Archivi categoria: Rassegne

Istruzione tecnica vs istruzione liceale: sembra che al Governo vogliano tutto e il contrario di tutto

da La Tecnica della Scuola

Di Reginaldo Palermo

Istruzione liceale vs istruzione tecnica: la contrapposizione va avanti da decenni, anzi dovremmo dire da un secolo, perché risale addirittura alla riforma Gentile che, proprio in questo periodo, compie cent’anni di vita.

Il tema è sempre il solito: i licei, almeno nelle intenzioni, dovrebbero fornire una formazione culturale molto ampia e “utilizzabile” nei più diversi contesti; i tecnici, dal canto loro, offrono (o dovrebbero offrire) una preparazione più specifica ma più facilmente “spendibile” nel mondo del lavoro.
Anche se poi le cose vanno un po’ diversamente, soprattutto perché il “mercato del lavoro” funziona secondo regole proprie.

La stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha rimarcato in queste ore affermando“C’è difficoltà da parte delle aziende di trovare lavoratori qualificati. Si tratta di una questione culturale, come se l’istruzione tecnica fosse di serie B e per essere una persona di un certo livello si dovesse fare il liceo”.
Ma, quando parla del rilancio delle nostre eccellenze, la Presidente fa una affermazione che stride un po’ con le premesse e ricorda che per raggiungere l’obiettivo è stato istituito un percorso che “abbiamo chiamato liceo Made in Italy”.
La domanda sorge spontanea: ma se l’istruzione tecnica non è di serie B, perché mai il nuovo percorso è stato chiamato liceo?

Se poi torniamo alle dichiarazioni della sottosegretaria Paola Frassinetti all’indomani delle iscrizioni, la nostra confusione aumenta.
Parlando del liceo classico, in una intervista rilasciata alla Gazzetta del Mezzogiorno Frassinetti aveva detto: “È una scuola che prepara ad intraprendere ogni via, offrendo una solida base formativa e culturale. Purtroppo, i dati sulle iscrizioni per il prossimo anno scolastico evidenziano un calo di questa tipologia di scuola, soprattutto al Nord. Al Centro-Sud, invece, il Liceo Classico regge ancora. Per questo motivo, intendiamo proporre dei progetti per rimettere lo studio del latino nelle scuole secondarie inferiori. Non possiamo permettere che vada dispersa la tradizione di una scuola così importante, che ha formato intere generazioni di classe dirigente”.

Riassumendo: bisogna rilanciare l’istruzione tecnica perché non è un è una scuola di serie B, ma i nuovi percorsi del made in Italy è meglio chiamarli licei; evitando però che il glorioso liceo classico dove si traduce Erodoto e si dove si studia Cicerone perda alunni. Se poi già alle “medie” si inizia a tradurre un po’ di Giulio Cesare è ancora meglio.
Il programma è chiaro: tutto e il contrario di tutto, in modo da non scontentare nessuno, né i patiti del made in Italy come Lollobrigida né i gentiliani come Paola Frassinetti. Se poi si riesce anche a strizzare l’occhio a chi vorrebbe tornare alla vecchia scuola media degli anni ’50 (come Mastrocola e Ricolfi) si fa davvero “bingo”.

Educazione al “saper vivere insieme” per integrare la diversità

da La Tecnica della Scuola

Di Pasquale Almirante

A sopperire alla scarsa natalità italiana, come è noto, ci stanno pensando gli stranieri che sempre più numerosi frequentano le nostre scuole dove però il più delle volte essi partano svantaggiati, sia per la limitata conoscenza della lingua e sia per quella astrusa problematica relativa alla cultura e all’etnia (compreso il colore della pelle) di cui sono portatori.

Non ci impelaghiamo nel dibattito leghista sugli stranieri, né sulle scandalose prese di posizioni relative al caso della scuola di Pioltello alla quale viene contestata l’autonomia didattica, ma sarebbe opportuno che intorno alla accettazione e al rispetto della reciproca diversità a scuola si aprisse un dibattito sereno e ampio, anche perché è sui banchi che si apprendono le prime nozioni di convivenza, mentre il suo fine principale è proprio educare alla cittadinanza.

