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Pubblicati i calendari per il nuovo anno, i primi a tornare in classe a Bolzano il 5 settembre

da Il Sole 24 Ore

Pubblicati i calendari per il nuovo anno, i primi a tornare in classe a Bolzano il 5 settembre

di Francesca Malandrucco

L’anno scolastico è appena finito ma c’è chi guarda già al prossimo settembre. Le regioni hanno appena approvato il calendario per il 2016-2017. I primi ad entrare in classe saranno gli alunni della provincia autonoma di Bolzano. Per loro la campanella suonerà già a partire dal 5 settembre. Seguiranno poi tutti gli altri. Tre le date da ricordare: il 12, il 14 e il 15 settembre. La maggior parte delle regioni del nord Italia come il Friuli Venezia Giulia, la Lombardia, il Piemonte, la Valle d’Aosta, il Veneto e la provincia autonoma di Trento, ha scelto di dare il via al nuovo anno scolastico il 12 settembre. Tra queste ci sono anche l’Abruzzo, il Molise e l’Umbria. Per la Basilicata, la Liguria, la Sardegna, la Sicilia e la Calabria, invece, la campanella squillerà il 14 settembre. Mentre per tutte le altre, a partire dalla Campania, l’Emilia, il Lazio, le Marche, la Puglia e la Toscana, il primo giorno di scuola è fissato per il 15 settembre.

I calendari
Le date stabilite dalle regioni sono comunque indicative. Le singole istituzioni scolastiche, nella propria autonomia, potranno decidere di apportare delle modifiche ai calendari, a patto però che sia garantito l’inizio delle lezioni entro la data fissata dalle delibere di giunta e che le eventuali variazioni al calendario siano comunicate entro il prossimo 15 luglio.
Anche sulla data di chiusura delle scuole le amministrazioni regionali si sono mosse in ordine sparso. Le lezioni in Emilia Romagna e Abruzzo finiranno per prime il 7 giugno del prossimo anno, mentre gli alunni del Friuli Venezia Giulia saranno gli ultimi a lasciare i banchi di scuola, il 14 giugno. Nel mezzo tutte le altre. Le scuole dovranno garantire comunque un numero minimo di giorni di lezione che va dai 204 ai 206, escluse le feste nazionali, le vacanze di Natale, che nella maggior parte dei casi dovrebbero iniziare il 24 dicembre e finire il 7 gennaio, e quelle di Pasqua (in questo caso tutte le scuole rimarranno chiuse dal 13 al 18 aprile).

La fine delle lezioni
Andando in ordine alfabetico, in Abruzzo le scuole termineranno il 7 giugno, in Basilicata e in Calabria il 10, in Campania il 9. Qui sono già stati inseriti in calendario i ponti di Ognisanti tra il 31 ottobre e il 2 novembre, e le celebrazioni del 27 gennaio per la Giornata della Memoria, del 10 febbraio in occasione della ricorrenza del massacro delle Foibe e del 19 marzo per la festa della legalità. In Emilia Romagna, dove la chiusura delle lezioni è stata anticipata al 7 giugno, le scuole oltre al periodo di Natale e di Pasqua, resteranno chiuse anche il 2 novembre e il giorno del santo patrono. Nel Friuli Venezia Giulia, dove le lezioni terminano il 14 giugno, saranno rispettate le chiusure del 9 e del 10 dicembre, per la festa dell’Immacolata, e del 3 giugno in occasione della festa della Repubblica.
Più asciutto, invece, il calendario del Lazio che ha scelto di chiudere le scuole l’8 giugno, riconoscendo accanto alle festività tradizionali del Natale e della Pasqua, solo quella del santo patrono. In Liguria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto e nella provincia autonoma di Bolzano l’ultimo giorno di scuola, poi, è fissato per il 10 giugno. Nella provincia di Trento, insieme a Sicilia e Molise, invece, il 9 giugno, mentre in Lombardia e nelle Marche le scuole chiuderanno ufficialmente l’8 giugno.

Studio Ocse sulla matematica: gli alunni italiani conoscono l’algebra ma fanno fatica ad applicarla alla realtà quotidiana

da Il Sole 24 Ore

Studio Ocse sulla matematica: gli alunni italiani conoscono l’algebra ma fanno fatica ad applicarla alla realtà quotidiana

di Flavia Foradini

Il titolo del nuovo studio Ocse, dedicato ai quindicenni dei Paesi industrializzati alle prese con la matematica, è programmatico: “Equations and Inequalities: making Mathematics accessible to All” (Equazioni e ineguaglianze: rendere la matematica accessibile a tutti”).
L’acquisizione di un’adeguata competenza numerica dipende infatti ancora troppo spesso dal profilo socio-economico di partenza degli adolescenti. Chi ha alle spalle una famiglia con discrete e buone capacità di censo e buon grado d’istruzione, tende ad avere risultati migliori, così come chi ha genitori che amano la matematica è più incline a non perdersi d’animo di fronte a difficoltà nel risolvere un problema.
È dunque l’eliminazione delle diseguaglianze dovute all’estrazione sociale uno dei punti focali sui quali l’Ocse esorta tutti i Paesi membri a lavorare più a fondo: con curricula più efficaci, che applichino le conoscenze matematiche a reali problemi della vita quotidiana e sviluppino pensiero e ragionamento; con più aiuti individuali agli studenti in difficoltà, e con maggiore sostegno ai docenti attivi in gruppi classe caratterizzati da vistose differenze nelle abilità.
Ma vi sono altri aspetti che preoccupano gli analisti, perché in un mondo del lavoro che chiede sempre più solide competenze numeriche, il quadro globale lato scuola, indica criticità.

