Situazione delle Scuole e dei corsi di italiano all’estero

DICHIARAZIONE
 DEI
 DOCENTI
 E
 DELL’ASSISTENTE 
AMMINISTRATIVO 
MAE
 IN
 SERVIZIO
 A
 CHARLEROI‐LIEGI
 IN
 MERITO 
ALLA
 SITUAZIONE
 DELLE
 SCUOLE
 E
 DEI
 CORSI
 DI
 ITALIANO 
ALL’ESTERO

DOCUMENTO
 PRODOTTO
 DALL’ASSEMBLEA
 SINDACALE
 SVOLTASI 
PRESSO
 L’UFFICIO
 SCOLASTICO
 DI 
CHARLEROI 
IL 
20 
NOVEMBRE
 2012

L’attuazione
 della
 Spending
 Review
 ha
 creato
 una
 situazione
 che
 pare
 non
 garantire
 un
 “servizio invariato” 
ai
 cittadini,
 contrariamente
 agli
 obiettivi 
dichiarati.
 Per
 quanto
 molte
 delle
 contrazioni
 di
 spesa 
siano
 state
 motivate
 da
 esigenze
 dettate
 dall’appartenenza
 alla
Unione
 Europea, 
emergono 
tuttavia
 incongruenze
 tra
 quanto
 proclamato 
e 
la 
realtà:
 nella
 classifica
 della
 spesa
 pubblica 
destinata 
all’istruzione
 (dati
 OCSE
 desunti
 dal
 rapporto
 annuale
 Education
 at
 a
 Glance 
2012), 
l’Italia
 risulta
 essere
 il
 31°
 Paese, 
uno
 degli
 ultimi, 
con
 appena 
il
 9%
 delle
 risorse.
 Tali
 contrazioni
 hanno
 colpito
 duramente
 le
 scuole
 e
 l’istruzione
 in
 generale
 e
 se
 ne
 annunciano 
altre
 di 
tenore
 analogo
o 
perfino
 più
 severe.

Dal
 settembre
 2011,
 a
 seguito
 della
 chiusura
 del
 Consolato
 di
 Liegi
 e
 del
 corrispondente
 Ufficio
 Scolastico,
 i
 docenti
 che
 vi 
operavano
 sono 
stati
 accorpati
 alla
 Circoscrizione Consolare
 di
 Charleroi.
 Nonostante
 quest’ultima
 si
 estenda
 su
 una
 vasta
 area
 geografica
 e
 fra
 le
 maggiormente
 popolate
 da
 cittadini
 di
 origine
 italiana,
 l’estate
 scorsa
 sono
 stati
 soppressi
 i
 posti
 del
 DS,
 del
 DGSA,
 di
 un
 assistente
 amministrativo
 e
 di
 due
 docenti
 di
 scuola
 primaria.
 Si
 è
 rischiato
 inoltre
 di
 dover
 assistere
 alla
 chiusura
 dell’unica
 scuola
 primaria
 italiana
 ancora
 esistente
 in
 Belgio
 i
 cui
 titoli
 di
 studio
 siano
 legalmente
 validi
 in
 Italia,
 senza
 bisogno
 di
 alcun
 procedimento 
aggiuntivo
 di
 equipollenza.
 Pertanto,
 dall’anno
 scolastico 
in
 corso
 (2012‐13), 
la
 dirigenza
 è
 stata
 affidata
 temporaneamente
 al
 DS
 di
 Bruxelles,
 incaricato
 così
 di
 gestire
 una
 estensione
 territoriale
 transnazionale,
 che 
comprende 
anche 
l’Olanda,
 oltre 
alle 
Fiandre,
 a
 Charleroi
 e
 Liegi.

Ciò
 rende
 oltremodo
 ardua
 la
 necessità
 di
 curare
 con
 la
 dovuta
 attenzione
 i
 problemi
 delle
 varie
 sedi
 sotto 
la 
giurisdizione
 di 
un 
unico
 dirigente, 
analoghi
 per
certi
 versi,
 ma
 assolutamente 
variegati
 per
 molti
 altri.

