Sindrome di Down, Aipd: “Averla esclusa dai nuovi Lea e’ stato un errore”

Redattore Sociale del 16-10-2016

Sindrome di Down, Aipd: “Averla esclusa dai nuovi Lea e’ stato un errore”

La denuncia del presidente dell’Associazione Italiana Persone Down durante il convegno “Sindrome Down 150 anni di cammino” tenutosi presso l’ospedale Bambin Gesù a Roma. “Stiamo combattendo perché sia nuovamente tutelata come tante altre sindromi” .

ROMA. Un punto sulla sindrome di Down che quest’anno festeggia i 150 dalla sua scoperta. Questo è il senso del convegno “Sindrome Down 150 anni di cammino” tenutosi presso l’ospedale pediatrico Bambin Gesù. L’evento è stato organizzato con la collaborazione dell’Associazione Italiana Persone Down, che dal 1979 lavora per le persone con sindrome Down e le loro famiglie. Il taglio della giornata è stato doppio: le ultime scoperte sul versante genetico e medico e gli sviluppi che nel corso degli ultimi 30 ci sono stati sul lavoro di riconoscimento delle persone con sindrome Down e sul miglioramento delle loro capacità e autonomie.

Dal convegno è stato lanciato un appello da parte del presidente dell’Aipd Paolo Virgilio Grillo: “E’ vero che la sindrome Down non è una malattia rara, ma è sicuramente una patologia complessa ed averla esclusa dai nuovi Lea è stato un errore, stiamo combattendo perché sia nuovamente tutelata come tante altre sindromi che hanno bisogno di attenzioni e cure particolari”. In questa sede Grillo ha anche sottolineato come sia importante fare corretta informazione sugli studi relativi alla sindrome Down e la ricaduta nella pratica clinica: “Non illudiamo le famiglie sull’esistenza di farmaci miracolosi”. Brian Skotko, medico genetista del Massachusetts General Hospital, ha parlato delle ultime tecniche di diagnosi prenatale e in modo particolare della comunicazione dei risultati e dell’influenza che le modalità di questa hanno sulla scelta di interrompere o meno la gravidanza, è stata evidenziata la necessità che il personale addetto conosca le persone con sindrome Down e che segua un accurato protocollo. Ha evidenziato come negli Stati Uniti esista l’obbligo per gli ospedali di seguire tali procedure.

Molto ricco è stato il panel della giornata: Bruno Dallapiccola, genetista Direttore del Comitato scientifico dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù ha aperto la mattinata ripercorrendo la storia della sindrome Down dal punto di vista medico scientifico, Anna Contardi, coordinatrice nazionale AIPD ha illustrato come siano cambiate le persone con sdD e il lavoro che l’Associazione ha realizzato in 37 anni di attività sull’educazione all’autonomia e sulla consapevolezza delle persone con sindrome Down, nel loro essere ormai adulte e con aspettative e desideri uguali a quelli di tutti gli altri: “Molto è stato fatto – ha detto Contardi – nel riconoscimento di queste persone come persone con sindrome di Down, non appiattendole sulla sindrome e non considerandole malate. L’aumento dell’aspettativa di vita ha portato a rispondere ad una necessità di adultità di chi vive tale condizione: l’inserimento nel mondo del lavoro, una vita autonoma, relazioni affettive – Alcuni successi sono stati raggiunti, ma c’è ancora da lavorare per rispondere ai bisogni di tutti”.

La seconda parte della mattinata è stata dedicata agli aspetti scientifici e clinici: dalla scoperta di risultati positivi, per ora solo su modelli animali, di una terapia farmacologica perinatale e neonatale per migliorare lo sviluppo neuronale e le capacità cognitive dell’università di Bologna illustrata da Renata Bartesaghi; all’importanza dello studio delle alterazioni del sistema immulogico per promuoverne la cura: se queste patologie sono curate in modo efficace migliorano moltissimo la qualità di vita dei bambini con sindrome Down anche in termini cognitivi e relazionali, illustrata da Diletta Valentini e Rita Carsetti dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù. È stato poi presentato uno studio dell’università La Sapienza di Roma di Marzia Perluigi sulla correlazione tra alcune caratteristiche molecolari di persone con sindrome Down con persone affette da Alzheimer.

K. Pancol, Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì

“Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì”
un romanzo di Katherine Pancol
Bompiani Vintage 2015

di Mario Coviello

pancolSiamo al terzo capitolo della storia di Josephine che impara il difficile mestiere di scrittrice, dopo il successo del suo primo romanzo, e si immerge nella storia di Gary Grant e del “ nobile gentiluomo”, un ragazzo di 17 anni che si innamora dell’attore durante le riprese a Parigi di “ Sciarada” .

