Neurolinguistica dell’apprendimento nelle nuove tecnologie

“Neurolinguistica dell’ apprendimento nelle nuove tecnologie”

Paolo Manzelli <egocreanet2016@gmail.com> , 335/6760004

< CONVEGNO- “ILSA” in -FIRENZE” 19-MAGGIO-2018>

→ Nuove sfide per la glottodidattica contemporanea on line (1)

(1) – La Mente che apprende http://www.edscuola.it/archivio/lre/mente_che_apprende.htm

→ L’avvento della rete internet e la multimedialita’ diffusa stanno modificando le modalita di apprendimento e di comunicazione dalla tradizionale presenza relazionale del docente che oggi puo’ essere ampiamente limitata previlegiando l’ auto-apprendimento on line. In questo cambiamento diviene opportuno favorire la conoscenza neurologica in relazione all’ apprendimento delle lingue per avere maggiore coscienza della natura cerebrale dell’appredimento linguistico cosi importante per comunicare il proprio pensiero e cultura.

Pertanto la mia relazione vorra’ focalizzare la necessita’ di realizzare uno sviluppo trans-disciplinare tra neuroscienze e glottodidattica presentando in breve i processi neuro-fisiologici dell’ apprendimento e della memorizzazione del suono ( Organizzazione della Coclea), a partire dalla associazione concettuale della Voce (Area di Wernike ) e della sua espressione linguistica (Area di Broka ) e delle associazioni colllegate alla motivazione ( Area Talamica) e l’ attenzione all’ auto-apprendimento empatico (neuroni Mirrors): Le precedenti cognizioni neuro-linguistiche di base che poi andranno articolate per proiettarle in contesti diversi di apprendimento ( bambini ,adulti , materna , e lingue straniere) (1)

(1) – http://arcaold.unive.it/bitstream/10278/1188/1/DaloisoR.pdf

Sintesi

  1. A) L’ organizzazione dell’udito per la percezione del suono : (nozioni di base)

vedi: riflessione ,http://www.edscuola.it/archivio/lre/suono_tempo.html

vedi Acustica : http://boccignone.di.unimi.it/Modelli_Percezione_files/LezPMPAcustica.pdf

Suono voce fononi : https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=99019

E importante sapere che la menbrana timpanica puo’ subire traumi per una pressione sonora oltre i 4.0 Hz.

La questione piu importante nella acquisizione cerebrale delle onde sonore risiede nel fatto che solo recentemente si e compreso che la selezione dei suoni e delle loro tonalita recepite dall’ orecchio vengono selezionate da un doppio sistema risonante ( Stereo-ciglia Neuronali in file multiple) che non solo ricevono le frequenze sonore ( tra 16.000 e 20.000 Hz) ma anche le mettono per creare una selezione per risonanza delle tonalita’ che possono essere indirizzate alla varie aree cerebrali interessate alla gestione ed alle emissione di suoni . Le cellule cigliate (alternativamente piegate verso l’ esterno e l’ Interno) sono elementi neuro-epiteliali di trasmissione sinaptica situati nel labirinto della coclea ( in numero tra 4000, e 12.000) , che sono specializzate per la trasduzione sensoriale meccano-elettrica La “sordita’” pertanto corrisponde al fatto che l’orecchio “potrebbe ricevere suoni ma non riesce ad emetterli” per selezionarli e comunicarli simultaneamente alle varie aree cerebrali le quali danno significato che poi vengano trasformati in linguaggio e canto la comunicazione sonora .

.B) Nuove sfide per la ricerca in glottodidattica e neurologia contemporanea

La struttura quantica del suono composta da biofononi (= quanti del suono) fluisce all’ interno della struttura neurologica che si comporta come un computer quantico scambiando informazione sonora selezionata dalla doppia corona di stereocilie (esterne ed interne) con le varie aree cerebrali interessate agendo in parallelo anziche’ in serie , permettendo cosi una rapida sintesi della comunicazione interattiva di biofononi.

“il potere del “cervello quantico” puo essere attivato e potenziato dallo sviluppo di conoscenze sulle innovazioni relative allo sviluppo del computer Quantistici che lavorano in Q.Bits.

.C) Nuove teorie della mente :

http://www.psicopolis.com/renafop/nuoveteoriemente.htm ;

http://www.edscuola.it/archivio/lre/teorie_mente.htm,

Synapsis 2014: https://issuu.com/synapsis9/docs/synpasis_magazine

Lo sviluppo della comunicazione interattiva dipende delle probabilita’ di sviluppare la comprensione degli stati mentali che presiedono alla organizzazione condivisa del pensiero ,sentimenti, motivazioni e credenze integrate al fine di rispondere coerentemente alle attese dell’ interlocutore.

  1. D) Il Cervello come Computer Quantico: per capire compiutamente l’attività cerebrali è oggi necessario far ricorso alla “Biologia Quantica” ,(www.bioquantica.org) che capace di rileggere la attivita encefalografica del cervello con la piu efficiente applicazione teorica

https://www.scienzaeconoscenza.it/blog/consapevolezza/quantum-brain-cervello-come-computer-quantistico

  1. E) -Le basi neurobiologiche dell’apprendimento linguistico

Lateralizzazione cerebrale e specializzazione emisferica  dell’ Uomo

L’emisfero sinistro controlla i movimenti e la sensibilità della parte destra del corpo e viceversa, L’emisfero sinistro ha contatti con l’ emisfero desto attraversi il Corpo Calloso , ma risponde alle frequenze delle onde quantiche ( componente temporale) anziche’ alla loro lunghezza d’onda mentre l’ emisfero destro previlegia la componente spaziale ) L’emisfero sinistro è più specializzato nelle funzioni linguistiche (e nella comunicazione) per tramite la specializzazione nei processi di analisi e categorizzazione pertanto é maggiormente interessato nella decodificazione e produzione di componenti fonologiche, morfologiche, sintattiche e lessicali del linguaggio. L’emisfero destro invece è più specializzato nelle funzioni che implicano una elaborazione di tipo “visuo-spaziale” ed appare piu’ correlato al sistema Talamico che è deputato alla elaborazione affettiva ed emotiva del suono.

 

F)-Le aree funzionali del linguaggio Area di Wernike ed Area di Broca’ .

L’accesso alle aree che processano le funzioni del linguaggio è determinante sia per significare il suono , sia per trasdurlo in linguaggio parlato

Tale a dimensione processuale del linguaggio è affidata a die aree specifiche dell’ emisfero sinistro .

L’area di Wernicke, dal nome di Carl Wernicke, che nel 1887 individuo’ l’ area percettiva del linguaggio, nell parte del lobo temporale sinistro del cervello, le cui funzioni sono specifiche per attuare la comprensione cognitiva del linguaggio. L’ Area di W. è connessa direttamente con la Memoria a Lungo Termine e si coordina con la area Broca’ tramite un percorso neurale specifico detto fascicolo arcuato.

