Studente minerologo

189 STUDENTE IN VACANZA SI SCOPRE MINEROLOGO di Umberto Tenuta

CANTO 189 Forse dalla vacanze i giovani potrebbero ritornare studenti, sperando di poter ancora trovare posto nei banchi.

 

Ristretto nei confini della collina ‘O Cuozzo alle spalle e delle colline dei Conti Salierni a mezzogiorno, la Serra di Paola a Ponente ed a Levante la Presila del Botte Donato, avvertivo un limite angosciante alla mia insoddisfatta curiosità infantile.

Ma ero piccolo e libero di andare dove volevo.

Solo la Strada bianca era vietata.

Mi restava però spazio di libero movimento, ed io lo utilizzavo tutto per pormi domande e cercare risposte.

Cercarle da solo, perchè finanche la mia maestra faceva ma non ammetteva domande.

Era sempre esauriente.

Lei, la Maestra!

Ancor oggi è così?

È una domanda, chi sa mi risponda!

Penso che i giovani di oggi non siano diversi da quello che ero, e sono rimasto, io.

Ordunque, lasciamoli tendere l’arco su ogni preda novella che il desìo miri!

Ecco, lì, sulla spiaggia una pietra nera, striata di grigio e di bianco, levigata, larga un palmo della mano.

Smartphone, tante foto a colori, da diverse angolazioni.

Apre il giovane la Mappa concettuale che la Maestra gli hanno regalato a fine anno.

−Donde viene questa pietra?

È qui, ora.

−Ma ieri, un tempo passato, prossimo e remoto, dov’era?

−Chi, stolto, l’ha portata fin qua?

Cerca Berto una risposta.

Si pone altri interrogativi.

Ieri non era qui.

Stanotte la tempesta, le onde a riva.

Forse le onde l’hanno portata qua.

Marinaro, tu che di mare esperto sei mi sai dire che ha gettato la pietra qua?

Le onde, mio caro!

Ma, le onde dove l’hanno rubata?

Eh, non vedi là la foce del torrente?

Vedi quante di queste pietre ce ne stanno!

Ora il giovane va alla foce del torrente, e trova tante tante pietre nere.

Risale il corso del torrente, con sempre pietre nere qua e là.

Una curiosità morbosa lo prende e, come una corrente contraria a quella del torrente, va sempre verso il monte donde sgorgano fresche e chiare le acque.

Ora si distrae!

Chiare, fresche e dolci acque,

ove le belle membra

pose colei che sola a me par donna

Ma, sì, il Professore ci ha detto che Laura andava a lavarsi al ruscello sotto il patrio ostello, perché ai suoi tempi le docce con idromassaggio non c’erano nemmeno negli ostelli.

Sì, ma a me del sudore di Laura non importa.

Io voglio sapere donde vengono le pietre nere.

Guarda qui, guarda là, che scoperta che fa!

Eureka!

Vedi là le pietre nere, tutte a gran pezzi caduti dalla roccia nera.

Ma sono taglienti, queste pietre, se io ed i miei amici non stiamo attenti, che tagli!

Oddio, eureka!

Ecco come i polli tagliavano a pezzi gli uomini primitivi!

Bè non proprio primitivi, se usavano già le pietre taglienti!

Ma a me che importa, i Popoli primitivi li ho studiati nella Scuola primaria.

Ora mi interessa la Mineralogia!

E questa pietra nera così tagliente qua mi domando come arriva liscia, là, sulla spiaggia.

Che stupido sono stato a salire lungo la riva del torrente.

Ora seguo la corrente che scende al mare.

Ecco, già qui, a cinquanta passi dalla fonte, la pietra non è più tagliente come l’ho toccata là.

Cosa è successo?

Faccio ipotesi, e poi, come dice il Galilei dell’Accademia del Cimento, le vado a sperimentare.

Ipotesi ne faccio tante.

L’acqua lava le pietre!

Povero Francesco.

Quanto sottili sarebbero diventati i femori della sua Laura.

E no, Laura i femori ben li conservava per la gioia del suo Franco.

E allora?

Ricordo quand’ero bambino come il salgemma lo macinava la nonna mia?

Pietra contro pietra.

Eureka!

Vedi qua, a duecento metri dalla fonte, le pietre non tagliano più.

Vediamo a mille metri.

Sono uno scienziato.

Piccolo, sì.

Minerologo, perché no?

Purchè la Maestra me lo faccia fare anche dopo le vacanze!