I sindacati rispondono al neo ministro Giannini «Stop agli scatti di anzianità? Fuori dalla realtà»

da Corriere della Sera

LA POLEMICA

I sindacati  rispondono al neo ministro Giannini «Stop agli scatti di anzianità? Fuori dalla realtà»

La titolare dell’Istruzione aveva proposto di sospendere gli automatismi per premiare il merito. La replica:  gli stipendi degli insegnanti italiani sono già fra i più bassi d’Europa

Valutazione e merito. Sono queste le parole d’ordine del neo ministro all’Istruzione  Stefania Giannini. Lo ha annunciato alla stampa sabato poco dopo il giuramento al Quirinale. «Oggi tutto è affidato alla buona volontà del singolo docente. Che non  viene mai premiato per il proprio impegno. E alla fine si demotiva.  Per questo si deve  introdurre il merito. I docenti vanno valutati, basta con il sistema della carriera unicamente per scatti di anzianità. E’ un modello che va rivisto con coraggio».   Il ministro precisava  anche di parlare in termini generali, non avendo ancora «neanche lontanamente concepito eventuali misure».  Ma subito è scattato l’allarme dei sindacati, freschi reduci dal pasticcio  dei 150 euro  lordi per gli scatti di anzianità che rischiavano di saltare nella busta paga di gennaio e che sono stati restituiti all’ultimo dal governo Letta. In un Paese in cui un insegnante guadagna mediamente 1.200-1.300 euro al mese, uno stipendio che si colloca al penultimo posto in Europa – hanno fatto notare i sindacati –  parlare di blocco degli automatismi significa «non tenere conto della realtà», del fatto che l’anzianità è l’unico modo per difendere il potere d’acquisto dei salari e che per premiare davvero il merito occorrono risorse.

CGIL-CISL-UIL – «Queste idee meritocratiche, queste vecchie impostazioni di stampo gelminiano non tengono conto della realtà, ovvero che il contratto nazionale della scuola è bloccato dal 2006 e che gli stipendi degli insegnanti italiani sono tra i più bassi d’Europa», ha commentato il segretario generale della Flc Cgil. Secondo  Domenico Pantaleo «in tutta Europa l’anzianità contribuisce alla valorizzazione della professionalità. Quindi c’è tutta la nostra disponibilità a discutere ma si deve aprire un tavolo perché in questi anni con il blocco dei contratti i salari nella scuola, e in tutto il settore della conoscenza, hanno subito un vero e proprio attacco». «Valorizzare il lavoro professionale degli insegnanti, e dunque il merito, è anche una nostra priorità – ha commenta il segretario della Uil Scuola Massimo Di Menna – ma deve essere considerato che lo stipendio degli insegnanti italiani è al penultimo posto dei Paesi europei. La media è di 1.200-1.300 euro al mese e i salari sono praticamente fermi da anni. Se davvero si vuole promuovere il merito occorrono risorse. Accettiamo dunque la sfida del neo ministro e aspettiamo l’apertura di un negoziato contrattuale ma sapendo che serve un cambiamento» . «Non bisogna considerare l’anzianità in maniera dispregiativa, negativa, perché in tutta Europa è considerata un elemento della carriera»,  ha detto Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola che però invita il neo ministro Giannini «ad affrontare le vere emergenze in atto del settore scuola, dal personale Ata al quale stanno scippando la retribuzione dopo un lavoro regolarmente fatto ai dirigenti scolastici che per una interpretazione del ministero dell’Economia si vedono decurtare lo stipendio. Poi tutta la nostra disponibilità a sederci attorno ad un tavolo per affrontare» come sostenere gli stipendi degli insegnanti.

I DATI OCSE –  Il gap fra gli stipendi degli insegnanti italiani e quelli degli altri Paesi Ocse è relativamente piccolo a inizio carriera ma si allarga  con gli anni. Nel 2011 il potere d’acquisto di un primo  stipendio per gli insegnanti della scuola secondaria in Italia era di 29.418 dollari (contro una media Ocse di 31.348 euro). Ma se si confrontano gli stipendi di docenti con 15 anni di esperienza lavorativa la forbice si allarga: 36.928 dollari contro una media Ocse di 41.665 euro.