L’area di Broca’ (dal nome del medico Pierre Broca’) nel 1861 scopri che essa corrisponde all’ area del linguaggio articolato, ed e situata nell’ emisfero cerebrale anteriore –sinistro , la cui funzione principale consiste ed articolazione del linguaggio parlato. L’area di Broca’ e quindi , il centro cerebrale che presiede alla capacita’ dell’ uomo di esprimersi, attraverso la voce; pertanto tale area di B: è profondamente coinvolta anche nella creazione delle strutture grammaticali astratte del linguaggio. Di fatto il linguaggio può essere generato in modo indipendente dal suono, come quando si scrive o si pensa per attuare un saldo riferimento alla memoria a lungo termine, Comunque normalmente l’introspezione muta del linguaggio è importante per l’ apprendimento favorendo che i nostri pensieri risuonino nel cervello, come se stessimo ascoltando un discorso interno personalizzato, cosi da generare l’impressione che il suono sia separabile dal linguaggio parlato nell’ ambito di un fattore temporaneo dotato di forte intenzionalita’. Pertanto .l ‘area di B. non si limita a intervenire solo nel momento in cui è necessario trasformare il “discorso interno” in una serie di comandi all’apparato fonatorio, ma concorre alla formazione di caratteristiche linguistiche più astratte, come l’elaborazione grammaticale della lingua.

G)- I Neuroni Specchio “MIRROR NEURONS”: e la Empatia.

Tra gli anni ’80 e ’90 del secolo scorso un gruppo di ricercatori dell’Università di Parma (coordinato da Giacomo Rizzolatti  iniziò a dedicarsi allo studio della corteccia premotoria. di alcune scimmie . per interpretare il ruolo della empatia nella formazione cerebrale .

Educazione & Scuola http://www.edscuola.it/archivio/lre/mirror_neurons.htm , http://www.descrittiva.it/calip/dna/mirror.htm , http://www.psicolab.net/public/pdfart/10188.pdf

EMPATIA E COMUNICAZIONE : La regolazione delle emozioni condivise è un processo fondamentale nella nostra vita comunicativa sociale ed economica .Sintonizzarsi Empaticamente con l’ ascoltatore interattivo e piu’ facile in presenza ma puo essere comunicato anche a distanza.. La possibilità di regolare le proprie emozioni mediata dall’ apprendimento cosciente delle funzionalita’ dei neuroni specchio, puo essere indotta ed appresa socialmente da una azione innovativa risonante con le necessita di sviluppo della interattivita multimediale di internet. L’empatia è infatti quel tipo di induzione reciproca di un “sentimento” che induce a immedesimarsi negli stati d’animo del prossimo , e che pertanto consente di imparare per imitazione. Le recenti scoperte nel campo delle neuro-scienze hanno messo in luce l’attività dei “Neuroni Specchio” che sono sensibili ad interpretare sensazioni inter-soggettive e comunicarle a distanza cosi’ che determinano le capacita di vita sociali tra le specie viventi piu evolute. L’empatia (da: En=dentro e Phatos= sentimento) è pertanto l’espressione di una attività neurologica inclusa nella naturalezza biologica del cervello umano, la quale potrà trovare una sua maturazione nel divenire altamente sociale in un mondo globalizzato. Educare alla motivazione e all’attenzione ed empatica permette di facilitare notevolmente l’ apprendimento linguistico.

H)- La dimensione percettiva della “sonorita’ “ del linguaggio

Nell’ apprendimento delle Lingue va tenuto conto della rapporto tra “Frequenza e Armonia e Ritmo” (Loundness “L” ) nella percezione di suoni non nativi compresi i dialetti . La Sonorita’ tratta della caratteristica fonetica per cui la voce acquista un timbro tonale del suono di tipo , aspro,dolce,vivace,solenne ecc che caratterizza una poesia o l’ opera musicale. La sonorita acustica appresa fin da bambino , influisce nell’ apprendimento da adulto della lingua proprio in quanto tale sonorita’ è registrata nelle memoria a lungo termine e fa da riferimento ad ogni successiva percezione linguistica . Cosi ad es la Sonorita’ tra Italiano e Spagnolo e assai simile ( il “L” si caratterizza nell’ intervallo tra 2000 e 4000 Hz per entrambe le lingue di origine Latina. Cio’ diversamente dal Francese dove il “L” si caratterizza tra i 3500 e 7000 Hz , mentre per l’ Inglese il “L” e tra i 4000 e 9000 Hz) .La differenza di “L” nativo puo creare un impatto negativo nelle capacita di segmentazione in sillabe di diversi linguaggi e cio’ rendere difficile la comprensione di una nuova lingua o di un differente dialetto . Certamente le sonorita di alcune linguaggi che hanno un ampio intervallo di frequenze native udibili ( come ad es le Lingue Serbe con “L” tra 200- 1600 Hz) presentano maggior facilita’ di apprendimento di nuovi linguaggi) Infine altre modificazioni fonetiche possono essere prese in considerazione come ad es la desonorizzazione finale, che è un tipo di modificazione fonetica praticata osservata in certe lingue Europee ed internazionali Il fenomeno si verifica particolarmente nel tedesco, in ceco, in polacco, in russo, ,turco, olandese e consiste nel pronunciare sistematicamente le consonanti come sorde in finale di parola, determinando una difficolta di apprendimento tra lettura e pronuncia

I)- La memoria sensoriale breve termine e la memoria a Lungo Termine. (MTL)

La MTL si differenzia dalla memoria di lavoro a cui partecipa ogni singolo neurone ed e collocabile in una area protetta alla base del cervello centrale capace di connettersi alle regioni piu’ antiche del nostro sistema neuronale centrale che inizia dalla colonna cerebrale

Le memorie a lungo termine https://www.scribd.com/document/238134120/Manzelli-Paolo-Cervello-e-Memoria; http://www.storiologia.it/cervello/cerv01.htm

Tracce Mnesiche : https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=100410

L)- Lo sfondo metodologico della Educazione a distanza ( e-learning) : multimedialità, interattivita’ creativita’, socializzazione.

Come conclusione di questa ampia ed articolata riflessione su “Neurolinguistica dell’ apprendimento nelle nuove tecnologie” è necessario precisare che  la E.Learning interattiva non puo’ limitarsi a un fattore tecnologico (Web. 2.0 e multimedialita’) ma ad una sperimentazione creativa dell’ apprendimento collaborativo e condiviso basata su la ricerca di contenuti trans-disciplinari ed di una logica costruttivistica del sapere nonche’ del suo continuo aggiornamento finalizzato ad una ampia diffusione e socializzazione di saperi innovativi sia che campo della scienza che dell’ arte. .

