di cui:
a) 10 eletti dalla componente elettiva che rappresenta la scuola statale nei consigli scolastici locali;
b) 5 designati dal Consiglio Nazionale dell’Università nell’ambito del personale docente delle Università.
c) 5 designati dalla Conferenza Stato – Regioni, scelti tra personalità di elevata cultura e di comprovata esperienza professionale sulla base di una valutazione comparativa dei relativi curricula.
3. La partecipazione all’interno della componente di cui al punto a) è incompatibile con cariche esecutive (o direttive), ai diversi livelli nelle Organizzazioni Sindacali, e nei partiti politici e con la condizione di parlamentare. La permanenza dell’incompatibilità determina la decadenza dalla carica di cui al punto a).
4. Il Consiglio elegge a maggioranza assoluta dei componenti il Presidente e l’Ufficio di presidenza composto da quattro membri scelti tra gli appartenenti alle categorie di cui alle lettere a) e b).
5. La carica dei componenti del Consiglio Nazionale dell’istruzione non dà diritto ad alcuna indennità, ma soltanto al rimborso delle spese regolarmente documentate, secondo le disposizioni vigenti per i dipendenti pubblici.

ART. 17
Attribuzioni del Consiglio Nazionale dell’Istruzione
1. Al Consiglio Nazionale sono attribuite le competenze già previste per il Ministro nell’art. 8, 9, 10, 11 e 12 del DPR n. 275/99.
In alternativa
Tutte le attribuzioni conferite al Ministro dagli artt. 8,9,10,11 e 12 dal DPR n. 275/99 nonché le competenze per le nomine delle Commissioni di esami per i concorsi e di studio sono esercitate dal Ministro, previo parere conforme del Consiglio Nazionale che deve essere formulato entro trenta giorni.
2. Il Consiglio inoltre esprime parere obbligatorio sulle seguenti materie:
a) determinazione degli organici del personale docente ed ATA delle istituzioni scolastiche e relativa ripartizione a livello regionale;
b) destinazione delle risorse finanziarie alle istituzioni scolastiche a qualsiasi titolo;
c) su ogni altro atto del MIUR e MEF concernente il sistema scolastico e le relative risorse finanziarie;
3. Il Consiglio nella formulazione dei pareri di cui al comma 2 deve garantire l’equilibrato sviluppo nel Paese delle istituzioni scolastiche e sollecitare gli interventi necessari per eliminare eventuali situazioni di criticità e di inadeguata efficienza.
4. Il Consiglio deve formulare i propri pareri nel termine di quarantacinque giorni con l’obbligo delle Amministrazioni ad una esplicita ed adeguata motivazione in caso di dissenso totale o parziale. Tutti gli atti per i quali è previsto il parere obbligatorio del Consiglio Nazionale dell’istruzione, in mancanza di detto parere, sono nulli.
5. Le delibere del Consiglio Nazionale dell’istruzione sono immediatamente esecutive e devono essere tempestivamente pubblicate nella Gazzetta Ufficiale oltre che nel sito del MIUR.
6. Le delibere del Consiglio Nazionale dell’istruzione possono essere annullate soltanto in sede giurisdizionale oppure, per manifesta illegittimità, dal Governo.
7. Il Consiglio Nazionale dell’istruzione nella sua prima seduta delibera il regolamento del proprio funzionamento.
8. Il regolamento per l’elezione e la designazione dei componenti del Consiglio Nazionale dell’istruzione è adottato con decreto di natura regolamentare dal Ministro previo parere conforme delle Commissioni Parlamentari e la Conferenza Stato – Regioni.
9. Per l’attività di segreteria e contabilità il Consiglio Nazionale dell’istruzione si avvale di un ufficio di segreteria, costituito d’intesa con il MIUR ed il MEF.

ART. 18
Attività di studio e consulenza
1- Per lo svolgimento dell’attività di cui all’art. 17 sono assegnati alle dipendenze funzionali del Consiglio Nazionale dell’istruzione i competenti dipartimenti del MIUR, compreso il sevizio ispettivo, nonché l’INVALSI4, fermi restando i rapporti di lavoro del personale.

4 Se il CNI deve svolgere in materia didattica le competenze oggi attribuite al Ministro, deve poter disporre di apparati amministrativi e tecnici adeguati, nell’ipotesi invece del Parere Conforme le strutture tecniche sono sempre necessarie, ma molto più agili.