Tra
 l’altro, 
gli
 insegnanti
 e 
il
 personale
 ATA
 sottolineano
 che
 il
 Governo 
italiano
 ha 
rinnovato
 una
 Charte
 di
 partenariato
 con
 il
 Governo
 belga
 per
 il
 quinquennio
 2012‐2017,
 senza
 tener
 conto
 dei
 tagli
 già
 previsti.
 Questo
 accordo
 bilaterale,
 vincolante
 per
 entrambi
 gli
 Stati,
 prevede
 la
 presenza
 di
 docenti
 MAE
 nelle
 scuole
 locali.
 La
 riduzione
 continua
 del
 contingente
 e
 i
 limiti
 progressivamente
 imposti
 ai
 docenti
 MAE
 dall’Italia
 minano
 gravemente
 il
 rispetto
 di
 tale
 patto,
 grazie
 al
 quale
 oggi,
 tra
 Charleroi
 e
 Liegi,
 28
 docenti
 e
 un
 solo
 assistente
 amministrativo 
gestiscono 
più
 di
 400
 corsi
 per
 oltre 
7000 
alunni.

Le
 condizioni
 di 
lavoro
 dei
 docenti 
e
 degli
 ATA
 di
 ruolo
 inviati 
oltre confine
 diventano
 sempre
 più
 incerte,
 perché
 i
 loro
 contratti
 vengono
 continuamente
 disattesi
 o
 modificati 
in
 corso 
d’opera,
 senza
 alcun
 rispetto
 per
 vincoli,
 regolamenti 
e
 diritti
 dei
 lavoratori 
della 
scuola
 pubblica,
 indipendentemente 
dal
 Paese
 in
 cui 
svolgono
 il
 loro 
compito.

Inoltre,
 le
 spinte
 privatistiche,
 di
 natura
 più
 o
 meno
 elettorale,
 e
 la
 serie
 continua
 di
 interventi
 inopportuni
 da
 parte
 di
 alcuni
 Enti
 Gestori,
 cominciano
 a
 interferire
 sul
 consolidamento
 degli
 apprezzabili
 risultati
 ottenuti
 dai
 docenti 
MAE, 
che
 hanno 
intessuto 
negli
 anni
 una 
efficace 
sinergia
 didattica
 con 
le
 scuole
 e
 i 
territori
 locali.

Gli
 insegnanti
 e
 gli
 ATA
 denunciano
 la
 prassi
 che
 si
 va
 consolidando
 presso
 il
 MAE,
 e
 altri
 organi
 istituzionali
 di
 varia
 natura,
 per
 effetto
 della
 quale
 vengono
 prese
 decisioni
 repentine,
 e
 sovente
 discutibili,
 su
 questioni
 riguardanti i
l 
loro 
lavoro,
 senza 
che 
siano 
in 
alcun 
modo 
consultati, 
se 
non 
altro 
per 
rispetto 
della 
loro
 professionalità
 e
 nel
 quadro,
 non
 meno
 importante,
 della
 salvaguardia
 dei
 loro
 diritti.
 Le
 organizzazioni
 sindacali
 di
 categoria
 sono
 spesso
 costrette
 a
 prendere
 atto
 delle
 scelte
 ministeriali,
 dovendo
 intervenire
 ex
 post,
 con
 sempre
 meno
 peso
 nelle
 decisioni
 che
 concernono
 la
 qualità
 dell’insegnamento
 e
 quella
 di
 chi
 la
 dovrebbe
 garantire.

I
 lavoratori
 della
 scuola
 assegnati
 all’estero
 per
 la
 promozione
 della
 lingua
 e
 della
 cultura
 italiana
 vedono 
quindi
 le
 loro
 competenze 
e
 professionalità 
annientate
 da
 logiche
 di
 parte
 che 
tendono 
a
 preservare 
o
 promuovere
 interessi
 troppo
 spesso
 di
 tipo
 politico,
 privatistico
 e
 locale,
 e
 piuttosto
 incoerenti
 con
 gli
 intenti
 dichiarati
 dal
 MAE
 e 
i
 propositi
 espressi
 nero 
su
 bianco
 negli
 Accordi
 Bilaterali.