E se per un verso ci viene in contro la grande suggestione di Edgar Morin (I sette saperi) sull’insegnamento della “identità terrestre”, dall’altro ci pare opportuno riproporre la discussione avviata anni addietro di dedicare un’ora di insegnamento a settimana al “saper vivere insieme”. Che potrebbe essere una nuova disciplina tra quelle opzionali e che i ragazzi dovrebbero studiare.

E può sembrare una buona idea se il Ministero riuscisse a individuare la figura professionale insieme ai programmi, anche se già la scuola dispone di sperimentati strumenti educativi.

Al tempo, qualche decennio fa, fu Tuttoscuola a parlarne a lungo della disciplina del “saper vivere insieme”, spiegando di considerarla come materia  opzionale, al quarto dei grandi obiettivi formativi indicati dall’UNESCO e per integrare i tre tradizionali “saperi”: sapere, saper fare, saper essere, aggiornandoli alla luce della crescente complessità multietnica e multiculturale delle odierne società ad elevato sviluppo economico.

Quando infatti si è trattato di capire le più sconvolgenti evoluzioni delle società, come le tragedie del 900, e i nuovi fermenti culturali, la scuola ha sempre trovato al suo interno gli elementi per farlo, allo stesso modo, in era di globalizzazione, l’obiettivo principale dovrebbe consistere, non già nella “istigazione al dominio” (guerre e presunte superiorità culturali) o nella integrazione forzata, quanto nella capacità di comprensione e soprattutto di accettazione della diversità che è ricchezza, così come avviene in natura, dove la biodiversità genera paradisi.

E a scuola questi concetti per lo più sono presenti e in un modo o nell’altro sono oggetto di discussione anche se sonnecchia ancora, e non se ne capisce il motivo, una vera educazione alla lettura, ai libri, all’arte che poi sono gli elementi fondanti queste idealità.

La bellezza salverà il mondo, è spesso detto citando  i Dostoevskij, mentre Friedrich Schiller vagheggiava uno stato estetico, in grado di migliorare l’uomo e renderlo felice.

Si capisce l’utopia, ma la base forte rimane, perché nell’affinare il gusto estetico si affina l’amore per la vita e per tutto ciò che è stato ritenuto degno di esistenza sulla terra. E da qui forse bisognerebbe ripartire per rifondare un dialogo che riesca a rendere complementare il sud e il nord, l’est e l’ovest della terra.

Ora di religione a scuola, costa 859 milioni, 30% in più rispetto a dieci anni fa

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Il 5 aprile scorso è stato pubblicato il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, datato 22 febbraio, che autorizza il Ministero dell’istruzione e del merito è autorizzato ad avviare le procedure concorsuali per la copertura di complessivi 6.428 posti di personale insegnante di religione cattolica (70% straordinario e 30% ordinario).

I costi dell’ora di religione

Secondo quanto elaborato da Repubblica, nel corso degli ultimi anni la spesa per l’ora di Religione agli alunni italiani è aumentata in maniera consistente. Infatti, per il 2024 il bilancio è di 859 milioni. Nel 2019, cinque anni fa, la spesa a carico del bilancio ministeriale per gli insegnanti di religione era di 745 milioni di euro: il 15% in meno. E nel 2014, dieci anni fa, di 665 milioni: ben 194 in meno rispetto oggi, il 30%. Nel frattempo, gli alunni che si avvalgono dell’insegnamento calano anno dopo anno. Secondo i dati relativi al 2022/2023 diffusi dall’ufficio statistica della Cei, la Conferenza episcopale italiana, la quota di alunni di tutti gli ordini scolastici che esce dall’aula quando fa ingresso il docente di religione sfiora il 16%, qualcosa come un milione e 300mila alunni se consideriamo anche quelli delle paritarie. E ogni anno i non avvalentisi aumentano di circa mezzo punto percentuale.

