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Le domande di assunzione calano a 56 mila Il Miur: nessuna supplenza sull’organico potenziato

da ItaliaOggi

Le domande di assunzione calano a 56 mila Il Miur: nessuna supplenza sull’organico potenziato

Fuori 15 mila istanze per l’infanzia, non prevista dal piano renzi. In testa campania e sicilia

Giorgio Candeloro

Il Miur ha pubblicato i numeri dettagliati delle domande pervenute per la tornata di immissioni in ruolo della cosiddetta fase B. In totale sono giunte 71.643 candidature, qualcosa meno di quanto previsto, forse per il timore di molti aspiranti di doversi trasferire molto lontano da casa, visto il carattere nazionale del piano assunzionale previsto dalla riforma. Ogni aspirante è conteggiato una sola volta nel grado di istruzione e nella classe di concorso in cui presenta il punteggio migliore. La maggior quantità di domande proviene dalla secondaria di secondo grado , quasi 29.000, seguite dalla primaria con 16.619, dalla scuola dell’infanzia con poco meno di 15.000 e dalla secondaria di primo grado con poco più di 11.000. Sono 10.718 le domande per i posti di sostegno, circa il 60% delle quali alle superiori. Dal totale delle assunzioni, comunque, si dovranno sottrarre circa 15.000 aspiranti della scuola dell’infanzia, dove non ci sono posti disponibili. Ciò riduce i «70.000 che festeggeranno l’assunzione», sbandierati dal governo a Ferragosto, a cifre decisamente più contenute.

Per quanto riguarda la provenienza geografica delle domande, la parte del leone la fanno Campania e Sicilia (11.142 domande la prima, 11.864 la seconda), il che conferma l’eventualità dell’ esodo di aspiranti da sud a nord, visto che la maggior parte dei posti disponibili è nelle regioni settentrionali. E consistenti sono anche le quote di Puglia e Calabria (oltre 10.000 domande in due). Anche per il sostegno più del 60% delle domande proviene da sole tre regioni meridionali: Sicilia, Campania e Puglia. Per le classi di concorso grande affollamento per la A019 (diritto ed economia), dove però i posti disponibili sono pochissimi, e per quelle di area umanistica. Tutto dovrà concludersi entro il 15 settembre: sono disponibili 16.210 posti comuni e 8797 di sostegno.

Le proposte di assunzione, che dovranno pervenire agli interessati tra l’1 e il 2 settembre, verranno pubblicate sul sito www.istruzione.it. Si dovrà accettare o rinunciare entro 10 giorni tramite istanze on line e la mancata accettazione avrà gli stessi effetti di una rinuncia. Si tratterà naturalmente di assunzioni con nomina giuridica, come anche le successive della fase C che avverrà sulla base degli futuri organici dell’autonomia. In sostanza gli assunti di queste due fasi avranno, per quest’anno ancora, una supplenza fino al 30 giugno e raggiungeranno le scuole di assunzione solo da 1 luglio 2016. Il Miur ha peraltro recentemente ribadito che non vi saranno supplenze annuali per l’organico potenziaro dell’autonomia,che dunque resterà di fatto vacante in quasi tutti gli istituti per l’anno scolastico 2015-16.

Non tutto quindi sembra filare liscio come sperato dal Miur e i nodi ancora da sciogliere sono diversi: innanzi tutto c’è il rischio consistente che il numero di chi ha fatto domanda non riesca a coprire il contingente del piano straordinario; soprattutto per quanto riguarda il sostegno i posti di infanzia, primaria e media non saranno tutti coperti e in fase C ci saranno candidati per il sostegno solo alle superiori. Inoltre c’è il problema della potenziale iniquità tra aspiranti delle fasi B e C: i primi, con punteggi più alti, sottoposti a una mobilità nazionale, i secondi con meno punti, ma chiamati dai presidi e quindi con maggiori chances di un posto dalle parti di casa.

Il tutto con rischio, più che probabile, di un mega-contenzioso. Contenzioso possibile anche da parte dei precari delle graduatorie ad esaurimento che non hanno presentato la domanda per le fasi B e C e minacciano ricorsi sia contro l’organico dell’autonomia, che rischia di annullare in prospettiva la loro possibilità di partecipare al conferimento delle supplenze annuali, sia contro il complesso del piano di assunzioni straordinario che lederebbe il loro diritto a veder scorrere la graduatoria di cui continuano a far parte per le immissioni in ruolo. Insomma il rischio di un autunno caldo, coi giudici al lavoro ad aleggiare sul piano di assunzioni della Buona scuola,non sembra un’ipotesi così remota

Dai congedi alle spese sanitarie, ecco cosa cambia subito

da ItaliaOggi

Dai congedi alle spese sanitarie, ecco cosa cambia subito

Scattano anche nuovi coefficenti di calcolo per la pensione

Nicola Mondelli

Diverse sono le novità normative e legislative che troveranno applicazione anche nei confronti del personale docente e di quello amministrativo, tecnico ed ausiliario. Importanti sono soprattutto le modifiche introdotte dalla legge 80/2015 all’istituto del congedo parentale, già astensione facoltativa post partum (elevazione dei limiti temporali di fruibilità del congedo parentale da otto a dodici anni del bambino, elevazione dei limiti temporali di indennizzo a prescindere dalle condizioni di reddito da tre a sei anni, fruizione del congedo in modalità oraria oltre che su base giornaliera o mensile).

Confermata inoltre l’abrogazione dell’istituto, già disciplinato dall’art. 459 del decreto legislativo 297/1994, disposta dalla legge di stabilità 2015: non sarà pertanto più consentito ai dirigenti scolastici di chiedere l’esonero o il semiesonero per il docente facente funzioni di vicario. Aumenteranno poi le spese per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale. Per effetto dell’entrata in vigore della legge n. 188 del 14 agosto 2015, le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogate al di fuori delle condizioni di erogabilità previste da un decreto del ministro della salute saranno, come dispone l’articolo 9-quater della legge, a totale carico dell’assistito.

