Felicità nella scuola

FELICITà NELLA SCUOLA UNA PROMESSA SOLENNE di Umberto Tenuta

CANTO 294 Gli alunni italiani non sono felici di andare a scuola (Alessandro Giuliani, da La Tecnica della Scuola)

L’ultimo rapporto Pisa Ocse ha coinvolto ben 510 mila studenti tra i 15 e i 16 anni di 65 paesi che, tra le altre cose, hanno anche dichiarato quale fosse il loro livello di gradimento sullo studio.

Il nostro Paese è solo al 54° posto.

Insomma, questa indagine sembra confermare che l’amore per la scuola e lo studio non ha nulla a che vedere con la ricchezza: certi valori vanno oltre gli aspetti materiali.

Determinante è quindi il ruolo del corpo insegnante, ma anche delle famiglie degli alunni.

 

Che cosa significa che gli studenti non sono felici di andare a scuola?

Significa che già nei primi anni della loro vita i giovani sono infelici!

Infelici di nascere alla condizione umana.

Il buon giorno dal mattino pare!

Se sono infelici i primi anni di vita, quale prospettive di felicità i giovani possono avere?

Nasce l’uomo a fatica,

Ed è rischio di morte il nascimento.

Prova pena e tormento

Per prima cosa

Ma perchè dare al sole,

Perchè reggere in vita

Chi poi di quella consolar convenga?

Se la vita è sventura,

Perchè da noi si dura?

È funesto a chi nasce il dì natale.

 

È funesto andare a scuola, luogo di infelicità.

Come volete voi che sia BUONA la scuola?

Così come è!

Ma non dovrebbe essere diversa?

Non dovrebbe essere sorriso e gioia?

Sorriso dei docenti e gioia degli studenti.

E no!

Paura sempre fanno i docenti, paura fanno gli apprendimenti.

Perché allora chiamarli studenti, falsare il nome, chiamare innamorati del sapere coloro che da esso ricavano infelicità?

Somma crudeltà.

Non materna scuola, di quanto inganni i figli tuoi!

 

Ministra, tu che sei madre, non ingannare i tuoi studenti.

Non ingannarli con una BUONASCUOLA che continua a renderli infelici!

 

Ordunque, che fare?

Richiedere ai docenti ed ai dirigenti un nuovo giuramento.

Prometto e giuro che mai ai miei studenti incuterò paura.

Prometto e giuro che sul volto di tutti i miei studenti sempre si leggerà la gioia di scoprire, di inventare, di costruire i loro saperi, i loro saper fare, i loro saper essere.

Prometto e giuro che, ove mai uno solo dei miei studenti dovesse sentirsi infelice di stare a scuola, io mi dimetterò.

Sudenti il successo formativo è un vostro dirittto

STUDENTI IL SUCCESSO FORMATIVO è UN VOSTRO DIRITTO di Umberto Tenuta

CANTO 293 Studenti, bimbi, fanciulli, adolescenti, giovani!

Il SUCCESSO FORMATIVO è un vostro sacrosanto diritto.

Partoriti dalle buone madri, avete diritto ad una BUONASCUOLA per nascere alla vita umana, e non rimanere nelle foreste dell’Aveyron come Victor, il vostro sfortunato fratello!

 

Gestazione incompiuta, quella del grembo materno.

Un’altra gestazione vi attende, quella del grembo sociale che vi farà uomini, alimentandovi di cultura.

La Cultura vi farà uomini del XXI secolo.

Senza Cultura rimarreste allo stato del Selvaggio dell’Aveyron, Victor, il vostro sfortunato fratello.

La piena alimentazione culturale è un vostro diritto.

Voi avete diritto al SUCCESSO FORMATIVO.

E la SOCIETà EDUCANTE ve lo deve garantire.

È scritto nella Costituzione italiana e nel Diritto positivo.

La BUONASCUOLA è una buona scuola solo se vi garantisce il successo formativo.

A tutti voi, indistintamente!

Figli di papà e figli di disoccupati.

Non importano le vostre origini sociali.

Importa solo che voi siete figli di donna.

Voi non avete diritto all’istruzione ma all’educazione, alla vostra piena, integrale, massimale, originale formazione umana.

Artisti e scienziati, tutto ciò che è umano vi appartiene.

Eredi dell’intera umanità voi siete, tutti voi siete, indistintamente, figli del falegname e figli del bracciante, figli del dottore e figli del contadino.

La BUONASCUOLA è la scuola del SUCCESSO FORMATIVO garantito a tutti i figli di donna.

La BUONASCUOLA è buona solo se vi alimenta di Cultura.

Non del ciarpame nozionistico delle piccole misere aride enciclopedie dei saperi scolastici!

Voi avete diritto a cibi genuini.

Alla poesia del Giovane Favoloso, di Petrarca, di Dante, di Omero.

Alla Musica di Giuseppe Verdi.

All’Arte tutta.

Alle Scienze tutte.

Alle Tecnologie tutte.

Ciascuno di voi, o Giovani, ha diritto di essere un esemplare rappresentativo dell’intera umanità.

Senza mutilazione alcuna!

Il vostro diritto è sacrosanto.

La BUONASCUOLA ve lo deve garantire.

Come ve lo deve garantire?

Questo è il suo problema.

L’unico suo problema.

L’unico problema che merita di essere preso in considerazione.

COME REALIZARE LA SCUOLA DEL SUCCESSO FORMATIVO!

Tutti gli altri discorsi sono ciance.

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:

http://www.edscuola.it/dida.html

Reali emergenze per una scuola veramente buona

Reali emergenze per una scuola veramente buona

Commento alla parte culturale e didattica del rapporto “La buona scuola”

Edilizia scolastica: da emergenza a programmazione

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Segreteria del Sottosegretario di Stato
On. Davide Faraone

“Vogliamo essere sempre più incisivi con l’emergenza per rendere sicure le nostre scuole e lo stiamo facendo con determinazione. Al contempo vogliamo impedire che l’emergenza ci impedisca di programmare e progettare scuole sempre più adeguate ad una didattica laboratoriale e innovativa. Non è un caso se questo governo abbia deciso, fin dal suo insediamento, di partire dalla scuola e dagli interventi in materia di edilizia scolastica”. Lo ha detto il Sottosegretario all’Istruzione, Università e Ricerca, On. Davide Faraone, intervenendo oggi alla presentazione del XV Rapporto ‘Ecosistema Scuola’, l’indagine annuale sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi sociali promossa da Legambiente.