Dopo “ Gli occhi gialli dei coccodrilli” e “ Il valzer lento delle tartarughe”, con ben 883 pagine, Katherine Pancol ci racconta la storia del successo di Hortense Cortès, la prima figlia di Josephine. Determinata e implacabile, prima di tutto con se stessa, Hortense frequenta a Londra il secondo anno del master di moda e con Gary il figlio di Shirley , amica di Josephine, combatte un amore “ pericoloso” che sente sempre più forte per il ragazzo con il quale è cresciuta. Prepara a Londra vetrine di grande successo per Harrods e accetta una proposta di lavoro che la porta a New Jork. Gary conosce il padre che non lo aveva riconosciuto alla nascita, decide di diventare musicista e si allontana dalla madre per frequentare una scuola di musica a New Jork. Shirley si innamora di Oliver “ che fa l’amore come si impasta un buon pane”e combatte con il suo passato di figlia illegittima della regina d’Inghilterra. Zoe, la sorella di Hortense, la piccola di casa, a 15 anni si innamora di Gaetan, un coetaneo dal passato difficile e dal presente incerto, e matura, amata dalla madre che sta diventando sempre più padrona della sua vita.

Con loro tanti altri personaggi, tante storie avvincenti. Figli genio che a tre anni parlano tre lingue e leggono nella mente delle persone, vecchie madri ciniche che tramano e vengono sconfitte. La vita di un condominio con i suoi segreti, le sue vite e le sue portinaie.

Ogni personaggio  è in cerca della propria identità, di che cosa vuole realizzare, di che tipo di essere umano vuole essere. Colpisce la crescita emotiva e psicologica dei protagonisti, “l’educazione sentimentale” dei più giovani – per citare Flaubert – e le crisi esistenziali della maturità, accompagnate dall’inevitabile corollario di dolori, invidie, ossessioni, rituali, aspirazioni, meschinità e tutte le centinaia di passioni che alternativamente dominano gli uomini, decidendone le azioni.

Sono tre le capitali che visitiamo con questo terzo capitolo : Parigi, ancora una volta natalizia, unica, vivace, Londra e New Jork. La Pancol ci va vivere in queste città, d’inverno e d’estate, nei suoi quartieri, negozi, bar, musei. Viviamo le giornate dei protagonisti e dei loro amici immersi nelle atmosfere uniche di queste metropoli e ci viene voglia di mollare tutto e scappare per conoscerle.

Catherine Pancol avvince il lettore con la sua prosa scorrevole, la capacità di parlare al cuore delle persone che non hanno soffocato il bambino che vive nella loro anima. Racconta come spesso la vita si diverte. Ci offre un diamante nascosto sotto un biglietto del metrò o dietro una tenda, celato in una parola, in uno sguardo, in un sorriso un po’ sciocco. Bisogna fare attenzione ai particolari. Seminano la nostra vita di sassolini che ci guidano.

Certo è una lettura “leggera”, ma solo fino a un certo punto. Con la Pancol non dobbiamo vergognarci di godere l’amore, il sesso, l’ironia, la capacità di guardarci dentro senza filtri perché “ abbiamo tutti bisogno di credere, di avere fiducia, di sapere che possiamo dedicarci anima e corpo a un progetto, a un’impresa, a un uomo o a una donna. Allora ci sentiamo forti. Ululiamo come Tarzan e sfidiamo il mondo…Se dubitiamo subentra la paura che ci paralizza…”, come il “giovane gentiluomo” che affida ad un diario la sua storia d’amore che non è capace di vivere fino in fondo.

Descrivendo la crisi economica che ancora ci attanaglia la Pancol, sempre a pagina 71,scrive “L’emergenza non si sarebbe risolta grazie alle politiche del ribasso. Era il momento del coraggio, della generosità, di prendere dei rischi perché il mondo tornasse umano.”

E a pagina 881 nei “Ringraziamenti” la Pancol , a tutti quelli che vogliono scrivere, raccomanda “ Lo scrittore è un muro con due grandi orecchie e un occhio da ciclope. Scrivere significa ascoltare, osservare, fiutare, trasformarsi in una foglia, in un abat-jour o nella tela di un ragno..fare il vuoto dentro di sé per lasciare lo spazio alla vita e alle altre alluvioni…Dimenticare se stessi e diventare tutti i personaggi, le lacrime, le risate,le speranze e l’impazienza, andare fino in fondo e….”

