Valutazione dei dirigenti scolastici: conclusa la fase delle interlocuzioni, confermato il giudizio negativo sulla procedura in atto
Moltissimi i riscontri dell’insoddisfazione dei dirigenti scolastici per una valutazione profondamente sbagliata nelle modalità e nei contenuti. Le ragioni del dissenso della FLC CGIL in un ordine del giorno della Struttura di comparto nazionale dei dirigenti scolastici.
Il 30 novembre 2018, con la conclusione dei colloqui con i dirigenti scolastici, è terminata la quarta fase della procedura di valutazione dei dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2017/2018 prevista dalla nota esplicativa n. 3 del 19 aprile 2018.
Ora i nuclei dovranno inviare le loro proposte ai Direttori Regionali che, entro il 31 dicembre 2018, procederanno alla valutazione finale, restituendo ai dirigenti scolastici gli esisti della valutazione, “finalizzata al miglioramento professionale” e
non legata ai diversi livelli premiali corrispondenti a retribuzioni
diversificate perché , com’è noto, l’Accordo del 30 marzo 2018
sottoscritto da FLC CGIL, CISL Scuola UIL Scuola RUA e SNALS Confsal ha
sospeso per l’a.s. 2017/2018 la ricaduta degli esiti della valutazione
sulla retribuzione di risultato.
A seguito della firma dell’Accordo, altre OO.SS. hanno invece invitato
la categoria a non partecipare alla procedura, perché privata del
carattere premiale previsto dalla legge 107/2015 e dalla Direttiva
36/2016.
Il fatto che nell’a.s. 2017/2018 non tutti i dirigenti scolastici
abbiano compilato il portfolio, avrebbe dovuto offrire ai nuclei la
possibilità di interlocuzioni più dirette con i dirigenti attraverso le
visite nelle istituzioni scolastiche ma questa opportunità è stata quasi
del tutto ignorata e si è preferito convocare i dirigenti scolastici presso altre sedi,
stravolgendo il significato stesso e gli effetti dell’interlocuzione
diretta che, a nostro avviso , dovrebbe costituire un aspetto essenziale
della procedura.
I resoconti dei colleghi che hanno sostenuto in questi giorni i colloqui parlano invece di convocazioni non concordate, grosse difficoltà a spostare le date fissate in presenza impegni pregressi, lunghe attese in corridoio, colloqui a porte chiuse
condotti con le modalità di un vero e proprio “esame”, con tanto di
invito a motivare alcune scelte di gestione non condivise dal nucleo o a
giustificare la mancata compilazione della sezione facoltativa
dell’autovalutazione.
Che a una procedura già profondamente sbagliata, quasi
esclusivamente basata su un aggravio di lavoro per il dirigente
scolastico, costretto a compilare uno strumento on line, si aggiungano ulteriori molestie rappresentate dall’inadeguatezza delle modalità utilizzate per l’interlocuzione diretta non è assolutamente accettabile.
Non è accettabile che i dirigenti scolastici debbano pagare in prima persona l’assenza delle risorse necessarie per
costruire una struttura nazionale in grado di valutare il lavoro dei
dirigenti preposti alle 8288 istituzioni scolastiche funzionanti, fatta
di professionisti esperti di valutazione, appositamente reclutati con
procedure trasparenti e oggettive, coordinati da un soggetto terzo
(INVALSI) e non direttamente dipendenti dai Direttori Regionali a cui
devono poi restituire gli esiti.
Non è accettabile che in alternativa, i dirigenti scolastici debbano subire soluzioni inadeguate e inefficaci e sopportare un aggravio di lavoro cui si aggiungono perfino ingiuste e ingiustificate censure sulla loro attività.
La procedura di valutazione in atto deve essere fermata e
ricostruita dalle fondamenta con le risorse e le professionalità
adeguate al compito. La pazienza dei dirigenti scolastici è finita.
In un ordine del giorno della struttura di comparto nazionale, le ragioni del dissenso dei dirigenti scolastici della FLC CGIL sulla procedura di valutazione.
La struttura di comparto nazionale dei dirigenti scolastici della FLC CGIL riunitasi a Firenze il 21 novembre 2018, in riferimento alla procedura di valutazione dei dirigenti scolastici relativa all’a.s. 2017/2018, ancora in atto con le interlocuzioni con i dirigenti scolastici, ritiene che l’attuazione della valutazione dei dirigenti scolastici dell’a.s. 2017/2018 abbia ulteriormente e definitivamente dimostrato che la procedura messa in atto dal MIUR in attuazione dell’art. 1, comma 93, della legge 107, è inadeguata nell’assegnazione degli obiettivi, nelle modalità di reclutamento dei nuclei e formazione dei suoi componenti e nelle procedure di rilevazione delle azioni del dirigente scolastico.
Si tratta infatti di una valutazione che non osserva e non rileva la complessa attività del dirigente scolastico ma si fonda sulla lettura dei documenti prodotti dalla scuola per finalità diverse da quelle della descrizione del lavoro del dirigente; sul trasferimento al dirigente scolastico degli obiettivi di miglioramento del RAV (in alcuni casi “riadattati” unilateralmente dai nuclei per renderli più facilmente misurabili) che possono essere apprezzati solo nel lungo periodo e non possono assolutamente misurare i risultati del lavoro annuale del dirigente; sull’attività di nuclei di valutazione individuati unilateralmente ed in maniera del tutto disomogenea dai Direttori Generali degli USR delle diverse regioni e composti per lo più da dirigenti scolastici in servizio, a loro volta sottoposti a valutazione da altri nuclei, a cui viene richiesto di leggere i documenti della scuola e ricavarne indicazioni per la valutazione dei loro colleghi.
Rispetto alla fase della visita presso l’istituzione scolastica, prevista nella procedura di valutazione, la SdC evidenzia come, nei due anni di applicazione della Direttiva 36/2016, tale essenziale strumento di conoscenza della realtà in cui il dirigente scolastico opera, sia stato sostituito da forme di interlocuzione che si sono rivelate inadeguate e lesive della dignità professionale del dirigente scolastico.
Tenuto conto delle numerose criticità evidenziate nei primi due anni della sua attuazione, La SdC ritiene indispensabile che nell’a.s. 2018/2019 la procedura di valutazione dei dirigenti scolastici venga sospesa al fine di una sua radicale modifica e ridefinizione attraverso un costruttivo confronto da attivare successivamente alla firma del CCNL dell’Area dirigenziale istruzione e ricerca, con le modalità che saranno definite dalla trattativa in atto presso l’ARAN.
Firenze, 21 novembre 2018