ART. 19
Consigli scolastici regionali
1. I Consigli Scolastici Regionali sono organi di partecipazione democratica ed, oltre alle attribuzioni già previste dall’art. 4 del Decreto Legislativo 24/06/1999 n. 233, hanno il compito:
a) di collaborare con il Consiglio Nazionale dell’istruzione per tutte le attività di competenza di detto organo, anche per quanto concerne l’attività consultiva prevista dall’art. 4 del DPR n. 233/99;
b) di esprimere parere obbligatorio sull’attività di programmazione dell’offerta formativa predisposta dalla Regione;
c) di esprimere parere vincolante, a garanzia della libertà di insegnamento, in materia disciplinare nei confronti del personale docente in servizio nelle istituzioni scolastiche della Regione per le sanzioni più gravi della censura;
d) di esprimere parere vincolante per l’annullamento d’ufficio, in caso di manifesta illegittimità delle delibere del Consiglio d’Istituto, del Collegio dei docenti e dei consigli di classe, interclasse ed intersezione;
e) di deliberare lo scioglimento del Consiglio d’Istituto nell’ipotesi di cui all’art. 6 della presente legge;
f) formula proposte alla Regione ed al Consiglio Nazionale dell’istruzione;
2. Per lo svolgimento della propria attività è assegnato dall’Ufficio Scolastico Regionale alle dipendenze funzionali del Consiglio Scolastico Regionale un ufficio di segreteria, fermi restando i rapporti di lavoro del personale.

ART. 20
1. Il Consiglio Scolastico Regionale è costituito dai presidenti dei consigli scolastici locali, da un numero corrispondente di componenti eletti dalla rappresentanza del personale della scuola nei consigli scolastici locali e da tre rappresentanti delle Università della Regione, designate dai Rettori.
2. Non sono eleggibili i docenti che coprono cariche esecutive (o direttive) nelle Organizzazioni Sindacali e nei partiti politici, nonché i parlamentari e consiglieri regionali. La permanenza dell’incompatibilità determina la decadenza dalla carica di cui al comma 1.
3. Il Consiglio elegge a maggioranza assoluta il Presidente ed un Ufficio di presidenza composto da tre rappresentanti della componente elettiva.
4. Il Consiglio Scolastico Regionale per lo svolgimento della propria attività, adotta a maggioranza assoluta, un regolamento che deve in particolare disciplinare, nel rispetto delle leggi vigenti e con le garanzie del contraddittorio e della partecipazione, le procedure per le attribuzioni di cui all’ art. 19, comma 1 lettere c), d), e).

ART. 21
1. I consigli scolastici locali istituiti in conformità all’art. 5 del DPR n. 233/99 e svolgono le attività previste in dette disposizioni.

ART. 22
Abrogazioni
1. Sono abrogate tutte le norme in contrasto con la presente legge ed in particolare le norme che prevedono contributi, sotto qualsiasi forma, alle scuole private, ancorché paritarie.

ART. 23
Copertura finanziaria
1. All’onere della presente legge si provvede con la soppressione della spesa complessiva per contributi, sotto qualsiasi forma, per le scuole private e per il residuo con la corrispondente riduzione delle spese previste per il Ministero della Difesa nel bilancio dello Stato.