Concorso ordinario insegnanti di religione

Requisiti procedura ordinaria

Per partecipare alla procedura del concorso ordinario i candidati devono essere in possesso oltre ai requisiti per la partecipazione ai pubblici concorsi, Il prescritto titolo di studio previsto dal DPR 275 del 2012 e l’idoneità rilasciata dall’ordinario diocesano competente per territorio

Prove previste

I candidati dovrebbero affrontare:
• Una prova scritta costituita in una serie di quesiti a risposta multipla, volta all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato in ambito pedagogico, psicopedagogico e didattico metodologico e sulla lingua inglese, la prova sarà svolta mediante l’ausilio di mezzi informatizzati;
• Una prova orale consistente in un colloquio nel quale i candidati dovranno dimostrare particolare conoscenza e competenza sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipano, oltre alle competenze didattiche e l’abilità nell’insegnamento anche attraverso un test specifico.

Concorso straordinario insegnanti di religione

Requisiti procedura straordinaria

Per partecipare alla procedura del concorso straordinario i candidati devono essere in possesso oltre all’idoneità riconosciuta dall’ordinario diocesano, almeno di trentasei mesi di servizio anche non consecutivi nell’insegnamento della religione cattolica esclusivamente nella scuola statale. Ai fini del calcolo dei trentasei mesi è considerato a tutti gli effetti il servizio prestato fino alla data ultima di presentazione della domanda prevista dal bando.

Prova prevista

Il concorso straordinario, prevede una prova orale della durata di 30 minuti volta ad accertare le competenze didattico – metodologico del candidato oltre alla conoscenza della lingua inglese, la prova sarà conosciuta 24 ore prima di svolgere la prova orale e non prevede un punteggio minimo per essere superata.

Graduatoria a esaurimento

In considerazione che la prova orale non prevede un punteggio minimo al termine di tutta la procedura sarà stilata una graduatoria che sarà a esaurimento, formata da tutti i candidati in possesso dei titoli previsti dal bando. Il punteggio massimo raggiungibile è di 250 punti dati da un massimo di 100 punti per il servizio, 100 punti per la prova orale e 50 punti per i titoli.

Modalità presentazione della domanda

La domanda per partecipare a uno o a entrambi i concorsi, va presentata esclusivamente in modalità telematica sul Portale unico di reclutamento raggiungibile all’indirizzo www.inpa.gov.it . Per accedere alla compilazione della domanda occorre essere in possesso delle credenziali del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) o di quelle della Carta di Identità Elettronica (CIE). Inoltre, occorre essere abilitati al servizio “Istanze on line”. Il servizio è eventualmente raggiungibile anche attraverso l’applicazione “Piattaforma Concorsi e Procedure selettive”, collegandosi all’indirizzo www .miur.gov.it, attraverso il percorso “Argomenti e Servizi. Le domande presentate con modalità diverse non saranno prese in considerazione.

Alunni stranieri in classe: l’impraticabilità del limite del 20%

da Tuttoscuola

L’analisi dei dati rende chiara l’impraticabilità di una limitazione senza filtri di alcun genere (es., alunni di recente immigrazione, nati all’estero, ecc.). Riportiamo infatti la situazione delle classi di scuola statale in cui nel 2022-23 la percentuale di alunni con cittadinanza non italiana superava il 20% degli alunni presenti.

Dalla scuola dell’infanzia alle superiori il numero di classi o sezioni che superavano il 20% è stato complessivamente di 65mila (esattamente 64.999), interessando e coinvolgendo quasi 425mila alunni stranieri (esattamente 424.873 tra bambini, alunni e studenti).

In considerazione del fatto che la scuola primaria rappresenta il settore maggiormente coinvolto in materia di alunni stranieri, Tuttoscuola ne ha curato un approfondimento specifico, circoscritto agli ambiti regionali, con il seguente risultato.

L’Emilia-Romagna, con 40.442 alunni stranieri (23,2% di tutti gli alunni) ha oltre la metà (54,4%) delle classi che superano il 20% di alunni stranieri: 4.721 classi su un totale di 8.686 classi. In quelle classi con percentuali superiori al 20% gli alunni stranieri presenti sono 29.815, pari al 73,7% dei 40.442 stranieri iscritti.

Seguono la Lombardia con 9.551 classi (47,9%) che hanno percentuale di alunni stranieri oltre il 20%, seguita dalla Liguria con 1.205 (44,2%), dal Veneto con 4.053 (39,6%), dalla Toscana con 2.602 (37,1%). Seguono Friuli VG e Umbria.

