Creare musica a scuola con le nuove tecnologie

Creare musica a scuola con le nuove tecnologie

di Stefano Maviglia[1]

Nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo del primo ciclo di istruzione viene ampiamente sollecitato l’utilizzo delle nuove tecnologie al fine di comporre musica a scuola. Nello specifico vengono inseriti obiettivi in merito sia al termine della classe terza che al termine della classe quinta della scuola primaria. Ad esempio, al termine della classe terza viene posto il seguente obiettivo: “[Il bambino] Articola combinazioni timbriche, ritmiche e melodiche, applicando schemi elementari; le esegue con la voce, il corpo e gli strumenti, ivi compresi quelli della tecnologia informatica” (M.I.U.R., 2012, p. 71). Inoltre nella normativa scolastica italiana è sempre maggiore l’attenzione posta alle competenze digitali; si veda per tutti la Legge 107/2015 (M.I.U.R., 2015) che all’art. 1 comma 56 così afferma: “Al fine di sviluppare e di migliorare le competenze digitali degli studenti e di rendere la tecnologia digitale uno strumento didattico di costruzione delle competenze in generale, il M.I.U.R. adotta il Piano Nazionale per la scuola digitale”. Tale piano è stato poi emanato con D.M. 851 del 2015 (M.I.U.R., 2015). Nei nuovi scenari delle Indicazioni Nazionali viene detto che “I nostri ragazzi, anche se definiti nativi digitali, spesso non sanno usare le macchine, utilizzare i software fondamentali,  e queste sono abilità che vanno insegnate” (M.I.U.R., 2018).

Malgrado ciò e nonostante l’importanza loro attribuita, è nota a tutti la mancanza e l’arretratezza di molte attrezzature tecnologiche della scuola italiana odierna. L’Ocse, in un’indagine compiuta nel 2012, riporta come in Italia sia disponibile in media un computer ogni 4 bambini e di questi solo il 66,8% riferisce di farne uso, contro il 72% della media europea (De Gregorio, 2015). A questo problema si aggiunge spesso anche l’impreparazione degli insegnanti, i quali non sempre sanno utilizzare le tecnologie a loro disposizione.

Al di là di queste considerazione generali, quanto è diffuso l’utilizzo delle ICT nell’insegnamento musicale? Purtroppo non sono disponibili dati specifici riguardanti l’Italia in merito a ciò, tuttavia visti i risultati del citato rapporto Ocse, si può presumere che la diffusione di questo fenomeno sia minore rispetto alla media europea ed extra-europea.

L’utilizzo delle tecnologie nella didattica appare limitato a causa della scarsa disponibilità delle risorse, della inadeguata preparazione degli insegnanti e della non semplice integrazione delle ICT nella didattica stessa. Tenendo conto di questa situazione verranno presentati alcuni software e strumenti di semplice utilizzo e reperibili sul mercato gratuitamente o a basso costo.

Al di là delle difficoltà che si possono incontrare nell’integrazione delle tecnologie nella didattica, i vantaggi che si possono trarre da queste sono sostanziali ed innumerevoli, in particolare per quanto riguarda i processi compositivi. Odom (2000) sostiene al riguardo che nelle scuole in cui le ICT sono disponibili e vengono utilizzate dagli insegnanti, i bambini dimostrano di raggiungere migliori risultati nella composizione. Certamente il computer cambia le consuetudini legate alla composizione facilitandone lo svolgimento. In particolare esso permette di svincolarsi dalle abilità esecutive: il musicista non deve più suonare il brano per riascoltarlo in quanto il computer permette di riprodurre la musica in maniera automatizzata. Questo consente al musicista di concentrarsi esclusivamente sull’ascolto del brano e non più sulla sua esecuzione (Biasutti, 2015). Inoltre il computer permette anche di scrivere particolari incisi e frasi che non si è in grado di eseguire manualmente in quanto troppo complesse o difficili. L’uso di programmi specifici facilita anche l’arrangiamento di un brano a più voci: senza l’utilizzo della tecnologia il risultato può risultare molto impegnativo, se non addirittura impossibile. Il computer offre anche una vasta scelta di timbri da cui scegliere per la composizione, alcuni dei quali si avvicinano anche al timbro degli strumenti tradizionali (Biasutti, 2015).