“Vogliamo costruire nuove strutture scolastiche che siano coerenti con il progetto di Buona Scuola che stiamo proponendo al Paese. La scelta di avere una specifica Struttura di Missione a Palazzo Chigi e una Direzione Generale dedicata presso il MIUR, dimostra concretamente questa volontà. Inoltre abbiamo lavorato con le Regioni per realizzare finalmente l’Anagrafe dell’edilizia scolastica e riattiveremo al più presto l’Osservatorio, da troppi anni non più convocato; tutto ciò al fine di evidenziare e individuare meglio le priorità”.

Il Sottosegretario ha continuato il suo intervento elencando i principali filoni di intervento in edilizia scolastica. “Questo governo ha destinato all’edilizia risorse per circa 3 miliardi e altre ne arriveranno nei prossimi anni: il piano per l’edilizia di #scuolebelle, #scuolenuove e #scuolesicure (1,4 miliardi), i mutui agevolati con la BEI, la Banca Europea per gli Investimenti (1,2 miliardi), i fondi PON Istruzione (400 milioni), lo #sbloccaitalia e la destinazione dei proventi dell’8×1000 (non ancora quantificabili), sono le linee di finanziamento principali”.

Il Sottosegretario ha sottolineato come Matteo Renzi si stia impegnando in Europa anche per allentare il Patto di Stabilità “per consentire ai sindaci di poter intervenire immediatamente e poter spendere le risorse a disposizione”. “Serve – ha proseguito – un maggior coordinamento territoriale per poter utilizzare al meglio le competenze di ciascuno”. E ancora, “una rinnovata capacità di progettazione, impegno, controllo, rendicontazione da parte di chi ha le responsabilità politiche e amministrative degli interventi”. Faraone ha anche auspicato per gli interventi una “architettura partecipata: il progetto di ciascun istituto deve nascere dai desideri e dalle esigenze di chi, come i genitori, gli alunni, i docenti, la scuola la vive ogni giorno”.

Incontro con il Ministro: delusione per la mancanza di risposte

Incontro con il Ministro: delusione per la mancanza di risposte – Sempre più probabile il ricorso ad un inasprimento dell’azione sindacale

“Deludente e inconcludente il tardivo incontro del Ministro Giannini con le OO.SS.” ha dichiarato il Segretario Generale SNALS-Confsal, Marco Paolo Nigi. “Non sono state date risposte a nessuno dei problemi che affliggono la scuola e il suo personale: ATA, docenti e dirigenti”

 

Dichiarazione del Segretario Generale, Marco Paolo Nigi:

“Deludente e inconcludente il tardivo incontro del Ministro Giannini con le OO.SS.”  – ha dichiarato il Segretario Generale dello SNALS-CONFSAL – “Non sono state date risposte a nessuno dei problemi che affliggono la scuola e il suo personale: ATA, docenti e dirigenti ”.

“L’inaccettabile mancanza di un vero confronto su questioni di metodo e di merito, accanto agli interventi governativi, previsti dalla legge di stabilità, che riducono risorse e organici” – ha concluso il Prof. Nigi – “porterà inevitabilmente a dure ed incisive azioni di lotta, non escluso lo sciopero di tutto il personale della scuola.”

 

Resoconto dell’incontro

L’incontro, tra il Ministro e i Segretari Generali delle OO.SS. rappresentative del personale scolastico, non ha prodotto alcun passo in avanti sui delicati temi sul tappeto e si è limitato a una sintetica presentazione del Ministro del documento “la buona scuola” e, dopo i diversi interventi delle OO.SS., a una replica conclusiva, in cui ci sono stati solo generici auspici per una futura collaborazione in vista della stesura dell’atto legislativo che tradurrà in concreto l’attuale documento politico-programmatico.

Nel suo intervento il Segretario Generale dello SNALS-CONFSAL ha riaffermato con forza le posizioni del nostro sindacato richiamando i nostri documenti inviati da tempo, e in più riprese, al Ministro e al Presidente del Consiglio e ha sottolineato il grande seguito da parte degli operatori scolastici dell’iniziativa intrapresa con la raccolta delle firme che, dopo la consegna delle prime trecentomila, continuano ad affluire nelle sedi dei sindacati.

Nel suo intervento il Prof Nigi ha, tra l’altro, sottolineato che:

Ø      gli operatori scolastici, con la loro firma, rivendicano il diritto al rinnovo del contratto di lavoro e al mantenimento degli scatti di anzianità che non possono essere cancellati per utilizzare  tali risorse per non meglio definiti “scatti di merito”, peraltro da attribuire a una platea ridotta a due terzi del personale, con l’aggravante che gli uni si cancellano da subito e gli altri partirebbero dal 2019;

Ø      vi è una inaccettabile sottovalutazione del ruolo del personale ATA nella vita delle scuole;

Ø      vi è una evidente contraddizione tra alcuni principi affermati e gli atti concreti che sembra perseguire il Governo, a partire dalla legge di stabilità in discussione in Parlamento. Infatti, a fronte della dichiarata volontà di considerare l’istruzione e la formazione un “investimento” e non una “spesa” improduttiva su cui intervenire per ridurla, si continua ad operare tagli e a svilire il lavoro di docenti, dirigenti e ATA minando la loro dignità professionale. Non si possono leggere diversamente gli interventi previsti dall’art. 28 della legge di stabilità che:

       riduce di 30 milioni di euro il fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche;

        acquisisce all’erario parte delle eventuali somme non utilizzate dalle scuole (10 milioni di euro) invece di farle confluire, come avviene attualmente, nel fondo per il funzionamento delle stesse;