Non sfugge neppure il personale scolastico che è orientato a cessare dal servizio con effetto dal 1° settembre 2016. Per accedere alla pensione di vecchiaia l’età anagrafica passa dai 66 anni e tre mesi richiesti nel 2015 ai 66 anni e sette mesi; per accedere alla pensione anticipata l’anzianità contributiva per gli uomini passa da 42 anni e sei mesi richiesti nel 2015 a 42 e dieci mesi, per le donne da 41 anni e sei mesi a 41 e dieci mesi. Novità anche ai fini del calcolo della pensione( per la parte relativa al sistema di calcolo contributivo). Dal 1° gennaio 2016 i divisori e i coefficienti di trasformazione del montante contributivo subiranno una riduzione mediamente intorno all’1,5 per cento. Una riduzione che inciderà sull’ammontare della pensione in misura inversamente proporzionale agli anni di servizio soggetti al sistema di calcolo contributivo.

Anche per il personale docente dichiarato inidoneo e utilizzato in altri compiti, il 2016 potrebbe portare qualche novità anche se limitatamente alla possibilità di essere dispensati per motivi di salute. Una giurisprudenza ormai consolidata dei giudici del lavoro riconosce il diritto del personale inidoneo per motivi di salute a ottenere per tale causa la dispensa dal servizio, dispensa fino ad oggi tenacemente negata dall’amministrazione scolastica.

Assunzioni, penalizzati gli aspiranti con più punti

da ItaliaOggi

Assunzioni, penalizzati gli aspiranti con più punti

Da domani le procedure solo on line fino all’11 settembre. Chi non accetta è depennato

Carlo Forte

I docenti del sud e del centro Italia, che saranno immessi in ruolo nella fase B, rischiano di ottenere sedi più disagiate rispetto ai loro colleghi che saranno assunti nella fase C con punteggi più bassi. È l’effetto della procedura fissata dalla legge 107/2015 per regolare le varie fasi del piano straordinario di assunzioni. Che è ormai giunto alla fase B. La normativa prevede, infatti, che gli aventi titolo a ricevere le proposte di assunzione in tale fase dovranno essere individuati secondo il consueto criterio del maggiore punteggio in graduatoria. Ciò farà sì che i docenti con maggiore punteggio saranno immessi in ruolo già nella fase B. E siccome la stragrande maggioranza dei posti al Sud e, in gran parte anche al Centro, è stata già assegnata nelle fasi 0 ed A, il rischio è che i docenti con più punti saranno costretti ad accettare posti al Nord, lontano da casa. Salvo poi vedersi scavalcati da colleghi con molti meno punti, che potranno ottenere sedi più vicine, anche nella loro provincia di residenza, perché individuati successivamente nella fase C. Proprio grazie al minore punteggio. Gli insegnanti che saranno assunti nella fase C, infatti, potranno giovarsi di una dotazione aggiuntiva di posti, pari a 52mila unità. Che saranno distribuite in tutte le province. Mentre i docenti che saranno assunti nella fase B dovranno necessariamente andare a coprire i posti rimasti vuoti nell’organico di diritto, dopo la fase A, in qualunque provincia si trovino. Sempre secondo il criterio nel maggiore punteggio in graduatoria. Quanto alle procedure, la fase B inizia oggi, 2 settembre. Il 28 agosto scorso è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale IV serie speciale un avviso che fissa i termini per lo scambio di proposte e accettazioni tra l’amministrazione e i docenti interessati. In particolare, i docenti precari che hanno presentato le domande per partecipare alla fase interprovinciale hanno tempo dal 2 all’11 settembre per accettare l’eventuale proposta di immissione in ruolo. I destinatari delle proposte di assunzione saranno individuati tra gli aspiranti docenti collocati nelle graduatorie del concorso ordinario del 2012 e tra coloro che risultano inclusi nelle graduatorie a esaurimento. In ogni caso, rimarranno esclusi i docenti che sono stati già immessi in ruolo nella fase 0 e nella fase A, anche se hanno presentato la domanda di partecipazione alle fasi B e C. Le assunzioni riguarderanno i posti che sono rimasti non assegnati nella fase A. Si tratterà, dunque, di posti o cattedre vacanti e disponibili in senso stretto. I posti dell’organico del potenziamento saranno assegnati successivamente, nella cosiddetta fase C, agli aspiranti docenti che, nel frattempo, non saranno risultati destinatari di alcuna proposta di assunzione a tempo indeterminato. Gli immessi in ruolo nella fase B (e anche nella fase C), se entro il termine di accettazione della proposta di assunzione a tempo indeterminato avranno già accettato un incarico di supplenza non breve, potranno ritardare la presa di servizio nella provincia di immissione in ruolo fino alla data di scadenza del contratto a tempo determinato. Per esempio, se un docente sarà stato assunto con una supplenza fino al 31 agosto 2016 in provincia di Messina e abbia, nel frattempo, accettato una proposta di immissione in ruolo in provincia di Asti, potrà rimanere in servizio a Messina fino al 31/8/2016 e potrà prendere servizio ad Asti dal 1° settembre 2016. L’amministrazione, con l’avviso in Gazzetta Ufficiale, ha ricordato che l’eventuale proposta di assunzione a tempo indeterminato potrà essere effettuata dal ministero dell’istruzione a partire dal primo minuto dopo la mezzanotte del 1° settembre. E cioè dal primo minuto della giornata di domani. L’eventuale proposta perverrà agli interessati attraverso il sistema informativo Istanze OnLine raggiungibile mediante l’apposito link sul sito www.istruzione.it. I docenti destinatari dovranno accettare espressamente la proposta di assunzione entro le ore 24.00 del giorno 11/9/2015. In caso di mancata accettazione,i destinatari non potranno ricevere ulteriori proposte a tempo indeterminato ai sensi del piano di assunzioni previsto dalla legge 107. Coloro che non accetteranno la proposta di assunzione nella fase B, saranno esclusi dall’ulteriore tornata di assunzioni prevista nella fase C e saranno «definitivamente espunti dalle graduatorie di merito e ad esaurimento in cui sono iscritti».