Il quadro disegnato dall’Ocse
Nella maggior parte dei Paesi studiati, a fronte di un aumento delle ore scolastiche di matematica dal 2003 (3 ore e 19 minuti) al 2012 (3 ore e 32 minuti; in Italia 3 ore e 52), meno del 30% dei quindicenni riesce a raggiungere approfondite conoscenze matematiche e addirittura meno del 50% ha idea di cosa sia un poligono.
Il 31% degli studenti Ocse non ha familiarità con il concetto di media aritmetica, e solo il 21% viene guidato alla comprensione di reali problemi che richiedano ragionamento, come l’analisi di un grafico o dei dati di una tabella.
Rispetto alle conoscenze di algebra, l’Italia risulta leggermente sopra la media Ocse in fatto di familiarità con concetti di geometria e algebra, attestandosi attorno al livello 2 su 4. Ma i nostri ragazzi hanno difficoltà ad applicare alla realtà che li circonda quanto hanno appreso, per esempio desumendo i tempi di percorrenza di un treno da un orario ferroviario. Positivi dunque, dicono gli analisti, gli sforzi italiani nell’àmbito della matematica pura, ma la matematica applicata deve essere un necessario complemento.
A livello Ocse, gli studenti che si confrontano più frequentemente con le equazioni, nei test Pisa registrano fino a 73 punti in più di coloro che sono digiuni dell’argomento: l’equivalente di due interi anni di scuola. E nelle equazioni, i ragazzi più avvantaggiati socio-economicamente tendono a esiti superiori di oltre 20 punti rispetto ai loro compagni con situazioni famigliari disagiate, la qual cosa si traduce per chi è in difficoltà anche in mancanza di fiducia nelle proprie possibilità di riuscita (nel 50% dei casi) e nel conseguente (auto)-declassamento all’apprendimento di soli contenuti di base e più mnemonici.
Il problema risulta particolarmente acuto in Italia e Spagna, sostiene l’Ocse, se si considera il rapporto tra la popolazione immigrata o nata all’estero, e la popolazione autoctona.

Il circolo vizioso
L’Ocse chiede di spezzarlo da un lato con un approccio curriculare mirato anche alla risoluzione di problemi e dall’altro con il potenziamento della capacità delle scuole di includere studenti provenienti da altre aeree culturali. Una necessità questa che per l’Italia era già stata indicata nel rapporto Talis del 2013, secondo il quale il 27% dei nostri docenti (contro una media Ocse del 12%) chiedeva una maggiore formazione alle esigenze derivanti dall’evoluzione multietnica della società.
Un ulteriore dato di diseguaglianza viene segnalato dall’Ocse per il nostro Paese: chi frequenta una scuola tecnico-professionale ha una probabilità due volte maggiore rispetto ai liceali, di avere esigua familiarità con la matematica. Una situazione pregna di conseguenze per il futuro lavorativo degli adolescenti, perché, avverte l’Ocse, nonostante la crisi economica globale, nel 2013 la richiesta in àmbito Ue di lavoratori versati nelle materie Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) è stata superiore del 12% a quella dell’anno 2000: gli adulti che nei test numerici superano di 50 punti la media OCSE, hanno il 27% di probabilità in più di ottenere un lavoro e il 55% in più di migliori salari, rispetto a chi ha esiti nella media.
Un dato globale che emerge dalle 222 pagine del Rapporto, e che dovrebbe far riflettere, e mettere in moto un ripensamento di curricula e libri di testo, è il generale aumento in area Ocse della disaffezione degli studenti per la matematica tra il 2003 e il 2012, Italia compresa.

Quasi 800 autobus controllati nell’ambito di «gite in sicurezza»

da Il Sole 24 Ore

Quasi 800 autobus controllati nell’ambito di «gite in sicurezza»

Quasi 800 autobus scolastici controllati dalla polizia stradale, 629 pattuglie impiegate e 180 veicoli con irregolarità. Sono questi i numeri dopo quattro mesi di inizio di “Gite scolastiche in sicurezza”, il progetto ideato da Miur (il ministero dell’Istruzione) e Polizia di stato con l’obiettivo di rendere più sicuro il trasposto scolastico.