Ed è proprio questo che accade leggendola.  Per il lettore tutto questo si traduce in una lettura piacevole, istruttiva, che fa riflettere, sognare, commuovere e ancor più spesso sorridere.

E se volete sapere perché gli scoiattoli sono tristi il lunedì e così determinanti per le vicende dei nostri protagonisti, come i coccodrilli nel primo capitolo e le tartarughe nel secondo, non dovete fare altro che immergervi nel mondo della Pancol e….. lasciarvi andare.

Personale Educativo doveva partecipare a prove Scuola Primaria

Il Consiglio di Stato dà ragione all’Anief: al Concorso 2016 il Personale Educativo doveva partecipare alle prove per  la Scuola Primaria

Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello proposto dal MIUR avverso l’ordinanza cautelare già ottenuta dal nostro sindacato e ha dato nuovamente ragione all’Avv. Fortunato Niro dell’Anief confermando la possibilità di partecipazione con riserva dei ricorrenti abilitati come Personale Educativo alle procedure selettive del concorso 2016 per i posti di Scuola Primaria. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Questa è un’ulteriore conferma della correttezza del nostro operato. Adesso il MIUR si attivi immediatamente per organizzare le prove suppletive. Abbiamo dato tempo all’Amministrazione, ma ora non possiamo più tollerare ritardi: procederemo con ricorsi d’urgenza volti ad ottenere l’ottemperanza dei provvedimenti favorevoli ottenuti dal nostro sindacato per il Personale Educativo, gli ITP non abilitati, i docenti di ruolo, i diplomati ISEF e gli abilitandi PAS”.

Cinque in pagella alla Buona scuola ma gli italiani salvano gli insegnanti

da la Repubblica

Cinque in pagella alla Buona scuola ma gli italiani salvano gli insegnanti

Indagine Demos-Coop. Bocciata la riforma Alta la fiducia nel corpo docente, specialmente negli atenei. Sempre più apprezzati gli istituti privati

