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Scuola, le supplenze non finiscono mai

Scuola, le supplenze non finiscono mai

Franco Buccino

Repubblica ed. Napoli, 18 marzo2024

Si sono svolte in questi giorni le prove scritte del concorso a cattedre: quasi 375 mila candidati per 45mila posti. Contemporaneamente è arrivata l’ordinanza sulla “mobilità” per il prossimo anno scolastico, è a dire su trasferimenti definitivi o annuali, passaggi di ruolo o di cattedra, assegnazioni provvisorie. Poi verranno le “utilizzazioni” e infine le supplenze annuali, fino al 30 giugno o fino al 31 agosto. Operazioni analoghe anche per il personale Ata, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici.

Ad oggi per le supplenze dei docenti siamo a quota 240mila: più di metà sul sostegno, più di metà nel Nord Ovest (Piemonte e Lombardia), i tre quarti sono donne. Altre 60mila supplenze riguardano il personale Ata. Il ministro Valditara nella lunga intervista, nel mese di settembre scorso, a Repubblica  parlava di 130-140mila supplenze annuali: sono più del doppio.

Poi ci sono le supplenze temporanee: spendevamo 800 milioni di euro, di recente siamo passati a oltre un miliardo all’anno. Per supplenze che nel 60% dei casi hanno una durata inferiore ai dieci giorni!

Nonostante il consistente calo della popolazione scolastica, i concorsi e le immissioni in ruolo, purtroppo le supplenze annuali e temporanee aumentano, aumenta il precariato, peggiorano le condizioni economiche del personale. E peggiorano le condizioni, già precarie, delle scuole: carenze di strutture, carenze di spazi, laboratori e palestre.

Spesso ci siamo soffermati sulle cause di queste evidenti contraddizioni. Veniamo ai rimedi. Alcuni interni al sistema scuola, altri compresi in sistemi più ampi.

Il primo rimedio, secondo me, è una profonda revisione della mobilità. Non possono esserci tutti gli anni i “trasferimenti” e tutte le operazioni collegate. E di sicuro non per tutti. Non avviene per nessuna categoria di lavoratori, né pubblica, né privata. E chiaramente la revisione della mobilità riguarda docenti, Ata e dirigenti.

Il secondo rimedio è scuole con un organico autosufficiente. Varie volte si è pensato a organici aggiuntivi, a disposizione delle scuole,collocati sui territori. A livello di singola scuola sembra irrealizzabile. Ci sono le “classi di concorso”, soprattutto nella secondaria: troppe per essere presenti in tutte le scuole. La novità sarebbe quella di creare ambiti disciplinari: veri e propri raggruppamenti di classi di concorso affini. Ai quali si accede con titoli di studio di quell’area, di quell’ambito. Si tien conto anche di seconde lauree, di piani di studio, di specializzazioni, di interessi, di esperienze. All’organico tradizionale della singola scuola si aggiungerebbe un organico snello ed essenziale, ma in grado di coprire tutti gli ambiti disciplinari. Anzi, l’idea è ancora più ambiziosa: quella di una scuola con un unico  organico  più che con due organici, il titolare e l’aggiuntivo. Una scuola che non ha bisogno di supplenti, se non in casi molto particolari. Una scuola che è in rete con altre scuole, con le quali può fare scambi di iniziative didattiche e anche di personale.

Stiamo parlando di scuole autonome. Solo l’autonomia delle singole scuole ci può far risolvere problemi annosi. Si garantirebbe tra l’altro maggiore continuità didattica ai ragazzi e anche, con i notevoli risparmi, una migliore retribuzione del personale.

Valditara: “Impegnati per una formazione tecnica e professionale di eccellenza nei settori strategici”

da OrizzonteScuola

Di redazione

Compiuto un altro importante passo per la realizzazione del Piano Mattei per l’Africa. In occasione della missione istituzionale in Egitto guidata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un Memorandum di Intesa con il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Tecnica egiziano, Reda Hegazy.

Alla luce della centralità che il Piano Mattei riserva al tema dell’istruzione, l’incontro con il Ministro Hegazy e la firma del Memorandum rappresentano un’azione strategica per rafforzare la cooperazione tra l’Italia e l’Egitto e favorire lo sviluppo e la crescita di entrambi i Paesi.

L’Italia si impegna a cooperare con l’Egitto per promuovere una formazione professionale di eccellenza. In particolare, puntiamo a favorire lo sviluppo in Egitto di percorsi tecnico-professionali di qualità e di Its Academy che sono strategici per la crescita economica”, ha dichiarato il Ministro Valditara.

Occorre partire dalla promozione della conoscenza della lingua italiana per favorire l’acquisizione di competenze tecniche adeguate alle esigenze specifiche del sistema produttivo italiano ed egiziano e assicurare una più forte integrazione”, ha concluso il Ministro.

Il Memorandum persegue l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra il sistema scolastico italiano e quello egiziano, a partire dalla formazione dei docenti di lingua italiana delle scuole secondarie egiziane e gli scambi di studenti e docenti. Facendo leva sulla conoscenza della lingua italiana, la cooperazione nel settore dell’istruzione tecnica e professionale sarà finalizzata all’innalzamento della qualità dei percorsi e delle opportunità di mobilità per l’apprendimento e l’occupazione, consolidando i legami tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, con particolare attenzione ai settori dell’energia, del turismo, dell’industria, della meccatronica, del tessile, dell’agrifood e della salute.