Prende forma il bilancio delle scuole Anche i residui utilizzabili subito

da ItaliaOggi

Prende forma il bilancio delle scuole Anche i residui utilizzabili subito

Non firmano flc-cgil e gilda: ridotti i fondi per il pof

Emanuela Micucci

Prende forma il bilancio delle scuole. Raggiunta ad agosto l’intesa tra il Miur e le organizzazioni sindacali della scuola per la ripartizione del Mof 2015/16 senza, tuttavia, la firma né della Fcl-Cgil né della Gilda insegnati, si attende entro il 15 settembre il dato definitivo sulle dotazioni organiche di diritto di docenti, educatori ed Ata per poter determinare i parametri singoli di attribuzione del Mof alle scuole. Si tratta di 642 milioni e 760mila euro, risorse di poco inferiori (-10mila euro) allo stanziamento per l’anno scolastico 2014/15. Entro la stessa data il Miur si è impegnato a comunicare l’importo dei residui dell’anno 2014/2015 in modo tale che si possa concordare subito come utilizzarli. Intanto, ha anche presentato la ripartizione dei finanziamenti per la formazione ex legge 440/97, prevedendo un piano di formazione linguistico da 1 milione e 800mila euro per attivare 218 corsi per 6.540 docenti di discipline non linguistiche nell’ambito del Clil, così da far loro raggiungere il livello C1 e in via transitoria B2. E, pubblicato il decreto direttoriale di ripartizione dei fondi tra le regioni, a breve arriverà la circolare per l’individuazione delle scuole polo e per la presentazione delle candidature dei docenti. Dunque, gli importi previsti nell’intesa sull’assegnazione del Mof rimangono gli stessi dello scorso anno per le singole voci. Compresi i 30 milioni di euro per il pagamento delle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti che riguarderà, come negli anni scorsi, solo i docenti (art. 30 del CCNL/07), Poiché il contratto nazionale non prevede né regolamenta ore eccedenti per il personale Ata. Quindi, non esistendo nessun parametro retributivo di riferimento. Proprio la mancata soluzione nell’intesa sul Mof della questione delle supplenze degli Ata è uno dei motivi principali della mancata sottoscrizione del documento da parte di Cgil e Gilda. La legge di stabilità n.190/2014, infatti, impone l’utilizzazione del Fis (fondo delle istituzioni scolastiche) per l’attribuzione delle ore eccedenti per la sostituzione dei colleghi assenti anche per il personale Ata, con una forzatura anche tecnica , spiegano i sindacati. I cui effetti potranno determinare una ulteriore diminuzione delle risorse disponibili alle scuole per la didattica e i progetti inseriti nel Pof , osserva la Gilda. E la Cgil annuncia: Proporremo agli altri sindacati di indire forme di lotta come lo sciopero delle attività aggiuntive . Ad essere incrementato nel Mof del prossimo anno scolastico è solo il Fis che arriva a 507milioni e 618mila 266 euro (+140mila euro). Unica voce a subire un taglio (-150mila euro) la pratica sportiva che passa a 14milioni 548mila 667 euro: una riduzione riferita ai coordinatori che, quindi, non intacca la disponibilità per l’attivazione dei progetti. Confermati 26 milioni 849mila 600 euro per gli incarichi specifici del personale Ata, 18milioni 458mila 933 euro per le aree a rischio e 948mila 667 euro per i comandati Miur.

Giannini: la scuola inizierà con la regolare assegnazione degli insegnanti assunti

da La Tecnica della Scuola

Giannini: la scuola inizierà con la regolare assegnazione degli insegnanti assunti

Il ministro è sicuro: “il 15 settembre le scuole apriranno con la regolare assegnazione degli insegnanti assunti, seguirà il potenziamento dell’organico con 50mila docenti in più a novembre”.

Così si è espresso il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, durante la trasmissione ‘Restate Scomodi’ su Radio Uno, riferendosi al completamento delle immissioni in ruolo sino alla fase b). Dal Miur, non a caso, è stato indicato agli Uffici scolastici regionali che questa terza fase di immissioni in ruolo si concluderà entro il prossimo 14 agosto, con l’assegnazione delle sedi di servizio agli ultimi 16mila neo-assunti tramite algoritmo matematico.

La riforma, inoltre, ha ricordato il ministro, porterà “tante iniziative, come l’alternanza scuola-lavoro, che mancavano”.

E ancora: “Spero e credo che anche i sindacati sappiano e vogliano essere protagonisti del cambiamento”, perché “credo che le polemiche verranno superate dai fatti”, ha tenuto a sottolineare Giannini, riferendosi alle critiche che stanno accompagnando l’avvio del nuovo anno e della riforma della scuola approvata lo scorso 9 luglio in via definitiva in Parlamento.

Dirigenti scolastici: l’Anp propone il vademecum degli adempimenti del nuovo anno

da La Tecnica della Scuola

Dirigenti scolastici: l’Anp propone il vademecum degli adempimenti del nuovo anno

Con il nuovo anno e a seguito delle novità della riforma, arriva una guida ragionata per i presidi italiani: a realizzarla è l’Associazione nazionale presidi e alte professionalità.