Il vademecum
Si tratta in pratica di un vademecum spedito a tutte le scuole con informazioni sulla scelta e la regolarità delle imprese di trasporto, sull’idoneità del conducente e sulle condizioni generali dei veicoli che si andranno ad utilizzare. È accompagnato da un modulo di comunicazione che i dirigenti scolastici inviano alla sezione della Polizia stradale del capoluogo di provincia della località di inizio del viaggio, alcuni giorni prima, per eventuali servizi di controllo a campione. Il vademecum non attribuisce nuove responsabilità ai docenti e ai dirigenti scolastici e pone particolare attenzione sulla condotta del conducente, che deve mantenere, per tutta la durata del viaggio, un comportamento rispettoso delle norme e che non esponga a rischi le persone trasportate. La verifica dell’idoneità alla guida ricade sulla società dei trasporti per la quale presta servizio. Il vademecum contiene un puntuale riepilogo degli obblighi previsti dalle norme di condotta, e invita gli insegnanti a segnalare alla polizia eventuali comportamenti scorretti del conducente (come ad esempio parlare al cellulare, ascoltare musica con auricolari, bere alcolici ecc.).

Le violazioni
I controlli hanno fatto scoprire 42 violazioni per dispositivi di equipaggiamento alterati o non funzionanti (pneumatici lisci, cinture di sicurezza non funzionanti, fari guasti, specchi retrovisori danneggiati, estintori inefficienti, uscite di sicurezza non agibili ecc.), due violazioni per omessa revisione, un’irregolarità del servizio di noleggio con conducente, sei violazioni per eccesso di velocità e 99 per mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo. Due le patenti di guida e tre le carte di circolazione ritirate.

Mobilità 2016/17: scadenze, consigli ed eventuali ricorsi

da La Tecnica della Scuola

Mobilità 2016/17: scadenze, consigli ed eventuali ricorsi

La mobilità 2016-2017 è una macchina pantagruelica che si sta snodando tra varie fasi, tra chi si trasferisce su scuola e chi invece su ambito.

Una mobilità fatta in più fasi ma anche in più tempi, i cui esiti stanno arrivando anche in tempi differenti. Siamo ancora agli esiti della fase A, sono già usciti i trasferimenti e passaggi della scuola d’infanzia, primaria e della scuola secondaria di primo grado.

Adesso si attendono, per il 1° luglio 2016, i risultati della mobilità 2016-2017 riferiti alla fase A della scuola secondaria di II grado. In seguito a questo importante appuntamento, sarà possibile fare una proiezione, per provincia e per classi di concorso dei posti disponibili per la mobilità interprovinciale delle fasi B, C e D.

Per queste ultime fasi, gli esiti sono previsti in tempi differenti a seconda dell’ordine o grado d’istruzione. Infatti gli esiti della fase B, C e D per la scuola dell’Infanzia e Primaria è fissata il 23 luglio, per la scuola secondaria di I grado il 2 agosto e per la scuola secondaria di II grado il 13 agosto.

Ovviamente, stiamo parlando degli esiti della mobilità territoriale, detta anche trasferimento, e della mobilità professionale, detta anche passaggio di ruolo o di cattedra.

Nel frattempo, nell’archivio di istanze on line, stanno arrivando le notifiche della convalida dei punteggi delle domande prodotte in Fase B, C e D della mobilità.

Infatti, è utile sapere che tali convalide arriveranno entroil prossimo 30 giugno per primaria e infanzia ed entro il 15 luglio per la scuola secondaria di primo e secondo grado. È anche utile dire che è possibile produrre ricorso avverso al calcolo del punteggio convalidato, entro e non oltre il decimo giorno dalla data di notifica.

Mentre i docenti attendono la notifica della convalida della domanda di mobilità, si è anche trovato l’accordo sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie.

Ma quando si potranno presentare le domande di utilizzazione e assegnazione provvisoria? Anche in questo caso ci sarà una mobilità annuale fatta in più tempi a seconda dell’appartenenza della fase di mobilità e del ruolo di appartenenza.

La domanda di utilizzazione e assegnazione provvisoria avverrà comunque dopo l’approvazione dell’organico di fatto, per la fine del mese di luglio si prevede quella della fase provinciale di ogni ordine e grado, mentre per quella interprovinciale si andrà a finire per dopo ferragosto.

È molto probabile che si arriverà, come accadrà per i nuovi assunti dal concorso 2016, a fare le assegnazioni provvisorie nella prima decade di settembre. In questa macchina della mobilità, resta ancora un nodo importantissimo da sciogliere: “Chiamata diretta a discrezione dei Presidi o criteri oggettivi che vincolano i dirigenti scolastici?”.

Dopo il contraccolpo elettorale, che ha visto il PD perdere in città come Roma, Torino e Napoli, anche a causa della Buona Scuola e con i referendum di ottobre sullo sfondo, forse la Chiamata diretta potrà attendere tempi migliori.

Concorso docenti, severità nei giudizi delle prove. Tempi lunghi per gli orali

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, severità nei giudizi delle prove. Tempi lunghi per gli orali

Lo scorso 31 maggio si sono concluse le prove scritte del concorso per l’assegnazione di circa 64 mila cattedre.