Ilvo Diamanti
LA “BUONA scuola”. È una riforma di bandiera per il governo presieduto da Matteo Renzi. D’altronde, fin dal titolo, riflette lo stile comunicativo del premier. Diretto e friendly.
SEGUE ALLE PAGINE 10 E 11
SU UNA materia che coinvolge tutti i cittadini. Tutte le famiglie. E, per questo, dovrebbe unire, non dividere gli italiani. Per questo — anche per questo — il premier ha dedicato molto spazio alla scuola nella legge di bilancio 2016-17 presentata ieri.
Eppure, nonostante tutto, agli italiani, o meglio: a molti italiani, la Buona scuola non pare tanto “buona”. È ciò che emerge dal sondaggio di Demos- Coop condotto negli ultimi giorni. Certo, l’istituzione scolastica continua a suscitare grande fiducia, come dichiara oltre metà (52%) degli italiani (intervistati). Tuttavia questo dato appare in calo (4 punti in meno), rispetto all’anno scorso. Tanto più rispetto al decennio precedente: oltre 10 punti. Insomma, la scuola resta al centro dell’interesse dei cittadini. Ma, rispetto al passato, suscita qualche dubbio in più.
Un altro segno di cambiamento nel clima d’opinione, a questo proposito, riguarda la crescente credibilità della “scuola privata” di fronte a quella “pubblica”. Oggi, la differenza fra i due ambiti del mondo scolastico è molto limitata: 4 punti appena. Mentre dieci anni fa erano 10. Le ragioni di questa evoluzione sono diverse. Di certo, però, la scuola privata non costituisce più la periferia del sistema. Frequentata da studenti di famiglia agiata e dal rendimento scarso. Propone, invece, un’offerta articolata e, talora, qualificata. A livello universitario, inoltre, è nota la presenza di atenei “privati” di assoluto rilievo, in ambito non solo nazionale. Il prestigio della scuola pubblica, tuttavia, continua a essere elevato, soprattutto nelle regioni del Centro- Nord. Molto meno nel Mezzogiorno. Orientamenti che riflettono il diverso grado di considerazione dello Stato e delle istituzioni pubbliche in Italia. Ma anche un diverso livello di efficienza, certificato da sistemi di valutazione nazionali ed europei. Tuttavia, se la scuola “soffre” un declino di fiducia fra i cittadini non è certo a causa “dell’insegnamento degli insegnanti”. I quali mantengono un prestigio sociale elevato. Su tutti, i professori universitari, “stimati” dal 64%. Seguiti dagli insegnanti delle elementari. I “maestri”, che improntano la nostra biografia personale (e tanta narrativa, letteraria e tele-cinematografica): 55%. Non è colpa loro se l’immagine della scuola si è appannata. Tanto che la maggioranza degli italiani ritiene maestri e professori “preparati” ma prevalentemente “sotto-pagati”. E condivide la protesta dei docenti ai quali la “Buona scuola” ha assegnato sedi lontane dalla regione dove risiedono.
Il deficit di fiducia nella scuola che si osserva negli ultimi tempi, secondo gli italiani, dipende, invece, dal deficit di investimenti pubblici. Un problema che si ripercuote, anzitutto, sull’habitat di chi studia e insegna. Gli edifici scolastici, infatti, secondo due persone su tre, sono inadeguati e, ancor più, insicuri. Ma il primo fra i problemi denunciati dagli italiani (intervistati) è la mancanza di risorse per la didattica. Insieme allo scarso collegamento con il mondo del lavoro. Mentre molti, anzi, quasi tutti, sottolineano l’esigenza di “formare i formatori”. Cioè, di inserire, a loro volta, i docenti in un processo di formazione continua. Associato a sistemi di valutazione che permettano di “premiare il merito”. Concetti ripetuti da tempo. E, come dimostra anche questo sondaggio, largamente condivisi. Sempre evocati eppure mai attuati davvero. Anche se qualcosa si è mosso, negli ultimi anni. In particolare nell’Università, dove la valutazione della didattica e della ricerca è divenuta una pratica consolidata. Per distribuire le risorse ministeriali. Agli Atenei e ai Dipartimenti. Ma anche per regolare le carriere dei docenti. Con procedure, peraltro, discusse e discutibili, per i parametri adottati nella valutazione.
Infine, ma non per importanza, l’indagine di Demos- Coop sul rapporto fra gli italiani e la scuola fa emergere un rilievo auto-critico, per gli intervistati. Il peso crescente e perfino eccessivo dei genitori, di fronte agli insegnanti. In difesa dei figli. Un altro segnale e meccanismo del familismo dis-educativo diffuso in Italia.
Questi rilievi contribuiscono a spiegare il voto “negativo” attribuito dagli italiani intervistati alla riforma della Buona scuola. Disegnata e approvata due anni fa, dal governo guidato da Matteo Renzi, con la supervisione della ministra Stefania Giannini. Esperta di scuola, visto che è stata rettrice dell’Università per stranieri di Perugia. Senza ottenere i risultati attesi, come dimostrano le molteplici tensioni degli ultimi anni. Intorno alle cattedre da assegnare e a quelle vuote, agli insegnanti di sostegno per gli alunni diversamente abili. Come dimostrano le opinioni rilevate in questo sondaggio. La riforma e i provvedimenti sulla scuola avviati dal governo, infatti, secondo gli italiani, meritano l’insufficienza. Un 5 pieno. E (come segnala Luigi Ceccarini in questa pagina) i più critici sono proprio coloro che, in famiglia, vivono con persone che frequentano scuole pubbliche. In altri termini. La Buona scuola piace di meno soprattutto a chi la conosce e ne ha esperienza. Tuttavia, se risaliamo all’origine dei “voti” attribuiti alla riforma, emerge un’altra spiegazione. Significativa. I giudizi, infatti, si differenziano e si distanziano soprattutto in base all’appartenenza politica. Anzi: partitica. Perché solo gli elettori del Pd attribuiscono alla riforma sulla scuola un voto molto positivo. Più che sufficiente. Vicino al 7. Mentre gli elettori di tutti gli altri partiti di centro, destra e sinistra — e perfino gli alleati di governo — la bocciano. O, almeno, la rimandano agli esami di riparazione.
Da ciò un’impressione. Un’idea. Che anche questa riforma, come il referendum costituzionale, sia irrimediabilmente personalizzata. Al di là del merito: è divenuta la Scuola di Renzi. E ciò rende ancor più difficile — letteralmente — darle un “voto”.

