La guida per genitori e insegnanti targata Unesco

da Il Sole 24 Ore

di Dario De Notaris

In questo momento di emergenza, l’ambito educativo ha accusato un duro colpo. I docenti si sono rimboccati le maniche per portare avanti il proprio lavoro online. Cercando di sfruttare al meglio la sfida dell’e-distance.

Scuola

L’investimento nella formazione dei cosiddetti Animatori digitali di qualche anno fa ha contribuito ad arginare la problematica del riassestamento della didattica online in ambito scolastico. Il ministero dell’Istruzione ha pubblicato un «sito in progress» in cui è possibile trovare rimandi a siti web di portali, piattaforme e hub multimediali per supportare le attività di insegnamento.

Indire, l’Istituto nazionale per la documentazione, innovazione e ricerca educativa, ha predisposto un ambiente dedicato in cui le scuole possono condividere le proprie esperienze. Sono stati prodotti più di 170 webinar, che approfondiscono l’uso degli strumenti digitali a supporto della didattica (ebook, mappe concettuali, strumenti di presentazioni…), oltre a dare suggerimenti pratici sull’organizzazione della lezione online. Anche la Rai apre i suoi archivi digitali fornendo spazio a rubriche e approfondimenti utili a docenti e studenti. Ad esempio, in un recente contributo si illustra l’importanza delle risorse open e dei Mooc per il proprio studio. E sul portale RaiPlay è presente una sezione Learning dedicata a documentari e servizi di approfondimento.

Una delle criticità emerse nel corso dello svolgimento delle lezioni è il rispetto del “registro comportamentale”. L’uscita dalle quattro mura scolastiche ha costretto studenti e docenti a rielaborare l’aula virtuale, dotandosi di nuove regole o rimodellando le preesistenti. A questo scopo, il portale Orizzonte Scuola ha fornito un piccolo vademecum sulla base delle esperienze di alcune scuole.

Non mancano le risorse che tengano conto dello stato emotivo dei bambini nonché di chi ha problemi nell’apprendimento. L’Associazione Italiana Dislessia ha preparato una breve guida per suggerire l’uso di risorse online dedicate.

Sempre il gruppo Orizzonte Scuola, tra le guide realizzate a supporto dei docenti, ha reso disponibile gratuitamente un corso per utilizzare al meglio Google Classroom. Molto in uso in questo periodo è anche la piattaforma WeSchool che offre strumenti per stimolare una didattica collaborativa e partecipata. Per prendere un po’ di dimestichezza con gli strumenti che la Rete mette a disposizione, la lettura della guida “Insegna a casa” realizzata proprio da Google può essere un primo passo. Per la realizzazione di prodotti audiovisuali, OpenShot è un software gratuito, disponibile per i più comuni sistemi operativi, che consente di effettuare le più comuni attività di montaggio.

Università

Un ecosistema più complesso, per numero di studenti in aula, di docenti e di attività didattiche e valutative (lezioni, esami, lauree…), anche l’Università ha dovuto fare i conti con la rimodulazione online. L’Università di Venezia ha fornito indicazioni sulla durata delle lezioni, che non dovrebbe superare i 20 minuti; mentre l’Università di Milano segnala che un’ora di didattica in presenza corrisponde a circa 20/25 minuti di videolezione. Sul portale di Agenda Digitale si suggerisce anche un modello di organizzazione della lezione, definito con la combinazione dei numeri 5-10-15-10-5: si parte con il tempo previsto dal docente per il “benvenuto” agli studenti, l’ascolto di feedback degli studenti, il contenuto della lezione, la rielaborazione e il congedo.

In base alle proprie disponibilità, ogni ateneo ha messo a disposizione dei propri docenti corsi di aggiornamento/formazione, o accessi dedicati alle principali piattaforme collaborative o di conferenza, da Teams di Microsoft, a Zoom, ad Hangout di Google. Una guida utile, che raccoglie indicazioni generali nonché suggerimenti su software e piattaforme da utilizzare, è quella della Regione del Friuli Venezia Giulia. Va comunque tenuto presente che si tratta di strumenti che offrono grandi potenzialità, ma altrettante perplessità sulla privacy e sulla sicurezza della fruizione. Migliaia di studenti che devono attivare account su servizi esterni alla propria università, con acquisizione – seppur gratuita – dei loro indirizzi email utili per future pratiche di marketing; o docenti che devono organizzare la propria aula virtuale anche improvvisandosi guardiani, per evitare che altri possano parteciparvi senza autorizzazione. Per Zoom, il software di meeting online che nell’ultimo mese ha registrato un incremento d’uso del 1300% sollevando però molte critiche sulla gestione della privacy, il Washington Post ha predisposto una rapida guida per rendere sicure le conversazioni.

Streaming vs Asincrono

Se lo streaming può risolvere solo in parte il problema dell’aula (si pensi alla difficoltà di gestire, in diretta online, aule con più di 100 studenti), i contenuti asincroni quali risorse aperte o corsi MOOC, consentono agli studenti di organizzare meglio la propria giornata di studio. E ai genitori di accompagnarli in questo sforzo. L’UNESCO ha proposto guide dedicate agli insegnanti e ai genitori, con una lista di alcune soluzioni pronte all’uso: alle già citate piattaforme collaborative, vi sono indicazioni su ulteriori risorse open quali Khan Academy, che offre corsi in più di quaranta lingue su tematiche che spaziano da discipline scientifiche a umanistiche, o Duolingo, che propone una piattaforma per l’apprendimento delle lingue.

Federica Web Learning