“Insegnare a Leggere – Imparare a Comprendere”, materiali del convegno Invalsi

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

ll 16 e 17 novembre scorso si è svolto a Roma il Convegno “Insegnare a leggere – Imparare a comprendere” sulla comprensione di testi nei diversi gradi scolastici.

Obiettivo principale: mettere a fuoco il fatto che aver imparato a leggere nella scuola primaria non esaurisce il compito di indurre ulteriori abilità di comprensione della lettura nei successivi gradi scolastici, compresi i Centri di formazione per gli adulti, perché il diritto alla comprensione dei testi va garantito anche a chi non è riuscito a completare gli studi negli anni dell’obbligo scolastico.

Nel corso dell’evento, articolato in sessioni relative a ciascun grado scolare, sono state esposte anche buone prassi didattiche individuate attraverso un concorso indetto da INVALSI e alcuni interventi programmati da parte di insegnanti e specialisti in grado di offrire un ulteriore contributo di riflessione.

Sul sito dell’Invalsi sono disponibili i materiali del convegno:

Rappresentatività sindacale: probabile sorpasso di Cisl Scuola su Flc Cgil

da Tuttoscuola

L’Aran ufficializzerà domani il probabile sorpasso della CISL-scuola sulla Flc-cgil nella rappresentatività sindacale conseguente alle elezioni delle Rsu del marzo scorso.
I dati ufficiosi forniti all’indomani del voto avevano evidenziato, rispetto alle elezioni del 2015, un calo di quasi 43 mila voti della Flc-cgil, a fronte di un incremento di quasi 12 mila voti della CISL scuola che, per parte sua, primeggiava per numero di deleghe rispetto a tutti gli altri sindacati.
La media del tasso di sindacalizzazione (deleghe) e di quello elettorale (voti per le rsu) dovrebbe segnare quindi il primato di rappresentatività del sindacato guidato dalla Gissi.
Quasi certamente la UIL-scuola dovrebbe confermarsi al terzo posto, davanti allo Snals, grazie proprio all’incremento di oltre 11 mila voti nelle elezioni di marzo.
Confermati tra i sindacati rappresentativi Snals e Gilda.
Sarà interessante verificare se l’Anief, che aveva raccolto oltre 26 mila voti, è riuscito a raggiungere il tasso medio del 5% che gli consentirebbe di entrare nel gruppo dei sindacati rappresentativi, con pieno diritto di partecipare alla contrattazione.

Educazione motoria alla scuola primaria: approvato il provvedimento alla Camera

da Tuttoscuola

Approvato alla Camera dei Deputati il provvedimento sull’educazione motoria nella scuola primaria. Si tratta di un provvedimento che fissa alcuni criteri di massima a cui il Governo dovrà attenersi nella predisposizione di un apposito decreto legislativo che dovrà essere predisposto entro un anno dall’entrata in vigore della legge e varato entro i successivi due mesi.

Si tratta di un insegnamento curricolare, cioè da inserire a tutti gli effetti nelle attività obbligatorie della scuola primaria, fermo restando, a quanto si deduce dalla lettura del testo, l’attuale orario previsto nelle classi. Per ogni classe l’insegnamento di educazione motoria sarà di ‘almeno due ore settimanali’, affidato ad un docente specialista di cui la legge fissa i requisiti.

Attualmente questo insegnamento non prevede una quantificazione oraria e viene svolto da un insegnante generalista.

La legge prevede la dotazione iniziale di 10 milioni di euro annui a decorrere dal 2019, ottenuta dalla corrispondente riduzione di capitoli di spesa del Miur.

“Siamo orgogliosi che oggi la Camera abbia approvato all’unanimità la proposta di legge del collega Marin, che istituisce l’educazione motoria nelle scuole primarie istituendo la figura di insegnante specialista. È stato un grande lavoro di squadra, con il contributo positivo di tutte le forze di maggioranza e opposizione e della Commissione Cultura, che oggi mette a segno un risultato importante. Un passo in avanti, un bel segnale del Parlamento, che porta la firma di Forza Italia e di cui siamo molto fieri”. Lo dichiarano in una nota congiunta i deputati di FI della commissione Cultura alla Camera, Valentina Aprea, Luigi Casciello, Patrizia Marrocco, Antonio Palmieri e Gloria Saccani Jotti.

