Esame maturità, documento 15 maggio: criteri da rispettare per elaborazione e pubblicazione

da Orizzontescuola

Esame maturità, documento 15 maggio: criteri da rispettare per elaborazione e pubblicazione

di Giovanna Onnis

I consigli di classe dell’ultimo anno di corso degli istituti di istruzione secondaria II grado hanno l’importante compito di elaborare entro il 15 maggio, per la commissione d’esame, uno specifico documento relativo all’azione educativa e didattica realizzata nell’ultimo anno di corso

Il documento deve essere in sintonia con quanto prevede l’art.5 comma 2 del DPR n.323/1998, come citato nell’art.6 comma 1 dell’OM n.350/2018 e che riportiamo di seguito:

Le caratteristiche formali generali della terza prova scritta sono stabilite con decreto del Ministro della pubblica istruzione. Il testo relativo alla predetta prova è predisposto dalla commissione di esame. La relativa formulazione deve essere coerente con l’azione educativa e didattica realizzata nell’ultimo anno di corso. A tal fine, i consigli di classe, entro il 15 maggio elaborano per la commissione di esame un apposito documento che esplicita i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi ed i tempi del percorso formativo, nonché i criteri, gli strumenti di valutazione adottati e gli obiettivi raggiunti. Esso è immediatamente affisso all’albo dell’istituto ed è consegnato in copia a ciascun candidato. Chiunque abbia interesse può estrarne copia”

Il documento del 15 maggio, come sottolinea l’art.6 comma 2 dell’ordinanza succitata, indica i contenuti, i metodi, i mezzi, gli spazi e i tempi del percorso formativo, i criteri, gli strumenti di valutazione adottati, gli obiettivi raggiunti, nonché ogni altro elemento che i consigli di classe ritengano utile e significativo ai fini dello svolgimento degli esami, con specifico riferimento alla terza prova e al colloquio.

Il documento dovrà tener conto, inoltre, delle modalità con le quali l’insegnamento di una disciplina non linguistica (DNL) in lingua straniera è stato attivato con metodologia CLIL.

Al documento, inoltre, possono essere allegati eventuali atti e certificazioni esterne relativi alle prove effettuate e alle iniziative realizzate durante l’anno in preparazione dell’esame di Stato, alle esperienze di alternanza scuola-lavoro, di stage e di tirocini eventualmente promosse.

Prima della elaborazione del testo definitivo del documento i consigli di classe possono consultare, per eventuali proposte e osservazioni, la componente studentesca e quella dei genitori.

Il documento del 15 maggio, una volta predisposto nella sua stesura definitiva, deve essere immediatamente affisso all’albo dell’istituto e consegnato in copia a ciascun candidato. Chiunque ne abbia interesse può estrarne copia.

In relazione ai dati personali degli studenti, eventualmente inseriti nel documento del 15 maggio, a tutela della loro privacy, come informazioni anagrafiche e dati relativi al loro rendimento scolastico, è intervenuto il Garante per la protezione dei dati personali con una nota di chiarimento per i consigli di classe delle classi terminali dei corsi di istruzione secondaria II grado che sono tenuti alla predisposizione del documento del 15 maggio da presentare alle commissioni d’esame.

Si tratta della nota prot. n.10719 del 21 marzo 2017 con la quale il Garante della privacy fornisce, nell’Allegato n.1, le indicazioni operative per la corretta redazione del documento del 15 maggio, con l’obiettivo di garantire la protezione dei dati personali degli studenti.

Il Garante, nella nota citata, sottolinea, infatti, l’importante ruolo delle scuole che , nello svolgimento delle proprie funzioni istituzionali, devono agire nel pieno rispetto dei diritti e delle liberta fondamentali, nonché della dignità degli studenti, anche con particolare riferimento alla riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali.

In base a questa necessaria e doverosa tutela per gli studenti ed evidenziando che alcuni modelli di documento predisposti da alcune scuole, una parte reperibile anche in rete, non è rispettosa del diritto alla tutela dei dati personali e, quindi, della privacy degli studenti, il Garante stabilisce con l’Allegato n.1 quanto segue:

[…..]non si ha alcuna ragionevole evidenza della necessita di fornire alla commissione esaminatrice dati personali riferiti agli studenti in un documento finalizzato ad orientare tale commissione nella redazione del testo della terza prova che sia il più adeguato possibile agli studenti esaminandi.