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Le tecnologie musicali permettono performance maggiormente dettagliate e non possibili altrimenti e consentono anche il miglioramento degli alunni in alcune aree correlate alla composizione, come l’ascolto. Ad esempio, attraverso le ICT è possibile isolare particolari strumenti o bande di frequenza che rimangono nascoste nel contesto generale.

Oltre a queste considerazioni più didattiche è il caso di aggiungere che attualmente tutte le forme musicali utilizzano in un modo o nell’altro il computer e anzi in alcuni generi la musica è totalmente prodotta attraverso software specifici. L’impiego di tali programmi a scuola permette ai bambini e ai ragazzi di poter produrre il genere musicale a loro più gradito. Inoltre, sempre di più i ragazzi si avvicinano alla musica attraverso il computer e non più necessariamente attraverso un’istruzione formale; la scuola dovrebbe pertanto tenere conto di questo cambiamento, pur ovviamente non trascurando un’istruzione formale in musica, che appare necessaria. 

Uno dei problemi che disincentiva l’utilizzo delle nuove tecnologie da parte degli insegnanti è legato alle poche risorse disponibili. In realtà molte risorse sono accessibili gratuitamente o comunque a prezzi ragionevoli.

I software commerciali sono applicazioni utilizzate nella produzione musicale, sviluppate con lo scopo di aiutare il musicista senza precisi intenti didattici. Di questa categoria fanno parte i programmi di scrittura musicale con il pentagramma. Questa tipologia di software è di solito costituita da un foglio pentagrammato al quale possono essere aggiunti vari simboli come note, pause ecc. attraverso il mouse o l’utilizzo di una tastiera MIDI (Biasutti, 2007). Vi sono poi le cosiddette DAW (Digital Audio Workstation) (definite da Biasutti come software di Sound Edit) che permettono la registrazione, la gestione di file MIDI, il mixaggio, il montaggio sonoro e ovviamente la riproduzione dell’audio. Questi sono probabilmente i più utilizzati in campo educativo ed offrono il vantaggio di essere tendenzialmente degli ambienti più aperti che consentono agli insegnanti di definire piani di lavoro specifici adatti all’utenza ed al contesto (Biasutti, 2007). Di questi software commerciali ne esistono innumerevoli, alcuni complicati e costosi, altri più semplici e meno cari, se non addirittura gratuiti. Una limitazione importante è legata alla dimestichezza che i docenti devono avere con tali programmi prima di poterli proporre ai propri alunni. Tuttavia esistono innumerevoli guide e “tutorial” disponibili gratuitamente in rete che permettono di colmare queste lacune.

Di seguito verranno elencati quei software che attraverso la nostra personale esperienza si sono rivelati più utili e funzionali. E’ il caso di sottolineare, inoltre, che tutti i programmi di cui si parlerà sono completamente gratuiti. Molti produttori di DAW, oltre al loro prodotto di punta, offrono anche una versione gratuita, con limitate funzionalità che permette però di prendere confidenza con il Workflow della casa produttrice. Garage Band ad esempio è un software sviluppato dalla Apple e compatibile con i dispositivi Mac e iOS. Questo programma, versione gratuita del fratello maggiore e più professionale Logic Pro, è stato pensato appositamente per utenti non professionisti. Gestione dei file MIDI, salvataggio dei progetti, possibilità di esportare in audio, innumerevoli virtual instruments che emulano il comportamento di strumenti acustici ed elettrici e che è possibile suonare attraverso strumenti che trasmettano MIDI, innumerevoli effetti disponibili che permettono di modificare il timbro degli strumenti ed attuare un rudimentale missaggio, accesso a una libreria di loop preregistrati, possibilità di visualizzare i propri arrangiamenti su spartito o su “pianoroll”: sono solo alcune delle innumerevoli funzioni offerte dal software in questione. Nonostante ciò il software risulta particolarmente “user friendly” e fruibile a tutti. Il programma in questione offre anche una guida breve e ben organizzata accessibile direttamente dal sito Apple, oltre a numerosi tutorial presenti sul web e realizzati dagli stessi utenti.

Per Windows sono invece disponibili altri software come Cakewolk e Podium free. Questi, così come Garage Band, offrono innumerevoli funzioni, specialmente il primo che risulta essere il più completo. Altro software consigliabile è Ableton Lite, versione gratuita di Ableton Live. Quest’ultimo attualmente è molto in voga, soprattutto nel mondo della musica elettronica, proprio per la sua semplicità. Il fratello minore, pur presentandone alcuni limiti, ne eredita la facilità d’uso.

