Una proposta per la scuola che (si) tras-forma

UNA PROPOSTA PER LA SCUOLA CHE (SI) TRAS-FORMA: DIDATTICA ATTIVA E TRAS-FORMATIVA INSIEME PER LA CREAZIONE DI SPAZI DI DEMOCRAZIA E DI INCLUSIONE

di Patrizia Malausa *

Lo sviluppo della autentica Competenza Comunicativa – scritta e orale – in lingua straniera (e non solo) attraverso la metodologia didattica/educativa attiva del Debate disciplinare in classe e nei
Tornei inter-regionali di Debate: verso un recupero del linguaggio complesso e articolato delle/nelle
Discipline per la ri-elaborazione personale critica dei contenuti disciplinari, l’‘apprendimento significativo’, la comunicazione efficace e il cambiamento democratico effettivo e duraturo.

Punto di partenza, una interessante riflessione di chi vive nella scuola e per la scuola, toccandone con mano i problemi più urgenti. Così la dott.ssa Anna Ferraris Oliverio – in un intervento del 21 giugno 2022: “…Dai contatti che ho avuto con varie scuole nel corso di questo anno scolastico… un problema che è emerso è [l’insicurezza e] la difficoltà che i ragazzi avrebbero nell’esprimere un proprio pensiero sia per iscritto che oralmente, il che spiegherebbe il terrore al momento degli esami. C’è chi attribuisce questa difficoltà all’abitudine diffusa di comunicare in forma contratta con il telefonino e chi segnala il ruolo passivizzante della tv (solo chi è in studio può parlare, lo spettatore può soltanto ascoltare). Altri l’attribuiscono alla pandemia che ha tenuto separati e chiusi in casa i ragazzi per molti mesi. Altri ancora a una strategia didattica basata sui quiz e scelte multiple precostituite che non incoraggiano l’approfondimento in più direzioni e men che meno l’espressione orale. E’ possibile che tutti questi fattori, insieme, abbiano un ruolo… Il problema è, allora, da che parte incominciare per favorire nei ragazzi la fiducia in se stessi e man mano una sempre maggiore autonomia di pensiero….”

Parliamo, allora, della necessità di una reale ‘innovazione didattica’ per dare risposta a problemi sempre più concreti e urgenti, derivanti da reali bisogni delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi: se l’esame di maturità ci aiuta a portare a galla per l’ennesima volta problematiche che hanno a che fare con la capacità di espressione, o meglio, la capacità di verbalizzare/‘tradurre in parole’ il proprio pensiero, la propria esperienza – esperienza di apprendimento, oltre che esperienza di vita -, non possiamo rimanere inerti. Soprattutto perché, come insegnanti professionisti/e, non siamo inermi:
dobbiamo solo chiederci onestamente qual è questa ‘innovazione didattica’ di cui abbiamo veramente bisogno, che consenta di innescare cambiamenti e processi ‘trasformativi’. Una
innovazione didattica che aiuti gli attori e le attrici coinvolti/e nei processi di
insegnamento/apprendimento a esaminare criticamente le proprie interpretazioni e ipotesi per formare nuovi significati in una sorta di tras-formazione prospettica che si ottiene attraverso “dilemmi disorientanti, riflessione critica, dialogo razionale e azione” – secondo la teoria dell’‘apprendimento trasformativo’ articolata da Jack Mezirow – potrebbe essere la risposta.
Ci troviamo, in effetti, di fronte a una sorta di loop (negativo) nello sviluppo della capacità comunicativa: la difficoltà a verbalizzare – ossia tradurre in parole il pensiero, e utilizzare il linguaggio scritto/orale per la comunicazione/interazione efficace – pare rendere manifesta una intrinseca difficoltà nell’organizzare il pensiero logico/razionale: tuttavia, la stessa difficoltà a verbalizzare rende difficile, se non impossibile, una puntuale e efficace organizzazione logica/razionale del pensiero, in una sorta di ‘corto circuito’ della comunicazione interpersonale che può essere molto rischioso poiché generatore di incendi, in termini di incomprensioni e conflitti. Meno si comunica, infatti, e meno si sviluppa la capacità di verbalizzazione e di comunicazione, in senso lato: meno si sviluppa la capacità di verbalizzare e comunicare, e meno il pensiero logico/razionale ben organizzato e sequenziale si struttura, sino a che a un certo non se ne sentirà più il bisogno nella disabitudine a comunicare, in una triste prospettiva di declino della democrazia.

