Le tasse vanno studiate alle elementari: un gioco spiega agli alunni a che serve il sistema fiscale

da Il Sole 24 Ore

Le tasse vanno studiate alle elementari: un gioco spiega agli alunni a che serve il sistema fiscale

di M. Mea.

Chi se la sentirebbe di girare l’Italia sostenendo che le tasse sono «belle»? Inevitabili, forse, necessarie, magari, ma «belle», dopo tutte le polemiche che scatenò la famosa frase del ministro Tommaso Padoa Schioppa… E invece Franco Fichera, già docente di diritto tributario in diverse università (Napoli Federico II, Bologna, Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove è stato preside della Facoltà di Giurisprudenza) non solo se l’è sentita, ma già dal 2005 spiega ai bambini di quarta e quinta elementare a cosa servono le tasse, perché è dannoso per tutti non pagarle, e perché possono essere «belle».

Lezione-gioco
«Tutto è cominciato – spiega il professor Fichera – quando l’assessore all’infanzia e alla famiglia del Comune di Roma, nel 2005, mi ha chiesto di andare a spiegare le tasse ai bambini. Non potendo fare una lezione universitaria, mi sono inventato un gioco». Senza preannunciare nulla agli alunni, il professor Fichera distribuisce monete di cioccolato, in modo diseguale: cinque ad alcuni, dieci ad altri e ancora di più ad altri. Poi, tra il centinaio di bambini che ogni volta partecipano, alcuni vengono indicati come “governo” e altri come “esattori”. E dovranno provvedere alle spese della comunità, tassando i compagni.

«I bambini discutono sul livello delle “tasse”, sulla necessità di esentare i più “poveri”, su quanto far pagare ai “ricchi”». E concetti come l’equità, la solidarietà, la progressività diventano… elementari. «A un bambino erano toccate cinque monete – racconta – e si voleva esentarlo. Ma lui si rabbuiò: così sarebbe rimasto escluso dal gioco. Perciò si decise un pagamento minimo di una moneta».

Alla fine della lezione, Fichera e gli insegnanti incontrano i genitori e svelano anche a loro cos’hanno imparato i loro figli quella mattina. Il gioco ha toccato città grandi come Roma, Milano e Torino così come centri più piccoli. «Sempre nell’aula del Consiglio comunale, così che diventi un momento di educazione civica», precisa Fichera, che in maggio sarà a Foggia. Ma a lui, poi, le tasse piacciono davvero? Un bambino, una volta gliel’ha chiesto, con una lettera. La risposta potete leggerla qui accanto. E se volete altri dettagli c’è un sito, www.le belletasse.it. Magari, se ce lo spiegano come si fa con i bambini, anche noi grandi potremmo ricordarci il senso delle tasse.