Come si può agevolmente constatare, la particolare incidenza di alunni stranieri per classe riguarda in particolare le regioni settentrionali e, in subordine, quelle dell’Italia centrale, in ragione della ben nota presenza di stranieri in quei territori.

In tutte le regioni meridionali il numero delle classi con presenza di stranieri sopra il 20% è dell’ordine di poche centinaia, con la Basilicata che non va oltre le 76 classi interessate e il Molise fermo a 37.

La Sardegna ha soltanto il 2,6% delle classi con l’incidenza superiore al 20%.

Complessivamente, a livello nazionale le classi della scuola primaria con incidenza superiore al 20% di presenza straniera sono poco più di 32mila, poco più di un quarto di tutte le classi, dove sono presenti 195.520 alunni stranieri (cioè il 62% degli alunni stranieri: ciò significa che la distribuzione non è omogenea e che si formano classi con alta densità di alunni stranieri).

 

Approvato in via definitiva Decreto Disabilità

Approvato in via definitiva Decreto Disabilità, a gennaio avvio sperimentazione

15 aprile 2024

È stato approvato in Consiglio dei Ministri l’ultimo decreto attuativo della legge delega in materia di disabilità (L.227/2021), che definisce la condizione di disabilità, introduce l’accomodamento ragionevole, riforma le procedure di accertamento e la valutazione multidimensionale per l’elaborazione e l’attuazione del “Progetto di vita” individuale e personalizzato.
“Si tratta del cuore della riforma – spiega il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli – che semplifica il sistema di accertamento dell’invalidità civile, eliminando le visite di rivedibilità e che introduce il “Progetto di vita”, come strumento di accompagnamento nella vita delle persone. Si tratta di una rivoluzione culturale e civile, che sviluppa un nuovo paradigma nella presa in carico della persona con disabilità, eliminando le estreme frammentazioni tra le prestazioni sanitarie, socio sanitarie e sociali. Dal primo gennaio del 2025 si avvierà la sperimentazione, ma già da quest’anno partirà una formazione intensa e capillare tra Enti e categorie per l’adozione di questo nuovo modello”. 
“Siamo davanti ad una straordinaria opportunità per le persone con disabilità, per le famiglie, per il nostro Paese – conclude il Ministro Locatelli – Iniziamo a ribaltare la prospettiva e a parlare non più solo di assistenzialismo ma di valorizzazione delle persone, semplifichiamo e sburocratizziamo gli iter e soprattutto partiamo dai desideri e dalle scelte di ogni persona, come previsto dalla Convenzione Onu, per arrivare a un percorso di vita dignitoso per ogni persona. Per questa ragione un passo importante nella nuova visione che proponiamo è relativo alla modifica di tutte le leggi ordinarie: finalmente rimuoviamo i termini “handicappato” e “portatore di Handicap” per restituire dignità e centralità alla “Persona con disabilità”. La sfida è appena iniziata ma sono molto determinata e non mi fermerò”.

Premiazione VIII Concorso Enologico “Istituti Agrari d’Italia”

Si è svolta il 15 aprile, in occasione del Vinitaly 2024, la premiazione dell’VIII Concorso Enologico “Istituti Agrari d’Italia”. Il concorso, realizzato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito, con il contributo tecnico-scientifico del CREA Viticoltura ed Enologia e il supporto di RENISA (la Rete Nazionale degli Istituti Agrari), si propone di valorizzare le migliori produzioni vitivinicole DOP e IGP realizzate dalle scuole partecipanti. All’edizione 2024 hanno aderito 24 Istituti, provenienti da 14 diverse Regioni, per un totale di 68 vini in gara.

La cerimonia si è tenuta alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Oggi – ha dichiarato il Ministro – premiamo l’eccellenza della scuola italiana e in particolare gli Istituti agrari, che garantiscono ai nostri giovani una formazione all’avanguardia anche in materia di ricerca e innovazione. Questo percorso d’istruzione contribuisce inoltre alla crescita del settore vinicolo, che vale 45 miliardi di euro. Il vino è cultura, tradizione e identità; le scuole del territorio, in sinergia con le imprese, fanno vivere questi valori”.