Rinunciare a comunicare e interagire in maniera articolata in un mondo sempre più complesso è un rischio per la democrazia che non possiamo permetterci di correre: la soluzione è il recupero del linguaggio articolato e complesso attraverso metodologie didattiche innovative ‘attive’ come il Debate disciplinare, in grado di innescare cambiamenti di prospettiva nella Persona – che accetta di vivere la Complessità senza lasciarsene travolgere, ma recuperando strumenti per comprenderla e magari governarla.
L’esperienza del Debate disciplinare non è semplice, e l’utilizzo della metodologia didattica ‘attiva’ non è immediato, ma richiede formazione seria e pratica costante per portare a risultati estremamente soddisfacenti e ad una autentica ‘tras-formazione’ nel tempo: in classe, l’individuazione del problema, la riflessione critica e la discussione – inizialmente guidata e meno strutturata -, diviene processo via via sempre più regolato, e va stimolato e implementato a partire dalla costruzione di un Curricolo di disciplina che integri la metodologia del Debate come elemento fondante della pratica didattica quotidiana. La collaborazione e il supporto in rete di docenti e figure esperte è sicuramente elemento im-portante per la riuscita e l’efficacia del metodo nel Curricolo disciplinare.
Docenti esperti/e, ben formati/e, ma anche sensibili e dotati/e di una buona dose di empatia, sono consapevoli che nel momento in cui devono porre in essere un ‘atto comunicativo’, ossia quando sono chiamate/i a interagire con un/a interlocutore esterno in lingua straniera, studentesse e studenti sono normalmente preoccupati degli aspetti più formali, strutturali ed evidenti della lingua – sia scritta che parlata: intonazione e pronuncia corrette, grammatica e sintassi accurate, lessico ricco e vario, con una particolare sensibilità e passione per significanti e significati utili a ‘descrivere’ il mondo circostante nel modo migliore, più chiaro e dettagliato possibile…
Tuttavia, molto spesso ragazze e ragazzi dimenticano – o non sono pienamente consapevoli – che se una accurata preparazione nel merito degli aspetti formali e strutturali della lingua aiutano a ‘essere bravi comunicatori’, sicuramente apprezzati ed elogiati per l’eleganza e la ricchezza dell’eloquio, senza una attenta e precisa strutturazione logica-razionale del discorso – e del pensiero che lo sottende – è praticamente impossibile ‘divenire comunicatori davvero efficaci’, ossia persone in grado di interloquire in maniera realmente efficiente con l’Altro-da-sé, e di porsi in una relazione dialetticainterlocutoria concretamente convincente e soprattutto utile “nelle situazioni controverse e nelle discussioni…”.
In effetti, ‘divenire comunicatori efficaci e convincenti’, anche e soprattutto nelle situazioni controverse e nelle discussioni, non è facile nel mondo iper-complesso in cui ci ritroviamo a operare, ma è quanto di più importante l’Europa di oggi richiede alle generazioni di future Cittadine e futuri Cittadini planetari, democratici e accoglienti, attraverso il ‘Companion Volume with New Descriptors’ del Common European Framework Of Reference for Languages – declinato dalla Divisione Politiche Educative del Dipartimento dell’istruzione del Consiglio d’Europa come Programma di politica linguistica a partire dal 2018-2020: poiché se è sempre vero che “lo sviluppo delle competenze linguistiche è essenziale per l’inclusione sociale, la comprensione reciproca e lo sviluppo professionale…”, è ancor più necessario “ampliare la prospettiva dell’educazione linguistica in molti modi”, in primis attraverso una “visione dell’utente/studente/ssa come agente sociale, co-costruttore di significati nell’interazione…”.
Dobbiamo senz’altro riprendere in mano il CEFR-CV, dunque, e riaffermare l’idea del “linguaggio come veicolo” per le più molteplici opportunità e per il successo in ambito sociale, educativo e professionale: solo attraverso il recupero dell’idea stessa di “linguaggio come veicolo” si contribuisce al raggiungimento dell’obiettivo del Consiglio d’Europa di “un’istruzione inclusiva di qualità come diritto di tutti/e i/le Cittadini/e”, e solo attraverso “una educazione plurilingue coerente, trasparente ed efficace” si riuscirà infine “a promuovere la cittadinanza democratica, la coesione sociale e il dialogo interculturale”, ciò che è quanto mai attuale e necessario (CM/Rec(2008)7).
Ma come si costruiscono “significati nell’interazione” se non attraverso il recupero – nel/per l’utente/studente/ssa – del linguaggio stesso in quanto strumento complesso e articolato che, attraverso la ri-elaborazione personale e ragionata di contenuti ben definiti e di esperienze mette la persona in grado di operare a livello sociale in situazioni controverse, problematiche, eventualmente anche conflittuali?