– Nuovi Scenari nella didattica delle Lingue :

https://iris.unipa.it/retrieve/handle/10447/102431/137541/TESI%20DOTTORATO%20MEO%20DANIELA%20L-LIN_02%20-XXI%20CICLO-.pdf

Arte e Scienza Quantistica: : http://www.ticonzero.name/1/scienza_e_arte_di_paolo_manzelli_6597996.html

RINNOVO CONTRATTUALE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

DiSAL E IL RINNOVO CONTRATTUALE DEI DIRIGENTI SCOLASTICI

Premessa
La Direzione Nazionale dell’Associazione Professionale dei dirigenti scolastici DiSAL, riunita a Milano il 21
aprile 2018, in previsione dell’imminente ripresa del confronto contrattuale per la definizione del CCNL
dell’area dirigenziale C) Istruzione e Ricerca, così definita dall’Accordo Quadro del 13 luglio 2016, auspica
una positiva conclusione del confronto contrattuale in sede ARAN, tenuto conto del lungo periodo di
blocco.
In questa particolare occasione, nel rispetto delle prerogative sindacali e di quelle di Parte Pubblica in
materia, l’Associazione professionale DiSAL offre, all’attenzione delle Parti interessate ed ai Dirigenti
scolastici, alcuni elementi di riflessione, unitamente ad alcune richieste provenienti dai propri soci e di cui
intende farsi carico.
Ridefinizione del profilo del dirigente scolastico
Appare opportuno sottolineare, in via preliminare, come l’attuale dibattito sul rinnovo contrattuale dei
dirigenti scolastici sia polarizzato sugli aspetti retributivi, mentre parrebbe essere passato in secondo piano
il tema della ridefinizione del profilo dirigente scolastico che riteniamo debba essere affrontato e chiarito
unicamente per via legislativa. Non condividiamo, pertanto, l’impostazione dell’Atto di indirizzo relativo al
Comparto scuola che, nella sezione dedicata ai Dirigenti scolastici, affida in effetti alla contrattazione il
compito di declinare il profilo professionale del dirigente. La scuola è un’istituzione che eroga un servizio
pubblico, in cui operano, con ruoli istituzionali e comportamentali diversi, soggetti eterogenei (docenti,
genitori, studenti, ecc.). In questo contesto il dirigente scolastico esercita, tra le altre, funzioni
amministrative e gestionali che, in quanto funzioni a rilevanza pubblica, possono essere esercitate solo
all’interno di un chiaro quadro legislativo che, invece, ha fatto registrare nell’ultimo decennio diverse
innovazioni, talvolta contradditorie tra loro, modificando di fatto l’originario profilo del dirigente scolastico
della scuola dell’Autonomia delineato nel D.Lgs 165/01.
Diversi interventi dei recenti Governi e del Parlamento in materia di riforme della Pubblica Amministrazione
(Dlgs 150/09 e L. 124 /2015 cd legge Madia) e dell’Istruzione e della Formazione (DPR 80/13, L. 107/2015
con particolare riguardo all’art.1 c.78) rendono necessaria per questo una piena ed adeguata rivisitazione in
sede legislativa del profilo del dirigente scolastico.
Stante l’attuale precario quadro politico, che non fa pensare ad interventi legislativi organici in materia nel
breve periodo, uno strumento per mettere mano a tale operazione di raccordo tra le diverse norme che
hanno modificato profondamente ruolo, funzioni e responsabilità dei dirigenti scolastici, potrebbe essere
costituito dall’attuazione – se non decaduta – della nona e ultima delega di cui alla L. 107/2015, inerente la
revisione del decreto legislativo 297/1994 Testo Unico sulla Scuola, all’interno del quale inserire elementi,
definizioni, responsabilità definitori del profilo del dirigente scolastico, prevedendone poi una successiva
ratifica parlamentare.
Responsabilità in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro
Per quanto concerne la delicata questione delle responsabilità del dirigente scolastico in materia di
sicurezza e tutela della salute, invece non resta che attendere che il nuovo Parlamento lo rimetta
nell’agenda dei temi prioritari, facendo tesoro di proposte di legge già presentate e discusse alla fine della
scorsa legislatura cui DiSAL ha fornito il massimo supporto in termini di collaborazione e di elaborazione.
Profilo del dirigente scolastico e contratto di lavoro
DiSAL ritiene che sarebbe evidentemente opportuno redigere e sottoscrivere un nuovo Contratto di lavoro
solo dopo la definizione per via legislativa del profilo e di nuove responsabilità del dirigente scolastico.
Tuttavia, poiché bisogna prendere atto, ancora una volta, che non c’è consequenzialità tra i diversi passaggi
e che urge il rinnovo del contratto di lavoro, non è da escludere che già in esso possano essere ricondotte
specificità, ruoli, azioni e responsabilità del dirigente scolastico, avendo cura, però, di non invadere – come
sopra affermato – le riserve di legge, così come peraltro previsto dagli artt.1 e 2 del CCNL 2002/2005 della dirigenza scolastica e riconfermato dall’art. 1 del CCNL 2006/2009, rispetto alla definizione e contenuti della funzione dirigenziale, in cui si fa esplicito rinvio alle previsioni del D.Lgs 165/01.
E’ da auspicare, invece, che la parte giuridica del prossimo nuovo contratto dei dirigenti scolastici relativa al profilo professionale si occupi di ridefinire, migliorandole, le loro condizioni di lavoro fortemente sbilanciate verso compiti di natura burocratica, spesso collegati a richieste ed esigenze che provengono da altre amministrazioni. E’ opportuno, in tal senso, che accanto al confronto sull’onnicomprensività della retribuzione, siano ridefinite in sede contrattuale le modalità di conferimento degli incarichi, la sostituzione durante le ferie e nei periodi di malattia, le specifiche responsabilità amministrative, i rapporti di responsabilità con il Direttore amministrativo,…