E chiaro, infatti, che il senso del documento sia quello di mettere in evidenza i1 percorso didattico e formative di ciascuna classe, prescindendo dalle peculiarità dei singoli elementi che la compongono.

Lo stesso dato normativo, nonché le successive indicazioni ministeriali al riguardo, non lasciano margini a un’ interpretazione estensiva circa il contenuto del documento tale da comprendere anche riferimenti ai singoli studenti, risultando quindi priva del necessaria fondamento normative la diffusione di un documento così redatto”

Tutti i consigli di classe che sono chiamati all’elaborazione del documento del 15 maggio, sono tenuti, quindi, a seguire e rispettare le indicazioni fornite dal Garante a tutela della privacy degli studenti frequentanti l’ultimo anno di corso della scuola secondaria II grado e che, in seguito all’ammissione dovranno sostenere l’Esame di Stato

Valutazione scuole, compilazione/aggiornamento RAV dal 14 maggio al 30 giugno. Nota Miur

da Orizzontescuola

Valutazione scuole, compilazione/aggiornamento RAV dal 14 maggio al 30 giugno. Nota Miur

di redazione

Il Miur, con nota n. 7985 dell’11 maggio 2018, ha comunicato la riapertura delle funzioni per la compilazione/aggiornamento del Rapporto di autovalutazione per l’a.s. 2017/2018.

Riallineamento RAV-PTOF

L’Amministrazione ricorda che con la nota n. 2182 del 28 febbraio 2017, sono stati ridefiniti i tempi del procedimento di valutazione, previsti dal DPR n. 80/2013 e declinati nella Direttiva n. 11/2014, al fine di armonizzarli con quanto previsto dalla legge n. 107/2015, in particolare con l’introduzione del  Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF).

Al fine suddetto, vi è stato un prolungamento del triennio previsto
per lo svolgimento delle fasi in cui si articola il procedimento di valutazione delle scuole (autovalutazione, valutazione esterna, azioni di miglioramento, rendicontazione sociale), collocando la Rendicontazione Sociale  allo scadere del triennio di vigenza del  PTOF, ossia nell’a.s. 2018/2019.

Rendicontazione sociale

All’inizio del prossimo anno scolastico, sarà messo a disposizione delle scuole un modello unico e saranno fornite apposite indicazioni, in modo da favorirne la redazione.

RAV

Il RAV, come negli anni scorsi, potrà essere aggiornato, rivedendo le analisi effettuate e procedendo, solo se necessario, alla revisione delle priorità, dei traguardi e degli obiettivi di processo previsti. Ciò è, dunque, necessario in presenza di cambiamenti sostanziali, alla luce di nuovi dati nonché delle osservazioni dei Nuclei esterni di valutazione, se la scuola è stata oggetto di visita.

Una novità, relativa all’aggiornamento o alla compilazione ex novo, riguarda la pubblicazione delle tabelle e/o dei grafici che, diversamente dagli anni scorsi, verrà affidata alla scelta di ogni scuola. Sarà dunque la scuola a decidere quali tabelle e/o grafici pubblicare attraverso una intenzionale selezione.

Definizione  modello RAV specifico per
ogni contesto e tipologia di istituzione scolastica

L’Invalsi, entro il mese di dicembre 2018, fornirà al Miur un Rapporto dettagliato del lavoro di autovalutazione svolto dalle scuole tramite il RAV. Ciò al fine di qualificare al meglio il procedimento di autovalutazione, dopo i primi anni  di applicazione, in previsione della nuova triennalità.

Tramite il Rapporto, in particolare, ci si propone di rendere  il procedimento di valutazione più snello, aggiornato alle novità normative degli ultimi anni e corrispondente alle peculiarità delle singole scuole.