Sempre in occasione del Vinitaly, le produzioni delle scuole vincitrici della VII edizione del concorso, quella del 2023, sono state protagoniste all’interno dell’area istituzionale presso il Palaexpo attraverso attività di presentazione al pubblico nell’area allestita dal MIM in collaborazione con Re.N.Is.A.. Hanno partecipato alle attività di illustrazione delle loro etichette gli istituti: Emilio Sereni di Roma, Duca degli Abruzzi di Elmas (CA), Stefani–Bentegodi di Verona, Basile Caramia-Gigante di Locorotondo-Alberobello (BA), De Sanctis-D’Agostino-Amatucci di Avellino, Ciuffelli di Todi (PG), Bettino Ricasoli di Siena, Celso Ulpiani di Ascoli Piceno, Paolino D’Aquileia di Cividale del Friuli (UD), Di Poppa-Rozzi di Teramo, Umberto I di Alba (CU), Cerletti di Conegliano (TV), Duca degli Abruzzi di Padova, Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN).

L’intervento del Ministro

Immissioni in ruolo 2024/2025, ci sarà la mini call veloce se tornano le nomine da I fascia GPS sostegno

da La Tecnica della Scuola

Di Lucio Ficara

Nella conversione in legge del decreto 19 del 2 marzo 2024 è stato approvato un emendamento che consentirà ai docenti inseriti in I fascia GPS sostegno di entrare in ruolo, nel caso residuino posti di sostegno non assegnati dallo scorrimento delle GaE e delle graduatorie di merito.

Emendamento approvato

È importante ricordare che la V Commissione Bilancio e Tesoro ha approvato l’emendamento 14.46 al Decreto legge n. 19 del 2 marzo 2024 (c.d. Decreto PNRR) che prevede la possibilità di nominare, anche per gli anni scolastici 2024/2025 e 2025/2026 su posto di sostegno da GPS I fascia, una volta esaurite le GaE e le graduatorie di merito dei concorsi. In buona sostanza questo emendamento consentirà, qualora sia fatta una scelta opportuna della provincia per l’aggiornamento delle GPS, di potere entrare in ruolo dalla prima fascia GPS del sostegno.

Questa novità farà tornare la mini call veloce

L’emendamento 14.46 andrà a modificare l’art.14 del decreto legge 19 del 2 marzo 2024, introducendo nuovamente la possibilità di immissioni in ruolo straordinarie dal canale delle GPS per quanto riguarda i posti di sostegno. Tali modifiche consentiranno nuovamente l’applicazione, per il biennio 2024/2025 e 2025/2026, dell’art. 5 comma 12 del decreto legge 44/2023. Tale norma dispone, qualora a seguito dello scorrimento delle graduatorie GaE e GM residuino ulteriori posti di sostegno vacanti e disponibili, e che tali posti residuino anche dopo l’assunzione dal GPS I fascia sostegno, che si possa passare alla cosiddetta mini call veloce.

Ecco cosa è la mini call veloce

La mini call-veloce sarà aperta ai docenti inseriti a pieno titolo in prima fascia e elenchi aggiuntivi GPS sostegno che, pur chiedendo tutte le preferenze possibili, non abbiano ricevuto nomine finalizzate al ruolo dalla graduatoria di iscrizione. Questo consentirà a chi è inserito a pieno titolo nelle Graduatorie  Provinciali delle Supplenze di sostegno di poter fare domanda di assunzione per una o più province di un’altra regione. Per fare un esempio specifico, immaginiamo che una docente di sostegno I fascia ADSS della provincia di Reggio Calabria non viene assunta in ruolo dalla specifica graduatoria ADSS perché non ci sono posti disponibili e vacanti. In tal caso l’aspirante al ruolo, potrà scegliere altre province della medesima Regione o di altra Regione per tentare di entrare in una nuova graduatoria per l’assunzione in ruolo in una delle province scelte dove ovviamente sono residuati dei posti disponibili.