Come annunciato dallo stesso Ministero dell’Istruzione, le correzioni delle prove scritte sono iniziate e già dallo scorso 19 maggio era disponibile la piattaforma per la valutazione dei compiti. La pubblicazione dei risultati sarà determinante per quanti non riceveranno la mail dall’USR della propria regione. Infatti, solo agli ammessi alla prova orale sarà inviata una comunicazione contenente la data del colloquio orale, il voto conseguito alla prova scritta e la sede assegnata.

Come previsto dal bando, la data della pubblicazione degli esiti delle prove scritte del concorso docenti deve avvenire almeno venti giorni prima della prova orale. Filtrano le prime indiscrezioni di una certa severità nei giudizi da parte della commissione. Inoltre ancora una piccolissima parte delle commissioni ha decretato le date degli esami. I tempi si allungheranno sicuramente. Si andrà oltre luglio.

Con la nota 15975 del 10 giugno 2016 il Miur ha fornito indicazioni agli Uffici scolastici regionali in merito allo svolgimento delle prove orali e all’approvazione delle graduatorie di merito del concorso.

Coloro che hanno superato la prova scritta, e nei casi previsti anche la prova pratica di laboratorio, riceveranno una comunicazione via mail, all’indirizzo indicato dal candidato nella domanda di partecipazione al concorso, almeno 20 giorni prima dello svolgimento della prova orale. La mail riporterà anche il voto conseguito.

Il calendario delle prove orali e l’elenco degli ammessi (senza il punteggio conseguito), potranno essere pubblicati anche sui siti degli Uffici scolastici. È bene precisare che la pubblicazione non ha alcun valore di notifica, in quanto la notifica al singolo candidato deve avvenire tramite posta elettronica con la comunicazione con il voto riportato nelle prove svolte.

24 ore prima della prova ciascun candidato dovrà estrarre la propria, tra quelle predisposte dalla commissione (il cui numero totale è fissato in 3 volte il numero dei candidati ammessi).

In merito allo svolgimento delle prove, il Miur ricorda che i candidati avranno 45 minuti di tempo, dei quali:

  • massimo 35 minuti: lezione simulata preceduta da un’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche e metodo logiche compiute;
  • massimo 10 minuti: interlocuzioni con il candidato, da parte della commissione, sui contenuti della lezione e anche ai fini dell’accertamento della conoscenza della lingua straniera.

La prova orale per i posti comuni, distinta per ciascuna classe di concorso o aggregazione delle stesse in ambiti disciplinari, ha per oggetto le discipline di insegnamento e valuta la padronanza delle discipline stesse, nonché la relativa capacità di trasmissione e di progettazione didattica, anche con riferimento alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Per i posti di sostegno, la prova orale valuta la competenza del candidato nelle attività di sostegno all’alunno con disabilità volte all’apprendimento della lezione curricolare, nonché la relativa capacità di trasmissione e di progettazione didattica con riferimento alle diverse tipologie di disabilità, anche mediante l’impiego delle tecnologie normalmente in uso presso le istituzioni scolastiche.

Per la scuola primaria, la lingua straniera è obbligatoriamente la lingua inglese, ferma restando lanvalutazione almeno al livello B2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le lingue, nonché della specifica capacità didattica del candidato in relazione alla fascia di età dei discenti.

Per le classi di concorso di lingua straniera la prova orale si svolge interamente nella lingua stessa, inclusa l’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche e metodo logiche compiute, nonché la fase di interlocuzione con la commissione.

La prova orale si intende superata conseguendo un punteggio di almeno 28/40.

Successivamente allo svolgimento degli orali, si procederà alla verifica dei titoli valutabili ai fini dell’approvazione delle graduatorie di merito.

I titoli valutabili sono quelli previsti dal decreto ministeriale n. 94 del 23 febbraio 2016 ed esclusivamente quelli dichiarati nella domanda di partecipazione al concorso conseguiti entro il termine di scadenza per la presentazione della domanda. Quindi, i candidati che abbiano ricevuto dall’Ufficio Scolastico Regionale competente la comunicazione del superamento della prova orale, dovranno presentare i titoli dichiarati nella domanda di partecipazione, entro e non oltre il termine di 15 giorni dalla comunicazione.

Valutate le prove e i titoli presentati dai candidati, le commissioni procederanno alla compilazione della graduatoria di merito, inserendo i candidati nel limite massimo dei posti messi a bando per ciascuna procedura concorsuale maggiorati del 10%.

Dirigenti scolastici all’estero, domande entro il 30 giugno

da La Tecnica della Scuola

Dirigenti scolastici all’estero, domande entro il 30 giugno

Il Ministero Affari Esteri ha comunicato che, per l’a.s. 2016/2017, sono disponibili 9 posti riservati a Dirigenti scolastici per lo svolgimento all’estero delle funzioni previste dall’art. 45 del CCNL/2006 dell’area V della dirigenza scolastica.