Indicazioni in attesa del Rapporto Invalsi

In attesa di una definizione del modello RAV adatto per ogni specificità scolastica, l’Amministrazione fornisce le seguenti indicazioni:
  • Gli Istituti di istruzione secondaria superiore con pluralità di indirizzi o Istituti Omnicomprensivi elaborano un unico RAV e, per quanto possibile, recuperano la specificità dei propri indirizzi/cicli integrando gli indicatori RAV con indicatori autonomamente definiti e/o evidenziando tale caratteristica nella motivazione dei giudizi assegnati per ciascuna area, ove necessario;
  • I Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) sono esonerati dalla stesura del RAV, in attesa dei risultati della sperimentazione in atto coordinata dall’INVALSI, finalizzata alla definizione di strumenti e procedimenti di autovalutazione corrispondenti alle peculiarità dell’offerta formativa dei CPIA;
  • Le scuole che sono state oggetto di processi di dimensionamento e hanno acquisito un nuovo codice meccanografico svolgono ex novo il lavoro di analisi e di autovalutazione.
  • Per la Scuola dell’infanzia è in atto una sperimentazione nazionale del RAV condotta dall’INVALSI, rivolta ad alcune scuole individuate sia mediante campionamento statistico casuale sia mediante auto-candidatura, che prevede entro il termine del corrente anno scolastico la validazione dei questionari per l’acquisizione dei dati e nel corso del prossimo anno scolastico la compilazione online del RAV.
  • Per l’Istruzione e formazione professionale è in atto una sperimentazione coordinata da un Comitato tecnico scientifico istituito presso l’INVALSI che, secondo quanto previsto dall’art. 2 del D.P.R. 80/2013, proporrà delle linee guida per il procedimento di autovalutazione e valutazione dell’istruzione e formazione professionale da adottare d’intesa con la Conferenza unificata previo concerto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.

Tempistica

La piattaforma per l’aggiornamento del RAV sarà disponibile dal 14 maggio al 30 giugno 2018.

Qui la guida per supportare le scuole nelle operazioni legate al processo di revisione.
Clicca qui per accedere alla Piattaforma.

Organici 2018/19, inserimento dati docenti di religione cattolica sino al 19 maggio. Proroga funzioni

da Orizzontescuola

Organici 2018/19, inserimento dati docenti di religione cattolica sino al 19 maggio. Proroga funzioni

di redazione

Il Miur, tramite un avviso pubblicato sul SIDI, ha comunicato la proroga delle funzioni relative all’acquisizione dei dati riguardanti l’organico di diritto dei docenti di religione cattolica.

Le funzioni, che dovevano essere disponibili sino all’11 maggio , saranno a disposizione delle scuole sino al 19 maggio p.v.

Lo comunica anche l’USR Piemonte.

Dirigenti scolastici, al via il negoziato per il rinnovo del Contratto. Risorse stanziate per aumento stipendi

da Orizzontescuola

Dirigenti scolastici, al via il negoziato per il rinnovo del Contratto. Risorse stanziate per aumento stipendi

di redazione

Prende il via il negoziato riguardante il rinnovo del contratto  dei dirigenti dell’area Istruzione e ricerca, compresi i dirigenti scolastici.

Nell’incontro odierno, come riferisce l’ANP, è stato delineato il percorso da seguire nei lavori.

L’Aran ha proposto che il negoziato proceda affrontando le seguenti tematiche:

  • il modello delle relazioni sindacali;
  • i diritti dei lavoratori legati ai cambiamenti sociali già riconosciuti nel CCNL di comparto  (ad es. malattia, assistenza, unioni civili);
  • apparato disciplinare e sanzionatorio;
  • struttura retributiva e allineamento  della retribuzione dei dirigenti scolastici a quella degli altri dirigenti dell’area.

I sindacati dovrebbero essere riconvocati da qui a dieci giorni.

Aumenti stipendiali

Il nuovo contratto dei dirigenti dell’Area Istruzione e Ricerca determinerà, quando sarà firmato (al momento siamo solo al primo incontro), un aumento stipendiale per i Presidi alla luce delle risorse stanziate in legge di Bilancio: 37 milioni di euro per il 2018, 41 mln di euro per il 2019 e 96 a regime dal il 2020.

L’aumento stipendiale, che riguarderà circa 8mila dirigenti scolastici,  sarà a pioggia, dato che ad essere interessata è la retribuzione di posizione parte fissa.

Pensione, accordo Lega-M5S: a 64 anni, ma quota 100. Tetto massimo di spesa per sforare Fornero

da Orizzontescuola

Pensione, accordo Lega-M5S: a 64 anni, ma quota 100. Tetto massimo di spesa per sforare Fornero

di redazione

Tra i punti caldi che gli elettori dei due partiti si attendono c’è il nodo pensioni e “cancellazione” della riforma Fornero. Argomento entrato nel dibattito che in queste ore vede al tavolo trattative gli uomini di Salvini e Di Maio.