Contratti ATA Agenda Sud e PNRR

Scuola, contratti ATA Agenda Sud e PNRR. Fracassi (FLC CGIL): necessario provvedimento MIM per proroga già dal 16 aprile

Roma, 14 aprile – “Dai lanci di agenzia apprendiamo che i 6 mila contratti dei collaboratori scolastici nominati sul cosiddetto organico rinforzato in scadenza domani 15 aprile saranno prorogati grazie alla copertura trovata in extremis sui fondi ordinari del MIM”. Lo dichiara la segretaria generale della FLC CGIL, Gianna Fracassi, che aggiunge: “Questa è certamente una notizia positiva che va nella direzione proposta dalla nostra organizzazione e cioè di utilizzare temporaneamente i fondi ordinari in attesa del primo vettore normativo utile a dare la necessaria copertura fino al 30 giugnoprossimo”.

“Il Ministero dia subito indicazioni alle scuole in modo che, già domani, possano operare per la proroga dei giorni strettamente necessari fino a quando l’iter giuridico della norma non sarà perfezionato. Così facendo, nessun giorno di stipendio e nessun giorno di lavoro andrà perso – continua la dirigente sindacale – d’altro canto questo impegno del MIM era emerso giovedì scorso in occasione del tavolo di conciliazione svoltosi presso il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale dopo che la FLC CGIL, unica organizzazione nel panorama sindacale, ha attivato le procedure di raffreddamento per denunciare le enormi difficoltà in cui si trovano ad operare ATA e dirigenti, peraltro a causa del sovraccarico di lavoro legato all’attuazione dei progetti PNRR”.

“La FLC CGIL continuerà a seguire come sempre da vicino la questione affinché al personale venga assicurata la continuità lavorativa che gli è dovuta”. Conclude Fracassi.

Proroga di 6 mila contratti ATA

Nell’ambito delle politiche perseguite dal Ministro Valditara si è riusciti ad assicurare sino ad ora alle Istituzioni scolastiche italiane un supporto significativo grazie all’impiego, a tempo determinato, di circa 6.000 collaboratori scolastici aggiuntivi delle categorie ATA. Questo contingente sta svolgendo un ruolo importante nel sostegno al sistema educativo, peraltro durante una fase caratterizzata dalla realizzazione delle misure finanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dalle iniziative di Agenda Sud.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, su indicazione del Ministro Valditara, al fine di assicurare il proseguimento di queste attività, ha individuato una dotazione di circa 14 milioni di euro, direttamente nel bilancio del Ministero, da destinare alla proroga dell’impiego di questo personale, proroga che sarà disposta con un intervento legislativo nel primo provvedimento disponibile.

“È un ulteriore impegno, da noi fortemente voluto, per garantire la massima continuità delle attività che il personale sta svolgendo a supporto delle scuole, a fronte di molteplici scadenze, dal PNRR ad Agenda Sud”, ha dichiarato il Ministro Valditara.

Bonus mamme

Bonus mamme: FLC CGIL presenta ricorsi pilota contro norma che discrimina precarie

Roma, 13 aprile – Dopo aver denunciato la grave e illegittima discriminazione ai danni delle lavoratrici precarie della misura di decontribuzione spettante alle madri con due o più figli, abbiamo presentato ricorsi pilota nei confronti della norma introdotta dalla Legge di Bilancio 2024.

Inoltre, abbiamo notificato e depositato il ricorso al TAR Lazio contro l’applicazione della norma nel settore scuola unitamente a due lavoratrici del comparto.
Le lavoratrici precarie rappresentano una parte significativa dell’organico della scuola e, come FLC CGIL, ci impegneremo, anche attraverso azioni legali, affinché vengano riconosciuti e riaffermati principi in tema di parità di trattamento tra lavoratici a tempo determinato e a tempo indeterminato.

Non ci possono essere lavoratrici di serie A e lavoratrici di serie B.

Progressioni personale ATA

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha firmato il decreto che disciplina la procedura di valutazione per la progressione degli Assistenti Amministrativi facenti funzione all’Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione.

“Con questo provvedimento – dichiara il Ministro Valditara – vogliamo riconoscere e valorizzare l’impegno profuso negli anni da tanti amministrativi nelle funzioni di DSGA, un ruolo decisivo per il corretto funzionamento delle scuole, al servizio di docenti, studenti e famiglie e per l’attuazione del Pnrr”.