Per
 quanto
 riguarda
 la
 promozione
 della
 lingua
 e
 della
 cultura
 italiana,
 sarebbe
 auspicabile
 un
 confronto
 sia
 con
 gli
 altri
 Paesi
 in
 partenariato
 con
 il
 Belgio
 (che
 aumentano
 di
 anno
 in
 anno
 il
 numero
 dei
 docenti
 impegnati
 sul
 territorio),
 sia
 con
 paesi
 come
 la
 Francia,
 che
 per
 storia
 e
 caratteristiche
 del
 patrimonio
 culturale
 rappresenta
 un 
utile 
riferimento
 per 
l’Italia.

I
 docenti
 e
 gli
 ATA
 con
 incarico
 MAE
 ribadiscono
 la
 priorità
 dell’intervento
 pubblico
 in
 un
 ambito
 fondamentale
 come
 quello
 dell’istruzione
 e
 della
 promozione
 linguistico‐culturale,
 soprattutto
 per
 uno
 Stato
 e/o
 un 
Governo 
che
 firmano 
accordi 
in
 nome
 dell’Italia
 e 
che 
poi 
creano, 
ipotizzano 
o 
pretendono 
di 
applicare,
 leggi,
 decreti
 e 
altre 
misure
 di 
varia
 natura
 in
 contrasto 
con
 quanto 
appena
 sottoscritto.

È
 proprio
 ciò
 che
 è
 accaduto
 il
 7
 novembre
 2012,
 quando
 il
 Ministro
 degli
 Affari
 Esteri,
 nello
 stesso
 momento
 in
 cui
 i
 docenti
 MAE
 erano
 degnamente
 accolti
 al
 parlamento
 della
 Fédération
 Wallonie–Bruxelles
 per
 celebrare
 un
 nuovo
 anno
 di
 partenariato,
 rispondeva
 a
 una
 interrogazione
 parlamentare,
 affermando:
 “i
 veri
 e
 propri
 corsi
 scolastici
 possono
 essere
 organizzati
 esclusivamente
 dagli
 enti
 gestori”,
 dichiarazione
 in
 contrasto
 con
 il
 D.L.vo
 297 
del 
’94.

Gli
 insegnanti
 e
 gli
 ATA
 statali
 chiedono
 che
 tale
 incoerenza
 abbia
 fine
 e
 che
 i
 tagli,
 se
 necessari,
 aderiscano
 almeno
 a
 criteri
 precisi
 che
 tengano 
conto 
della
 qualità
 dell’insegnamento
 e
 non
 siano 
modificabili
 in
 corso
 d’opera. 
Si 
dichiarano 
stanchi
 di 
essere 
merce
 di
 scambio 
per 
giochi
 politico‐elettorali
 di 
dubbia 
liceità,
 soprattutto
 da
 parte
 di
 chi
 presenta
 interrogazioni
 parlamentari
 tese
 a
 stravolgere
 l’organizzazione
 didattico‐ amministrativa
 in
 essere,
 dimostrando
 però,
 contestualmente,
 di
 non
 conoscere
 in
 maniera
 approfondita
 il
 mondo
della
scuola.