“Un plauso particolare al collega Marin, medico e campione olimpico, che ha sin dall’inizio creduto nella bontà di questa proposta, e che oggi diventa un testimone, un modello positivo per i giovani. Grazie all’impegno di FI e alla bontà della proposta del nostro collega, oggi raccogliamo un successo importante, che segna una svolta significativa nel mondo della scuola primaria, mettendola finalmente al passo con l’Europa – proseguono -. Con questa legge, infatti, superiamo il gap che ci vedeva, tra i pochi paesi europei che ancora non avevano previsto l’insegnamento dell’educazione motoria affidato a specialisti nella scuola primaria. Oggi il Parlamento ha scritto una bella pagina. Confidiamo nel fatto che alla modifica ottenuta con l’approvazione di questa legge il governo possa celermente, attraverso i decreti attuativi, ordinare la materia rispetto all’individuazione e assunzione dei docenti specialisti e stanziare risorse adeguate. Ci aspettiamo molto anche dalle sperimentazioni ministeriali prevista dalla legge che anticiperà i decreti attuativi della stessa”, concludono.

Educazione motoria: nella scuola primaria servono quasi 12mila insegnanti specialisti (ma mancano le palestre)

da Tuttoscuola

Elaborazione dati di Tuttoscuola.

Mens sana, in corpore sano, scriveva Giovenale. E proprio questa sembra essere l’idea alla base della legge delega per l’insegnamento dell’educazione motoria nella scuola primaria che la Camera si appresta ad approvare in prima lettura oggi. Viene prevista la figura di uno specialista in attività motorie nelle scuole elementari, come negli altri paesi. È prevista una fase sperimentale di 5 anni prima dell’entrata a regime in tutte le scuole. La proposta di legge prevede che i docenti specialisti di educazione motoria abbiano lo stesso stato giuridico degli altri insegnanti della primaria e prestino in ogni classe almeno due ore obbligatorie di insegnamento. Tuttoscuola ha calcolato il fabbisogno di docenti per assicurare in tutte le classi e per ogni regione le due ore d’insegnamento specialistico. Questo anche se si dovrà fare i conti con l’indispensabile condizione di base: l’esistenza o meno delle palestre all’interno delle scuole.

Ma andiamo con ordine. In questo anno scolastico 2018-19 le classi di scuola primaria funzionanti sono 129.359 che, a due ore settimanali obbligatorie di educazione motoria, sviluppano un fabbisogno orario complessivo di 258.718 ore. A 22 ore di insegnamento settimanale individuale, serviranno quindi11.760 docenti.

La proposta di legge-delega non precisa se l’orario d’insegnamento si effettuerà in compresenza (poco probabile). In caso diverso, cioè senza insegnamento in compresenza con altri docenti, se entreranno 11.760 docenti specialisti, ci sarà un minore fabbisogno di altrettanti docenti generalisti: serviranno, cioè, 11.760 maestri non specialisti in meno.

Elaborazione Tuttoscuola su dati Miur.

Certo è che per poter svolgere educazione motoria non basta avere un insegnante ad hoc. La scuola deve avere anche una palestra. Tuttoscuola ha condotto un’indagine esplorando i dati degli spazi di servizio per attività sportive in tutte le scuole statali.i, pubblicati dal Miur sulla base delle capillari ricognizioni svolte dagli Enti locali.Alla Lombardia e alla Campania, rispettivamente con 1.916 e 1.285, andrà il maggior numero di docenti di educazione motoria, mentre per le regioni minori il fabbisogno di docenti specialisti in educazione motoria sarà piuttosto contenuto.

Dall’analisi di Tuttoscuola è emerso che le scuole primarie oggetto di questo censimento sono 15.108, ma meno della metà, esattamente 7.456 (49,4%) sono dotate di palestra.

Al top, tra le province italiane, c’è Prato nel cui territorio risultano dotate di palestra 38 delle 48 scuole primarie (79,2%), seguita da Pordenone (74,7%), Udine (72,2%), Bari (71,9%) e Firenze (71,5%).