Il vademecum, pubblicato sul sito internet dell’Anp e sicuramente utile anche al corpo docente, è suddiviso per argomenti. Ve li proponiamo.

NOMINA COLLABORATORI – La facoltà di nominare collaboratori fino al 10% dell’organico dell’autonomia è, appunto, una facoltà, che può essere esercitata per intero o in parte, subito o in più volte, secondo necessità. Il consiglio è di procedere a nominare i primi collaboratori, in funzione delle esigenze più immediate, eventualmente confermando quelli già esistenti lo scorso anno; di riservarsi poi di nominare gli altri in un secondo momento.

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO – Diventa obbligatoria dalle classi terze del 2015-16. Ma i numeri in gioco e i vari passaggi organizzativi necessari non consentiranno di passare alla fase operativa prima di alcuni mesi, salvo per le scuole che già avevano una consolidata prassi in merito. Dunque, nei prossimi giorni, ci si potrà limitare a insediare un gruppo di lavoro che analizzi la norma e il contesto in cui opera la scuola, al fine di predisporre tutto quanto necessario.

PIANO TRIENNALE OFFERTA FORMATIVA – Deve essere approvato entro ottobre e spetta al dirigente formulare gli indirizzi generali. Non è necessario che questo venga fatto fin dai primi giorni. Si suggerisce di comunicare al Collegio docenti che le linee di indirizzo saranno comunicate appena pronte e presumibilmente entro settembre.

ULTIMO POF – Per l’ultimo piano dell’offerta formativa della vecchia serie “annuale”, si procederà come da routine ricordando solo di incorporarvi gli obiettivi di miglioramento definiti nel Rav (rapporto di autovalutazione).

COMITATO DI VALUTAZIONE – Inutile affrettarsi a individuare i suoi componenti, per due motivi: l’organo non può comunque essere costituito e operare fino a quando l’Usr non avrà designato il membro di sua competenza; tutte le azioni che il comitato deve esercitare si riferiscono alla fase conclusiva dell’anno scolastico.

BONUS PREMIALE – anche in questo caso non è possibile e non è utile anticipare decisioni che dovranno venire in un secondo tempo. In primo luogo, non è nota l’entità del fondo che sarà assegnato a ciascuna scuola: ciò che, per motivi legati alla formazione del bilancio dello Stato, non potrà avvenire fino ai primi mesi del 2016. Inoltre, la valutazione ai fini dell’attribuzione del bonus dovrà prendere in considerazione il servizio prestato nell’intero anno.

CHIAMATA DIRETTA DEI DOCENTI – Se ne parlerà non prima che siano costituiti gli ambiti territoriali (la legge indica il termine del 30 giugno 2016) e che sia completato il piano straordinario di mobilità verso gli ambiti stessi.

AZIONI RELATIVE AL PIANO SCUOLA DIGITALE – Vanno inserite nel Pof, ma devono essere connesse con il Piano Nazionale che il Miur deve ancora emanare.

VALUTAZIONE DEL DIRIGENTE – Avrà luogo, di regola, al termine del mandato e comunque non prima della conclusione di ciascun anno. Mancano tuttora gli indicatori Invalsi e l’adozione del Decreto Ministeriale previsto dalla norma.

PORTALE UNICO – Deve ancora essere istituito, prima che vengano richiesti i dati destinati ad alimentarlo. Verosimilmente, dovranno passare ancora diversi mesi.

Medie e superiori, arrivano i libri scolastici con la carta d’identità

da La Tecnica della Scuola

Medie e superiori, arrivano i libri scolastici con la carta d’identità

Anche i libri hanno la loro carta d’identità: parte da questo presupposto l’iniziativa ‘Libro in Chiaro’, dell’Associazione Italiana Editori, attraverso la quale ogni testo racconta la propria storia.

Circoscritto ai libri scolastici di Medie e Superiori, il progetto si materializza con un segnalibro, il marchio ‘Libro in Chiaro’, dal quale si evince che il testo contiene l’identikit sugli elementi che lo contraddistinguono: come è nato il progetto, come e perché sono cambiati i contenuti da un’edizione all’altra, le più efficaci modalità di interazione per studenti e docenti, le differenze e le potenziali integrazioni fra versione cartacea e digitale, il processo produttivo, le modalità di rapporto con l’utente e l’osservanza delle norme di legge ed etico-comportamentali.

“Il marchio Libro in Chiaro porta in evidenza il lavoro quotidiano e complesso di autori, consulenti, curatori esperti nei contenuti culturali e nelle modalità comunicative e didattiche, sia su carta che nel digitale”, ha detto il Presidente del Gruppo Educativo di Aie Giorgio Palumbo.

Dal 1° settembre 2015, con l’avvio del nuovo anno scolastico, i visual e il marchio ‘Libro in Chiaro’ nelle home page dei siti degli editori segnaleranno la loro “produzione doc” di libri di scuola, e dal 16 settembre il sito ufficiale www.libroinchiaro.it accompagnerà l’iniziativa. Durante la campagna promozionale, inoltre, le “I” di Libro in Chiaro si “vestiranno” da personaggi simbolo di alcune materie: Cleopatra per la Storia, Van Gogh per l’Arte, Dante per la Poesia, Einstein per la Fisica, Colombo per la Geografia.

Giannini: “Niente ‘deportazione’ di docenti. Nessun governo ha fatto tante assunzioni come noi”

da La Tecnica della Scuola

Giannini: “Niente ‘deportazione’ di docenti. Nessun governo ha fatto tante assunzioni come noi”

Intervista del ‘Corriere della Sera’ al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini in vista dell’inizio del nuovo anno scolastico.

