Lezioni on line, è scontro in Lombardia

da Il Sole 24 Ore

di Claudio Tucci

Il ritorno, più o meno “forzato”, alle lezioni on line nelle scuole superiori disposto in diverse regioni, Lombardia in testa, per contenere la diffusione del Covid-19 ha riacceso ieri lo scontro politico sulla scuola.

La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, nel giro di un paio d’ore, ha scritto due lettere, la prima indirizzata al governatore della Lombardia, Attilio Fontana, per chiedergli di «trovare soluzioni differenti» rispetto alla scelta di prevedere, da lunedì, la didattica a distanza per tutti gli studenti delle scuole superiori. La seconda missiva è stata rivolta, invece, al presidente della Campania, Vincenzo De Luca, anche qui per “sollecitare” il ritorno in presenza degli alunni di infanzia, primaria e medie, e ricordando, inoltre, come, per le superiori, il Dpcm appena varato dal governo consente già la didattica integrata digitale, ma come «complementare alle lezioni in classe». In Lombardia, l’ordinanza di Attilio Fontana ha scontentato anche i sindaci. Il primo cittadino di Milano, Giuseppe Sala, ha detto di essere «totalmente contrario» alla sola didattica a distanza per le superiori, annunciando che «si opporrà». Sulla stessa linea, i sindaci di Bergamo, Giorgio Gori, e di Brescia, Emilio Del Bono, anche loro favorevoli a una “modalità mista” di scuola (parte in presenza, parte da remoto, come del resto sta accadendo da settembre in tutt’Italia in base alle precedenti indicazioni governative). Nel pomeriggio il presidente Fontana ha difeso le proprie scelte, accusando, a sua volta, l’esecutivo per la totale assenza di interventi sul tema, delicato, del trasporto pubblico locale, andato in sofferenza proprio con la riapertura delle scuole. «Fermo restando – ha poi detto il presidente della regione Lombardia – che se il ministro dell’Istruzione reputa eccessivi e non idonei i nostri provvedimenti può impugnarli».

A tentare la mediazione nella vicenda lombarda è il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, in contatto con Fontana, Azzolina e Sala: sulle scuole della Lombardia serve «buonsenso e collaborazione», ha detto Boccia, secondo cui c’è «la disponibilità del governo nell’essere al fianco della regione lombarda per ogni ulteriore esigenza che allenti le pressioni dei contagi sul sistema sanitario territoriale».

Da Nord a Sud, la permanenza degli alunni in classe potrebbe essere a rischio anche in Puglia, dove il presidente della regione, Michele Emiliano, farà scattare, da lunedì e fino al 13 novembre, le lezioni on line nell’ultimo triennio delle scuole superiori, «in vista – ha spiegato lo stesso Emiliano – di una nuova modulazione di ingressi e uscite da scuola, passaggio necessario per riorganizzare il trasporto con i vettori e risolvere la questione delle linee sovraccariche». Anche nel Lazio, seppur con una modalità più morbida, sempre da lunedì, la didattica integrata digitale salirà al 50% nelle superiori, con esclusione degli iscritti al primo anno, e al 75% nelle università, ad eccezione delle attività formative che necessitano della presenza fisica o dell’utilizzo di strumentazioni.

La decisione della regione Lombardia non convince il presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli: «Privare i ragazzi della didattica in presenza è un atto poco considerato – ha spiegato il numero uno dei presidi -. Si tratta di una scelta non condivisibile perchè pregiudica l’autonomia scolastica senza una vera ragione: le scuole non sono focolai di contagio. Ancora una volta la politica dimostra di non attribuire all’istruzione quella funzione centrale per il Paese di cui tanto aveva parlato».