Secondo quanto trapelato dai tavoli che vede seduti gli uni di fronte agli altri, le regole per il pensionamento, se l’accordo sarà siglato, potrebbero vedere delle modifiche importanti.

Infatti, sul piatto c’è la possibilità per i lavoratori di poter andare in pensione con la “quota 100”, sommando gli anni di contribuzione con l’età del pensionando. Inoltre, l’età minima anagrafica per andare in pensione sarà di 64 anni  e un minimo contributivo di 36 anni.

Chi, invece, ha lavorato per almeno 41 anni, con due anni di contributi figurativi, andrà in pensione a prescindere dall’età anagrafica. Rimarrà, invece, l’aspettativa di vita come criterio per l’età di pensionamento, e sarà posto un tetto massimo di spesa pensionistica annua, pari a 5miliardi per il superamento dei tetti fissati dalla Legge Fornero.

Insomma, non tutti, in quel caso sebbene abbiamo i requisiti potranno lasciare il lavoro. Resta nell’ombra come sarà gestito il surplus di eventuali richieste di pensionamento.

Bullismo, sbagliato scaricare tutta la colpa sulla scuola

da La Tecnica della Scuola

Bullismo, sbagliato scaricare tutta la colpa sulla scuola

Graduatorie di istituto II fascia, aggiornamento e integrazione: c’è tempo fino al 4 giugno

da La Tecnica della Scuola

Graduatorie di istituto II fascia, aggiornamento e integrazione: c’è tempo fino al 4 giugno

Riapertura del Rav per l’anno scolastico 2017-2018: tempo fino al 30 giugno

da La Tecnica della Scuola

Riapertura del Rav per l’anno scolastico 2017-2018: tempo fino al 30 giugno

Riscatti e ricongiunzioni: on-line le attestazioni fiscali dei versamenti effettuati

da La Tecnica della Scuola

Riscatti e ricongiunzioni: on-line le attestazioni fiscali dei versamenti effettuati

Nota 15 maggio 2018, AOODGSIP 2303

Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

A Direttori Generali Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Dirigenti Ambiti Territoriali Provinciali
LORO SEDI
Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Bolzano
BOLZANO
Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
TRENTO
Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca
BOLZANO
Intendente Scolastico per la Scuola in località Ladine
BOLZANO
Sovrintendente per gli Studi della Regione Valle d’Aosta
AOSTA
Ai Dirigenti Scolastici delle Istituzioni Scolastiche di ogni ordine e grado
LORO SEDI

Nota 15 maggio 2018, AOODGSIP 2303

OGGETTO: 17 maggio – Giornata internazionale contro l’omofobia.

Alunni con disabilità a.s. 2016/2017


Sono 254.366 le alunne e gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane di ogni ordine e grado, il 2,9% del totale della popolazione studentesca. In totale, nell’anno scolastico 2016/2017 il 43,3% delle classi, comprese quelle della scuola dell’infanzia, aveva almeno un’alunna o un alunno disabile al suo interno.

È quanto emerge dalla pubblicazione sui “Principali dati relativi agli alunni con disabilità per l’a.s.2016/2017” disponibile da oggi sul sito del MIUR. Rispetto alla precedente rilevazione, effettuata nell’anno scolastico 2014/5015, le studentesse e gli studenti con disabilità risultano in aumento (+8,3%).

In termini assoluti, è la scuola primaria a registrare la presenza più elevata di alunne e alunni con disabilità, 90.845. Mentre è la scuola secondaria di I grado ad avere la più alta incidenza di disabili sul totale della sua popolazione studentesca, pari al 4%.

Osservando la distribuzione rispetto alle scuole statali e non, dall’indagine emerge che il 93% delle alunne e degli alunni con disabilità frequenta le scuole statali che hanno una media di presenze, rispetto al totale della propria popolazione studentesca del 3,1% contro l’1,6% delle non statali.

A livello territoriale si evidenzia una diversa distribuzione di alunne e alunni con disabilità. Se nel complesso del sistema scolastico italiano sono pari al 2,9% del totale, nel Centro Italia sono il 3,1% (51.259 alunne e alunni), al Nord-Est sono il 2,6% (42.353 alunne e alunni), nel Nord-Ovest  sono il 3% (66.804 alunne e alunni), al Sud sono il 2,9% (93.950 alunne e alunni). A livello regionale, la punta massima si registra in Abruzzo con una percentuale media del 3,6% e la minima in Basilicata con il 2,2%.