La politica miope di chi risparmia sulla scuola

La politica miope di chi risparmia sulla scuola

Benedetto Vertecchi

l’Unità

SONO TRASCORSI POCO PIÙ DI QUARANT’ANNI DALLA PUBBLICAZIONE,NEL1971,DI DESCOLARIZZARELASOCIETÀ, IL SAGGIO in cui Ivan Illich tratteggiava uno scenario caratterizzato dalla progressiva riduzione della presenza della scuola nel mondo contemporaneo. All’educazione scolastica si sarebbero sostituite altre forme di comunicazione, tramite le quali sarebbe stato assicurato il passaggio dei repertori di conoscenze dalle generazioni più anziane verso quelle più giovani. Il libro di Illich suscitò un dibattito molto vivace, che periodicamente si riaccende quando le politiche scolastiche dei diversi Paesi lasciano intravedere scelte che vanno nella direzione della descolarizzazione o in quella della ripresa e dell’adeguamento dell’idea di scuola e delle pratiche dell’educazione al presentarsi di nuove esigenze. La prima posizione, quella favorevole alla descolarizzazione, trovò maggiore consenso dove prevalevano politiche di conservazione, o esplicitamente reazionarie. Le proposte di Illich furono considerate l’inizio di una nuova stagione educativa in Paesi (per esempio, nell’America latina) in cui il sistema scolastico era del tutto insufficiente, ma nei quali non c’era alcuna propensione ad un maggiore impegno di risorse per l’istruzione. L’atteggiamento nei Paesi che avevano compiuto scelte impegnative per lo sviluppo dei sistemi scolastici furono, invece, sostanzialmente negative. In Italia, due attenti interpreti delle trasformazioni in atto nell’educazione, come Lucio Lombardo Radice e Aldo Visalberghi, non esitarono a porre in evidenza il carattere intrinsecamente regressivo delle proposte di Illich, che privavano la scuola di una funzione essenziale, quella di collegare l’istruzione (ossia le pratiche volte ad assicurare il passaggio sistematico di repertori conoscitivi) alla socializzazione (consistente nel porre in comune elementi culturali non limitati a insiemi ordinati di conoscenze, ma capaci di consentire la condivisione di simboli che consente di esprimere il proprio pensiero e di comprendere quello espresso da altri). Va notato che i ritorni di fiamma delle proposte esplicitamente o implicitamente orientate alla descolarizzazione sono intervenute per sostenere politiche volte a ridurre la spesa per il funzionamento del sistema scolastico, per lo più amplificando, senza che fosse possibile riferirsi a esperienze obiettivamente verificate, la valenza a fini educativi dei nuovi mezzi per la comunicazione offerti dallo sviluppo della tecnologia. In altre parole, la descolarizzazione ha assunto implicazioni ideologiche, mediate da soluzioni rivolte in apparenza a modernizzare l’educazione. Si è trattato, e si tratta, di implicazioni centrate sulla contrapposizione manichea delle soluzioni che possono assicurare una riduzione dei costi a quelle che richiedono necessariamente investimenti di maggiore consistenza. Quello che ne deriva è un manicheismo miope, perché i risparmi che si ritiene di poter realizzare nell’immediato sono la premessa per perdite ben maggiori a medio e a lungo termine. L’asprezza che stanno assumendo i toni del dibattito educativo in Italia vede da un lato il governo schierato a favore di una descolarizzazione avvolta da fastosità modernizzatrici e dall’altro i sostenitori di un modello di educazione scolastica che ha le sue origini nell’affermazione del diritto all’educazione enunciato oltre due secoli fa, in piena rivoluzione, dall’Assemblea nazionale francese. La descolarizzazione corrisponde a un’ipotesi di disgregazione sociale, mentre il diritto all’istruzione corrisponde a un’assunzione di consapevolezza e di progettualità collettiva che investe il profilo culturale della popolazione. Gettare discredito sulla scuola, ridurne il tempo di funzionamento, svalutare il lavoro degli insegnanti, subordinare la didattica a operazioni di contabilità minuta sono passaggi preliminari che hanno come sbocco processi di descolarizzazione. Quel che i sostenitori di una modernizzazione funzionale solo a obiettivi di contenimento della spesa non considerano è che le politiche scolastiche hanno successo solo quando raccolgano consenso, almeno di parte della popolazione, sugli intenti da perseguire. Non starò qui a ricordare che la politica scolastica in Italia sta andando in controtendenza rispetto a quanto avviene in altri Paesi industrializzati. Voglio invece ricordare che l’obiettivo del contenimento del sistema scolastico costituiva un punto centrale nella riforma del 1923, che reca il nome del ministro Gentile. La parola d’ordine che si voleva affermare era «poche scuole ma buone». Il risultato fu che pochi anni dopo la sua emanazione la domanda sociale costrinse il governo fascista a rivedere proprio il criterio del contenimento.