–        riduzione del numero di esoneri dal servizio per i coordinatori periferici di educazione fisica, eliminando il livello provinciale (90 unità) e lasciando solo il livello regionale ove sono attualmente 18;

        abroga esoneri e semiesoneri per docenti con funzioni vicarie e addetti alla vigilanza, privando le scuole di risorse utili per il loro funzionamento in casi di particolare complessità (attualmente  sono attribuiti esoneri: 3 a circoli didattici, 1119 ad istituti comprensivi e 469 ad istituti di 2° grado e semiesoneri: 2056 ad  istituti comprensivi e 1049 a istituti di 2° grado). In tutto si avrebbe una perdita indotta corrispondente a complessivi 3143,5 posti;

        introduce il divieto di conferire supplenze brevi al personale ATA: fino a 7 giorni per i collaboratori scolastici,  agli assistenti tecnici e per quelli amministrativi con deroga per le situazioni con organico inferiore a tre.  Introduce, inoltre, la norma che la sostituzione dei collaboratori scolastici può essere ovviata con il ricorso ad ore eccedenti per il personale in servizio. Tutto questo senza tener conto che l’attuale organico e’ insufficiente per il funzionamento delle scuole (vedi autorizzazione di posti in deroga). Così facendo inserisce modifiche per legge al CCNL e attribuisce ulteriori voci di spesa alle scuole a cui viene ridotto il finanziamento. Stabilisce, inoltre, priorità nell’utilizzo del “Fondo” invadendo il campo contrattuale e le prerogative RSU;

       introduce il divieto di conferimento di supplenza per il primo giorno di assenza dei docenti;

        ridetermina in contrazione le  dotazioni organiche ATA, riducendole di 2020 unità;

Ø      lo SNALS-CONFSAL è favorevole alla stabilizzazione del precariato, all’organico funzionale pluriennale e non rifiuta pregiudizialmente di affrontare il tema della premialità ma:

       la stabilizzazione dei precari, che tra l’altro avviene per anticipare una sentenza europea, non può  scaricare il suo costo sul personale, cancellando la ricostruzione di carriera per i neo immessi in ruolo e il riconoscimento dell’anzianità per tutti;

      i criteri per attribuire la “premialità”, che non deve confondersi con la “produttività”,devono essere chiari e tendere a valorizzare il lavoro in classe e non possono essere affidati al ruolo prevalente di un organo monocratico. La “premialità” deve essere finanziata con “risorse fresche/aggiuntive” e non con quelle attualmente attribuite all’anzianità che è riconosciuta, con la sola eccezione della Svezia, in tutti i Paesi Europei, in quanto, soprattutto nel caso della scuola, l’anzianità è un arricchimento della professionalità.

Di fronte a questo scenario, il sindacato individuerà le forme di azione sindacale da intraprendere non escludendo il ricorso ad azioni si sciopero.

Incontro sindacati scuola e ministro

Incontro sindacati scuola e ministro

Non solo piano scuola. Al centro della riunione contratto, retribuzioni e merito.

Di Menna: ‘Abbiamo rappresentato in modo chiaro e deciso il disagio e la protesta di chi ogni giorno da’ qualità alla scuola’.

 

Il blocco del contratto e delle retribuzioni e l’impianto delineato dal governo sul merito sono stati tra i temi principali affrontati nel corso della riunione tra sindacati scuola e ministro Giannini, al quale il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna ha posto subito, con chiarezza, l’urgenza di un confronto chiaro sulle questioni che attengono al contratto e al rapporto di lavoro.
Due le questioni di forte rilevanza messe in evidenza con il ministro: la necessità di risposte concrete dopo la consegna a palazzo Chigi delle 300 mila firme dello #sbloccacontratto e della manifestazione nazionale di Roma dell’8 novembre.
Al ministro che lamentava del tono acceso con cui veniva espresso tale disagio, Di Menna ha replicato deciso: ” e’ solo il 50% del tono che avrebbe chi ce lo rappresenta, gli insegnanti. Negli incontri veri che facciamo – ha detto Di Menna – gli insegnanti si sentono offesi per come il Governo pensa di riconoscere il merito: blocco degli stipendi, nessun aumento per nessuno fini al 2019 ed un sistema che prevede per una percentuale del 66 %, attraverso una raccolta punti, la ricerca di scuole dove trasferirsi per guadagnare, per tre anni, 60 euro, togliendoli a chi a ha meno punti. Un insieme di misure inaccettabili.
Nel merito del piano scuola – presenti all’incontro per la Uil Scuola insieme a Massimo Di Menna, Antonello Lacchei e Noemi Ranieri – e’ stata messa in evidenza la positività del piani di assunzioni e giudizio positivo è stato espresso sulle nuove modalità di formazione iniziale, che rispondono alle indicazioni della Uil Scuola.
Resta aperta la questione del personale abilitato che copre già posti disponibili, questione che se non risolta rappresenta un segmento di precariato non risolto. Contrarietà è stata espressa, invece, per i tagli previsti per il personale Ata, rilevando invece la necessità di rilanciare il riconoscimento e la funzione tecnica, con un’area tecnica in ogni scuola, dei collaboratori scolastici, come supporto, degli amministrativi che sono caricati di nuovi oneri anche per le disfunzioni e l’appesantimento burocratico.
Su tutti gli aspetti abbiamo fatto riferimento alle posizioni Uil che invieremo con un apposito documento.
Il ministro ha concluso rinviando al Governo nel suo insieme la questione del rinnovo contrattuale che riguarda tutto il pubblico impiego (lunedì 17 è convocato a Palazzo Chigi l’incontro sindacati- ministro Madia).
Sulla questione dell’anzianità, in coda alla riunione, un nuovo punto e a capo verbale tra il ministro che ribadiva di voler tenere ferme le posizioni ministeriali e Di Menna che le ha fatto notare come la progressione economica per anzianità è aspetto presente in tutti paesi europei.
Sul piano scuola, il ministro ha assicurato che, terminata la consultazione in atto, per la predisposizione dei provvedimenti vi sarà un confronto preventivo con i sindacati. Tutti i sindacati scuola, Uil, Cgil, Cisl, Snals, Gilda, sono d’accordo nel prevedere la prosecuzione della iniziativa di mobilitazione in atto e, in base agli esiti del confronto con il Governo anche di uno sciopero specifico per la scuola, che metta al centro il rinnovo del contratto, investimenti nell’istruzione, riconoscimento professionale.
Da parte nostra, come Uil Scuola, abbiamo attivato le procedure di conciliazione previste.
Dopo l’incontro con il Governo a Palazzo Chigi faremo, nel merito, una valutazione per decidere.