In fondo a questa graduatoria si trova Reggio Calabria nella cui provincia soltanto 32 delle 213 scuole primarie sono dotate di palestra (15%, meno di una scuola ogni sei), preceduta da Vibo Valentia (19,3%), Messina (20,5%), Cosenza (21,2%) e Salerno (22,2%).

La graduatoria delle regioni in base al numero di scuole primarie dotate di palestra vede al top il Friuli Venezia Giulia (248 scuole con palestra su 353, pari al 70,3%), seguita dalla Puglia con il 66,8% di scuole con palestra e dal Piemonte (61,7%).

La situazione peggiore tra le regioni è appannaggio della Calabria che risulta avere soltanto 179 scuole con palestra su 829 (21,6%), preceduta dalla Campania (27,8%), dal Molise (31,5%) e dalla Sicilia (39,9%).

Sotto la media nazionale del 49,4% di scuole primarie dotate di palestra si trovano le regioni insulari e quelle del Sud, mentre le regioni centrali sono al top.

Regioni Scuole primarie di cui con palestra
Friuli VG 353 248 70,3%
Puglia 805 538 66,8%
Piemonte 1.238 764 61,7%
Marche 419 258 61,6%
Toscana 947 579 61,1%
Basilicata 194 111 57,2%
Lombardia 2.163 1.235 57,1%
Lazio 1.103 627 56,8%
Sardegna 488 258 52,9%
Abruzzo 407 207 50,9%
Veneto 1.337 661 49,4%
Nazionale 15.108 7.456 49,4%
Emilia R. 960 427 44,5%
Liguria 419 184 43,9%
Umbria 306 128 41,8%
Sicilia 1.450 578 39,9%
Molise 127 40 31,5%
Campania 1.563 434 27,8%
Calabria 829 179 21,6%
Aree Scuole primarie di cui con palestra
Centro 2.775 1.592 57,4%
Nord Ovest 3.820 2.183 57,1%
Nord Est 2.650 1.336 50,4%
Nazionale 15.108 7.456 49,4%
Isole 1.938 836 43,1%
Sud 3.925 1.509 38,4%

Elaborazione Tuttoscuola su dati Miur 2018

Diplomati magistrali: Consiglio di Stato conferma esclusione da GAE

da Tuttoscuola

Nelle ultime settimane il Consiglio di Stato si è presa tutta la scena con una serie impressionante di ordinanze cautelari che hanno un po’ scombussolato il regolare svolgimento dei concorsi in via di svolgimento nella scuola.

All’ultimo momento ha ammesso con riserva alla prova scritta suppletiva circa 700 candidati, per la maggior parte dei quali (quasi 600) ha considerato valido il punteggio di almeno 60/100 acquisito nella prova preselettiva.

Un paio di settimane prima lo stesso Consiglio aveva riaperto i giochi per l’inserimento in GAE di diplomati magistrali esclusi dalla sentenza consiliare del dicembre 2017, fissando una nuova sentenza per il 20 febbraio prossimo.

È però notizia di agenzia (AGI) di venerdì scorso secondo cui nuovamente il Consiglio di Stato esclude dalle GAE i diplomati magistrali.

“I docenti con diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002 – scrive l’agenzia – non hanno il diritto di iscriversi nelle graduatorie a esaurimento: il titolo è abilitante ma non può dare accesso alle Gae. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato con due ordinanze di identico tenore che confermano di fatto quanto deciso il 27 dicembre 2017”.

“Lo scorso 12 novembre – ricorda l’Agi – sempre il Consiglio di Stato aveva pronunciato due ordinanze cautelari su altrettanti ricorsi in appello, che sembravano poter mettere in discussione quanto deciso a dicembre 2017. E, di conseguenza, tutti i processi che si sono avviati in virtù di quella pronuncia. Fra cui il concorso straordinario per le cattedre nella scuola dell’infanzia e primaria, inserito nel decreto dignità proprio per trovare una soluzione al problema dei diplomati magistrali”.

In attesa dell’udienza pubblica del 20 febbraio 2019, il Consiglio di Stato, che si è espresso in sede cautelare, non ha ravvisato elementi sufficienti per discostarsi dai principi di diritto già enunciati dall’Adunanza plenaria 2017.