Il Ministro ha firmato contestualmente la richiesta di autorizzazione a bandire due procedure per il reclutamento di 2.870 unità da destinare all’Area dei Funzionari e dell’Elevata Qualificazione del personale Ata per il triennio 2024/27. I posti sono destinati alla procedura selettiva per le progressioni di area degli assistenti amministrativi facenti funzione e al concorso ordinario per il reclutamento dall’esterno di nuovi funzionari. “Una risposta concreta alle richieste delle scuole di rafforzare i servizi amministrativi”, dichiara il Ministro Valditara.

Principali contenuti del decreto per le progressioni di area

Nel dettaglio, il decreto ammette a partecipare alla progressione sia gli assistenti amministrativi di ruolo in possesso di laurea magistrale, che abbiano maturato almeno 5 anni di esperienza nell’area degli assistenti e/o nell’equivalente area del precedente sistema di classificazione, sia gli assistenti amministrativi di ruolo in possesso del diploma di scuola secondaria di secondo grado con almeno 10 anni di esperienza nell’area degli assistenti e/o in quella, equivalente, del precedente sistema di classificazione, purché abbiano svolto a tempo pieno le funzioni di Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) per almeno tre anni.

Tfa sostegno IX ciclo: titoli valutabili, 24 CFU, procedure di accesso, riserva e iscrizioni. Le faq del MUR

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con nota 6859 del 9 aprile 2024 il Ministero Università e Ricerca ha risposto ad alcune richieste di chiarimento, riguardo al IX ciclo dei percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità nella scuola dell’infanzia, nella scuola primaria, nella scuola secondaria di I grado e nella scuola secondaria di II grado (DM 29.03.2024, n. 583).

Di seguito le faq pubblicate.

Vista la modifica delle classi di concorso del 22/12/2023 decreto n. 255 i candidati possono iscriversi ad entrambi i gradi di scuola con i nuovi requisiti?

I candidati, in relazione alle classi accorpate di cui al decreto interministeriale del 22 dicembre 2023, n. 255, devono scegliere se iscriversi al TFA per la scuola secondaria di primo grado o a quello per la scuola secondaria di secondo grado.

I candidati che accedono al concorso in base al comma 2 dell’articolo 18-bis del decreto legislativo 59 del 13/04/2017 (riservatari 3 anni su 5) nel caso in cui non rientrino nei posti previsti dalla riserva del 35% hanno diritto ad essere inseriti nuovamente nel concorso per accedere alle prove scritte e orali?

I candidati che non rientrino nella riserva possono accedere alle prove “comuni” di cui all’art. 6, comma 2, lettera b) del decreto ministeriale 30 settembre 2011, fermo restando che la graduatoria dei riservatari deve essere chiusa al momento dell’espletamento delle prove scritte. (in analogia con quanto previsto dall’art. 2, comma 08, del decreto-legge 22/2020, convertito dalla legge 41/2020 nonché dall’art. 4, comma 3-bis del D.M. 8 febbraio 2019, n. 92).

Per l’ammissione al concorso ai sensi dell’articolo 5, comma 1, del decreto legislativo 59 del 13/04/2017 per accedere al concorso a cattedra è necessario possedere oltre alla laurea l’abilitazione. Nel decreto è prevista la possibilità di essere ammessi al concorso, fino al 31/12/2024 anche con il possesso dei 24 CFU purché conseguiti entro il 31/10/2022. I 24 CFU sono da considerarsi requisito necessario quale titolo di accesso anche per il concorso del IX Ciclo del sostegno?

No (cfr. art. 14 del decreto legge 2 marzo 2024 n. 19).

Il diploma triennale per la scuola dell’infanzia ad oggi ancora titolo abilitante, nonché requisito valido di accesso per i concorsi della scuola dell’infanzia, si può considerare come titolo valido anche per l’accesso al IX ciclo sostegno?

Sentito il Ministero dell’Istruzione e del Merito, si ritiene di poter rispondere in senso affermativo.

Gli anni di insegnamento dichiarati come titoli di accesso per il concorso (3 anni su 5 o 3 anni su 10) devono essere considerati anche come titoli valutabili ai fini della graduatoria? La tabella A del decreto interministeriale del 29 marzo 2024 n. 549 stabilisce che il titolo di studio utilizzato per l’accesso non può essere valutato come titolo valutabile, il servizio è da considerare in analogia?