Roma, 13 novembre 2014                                                                                                                   Prot.: 961

 

 

Al Gabinetto del Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca
Ufficio Relazioni Sindacali

 

Al Capo di Gabinetto del Dipartimento della Funzione Pubblica
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Ufficio Relazioni Sindacali

R O M A

 

Oggetto: proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale della scuola e richiesta           esperimento della procedura di conciliazione

 

 

La UIL Scuola, ai sensi dell’articolo 2, della Legge n. 146 del 12 giugno 1990 come modificata dalla Legge n. 83/2000, proclama lo stato di agitazione di tutto il personale della scuola.

Lo stato di agitazione del personale è motivato dal d.d.l governativo (legge di stabilità) che prevede ulteriori tagli di personale, riduzioni finanziarie e retributive che ricadono sul personale, nonché il reiterato blocco del CCNL e le ipotesi di intervento, fuori dalla contrattazione, prefigurate dal rapporto sulla “Buona Scuola”.

Si richiede, pertanto, l’esperimento della procedura conciliativa prevista dalla citata Legge, convocando l’apposito Organismo di conciliazione, costituito con D.M. n. 127 del 20 Aprile 2000.

Restando In attesa di riscontro, si porgono cordiali saluti.

 

Massimo Di Menna
Segretario Generale

SONDAGGIO SU #LABUONASCUOLA

SONDAGGIO GILDA SU #LABUONASCUOLA: INSEGNANTI BOCCIANO SCATTI DI MERITO E CHIAMATA DIRETTA PROF

Presentati i risultati del sondaggio on line condotto dalla Gilda degli Insegnanti sul Rapporto #Labuonascuola. A margine della conferenza stampa, il coordinatore nazionale Rino Di Meglio ha annunciato la proclamazione dello stato di agitazione e l’avvio, come da prassi, del tentativo di conciliazione con il Governo per il rinnovo del contratto. La mobilitazione comincerà con la manifestazione nazionale #siamonoilabuonascuola indetta per domenica 23 novembre a Firenze.

Dell’abolizione degli scatti di anzianità e dell’introduzione di un percorso di carriera che premi soltanto il 66% dei docenti ogni tre anni, gli insegnanti non ne vogliono proprio sapere. Bocciata senza appello anche la chiamata diretta da parte dei presidi sulla base di un Registro nazionale dei docenti. Pollice verso pure riguardo la possibilità per famiglie e studenti di scegliere i programmi di studio. E’ quanto emerge dai risultati del sondaggio on line condotto dalla Gilda degli Insegnanti sul Rapporto #Labuonascuola e lanciato a pochi giorni dall’avvio della consultazione web del Governo.

L’indagine, partita il 12 settembre, è stata pubblicata nei siti www.gildains.it e www.gilda-unams.it con l’ausilio del software specializzato SurveyMonkey e ha raccolto le opinioni di 2.734 insegnanti. Le nove domande poste dal questionario riguardano scatti di anzianità, precari, reclutamento, carriera, merito, programmi di studio, alternanza scuola/lavoro, e finanziamenti privati alla scuola pubblica statale. Quattro le opzioni di risposta offerte ai partecipanti per esprimere il loro livello di gradimento delle proposte avanzate su questi argomenti dal progetto Renzi-Giannini.

I dati più significativi in termini di risposte negative riguardano gli scatti di anzianità, la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici e le progressioni di carriera basate sul merito e attribuite al 66% dei docenti ogni tre anni.
Alla domanda “siete d’accordo con l’abolizione degli scatti di anzianità” (Q4), l’84,32% ha risposto “per niente”, il 9,24% “poco”, il 4,16% “abbastanza” e il 2,28% “molto”. Risultati in linea con quelli del quesito successivo “come giudicate la proposta di istituire un percorso di carriera che premi soltanto il 66% degli insegnanti ogni triennio” (Q5), al quale l’81,41% ha risposto “pessima”, il 10,86% “discreta”, il 5,49% “buona” e il 2,25% “ottima”.
Rispetto alla chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti scolastici (Q3), il 76,88% si è dichiarato “per niente favorevole”, il 13,18% “poco favorevole”, il 6,74% “abbastanza favorevole” e il 3,20% “molto favorevole”.
Anche la proposta di far scegliere i programmi di studio ad alunni e famiglie (Q6) incontra il marcato disappunto degli insegnanti: il 73,05% si definisce “per niente d’accordo”, il 21,28% “poco d’accordo”, il 4,34% “abbastanza d’accordo” e l’1,33% “molto d’accordo”.

Interpellati sul tema dell’immissione in ruolo dei 148mila precari attualmente inseriti nelle GaE (Q1), quasi la metà (49,01%) degli insegnanti ha risposto di essere “molto d’accordo”, il 27,47% “abbastanza”, il 14,05% “poco” e il 9,47% “per niente”.
In merito al metodo di reclutamento, il 44,81% si dichiara “molto d’accordo” all’assunzione soltanto tramite concorso, dopo lo svuotamento delle GaE” (Q2), il 25,64% “abbastanza”, il 16,13% “per niente” e il 13,42% “poco”.