La vera innovazione nella/per la Scuola passa, dunque, attraverso la capacità del/la docente di farsi parte attiva e consapevole, in quanto professionalmente preparata, in questo processo di recupero del linguaggio, di ri-elaborazione e trasformazione: nel favorire processi di apprendimento significativo – ossia generatore di significati – e di acquisizione attraverso tecniche e strategie didattiche-metodologiche come il Debate disciplinare, che poco hanno a che fare con le cosiddette ‘nuove tecnologie’ in senso lato, se non quando queste si facciano strumenti per la pratica ‘mirata’ della lingua, per l’allenamento ad un uso del linguaggio adatto a favorire la concreta rielaborazione delle esperienze di apprendimento per far sì che questo si integri e diventi parte della ‘Persona in divenire’, in tras-formazione. Solo attraverso la ri-elaborazione delle esperienze, con il recupero, dunque, del linguaggio, in un processo di attivazione globale e integrata di capacità, aspetti cognitivi e metacognitivi, l’apprendimento stesso diviene significativo e reale in quanto si integra all’interno della Persona producendo reale cambiamento.
Il Debate disciplinare opera in questo senso, sia che si attui in classe come metodologia operativa quotidiana integrata nel Curricolo, sia che si operi in Tornei organizzati allo scopo di fare incontrare/scontrare persone, mettendole in situazione comunicativa/interattiva di discussione controversa: l’esperienza dell’utente/studente/ssa, che si trova a operare in un ambiente in cui questo tipo di metodologia didattica-educativa attiva viene posto in essere, si traduce in un cambiamento profondo e stabile, nell’acquisizione di competenza linguistica-comunicativa e di contenuto che ha assunto finalmente significato nell’interazione problematizzante con l’Altro, con il recupero del linguaggio articolato e complesso per la/nella ri-elaborazione dell’esperienza.
Così dice Maria Claudia, studentessa di scuola secondaria di secondo grado, in merito alla pratica del Debate:
“… For me, it’s not just a simple activity I did at school, but it’s part of my life… I realized that before debating I wasn’t really living: my life was empty and senseless, and debate gave a sparking light to it. Suddenly everything, even the small and insignificant details made sense to me and it was part of a whole…
“Debate inevitably opened my life to new perspectives and to the journey of self-love and selfawareness.”
“This experience has completely ‘bouleversé’ my life for the better… I love being intuitive and having a critical-analytical mind: I believe that there’s no problem that cannot be solved, apart from death. You need to consider that a couple of years ago I was doubting my reasoning capacities as I was not trained properly. But the question is: how did I become the person I am today?
DEBATE was, and still is, the key….”
Così dice Valeria, studentessa: “…Ho trovato nel Debate un ambiente accogliente, in cui tutti hanno un ruolo e un’importanza. Siamo tutti piccole parti di una ‘enorme macchina’, e per farla funzionare bisogna che ognuno faccia la propria parte insieme agli altri: in quest’attività si parla di TEAM, si collabora con il gruppo del Debate Club, o con i membri del proprio gruppo nel contesto dei dibattiti veri e propri, ma si interagisce anche con gli avversari, e tutto ciò avviene all’insegna del più grande rispetto, ascolto attivo e empatico, e comunicazione efficace. Si rispettano e si ascoltano le opinioni degli altri e, anche quando non siamo d’accordo, con empatia e profondo rispetto cerchiamo di capirci e di comunicare per arrivare a una soluzione finale.”
“Del percorso preparatorio ho apprezzato l’apprendimento indiretto realizzato attraverso attività proposte sotto forma di ‘gioco’, che hanno permesso un approccio leggero e gradevole, permettendo tuttavia di acquisire le competenze base che sono state approfondite ed ampliate successivamente.
L’inserimento nel contesto operativo è avvenuto in maniera graduale: inizialmente abbiamo fatto debate all’interno del club, successivamente ci sono stati i debate all’interno del gruppo dei partecipanti al PCTO di Debate in lingua inglese (anche con l’assistenza del famoso esperto internazionale e coach Miha Andric) e infine ci sono stati i debates del Torneo “Debate Senza Confini” – “No-borders Debate Tournament 2020/2021” in inglese – in cui abbiamo avuto modo di confrontarci con Debaters esperti della Slovenia, della Croazia e dell’Austria… ognuno parte attiva di una discussione collettiva…”2
Vi sono scuole, come il Liceo ‘Percoto’ di Udine e altre numerose scuole convenzionate con l’Associazione di promozione sociale ‘Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia’ – formata da docenti, dirigenti scolastici, studentesse e studenti volontari/e -, nelle quali l’esperienza del Debate disciplinare e interdisciplinare concretizza la didattica innovativa e propone scenari di collaborazione che aprono spazi di inclusione attraverso la partecipazione democratica attiva e consapevole nei tornei di Debate: docenti di disciplina, così come docenti di discipline diverse lavorano insieme in un’ottica problematizzante, anche inter/trans-disciplinare; studentesse e studenti di istituti diversi, di diversi ordini e gradi, mentre organizzano e partecipano con i/le loro insegnanti ai tornei di Debate disciplinare e interdisciplinare – anche su tematiche relative alla contemporaneità -, acquisiscono conoscenze e maturano capacità e competenze integrate, ma soprattutto creano spazi per una concreta, reale inclusione e mostrano cosa sia veramente la partecipazione democratica attiva e consapevole ottenuta attraverso l’innovazione didattica trasformativa.