“Non ci sarà alcun congelamento del piano di immissioni in ruolo attualmente in corso, il piano prosegue e non vi sarà alcuna ripetizione delle fasi già concluse” – dice il titolare del dicastero di Viale Trastevere. Sui precari il ministro è chiaro: “Quindicimila docenti stabili in più. Altri 55 mila entro metà novembre per il potenziamento dell’autonomia. E poi ci sono i 29 mila che già hanno firmato la lettera di assunzione: abbiamo fatto quello che tanti governi non hanno mai fatto e stiamo dando stabilità ad un mondo da anni abituato all’instabilità”. Ci saranno altri ricorsi, come nel caso dei diplomati magistrali, il ministero dell’Istruzione se li aspetta, ma, puntualizza la ministra, “non vi sarà alcuna ripetizione delle fasi già concluse”. Sui centomila precari in fase di immissione in ruolo invece la Giannini sorride: “Non nascondo un certo orgoglio”. Da oggi comincia ufficialmente il nuovo anno scolastico e da oggi la riforma della Buona scuola entra in classe. Sindacati minacciano autunno caldo? Dai sindacati ci aspettiamo una collaborazione per la realizzazione della riforma: si mettano al tavolo con noi e ci aiutino. Basta con il bandierone della contestazione, decidano se vogliono partecipare al cambiamento o restare fuori dalla porta”.

Stanotte online le destinazioni dei 16.000 assunti

da tuttoscuola.com

Stanotte online le destinazioni dei 16.000 assunti

Questa notte all’una le migliaia di insegnanti precari che sperano di ottenere una delle 16mila cattedre disponibili dovranno mettersi davanti al computer, sul sito del Miur, per conoscere la propria sorte tramite il sistema informativo Istanze on line. Se avranno il posto e, cosa di non meno importanza, dove. Per decidere avranno dieci giorni di tempo. Entro la mezzanotte dell’11 settembre, infatti, i docenti dovranno decidere se accettare o meno la proposta.

La mancata accettazione della proposta comporterà l’esclusione dal piano straordinario di assunzioni e la cancellazione da tutte le graduatorie nelle quali si è inseriti. Unica eccezione prevista per i docenti che otterranno una supplenza annuale. La deroga consiste nel posticipare la nomina in servizio al prossimo anno scolastico. Per ottenere la nomina a tempo indeterminato i docenti dovranno comunque accettare la proposta.

Risparmiamo alla scuola inutili tensioni

da tuttoscuola.com

Risparmiamo alla scuola inutili tensioni
Presa di posizione dell’Anp contro l’invito alla resistenza attiva proposta dai sindacati della scuola

Al documento dei sindacati della scuola risponde l’Anp (Associazione Nazionale Presidi), confutando la posizione politica assunta per boicottare la legge 107/2015 mediante la resistenza attiva del personale scolastico.

Questo il documento completo, in parte già anticipato da Tuttoscuola.

Un documento “unitario” – nel senso che unisce le forze sindacali del comparto in nome dell’unico principio che sembra ancora capace di ispirarle (e cioè la pregiudiziale opposizione a qualunque cambiamento dello status quo) – si rivolge a tutti gli operatori della scuola per invitarli a comportamenti di aperto boicottaggio e disapplicazione della legge 107.

Non intendiamo in questa sede addentrarci nella confutazione dei singoli punti: stiamo preparando una serie di seminari professionali aperti ai dirigenti scolastici, nei quali analizzeremo in dettaglio la legge e i suoi aspetti applicativi. In quel contesto, preciseremo anche il nostro punto di vista sulle diverse questioni tuttora aperte.

Quello che nel frattempo ci preme evidenziare è invece l’insostenibilità dell’assunto centrale del documento: siccome i suoi estensori ritengono la legge incostituzionale e dichiarano di volerla impugnare davanti al giudice costituzionale, assumono che sia lecito procedere intanto in via unilaterale alla sua disapplicazione ed a comportamenti apertamente in contrasto con essa.

Tutti dovrebbero sapere – e i dirigenti scolastici certamente lo sanno – che una legge promulgata è efficace e va applicata da tutti i cittadini della Repubblica fino a quando rimane in vigore. Siamo quindi pronti ad attendere le pronunce della Suprema Corte, senza nutrire le stesse granitiche certezze dei sindacati in questione. Se, e quando, tutta la legge o parte di essa dovessero non superarne il vaglio, ci atterremo alla nuova situazione che si venisse a creare. Fino a quel momento, è dovere di tutti – e nostro in primo luogo – “rispettarla e farla rispettare”, secondo il precetto costituzionale. Ed in tutte le sue parti.

Altra cosa che tutti dovrebbero sapere è che le competenze degli organi collegiali sono stabilite per legge e non possono essere derogate da fantasiose quanto estemporanee deliberazioni dei loro componenti. E dovrebbero sapere che una legge successiva modifica una legge precedente che verta nella stessa materia anche quando non ricorra alla esplicita abrogazione. E quindi a nulla vale citare clausole contrattuali ormai obsolete (vecchie di otto anni ed abrogate dalle norme imperative di legge sopravvenute) o gli articoli del regolamento dell’autonomia che – anche quando non sono stati esplicitamente sostituiti, come nel caso dell’articolo 3 – sono stati ugualmente incisi dalla legge 107.

Quanto all’invito fatto ai componenti degli organi collegiali perché si astengano dal deliberare sulle materie loro attribuite dalla legge (come i criteri per la premialità), chi lo formula dovrebbe sapere che – quando un soggetto si astiene dal fornire le indicazioni o i criteri che la legge gli richiede di formulare – l’organo esecutivo ne può prescindere per procedere a quanto di sua competenza.

Ce n’è abbastanza per dire, serenamente, che se c’è una cosa che alla scuola debba essere risparmiata in questa fase di avvio del nuovo anno scolastico sono le tensioni inutili e le forzature pseudo-giuridiche. Chi ha titolo a farlo, espleti pure le procedure previste dalla Costituzione per impugnare la legge ed attenda l’esito relativo. Fino a quel momento, essa è vigente e va attuata, in tutte le sue parti e da tutti.