La tabella A è stata predisposta per la graduatoria relativa alla riserva dei posti. Per quanto riguarda la graduatoria generale, la valutazione dei titoli avviene ai sensi dell’art. 4, comma 1, lett. f) del decreto ministeriale 30 settembre 2011.

Ai sensi della nota MUR n. 17285 del 14 luglio 2022 la percentuale di assenze consentite per le ore di ciascun insegnamento era stata ampliata dal 20% al 25%. E tale flessibilità (25%) è applicata anche alle ore di assenza ai laboratori e tirocinio indiretto. Nel Decreto di quest’anno (Art. 3 comma 2) si parla di erogazione telematica limitata al 20% solo per gli insegnamenti. Si dev intendere che la nota dell’anno scorso non ha più valore?

La nota MUR del 14 luglio 2022 era motivata dalla persistenza di misure anti-contagio e lo scorso anno – in occasione delle risposte fornite alla S.V. con nota del 9 giugno 2023, prot. 10328 – il medesimo orientamento è stato confermato in relazione alle modifiche legislative intervenute in materia, che hanno determinato l’adozione posticipata rispetto al solito dei decreti di autorizzazione e di riserva dei posti. In riferimento all’a.a. 2023/2024, invece, occorre fare riferimento a quanto previsto dal comma 4, art. 3 del decreto ministeriale 92/2019.

In merito all’art. 2, comma 1 Decreto Ministeriale n. 583 del 29 marzo 2024 – relativo all’accesso diretto al corso dei soggetti di cui al comma 2 dell’art. 18-bis del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 (i cosiddetti “riservatari 3 su 5”) – si chiedono i seguenti chiarimenti:

I “riservatari 3 su 5” pagano la quota di partecipazione per l’accesso alla selezione?

Sì, corretto.

Nel calcolare il “doppio dei posti disponibili” ai fini dello svolgimento o meno del test preselettivo bisogna escludere la quota di riserva? Es.: se ho 100 posti su un grado/ordine, con una conseguente riserva di 35 posti, il doppio dei posti è 130 (65+65)?

Sì, corretto.

Qualora su un grado/ordine di scuola ci sia un numero di domande di “riservatari 3 su 5” inferiore alla quota di riserva, i posti residui della quota di riserva vanno ad integrare la quota restante? E come si calcola in questo caso il “doppio dei posti disponibili” ai fini dello svolgimento o meno del test preselettivo?

Il numero residuo della quota di riserva si aggiunge al calcolo di cui alla lett. b).

Il secondo comma dell’art. 2 del Decreto Ministeriale n. 583 del 29 marzo 2024 dispone che i “riservatari 3 su 5” concorrono esclusivamente per la quota di riserva dell’Ateneo in cui hanno presentato istanza: come va interpretata questa frase? Significa che il “riservatario 3 su 5” non può presentare, presso lo stesso o altro Ateneo, una ulteriore domanda di partecipazione alla selezione “ordinaria”?

I candidati possono concorrere per la quota di riserva di un solo Ateneo.

Se il “riservatario 3 su 5” può presentare, presso lo stesso o altro Ateneo, una ulteriore domanda di partecipazione alla selezione “ordinaria”, ciò comporta che la graduatoria dei “riservatari” debba essere pubblicata necessariamente prima dello svolgimento delle prove selettive?

La graduatoria dei riservatari deve essere chiusa prima che i candidati esclusi dalla riserva accedano alle prove scritte (in quanto sono esonerati dalla prova preselettiva così come chiarito al punto 2).

Sia per i “riservatari 3 su 5” sia per i candidati con 3 anni di servizio di sostegno su 10, come ultimo anno per il conteggio del servizio si intende l’anno scolastico 2022/2023 o il 2023/2024?

Per quanto sia questione di prevalente competenza del Ministero dell’istruzione e del merito, risulta che generalmente trovi applicazione quanto disposto dall’art.11, comma 14, della Legge 124 del 1999, inclusa la corrente annualità. I requisiti devono essere posseduti al momento dell’iscrizione alla procedura.

LA NOTA