Giannini: “1,5 milioni per educazione alimentare e salute”

da La Tecnica della Scuola

Giannini: “1,5 milioni per educazione alimentare e salute”

In occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione, indetta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), la ministra Stefania Giannini ha detto:

“L’educazione alla salute, alimentare e ai corretti stili di vita sono fra i temi che la Buona Scuola mette al centro dell’ampliamento dell’offerta formativa.  Anche per questo abbiamo deciso di stanziare 1,5 milioni per la predisposizione di un Piano nazionale per la promozione dell’educazione alla salute, all’educazione alimentare e ai corretti stili di vita. Chiediamo alle scuole un coinvolgimento attivo. Raccoglieremo le migliori progettualità, portando avanti il lavoro cominciato durante l’Expo 2015. La cultura per la qualità del cibo è parte della nostra identità e della nostra storia. Dobbiamo trasmetterla alle nuove generazioni per tenere alta una tradizione produttiva su cui abbiamo fondato la nostra crescita e la nostra eccellenza in tutto il mondo. Dobbiamo educare ad un corretto rapporto con il cibo, sia per le ricadute sanitarie, sia per un futuro senza sprechi. Un tema su cui di recente il Parlamento ha varato un importante provvedimento“.

All’invito lanciato dalla ministra potranno partecipare tutte le scuole, anche in Rete e in collaborazione con istituzioni pubbliche e private, proponendo la propria candidatura con un solo progetto.

I progetti educativi dovranno realizzare, in coerenza con gli obiettivi del Piano Triennale dell’Offerta Formativa di ciascun istituto, percorsi di educazione e formazione interdisciplinare attraverso contenuti innovativi e l’utilizzo di tecnologie digitali, secondo il modello della ricerca-azione.

Legge Stabilità, 200 milioni per assumere abilitati fuori GaE e trasferimenti vicino casa

da La Tecnica della Scuola

Legge Stabilità, 200 milioni per assumere abilitati fuori GaE e trasferimenti vicino casa

Sarebbe pari a 200 milioni di euro, l’investimento previsto dal Governo con la Legge di Stabilità per assumere migliaia di docenti precari non inseriti nelle GaE.

Il provvedimento prevede la trasformazione di 25mila cattedre (5mila di sostegno) dall’organico di fatto a quello di diritto, permetterà anche a molti docenti già di ruolo di andare a ricoprire un posto vicino alla propria residenza (in particolare i circa 50mila assunti con la Buona Scuola che quest’anno in alta percentuale hanno trovato, attraverso l’algoritmo ministeriale, un ambito territoriale che non li soddisfa).

“Secondo i calcoli fatti dagli uffici tecnici del Miur – scrive l’Ansa – nei giorni scorsi la stabilizzazione potrebbe riguardare fino a 25.000 persone ma sull’ampiezza della platea è ancora aperto il discorso con il Mef”.

Del miliardo di euro scarsi destinati a scuola e università, 100 milioni verranno destinati allaparità scolastica, di cui ha parlato il premier Renzi, e al potenziamento degli Istituti tecnici superiori (prevedendo anche decontribuzioni per le aziende che assumono i neo diplomati che hanno fatto alternanza scuola-lavoro).

Invece, 300 milioni finanzieranno le “deleghe” previste dalla Buona scuola, in particolare quella relativa al segmento d’istruzione 0-6 anni.

Cinque milioni di euro serviranno poi a rafforzare l’Orientamento nelle scuole.

Una bella fetta di finanziamenti riguardano l’università, innanzitutto per garantire ai meritevoli ma privi di mezzi l’accesso ai percorsi universitari: è stato stabilizzato l’incremento del fondo per il diritto allo studio (50 milioni aggiuntivi) e prevista una no tax area per i redditi bassi (esenzione totale per i redditi fino a 13.000 euro e parziale, con diverse modulazioni, per i redditi da 13.000 a 25.000 euro).

Borse di studio specifiche saranno poi riservate a studenti particolarmente meritevoli, che verranno accompagnati lungo il loro percorso universitario (20 milioni le risorse a disposizione). Saranno, infine, valorizzati i migliori dipartimenti universitari con fondi aggiuntivi che saranno in gran parte destinati all’assunzione di ricercatori.

Sono previsti, inoltre, 25 milioni di euro anche per gli Enti di ricerca e una “dote” (3.000 euro a testa) concessa ai ricercatori universitari per spese correnti da loro sostenute per la loro attività.

Tornando alla scuola, ma il discorso vale per tutto il pubblico impiego, non si hanno invece notizie di fondi destinati al rinnovo contrattuale.

Legge Stabilità: cresce l’organico di diritto, fondi per leggi delega e Istituti tecnici superiori

da La Tecnica della Scuola

Legge Stabilità: cresce l’organico di diritto, fondi per leggi delega e Istituti tecnici superiori

Cominciano a trapelare i contenuti della Legge di Stabilità di fine anno, relativamente a scuola, università e ricerca.

Per quanto riguarda l’istruzione pubblica, è previsto uno stanziamento complessivo di 1 miliardo (mentre per il Pubblico impiego 1,3 miliardi).