Il potenziamento dell’alternanza scuola/lavoro (Q7) viene considerato invece complessivamente positivo: per il 34,75% dei docenti è “buono”, per il 32,96% “discreto”. A ritenerlo “ottimo”, invece, è il 20,30% mentre incassa un giudizio “pessimo” dal 12%.

Tendenzialmente negativa la posizione espressa in merito all’ingresso di risorse private per finanziare la scuola pubblica statale (Q8): “poco d’accordo” il 33,80% e “per niente d’accordo” il 30,80%, contro il 27,40 che si dichiara “abbastanza d’accordo” e l’8,01% “molto d’accordo”.

La maggioranza dei partecipanti al sondaggio, infine, accoglierebbe positivamente la possibilità di dedurre fiscalmente contributi volontari che le famiglie versano alle scuole (Q9). “Molto favorevole” risulta il 47,22%, “abbastanza favorevole” il 33,50%, “poco” il 10,90% e l’8,38% “per niente”.

A margine della conferenza stampa, il coordinatore nazionale Rino Di Meglio ha annunciato la proclamazione dello stato di agitazione e l’avvio, come da prassi, del tentativo di conciliazione con il Governo per il rinnovo del contratto. La mobilitazione comincerà con la manifestazione nazionale #siamonoilabuonascuola indetta per domenica 23 novembre a Firenze. “Se il Governo non ascolterà le nostre richieste – ha dichiarato Di Meglio – metteremo in campo altre forme di lotta, senza escludere azioni di sciopero, augurandoci che si crei un fronte unitario di protesta con gli altri sindacati”

Grafici risposte sondaggio

Scuola: deludente l’incontro con la Ministra Giannini

Scuola: deludente l’incontro con la Ministra Giannini

Nessuna apertura concreta da parte della Ministra Giannini sui temi indicati dal sindacato. In realtà l’incontro (tardivo) di mercoledì 12 novembre è stato una pura formalità, senza la possibilità di affrontare nel merito sia i contenuti del Piano buona scuola che le tante criticità che la scuola vive quotidianamente.

Abbiamo indicato come priorità il rinnovo del contratto nazionale per dare una risposta all’emergenza salariale e per valorizzare le professionalità di docenti, ATA e dirigenti. Abbiamo ribadito la nostra radicale contrarietà all’abolizione degli scatti di anzianità e al meccanismo degli scatti di competenza riservati dal 2018 solo al 66% del personale.

Non è accettabile che il piano governativo proponga un modello di scuola subordinato alle domande dell’impresa e del mercato smarrendo la sua funzione culturale e democratica. Non vi è alcun impegno per l’elevamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, il finanziamento del diritto allo studio, l’effettiva gratuità dei percorsi di studio, la generalizzazione della scuola dell’infanzia, la promozione dell’apprendimento per tutto l’arco della vita.

È assente un piano di investimenti per migliorare la qualità dell’offerta formativa e dotare le scuole dei necessari supporti informatici. Anzi si dice che la scuola pubblica si deve rassegnare al finanziamento dei privati. Mancano risposte per i precari che hanno frequentato i corsi di TFA e PAS e per il personale ATA, il grande escluso dal Piano.

Si tagliano salari e risorse per la formazione dei docenti. Ma alla Ministra tutto ciò non interessa e, come evidenziato dall’incontro intende andare avanti a prescindere delle opinioni delle organizzazioni sindacali.

Per queste ragioni andremo allo sciopero generale del 5 dicembre proclamato dalla CGIL e siamo disponibili a ulteriori iniziative di mobilitazione unitaria in assenza di soluzioni concrete.

Disturbi Specifici dell’apprendimento e Bisogni Educativi Speciali nel contesto lavorativo

Modena. Disturbi Specifici dell’apprendimento e Bisogni Educativi Speciali nel contesto lavorativo

Il tema centrale sono i DSA dopo la scuola, i problemi che possono permanere nella vita di tutti i giorni e quelli che possono trovarsi nel mondo di tutti i giorni e soprattutto nel mondo del lavoro.
In principal modo nel tempo odierno dove l’occupazione trovata non coincide ne con gli studi affrontati e tanto meno con le esigenze/difficoltà dei singoli individui, è giusto far presente che ragazzi DSA e più in generale con BES possono trovare difficoltà anche nel mondo del lavoro (es. lettura -> mancanza di sintesi vocali), ma allo stesso tempo queste difficoltà che veicolano al contempo un lato geniale e dalle immense potenzialità aziendali se solo comprese.
Venerdì 28 e Sabato 29 Novembre
ITIS “E. Fermi” – Via Luosi, 23, 41100 Modena
L’ingresso all’evento è gratuito
Per questioni logistiche è gradita l’iscrizione in anticipo (posti a sedere max 200).
I restanti potranno partecipare in piedi salvo disposizioni sulla sicurezza.

Otto per mille per sicurezza scuole. Ma il patto di stabilità blocca le Province

da IlFattoQuotidiano

Otto per mille per sicurezza scuole. Ma il patto di stabilità blocca le Province

Il cortocircuito nella legge di Stabilità sollevato dal deputato Pd Mattiello, che propone un emendamento in attesa che la proprietà di 5000 istituti superiori passi dagli enti “aboliti” ai Comuni. E Torino annuncia l’obiezione di coscienza

È più importante rispettare il patto di stabilità o mettere in sicurezza le scuole? Al momento vince la prima ipotesi. La legge di stabilità in discussione alla Camera nega infatti alle Province italiane nega la possibilità di intervenire sulle scuole sforando il patto, come invece è concesso ai Comuni. Rischiano perciò di essere abbandonati i 5000 edifici delle scuole superiori, che ancora appartengono alle province e sono frequentati da 2 milioni e mezzo di studenti: su questi non sarà possibile fare nulla, anche se cadono a pezzi, a causa dei limiti imposti dalla legge. Bisognerà aspettare la scomparsa definitiva delle province e il passaggio di proprietà ai comuni. Ma la sicurezza dei ragazzi non può aspettare. Sul punto la Provincia di Torino ha già annunciato “obiezione di coscienza” e in parlamento il deputato Pd Davide Mattiello ha presentato un emendamento per correre ai ripari. Intanto si attendono risposte chiare dal Governo.