I Dirigenti scolasti interessati dovranno presentare una domanda di partecipazione alla procedura di selezione, compilando l’apposito modulo con l’indicazione della lingua (o delle lingue) straniera/e prescelta/e in funzione delle sedi di destinazione appartenenti alle aree linguistiche francese, inglese, tedesca e spagnola.

I Dirigenti scolastici potranno indifferentemente essere destinati a qualsiasi settore formativo.

Possono presentare domanda i Dirigenti scolastici in possesso dei seguenti requisiti:

  • possibilità di garantire un effettivo servizio all’estero di 4 anni;
  • effettivo servizio di almeno 6 anni, compreso l’anno di prova prestato nel ruolo di appartenenza, come Dirigente scolastico. È conteggiabile l’anno in corso.

La durata del primo incarico per l’espletamento delle funzioni dirigenziali all’estero è di quattro anni. È facoltà dell’ Amministrazione conferire successivi incarichi non oltre un periodo complessivo di nove anni (art. 49 C.C.N.L./2006).

La domanda, corredata del curriculum vitae (obbligatorio l’utilizzo del curriculum vitae “Europass”), sarà presa in esame solo se redatte utilizzando l’apposito schema e dovrà pervenire all’Ufficio V della DGSP del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per posta certificata all’indirizzo dgsp.05@cert.esteri.it improrogabilmente entro il 30 giugno 2016. Al curriculum dovrà essere allegata anche una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà di cui al link http://www.esteri.itINRlrdonlyres/51D383DE-832F -46DF -950D-FE25D 1 EED3FE/360 121 Alleg2CarichiPendenti.pdf

Concorso per il sostegno. Piove sul bagnato

da tuttoscuola.com

Concorso per il sostegno. Piove sul bagnato

Come documentato a suo tempo da Tuttoscuola, nei concorsi a posti di sostegno (esclusa la scuola dell’infanzia) rimarranno certamente scoperti almeno 1.155 posti, a causa dello squilibrio di scelta territoriale da parte dei candidati. In diverse regioni del Nord, infatti, il numero delle domande presentate è inferiore ai posti messi a concorso, mentre nelle altre regioni vi è una notevole eccedenza di candidati rispetto ai posti.

Quell’almeno voleva sottintendere: “fatta salva eventuale selezione di candidati alle prove scritte e orali”. Purtroppo l’almeno si è già verificato.

Tra le prove regionali che si avviano all’orale, colpisce la selezione registrata nel concorso per posti di sostegno di scuola secondaria di II grado nel Lazio, dove sono stati ammessi soltanto 70 dei 158 candidati che avevano presentato domanda per partecipare.

I posti a concorso sono 149 e tutto faceva pensare che i candidati avrebbero centrato il bersaglio finale. Non è stato così e, addirittura, risulteranno vacanti altri 79 posti.

Ora ai 140 posti previsti vacanti in partenza a livello nazionale, vanno ad aggiungersi (almeno) quei 79 del Lazio che rimarranno scoperti.

Poiché i quesiti della prova scritta su cui è caduto più del 50% dei candidati laziali sono gli stessi affrontati nelle regioni dagli altri 1.550 candidati per il sostegno nella secondaria di II grado, c’è il fondato timore che la prova risulti ovunque fortemente selettiva, determinando un effetto ulteriore di posti non coperti.

La considerazione vale anche per l’unica situazione di passaggio alla prova orale per il sostegno nella scuola primaria, in Umbria, dove ha superato lo scritto il 61% dei candidati che avevano presentato domanda. Per il momento il numero di 59 candidati ammessi consente la copertura dei 33 posti a concorso, ma potrebbe essere la spia di una criticità diffusa che potrebbe nascondere spiacevoli sorprese in un settore, quello del sostegno, dove c’è bisogno, quanto mai, di stabilizzazione e qualità professionale.

Concorso: il lavoro sommerso dei commissari, in attesa del decreto sui compensi

da tuttoscuola.com

Concorso: il lavoro sommerso dei commissari, in attesa del decreto sui compensi
Un lavoro molto più complesso e faticoso di quanto si pensi

Sta ormai per scadere il mese di tempo previsto dalla recente legge 89/2016 per definire con apposito decreto interministeriale i compensi per le commissioni di concorso, senza che vi siano segnali indicativi di quanto verrà assegnato ai commissari per il loro lavoro che, a ben guardare, è molto più complesso e faticoso di quanto si pensi.

In attesa di quel decreto, comunque le commissioni e le sottocommissioni di concorso, faticosamente costituite (per i concorsi di scuola dell’infanzia e di scuola primaria pochi giorni fa si era ancora in fase di completamento in alcune regioni) stanno operando a pieno regime su sollecitazione dell’Amministrazione e anche grazie al fatto che per molti commissari non vi è più l’impedimento degli obblighi di servizio.

Ma l’attività delle commissioni – come si potrebbe pensare – non è soltanto limitata alla correzione degli scritti (che, comunque, non è cosa da poco) e alla prova orale dei candidati. In mezzo c’è una fase preparatoria che richiede un lavoro supplementare oneroso e di responsabilità (il compenso finale ne terrà conto?).