Primo esempio concreto di tale collaborazione sarà l’istituzione, nella Scuola italiana Don Bosco del Cairo, del nuovo percorso che prevede 4 anni di scuola tecnica, seguiti da 2 anni di percorso post-diploma attuati in collaborazione con l’ITS Academy Malignani di Udine. Anche gli studenti egiziani in possesso di un diploma tecnico potranno iscriversi ai percorsi ITS. Grazie al Memorandum sarà possibile non solo incoraggiare l’apprendimento e la mobilità per l’occupazione in Italia dei giovani egiziani, già formati nella lingua e nella cultura italiana, ma anche sostenere le imprese egiziane e le imprese italiane che operano nel nostro Paese e in Egitto.


I docenti idonei dei vecchi concorsi trattati da “invisibili”: mai assunti, presto scalzati dai 70.000 delle selezioni Pnrr e 200mila cattedre sempre a supplenza

da La Tecnica della Scuola

Di Alessandro Giuliani

Perché si fanno concorsi nuovi per assumere docenti di ruolo e non si stabilizzano i candidati idonei delle procedure già svolte negli ultimi anni? A chiederlo sono stati i componenti del movimento ‘Idonei 2020 per il ruolo, gli invisibili’: sabato 16 marzo i due portavoce nazionali – Gian Michele Mostardini e Alessandra Torrioni – sono stati ricevuti alla Camera dei Deputati dalla vicepresidente della Commissione cultura Valentina Grippo e da Maria Stella Gelmini, vice presidente vicario del Gruppo parlamentare di “Azione” ed ex ministro dell’Istruzione nell’ultimo Governo Berlusconi.

Mostardini e Torrioni hanno voluto rappresentare le preoccupazioni delle migliaia di persone che hanno definito “parcheggiate” nelle graduatorie di merito del personale docente: il problema, hanno detto ai parlamentari, è che in questi giorni è partito uno dei tre concorsi Pnrr per diventare insegnanti di ruolo; i vincitori, secondo l’attuale disposizione normativa, avranno la precedenza assoluta nelle assunzioni rispetto a chi già ha sostenuto il medesimo concorso (sempre con i parametri europei) ma due anni prima ed è attualmente in graduatoria, avendo maturato il diritto giuridico all’assunzione.

Il movimento chiede una soluzione rapida, che sancisca la difesa del diritto degli idonei 2020 all’assunzione fin dalla prima occasione utile, chiarisca l’impiego di queste graduatorie e stabilisca una volta per tutte il pari scorrimento rispetto a quelle che emergeranno dai nuovi concorsi.

Per completezza, vale la pena ricordare che sono oltre 70.000 gli insegnanti che secondo le previsioni del ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbero essere immessi in ruolo nell’arco di un biennio. Sono tre le procedure selettive che serviranno a questo scopo: la prima è quella in corso e che a breve prevederà lo svolgimento dell’orale; la seconda verrà avviata nel prossimo autunno; la terza sessione concorsuale, invece, è prevista entro le fine del prossimo anno solare.

A rigor di logica, comunque, le cattedre vacanti per assorbirli in ruolo dovrebbero esserci. Nel frattempo, infatti, continua ad essere altissimo il numero di supplenti: quest’anno hanno ancora una volta superato quota 200.000 i contratti annuali con scadenza almeno 30 giugno 2024 e di questi un po’ meno della metà sono in organico di diritto, quindi utili anche per eventuali immissioni in ruolo.


Concorsi: ammessi in massa. E ora 350 mila prove orali da sostenere

da Tuttoscuola

In base ai dati ufficiali della prova scritta del concorso di infanzia e primaria, svolta la settimana scorsa, il numero dei candidati che hanno superato la prova e potranno accedere direttamente all’orale sono stati 44.615 su 55.676 (80,1%) presenti alla prova.

Rispetto ai 69.101 candidati che avevano presentato domanda di partecipazione al concorso di infanzia e primaria, oltre 13 mila non si sono proprio presentati alla prova, mentre circa 11 mila non l’hanno superata. Insomma dei 69 mila ai nastri di partenza sono ancora in gara – e dovranno essere esaminati all’orale – in quasi 45 mila (circa due su tre).

Se si considera che mediamente per i suddetti concorsi ogni candidato ha presentato poco meno di due domande di partecipazione (esattamente 1,7 domande a testa), le commissioni di concorso potrebbero essere impegnate ad esaminare complessivamente circa 75mila candidati, alcuni dei quali per due, tre o fino a quattro tipologie tra posti comuni e posti di sostegno sia per il concorso di scuola dell’infanzia che per quello di scuola primaria.

Per quanto riguarda il concorso di scuola secondaria per il quale le prove scritte sono tuttora in corso, una prima comunicazione ministeriale ha riferito che nei primi quattro turni di prove hanno superato lo scritto 113.543 candidati su 130.252 presenti (l’87,2%).

Per la secondaria è opportuno tenere presente anche l’elevato numero di candidati (303.687) che hanno presentato 437.351 domande (in media circa 1,4 a testa).