“Se le province non saranno autorizzate ad escludere dal calcolo del patto di stabilità le spese sostenute per l’edilizia scolastica, non potranno spendere pur avendo soldi a bilancio” spiega Mattiello. Il problema non è affatto da contabili. In Piemonte le condizioni precarie delle scuole hanno addirittura fatto un morto, nel 2008. Si chiamava Vito Scafidi, aveva 17 anni e perse la vita mentre era in aula, nel liceo Darwin di Rivoli. Crollò il controsoffitto. Per quel fatto la giustizia ha stabilito in appello 6 condanne per disastro, omicidio e lesioni colpose.

La morte di Vito Scafidì segnò nel 2010 l’inizio di una campagna per la destinazione dell’8 per mille allo Stato all’edilizia scolastica. Una campagna sostenuta dalla Fondazione Benvenuti in Italia (di cui Mattiello è presidente), da Libera e dall’associazione Cittadinanzattiva che è giunta al primo traguardo nel 2013, grazie ad un emendamento alla legge di Stabilità del deputato Francesco Cariello (M5S). Poco tempo fa il Governo ha dato l’ok sulla destinazione di quei soldi, 170 milioni nel 2013, ma manca chiarezza sul modo in cui saranno destinati e molti di questi rischiano addirittura di restare inutilizzati.

“L’emendamento che ho proposto è stato fatto proprio dalla Presidente della Commissione Cultura della Camera, Maria Coscia (Pd)” continua Mattiello “e mira ad autorizzare le Province a escludere dal patto di stabilità le spese per interventi di edilizia scolastica”. ” L’emendamento è stato ammesso e segnalato, condiviso dalla Commissione cultura della Camera, dall’Upi (Unione province italiane), dall’unità di missione voluta dal premier Renzi proprio per coordinare gli interventi nelle scuole, oltre che da organizzazioni sociali come Legambiente e CittadinanzAttiva.”

L’emendamento è stato ritenuto ammissibile e verrà dicusso in Commissione Bilancio alla Camera, ma da una settimana giace sulla scrivania del ministro dell’Istruzione Giannini, apparentemente abbandonato. “Faccio appello al sottosegretario Delrio e alla ministra  – conclude l’esponente del Pd – perché lo sostengano”.

Intanto la Provincia di Torino è corsa ai ripari. Qualche giorno fa ha annunciato che non rispetterà il patto di stabilità e la prossima estate inaugurerà 50 cantieri nelle scuole superiori. “La necessità di procedere senza indugi – ha spiegato a Repubblica il vicepresidente Alberto Avetta – è stata confermata dall’intensa attività di verifica condotta da vigili del fuoco e Spresal (Servizio prevenzione e sicurezza ambienti di lavoro, ndr) su mandato della Procura”. Ci sono situazioni di emergenza sulle quali non si può più aspettare. Ogni anno, nella sola provincia di Torino arrivano più di 3500 richieste da parte dei dirigenti scolastici, per interventi che riguardano soprattutto manutenzione e sicurezza. Uno dei cantieri riguarderà proprio il Liceo Darwin di Rivoli.

Le ore di insegnamento ai diversamente abili dipendono dalla valutazione della patologia

da Il Sole 24 Ore

Le ore di insegnamento ai diversamente abili dipendono dalla valutazione della patologia

di Andrea Alberto Moramarco

L’assegnazione ad un alunno diversamente abile delle ore settimanali di sostegno va effettuata in riferimento alla sua accertata patologia e non invece sulla base di una mera valutazione dell’organico di diritto assegnato dall’ufficio scolastico provinciale. Lo ha affermato il Tar Napoli con la sentenza 5605 del 3 novembre scorso.
La vicenda
Il caso trae origine da una nota del dirigente di una scuola secondaria di primo grado napoletana che aveva certificato per l’anno scolastico 2014/2015 l’assegnazione ad un alunno diversamente abile di 11 ore di sostegno settimanali, a fronte di un orario scolastico settimanale di 30 ore. La quantificazione delle ore era stata effettuata sulla base della valutazione dell’organico di diritto che assegnata all’istituto dall’ufficio scolastico provinciale.
I genitori del ragazzo contestavano però l’assegnazione di un monte ore così ridotto, in quanto dalle visite specialistiche cui era stato sottoposto l’alunno emergeva una diagnosi di “autismo infantile” che necessitava di un sostegno scolastico specializzato e della piena copertura delle ore di sostegno.
Il numero di ore dipende dalla patologia
Il Tar, cui la coppia del ragazzo diversamente abile si era rivolta, ritiene inadeguato il numero delle ore di sostegno assegnate, sulla scorta della documentazione clinica allegata. La patologia accertata è così grave che impone una rideterminazione del numero di ore necessarie tramite un aggiornamento del piano educativo individualizzato.
I giudici amministrativi ricordano infatti che il numero di ore da assegnare ad un diversamente abile devono essere stabilite «all’esito delle verifiche periodiche sull’andamento del programma cui è sottoposto il disabile, tenuto conto delle peculiarità della patologia, dell’incidenza sulle capacità di apprendimento, della dinamicità e suscettibilità di evoluzione o involuzione della patologia medesima, della maggiore o minore efficacia degli interventi attuati, nonché del modificarsi delle esigenze nelle varie fasi di crescita dell’alunno».
E il diritto al sostegno, in quanto strumentale al diritto all’istruzione dell’alunno disabile, può essere garantito anche attraverso l’assunzione di insegnanti di sostegno in deroga con contratto a tempo determinato, come consentito dall’attuale normativa a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale 80/2010 che aveva dichiarato illegittima la fissazione di un limite massimo al numero di posti degli insegnanti di sostegno.

