DirigentiScuola: è rischio burnout per il 52 per cento dei capi d’istituto

da Il Sole 24 Ore

Bianchi: «Bisogna riconoscere la scuola come istituzione. I fondi ci sono e la scuola è tra i quattro pilastri fondamentali per il Paese»

di Redazione Scuola

«La categoria dei dirigenti scolastici presenta un quadro altissimo di rischio burnout»: lo sottolinea un ricerca commissionata dal sindacato DirigentiScuola, per mettere in luce le numerose pressioni sociali e burocratiche cui sono sottoposti sistematicamente i dirigenti scolastici. L’indagine ha riguardato 728 dirigenti, per la maggior parte donne, pari circa al 10% della rappresentanza nazionale. Emerge che il 52% del personale intervistato ha un alto rischio di esaurimento emotivo. «Una situazione insostenibile» – commenta il presidente di DirigentiScuola, Attilio Fratta.

Scuola come istituzione

«Bisogna riconoscere la Scuola come istituzione», lo ha detto il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, intervenuto il 25 novembre all’incontro organizzato da Dirigentiscuola, sindacato dei presidi, sul tema del Burnout, il logoramento e le difficoltà che i dirigenti scolastici stanno vivendo in questa fase. «Nella legge di Bilancio sono stanziati 240 mln e altri 18 mld nel Pnrr, di cui 13 mld per l’edilizia e 5 mld per la riorganizzazione. Il 30 novembre, con il presidente del consiglio, presenteremo il programma di 5 mld, di cui 3 mld destinati ad asili e infanzia, 900 mln per le persone, 400 mln per creare delle scuole innovative, digitali e sostenibili e 500 mln per le ristrutturazioni. I fondi ci sono e la scuola è tra i 4 pilastri fondamentali per il Paese». Il ministro è intervenuto sul tema della disuguaglianza territoriale «non solo tra Nord e Sud ma anche all’interno delle singole regioni. In Campania, a Napoli, c’è il 40% di dispersione. Bisogna usare le risorse per un nuovo modo di fare scuola».

Bianchi: «Anni pesantissimi»

«Sono anni pesantissimi, c’è una difficoltà umana e organizzativa – prosegue il ministro – , secondo i dati c’è il 52% di sofferenza. Dobbiamo impegnarci per uscire da questa fase che pesa su dirigenti, personale e ragazzi. La Dad è stata l’espressione della capacità di reagire e riorganizzare le attività, strumento attraverso il quale è stato possibile tornare oggi alla scuola in presenza. Non buttiamo vita questa cosa. L’Europa è ora nella quarta ondata, non siamo fuori dalla tempesta, ma stiamo tenendo meglio di tutti. La scuola è viva e forte grazie a lavoro e sforzo, – conclude Bianchi – perché dalla sofferenza si impara. Questa ricerca mette in evidenza la nostra fatica e tutto il lavoro che continueremo a fare come servitori dello stato».