Quale esempio si pensa di dare alle giovani generazioni che nella scuola vengono formate ed educate alla cittadinanza? che le leggi si applicano solo se assecondano le nostre opinioni o i nostri particolari interessi? Sorprende che persone le quali sostengono di appartenere al mondo della scuola e di rappresentarlo mostrino di ignorare la regola fondamentale che sorregge ogni patto sociale: e cioè l’obbligo di rispettare la legge e di attuarla pienamente anche quando non la si condivide.

Una notazione da ultimo. Il clima che si prepara con il documento “unitario” (e con le troppe dichiarazioni sopra le righe che lo hanno preceduto ed accompagnato) è un clima di scontro, che sfocerà, secondo un copione già visto, in scioperi, blocchi della didattica, occupazioni ed altro. Tutto ciò di cui la nostra scuola non ha alcun bisogno e che non giova a farla “buona”. Alla fine, il conto lo pagheranno i giovani: e fra loro soprattutto i più deboli e i meno provveduti sul piano sociale, quelli che più di ogni altro avrebbero bisogno di frequentare con continuità e serenità per recuperare lo svantaggio iniziale.

Chi sta determinando le condizioni per un simile scenario si assume una duplice responsabilità: quella delle tensioni e delle disfunzioni che si adopera per alimentare e quella di usurpare una rappresentanza dell’interesse generale che nessuno gli ha attribuito. Nella più benevola delle ipotesi, i firmatari sono legittimati a rappresentare gli interessi dei docenti: e non siamo neppure sicuri che questo sia del tutto vero. Ma certamente non rappresentano quelli dei genitori e degli studenti: men che meno quelli dell’intero Paese, che paga un prezzo elevato per un servizio di istruzione messo irresponsabilmente a rischio.

Piaccia o non piaccia, l’interesse generale ha altre sedi costituzionali di rappresentanza: in primo luogo quel Parlamento cui spetta legiferare e contro il quale viene implicitamente lanciato l’invito alla delegittimazione ed alla disobbedienza. Ancora un elemento su cui riflettere, soprattutto quando a rendersene attori sono coloro che dicono di rappresentare gli educatori ed i maestri dei nostri giovani.

Risparmiamo alla scuola gli effetti più deleteri della legge 107/2015

da tuttoscuola.com

Risparmiamo alla scuola gli effetti più deleteri della legge 107/2015
Documento unitario dei sindacati rappresentativi della scuola

La chiamano resistenza attiva per non chiamarla boicottaggio, ma in sostanza i sindacati rappresentativi della scuola (Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda) con un documento unitario hanno deciso di fermare a tutti i costi l’applicazione della legge sulla “Buona Scuola” senza ricorrere, per il momento, a scioperi o mobilitazioni.

Questo il documento.

La legge 107/2015 in molte sue parti confligge con principi costituzionali e disposizioni normative e contrattuali. Ciò avviene, ad esempio, nel momento in cui essa lede la libertà d’insegnamento, crea un’autorità salariale nella figura di una sola persona (caso unico nei rapporti di lavoro pubblici), introduce meccanismi di valutazione individuale a cui conseguono premi in denaro che, in quanto elementi di natura salariale, sono da disciplinare in sede contrattuale, secondo quanto espressamente previsto dagli artt. 2, 42 e 45 del d.Lvo. 165/2001. A tali principi costituzionali e a tali disposizioni normative e contrattuali, di cui la legge 107 non ha sancito in alcun modo il superamento, è pertanto possibile fare riferimento nell’adottare comportamenti rivolti a salvaguardare un’idea di scuola fondata su partecipazione, collegialità e condivisione.

A breve si procederà a impugnare davanti al Giudice competente le parti della legge che si ritengono anticostituzionali; nel frattempo, in attesa che si pronuncino i giudici, si ritiene che i Dirigenti Scolastici, i Docenti, il personale ATA, i Genitori, gli Studenti possano e debbano far valere fino in fondo le prerogative di cui sono titolari attraverso azioni coordinate e mirate, perfettamente legittime, perché attuate nel rispetto delle leggi, del contratto e degli spazi concessi alla libera determinazione delle persone e degli Organi Collegiali.

A tal fine, fermo restando il doveroso rispetto dell’autonomia professionale dei docenti e del personale ATA e di quella degli organi collegiali di governo della scuola nelle loro deliberazioni, si forniscono alcune indicazioni di possibili e pienamente legittimi comportamenti, con lo scopo esclusivo di evitare che la legge 107 possa arrecare grave pregiudizio alla professionalità docente e alla libertà d’insegnamento, cosa che avverrebbe se la sua applicazione fosse rimessa a un indirizzo dirigistico e autoritario, estraneo alla cultura della scuola italiana.

Prerogative del Collegio Docenti

Tale organismo continua a rappresentare una sede fondamentale di partecipazione e di condivisione nel programmare e gestire l’attività della scuola, impegnando la responsabilità e la professionalità di ogni docente a partire dall’individuazione degli obiettivi e delle strategie di un’efficace offerta formativa, secondo quanto la norma assegna alle sue competenze, riconoscendogli “potere deliberante in materia di funzionamento didattico” (d.lvo 297/94, art. 7 comma 2).

Una delle competenze ad esso assegnate è quella di deliberare il piano annuale delle attività: tanto più puntuale risulterà la delibera tanto minore sarà il margine di discrezionalità esercitabile dal dirigente scolastico che lo deve attuare.

Pertanto la delibera dovrà:

 essere quanto più possibile chiara ed esaustiva;

 essere resa pubblica con affissione all’albo e sul sito istituzionale della scuola.