Il 21 e 22 novembre la giornata nazionale sicurezza nelle scuole

da La Stampa

Il 21 e 22 novembre la giornata nazionale sicurezza nelle scuole

roma

Si celebrerà il 21 e il 22 novembre la XII Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole con eventi in programma in diverse città. Al centro della Giornata i temi della sicurezza a scuola, della gestione delle emergenze naturali (terremoto e alluvione) e dello spreco alimentare.

 

In 6 città (Torino, Policoro, Roma, Napoli, Perugia, Avola), inoltre, si allestiranno corner informativi sul corretto uso dei farmaci di automedicazione, all’interno delle scuole secondarie che hanno partecipato al progetto “La salute vien clicc@ndo?”.

 

L’ evento nazionale si realizzerà a Roma il 21 novembre e si svilupperà in due momenti tra Piazza del Campidoglio e l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana: dalle 10.00 alle 10.30 “Children mob” sulla sicurezza delle e nelle scuole, in Piazza del Campidoglio con 5 classi di altrettante scuole che hanno partecipato al progetto “Responsabili della Sicurezza degli Studenti” in cui i ragazzi mostreranno slogan e scritte richiamandosi a quanto appreso nel percorso formativo e le mostreranno in una sorta di girotondo; dalle 11.00 alle 12.30 evento pubblico nella sede dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana.

 

L’evento si svolgerà alla presenza di rappresentanti delle istituzioni tra cui il Dipartimento della Protezione Civile, il Ministero dell’Istruzione, rappresentanti del Comune di Roma e dell’Ufficio del Garante nazionale. Agli studenti darà consegnato l’attestato di Responsabile della Sicurezza degli Studenti.

I sindacati incontrano Giannini: fumata nera

da La Tecnica della Scuola

I sindacati incontrano Giannini: fumata nera

Il confronto del 12 novembre conferma la distanza tra le parti: la Cgil, ipercritica e preoccupata per le supposte intenzioni dell’amministrazione di subordinare il modello scolastico alle domande dell’impresa e del mercato, parla già di mobilitazione unitaria. Cisl e Uil prendono però tempo. Solo la Gilda dirà sì tra poche ore. E l’Anief attacca: questi sindacalisti sapevano già tutto.

“Non c’è alcuna apertura concreta da parte della Ministra Giannini sui temi indicati dal sindacato”. La delusione delle organizzazioni sindacali è tutta in questa frase pronunciata da Domenico Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, al termine dell’incontro tenuto nella serata del 12 novembre.

Secondo Pantaleo, l’incontro è stato “tardivo”, ma soprattutto non è servito per “affrontare nel merito sia i contenuti del Piano buona scuola che le tante criticità che la scuola vive quotidianamente.  Abbiamo indicato come priorità il rinnovo del contratto nazionale per dare una risposta all’emergenza salariale e per valorizzare le professionalità di docenti, ata e dirigenti. Abbiamo ribadito la nostra radicale contrarietà  all’abolizione degli scatti di anzianità e al meccanismo degli scatti di competenza riservati dal 2018 solo al 66% del personale. Non è accettabile che il piano governativo proponga un modello di scuola subordinato alle domande dell’impresa e del mercato smarrendo la sua funzione culturale e democratica”.

La lista delle mancate attuazioni, a detta del leader della Flc-Cgil, è lunga. “Non vi è alcun impegno per l’elevamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, il finanziamento del diritto allo studio, l’effettiva gratuitità dei percorsi di studio, la generalizzazione della scuola dell’infanzia, la promozione dell’apprendimento per tutto l’arco della vita”. E ancora: “mancano risposte per i precari che hanno frequentato i corsi di TFA e PAS e per il personale Ata, il grande escluso dal Piano. Si tagliano salari e risorse per la formazione dei docenti”. Il finale fa presagire al muro contro muro: “alla Ministra – conclude Pantaleo – tutto ciò non interessa e come evidenziato dall’incontro di stasera intende andare avanti a prescindere delle opinioni delle organizzazioni sindacali. Per queste ragioni andremo allo sciopero generale del 5 dicembre proclamato dalla Cgil e siamo disponibili a ulteriori iniziative di mobilitazione unitaria in assenza di soluzioni concrete”.

Intanto, però Cisl e Uil prendono le distanze dallo sciopero del primo venerdì di dicembre: ”se il governo non ha premura di compiere atti unilaterali, noi non abbiamo premura di proclamare scioperi”, ha detto polemicamente il segretario generale aggiunto Uil Carmelo Barbagallo. Un concetto confermato da Massimo Di Menna, leader del comparto Uil Scuola, che dice: “nessuno sciopero è stato proclamato per il 5 dicembre dai sindacati del settore pubblico”, quindi “non risponde pertanto al vero quanto affermato da una nota diffusa dalla Cgil”.

Prende tempo anche Francesco Scrima, segretario generale Cisl Scuola, che confida nel prossimo incontro programmato tra qualche giorno in vista di un eventuale rinnovo dei contratti della PA: “dall’esito dell’incontro di lunedì 17– spiegaScrima –dipenderanno  le decisioni su come proseguire e intensificare la nostra mobilitazione, come affermato anche nell’intervento della segretaria generale Annamaria Furlan nella manifestazione in piazza del Popolo”.

Intanto, però, nella Scuola il malcontento cresce. Anche negli altri sindacati. Come nel caso della Gilda, i cui rappresentanti si dicono “profondamente insoddisfatti” dell’incontro avuto con il ministro Giannini: “domani (giovedì 13 novembre ndr) proclameremo lo stato di agitazione e avvieremo, come da prassi, il tentativo di conciliazione con il Governo per il rinnovo del contratto”, ha detto Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda.

“Abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà rispetto al piano La Buona Scuola, sottolineando – spiega Di Meglio – che materie come gli stipendi e l’orario di servizio non sono di competenza del legislatore e che, invece, esigono un confronto serio con i sindacati, perchè rappresentano oggetto di trattativa sindacale. Inoltre, abbiamo rimarcato il nostro totale dissenso verso l’abolizione degli scatti di anzianità e la nostra posizione totalmente critica riguardo l’istituzione di una carriera basata sugli scatti di competenza perchè il merito dei docenti non si individua con sistemi improvvisati come quello proposto dal progetto di riforma. Per fare la buona scuola – ha concluso il coordinatore della Gilda – servono risorse economiche e nel Rapporto del Governo non c’è un euro da investire, ma soltanto tagli”.