Ascoltiamo gli insegnanti

Ascoltiamo gli insegnanti

Si dà troppo spazio a voci lontane dalla realtà delle scuole

Corriere della sera

di CLAUDIO GIUNTA

U n’aula scolastica o universitaria di oggi assomiglia ben poco a un’aula scolastica o universitaria di mezzo secolo fa: sono diversi i numeri, gli abiti, i volti, la proporzione tra i sessi, la composizione sociale, le relazioni tra studenti e professori. Ora, a fronte di questa rivoluzione culturale, l’insegnamento scolastico e universitario non è cambiato molto, sia che si guardi alle sue forme (i modi attraverso i quali il sapere viene comunicato) sia che si guardi alla sua sostanza (le cose che si insegnano). Questo conservatorismo di fondo è, a mio avviso, del tutto legittimo, posto che il primo compito della scuola e dell’università è comunicare ai giovani il sapere accumulato. Tuttavia, dire che i giovani devono essere messi di fronte a quanto di meglio la loro civiltà, o la civiltà umana tout court ha prodotto nei secoli passati è una formula ambigua, dal momento che ogni corpus di conoscenze presuppone una selezione, e che questa selezione non può compiersi una volta per tutte ma richiede ogni volta di essere rinnovata e giustificata. Di qui, insomma, la necessità di una verifica, di qui l’opportunità della domanda intorno a «che cosa studiare a scuola». Questa verifica, già ardua di per sé, non mi pare venga facilitata dal profilo dei verificatori. Mi pare infatti che il dibattito sulla scuola sia polarizzato tra, da un lato, enunciati teorici di sublime astrattezza formulati da docenti universitari che vivono per lo più nel mondo della luna e, dall’altro lato, disposizioni pratiche formulate da tecnici della pedagogia altrettanto alieni dalla compromissione con la realtà delle classi scolastiche, quella realtà della quale gli unici veramente esperti, gli unici dei quali sarebbe interessante ascoltare il parere, sono gli insegnanti. Nell’ambito umanistico, che è quello che mi è più famigliare, il problema dell’acculturazione si converte soprattutto in un problema di cronologia, e insomma di distanza delle discipline e degli argomenti insegnati rispetto all’oggi. Da un lato, vogliamo che gli studenti imparino che cosa è successo nella tradizione italiana ed europea, e che entrino in contatto con opere che appartengono a epoche e mondi lontani dalla loro esperienza. Dall’altro, non vogliamo che vivano il presente da stranieri, vogliamo che tengano gli occhi aperti su ciò che li circonda e che imparino a conoscere e ad amare opere che hanno un rapporto meno mediato con la loro vita — non solo libri, dunque, ma anche film, canzoni, fumetti. In altre parole, è ben chiaro che la formazione umanistica passa e deve continuare a passare attraverso le opere d’arte del passato, anche del passato remoto, tanto più quando ogni altra agenzia educativa cospira in una sorta di presentificazione della vita intellettuale: dove dovrebbe sopravvivere, la cura per il passato, se non nella scuola? E tuttavia, la scuola oggi non opera nel vuoto e nel silenzio ma in un ambiente che è saturo di informazioni e di stimoli latamente culturali. Oltre a svolgere la sua tradizionale funzione formativa, oltre a condividere con gli studenti il sapere accumulato, alla scuola spetta perciò anche il compito di dar loro i mezzi per reagire all’infinita quantità di cose che essi assorbono durante la loro vita extrascolastica. Che fare, dunque? Dare ragione al mondo? Almeno in parte sì. E nel caso concreto: rinunciare alla storia? Insegnare letteratura seguendo la traccia dei generi, dei tipi testuali, mettendo in secondo piano, magari obliterando, la cronologia? La sola volta che ho esposto in pubblico queste mie perplessità, uno dei presenti mi ha risposto che «è grazie a idee come queste se gli studenti escono da scuola senza sapere la differenza tra Rinascimento e Risorgimento». È un’obiezione che prendo molto sul serio: non vorrei che succedesse questo. Però vorrei anche osservare due cose. La prima è che io conosco molte persone che, nonostante abbiano «fatto» la storia della letteratura a scuola, si trovano ad avere in testa, anziché conoscenze reali, delle etichette posticce. La macchina scolastica produce ancora troppa retorica, e la retorica produce stupidità: non è detto che ne produrrebbe di meno se cambiassimo i programmi scolastici, ma qualche rettifica potrebbe essere salutare. La seconda è che una conoscenza reale, critica, di un numero limitato di temi vale più della conoscenza superficiale del «tutto» che un corso di letteratura dalle origini ai giorni nostri (o l’equivalente in altri ambiti) promette di dare. Vogliamo formare delle persone che vivano bene il loro tempo, non dei disadattati. Ma insegnare tutto non si può. E non solo perché manca il tempo, ma perché una sola testa non potrebbe contenere tante nozioni, e tanto disparate: verrebbe fuori soltanto confusione. D’altra parte, però, non possiamo neppure accontentarci di ripetere le cose che ci hanno insegnato nel modo in cui ce le hanno insegnate. Occorre una nuova formula, o un ventaglio di nuove formule. Nuove meno negli ingredienti (non s’inventa niente) che nel dosaggio. Tra le tante possibili, ecco due ovvietà. La prima. Posto che attitudini come la concentrazione e la capacità di approfondimento ci stanno più a cuore della quantità delle nozioni apprese, i ragazzi dovrebbero essere incoraggiati a leggere più libri per intero, non tanto i Grandi Libri del passato remoto quanto i romanzi e, soprattutto, i saggi del Novecento. Tuttavia il momento della formazione non coincide con quello dell’informazione: perciò dovremmo resistere alla tentazione di comunicare agli studenti tutti i nostri interessi del momento, o i nostri entusiasmi. Qualcuno, sì; tutti, no. La seconda. Non credo sia ancora abbastanza chiaro a tutti quanto l’esistenza di Internet abbia reso necessaria la conoscenza dell’inglese. Prima era un atout in più per trovarsi un lavoro o per viaggiare. Oggi leggere o non leggere l’inglese, capirlo o non capirlo, significa potere o non potere accedere ai migliori prodotti culturali che circolano in Rete: musica, film, riviste, informazione. Più del digitale (tutti sanno usare Facebook) è questa, oggi, la vera linea di separazione tra i colti e gli incolti, cioè tra i futuri ricchi e i futuri poveri…