Da questi esiti parziali della prova scritta, sta emergendo, come e più di quanto avvenuto per il concorso di infanzia e primaria, un’elevata percentuale di ammessi, tanto che potrebbe risultare attendibile una stima finale di ammessi di poco inferiore a due terzi, quantificabile, pertanto, intorno a 200 mila persone.

Se il dato finale sarà confermato, le commissioni di concorso potranno essere impegnate ad esaminare complessivamente circa 280 mila candidati, alcuni dei quali per due, tre o fino a quattro tipologie tra posti comuni e posti di sostegno.

Tra infanzia-primaria e secondaria i candidati ancora in gioco dopo lo scritto potrebbero essere 245 mila, e le prove orali da sostenere ben 355 mila.

Il concorso che non seleziona

da Tuttoscuola

“Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone?”. L’ammissione in massa all’orale nel concorso per docenti richiama alla mente un vecchio, surreale indovinello. Tra i quiz dell’ultimo concorso per insegnanti non ci sono domande come questa. Ma in alcuni casi, poco ci manca.

Di fronte a 158.158 ammessi su 185.928 candidati (tasso di ammissione: 85%) che la scorsa settimana hanno affollato migliaia di scuole – con uno sforzo organizzativo non indifferente – per la prova scritta del concorso a cattedre previsto dal Pnrr, i casi sono due: o il livello medio di preparazione dei candidati è altissimo, oppure l’“asticella” dei quiz della prova scritta è stata posta a livello ginocchia.

Il ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara non ha dubbi: “L’alta percentuale di ammessi all’orale testimonia la preparazione dei futuri componenti di una classe docente che verrà selezionata anche in base all’attitudine all’insegnamento”. Ma i commenti di chi ha sostenuto la prova (50 domande a risposta chiusa) fanno pensare alla seconda ipotesi, a prescindere dalla preparazione dei candidati che in molti casi può essere stata elevata (ma certo non è stata granché sollecitata). Quel che è certo è che ora si scaricano sulla macchina organizzativa della prova orale numeri monstre, di cui parliamo separatamente.

C’è chi ha risposto a tutte le domande in un quarto d’ora (il tempo a disposizione era di 100 minuti) conseguendo il punteggio pressoché massimo. Da tantissime testimonianze raccolte emerge che alcune domande erano banali. Ma soprattutto che la struttura delle quattro risposte era tale da poterne escludere con certezza almeno due, mentre delle restanti due una pur verosimile aveva spesso un dettaglio che portava a individuare l’ultima risposta come quella “da accendere”.

Qualche esempio? Dal tam tam delle chat rimbalzano alcuni quesiti e relative risposte chiuse tra cui scegliere (seguiti da un nostro commento), che non si possono non definire imbarazzanti, se si ha in mente che un concorso ha il delicato compito di individuare la classe docente da cui dipenderà la formazione delle generazioni di domani, e che dovrebbe contribuire a risollevare il prestigio e l’autorevolezza di questa straordinaria professione.

Domanda: “Quale tra i seguenti non è un organo collegiale?

Risposte possibili:

  1. Collegio docenti
  2. Consiglio di interclasse
  3. Consiglio di intersezione
  4. Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF)

Il PTOF è un documento, non è un organo…

Vediamone altre:

Domanda: “Chi è l’autore della riforma della scuola del 1923

Risposte possibili:

  1. Luigi Berlinguer
  2.  Tina Anselmi
  3. Aldo Moro
  4. Giovanni Gentile

No comment.

Domanda: “Il pedagogista Piero Bertolini afferma che ‘l’educatore non ha che un mezzo per comunicare all’educando un certo valore o un certo modo di intendere e di impostare la vita, il metterli in pratica’. Che cosa sta affermando?”

Risposte possibili:

  1. Il valore pedagogico del discorso retorico
  2. Il valore pedagogico della semplicità nello spiegare i concetti più difficili
  3. Il valore pedagogico dell’indottrinamento
  4. Il valore pedagogico dell’esempio e della testimonianza

Non occorre aver studiato il pensiero del pedagogista e filosofo dell’educazione torinese per rispondere correttamente.

Domanda: “Da chi è redatto il Piano Didattico Personalizzato (PDP)?

Risposte possibili:

  1. Dalla famiglia
  2. Dallo studente
  3. Dall’azienda sanitaria
  4. Dalla scuola

Chi potrebbe redigere un piano didattico?

Domanda: “Un evento stressante:”

Risposte possibili:

  1. Ha effetto solo durante l’adolescenza
  2. Ha lo stesso effetto su tutti gli alunni
  3. Può avere effetti solo nel contesto familiare
  4. Può avere effetti diversi in base alle caratteristiche degli alunni

Bisogna aver studiato pedagogia per individuare la risposta giusta?

Domanda: “Nelle attività didattiche è possibile utilizzare immagini o fotografie prodotte da altri e reperite online. Cosa è però necessario fare?