Il Contratto di lavoro non potrà non declinare, infine, un articolato riguardante la formazione in servizio dei dirigenti scolastici nel quale prevedere una congrua destinazione di risorse e permettere attraverso il sistema diffuso dei voucher il protagonismo dei soggetti titolari della formazione dei dirigenti scolastici, comprese le associazioni professionali che svolgono spesso una funzione di supplenza alle carenze dell’amministrazione centrale e invece dovrebbero risultare strategiche anche attraverso il libero organizzarsi delle opportunità di formazione tra dirigenti scolastici o tra reti di scuole.
La retribuzione del dirigente scolastico
Appare invece urgentissimo che alcuni aspetti legati alla retribuzione debbano trovare adeguate soluzioni nella imminente fase di contrattazione mettendo mano, dopo oltre dieci anni dall’ultimo confronto contrattuale, alle questioni stipendiali rimaste sospese.
Tale questione era già matura alla naturale scadenza della vigenza contrattuale 2006/2009, ma proprio il blocco della contrattazione non ha permesso di proseguire nel percorso di perequazione esterna delle retribuzioni dei dirigenti scolastici rispetto ad altre analoghe figure dirigenziali del comparto pubblico (a fronte peraltro di maggiori responsabilità dei primi ed all’aumento di carico di lavoro derivante dalle operazioni di dimensionamento scolastico e di conferimento reggenze sulle sedi vacanti, oltre alle già ricordate “molestie” burocratiche). La mancanza di confronto, unitamente all’assenza di destinazione di risorse (cui in parte e in maniera insufficiente ma non strutturale ha provvisto solo di recente la L.107/15) non ha permesso neppure di sanare la sperequazione interna che si era creata tra gli ex direttori didattici e presidi in ruolo nel 1999/2000 e i presidi incaricati dei primi anni 2000 e coloro che sono entrati in ruolo con gli unici due concorsi ordinari del 2007 e 2011 (che, tra l’altro, rappresentano ormai la maggioranza dei colleghi in servizio), senza citare le sperequazioni stipendiali tra le diverse regioni in materia di retribuzione di posizione parte variabile e di risultato su cui si ritornerà qui sotto.
Aspetti critici da affrontare
Si segnalano, infine, le seguenti criticità che il tavolo di contrattazione dovrà urgentemente e positivamente affrontare e risolvere:
 dedicare attenzione alla sfasatura tra il triennio contrattuale 2016/2018 e le risorse messe a disposizione dalla Legge di stabilità che coprono due annualità 2019 e 2020 che vanno oltre la vigenza contrattuale peraltro già in scadenza a dicembre di questo anno;
 realizzare una reale perequazione esterna: il nuovo Contratto dovrà integrare quanto già definito per i comparti pubblici, rendendo disponibili al tavolo contrattuale le risorse stanziate specificamente per i dirigenti scolastici con il comma 591 della Legge di bilancio 2018 (L.205/17), ponendo così le premesse per una progressiva perequazione. Il tentativo, con queste limitate risorse a disposizione, risulta quello di “…armonizzare progressivamente l’indennità di posizione parte fissa dei dirigenti della scuola (ex Area V) con il valore della corrispondente voce retributiva prevista per gli altri dirigenti dell’area;  regolamentare e tutelare la costituzione del Fondo Unico Nazionale: l’Atto di indirizzo richiede, come per tutte le Aree dirigenziali, l’assorbimento della retribuzione di posizione parte fissa nella voce stipendiale, passaggio questo che potrebbe avere dei riflessi negativi nella costituzione del Fondo Unico Nazionale (FUN), soprattutto in una situazione in cui le reggenze si annunciano in numeri significativi per almeno altri uno/due anni scolastici stante il ritardo delle procedure del nuovo concorso;  attuare una corretta e celere corresponsione del FUN superandone l’attuale gestione puramente ragionieristica da parte del MEF/MIUR: la corresponsione, cronicamente in ritardo ogni anno, dovrà avvenire previa ridefinizione dei suoi criteri di costituzione e quantificazione, rivedendo gli attuali
meccanismi relativi alla determinazione delle fasce, oggi variabili da regione a regione e quelli di erogazione della retribuzione di posizione parte variabile e risultato. Il FUN di fatto si è ridotto rispetto alle misure in atto prima del 2010, registrando un con recupero solo temporaneo con le risorse messe a disposizione dalla L.107/15 e anche a seguito della riduzione del numero della platea dei beneficiari; quest’ultimo concausa peraltro è prevedibile che nel 2019/20, con l’espletamento delle procedure concorsuali, cessi i suoi effetti, per la ricostituzione dell’organico dei Dirigenti. Tra l’altro si tratta di un compenso contrattualmente dovuto a fronte di una prestazione già resa in concomitanza con un aumento esponenziale dei carichi di lavoro come sopra ricordato. Da rilevare che, a seguito dei processi di dimensionamento scolastico, il numero di dirigenti scolastici si è progressivamente ridotto: da 12000 dirigenti scolastici in organico nel 2000 agli 8000 di oggi. Inoltre il FUN viene distribuito in base ai posti in organico delle diverse regioni, anziché in base al numero dei dirigenti in servizio: il risultato di questo orientamento è che i dirigenti che operano nelle regioni con forti vuoti sono avvantaggiate rispetto a quelle ad organici pieni, generando quindi una nuova sperequazione tra i colleghi questa volta da regione a regione le regione;  regolamentare il recupero totale della quota della RIA, nel momento della cessazione dal servizio dei dirigenti scolastici che ne hanno goduto. Tale quota contribuisce ad alimentare il fondo regionale, per essere ridistribuita ai dirigenti in servizio nella retribuzione di posizione parte variabile. Si tratta, infatti, di fondi contrattuali appartenenti al comparto scuola, secondo quanto stabilito già nei CCNL, quello di ingresso nell’area dirigenziale V del 2001 e in quello del 2002/2005;  definire la problematica gestione della retribuzione di risultato oggi legata alle controverse procedure della valutazione dei dirigenti scolastici.