Concorso DS: commissari cercansi

da Tuttoscuola

Conclusa questa tribolata e convulsa fase delle prove scritte suppletive del concorso DS, si attendono i dati dei candidati presenti alla prova per poter procedere alla costituzione delle sottocommissioni esaminatrici (una ogni 250 candidati presenti).

In attesa della ufficializzazione delle presenze, si può stimare che si siano presentati alle prove scritte del 18 ottobre e a quella suppletiva del 13 dicembre complessivamente non più di 9.500 candidati, tra ammessi di diritto (8.736), disabili (193) e ricorsisti (696).

Teoricamente dovrebbero essere costituite 38 commissioni, cioè la commissione principale (già costituita) e 37 sottocommissioni (da costituire).

Ogni sottocommissione è composta da tre membri, un segretario e un membro aggregato (per lingua straniera); per ogni sottocommissione vanno anche nominati tanti supplenti quanti sono i membri effettivi: otto persone, dunque, per sottocommissione.

Il Miur e gli USR dovranno trovare 296 commissari, tutti con un’anzianità di almeno cinque anni di ruolo, tra dirigenti tecnici, dirigenti scolastici e dirigenti amministrativi; potranno essere nominati anche dirigenti collocati in quiescenza da non più di tre anni.

Non sarà facile trovare 300 persone tra i dirigenti in attività, disposte a lavorare senza esonero dal servizio e con compensi non esaltanti. Le sottocommissioni, inoltre, dovranno essere integrate da un altro membro aggregato per la valutazione delle competenze informatiche.

È possibile, quindi, che l’Amministrazione proceda a nomine d’ufficio e si avvalga anche di personale in pensione.

Non si sa ancora dove le sottocommissioni si troveranno ad operare. Si sa soltanto che lavoreranno sotto il coordinamento della commissione madre e potranno avvalersi, in modo uniforme, delle griglie valutative definite dal Miur per ciascun quesito.

È augurabile che le sottocommissioni possano essere costituite entro la fine dell’anno e diventare operative alla ripresa delle attività a gennaio.

È vero che il decreto legge 135/2018 ‘semplificazioni’ all’art. 10 ha notevolmente accorciato le procedure del concorso (soppresso il corso formativo), ma è opportuno non perdere tempo e arrivare quanto prima alla fase conclusiva dell’orale (massimo fine febbraio).

Sciopero 7 e 8 gennaio 2019

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Ufficio di Gabinetto

m_pi.AOOUFGAB.REGISTRO UFFICIALE.U.0035344.19-12-2018

Ai  Titolari degli Uffici Scolastici Regionali
Loro Sedi

E, p.c. Alla     Commissione di Garanzia per l’attuazione                       della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali
segreteria@cgsse.it

Oggetto: Comparto Istruzione e Ricerca. Proclamazione sciopero SAESE 7 e 8 gennaio 2019. 

Si comunica che il SAESE ha proclamato per i giorni 7 e 8 gennaio 2019 “due giornate di sciopero a livello nazionale per tutto il personale docente ed Ata, a tempo indeterminato e determinato, atipico e precario in servizio in Italia e nelle scuole e nelle istituzioni italiane all’estero”.

Poiché le azioni di sciopero in questione interessano il servizio pubblico essenziale “istruzione”, di cui all’art. 1 della legge 12 giugno 1990, n. 146 e successive modifiche ed integrazioni  e alle norme pattizie definite  ai sensi dell’art. 2 della legge medesima, il diritto di sciopero va esercitato in osservanza delle regole e delle procedure  fissate dalla citata normativa.

Affinché siano assicurate le prestazioni  relative alla garanzia dei servizi pubblici essenziali così come individuati dalla normativa citata, le SS.LL., ai sensi dell’art. 2, comma 6, della legge suindicata sono invitate ad attivare, con la massima urgenza, la procedura relativa alla comunicazione dello sciopero alle istituzioni scolastiche e, per loro mezzo, ai lavoratori nonché, nelle istituzioni scolastiche in cui sono già iniziate le attività didattiche, alle famiglie e agli alunni. Nei casi in cui la data dello sciopero ricada subito dopo l’inizio delle attività didattiche tale da non consentire, nei modi e nei tempi, la consueta comunicazione all’utenza, le istituzioni scolastiche interessate avranno cura di adottare tutte le soluzioni a loro disponibili (es: pubblicazione su sito web della scuola, avvisi leggibili nei locali della scuola, ecc. ) in modo da garantire la più efficace ottemperanza degli obblighi previsti in materia di comunicazione.