Risposte possibili:

  1. E’ bene ricordarsi di eliminare i credits in fondo, per non rovinarne l’estetica
  2. E’ sufficiente scaricarle e inserirle nella propria presentazione
  3. E’ possibile farne uno screenshot, anche se il sito su cui sono ospitate non permette di scaricarle
  4. Verificare se ne è concesso il riuso e citarne la fonte

Crediamo di non sbagliare nel ritenere che un quiz del genere possa essere appropriato per testare le competenze di cittadinanza digitale di un alunno della scuola media, mentre non è sufficiente a valutare le competenze professionali di un suo insegnante.

Se e quando il ministero dell’istruzione e del merito pubblicherà integralmente i quesiti delle prove scritte dei concorsi che si stanno svolgendo in questi giorni, si potrà capire meglio.

Ad oggi, a parte casi estremi come quelli che abbiamo riportato, quel che emerge dall’ascolto di tanti candidati dopo la prova è che chi ha un minimo di preparazione e magari ha fatto qualche lezione in una scuola (ricordiamo che è prevista una riserva del 30% dei posti per chi ha più di tre anni di servizio negli ultimi dieci) ha avuto ben pochi problemi a passare (non c’è quindi scrematura dei migliori). Ma quel che è peggio, è che la formulazione delle domande e soprattutto delle risposte è tale che utilizzando la logica si poteva rispondere correttamente a molti quesiti non solo senza essere profondi conoscitori della materia, ma anche senza saperne quasi nulla. Del resto diversi candidati hanno ammesso di avere affrontato il concorso senza preparazione, ottenendo risultati insperati grazie ad una facilità disarmante delle prove. E ricordiamo che non si tratta di una prova preselettiva ma di una delle due prove del concorso, il cui punteggio concorre all’esito finale della selezione.

L’indice è puntato soprattutto sulle quattro risposte al quesito. In molti dei 50 quesiti della prova scritta tre delle quattro risposte presentate erano palesemente sbagliate, consentendo al candidato di scegliere la risposta ad excludendum, pur non conoscendo la risposta esatta. Insomma, anche se non sai, puoi arrivare alla risposta giusta. E così potrebbe aver passato lo scritto anche chi non ha la preparazione necessaria per ambire al delicato ruolo di insegnante.

Cui prodest? La Costituzione prevede che nel pubblico impiego si acceda per concorso. E in tanti abbiamo sempre sostenuto che si devono fare i concorsi. Sì, ma fatti bene. Con il giusto livello di selezione (intesa come accertamento delle qualità necessarie a ricoprire quel ruolo), altrimenti hanno poco senso. E attenzione, non è una scusa per non fare i concorsi (come in tanti vorrebbero), ma un serio motivo per organizzarli meglio.

Il vero punto è: quale preparazione ci aspettiamo per salire in cattedra? Il resto è una conseguenza, e se le prove sono queste, vengono molti dubbi.

I numeri monstre della prova orale: immissioni in ruolo a settembre a rischio

da Tuttoscuola

Almeno 350 mila prove orali da sostenere, tenuto conto che molti candidati hanno presentato più domande (per posti comuni e posti di sostegno, su più gradi di scuola). Ci vorranno circa mille tra commissioni e sottocommissioni, con almeno 4 o 5 mila tra commissari e segretari di commissione (e, virtualmente, altrettanti sostituti pronti a intervenire in caso di assenza dei titolari).

Prima ancora di incontrare i candidati ammessi alla prova orale, i componenti delle commissioni e sottocommissioni saranno impegnati in un duro lavoro di predisposizione delle prove.

Infatti, oltre a predisporre per ciascun candidato un test didattico specifico per una lezione simulata (comunicato 24 ore prima e da svolgere in 15 minuti per il concorso di infanzia e primaria o in 22-23 minuti per quello di secondaria), i commissari dovranno anche predisporre i quesiti da porre ai candidati, nella misura del triplo dei candidati da esaminare (da sorteggiare all’inizio della prova e da svolgere in un tempo uguale a quello riservato alla trattazione della lezione simulata).

Le tracce estratte saranno escluse dai successivi sorteggi.

Se ogni commissione/sottocommissione sarà impegnata ad esaminare mediamente circa 350 candidati, dovrà anche predisporre preventivamente 350 test di lezione simulata e 1.050 quesiti. Ci vorrà molto tempo.

Memorandum di Intesa con il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Tecnica egiziano

Compiuto un altro importante passo per la realizzazione del Piano Mattei per l’Africa. In occasione della missione istituzionale in Egitto guidata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato un Memorandum di Intesa con il Ministro dell’Istruzione e dell’Istruzione Tecnica egiziano, Reda Hegazy. Alla luce della centralità che il Piano Mattei riserva al tema dell’istruzione, l’incontro con il Ministro Hegazy e la firma del Memorandum rappresentano un’azione strategica per rafforzare la cooperazione tra l’Italia e l’Egitto e favorire lo sviluppo e la crescita di entrambi i Paesi.

“L’Italia si impegna a cooperare con l’Egitto per promuovere una formazione professionale di eccellenza. In particolare, puntiamo a favorire lo sviluppo in Egitto di percorsi tecnico-professionali di qualità e di Its Academy che sono strategici per la crescita economica”, ha dichiarato il Ministro Valditara. “Occorre partire dalla promozione della conoscenza della lingua italiana per favorire l’acquisizione di competenze tecniche adeguate alle esigenze specifiche del sistema produttivo italiano ed egiziano e assicurare una più forte integrazione”, ha concluso il Ministro.

