Maestra che innamora

173 MAESTRA CHE INNAMORA di Umberto Tenuta

L’insegnante incompetente legge  

L’insegnante mediocre racconta  

L’insegnante bravo spiega  

L’insegnante eccellente dimostra

La maestra innamora

 

La Maestra, sic et simpliciter

accresce, conserva, riaccende l’amore dell’apprendere.

Diversamente i giovani non sarebbero studenti, innamorati del sapere, filosofi.

Filosofi nascono i cuccioli dell’uomo.

Bramosi di conoscere l’universo mondo che, appena aprono gli occhi, al loro sguardo curioso si squaderna, nascono i figli donna.

E tali restano, fino a quando varcano le porte delle aule scolastiche.

E leggono sulla parete della cattedra severa, per giunta rialzata sulla pedana, come a dire, vedete io sono più alto di voi, mi dovete obbedienza cieca, silenzio e immobilità, anche per i bisogni fisiologici dovete chiedere a me il permesso di averli, gli sbadigli sono vietati, e pure le vostre curiosità ve le dovete tenere nascoste.

Consideratemi il vostro carceriere!

Non me ne dispiaccio, anzi sono contento, perchè così non mi spreco nemmeno a ordinare il silenzio.

Bene è che voi mi temiate.

Timor dei initium sapientiae.

Ecco, nel silenzio più assoluto, mi ascolterete leggere, leggere le pergamene, come il Pontefix maximus nelle cattedrali medioevali ai fedeli silenziosi nei banchi a dodici posti.

E così tranquillamente io posso leggere e voi, con le mani conserte, ascoltate nel silenzio tombale della cattedrale scuola.

 

Ma no, la mia collega è stata licenziata!

Ed io, timorosa di far la stessa fine, più non leggo, non faccio lezioni, non espongo, non proietto sulla LIM la mia lezione scritta a colori con POWER POINT.

Io cambio il registro della classe. Io racconto.

La mia è una Pedagogia nuova, una pedagogia innovativa, la pedagogia narrativa.

Insomma io racconto.

Io racconto come il giovinetto, consapevole della sua scarsa bellezza, dal balconcino ammirava nascosto la Silvia amata.

Racconto, racconto, racconto, e voi, incantati dalla mia favela, ricordate, ricordate, ricordate.

 

Oddio, anche la mia collega è stata licenziata!

Lo so, a voi studenti bramosi di comprendere non basta il ricordare!

Voi avete bisogno di entrare nelle pieghe del discorso.

Ed io perciò spiego, dispiego, tolgo le pieghe, anche dai pantaloni.

Certo, mentre io sono tutta affaccendata a dispiegare, voi in silenzio rimanete e sempre con le braccia conserte.

 

Ma che avete combinato alla mia brava collega che pure da mane a sera spiegava e dispiegava?

L’hanno licenziata!

Ora so bene quello che mi resta da fare per essere una brillante professoressa.

Debbo di-mostrare!

Alla LIM vi mostrerò che i quadratini utilizzati per costruire i quadrati dei due cateti li sposto sull’ipotenusa e, detto fatto, un altro quadrato salta fuori!

Oddio, non mi dite che non mi seguite, distratti come siete. Lo so che lo cosa non vi interessa. Ma a chi volete che interessi questo giochino di sposta qui sposta là!

 

Licenziata anche la docente eccellente, arriva la Maestra, la Maestra senza aggettivi.

Entra e dice:

Amici miei, amici miei cari!

Quanto bene mi hanno detto di voi, dalle Dirigente ai docenti delle classi vicine mi hanno detto che voi siete giovani intelligenti ed innamorati anche.

Fuor dalla scuola ognuno di voi ha i suoi amori, amori che vi aspettano all’uscita veloce dai portoni centrali sui quali sta scritto a caratteri cubitali SILENTIUM.

Ora, amici miei cari, una cosa io voglio confessarvi, mi raccomando però, ce la teniamo tra di noi!

Anch’io sono innamorata!

Un amore che mi porto dentro il cuore da quando ho aperto gli occhi al mondo.

Un amore grande che insegnanti e professori non sono riusciti a spegnere, malgrado ce l’avessero messa tutta, con gli epiteti più graziosi:

“asino”, no “somaro”.

Non ti basta?

“Bestia”

Insisti?

“Ti boccio”

Non ti importa?

“Ti rimando a settembre”

Non hai capito la lezione?

“Bocciato”

Oddio, quante me ne hanno detto e fatto!

Ricordo quanto erano dolorosi i ceci, sì, i ceci, non i fagioli, sotto le mie tenere ginocchia di bambina.

E nemmeno ci sono riusciti lasciandomi sola, senza la medaglia dell’onore.

Non vi dico come mi sono sentita disonorata.

Chi avrebbe potuto resistere a tanto assalto alla mia autostima?

Io!

Io ho continuato ad amare gli occhi belli di mia madre, le sue pupille rotonde al centro dell’ovale!

Io ho continuato ad amare le fiabe, i racconti, le novelle che mi raccontava, ed Omero, e Virgilio, e Dante, e Leopardi… ed altri ancora sono stati e sono ancora i miei grandi amori!

Ma non soli questi, zitti zitti che ve li dico!

Ho amato ed amo ancora i fiori, le farfalle e le rondini che tornano a primavera, la più bella delle stagioni della mia vita, la stagione dell’amore!

E non pensata che qui finiscono i miei amori infiniti, infiniti come l’Universo che mi affascina con il ritmo dei suoi movimenti, numero cosmico del mio belletto.

Amo tutte le cose, le cose che sono state, le cose che sono e le cose che saranno.

Ma amo voi, ciascuno di voi, german di giovinezza amore!

Che fate?

Uscite dai banchi biposti?

Mi correte incontro?

Mi assediate?

Mi abbracciate?

Mi baciate, mi baciate sulle guance, sulla fronte, sulla nuca, sulle mani..?

Che cosa dite?

Mi ricambiate?

Mi amate anche voi?

Amate quello che io amo?

La poesia dell’Universo, Omero. Virgilio, Dante, Petrarca, Foscolo, Leopardi…

Gli Assiro-Babilonesi?

Marco Polo, il Polo Sud…

Anche Pitagora?

Anche Cristoforo Colombo?

Anche Descartes?

Anche Pascal?

Lo credo bene, con le sue ragioni del cuore…!

Sentite, ho capito!

Ora vi abbraccio anch’io!

−Embrasson nous!

−Qui siamo tutti alla ricerca!

−Qui cooperiamo, Maestra e Studenti, tutti assieme!

−Qui ognuno ama e si sente amato!

−Qui siamo tutti innamorati delle virtù e delle conoscenze!

Amor che a nullo amato amar perdona…

…condusse noi a…seguir virtute e canoscenza!

L’anno scolastico è appena finito, ma ho saputo che la maestra Stefy è stata riconfermata… a totale richiesta dei suoi studenti!

 

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