Si ricorda inoltre, ai sensi dell’art. 5, che le amministrazioni “sono tenute a rendere pubblico tempestivamente il numero dei lavoratori che hanno partecipato allo sciopero, la durata dello stesso e la misura delle trattenute effettuate per la relativa partecipazione”.

Dette informazioni dovranno essere acquisite attraverso il portale SIDI, sotto il menù “I tuoi servizi”,  nell’area “Rilevazioni”, accedendo all’apposito link “Rilevazione scioperi” e compilando tutti i campi della sezione con i seguenti dati:

  • il numero dei lavoratori dipendenti in servizio;
  • il numero dei dipendenti aderenti allo sciopero anche se pari a zero;
  • il numero dei dipendenti assenti per altri motivi;
  • l’ammontare delle retribuzioni trattenute.

Al termine della rilevazione, come di consueto,  sarà cura di questo Ufficio rendere noti i dati complessivi di adesione trasferendoli sull’applicativo  Gepas del Dipartimento Funzione Pubblica e pubblicandoli nella sezione “Applicazione Legge 146/90 e s.m.i.” del sito Web del Ministero raggiungibile all’indirizzo http://www.miur.gov.it/web/guest/applicazione-legge-146/90-e-s.m.i. Nella stessa sezione verrà pubblicata la presente nota ed ogni altra eventuale notizia riguardante il presente sciopero, compresi i dati di adesione.

Analogamente, al fine di garantire la più ampia applicazione dell’indicazione di cui all’art.5 citato, i Dirigenti scolastici valuteranno l’opportunità di rendere noti i dati di adesione allo sciopero relativi all’istituzione scolastica di competenza.

Nel confidare nel consueto tempestivo adempimento di tutti i soggetti ai vari livelli coinvolti , si ringrazia per la collaborazione

                                                                                             IL DIRIGENTE

                                                                                              Rocco Pinneri

Dati di adesione Sciopero nazionale 10 dicembre 2018

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Ufficio di Gabinetto

COMPARTO ISTRUZIONE E RICERCA

10 dicembre 2018
Sciopero  nazionale del personale docente e ATA indetto dal SAESE
Dati di adesione

Sul sito del Dipartimento Funzione Pubblica sono stati pubblicati i dati di adesione allo sciopero  che hanno riguardato tutte le istituzioni scolastiche/educative interessate (es. quelle all’estero, e/o di Trento, e/o di Bolzano, e/o comunali, etc..)  oltre le scuole statali.

(http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/14-12-2018/dati-di-adesione-allo-sciopero-del-10-dicembre-2018-di-tutto-il)

Per quanto concerne le sole istituzioni scolastiche statali, sulla base dei dati di adesione inseriti dalle istituzioni scolastiche mediante il programma di acquisizione presente sul portale SIDI, si evidenzia che:

  • le scuole che hanno comunicato i dati di adesione sono state 6.565      su un totale di 8.292 (79,17%);
  • 5.848 sono statigli aderenti allo sciopero, cioè lo 0,68%  delle  859.417unità di personale tenute al servizio. Questo numero non comprende le 60.289 unità di personale assente per altri motivi (es: giorno libero, malattia, ferie, permesso, etc…).

Nota 19 dicembre 2018, AOODGCASIS 2523

Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Dipartimento del sistema educativo di istruzione e formazione

Ai Dirigenti scolastici delle istituzioni scolastiche statali
e, p.c. Agli Uffici Scolastici Regionali
Agli Uffici Scolastici Ambito Territoriale
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano
Ai Referenti Regionali dell’Anagrafe degli Studenti
Ai Referenti Regionali per la disabilità

OGGETTO: Anagrafe Nazionale degli Studenti a.s. 2018/2019 – Partizione dedicata agli studenti con disabilità