Invalsi, le domande che frenano la voglia di sognare

da La Stampa

Invalsi, le domande che frenano la voglia di sognare

Federico Taddia

Fissare negli occhi un alunno di quinta elementare e cercare in lui l’adulto di domani. Non vedendo e ignorando quello che – qui e ora – si ha di fronte: il bambino di oggi. «Pensando al tuo futuro, quanto pensi che siano vere queste frasi?». Ecco una delle domande inserite nel «Questionario degli studenti» allegato alla prova Invalsi di italiano della scuola primaria. Quesiti posti per raccogliere informazioni sugli studenti e il loro ambiente sociale. Mentre la prove Invalsi infatti misurano, o cercano di farlo, la qualità dell’apprendimento delle competenze, il questionario pone il focus sulle variabili di contesto, come l’habitat di riferimento, lo status famigliare e la percezione di stessi rispetto alla formazione. «Pensando al tuo futuro, quanto pensi che siano vere queste frasi?».

Chissà con quale slancio emotivo i piccoli esaminati si sono immaginati tra 10, 20 anni… Chissà la gioia nel poter, finalmente, svelare i propri sogni, confessare le passioni, svelare ai grandi le trame contorte e spesso irrealizzabili che – per fortuna – la fantasia ti aiuta a tessere… E invece loro, i grandi, nella scelta delle opzioni hanno dato un bel calcio alla giostra dell’immaginazione, prospettando un avvenire figlio del proprio presente: avido, sterile e rassegnato. «Raggiungerò il titolo di studio che voglio». «Avrò sempre abbastanza soldi per vivere». «Nella vita riuscirò a fare ciò che desidero». «Riuscirò a comprare le cose che voglio». «Troverò un buon lavoro». Da «Per niente» a «Totalmente» ai bambini è stato chiesto – imposto – di esprimere quanto sentissero vere queste frasi. Quanto quegli auspici fossero i loro auspici. Il buon lavoro, il comprare quello che si vuole, avere abbastanza soldi: se lo canta «Sfera Ebbasta», e con lui i nostri figli, non lo capiamo ma lo possiamo accettare. Fa parte dello spettacolo, della moda, del momento. Ma che sia la scuola elementare a farti misurare la felicità in euro è un qualcosa di incomprensibile. E di tristemente pericoloso.  Lì, dove di educhi alla vita, alle relazioni, al gusto della scoperta, deve una zona neutra, una riserva di vitalità e speranza, un presidio di chi può pensare al proprio futuro vedendosi astronauta o showgirl, calciatore o scienziata, cuoco o pilota d’aerei, senza dover mettere i soldi come primo obiettivo. «Sono domande standard, uguali in tutta Europa, non meccanicamente tradotte ma adattate al singolo Paese». Così hanno spiegato dall’Invalsi, e da «Per niente» a «Totalmente» ognuno può giudicare quanto sia vera l’esigenza di una scuola che oltre a saper valutare sappia rilanciare. E sappia trasmettere il valore della possibilità. La possibilità di essere quello che si è. Essere bambini, pensare da bambini, immaginare da bambini. Per poi crescere, con i propri tempi e i propri spazi. Tra adulti in grado di dare tempi e dare spazi. E non capaci solo di tingere di grigio un mondo che non riescono più a vedere in nessun altro colore.

Esami Stato I grado, docenti di religione cattolica in Commissione

da Orizzontescuola

Esami Stato I grado, docenti di religione cattolica in Commissione

di redazione

Il 31 marzo u.s., si è svolto al Miur un incontro sull’esclusione dalla Presidenza delle commissioni degli esami di Stato di II grado dei dirigenti scolastici delle scuole secondarie di primo grado e degli istituti comprensivi.

Ne abbiamo già parlato in Esami Stato II grado, Miur: dirigenti scuole primo grado possono partecipare. Domanda in modalità cartacea

Nel corso dell’incontro, è stato affrontato anche il tema della partecipazione dei docenti di religione cattolica agli esami di Stato di I grado, relativamente alla quale erano stati espressi da più parti dei dubbi (ANP compresa). Ricordiamo che in un articolo di G. Onnis avevamo sottolineato che la lettura della normativa conduceva a ritenere che i suddetti docenti dovessero partecipare agli esami.

I dubbi sono svaniti, confermando la lettura della prof.ssa Onnis, come si evince dal resoconto della Flc Cgil che ha rappresentato anche la preoccupazione dei dirigenti scolastici del primo ciclo per la complessità delle operazioni d’esame dovuta alla presenza del docente di IRC o di attività alternative all’IRC, per la prima volta in commissione d’esame, dal momento che l’articolo 8 del DLgs 62/2017 ha previsto che la commissione d’esame sia costituita da dai docenti del consiglio di classe”.

Le preoccupazioni, espresse dal sindacato, discendono dal fatto che la partecipazione dei docenti di religione cattolica o attività alternativa rallenteranno le operazioni d’esame, considerato che gli stessi sono presenti in diverse terze e non solo della stessa scuola. 

L’Amministrazione, sebbene consapevole delle summenzionate difficoltà, non ha mostrato alcuna apertura ad un eventuale modifica della normativa, anzi ha risposto che la stessa va applicata.

Nessun dubbio, quindi, sulla partecipazione agli esami conclusivi del primo ciclo di Istruzione dei docenti di religione cattolica/attività alternativa.

Aggiornamento

(l’articolo è stato pubblicato il 1° aprile u.s.)

Evidenziamo che l’incontro, come suddetto, si è svolto il 31 marzo scorso e da allora l’amministrazione non ha fornito ulteriori indicazioni in merito, nonostante le conseguenti difficoltà evidenziate da più parti.

Concorso Dirigenti scolastici: dal 4 al 5 giugno il collaudo delle postazioni

da La Tecnica della Scuola

Concorso Dirigenti scolastici: dal 4 al 5 giugno il collaudo delle postazioni

Esame del I ciclo: chiarimenti su prova di lingua straniera e alunni con disabilità, DSA e BES

da La Tecnica della Scuola

Esame del I ciclo: chiarimenti su prova di lingua straniera e alunni con disabilità, DSA e BES

#PalermoChiamaItalia, Nave della Legalità pronta a salpare: 70mila studenti contro le mafie

da Tuttoscuola

#PalermoChiamaItalia, Nave della Legalità pronta a salpare: 70mila studenti contro le mafie

È dedicato agli uomini e alle donne delle scorte, eroi silenziosi che rischiano quotidianamente la vita per proteggere servitori dello Stato come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il tema della riflessione dei 70mila ragazzi di tutta Italia che saranno coinvolti nella commemorazione del 26esimo anniversario delle stragi di Capaci e di Via D’Amelio. Nel nome degli “angeli custodi” del passato e del presente si svolgeranno tutte le iniziative promosse quest’anno dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e dalla Fondazione Falcone.

Fra queste, la Nave della Legalità che salperà il 22 maggio prossimo dal porto di Civitavecchia con a bordo oltre 1.000 studenti che, insieme a magistrati e rappresentanti delle istituzioni, raggiungeranno l’indomani Palermo per unirsi a migliaia di altri giovani e dire “no” a tutte le mafie e alla criminalità organizzata. Un coro di voci che attraverserà il Paese grazie alle attività organizzate dagli Uffici Scolastici Regionali del MIUR che animeranno le Piazze della Legalità.

Le celebrazioni ufficiali nell’Aula Bunker dell’Ucciardone di Palermo, le iniziative nelle piazze e nelle scuole della città, i due cortei pomeridiani che il 23 maggio, nel pomeriggio, confluiranno sotto l’albero intitolato a Falcone, in via Notarbartolo, saranno il cuore pulsante di #PalermoChiamaItalia, manifestazione per commemorare i giudici Giovanni FalconeFrancesca MorvilloPaolo Borsellino e le donne e gli uomini delle loro scorte, Agostino CatalanoWalter Eddie CosinaRocco DicilloVincenzo Li MuliEmanuela LoiAntonio MontinaroVito SchifaniClaudio Traina. Ma tante altre saranno le manifestazioni spontanee in tutto il Paese.

Dal 2002 il MIUR e la Fondazione Falcone promuovono percorsi di educazione alla legalità nelle scuole di ogni ordine e grado. Progetti che trovano il loro culmine nelle commemorazioni del 23 maggio a Palermo. Negli anni questi percorsi si sono arricchiti di collaborazioni importanti con il coinvolgimento delle Forze dell’Ordine, con accordi firmati con l’Autorità nazionale anticorruzione, la Procura nazionale antimafia, il Consiglio superiore della Magistratura, l’Associazione nazionale magistrati, la Corte dei Conti.  Quest’anno, con la collaborazione della Polizia di Stato, è stato indetto il concorso “Angeli custodi: l’esempio del coraggio, il valore della memoria”, al quale hanno partecipato oltre 700 scuole italiane.

