Turni massacranti e bassi stipendi, nelle segreterie il 65% lascerebbe il lavoro

da Il Sole 24 Ore

Le risposte alle domande, su un campione di 863 lavoratori, hanno evidenziato un grave e crescente malessere della categoria apicale. Il presidente Germani: urgente incontro con il ministero.
di Redazione Scuola

Insoddisfatti, poco retribuiti, costretti a turni massacranti per poter svolgere il proprio lavoro. È questo il quadro che emerge da un questionario sulla valutazione dell’esperienza lavorativa nelle scuole italiane dei Dsga (Direttori dei servizi generali e amministrativi) e Assistenti amministrativi facenti funzione, presentato in occasione della tavola rotonda organizzata da Anquap, l’Associazione nazionale quadri delle amministrazioni pubbliche dal titolo “Autonomia, Governance, Dimensionamento e Personale delle scuole”, oggi, 26 ottobre, a Roma a Palazzo Baldassini.

L’insoddisfazione del personale

Le risposte alle domande, su un campione di 863 lavoratori, hanno evidenziato un grave e crescente malessere della categoria apicale. Il 41,20% ha espresso una valutazione negativa sulla propria esperienza lavorativa, per il 47,2% il proprio ruolo e lavoro è «estremamente complesso» e il 91,6% ritiene necessario istituzionalizzare la figura del tutor così come avviene per Ds e docenti. Ben il 65% lascerebbe il lavoro a scuola per un altro lavoro a parità di inquadramento nell’amministrazione pubblica e il 64,1% non consiglierebbe il lavoro di Dsga ad altre persone.

Carichi di lavoro eccessivi

L’83,2% non riesce a svolgere il proprio lavoro nell’orario ordinario, c’è chi lavora fino a 48-50 ore a fronte delle 36 previste dal contratto. Ore in più lavorate spesso nei giorni festivi, in ferie, in malattia. Quindi il 94,1% ha dato valutazione negativa del contratto nazionale 2019/2021. «Le scuole, servizio pubblico essenziale, sono un bene prezioso e insostituibile. Autonomia e decentramento, dopo oltre quattro lustri, hanno bisogno di un’accurata analisi per conseguenti e indispensabili correttivi sul piano normativo e dell’operatività – ha affermato Giorgio Germani, presidente dell’Anquap aprendo la tavola rotonda -. Per questo – ha aggiunto – chiediamo un confronto urgente col ministero. Ci preoccupa lo schiacciamento vero il basso. Abbiamo bisogno di figure elevate, sono completamente saltate le figure intermedie. E non possiamo svendere i nostri diritti. Serve una riflessione seria sul nostro settore e sul rinnovo del contratto».

Malpezzi, Pd: rivedere il piano di dimensionamento

Simona Malpezzi, senatrice del Pd, nel suo intervento ha espresso con fermezza la sua contrarietà al dimensionamento scolastico: “Ci sono territori che non possono essere privati delle scuole. Sono molto preoccupata del fatto che manchino figure amministrative e dirigenziali perché ci si priva di un pilastro importante della scuola. Conosco le scuole perché le ho girate e conosco le nostre Regioni, in alcuni territori chiudere le scuole significa privarli di un presidio importante e costringere i ragazzi a lunghi spostamenti. Ci sono ragazzi costretti a fare anche 40 chilometri per andare a scuola».