A
 tale 
proposito
 è
 opportuno
 sottolineare 
che 
in
passato
 il
 Belgio
 è
 stato 
il
 luogo
 in
 cui 
la
 forza
 lavoro 
di
 esseri 
umani, offerta
 in
 cambio
 di
 interessi
 economici
 nazionali,
 ha
 prodotto
 drammi
 ben
 più
 eclatanti 
e 
tragici
 come
 quello
 del
 Bois
 du
 Cazier
 a
 Marcinelle,
 che
 probabilmente
 pochi
 dei
 politici
 deliberanti
 conoscono
 o
 ricordano.
 I
 discendenti
 di
 quegli
 Italiani,
 partiti
 in
 massa
 per
 salvarsi
 da
 condizioni
 economiche
 penose
 e
 per
 rispettare 
i 
termini
 di
 un
 patto 
fra 
i
 due
 Stati,
 sono
 sul 
punto
 di
 essere 
privati
 di
 un
 diritto 
riconosciuto 
loro 
per
 anni:
 quello
 di
 non
 perdere
 il
 contatto
 con
 le
 loro
 radici,
 la
 loro
 lingua
 e
 cultura
 di
 origine,
 di
 cui
 mostrano
 di
 andare
 fieri.
 Realtà
 che
 i
 docenti
 MAE
 hanno
 avuto
 modo
 di
 verificare
 e
 apprezzare
 concretamente
 nello
 svolgimento
 del 
loro 
lavoro
 pluriennale 
sul
 territorio.

I
 diritti
 e
 le
 aspettative
 degli
 italiani
 d’origine
 non
 potrebbero
 essere
 garantiti
 da
 corsi
 organizzati
 da
 comitati
 locali,
 benché
 finanziati
 dallo
 Stato
 italiano,
 se
 questi
 fossero
 concepiti
 “esclusivamente”
 in
 sostituzione
 dei
 corsi
 finora
 gestiti
 da
 personale
 ministeriale
 e
 affidati
 ai
 docenti
 MAE,
 che
 alimentano
 un
 prezioso
 scambio
 culturale
 con
 le
 istituzioni
 scolastiche
 belghe,
 presso
 le
 quali
 prestano
 servizio
 in
 virtù
 dei
 titoli
 abilitanti
 acquisiti
 in
 Italia, 
integrandosi 
attivamente
 e
 fruttuosamente
 nei
 percorsi
 educativi
 del
 Paese
 che
 li
 accoglie.
 I
 comitati
 locali
 dovrebbero
 invece
 continuare
 a
 operare
 di
 concerto
 con
 i
 docenti
 MAE,
 testimoni
 dell’evoluzione
 della 
nostra 
lingua
 e
 della
 nostra
 cultura.

Visto
 quanto 
sopra,
 i 
sottoscritti 
docenti
 e
 membri
 del
 personale 
ATA, 
facendo
 appello 
alla 
Costituzione,
 che
 sancisce
 la
 centralità
 dell’intervento
 pubblico
 in
 tutto
 ciò
 che
 concerne
 l’istruzione,
 chiedono
 al
 MAE
 e
 al
 MIUR 
di
dichiarare 
apertamente
 le 
propri e
posizioni 
in 
merito 
alle 
problematiche 
qui 
evidenziate
 e
 di 
aprire 
un
 reale 
confronto
 con
 i 
lavoratori 
della 
scuola.

Ad
 attendere
 risposte 
non
 sono 
solo 
i 
docenti 
e 
gli 
ATA
 incaricati 
all’estero, 
ma 
anche 
i 
tanti
 che 
hanno
 partecipato
 alle
 ultime
 prove
 di
 accertamento
 linguistico
 indette
 dal
 MAE
 con
 D.I.
 4377‐2011,
 espletate
 nel
 corso
 del
 mese
 di
 dicembre
 2011
 e
 per
 la
 cui
 OM
 relativa
 alle
 graduatorie
 si
 è
 dovuto
 aspettare
 un
 anno:
 ulteriore
 elemento
 atto
 a
 denunciare
 quanto
 l’assegnazione
 e
 il
 ruolo
 all’estero
 risultino
 perennemente
 e
 contraddittoriamente
 messi 
in
 discussione
 da
 chi
 dovrebbe 
piuttosto
 difenderne 
l’esistenza.

I
 docenti
 e
 il
 personale
 ATA
 di
 ruolo
 della
 Circoscrizione
 Consolare
 Charleroi‐Liegi