Il Memorandum persegue l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra il sistema scolastico italiano e quello egiziano, a partire dalla formazione dei docenti di lingua italiana delle scuole secondarie egiziane e gli scambi di studenti e docenti. Facendo leva sulla conoscenza della lingua italiana, la cooperazione nel settore dell’istruzione tecnica e professionale sarà finalizzata all’innalzamento della qualità dei percorsi e delle opportunità di mobilità per l’apprendimento e l’occupazione, consolidando i legami tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro, con particolare attenzione ai settori dell’energia, del turismo, dell’industria, della meccatronica, del tessile, dell’agrifood e della salute.

Primo esempio concreto di tale collaborazione sarà l’istituzione, nella Scuola italiana Don Bosco del Cairo, del nuovo percorso che prevede 4 anni di scuola tecnica, seguiti da 2 anni di percorso post-diploma attuati in collaborazione con l’ITS Academy Malignani di Udine. Anche gli studenti egiziani in possesso di un diploma tecnico potranno iscriversi ai percorsi ITS. Grazie al Memorandum sarà possibile non solo incoraggiare l’apprendimento e la mobilità per l’occupazione in Italia dei giovani egiziani, già formati nella lingua e nella cultura italiana, ma anche sostenere le imprese egiziane e le imprese italiane che operano nel nostro Paese e in Egitto.

Pensione anticipata ordinaria, semplificato l’invio delle domande telematiche

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Con il messaggio n. 1041 dell’11/03/2024 l’INPS ha fatto sapere che il sistema di gestione delle domande di pensione anticipata ordinaria è stato implementato al fine di semplificare la presentazione dell’istanza.

Tali istanze potranno dunque essere presentate attraverso i seguenti canali:

  • direttamente dal sito internet www.inps.it, accedendo tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) almeno di Livello 2, CNS (Carta Nazionale dei Servizi) o CIE (Carta di identità elettronica) 3.0, seguendo il percorso “Pensione e Previdenza” > “Domanda di pensione” > in Aree tematiche “Domanda Pensione, Ricostituzione, Ratei, Certificazioni, APE Sociale e Beneficio precoci” > cliccare su “Accedi all’area tematica”. Dopo l’autenticazione, è necessario selezionare “Nuova prestazione pensionistica” > “Pensione anticipata”;
  • utilizzando i servizi offerti dagli Istituti di Patronato riconosciuti dalla legge;
  • chiamando il Contact Center Integrato al numero verde 803164 (gratuito, da rete fissa) o il numero 06 164164 (da rete mobile, a pagamento in base alla tariffa applicata dai diversi gestori).

IL MESSAGGIO

Prova scritta dei concorsi docenti 2024. Gli ammessi non sono distinguibili tra posti comuni e sostegno

da Tuttoscuola

Mentre sono in corso le prove scritte del concorso docenti 2024 per la secondaria che termineranno con gli ultimi turni di martedì 19 marzo, circolano in rete dati parziali scarsamente attendibili, ma, comunque, pubblicati da taluni siti senza commenti e approfondimenti, come mini-scoop. La scarsa attendibilità dei dati riportati da alcuni quotidiani è riferita al fatto che in questa prima fase del concorso docenti 2024 non è assolutamente possibile distinguere la tipologia di posto per la quale i candidati partecipano.

Infatti, la particolarità degli attuali concorsi che non prevede per la prova scritta la distinzione per tipologia di posto o per classe di concorso, non consente di conoscere tra gli ammessi quanti candidati concorrono per posti comuni o posti di sostegno.

Per la prova scritta di infanzia e primaria svoltasi in tre turni lunedì e martedì scorsi, non è possibile sapere nemmeno quanti candidati hanno partecipato per il settore dell’infanzia o per quello della primaria, oltre a non conoscere se il superamento della prova sia riferibile a posto comune o a posto di sostegno.

La stessa considerazione vale per lo scritto della secondaria che, oltre ad essere tuttora in corso, non consente certamente anticipazioni di nessun tipo.

Unico dato attendibile, ricavato da numerosi commenti dei candidati che hanno partecipato, è riferito al contenuto complessivamente accessibile dei quesiti con conseguente elevata percentuale di candidati che hanno superato la prova scritta concorso docenti 2024.

Si può stimare che complessivamente il numero indistinto di candidati che hanno finora superato lo scritto ruoti intorno all’80%.

La distinzione tra settori scolastici e tra tipologia di posto emergerà soltanto al momento della prova orale, quando ogni candidato che ha superato lo scritto sarà canalizzato verso ognuno dei settori o tipo di posto scelti al momento dell’iscrizione al concorso.

Pertanto, potranno esserci candidati che saranno ammessi a sostenere tante prove orali quante sono state le domande presentate, portando per ognuna il punteggio (unico) acquisito allo scritto.

Ovviamente, potranno rinunciare a qualche orale, concentrandosi su quello/i di maggiore interesse o probabilità di successo.

Intelligenza artificiale, Parlamento europeo approva legge. Vietati i sistemi di riconoscimento delle emozioni nelle scuole. Il testo

da OrizzonteScuola

Di redazione

Con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato la legge sull’intelligenza artificiale (IA), che garantisce sicurezza e rispetto dei diritti fondamentali e promuove l’innovazione.