Lo stanzimento prevede incentivi per l’organico della scuola, probabilmente per la trasformazione di diverse migliaia di posti (si parla di 25mila di cui 5-6mila per il sostegno) dall’organico di fatto a quello di diritto.

Ci sono poi delle risorse per la copertura di più di dieci deleghe della Buona Scuola, la Legge 107/2015.

Sono previsti più investimenti per gli Istituti tecnici superiori che offrono sbocchi reali nel mondo del lavoro e decontribuzioni per le aziende che assumono i neo diplomati che hanno fatto alternanza scuola-lavoro.

Su Twitter, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone scrive che viene “raddoppiato il fondo per gli Its” e che sono “300 milioni destinati alle deleghe della Buona Scuola“.

Le manovre sono annunciate anche in un comunicato giunto in serata dal Miur, comprendente un commento del ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, subito dopo l’approvazione della Legge di Stabilità in Consiglio dei ministri e la conferenza stampa del premier Matteo Renzi.

La legge di stabilità approvata oggi, dice il responsabile del Miur, “dimostra ancora una volta la centralità che scuola, università e ricerca hanno per il nostro Governo”.

Per quanto riguarda gli investimenti per gli Istituti tecnici superiori, si punterà su quelli che “offrono sbocchi reali nel mondo del lavoro” attraverso “la decontribuzioni per le aziende che assumono i neo diplomati che hanno fatto alternanza scuola-lavoro“, ha spiegato il ministro Giannini.

“Sono molto soddisfatta per le misure approvate che investono su giovani e capitale umano, anche attraverso il pacchetto Industria 4.0“.

Per il diritto allo studio c’è un evidente salto di qualità, con risorse fresche per garantire ai meritevoli ma privi di mezzi l’accesso ai percorsi universitari. Come prevede la nostra Costituzione. In particolare – prosegue il ministro – stabilizziamo l’incremento del fondo per il diritto allo studio, prevediamo una no tax area per i redditi bassi e borse specifiche per studenti particolarmente meritevoli, che accompagneremo lungo il loro percorso universitario”.

“Valorizzeremo – continua Giannini – i migliori dipartimenti universitari con fondi aggiuntivi che saranno in gran parte destinati all’assunzione di ricercatori. Daremo più fondi agli Enti di ricerca e una “dote” aggiuntiva ai ricercatori universitari da spendere per le loro attività”.

Formazione obbligatoria docenti, ecco come è strutturata l’Unità Formativa

da La Tecnica della Scuola

Formazione obbligatoria docenti, ecco come è strutturata l’Unità Formativa

Le attività formative obbligatorie per i docenti saranno articolate in Unità Formative, con esplicito riferimento al sistema dei crediti formativi universitari e professionali.

Ma senza una quantificazione oraria obbligatoria. Il piano nazionale per la formazione dei docenti 2016-2019 prevede che le azioni formative di ogni istituto siano inserite nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, in coerenza con le scelte del collegio docenti che lo elabora sulla base degli indirizzi del dirigente scolastico.

Le Unità Formative devono indicare la struttura di massima del percorso formativo, con le attività in presenza, ma anche tutti quei momenti che contribuiscono allo sviluppo delle competenze professionali (formazione a distanza, ricerca/azione, lavoro in rete, approfondimento personale e collegiale, documentazione, progettazione).

Per la definizione delle Unità Formative, il Ministero suggerisce di fare riferimento a standard esistenti, come il sistema dei crediti formativi universitari e professionali. Per fare un esempio, un credito universitario corrisponde a 25 ore di lavoro comprensive di lezioni, esercitazioni, studio a casa. Per i professionisti, in generale vale la corrispondenza di 1 ora = 1 credito, con l’obbligo di 60 crediti in un triennio, acquisibili con modalità liberamente scelte (attività in presenza, online, o di tipo informale).

Per i docenti, si evidenzia la necessità di garantire a livello di scuola almeno una Unità Formativa per ogni anno scolastico, diversamente modulabile nel triennio.

Tuttavia il Ministero non impone alcuna quantificazione oraria obbligatoria, probabilmente demandata al prossimo Contratto collettivo. Anzi, viene ribadito che “è importante qualificare, prima che quantificare, l’impegno del docente considerando non solo l’attività in presenza, ma tutti quei momenti che contribuiscono allo sviluppo delle competenze professionali”.  “L’obbligatorietà non si traduce, quindi, automaticamente in un numero di ore da svolgere ogni anno, ma nel rispetto del contenuto del piano”.

