da La Tecnica della Scuola
Di Alessandro Giuliani
Il ritorno a scuola, per l’avvio dell’anno scolastico 2023/24, non soddisfa almeno una parte degli studenti. Sostengono che si riparte con “carenze e le problematiche strutturali”: su uno striscione aperto il 10 settembre davanti al ministero dell’Istruzione del Merito, i giovani dell’Unione degli Studenti sognano una scuola “diversa e immaginata a partire dagli studenti”, quindi annunciano che il 20 ottobre e il 17 novembre saranno in piazza. Davanti ai messaggi è stata appoggiata “una matita spezzata, simbolo che la scuola immaginata dal ministro non è scuola”.
Bianca Chiesa, portavoce dell’Unione Degli Studenti, sostiene che “le ultime riforme di questo governo propongono un modello di scuola meritocratica, competitiva e aziendalizzata che non tiene conto delle condizioni di partenza di ciascuno”. In questo contesto, “i diritti degli studenti non sono né garantiti né riconosciuti al contrario vengono visti e narrati come accessori che vengono concessi agli studenti o conquiste che è necessario meritarsi. Ma l’istruzione non è un servizio, è un diritto fondamentale di ciascuna persona”.
“Come Unione Degli Studenti sono anni che lottiamo per un modello di scuola differente che metta gli studenti al centro – aggiunge Alice Beccari, dell’Uds – Noi una proposta l’abbiamo: cinque diritti fondamentali che vanno a definire la scuola che vogliamo e di cui abbiamo bisogno. Pretendiamo il diritto ad un’istruzione completamente gratuita: senza costi per libri e trasporti che corrispondono ad una media di 1.300 euro annui. Il diritto ad una scuola non piegata alle logiche del mercato: con l’attuazione dell’istruzione integrata e l’abolizione degli attuali Pcto. Il diritto ad una scuola tutelante: che garantisca il benessere psicologico attraverso una riforma radicale della didattica”.
La rappresentante degli studenti reclama quindi “il diritto ad un’edilizia sicura e con spazi adeguati: con un piano di investimenti adeguato alla mappatura della situazione edilizia attuale e il diritto a decidere nelle nostre scuole tramite la riforma della rappresentanza e della partecipazione”.
“Abbiamo costruito una matita spezzata perché attualmente è quello che la scuola escludente e classista ci propone, questa non è scuola ma noi a partire dagli studenti ne stiamo costruendo una migliore. Per questo il 20 ottobre e il 17 novembre saremo nelle piazze di tutto il Paese per chiedere a gran voce un modello di scuola differente, nelle nostre scuole ora decidiamo noi”, concludono gli studenti.