Di grande interesse per la sua semplicità appare il sito web AudioSauna. Esso offre la possibilità di accedere ad una vera e propria DAW online. Nonostante i limiti inerenti alle funzioni disponibili è veramente molto immediato; inoltre, essendo online, non c’è bisogno di installare alcun programma prima del suo utilizzo. Il limite più importante è la necessità di essere connessi alla rete, cosa purtroppo non scontata nelle scuole. Altro programma degno di nota è Audacity, che, non essendo una vera propria DAW, non permette la gestione di file MIDI e non ha virtual instruments interni, e quindi permette solo di registrare ed editare l’audio. Tuttavia è molto conosciuto e diffuso per la sua gratuità e semplicità d’uso.

Passando ai software di scrittura musicale su pentagramma, uno dei più conosciuti è certamente MuseScore, che non è particolarmente semplice, tuttavia nel sito ufficiale della casa produttrice sono presenti dei video tutorial per imparare ad usarlo. Noteflight offre molte delle funzione di MuseScore, ma a differenza di quest’ultimo è fruibile solo online previa registrazione. Anche in questo caso i vantaggi e i limiti offerti dal programma online sono i medesimi di AudioSauna. Insomma, di software gratuiti di tutti i tipi ce ne sono in abbondanza; ciò che potrebbe mancare a scuola ad ostacolare il lavoro di composizione attraverso le ICT è la possibilità di avere dei computer funzionanti e l’accesso ad internet. Per quanto riguarda il primo problema tuttavia è auspicabile pensare che in tutti gli istituti ci sia un’aula computer accessibile ed attrezzata.

Per quanto riguarda invece gli strumenti elettronici utilizzabili con i bambini, riteniamo che una tastiera in grado di trasmettere MIDI al computer possa essere una buona scelta, così come sostenuto anche da Odom  (2000).

Per quanto concerne il mondo dei sintetizzatori la serie Volca prodotta da Korg appare molto interessante. La famiglia dei Volca è composta da una serie di piccoli synth di funzioni molto limitate e per questo veramente molto semplici da utilizzare. Ognuno di loro ha uno scopo specifico (drum machine, synth polifonico, synth bass), e quindi è possibile acquistare solo quello che interessa di più. Essi permettono di registrare delle sequenze all’interno del sintetizzatore stesso, sono dotati di piccoli altoparlanti, e permettono di modificare il timbro ottenuto.

Insomma, le nuove tecnologie possono dare un contributo importante nel favorire la composizione musicale a scuola, anche se ovviamente occorre risolvere alcuni importanti problemi, primo fra tutti la formazione dei docenti, i quali non sempre sanno come integrare nella propria didattica le nuove tecnologie e la cui preparazione professionale, soprattutto nell’ambito degli applicativi informatici musicali, sembra essere, allo stato attuale, del tutto inadeguata.


Bibliografia

Biasutti, M. (2007). Creare musica a scuola: elementi di didattica per la scuola primaria. Lecce: La Biblioteca Pensa Multimedia.

Biasutti, M. (2015). Elementi di didattica della musica: strumenti per la scuola dell’infanzia e primaria. Roma: Carocci Faber.

De Gregorio, A. (2015, settembre 15). Tecnologia a scuola, Ocse: se è troppa, peggiora l’apprendimento. Corriere della Sera.

M.I.U.R. (2012). Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione. Milano: Le Monnier.

M.I.U.R. (2015, Luglio 13). Legge 13 luglio 2015, n. 107. Tratto da Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/07/15/15G00122/sg

M.I.U.R. (2015, Ottobre 27). Piano Nazionale per la Scuola Digitale ai sensi dell’articolo 1, comma 56, della Legge 13 luglio 2015, n. 107. Tratto da Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca: http://www.istruzione.it/scuola_digitale/allegati/2015/DM_n_851_Piano_Naz_Sc_Digitale.pdf

M.I.U.R. (2018, Febbraio 22). Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari. Tratto da Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca: https://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Indicazioni+nazionali+e+nuovi+scenari/3234ab16-1f1d-4f34-99a3-319d892a40f2

Odom, G. (2000). Teaching composing in secondary schools. British Journal of Music Education, 109-127.


[1] Tecnico del suono, Laureando in Scienze della Formazione Primaria, Università di Padova