da tuttoscuola.com
I Bisogni Educativi Speciali (BES) di cui parlano la Direttiva e la stessa circolare ministeriale sono riferiti agli alunni che si trovano in particolari condizioni di difficoltà di apprendimento.
Non solo, quindi, alunni disabili di cui alla legge 104/1992 o con DSA (disturbi specifici di apprendimento) di cui alla legge 170/2010, ma anche alunni con “svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.
La circolare precisa che la Direttiva estende pertanto a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003.
L’individuazione degli alunni con difficoltà di apprendimento non è rimessa ad apposita certificazione come è previsto per disabili o DSA, bensì all’intervento dei consigli di classe (team docenti nella primaria) che redigono un Piano Didattico Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.
I BES, insomma, sono una novità con la quale le scuole italiane d’ora in poi dovranno imparare a convivere.
Tuttoscuola dedicherà un particolare servizio ai BES nella prossima newsletter settimanale.