La legge, peraltro, non ha abolito gli artt. 4 e 5 comma 1 del DPR 275/99, ma ne ha solo modificato l’art. 3 relativamente alla procedura di definizione del POF triennale, adempimento dal quale discende l’individuazione del fabbisogno di posti per il potenziamento, per la progettazione e l’organizzazione, anch’esso pertanto oggetto di deliberazione da parte del Collegio.

Ancora al Collegio dei Docenti spetta deliberare se e quali articolazioni debbano essere eventualmente costitute (team, gruppi di progetto, dipartimenti ecc.) e come individuare i coordinatori degli organismi attivati con riferimento sia alla didattica che ad aspetti organizzativi. Lo stesso dicasi per i criteri e le necessità in base alle quali individuare, da parte del Dirigente Scolastico, gli incarichi da affidare fino a un massimo del 10% dei Docenti; gli stessi appaiono infatti strettamente legati alle competenze del Collegio in materia organizzativa e didattica discendenti dalle norme non abrogate del Regolamento dell’Autonomia (art 4 e art 5 comma 1 del DPR 275/1999).

Valutazione Il Collegio dei Docenti, che a settembre è chiamato a scegliere i propri rappresentanti nel Comitato di Valutazione, accompagni tale adempimento:

1. evidenziando le ragioni per cui si ritiene che la modalità configurata dalla legge non valorizzi adeguatamente la professionalità del corpo docente;

2. indicando nel contempo come opportuna la scelta di ricondurre l’individuazione dei criteri di erogazione all’ambito delle intese fra DS e RSU, stante anche la natura di compenso accessorio che la legge stessa assegna a tali emolumenti, rientranti perciò fra le materie soggette a disciplina contrattuale (art. 45 c. 1 del d.lgs 165/01 modificato dal 150/09).

In premessa di delibera vanno evidenziate, attraverso interventi di cui richiedere espressamente la verbalizzazione, le ragioni della proposta alternativa, le considerazioni inerenti lo scarto tra un’adeguata valorizzazione della professionalità e il modello proposto dalla legge ben lontano da un’idea collegialmente condivisa del riconoscimento del merito. Il valore della condivisione, sia nel Collegio sia in sede di contrattazione, è fondamentale per favorire una migliore qualità dell’offerta formativa, valorizzando la responsabilità e gli impegni assunti consensualmente dai diversi attori.

I componenti del comitato di valutazione, espressione del collegio che li ha individuati e scelti, potranno – conseguentemente e coerentemente a quanto indicato nel verbale del Collegio – astenersi dal formulare criteri per l’attribuzione del bonus, qualora non siano frutto di una condivisione all’interno del collegio dei docenti e della necessaria intesa in contrattazione di istituto, limitandosi di fatto a operare per la sola valutazione del periodo di prova ai fini della conferma in ruolo dei neo assunti.

Il Consiglio di istituto, rispetto alla costituzione del Comitato di Valutazione, può muoversi in analogia a quanto suggerito per il Collegio Docenti. Contestualmente potrà richiamare in modo esplicito l’auspicio che, nel rinvio al tavolo negoziale dei criteri e dei compensi per la distribuzione di queste risorse aggiuntive, le stesse siano ripartite con le stesse finalità e criteri stabiliti dalla contrattazione decentrata per il personale della scuola.

I Dirigenti Scolastici, in un’ottica volta a favorire condizioni di “buon governo” delle istituzioni loro affidate, possono assumere ogni comportamento utile a prevenire occasioni di conflitto valorizzando le prerogative e le deliberazioni degli Organi Collegiali, esercitando la propria leadership con modalità improntate a principi di condivisione e collegialità e ricorrendo alla forma (extracontrattuale) dell’intesa con le RSU, come premessa per garantire il miglioramento della qualità dell’offerta formativa. Peraltro, il comma 82 della legge afferma che il DS “può” individuare sul piano organizzativo e didattico propri collaboratori. Si tratta dunque di un’opportunità e non di un obbligo, che lascia impregiudicata la possibilità del DS di fare riferimento agli Organi Collegiali nella loro completezza.

E’ poi opportuno evidenziare che il DS non ha competenza in materia didattica. Infatti, l’articolo 25 del D.Lvo 165/2001, non abrogato dalla legge, attribuisce al dirigente solo funzioni di natura organizzativa e amministrativa (e non didattica), caratterizzandone in tal modo un profilo che la legge non ha modificato (ancora validi risultano gli artt. 4 e 5 del Regolamento). Ogni decisione riguardante l’organizzazione della didattica, ivi compreso quanto concerne le modalità di impiego a tal fine dei docenti (comma 1 art. 5 Regolamento autonomia) non può non tenere conto delle prerogative degli Organi Collegiali, prerogative che vigono nella loro integrità.

Il personale Ata, sia nella sua funzione di componente del Consiglio di istituto (elezione dei rappresentanti di Genitori, Docenti, Studenti nel Comitato di valutazione) sia nella sua eventuale funzione di componente RSU (contrattazione dei criteri per l’assegnazione delle risorse aggiuntive), potrà seguire le medesime indicazioni già illustrate per le altre componenti professionali (Docenti e Dirigenti Scolastici).

Va infine ribadito che attiene alle relazioni sindacali, ai sensi dell’art. 6 del CCNL, tutto ciò che riguarda le modalità di utilizzo del personale e le ricadute sull’organizzazione del lavoro. In particolare, in riferimento a quanto detto in precedenza, è opportuno che le Rappresentanze Sindacali Unitarie già a settembre chiedano l’apertura del confronto sindacale per definire intese tra le parti sui criteri con cui procedere per utilizzare le risorse comunque destinate a compensi per il personale.