Tra lo scritto e l’orale, infatti, le commissioni hanno l’obbligo di predisporre criteri valutativi da rendere pubblici (“pertinenza”, “correttezza linguistica”, “completezza” e “originalità”) per la correzione degli scritti. Inoltre, per le commissioni delle 56 classi di concorso che prevedono la prova pratica hanno anche l’obbligo di predisporre autonomamente le prove.

Per la prova orale, infine, tutte le commissioni devono predisporre un numero di tracce pari a tre volte il numero dei candidati da esaminare.

Nell’insieme si tratta di un lavoro quasi sommerso, ma prezioso per la riuscita del concorso. Un lavoro sempre esposto, comunque, al rischio di ricorsi da parte di candidati delusi.

Anche per questo il decreto sui compensi deve dimostrare, nella prontezza dell’emanazione e nella razionalità delle misure disposte, una doverosa attenzione al lavoro responsabile dei commissari. Ne daremo tempestivamente conto. Seguite www.tuttoscuola.com .

Sicurezza a scuola: dirigenti scolastici senza scudo

da tuttoscuola.com

Sicurezza a scuola: dirigenti scolastici senza scudo

Non è trascorso molto tempo da quando il preside Livio Bearzi è stato scarcerato. Il 23 dicembre 2015 il Presidente della Repubblica Mattarella, sollecitato anche da numerose petizioni promosse tra gli altri dal III istituto comprensivo di Udine e da organismi rappresentativi del sistema educativo, disponeva  gli arresti domiciliari e l’affidamento in prova ai servizi sociali dell’unico condannato per la tragica morte di tre giovani studenti e per il ferimento di altri due, drammi causati dal crollo del Convitto Nazionale Domenico Cotugno de L’Aquila nel corso del terremoto del 6 aprile 2009.  Ricordiamo: la condanna emessa dalla Cassazione con sentenza definitiva è stata di quattro anni di reclusione per omicidio colposo e di cinque anni di interdizione dai pubblici uffìci; sono stati contestati al preside la non adeguatezza sotto il profilo della sicurezza del vecchio edificio del Convitto e, soprattutto, l’ assenza di un piano di sicurezza che avrebbe prev isto l’evacuaz ione in caso di necessità.

Drammatiche vicende come questa generano timori e preoccupazioni che mettono a dura prova la capacità del dirigente scolastico di assumere la responsabilità di tutore della sicurezza in ambito scolastico.

Tuttoscuola da molto tempo, ultimi gli interventi nel numero della rivista di Aprile/n. 561, Maggio/n. 562 e Giugno 563, oltre che nel TuttoscuolaFOCUS n. 611/762, sottolinea la forte preoccupazione che vivono i dirigenti scolastici che sono chiamati  ad occuparsi di sicurezza nei diversi segmenti della realtà scolastica.

Taglio organici del personale ATA a.s. 2016/2017

Al Presidente del Consiglio Dott. Matteo Renzi

Agli Organi di Stampa Nazionale

Oggetto: Taglio organici del personale ATA a.s. 2016/2017.

Illustrissimo Presidente del Consiglio,

con la presente, la scrivente Federazione denuncia l’ulteriore drastico taglio operato sul personale ATA, effettuato alla fine di un anno scolastico già molto difficile e duro per la predetta categoria ormai dimenticata ed ignorata dalla S.V. Ill.ma.
Rammentiamo che per il prossimo anno scolastico 2016/2017, a fronte di un incremento di quasi 9000 unità di alunni, il Suo Governo ha confermato, ingiustificatamente e contro ogni logica, il taglio di 2020 posti ATA.
Vogliamo ricordarLe, che il personale ATA è una categoria, che, a differenza del corpo docente, lavora 36 ore a settimana, ed è sempre presente anche al termine delle attività didattiche (periodo estivo compreso), sobbarcandosi quasi tutto il lavoro degli Uffici Scolastici Territoriali (ormai inutili e molto costosi), non è stato considerato nella “Vostra Buona Scuola”, e non è stato neppure menzionato se non per essere “razionalizzato” ovvero tagliato selvaggiamente, come mai nessun Governo precedente ha mai fatto, mentre avrebbe avuto pieno diritto ad una maggiore considerazione.
Tutte le soluzioni ritenute da Voi ottimali e satisfattive per il personale ATA, raggiunte con il consenso delle OO.SS, firmatarie del CCNL, risultano, all’evidenza, del tutto palliative, ritenute dalla scrivente rimedi provvisori e umilianti, vedasi, ad esempio, il mancato ripristino, sull’organico di fatto, dei posti tagliati in organico di diritto.
Forse, Signor Presidente, i Suoi Consiglieri ignorano che il lavoro del personale ATA, oltre al maggiore carico di lavoro, è incrementato di ulteriori responsabilità ed oneri, quali, a titolo esemplificativo, ma non esaustivo:
in ordine ai Collaboratori Scolastici, la sorveglianza dei minori (impegno sempre più gravoso e delicato), l’apertura e la chiusura in orario pomeridiano della Scuola per permettere la fruizione del tempo prolungato alle famiglie;
in ordine agli Assistenti Amministrativi, l’avvio del processo di digitalizzazione, che vede un cambiamento radicale del lavoro degli Ass. Amm.vi e dei D.S.G.A, es. D.P.C.M 03/12/2013.
Inoltre, il Suo Governo dovrebbe comprendere l’utilità degli Ass. Tecnici all’interno degli Istituti Comprensivi, invece di umiliarla con l’ideazione della figura inutile e costosa dell’animatore digitale – che, essendo prevista esclusivamente per i docenti, non presenta utilità- in quanto, al manifestarsi di problemi informatici, è sempre e solo l’assistente tecnico che deve adoperarsi per trovare celermente una soluzione, avendo le competenze adeguate.
Non pensa che il Suo Governo avrebbe potuto risparmiare valorizzando la figura dell’Assistente Tecnico?