Per Marcello Pacifico, presidente Anief, però, i sindacati che siedono al tavolo dovrebbero prendersela con loro stessi: l’incontro con il Ministro “si è rivelato un flop. Rimane confermato il blocco dei contratti fino al 2018, programmato da tempo. Ma i sindacati, che oggi rilasciano dichiarazioni di meraviglia, già sapevano tutto”. L’Anief aveva prontamente denunciato tutto ciò già nel Documento di Economia e Finanzia di fine 2013, dove si parlava in modo chiaro dello stop di assegnazione dell’indennità di vacanza contrattuale, “congelata” sino a tutto il 2017, per i pubblici dipendenti.

Ma la vera “madre” del lungo stop al rinnovo contrattuale ha origini più lontane: sulla scia decreto legislativo 150/09, tanto voluto dall’ex ministro Renato Brunetta, che ha legato gli incrementi in busta paga con il livello delle performance professionali, fruendo dei risparmi derivanti dal comparto, per la scuola arrivò l’accordo interconfederale del 4 febbraio 2011 (non firmato da Flc-Cgil e Confedir), premessa dell’atto di indirizzo sottoscritto all’Aran il 18 febbraio 2011, sempre in ossequio al decreto legislativo n. 150/09. Ed è attraverso quell’accordo che sono stati praticamente sacrificati i fondi da dedicare al miglioramento dell’offerta formativa per garantire gli scatti di anzianità.

“Quello che deve essere chiaro è che la riforma Brunetta – continua il sindacato – non sarebbe mai stata approvata senza il consenso di quegli stessi sindacati che oggi si ribellano al piano Renzi: perché sono stati loro a permettere il pagamento degli scatti del triennio successivo, riducendo il MOF, quindi il fondo d’istituto, di due terzi e consentendo la cancellazione di 50mila posti di lavoro. E questi sindacati oggi, incredibilmente, si indignano”.

“Con lo stessa filosofia, la necessità di realizzare gli obiettivi di invarianza finanziaria a danno della categoria, sempre loro hanno assecondato la proposta del Governo di turno, l’ultimo Berlusconi, di finanziare l’assunzione dei nuovi docenti mandando in soffitta “le posizioni stipendiali contrattualmente previste”: attraverso il Contratto collettivo di lavoro, sottoscritto il 4 agosto 2011, si è infatti sacrificata l’anzianità di servizio maturata dei neo-assunti, che per percepire il primo scatto devono oggi vantare qualcosa come 13 anni di pre-ruolo. Il passo successivo dopo la cancellazione del primo gradone stipendiale, era inevitabile, sarebbe stato l’addio agli scatti stipendiali”.

 

Gli alunni italiani non sono felici di andare a scuola

da La Tecnica della Scuola

Gli alunni italiani non sono felici di andare a scuola

L’ultimo rapporto Pisa Ocse ha coinvolto ben 510mila studenti tra i 15 e i 16 anni di 65 paesi che, tra le altre cose, hanno anche dichiarato quale fosse il loro livello di gradimento sullo studio. Il nostro Paese è solo al 54° posto. I più tristi sono i coreani. I più entusiasti i costaricani, kazaki e islandesi. Al primo posto gli israeliani.

I ragazzi italiani che vanno a scuola hanno uno stato d’animo simile a quello dei coetanei della Grecia, del Qatar, della Polonia e della Corea: non sono felici di andare a scuola e la loro percentuale di soddisfazione è molto al di sotto della media dei paesi Ocse. Il dato, contenuto nell’ultimo rapporto Pisa Ocse, ed è stato ripreso dal portale Skuola.net.

La ricerca ha coinvolto ragazzi tra i 15 e i 16 anni di 65 paesi, ben 510mila studenti che, tra le altre cose, hanno anche dichiarato quale fosse il loro livello di felicità a scuola. In verità ciò che emerge dalla ricerca è che i ragazzi dei paesi Ocse sono ben disposti verso la scuola. La percentuale media dei ragazzi felici tra i banchi è dell’80%, non male visto che il luogo comune vuole che la scuola non sia ben digerita dagli adolescenti. Tuttavia, c’è chi in questa classifica si trova al di sotto della media. Studenti tristi in classe soprattutto in Corea, che occupa l’ultima posizione. Poi a salire troviamo la Repubblica Ceca, la Slovacchia, Estonia, Finlandia e Latvia. E ancora Polonia, Russia, Grecia e Qatar.

Ed ecco che, tra i bassifondi della classifica, arriva anche l’Italia: al 54esimo posto. Dietro ci sono solamente 10 nazioni. “Ma andando a guardare più attentamente – spiega Skuola.net – si vede che la compagnia è buona. Il primo paese dell’Ue che si incontra in classifica è la Spagna, al posto 14. Gli Stati Uniti, la patria delle High School e dei college da favola, si collocano invece al 48.mo posto. A conferma del fatto che non necessariamente i paesi più ricchi sfornano studenti soddisfatti, tra i primi nella classifica della felicità Ocse si trovano tanti paesi che non fanno parte dell’elite economica mondiale. Indonesia, Albania e Perù conquistano il podio dei paesi d’Asia, Europa e America in cui gli studenti sono più felici. Nella top ten della felicità ci sono poi a seguire gli studenti thailandesi, colombiani e malesi. E poi ancora messicani, costaricani, kazaki e islandesi. Israele conclude la classifica dei 10 paesi in cui i ragazzi sono più felici di andare ad apprendere”.

Insomma, questa indagine sembra confermare che l’amore per la scuola e lo studio non ha nulla a che vedere con la ricchezza: certi valori vanno oltre gli aspetti materiali. Determinante è quindi il ruolo del corpo insegnante, ma anche delle famiglie degli alunni.