Emendamento 17.31. al Decreto Legge 104/2013

Agli onorevoli componenti la VII Commissione permanente
CAMERA DEI DEPUTATI
Palazzo Montecitorio
00186 Roma

Oggetto: emendamento 17.31. al Decreto Legge 104/2013.

Questa Organizzazione, la più rappresentativa dei Dirigenti delle istituzioni scolastiche, apprende con sorpresa dell’approvazione in Commissione di un emendamento (17.31) volto a consentire l’accesso alla dirigenza scolastica, con procedure riservate variamente modulate, a una molteplicità di aspiranti, al di fuori dell’ordinario percorso concorsuale.
Osserva preliminarmente che tale iniziativa si colloca in radicale contraddizione concettuale e politica con la ratio di base dell’art. 17 del Decreto, intesa a risolvere i problemi di organico della dirigenza scolastica attraverso la cadenza annuale delle procedure di reclutamento, affidate alla Scuola Nazionale di Amministrazione.
Tale previsione costituisce – ad avviso della scrivente Organizzazione – la strada maestra da seguire, in quanto conforme alla Costituzione ed all’interesse della scuola pubblica. E’ evidente invece che istituire tre distinte procedure concorsuali, con prove scritte ed orali, che dovrebbero servire a recuperare aspiranti di precedenti percorsi ormai esauriti, avrà come risultato quello di allungare i tempi e non di accorciarli. Tanto più che ogni prova porta con sé uno strascico di contenzioso, che allunga i tempi e rende sempre provvisorio l’esito.
Non è nostra intenzione entrare nel merito della fondatezza degli interessi individuali sottostanti alle diverse posizioni, che rispettiamo. Vorremmo che – almeno per una volta e data la delicatezza della materia – il criterio guida fosse quello dell’interesse pubblico e non di quelli di singole categorie, pur meritevoli in astratto di considerazione. E l’interesse pubblico è quello di avere, nel più breve tempo possibile, dirigenti scolastici assunti pleno jure con procedure trasparenti ed ordinarie, non all’insegna delle più varie emergenze, presenti e passate.
La logica del concorso e del merito – che noi da sempre sosteniamo – è diversa da quella del semplice accertamento dei requisiti minimi per l’esercizio di una professione: è quella della scelta, fra coloro che ne sono in possesso, dei più qualificati, a maggior ragione per le posizioni apicali. A consentire una seconda opportunità dev’essere la regolarità nell’indizione e nell’espletamento dei concorsi, non il recupero all’infinito delle situazioni insolute in quelli precedenti.
Neppure si può trascurare che il più recente concorso, quello del 2011, è tutt’ora aperto in diverse regioni: cambiare le regole a partita in corso rischia di generare ulteriore contenzioso e comunque risulta contrario alla credibilità ed al prestigio della Pubblica Amministrazione.
Né si può sottovalutare l’effetto deflagrante che una delle ipotesi di ripescaggio dell’emendamento 17.31. avrà su ogni futura procedura: l’ammettere a beneficiare di un percorso riservato coloro che hanno un contenzioso aperto, a prescindere dalla natura delle relative rivendicazioni, costituisce un messaggio ambiguo e pericoloso. In futuro, nessuno accetterà più un risultato sfavorevole: tutti promuoveranno e sosterranno qualunque ricorso possibile, nell’attesa di una sanatoria.
Noi crediamo che la scuola italiana meriti di meglio e crediamo che i suoi dirigenti non vogliano essere considerati beneficiari di una sistemazione purchessia. La loro funzione si fonda su un presupposto di competenza e di merito che li abilita alla guida delle rispettive scuole. Approdarvi per vie secondarie ne compromette il prestigio ed in definitiva la possibilità di costituire un punto di riferimento professionale e deontologico per il rimanente personale.
E’ per questi motivi che, nella doverosa distinzione dei ruoli istituzionali, chiediamo a voi, Onorevoli Deputati della VII Commissione, una seconda valutazione del merito di quell’emendamento e degli altri simili che sono stati presentati ed il loro stralcio dal testo che approderà in aula. Se non vi fossero i tempi tecnici per intervenire prima della discussione in Assemblea, vi chiediamo di intervenire in quella sede per rimuovere quello che ai nostri occhi appare come un autentico infortunio per la scuola e per la categoria dei dirigenti prima che per l’attività legislativa.
E’ gradita l’occasione per formulare i migliori auguri di buon lavoro.

Giorgio Rembado
Presidente nazionale Anp