Caro Presidente, all’ interno della Scuola Italiana esiste anche il Personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario che, con il suo prezioso contributo, da sempre, con molto impegno e dedizione, ogni mattina si adopera in mille modi per far funzionare il sistema scolastico.
Il Personale ATA è una categoria che va difesa con tutte le forze da tutta la collettività scolastica e non tagliata selvaggiamente, nell’interesse dell’intero sistema di istruzione italiana, a vantaggio di tutti.
Il Personale ATA rappresenta la struttura organizzativa di tutta la Scuola e, se Voi continuerete nella Vostra “politica distruttiva” (come state facendo), farete morire tutto l’intero sistema scolastico italiano, vanto e orgoglio di intere generazioni.

Cordiali saluti e buon lavoro.

Il Presidente Feder.ATA
Giuseppe Mancuso

Le lezioni sono finite, le scuole paghino le ferie

ISTRUZIONE – Le lezioni sono finite, le scuole paghino le ferie a docenti e Ata con supplenza breve o fino al 30 giugno: chi non lo fa sbaglia

Premesso che coloro che coprono un posto senza ragioni sostitutive hanno pieno diritto a chiederne la proroga sino al prossimo 31 agosto e a diffidare il Miur qualora ottengano ancora risposte equivoche, Anief ricorda che tutti gli altri docenti hanno facoltà di chiedere il pagamento delle ferie non godute, pari a circa 2 giorni e mezzo ogni 30 giorni di servizio. Tra le varie sentenze favorevoli, ricordiamo quella della Corte d’Appello dell’Aquila, che ha accolto l’appello di una docente precaria e bocciato il blocco imposto dalla Legge di Stabilità 2013. Collocare i precari in ferie d’ufficio, come fanno alcuni dirigenti, significa voler infierire contro i lavoratori più indifesi oltre che non rispettare le indicazioni UE e contraddire i pareri espressi sullo stesso tema dalla Cassazione.

Per il sindacato, pertanto, è illegittimo il mancato pagamento delle ferie non fruite e incostituzionale il blocco della monetizzazione negli anni scolastici 2013/14, 2014/15 e 2015/16. Anief invita tutti gli interessati a ricorrere contro questa ennesima vessazione della categoria.Adesioni aperte sul portale.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la fruizione delle ferie è un diritto conclamato e riconosciuto da tutti i Paesi moderni: va inteso come momento di ‘ricreazione’ e per questo motivo non può essere fruito durante la sospensione del servizio. I Paesi che legiferano diversamente, se ne assumano le responsabilità: devono spiegarne i motivi ai giudici. Motivi che, sino ad oggi, sono risultati tutt’altro che convincenti”.

Richiesta di rinvio della scadenza per la compilazione del RAV

Alla Dott.ssa Rosa De Pasquale
Capo del Dipartimento per il sistema educativo di
istruzione e di formazione

Alla Dott.ssa Carmela Palumbo
Direttore generale per gli Ordinamenti scolastici
e la Valutazione del Sistema Nazionale di Istruzione

Oggetto: Richiesta di rinvio della scadenza per la compilazione del Rapporto di autovalutazione a.s. 2015/16.

La nota ministeriale 4173 del 15 aprile 2016 ha definito la tempistica per le operazioni di riapertura e aggiornamento del Rapporto di autovalutazione per l’a.s. 2015/16. In particolare la scadenza per la compilazione on line del RAV è stata fissata al 30 giugno p.v.

Come è noto la conclusione di quest’anno è caratterizzata da una serie convulsa di adempimenti che rendono difficilmente praticabile il rispetto di questa scadenza. In tal senso ci sono giunte numerose richieste da parte delle scuole di un congruo differimento di tale termine.

A questo occorre aggiungere che:

1) Le scuole stanno generalmente provvedendo alla revisione (e, nei casi previsti, alla compilazione ex novo) del RAV, tenuto conto che il Piano Triennale dell’Offerta Formativa deliberato, non ha avuto corrispondenza con le risorse umane assegnate dal MIUR

2) Il RAV sarà punto di riferimento per la valutazione dei Dirigenti Scolastici.