Nel 96,1% dei casi la disabilità è di tipo psicofisico. Nella scuola di II grado il 23,6% delle studentesse e degli studenti con disabilità frequenta un liceo, il 26,6% un istituto tecnico e il 50% un istituto professionale.

A partire dall’anno scolastico 2009/2010 si è registrato un miglioramento del rapporto numerico tra alunne/alunni disabili e posti di sostegno, passando da 2,09 alunni a 1,80 nell’anno scolastico 2016/2017. La percentuale del contingente dei docenti di sostegno sul totale del corpo docente è passata dall’8,6% del 2001/2002 al 16,3% del 2016/2017.

LICEI MUSICALI: “MODIFICARE REQUISITI PROVA AMMISSIONE”

LICEI MUSICALI, FGU A MIUR: “MODIFICARE REQUISITI PROVA AMMISSIONE” 
“I requisiti minimi di preparazione stabiliti dal Miur per superare la prova di accesso ai licei musicali rischiano di ridurre ulteriormente il numero di iscritti a questo corso di studi e di penalizzare gli studenti di alcune aree d’Italia”. È la preoccupazione espressa dalla Federazione Gilda-Unams riguardo il decreto ministeriale 382 emanato l’11 maggio, in particolare in merito all’articolo 8 che fissa le competenze e la preparazione necessarie per accedere al primo anno della sezione musicale dei licei musicali e coreutici.
Secondo la FGU, la prova per essere ammessi può essere superata soltanto da chi sia già in possesso di capacità di esecuzione che si acquisiscono dopo 3 o 4 anni di studio. 
“Si tratta di competenze che possono maturare i ragazzi che provengono dalle scuole medie a indirizzo musicale ma, come è noto, gli istituti di questo tipo sono pochi e distribuiti in maniera disomogenea in tutto il territorio nazionale. Senza considerare, poi, che nelle scuole medie a indirizzo musicale si studia, in ogni singolo istituto, una minima parte (soltanto quattro, ndr) degli strumenti previsti nei licei musicali”.
“Per i ragazzi che non provengono da scuole medie a indirizzo musicale, dunque, l’unico modo per superare il nuovo esame di ammissione ai licei musicali è affidarsi ad insegnanti privati. Poiché si tratta di una soluzione molto costosa che non tutti possono permettersi – conclude la Federazione Gilda-Unams -, chiediamo al Miur di modificare il provvedimento per evitare il rischio che l’istruzione musicale pubblica diventi appannaggio delle famiglie più benestanti”.

Arriva la guida alla «cittadinanza digitale» per le primarie

da Il Sole 24 Ore

Arriva la guida alla «cittadinanza digitale» per le primarie

di Natascia Ronchetti

Sono nati nell’epoca dell’iperconnessione. E abituati a navigare in rete hanno grande dimestichezza con le tecnologie digitali, con chat e social network. Ma spesso non sono consapevoli delle insidie che si nascondono nel web, tra cyberbullismo, molestie, adescamenti. Per questo, rivolta ai bambini delle scuole primarie e ai loro docenti, è nata la Guida alla cittadinanza digitale consapevole, manuale che propone agli insegnanti tre lezioni da tenere in classe per aiutare gli alunni a sviluppare un uso responsabile delle nuove tecnologie.

La guida
È stata realizzata nell’ambito di Programma il Futuro, il piano varato dal Cini, il consorzio delle università italiane che insegnano e fanno ricerca in informatica, in collaborazione con il Miur, per diffondere negli istituti scolastici del Paese le basi scientifiche del pensiero computazionale. È concepita come un vero e proprio abbecedario delle principali regole da seguire per salvaguardare i propri dati personali, per navigare in modo sicuro e rispettoso, per fare un buon uso dei social network e della comunicazione online. Con un linguaggio chiaro e accessibile, non usa la dicotomia mondo reale/virtuale per sottolineare che tutto ciò che viene fatto in rete è tangibile e quindi può determinare conseguenze sulla vita degli altri.