L’obiettivo – spiega in una nota il Parlamento – è di proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di IA ad alto rischio, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore. Il regolamento stabilisce obblighi per l’IA sulla base dei possibili rischi e del livello d’impatto.

Le nuove norme mettono fuori legge alcune applicazioni di IA che minacciano i diritti dei cittadini. Tra queste, i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili e l’estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso per creare banche dati di riconoscimento facciale. Saranno vietati anche i sistemi di riconoscimento delle emozioni sul luogo di lavoro e nelle scuole, i sistemi di credito sociale, le pratiche di polizia predittiva (se basate esclusivamente sulla profilazione o sulla valutazione delle caratteristiche di una persona) e i sistemi che manipolano il comportamento umano o sfruttano le vulnerabilità delle persone.

Nel testo approvato si legge che i sistemi di IA utilizzati nell’istruzione o nella formazione professionale, in particolare per determinare l’accesso o l’ammissione, per assegnare persone agli istituti o ai programmi di istruzione e formazione professionale a tutti i livelli, per valutare i risultati dell’apprendimento delle persone, per valutare il livello di istruzione adeguato per una persona e influenzare materialmente il livello di istruzione e formazione che le persone riceveranno o a cui potranno avere accesso o per monitorare e rilevare comportamenti vietati degli studenti durante le prove, dovrebbero essere classificati come sistemi di IA ad alto rischio, in quanto possono determinare il percorso d’istruzione e professionale della vita di una persona e quindi incidere sulla sua capacità di garantire il proprio sostentamento“.

Il testo approvato

PCTO all’estero, avviso PON per istituti tecnici e professionali: scadenza 15 marzo 2024

da La Tecnica della Scuola

Di Lara La Gatta

Sono 140 mln di euro le risorse residue del Programma Operativo Nazionale “Per la Scuola – Competenze e ambienti per l’apprendimento” 2014-2020 che il Ministero mette a disposizione con un avviso del 23 febbraio.

Si tratta di risorse, da spendere entro il 30 settembre 2024. che saranno destinate all’organizzazione, nella prossima estate, di PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) all’estero per le studentesse e gli studenti iscritti, nell’anno scolastico 2023/2024, all’ultimo triennio dei corsi di istruzione tecnica e professionale.

Gli studenti potranno beneficiare di esperienze in istituzioni, enti e imprese all’estero. L’Avviso contribuisce al potenziamento dei PCTO e dell’orientamento e costituisce già una prima anticipazione del nostro nuovo Piano estate, di prossima programmazione”, ha dichiarat il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.

I fondi saranno attribuiti agli Istituti tecnici e professionali in base ai dati INVALSI e al numero di studenti iscritti. Queste scuole riceveranno, ciascuna, 82 mila euro fino a 400 studenti iscritti e 164 mila euro con più di 400 studenti iscritti. Con queste risorse le scuole potranno favorire percorsi in un Paese dell’Unione europea per esperienze di orientamento e di scuola-lavoro, opzionalmente precedute da un corso di lingua.

La scadenza per le candidature è fissato alle ore 18 del 15 marzo 2024.

L’AVVISO

Docenti di sostegno e continuità, AGe: ‘Incomprensibile il rischio di clientelismo’

da Tuttoscuola

Chi viene prima? L’insegnante o il bambino? E se il bambino è portatore di handicap, a chi va la priorità? Al bambino, risponderemmo tutti in coro, ma non sempre è così. Anzi, non lo è senz’altro quando si tratta di cattedre di sostegno. Perché se ogni alunno ha interesse a che i propri insegnanti rimangano gli stessi per assicurare loro la “continuità del diritto alla studio“, questo vale a maggior ragione per gli alunni con disabilità e i loro insegnanti di sostegno (comma 181, c2), Legge 107/2015). Anzi in questo caso si deve parlare proprio di diritto.

Non meraviglia che i sindacati degli insegnanti abbiano fatto fronte comune contro la proposta del ministro Valditara di confermare i docenti a tempo determinato sulle cattedre di sostegno, qualora le famiglie lo richiedano – commenta Claudia Di Pasquale, presidente dell’Associazione Italiana Genitori A.Ge. – Questo va infatti contro un’inveterata prassi di punteggi e graduatorie, la quale senza dubbio è un ottimo metodo in mancanza di altri strumenti di valutazione, ma che nel caso specifico dovrebbe cedere il passo nei confronti del benessere degli alunni portatori di handicap”.

Una norma che tutela i bisogni dei più fragili è buona al di là di qualsiasi altra valutazione, per cui l’Associazione Italiana Genitori AGe, facendosi carico delle esigenze degli allievi e delle aspettative dei genitori, evidenzia nella proposta del Ministro i seguenti aspetti positivi:
1) tende ad assicurare la continuità del diritto allo studio degli allievi per la durata di tre anni consecutivi, invece dell’abituale “carosello annuale dei supplenti” che, soprattutto al Nord, si perpetua da decenni;
2) valorizza il parere dei genitori in relazione alla qualità del sostegno ricevuto dalla scuola, un parere che da tempo dovrebbe essere richiesto dalle scuole in base alle normative vigenti;
3) può indurre nel triennio il supplente ad approfondire le proprie competenze pedagogiche e formative  in relazione alla specifica disabilità dell’allievo.