* Docente di Lingua e Civiltà Inglese
Referente Debate
Liceo ‘Caterina Percoto’
Udine

1 in: https://sites.google.com/liceopercoto.edu.it/amazing-5al-21-22/our-cross-curricular-creative-pages/maria

https://sites.google.com/liceopercoto.edu.it/amazing-5al-21-22/our-cross-curricular-creative-pages/maria-claudia-b/pcto-debate-a-lifetime-experienceclaudia-b/pcto-debate-a-lifetime-experience

2 in: https://sites.google.com/liceopercoto.edu.it/amazing-5al-21-22/our-cross-curricular-creative

https://sites.google.com/liceopercoto.edu.it/amazing-5al-21-22/our-cross-curricular-creative-pages/valeria-p/pctopages/valeria-p/pcto

Bio Data

Docente di Lingua e Civiltà Inglese al Liceo Linguistico ‘Percoto’ di Udine. Laureata in Lingue e Letterature Straniere con Perfezionamenti in Didattica dell’Inglese all’Università di Udine.
Specializzata con lode in didattica di Sostegno con una tesi sull’insegnamento dell’Inglese nella Down Syndrome, ho conseguito il Master’s Degree in ‘Italiano L2 e Interculturalità’ presso l’Università di Udine.
Esperta in TIC in TESOL, ho partecipato a progetti per la promozione della didattica attiva, della metodologia CLIL e Debate in diversi ordini e gradi di scuola.
Dal 2016 approfondisco lo studio e l’applicazione del Debate come metodologia per la didattica attiva.
Nel 2019 co-fondo l’associazione di promozione sociale ‘Accademia di Argomentazione e Debate del Friuli Venezia Giulia’ con docenti e dirigenti delle scuole del Friuli Venezia Giulia e dell’Università di Udine.
Giudice esperto di Debate a livello nazionale, mi occupo di formazione docenti e coaching.
All’attivo diverse collaborazioni con INDIRE e CNR-Officina Educazione Futuri per la promozione della didattica attiva multimodale.