La proroga del contratto precedentemente sottoscritto, per l’anno scolastico 2014-2015 va evitata, in considerazione della particolare complessità della nuova fase che si apre col nuovo anno scolastico, che è anche quello in cui le RSU elette a marzo 2015 sono per la prima volta interamente coinvolte nel processo di definizione del contratto d’istituto. Le RSU provvedano quindi con atto formale a richiedere l’avvio delle trattative per il rinnovo relativo all’anno scolastico 2015-2016, che devono iniziare, come previsto dal CCNL, entro il 15 settembre.

Giannini: deportazioni? Si sposta solo il 10-15%

da tuttoscuola.com

Giannini: deportazioni? Si sposta solo il 10-15%

Può capitare di spostarsi, ma la contropartita è la stabilità del posto. E su 102mila assunzioni parliamo solo del 10, al massimo del 15% del totale, cioè quello che è sempre stato anche negli anni passati, solo che prima erano supplenti mentre ora avranno il posto fisso“. Lo dice in un’intervista al ‘Corriere della Sera’ la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, rispondendo a chi parla di ‘deportazione’ degli insegnanti in seguito al piano sulla scuola. “Con la mobilità dopo tre anni potranno spostarsi – chiarisce -. Capisco le preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda le donne che hanno una famiglia. Ma sinceramente non mi sento di martirizzare questa situazione e parlare di ‘deportazione’ è inaccettabile“.

Secondo Giannini, “questo sarà un anno di transizione, c’è un piano straordinario di assunzioni da concludere, stiamo dando alla scuola gli insegnanti di cui ha bisogno e vogliamo che entro il 15 settembre, quando tutti gli studenti saranno in classe, ognuno sia al suo posto“. “Non ci sarà – assicura la ministra – alcun congelamento del piano di immissioni in ruolo attualmente in corso, il piano prosegue e non vi sarà alcuna ripetizione delle fasi già concluse“. Entro l’8 settembre “scade il termine per l’assegnazione delle supplenze: entro quella data un insegnante può scegliere se restare nella sua cattedra di supplente oppure andare nella scuola dove è stato assegnato. Ma la sua assunzione a tempo indeterminato parte formalmente da quest’anno“.

Dai sindacati – dice ancora Giannini – ci aspettiamo una collaborazione per la realizzazione della riforma: si mettano al tavolo con noi e ci aiutino“.

Infine sulla questione gender: “Lo dico una volta per tutte: la Buona scuola non contiene alcun riferimento alla teoria gender, chi lo dice non ha letto la legge che parla solo di educazione alla parità“.

LA SCUOLA DEL GRATUITO

2º CONVEGNO NAZIONALE

Un convegno per discutere insieme: insegnanti, genitori e studenti.

5 – 6 Settembre 2015

Repubblica di San Marino

Un nuovo convegno nazionale per discutere di questa proposta educativa ci sembra il modo più efficace per continuare a diffondere una cultura scolastica attenta alla persona, capace inoltre di incidere in termini di partecipazione, di democrazia e di felicità, sul tessuto sociale, il nostro, sempre più ripiegato su se stesso e incapace di dare futuro e speranza ai giovani.

In questo secondo convegno daremo più spazio alle esperienze concrete già esistenti attraverso testimonianze di insegnanti. Ci saranno anche provocazione da parte di alcuni studenti. Alla domenica sarà dato ampio spazio allo scambio di idee e riflessioni in lavori di gruppo più ristretti.

Chi siamo? Siamo un gruppo di insegnanti e genitori che cercano di approfondire, concretizzare e applicare la “Scuola del Gratuito”, un progetto pedagogico che si pone come obiettivo un’educazione capace di liberare la scuola e la società dai disastrosi condizionamenti della cultura del profitto. Essa si basa sulla motivazione naturale e gratuita di ogni giovane a crescere e sviluppare i suoi doni; promuove perciò un sapere interiorizzato e critico, la cooperazione educativa tra tutti i soggetti scolastici, la partecipazione degli studenti alla gestione della scuola stessa. Il progetto è stato teorizzato 20 anni fa all’interno dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini, un movimento ecclesiale fondato da Don Oreste Benzi, e in questi ultimi anni ha trovato alcune realtà concrete in cui è stato applicato con successo.

Crediamo che sia una proposta interessante per chiunque abbia a cuore la scuola, ed inoltre una proposta alla portata di tutti.

Ricordiamo che le iscrizioni si effettuano on-line all’indirizzo http:/bit.ly/sdg2015.
Per qualunque informazione scrivere a scuoladelgratuito@apg23.org.

organizzato da

Comunità PAPA GIOVANNI XXIII

GRUPPO DI STUDIO PER LA SCUOLA DEL GRATUITO

Scuola, nessun congelamento delle immissioni in ruolo

Scuola, nessun congelamento delle immissioni in ruolo

A seguito di alcune notizie di stampa il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca smentisce qualsiasi ipotesi di congelamento del piano di immissioni in ruolo attualmente in corso. Il piano prosegue e non vi sarà alcuna ripetizione delle fasi già concluse.

Le recenti ordinanze del Consiglio di Stato escludono esplicitamente qualunque impatto sul piano straordinario di assunzioni. I docenti oggetto delle ultime ordinanze saranno inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento e potranno partecipare, in base al loro punteggio, come da normativa vigente, alle assunzioni dei prossimi anni.

Scuola, l’alternativa di Emiliano alla riforma Renzi: affitti agevolati ai precari

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, l’alternativa di Emiliano alla riforma Renzi: affitti agevolati ai precari

Il presidente della Puglia lancia agevolazioni per gli insegnanti che dovranno trasferirsi in seguito al piano straordinario di assunzioni della Buona Scuola: una mossa utile anche per ritagliarsi un ruolo a livello nazionale