Le istruzioni per i genitori
Con semplici esercitazioni, seguite da verifiche, la guida è corredata da schede pensate per i genitori, con consigli su come indirizzare i propri figli nella navigazione su Internet, evitando contatti con persone sconosciute o siti non adatti ai bambini. I testi sono stati forniti dall’associazione americana non profit Common, che ha realizzato una analoga iniziativa nelle scuole degli Stati Uniti.

«Avrai soldi e un buon lavoro?» Polemica per la domanda del test Invalsi

da Il Messaggero

«Avrai soldi e un buon lavoro?» Polemica per la domanda del test Invalsi

In molti casi, infatti, sono stati gli stessi bambini a raccontare a casa – tra il divertito e l’incredulo – la domanda elaborata dagli esperti

Claudia Guasco

Nelle chat di classe, croce e salvezza dei genitori con figli in età scolare, l’indignazione dilaga. Alla domanda numero dieci del questionario Invalsi, rivolta agli alunni delle classi quinte della scuola primaria, si legge: «Pensando al tuo futuro, quanto pensi che siano vere queste frasi?». Di seguito, cinque risposte possibili: «A. Raggiungerò il titolo di studio che voglio; B. Avrò sempre abbastanza soldi per vivere; C. Nella vita riuscirò a fare ciò che desidero; D. Riuscirò a comprare le cose che voglio; E. Troverò un buon lavoro». I 561.775 bambini alle prese con i test per la rilevazione delle competenze in Italiano, Inglese e Matematica potevano rispondere con diversi livelli di gradimento: «Per niente, pochissimo, poco, abbastanza, molto, totalmente». Un quesito che, infilato come se nulla fosse tra le prove didattiche, ha indignato e infiammato le polemiche di mamme e papà dei piccoli allievi.

«SQUALLIDI SISTEMI DI VALORE»
In molti casi, infatti, sono stati gli stessi bambini a raccontare a casa – tra il divertito e l’incredulo – la domanda elaborata dagli esperti. «Mia figlia Chiara e la sua amica Martina ne hanno parlato per tutta la sera», racconta Silvia, alle prese con gli Invalsi in una scuola privata di Milano. «Ritengo sia sbagliato che ad alunni di dieci, undici anni si chiedano valutazioni sui soldi e sulla realizzazione professionale. Le bambine commentavano: “Ma io che ne so?”. Non sono ancora proiettate realisticamente verso il futuro, del lavoro che faranno hanno un’idea vaga. Penso sia sbagliato che un quesito del genere faccia parte di un test scolastico». Sulla pagina Facebook dedicata agli Invalsi fioccano le critiche.

Come quella di Sonia Coluccelli: «La fotografia di dove stiamo andando è tutta nella sezione numero 10, nelle domande rivolte ai bambini e alle bambine di tutte le classi quinte di scuola primaria. Le residue speranze a cui aggrapparci sono lì, messe tra parentesi da un bambino che dentro le crocette non ci sta. Non posso però tacere il disgusto per quello che stiamo dicendo anche in momenti come questi a chi sta crescendo con noi, lo sconforto profondo per la povertà assoluta che gli stiamo consegnando, la rabbia di fronte ad una scuola che, come sistema, si esprime così, in prove per polli da batteria sotto il cappello del più squallido dei sistemi di valore. Quanti soldi avrai e quanto comprerai nella tua vita?».

NO COMMENT DELL’ISTITUTO
Perplessa Alessia Fracchia: «Perché ci sono queste domande? Non riesco a darmi risposta, è un sondaggio? Servono a cosa? A determinare lo stato di ottimismo dei bambini? A cosa?». Pessimista Maria Cristina Solari: «Ce li tiriamo su proprio bene. Bello il mondo del futuro, pieno di valori assoluti: i soldi. Cartina al tornasole, queste prove, di una società chiacchierona e vuota, destinata inesorabilmente alla solitudine e al fallimento dell’individuo a cui viene fatto credere di essere Dio. Sempre se ha i soldi, ovviamente, sennò può anche scomparire perché non vale niente». Giulio Cavalli, attore e scrittore, dal suo account Twitter posta l’immagine del quiz e chiede: «Ma davvero, ma è tutto normale? Sicuri?». L’istituto Invalsi per il momento non commenta ma assicura che il 19 maggio, a prova finita, è disposto ad aprire un confronto sull’argomento.