da Il Sole 24 Ore
di Claudio Tucci
Il lavoro da qui ai prossimi cinque anni? Sarà appannaggio di specialisti, anche dell’economia circolare e del digitale; e per oltre il 35% dei casi le professioni richieste saranno tecniche. Tra il 2019 e il 2023, ha stimato Unioncamere, un fabbisogno occupazionale tra i 3 e i 3,2 milioni di posizioni per fronteggiare le esigenze di imprese e Pa. Tale quota coprirà, per l’80%, il turn-over (2,6 milioni di lavoratori nel quinquennio) mentre la crescita economica, a seconda della sua intensità e in maniera molto differenziata nei diversi settori, richiederà una quota di nuovi impieghi che va dalle 352mila alle 535mila unità.
Spazio agli indirizzi medico-sanitario, economico e giuridico
Nei cinque anni ipotizzati, il 62% dei nuovi ingressi riguarderà laureati e diplomati. In particolare, la domanda di personale laureato potrà attestarsi tra le 959mila e le 1.014mila unità, e si concentrerà per lo più nell’indirizzo medico-sanitario, con una richiesta tra 171mila e 176mila unità, seguito da quello economico, da 152mila a 162mila unità, da ingegneria, con una domanda compresa tra 127mila e 136mila lavoratori, e dall’area giuridica, da 98mila a 103mila unità.
Avanti con i diplomi tecnici
Per quanto riguarda invece i diplomi, nel quinquennio le imprese richiederanno personale diplomato principalmente nell’indirizzo amministrazione, finanza e marketing (gli ex ragionieri), con un fabbisogno che potrà variare tra 279mila e 302mila unità, e in quello industria e artigianato, con una domanda complessiva tra 211mila e 235mila unità (tra cui spiccano le richieste degli indirizzi meccanica, meccatronica ed energia con 94-106mila unità ed elettronica ed elettrotecnica con 50-56mila unità). Sarà considerevole anche il fabbisogno di diplomati nell’ambito del turismo, che potrà arrivare a domandare tra i 79mila e gli 82mila occupati.
Economia circolare e digitale nei piani di assunzione delle imprese
Il sistema formativo italiano dovrà anche prepararsi a rispondere alle sfide dei cambiamenti nei trend produttivi dei settori economici, che saranno fortemente influenzati dalla pervasività della rivoluzione tecnologica e dalla necessità di riorientare le scelte produttive verso un green new deal. In particolare, della “Digital Transformation” le imprese ricercheranno tra i 275mila e i 325mila lavoratori con specifiche competenze matematiche e informatiche, digitali e social o relative agli sviluppi nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale o dei big data e delle tecnologie 4.0.
Le opportunità nel “green”
Sul fronte della filiera “Ecosostenibilità”, le imprese avranno bisogno tra i 519mila e 607mila lavoratori per cogliere al meglio le opportunità offerte dalla diffusione di processi produttivi rispettosi dell’ambiente, volti ad ottimizzare o ridurre l’utilizzo di materie prime. La filiera “Salute e Benessere” contribuirà ad alimentare la domanda di lavoro nei prossimi cinque anni ricercando tra le 361mila e 407mila unità, prevalentemente figure di livello medio-alto in campo medico-sanitario e assistenziale. La filiera “Education e cultura”, che dovrà avere un ruolo ancora più centrale nella diffusione di nuove conoscenze e competenze, esprimerà un fabbisogno compreso fra 140mila e 149mila lavoratori nel quinquennio.
Posti anche nella meccatronica e robotica
Il fabbisogno occupazionale delle imprese della filiera “meccatronica e robotica” potrà riguardare tra 68mila e 86mila lavoratori, nell’arco dei cinque anni. In particolare, la meccatronica è il comparto manifatturiero maggiormente interessato da “Impresa 4.0”, e quindi richiederà un significativo numero di figure professionali legate alle trasformazioni della produzione.