Italia 24esima nella classifica globale dei sistemi educativi

da Tecnica della Scuola

Italia 24esima nella classifica globale dei sistemi educativi
The Economist Intelligence Unit e la casa editrice Pearson hanno messo a confronto i sistemi educativi di 40 paesi, a partire da circa 60 parametri. L’Italia si situa nella fascia media, dopo Germania e Regno Unito. Prime Finlandia e Corea del Sud
A dirlo è “The Learning Curve”, il nuovo rapporto sull’educazione a livello globale, realizzato da The Economist Intellingence Unit insieme alla casa editrice Pearson. Le due nazioni dove i sistemi scolastici sono all’avanguardia e che danno i risultati migliori sono dunque Finlandia e la Corea del Sud. “In un ipotetico G8 dei migliori sistemi educativi, troveremmo molti paesi asiatici (Hong Kong, Giappone, Singapore), pochi europei (Gran Bretagna, Olanda) e la Nuova Zelanda. Per imbatterci nell’Italia, dovremmo invece scendere giù, fino alla 24esima posizione (su un totale di 40), dopo la Germania (15esima) e gli Stati Uniti (17esimi), ma – se ci può consolare – anche prima dei cugini francesi (25esimi) e spagnoli (28esimi).” Per la prima volta si è provato a costruire un indice globale dei sistemi di istruzione nazionali, mettendo a confronto 40 paesi in base a 60 diversi parametri: dai risultati dei test OCSE-Pisa e TIMSS agli investimenti governativi, passando per gli stipendi del personale docente e il rapporto alunni-professori, senza tralasciare indicatori economici come il tasso di occupazione dei diplomati/laureati, il reddito percepito e il benessere generale di ogni paese. Il tutto a partire dalla convinzione che la scuola rappresenta un sistema complesso, ma conoscerlo meglio, soprattutto in chiave comparativa, può aiutare a delineare politiche più efficaci. Gli autori del report citano l’esempio della Germania dove, a partire dai risultati de test Pisa, si è aperto un grande dibattito nazionale che ha portato a significative trasformazioni nell’approccio educativo: ora Berlino può vantare performance decisamente migliori. “The Learning Curve” conferma che le prime della classe in quanto ad educazione sono la Finlandia e la Corea del Sud: “In un certo senso – scrivono gli autori – è difficile immaginare due sistemi più diversi: quello coreano è molto rigido e orientato ai test, con gli alunni che studiano davvero tanto; quello finlandese, invece, è più rilassato e flessibile”. Ma, allo stesso tempo, mettendo a confronto altri indicatori, emergono anche alcuni punti in comune tra i due paesi: entrambi condividono una classe docente di alto livello e danno una forte centralità all’educazione sia a livello politico che sociale. Prova ne sono non solo gli investimenti governativi (12% in Finlandia e 15% in Sud Corea del totale di spesa pubblica, a fronte del 9% italiano), ma anche l’equità con cui si accede alla formazione (in Finlandia l’Università è gratuita) o lo status sociale dei docenti. “La Finlandia rappresenta un caso-studio eccezionale da questo punto di vista – scrivono gli autori del report – I bambini vanno a scuola più tardi; le ore di insegnamento sono di meno rispetto agli altri paesi; non ci sono compiti a casa; gli insegnanti stanno di meno con i bambini. Facendo una stima, si potrebbe dire che gli italiani vanno a scuola tre anni di più”. Eppure, questo non sembra premiare il nostro sistema educativo nella classifica globale. Nella sua versione online, il report mette a disposizione diversi strumenti di visualizzazione interattiva dei dati. Mettendo, ad esempio, a confronto l’Italia con altre nazioni simili europee (Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna), emergono con chiarezza quali sono i punti di forza e di debolezza. Innanzitutto, il Belpaese investe meno di tutti in educazione (9% della spesa pubblica, a fronte dell’11% in Spagna). Siamo invece in linea con gli altri paesi in quanto ad anni trascorsi nel sistema scolastico (fino a 16 anni). Facciamo meglio, poi, in quanto a rapporto medio di alunni per docente nella scuola secondaria: 10, a fronte dei 12 della Francia e i 13 della Germania. Anche gli stipendi  degli insegnanti sono in linea con quelli medi del paese, in una proporzione maggiore, comunque, rispetto a Regno Unito e Francia. Quanto a numero di laureati, l’Italia (31%) è sullo stesso livello di Germania e Spagna (entrambe 29%), ma ben al di sotto del Regno Unito (50%). Resta comunque molto alta la percentuale di laureati disoccupati. Se gli oltre 60 indicatori presi in esame possono aiutare a capire lo stato attuale della scuola, gli autori ripetono spesso che non bisogna fermarsi alla sola analisi quantitativa. Innanzitutto perché – è questa la prima delle cinque raccomandazioni rivolte a chi si occupa di scuola – “non esistono formule magiche” che possano offrire “soluzioni semplicistiche. Spendere molti soldi in educazione raramente produce risultati (…) Meglio focalizzarsi su obiettivi di lungo termine, coerenti e di sistema”. A cominciare, magari, proprio dalla classe insegnante: “Buoni docenti sono essenziali per un’educazione di alto livello. Trovarli e trattenerli non è solo questione di stipendi alti. C’è anche bisogno di trattarli come validi professionisti”. Importante è anche il ruolo dei genitori: “Non sono né nemici, né eroi. Meglio sforzarsi di tenerli informati e collaborare insieme”. Infine, un richiamo di dovere all’innovazione: “La maggior parte dei lavori di oggi non esistevano 20 anni fa. I sistemi educativi devono considerare quali competenze avranno bisogno gli studenti nel futuro”. E anche qui, un’altra lezione arriva dalla Corea del Sud, dove da circa 20 anni i docenti fanno corsi di aggiornamento informatico e tutti i libri di testo delle elementari sono già digitali: entro il 2015 lo saranno per tutti gli altri ordini di studi. In Italia siamo ancora alle prime, timide sperimentazioni. (da http://tg24.sky)

Profumo: “Si può togliere l’Imu sulle scuole paritarie”

da Tecnica della Scuola

Profumo: “Si può togliere l’Imu sulle scuole paritarie”
Il ministro dell’Istruzione ha annunciato che proverà a convincere il premier ad esentare gli istituti paritari dal pagamento della tassa sugli immobili.
Il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha annunciato che nella riunione del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo si farà portatore di un’istanza a Monti per l‘esenzione dell’Imu per le scuole paritarie, comprese quelle cattoliche. “Mi farò portatore positivo con il presidente Mario Monti di questa richiesta” ha affermato il ministro, rispondendo alla deputata Luisa Santolini dell’Udc, che aveva affermato che “l’Imu è un problema molto grosso e le scuole paritarie fanno risparmiare ogni anno allo Stato sei miliardi di euro” e per questo aveva chiesto che le scuole paritarie venissero esonerate dal pagamento dell’Imu. Oltre alla deputata dell’Udc, un appello in tal senso era venuto anche dal presidente di Agesc (Associazione Genitori Scuole Cattoliche), Roberto Gontero, che aveva affermato: “Già attualmente le rette non coprono per intero i costi di esercizio delle scuole non statali, che, se fossero sottoposte all’Imu, sarebbero costrette a chiudere o a aumentare i corrispettivi in misura non più sostenibile dalle famiglie”.