Autismo. Approvate le nuove linee di indirizzo per la promozione e la qualità degli interventi

Il Farmacistaonline.it del 11-05-2018

Autismo. Approvate le nuove linee di indirizzo per la promozione e la qualità degli interventi

Il documento approvato in Conferenza Unificata è una linea di indirizzo nazionale da utilizzare come supporto per la programmazione, riorganizzazione e potenziamento dei modelli assistenziali e dei servizi socio sanitari a livello regionale e locale, vista la disomogeneità e incompletezza delle precedenti linee di indirizzo. L’INTESA. 11 MAG – Intesa in Conferenza Unificata – purché il tutto sia compatibile con le risorse disponibili a livello locale – sull’aggiornamento delle linee di indirizzo per la promozione e il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nei disturbi dello spettro acustico, necessario per la disomogeneità e incompletezza delle precedenti linee di indirizzo.

Il documento approvato è una linea di indirizzo nazionale da utilizzare come supporto per la programmazione, riorganizzazione e potenziamento dei modelli assistenziali e dei servizi socio sanitari a livello regionale e locale.

Per quanto riguarda l’Italia, le uniche stime di prevalenza a oggi disponibili sull’autismo fanno riferimento alle Regioni Emilia-Romagna e Piemonte e sono basate sui sistemi informativi regionali.

In Piemonte è in vigore a partire dal 2003 un sistema informativo che raccoglie i dati delle 27 Unità Operative di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza che partecipano all’Osservatorio regionale sulla disabilità infantile. Sulla base di tali dati, la prevalenza di diagnosi di ASD nella regione Piemonte è di 3,8 per mille nella popolazione target 0-17 anni [0.74 per mille (0-2 anni), 6.2 per mille (3-5 anni), 4.2 per mille (6-10 anni), 4.1 per mille (11-13 anni), 3.2 per mille (14-17 anni)].

In Emilia­ Romagna, dove opera dal 1999 un sistema per la registrazione delle prestazioni sui soggetti presi in carico, la prevalenza totale nell’anno 2016 è del 3.9 per mille nella popolazione target 0-17 anni, 2.9 per mille (0-2 anni), 5.5 per mille (3-5 anni), 4.3 per mille (6-10 anni), 3 per mille (11-17 anni).

Sia i dati del Piemonte che quelli dell’Emilia Romagna confermano il progressivo abbassamento dell’età di prima diagnosi. Questo dato assume una particolare rilevanza alla luce del crescente corpo di evidenze scientifiche, che segnalano l’importanza della diagnosi e del trattamento precoce così come la necessità di costruire una cornice di interventi basata sull’evidenza e adattata ai bisogni della persona nello spettro autistico in tutte le diverse epoche della vita. In età adulta i dati sono ancora più scarsi ed è necessario implementarne la raccolta.

Obiettivi del documento di aggiornamento sono di individuare una serie di obiettivi e azioni prioritarie per fornire indicazioni omogenee per la programmazione, attuazione e verifica dell’attività della rete dei servizi per le persone nello spettro autistico in tutte le età della vita, favorendo il raccordo e il coordinamento tra tutte le aree operative coinvolte.
Integrazione e coordinamento delle diverse agenzie e servizi pubblici nelle aree della sanità, istruzione, sociale, lavoro, sono necessari per realizzare interventi appropriati e congrui rispetto ai bisogni delle persone nello spettro autistico in tutte le epoche di vita garantendo la continuità dei servizi dall’età evolutiva all’età adulta e lo sviluppo coerente di un percorso di vita.

INTERVENTI MIRATI DI SANITA’ PUBBLICA CON FINALITA’ STRATEGICHE. Azioni.
• Ricognizione aggiornata della normativa regionale, generale e di settore, con particolare riferimento ai piani e programmi regionali per ASD.
• Ricognizione aggiornata dell’offerta sanitaria e sociosanitaria esistente su base regionale.
• Predisposizione di un sistema informativo finalizzato a raccogliere dati provenienti dai servizi sanitari e socio-sanitari per i disturbi neuropsichiatrici dell’infanzia e dell’adolescenza, che consenta di evidenziare le informazioni specifiche relative ai disturbi dello spettro autistico, possibilmente da integrare con i dati provenienti dai servizi sociali e dagli Uffici Scolastici Regionali. È fondamentale predisporre un sistema informativo nell’ambito del quale sia realizzata una cartella clinica unica per l’individuo, dall’età evolutiva all’età adulta, in maniera tale da ottimizzare la continuità assistenziale anche grazie alla trasmissione aggiornata e continua delle informazioni sociosanitarie.
• Analoga valorizzazione delle informazioni riguardanti gli individui con ASD in età adulta va prevista all’interno dei sistemi informativi esistenti.

PREVENZIONE E INTERVENTI PRECOCI. Azioni.
• Interventi di sensibilizzazione della popolazione generale relativamente all’importanza di promuovere il benessere del bambino, il suo neurosviluppo, e di favorire la conoscenza sui segni e sintomi precoci dei disturbi.
• Attività formative specifiche rivolte alla rete sanitaria ed alla rete educativa ai fini di promuovere la conoscenza sui sintomi precoci del neurosviluppo, con particolare attenzione al disturbo dello spettro autistico. Tali attività dovrebbero rientrare in una cornice coordinata di interventi formativi condivisa a livello nazionale e regionale.
• Istituzione di raccordi formalizzati tra i pediatri di libera scelta e i servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza per garantire una precoce formulazione del sospetto di ASD da parte del Pediatra di Libera Scelta nell’ambito dei bilanci di salute seguito dall’invio tempestivo alle équipe specialistiche per ASD dei Servizi di neuropsichiatria dell’età evolutiva.
• Interventi finalizzati a promuovere il coinvolgimento attivo della famiglia durante il percorso diagnostico e nella fase di costruzione del progetto terapeutico.
• Interventi precoci basati sull’evidenza.

Potenziamento della rete dei servizi per la diagnosi, la cura e la presa in carico globale della persona nello spettro autistico

Per questo aspetto è prevista, tra le altre attività, la promozione di un’azione programmatica regionale che preveda il monitoraggio dello sviluppo dei bambini ad alto rischio per ASD (ad esempio fratellini di bambini con ASD, nati prematuri, nati piccoli per età gestazionale) ed è auspicabile un livello di monitoraggio nazionale per l’implementazione di questa azione secondo criteri condivisi e standardizzati.

Va poi Individuato un percorso uniforme sul territorio regionale per l’assistenza alle persone nello spettro autistico, minori e adulti, mediante la definizione di procedure e modalità unitarie per l’accesso ai servizi sanitari e sociali, la presa in carico della persona e della famiglia, la valutazione multidimensionale dei bisogni e definiti a livello regionale percorsi e strumenti di valutazione diagnostica e funzionale (di tipo multidimensionale), clinico-biologica, appropriati e basati sulle evidenze scientifiche, preferibilmente con protocolli diagnostici che includano strumenti standardizzati e prevedano anche i necessari accertamenti laboratoristici e strumentali.

