Non puoi mettere gli studenti al primo posto se metti gli insegnanti all’ultimo

La sintesi dell’intervento di Massimo Di Menna

Riunione congiunta dei sindacati scuola

Non puoi mettere gli studenti al primo posto se metti gli insegnanti all’ultimo – è richiamo al Governo di Massimo Di Menna nel suo intervento alla riunione congiunta dei sindacati scuola che si è svolta questa mattina a Roma.

Bisogna fare due cose semplici: modernizzare il nostro sistema di istruzione e valorizzare il lavoro.
Sono quelle che ci chiede l’Europa: va accettata e resa concreta la sfida europea per la qualità dell’istruzione spostando risorse da sprechi privilegi a favore della scuola pubblica.

La qualità dell’istruzione si ottiene innalzando il rapporto tra spesa per istruzione e Pil (in Italia è al 4,7% in Europa la media è del 5,4%) che riproporzionino la spesa per istruzione rispetto alla spesa pubblica totale (in Italia si spende il 9,1%, in Europa il 10,8%).

Il sapere e il lavoro delle persone sono la maggiore ricchezza che ha il nostro Paese.
Sul lavoro c’è un eccessivo carico fiscale.  Sulla scuola serve un cambiamento che ne rilanci la centralità.
Le retribuzioni italiane sono più basse della media europea. Il nostro spread delle retribuzioni parte dai 4 mila euro di inizio carriera per arrivare ai 10 mila di fine carriera.

E’ il contratto la via per nuove politiche retributive che diano valore alle professionalità della scuola.
Non possono essere prese decisioni in modo unilaterale. Bloccare il contratto per decreto significa trattare le persone come sudditi. Simili scelte ci trovano assolutamente contrari.

Va dato valore al lavoro che si fa ogni giorno nelle scuole – aggiunge il segretario generale della Uil Scuola.
invece si è scelto di bloccare il contratto e di tagliare  300 milioni di euro.

La riunione di oggi, con tutti e cinque i sindacati scuola ha rappresentato la voce di 900 mila persone che ogni giorno lavorano nella scuola, la fanno funzionare, le danno qualità. Al Governo chiediamo un cambio di passo, eviti di scontrarsi con il mondo della scuola. Ci convochi e troveremo le soluzioni.

La nostra protesta è contro la doppia penalizzazione, inaccettabile: blocco del contratto e degli scatti.
Di fatto il Governo ha prelevato 300 milioni di euro dalle retribuzioni, ha ridotto quindi gli stipendi, bloccando il nuovo contratto e facendo un prelievo su quello vigente.
Vanno rapidamente pagati gli scatti per il 2012 e date le risorse del Fondo alle scuole che debbono poter programmare. Il ministero smetta di rinviare.

Dopo questa giornata ci attendiamo una risposta dal Governo che deve passare dalle parole ai fatti. Noi continueremo a premere con le nostre ragioni:  una manifestazione a Roma il 30 novembre ed ulteriori iniziative compreso, se necessario, lo sciopero. Il nostro obiettivo è avere risposte positive.