Alla luce di quanto esposto, le scriventi organizzazioni sindacali chiedono un significativo differimento della scadenza fissata dalla nota 4153/16 per la compilazione del RAV a.s. 2015/16 che tenga conto che solo a settembre sarà completato il quadro delle risorse professionali disponibili per le scuole.

Distinti saluti.

FLC CGIL
Domenico Pantaleo
CISL SCUOLA
Maddalena Gissi
UIL SCUOLA
Rosa Cirillo
SNALS CONFSAL
Marco Paolo Nigi
GILDA-Unams
Rino Di Meglio

Stretta sui diplomifici, crollano i privatisti alla maturità

Stretta sui diplomifici, crollano i privatisti alla maturità

Stretta sui diplomifici, crollano i privatisti alla maturità

di Salvo Intravaglia

Il pugno di ferro del governo contro i diplomifici dà i primi risultati: crollano i privatisti che affronteranno il prossimo esame di maturità nelle scuole paritarie. I 6mila candidati esterni dello scorso anno si sono assottigliati a poco più di 5mila: meno 14 per cento in appena 12 mesi. E si tratta del dato più basso in assoluto da dieci anni a questa parte. L’esecutivo, lo scorso mese di gennaio, aveva annunciato una serie di ispezioni ministeriali soprattutto nelle scuole superiori ed è sembra sia bastato soltanto questo per fare diminuire drasticamente coloro che si avventurano agli esami di stato senza avere seguito neppure un giorno di lezione, sotto l’ala protettrice delle scuole private.

Il sottosegretario Gabriele Toccafondi, che ha la delega elle paritarie, non nasconde una certa soddisfazione per questo primo risultato. Ma fa capire che si tratta soltanto dell’inizio. “Il commento è positivo, ma non basta”, dice Toccafondi. Il calo di quasi mille privatisti nelle paritarie non è sufficiente e il lavoro che ci attende è ancora lungo”, prosegue. Dopo il varo della legge 107, che contiene un Piano per controllare le paritarie, il ministero dell’Istruzione ha messo in piedi una Cabina di regia, guidata da un ispettore con molta esperienza in materia. “Su circa 1.500 scuole paritarie superiori sono state predisposte, da gennaio, 530 visite ispettive per verificare i requisiti della parità. E per una parte di queste il verbale conclusivo propone la revoca della parità stessa”. Il dato è ancora parziale, perché si riferisce al lavoro di alcune regioni – tra cui Campania, Lombardia, Piemonte, Basilicata -. Ma alla fine potrebbero chiudere i battenti dall’8 al 10 per cento delle scuole visitate.

“Quello che ci ha sempre impressionato è il fenomeno – spiega il sottosegretario – della cosiddetta piramide rovesciata: molti alunni iscritti nelle ultime classi e pochi in quelle iniziali”. Una anomalia del sistema privato che finora nessuno è riuscito a correggere. Gli ultimi dati sulle paritarie confermano questo trend: nell’anno 2014/2015 gli iscritti al primo anno delle superiori ammontavano a 17mila studenti che raddoppiano all’ultimo anno, quando diventano 33mila. Un fenomeno che riguarda soltanto le scuole superiori. Resta comunque alto, rispetto agli interni, il numero di coloro che tentano di recuperare il tempo perduto a scuola affidandosi alle paritarie da privatista, dove si pagano fior di quattrini: il 12 per cento. Perché nelle scuole statali, dove gli esami si sostengono pagando pochissimo, il dato crolla al 2,4 per cento.

Parte il “DigitalSummer@Miur” per docenti

da La Tecnica della Scuola

Parte il “DigitalSummer@Miur” per docenti

Parte il “DigitalSummer@Miur”, la scuola estiva di formazione sul digitale organizzata dal ministero dell’Istruzione, lunedì 20 e martedì 21 giugno.

L’appuntamento è a Roma presso la Sala della Comunicazione del ministero dell’Istruzione in viale Trastevere 76/a.

La due giorni propone momenti di confronto rivolti ai docenti e organizzati nell’ambito dell’attuazione del Piano nazionale Scuola digitale.

Gli interessati potranno seguire gli incontri di persona iscrivendosi alla piattaforma dedicata accessibile mediante il link inviato all’indirizzo e-mail istituzionale della scuola.

Complessivamente saranno ammessi alla partecipazione effettiva 60 docenti (scelti secondo il criterio cronologico dell’iscrizione), non più di uno per ogni istituzione scolastica per ciascuno dei due giorni della DigitalSummer@Miur.

In alternativa sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming sul sito www.istruzione.it. Il 21 pomeriggio saranno ammessi anche gli studenti. Potranno essere presenti 50 ragazzi fino a esaurimento posti e poi tutti gli altri potranno seguire l’evento in streaming. Anche per gli studenti sarà possibile iscriversi on line sulla piattaforma.