Sono anche da individuare équipe specialistiche multidisciplinari dedicate nell’ambito dei servizi di neuropsichiatria dell’età evolutiva; analoghe equipe devono essere previste per l’età adulta, con la garanzia della govemance clinica da parte del Dipartimenti di salute mentale, e dei servizi di salute mentale per l’età adulta che formulino la diagnosi e definiscano il progetto individualizzato abilitativo e di assistenza, ne valutino l’andamento attraverso l’analisi di un profilo di indicatori e svolgano anche attività di consulenza nei diversi contesti di vita della persona. Nella definizione del progetto e nella valutazione degli esiti le équipe multidisciplinari devono considerare le caratteristiche individuali della persona, le sue aspettative e preferenze, il contesto in cui vive la persona e la sua famiglia nell’ottica del miglioramento della qualità della vita.

Le Regioni dovranno definire il fabbisogno di assistenza ambulatoriale, domiciliare, residenziale e semiresidenziale sul proprio territorio,distinguendo l’offerta in modo da garantire differenti livelli di intensità assistenziale dei trattamenti terapeutici, abilitativi/riabilitativi in relazione ai differenti bisogni sanitari, sociali ed educativi e ai diversi gradi di compromissione del funzionamento personale e sociale della persona nello spettro autistico. Le Regioni, in particolare, identificano le modalità organizzative anche attraverso la formulazione di raccomandazioni e la adozione di PDTA per l’età evolutiva e per l’età adulta che individuino procedure e modalità di lavoro in rete.

FORMAZIONE. Azioni.
• Attivazione di un tavolo permanente di collaborazione con il ministero dell’Universitàper aggiornare e adeguare, nei programmi universitari e post universitari, i contenuti formativi relativi ai disturbi dello spettro autistico in linea con l’evoluzione delle evidenze scientifiche. L’aggiornamento dei programmi universitari e post universitari dovrebbe essere rivolto a tutte le professioni potenzialmente implicate nella diagnosi, cura e presa in carico globale della persona nello spettro autistico.
• Attivazione a livello nazionale, regionale e locale, di progetti formativi, anche nell’ambito ECM, per l’aggiornamento, preferibilmente con modalità integrate, di tutte le figure professionali sanitarie, sociali ed educative, sia dell’età evolutiva che dell’età adulta.
• Attivazione a livello nazionale, regionale e locale di attività formative specificatamente rivolte ai familiari delle persone nello spettro autistico includendo attività formative relative al ruolo del familiare come partner attivo dalla fase del percorso diagnostico a quello dell’intervento.
• Attivazione e/o potenziamento nel settore scolastico di attività formative e di supporto alle scuole per garantire un efficace intervento psicoeducativo, valorizzando le professionalità degli insegnanti e degli educatori.
• Promozione a livello nazionale, regionale e locale di attività formative rivolte alla popolazione generale al fine di promuovere la sensibilizzazione e il rispetto della dignità e della piena inclusione delle persone nello spettro autistico .
• Valorizzazione di attività formative finalizzate alla promozione della vita autonoma, di integrazione con il tessuto sociale circostante e di work experience.

Accesso ai corsi accademici di I livello

AFAM, firmato il decreto sui percorsi propedeutici per l’accesso ai corsi accademici di I livello

Emanato l’11 maggio 2018 il decreto che prevede la possibilità per gli Istituti Superiori di studi musicali e coreutici previsti dalla legge 508/1999 e dal dpr 212/2005 di organizzare corsi propedeutici per la preparazione delle prove per l’accesso ai corsi di studio accademici di primo livello dell’Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). Una formazione di altissimo livello che punta a intercettare e valorizzare, fin dalla scuola secondaria di II grado, i talenti di studentesse e studenti, rafforzando il rapporto fra il sistema dell’istruzione e quello dell’AFAM. Il decreto si inserisce nell’ambito di un più complessivo piano di rilancio della promozione dell’arte e della cultura umanistica nel sistema scolastico e di istruzione superiore previsto dalla legge 107 del 2015 e ha avuto ieri il via libera in Conferenza Unificata.

Fra i criteri indicati per l’organizzazione dei corsi ci sono la durata (che per gli Istituti musicali non potrà superare il triennio e per la danza gli 8 anni), la compatibilità con la frequenza della scuola secondaria, l’obbligo del rilascio, al termine del percorso formativo e a richiesta dell’interessato, di una certificazione attestante il programma di studio svolto, gli obiettivi formativi raggiunti e la durata del corso propedeutico.

Per armonizzare l’attività e l’offerta formativa delle Istituzioni AFAM sono stati predisposti, in appositi allegati al decreto, i requisiti di accesso per ciascun corso propedeutico e gli obiettivi formativi e i livelli tecnici previsti per l’ammissione al relativo triennio accademico. Sono state definite, inoltre, le competenze e la preparazione necessarie ai fini dell’ammissione al primo anno della sezione musicale dei Licei musicali e coreutici.

Maestre e diplomate, ecco quante diranno addio al posto fisso

da Repubblica

Maestre e diplomate, ecco quante diranno addio al posto fisso

Il ministero dell’Istruzione ha i numeri: 5.655 perderanno la cattedra, 43.500 torneranno alle supplenze. La ministra Fedeli: nessun decreto, deciderà il Parlamento. La laureate (24 mila) contrattaccano: “Per avere la cattedra devono passare per un concorso”

di CORRADO ZUNINO

ROMA – Ora, sulla dilaniante questione delle diplomate magistrali, e delle storiche maestre dell’infanzia in fila nelle Graduatorie a esaurimento, ci sono i numeri. I ragionamenti, e gli scontri tra precari, possono poggiare su una base di dati offerta dal ministero dell’Istruzione. Oggi nelle Graduatorie Gae, quelle che consentono l’accesso al ruolo di docenza, ci sono 67.312 maestre (la predominanza delle donne in questo settore è assoluta) che possono insegnare alla scuola dell’infanzia e alla primaria. Rappresentano il numero più consistente degli iscritti in Gae: per loro, e solo per loro, la Legge 107 detta “La buona scuola” non ha previsto arruolamento speciale. È proprio la presenza delle aspiranti maestre che non consente alle storiche Graduatorie a esaurimento di esaurirsi, come più volte vaticinato da Matteo Renzi quando era al governo. Per le cattedre della scuola media e delle superiori, infatti, sono rimasti in Graduatoria solo 9.823 docenti: 1481 sul primo grado e 8.342 sul secondo.
 
Bene, in questo blocco – una sala d’attesa per il posto fisso – le maestre magistrali sono la maggior parte: 43.534, il 65 per cento. Sono entrate nelle ultime tre stagioni grazie a decine di sentenze dei Tribunali amministrativi regionali e otto decisioni del Consiglio di Stato che parificavano la laurea al diploma. Va ricordato che ci sono migliaia di diplomate sistemate in Seconda e Terza fascia che non si sono rivolte ai Tar per avere il posto: si affidano ai concorsi pubblici.
 