Le scuole riconoscono come Unità Formative la partecipazione a iniziative promosse direttamente dalla scuola, dalle reti di scuole, dall’Amministrazione e quelle liberamente scelte dai docenti, purché coerenti con il Piano di formazione deliberato dal Collegio Docenti.

L’Unità Formativa viene riconosciuta e acquisita tenendo conto delle diverse attività svolte, purché documentabili all’interno del quadro progettuale della scuola e nel portfolio personale del docente.

 

Documenti utili:

Miur, Piano nazionale per la formazione dei docenti 2016-2019

 

Per approfondire:

Piano formazione docenti:le buone intenzioni e le criticità

Legge di Stabilità, Renzi: arriva 1 miliardo per scuola e università, anche alle paritarie

da La Tecnica della Scuola

Legge di Stabilità, Renzi: arriva 1 miliardo per scuola e università, anche alle paritarie

Nella manovra c’è “1 miliardo in più su scuola e università, non solo per i decreti legislativi per la buona scuola”.

Ma anche per un “intervento per le scuole non statali, per le materne paritarie” e per quegli istituti, sempre non statali, che “hanno insegnanti di sostegno e che hanno numero di disabili rilevante”.

A dirlo è stato premier Matteo Renzi, al termine del Consiglio dei ministri svolto il 14 ottobre.

Il presidente del Consiglio ha tenuto a dire che le paritarie scuole che “fanno un servizio” e auspicando “che non vi siano polemiche ideologiche”. Anche perché, ha concluso il premier, il servizio prodotto dalle scuole paritarie per lo Stato si traducono in un risparmio.

È inutile dire che le parole di Renzi, in attesa di capire quanti saranno i fondi destinati alle strutture scolastiche paritarie, faranno discutere: in ballo, c’è sempre l’interpretazione dell’articolo 33 che parla di scuola pubblica e aggiunge che enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituzioni di educazione ma senza oneri per lo Stato.

 

Su tutti provvedimenti in arrivo attraverso la Legge di Stabilità di fine anno, riguardanti la Scuola e l’Università, vi daremo puntuale notizia, subito dopo aver preso visione del testo approvato in sede di CdM, che nei prossimi giorni sarà al vaglio delle Camere del Parlamento.

 

Intanto, vi proponiamo una scheda (realizzata dall’Ansa) comprendente gli stanziamenti previsti dal Governo per i vari comparti, emersi – a spanne – dalle slide di Palazzo Chigi diffuse al termine del consiglio dei ministri.

Industria 4.0 20 miliardi in tre anni;

Fondo garanzie Pmi 1 miliardo;

Ires e Iri al 24% 3 mld già finanziati + 1 mld;

Pensioni 7 miliardi in tre anni;

Sanità 2 miliardi;

Povertà 0,5 miliardi;

Dissesto, scuole, bonus case 3 miliardi;

Clausole Iva 15 miliardi;

Investimenti pubblici 12 miliardi in tre anni;

Scuola e Università 1 miliardo;

Famiglia 0,6 miliardi;

Pubblico impiego 1,3 miliardi.

Reti di scuole: ci sarebbero pressioni sulle scuole per costringerle ad aderire

da La Tecnica della Scuola

Reti di scuole: ci sarebbero pressioni sulle scuole per costringerle ad aderire

La questione delle reti di scuole si sta complicando, soprattutto nel Lazio dove diversi organi collegiali non hanno voluto deliberare l’adesione alle reti che si stanno costituendo.
Sulla vicenda interviene nuovamente l’Unicobas che sottolinea: “La costituzione di reti di ambito e di scopo per essere valida e legittima deve passare attraverso le deliberazioni del consiglio d’ istituto, così come prevedono sia la nota del Miur sia le disposizioni in materia di autonomia scolastica”.
Il fatto è che in molte delle scuole in cui collegio e consiglio di istituto hanno deciso di non aderire alle reti, i dirigenti scolastici stanno riconvocando riunioni degli organi collegiali per ottenere una revisione della decisione.
“Tale ‘bizzarria’ nel comportamento ‘democratico’ dei dirigenti scolastici – annota Unicobas – potrebbe essere ascrivibile solo ad una epidemia, se non fosse che pare si abbia a che fare con forti pressioni, come sembrerebbe da indiscrezioni trapelate dopo la riunione dei Dirigenti Scolastici con l’Usr del Lazio, convocata in tutta fretta il 13 ottobre”.
Secondo l’Unicobas si tratterebbe di pressioni non solo illegittime ma anche del tutto incompatibili con quanto assicurato a suo tempo dal Miur che aveva dichiarato: “Gli uffici scolastici regionali hanno solo il compito di promuovere reti di scuole senza forzature di tempi e senza obbligo di adesione da parte delle istituzioni scolastiche”.
Ma c’è anche un dato curioso: sembra che in alcune scuole il consiglio di istituto sia stato riconvocato non dal presidente, come dovrebbe essere, ma dal dirigente scolastico (in un caso addirittura dal vicepreside); modalità che potrebbere rendera illegittima non solo la convocazione ma addirittura tutti gli atti eventualmente approvati nel corso della seduta.