Risulta incomprensibile come in casi del genere si possano paventare rischi di clientelismo – prosegue la Presidente AGe – Se c’è qualcuno che sa per certo cosa è meglio per il proprio figlio sono proprio i genitori. Difficile credere che qualsiasi genitore, soprattutto se di un alunno portatore di handicap, consentirebbe di affidare il proprio figlio a qualcuno in cui non ha fiducia per mero ‘clientelismo’. Anzi, quello di consultare i genitori dovrebbe diventare un vero e proprio criterio di valutazione, almeno per il sostegno. Noi siamo senz’altro a favore di qualsiasi soluzione che tuteli il diritto del bambino a essere educato con continuità, perché ne va del suo benessere”.

L’A.Ge. conferma la propria fiducia nei genitori, primi educatori dei figli, consapevoli nel contempo di aver bisogno di insegnanti preparati e aperti a un dialogo e a una collaborazione indispensabili per valorizzare ogni capacità e abilità di ogni figlio/allievo.

Maturità, per quasi 1 maturando su 2 niente festeggiamenti dei “100 giorni” né viaggio di istruzione

da Il Sole 24 Ore

Tra chi celebra l’inizio del countdown, molti approfittano del momento per riunirsi con la classe, mentre l’appeal per le “classiche” destinazioni va calando
di Redazione Scuola

Per quasi la metà degli studenti di quinto superiore italiani, l’ultimo anno di scuola sarà privo dei due momenti ludico-ricreativi più iconici: il viaggio di istruzione, magari all’estero, e i festeggiamenti in occasione dei “100 giorni” all’esame di Maturità. Partiamo proprio da questi ultimi, che nel 2024 cadono l’11 marzo: è poco più di 1 maturando su 2 ad aver organizzato qualcosa per fissare nella propria memoria questa ricorrenza, che segna l’inizio del conto alla rovescia in vista della prova di giugno. Senza, peraltro, strafare. A dirlo è un sondaggio di Skuola.net, costruito raccogliendo il parere di 1.000 alunni dell’ultimo anno delle superiori.

I festeggiamenti

Cosa porta a festeggiare? Soprattutto, guarda caso, la voglia di perpetuare la tradizione. La fetta più grande di chi ha risposto in maniera affermativa (71%) lo fa, infatti, perché crede che i “100 giorni” vadano celebrati a prescindere. A cui si aggiunge un 13% che partecipa solo perché “trascinato” dai compagni di classe. Gli altri, invece, semplicemente approfittano del pretesto per svagarsi un po’. Rispetto ad alcuni anni fa, però, sembrano perdere appeal i riti collettivi che vedono radunarsi schiere di maturandi in luoghi strategici, per fare tutti assieme dei riti propiziatori. Come a Pisa, per il tocco della lucertola della cattedrale di Piazza dei Miracoli o per i cento giri attorno alla Torre. O come al santuario di San Gabriele dell’Addolorata, vicino Teramo, per la benedizione delle penne. O, ancora, andando al mare per scrivere sulla sabbia il voto sperato. Ormai solo il 5% si mette in cammino verso queste mete. E allora come si festeggia, soprattutto? I più – così dicono 2 su 3 – fanno l’immortale festa o cena collettiva fuori dall’orario scolastico, magari coinvolgendo i professori. Un folto gruppo (18%) fa un giro per le strade del centro o si riverserà in luoghi di ritrovo della propria città. Un altro 5% fa una festa a scuola.

L’appuntamento si avvicina

Ma gli esami, nella testa di molti altri studenti, sono ormai alle porte. Così alla schiera dei festeggianti mancherà qualche pezzo proprio a causa dell’ansia da Maturità. Tra quanti affrontano quello dei “100 giorni” volutamente come un giorno uguale agli altri – è quasi il 40% degli intervistati, mentre circa 1 su 10 non sapeva dell’esistenza di questa tradizione – un quarto abbondante (26%) rinuncia perché si sta già concentrando sulle ultime verifiche o addirittura sul ripasso.

Meno viaggi

Per motivi differenti – difficoltà economiche, assenza di professori disponibili, questioni disciplinari – una quota simile dovrà privarsi, probabilmente meno di buon grado, di un altro momento chiave per i maturandi: il viaggio di quinto. Il 45% degli intervistati sembra infatti destinato a doverne fare a meno, perché non può aderire alla proposta (ammesso che ci sia) della scuola oppure perché al momento non è stato pianificato nulla. Il 55%, comunque, è già riuscito o riuscirà a lasciare i banchi per qualche giorno. Verso dove? Per la maggior parte, circa due terzi (66%), la meta sarà o è stata una delle classiche destinazioni estere (capitali europee o località turistiche di vario genere). Quasi un quinto (17%) rimarrà o è rimasto in Italia, spostandosi verso mete a media-lunga distanza, in particolare città d’arte. Per altrettanti (16%), infine, lo spostamento sarà o è stato abbastanza breve, restando all’interno della propria regione o al massimo sconfinando in quelle vicine.