Approvata la legge di stabilità

da tuttoscuola.com

Approvata la legge di stabilità
Giannini: la legge Investe su giovani e capitale umano. Per il diritto allo studio, evidente salto di qualità

La legge di stabilità approvata oggi dal Consiglio dei Ministri “dimostra ancora una volta la centralità che scuola, università e ricerca hanno per il nostro Governo“. Così il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, che si dichiara di essere “molto soddisfatta per le misure approvate che investono su giovani e capitale umano, anche attraverso il pacchetto Industria 4.0“.

Per il diritto allo studio c’è un evidente salto di qualità, con risorse fresche per garantire ai meritevoli ma privi di mezzi l’accesso ai percorsi universitari. Come prevede la nostra Costituzione. In particolare – prosegue il Ministro – stabilizziamo l’incremento del fondo per il diritto allo studio, prevediamo una no tax area per i redditi bassi e borse specifiche per studenti particolarmente meritevoli, che accompagneremo lungo il loro percorso universitario“.

Valorizzeremo – continua Giannini – i migliori dipartimenti universitari con fondi aggiuntivi che saranno in gran parte destinati all’assunzione di ricercatori. Daremo più fondi agli Enti di ricerca e una ‘dote’ aggiuntiva ai ricercatori universitari da spendere per le loro attività“.

Sono previsti più investimenti per gli Istituti tecnici superiori che offrono sbocchi reali nel mondo del lavoro e decontribuzioni per le aziende che assumono i neo diplomati che hanno fatto alternanza scuola-lavoro. È previsto uno stanziamento per l’organico della scuola e ci sono risorse per la copertura delle deleghe della Buona Scuola.

Digitale dei miracoli

DIGITALE DEI MIRACOLI di Umberto Tenuta

CANTO 736

DIGITALE DEI MIRACOLI

 

Miracoli non ne fanno gli uomini!

No, non ne fanno.

L’uomo andrà su Marte.

Certamente!

Ma questo non sarà un miracolo.

Nemmeno il DIGITALE fa miracoli!

Certamente, è una navicella spaziale.

Una navicella che rende accessibile tutto lo scibile umano.

Una navicella che contiene tutti volumi delle biblioteche del mondo.

Una navicella che i docenti possono utilizzare per far avere ai propri alunni una visione complessiva della penisola italiana, dell’Europa, dell’Eurasia, delle Americhe, della Terra.

Una navicella che fa scorrere dinanzi agli occhi incantati degli alunni la storia della Terra e dell’Uomo.

Una navicella che consente agli alunni di rifare tutte le scoperte realizzate dagli uomini nel corso dei millenni.

Una navicella che…

Una navicella…

Ma non la bocca del bimbo che succhia il latte dal prosperoso seno materno!

Ma non le mani che il bimbo avvicina al fuoco e scopre il calore.

Ma non le mani che il bimbo mette nella neve e scopre il freddo.

Ma non le mani che il bimbo mette in corrispondenza biunivoca con le caramelle e impara a contare.

Ma non i piedi che il bimbo utilizza per andare vicino e lontano, sopra e sotto, davanti e dietro…

Ma non gli occhi per guardare il volto amoroso della mammina sua.

Ma non gli occhi incantati per guardare il volto divino del mondo:

<<di por le mani audaci e cupide

su ogni dolce cosa tangibile,

di tendere l’arco su ogni

preda novella che il desìo miri,

e di ascoltar tutte le musiche,

e di guardar con occhi fiammei

il volto divino del mondo

come l’amante guarda l’amata,

e di adorare ogni fuggevole

forma,ogni segno vago, ogni immagine…>>

Prima e assieme al DIGITALE c’è il REALE!

Il mondo reale, concreto, tangibile, visibile, udibile, assaporabile…

Docenti cari, si impara innanzitutto con le mani, con i piedi, con la bocca, con le orecchie, con il naso!

Poi, e se volete, in lieta compagnia, viene IL SIGNOR DIGITALE!

 

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
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“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”