FAQ – Tempi e modalità presentazione domanda mobilità personale ATA

da La Tecnica della Scuola

Di Salvatore Pappalardo

D1) Quando scade la domanda di trasferimento per il personale ATA
R) La domanda va presentata entro il 25 marzo del 2024

D2) Quando si sapranno i risultati dei trasferimenti?
R) I risultati saranno pubblicati il 27 maggio 2024

D3) Con quale modalità va presentata la domanda di mobilità?
R) La domanda di mobilità va presentata attraverso il portale Istanze on line del sito del Ministero dell’istruzione e del merito, accedendo nell’apposita sezione del sito Mobilità

D4) Il personale ATA che ha ricevuto la nomina giuridica a tempo indeterminato, dopo la scadenza della presentazione della domanda di mobilità, può presentare la domanda?
R) Si. Può presentare la domanda di mobilità entro i 5 giorni dalla nomina

D5) Il personale ATA che ha ricevuto la nomina giuridica a tempo indeterminato, oltre la scadenza fissata per la presentazione della domanda può presentare la domanda ?
R) Si. Può presentare la domanda entro i termini ultimi previsti per la comunicazione al SIDI delle domande di mobilità fissato per il 6 maggio 2024

D6) Con quale modalità va presentata la domanda di mobilità relativa al personale ATA che ha ricevuto la nomina giuridica a tempo indeterminato, dopo la scadenza fissata per la presentazione della domanda?
R) Il personale ATA che ha ricevuto la nomina giuridica a tempo indeterminato dopo la scadenza, può presentare domanda di mobilità, attraverso la posta elettronica certificata avvalendosi del modello di domanda pubblicato sul sito del Ministro dell’Istruzione e del Merito nella sezione Mobilità

D7) Il personale ATA che ha ricevuto la nomina giuridica a tempo indeterminato dopo la scadenza a chi deve inviare la domanda di mobilità?
R) La domanda va intestata all’Ufficio scolastico territorialmente competente per il tramite l’istituzione scolastica di servizio entro il 6 maggio 2024 (termine ultimo per la comunicazione al SIDI)

D8) Il personale ATA che per i motivi più disparati dovesse decidere di revocare la domanda di mobilità lo può fare?
R) Si. Può farla tranquillamente purché la domanda sia presentata sino a 10 giorni prima del termine ultimo di comunicazione al SIDI (6 MAGIO 2024)

D9) A chi va indirizzata la domanda di mobilità volontaria prevista dall’O.M. n° 30 del 23 febbraio 2024 ?
R) La domanda di mobilità va inviata, all’Ufficio scolastico regionale – Ufficio territorialmente competente rispetto alla provincia di titolarità o di assunzione – attraverso il portale Istanze on line del sito del Ministero dell’istruzione e del merito

D10) Il Personale ATA dichiarato perdente posto dopo la scadenza del termine può presentare domanda di mobilità?
R). Può presentare domanda di mobilità, inviandola con posta elettronica certificata, avvalendosi del modello di domanda pubblicato sul sito del MIM nella sezione Mobilità entro il 6 maggio 2024 termini per la comunicazione al SIDI.

Bologna capitale della filosofia, oltre 1000 studenti da tutta Italia per le finali di Romanae Disputationes

da La Tecnica della Scuola

Di Redazione

Circa 1000 studenti e docenti delle scuole superiori riunite per interrogarsi sulla domanda fondamentale: “Quid est tempus?” E’ questo il titolo della 21esima edizione del Concorso nazionale di filosofia per scuole superiori, Romanae Disputationes che si terrà i prossimi 20 e 21 marzo in presenza al Teatro Duse di Bologna e in diretta streaming.

Un programma ricco di appuntamenti, mercoledì si comincerà con la lezione-dialogo dal titolo “Tempo ed esistenza” con il filosofo Carmine Di Martino dell’Università di Milano per poi proseguire con la novità dei monologhi filosofici scritti e recitati dagli studenti vincitori e l’intervento del filosofo Bruno Mastroianni. La sera poi ecco lo spettacolo musicale dal titolo “Si muove la città. Storia e canzoni di Lucio Dalla”, promosso da Incontri Esistenziali.

Il giovedì mattina spazio alle attese finali delle dispute filosofiche Age Contra prima delle premiazioni finali. A settembre, tra i 6.000 studenti partecipanti si sono formati oltre 280 team che hanno elaborato un contenuto filosofico originale in forma scritta o video o monologo preparandosi al torneo di disputa filosofica Age Contra.

Questo il commento dell’ideatore e direttore del Concorso Marco Ferrari: “Romanae Disputationes è un progetto preziosissimo per la scuola italiana, perché chiede di lavorare in team, di approfondire le competenze riflessive, nel pensiero critico e nel saper mettere in discussione le proprie convinzioni. Le ragazze e i ragazzi si confrontano, insieme e nel tempo libero, per approfondire problemi troppo spesso relegati all’ora di lezione e che hanno un significato essenziale per la vita, come la domanda “Quid est tempus?”. Le Romanae Disputationes portano la scuola fuori dalla scuola, all’università, al Teatro Duse di Bologna, a conoscere scuole di tutta Italia, a fare filosofia e a farla tutti insieme”.