Le diplomate magistrali sono state iscritte alle Gae “con riserva”, dopo ricorso appunto. E oggi questa “riserva” – che è sempre stata ricordata anche nei contratti di assunzione – pesa. La sentenza del Consiglio di Stato a sezioni riunite depositata il 20 dicembre scorso – “il possesso del solo diploma magistrale, sebbene conseguito entro l’anno scolastico 2001-2002, non costituisce titolo sufficiente per l’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento del personale” – ha attivato un meccanismo per cui con l’arrivo delle sentenze di merito gradualmente le diplomate in Gae (luogo di accesso a una cattedra) saranno spostate in seconda fascia (luogo di accesso solo alle supplenze).
 
Di più, c’è un numero di maestre che dovranno tornare al precariato nonostante abbia già ottenuto il ruolo. Sono 5.665, assunte, appunto, “con clausola risolutoria”. Molte sono entrate nell’anno scolastico 2016-2017, l’ottanta per cento di queste al Nord. “Il licenziamento di massa”, definizione coniata dall’avvocato Michele Bonetti, in verità si può applicare solo a queste cinquemila maestre retrocesse: perderanno certezze e le tredici mensilità. Ci sono, ancora, 1.814 “diplomate” che hanno mantenuto la cattedra poiché avevano firmato un contratto “senza clausole”: continueranno a insegnare a stipendio fisso.
 
In generale 49.199 maestre dell’infanzia e delle scuole elementari resteranno o torneranno al ruolo di precarie. “Se vogliono prendere il posto devono fare un concorso”, è il mantra delle Gae infanzia storiche rilanciato nelle chat di settore. Alcune attendono il ruolo da 15-20 anni e non fanno sconti alle colleghe diplomate. La replica è: “Per insegnare conta anche l’esperienza”. Cosa vera per le diplomate che sono rimaste nel tempo nel mondo della scuola e in diversi casi, poi, si sono laureate, ma le “immissioni a pettine” avvenute per volontà dei Tar e di otto sentenze del Consiglio di Stato nelle stagioni 2015-2017 hanno tirato dentro precari che si erano dedicati ad altre professioni: tassisti, assicuratori, free lance vari. Diversi di questi avevano partecipato al concorso pubblico del 2015, senza superarlo. Ora chiedono l’assunzione via ricorso. Un problema, questo, per la qualità dell’insegnamento.
 
Nella Graduatoria ad esaurimento ci sono ancora 23.778 precari che hanno vinto un concorso o hanno fatto il passaggio post-diploma delle Scienze della formazione primaria (quattro anni, vecchio ordinamento): aveva valore concorsuale. Ecco, si è formata una terza categoria di aspiranti maestre (intorno a quattromila) oggi alloggiate nelle Gae: hanno passato Scienze della formazione primaria, corso di livello universitario, ma non hanno partecipato a un concorso pubblico. Radunate in un coordinamento rappresentativo, non chiedono l’assunzione come fanno le diplomate magistrali, solo concorsi regolari. Ogni due anni.
 
Che succederà adesso? La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha detto a tutti – i sindacati sono molto attivi in questi giorni – che non farà sanatorie né decreti d’urgenza e che una soluzione può essere trovata solo in Parlamento. Non sarà cosa breve, neppure questa. La Cisl ha proposto la creazione di una quarta fascia alla quale attingere per le assunzioni seguendo sempre criteri di ordine per punteggi. Chi è in prima fascia da anni – le Gae storiche – fa però notare che prima bisognerebbe occuparsi di loro. Forza Italia, con una proposta del senatore Lucio Malan, chiede di aprire le Graduatorie ad esaurimento a tutti i diplomati magistrali. Parla di una nuova fase transitoria, invece, Simona Malpezzi, senatrice del Pd: “Dobbiamo regolare in modo ordinato le prossime fasi del reclutamento garantendo il più possibile la continuità didattica e tenendo conto delle legittime aspettative di tutti gli insegnanti, i diplomati, i precari, i laureati in Scienze della formazione”.

ATA Mobilità: a chi va inviata la domanda entro il 14 maggio

da Orizzontescuola

ATA Mobilità: a chi va inviata la domanda entro il 14 maggio

di redazione

Può presentare domanda di trasferimento il personale a tempo indeterminato che intende cambiare scuola, provincia o profilo di appartenenza.

Tra gli interessati anche coloro i quali non hanno ancora una sede definitiva o hanno perso la titolarità, che dovranno presentare domanda volontaria o attendere le operazioni d’ufficio.

Dove va inviata la domanda

La risposta è contenuta all’art. 28 dell’OM per l’a.s. 2018/19 “Per quanto concerne il personale ATA le domande devono essere compilate on line e trasmesse alla scuola via web. Le istituzioni scolastiche, verificata la congruità degli allegati dichiarati e delle certificazioni allegate ove necessarie, inviano le domande via web e trasmettono le certificazioni cartacee all’Ufficio territorialmente competente.”

Pertanto, compilazione on line, invio alla scuola, trasmissione da parte della scuola all’Ufficio scolastico.

Queste indicazioni valgono per tutti, neoimmessi o personale con più anni di servizio.

Mobilità ATA, domande sino al 14 maggio. Preferenze esprimibili, trasferimento provinciale e interprovinciale. Scheda di sintesi

Assegnazioni provvisorie 2018/19, probabile proroga del Contratto 2017/18 con modifiche. Ecco quali

da Orizzontescuola

Assegnazioni provvisorie 2018/19, probabile proroga del Contratto 2017/18 con modifiche. Ecco quali

di redazione

Nella giornata di  ieri, come già riferito, Miur e sindacati si sono incontrati in merito al prossimo CCNI sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie.

Assegnazioni provvisorie su sostegno anche senza titolo, la risposta il 22 maggio

Il Contratto integrativo, sulla base del nuovo CCNL 2016-18, dovrebbe essere triennale, tuttavia le parti sembrano essere orientate verso una proroga del Contratto 2017/18 con alcune modifiche relative alle principali criticità evidenziate lo scorso anno.

Proroga CCNI 2017/18

La proroga del Contratto, scrive la Cisl,  è una scelta che si pone in analogia e continuità con quella fatta a suo tempo, quando si è stabilito di prorogare il contratto integrativo sulla mobilità dello scorso anno, attraverso un accordo ponte.

Modifiche

Le modifiche proposte dai sindacati, come riportato dalla Cisl, sono le seguenti (alcune le abbiamo riferite ieri nel sopra riportato articolo):

  • eliminare l’obbligo di convivenza con il genitore in caso di ricongiungimento
  • ricomprendere i parenti o affini conviventi tra le persone alle quali può essere chiesto il ricongiungimento
  • consentire la richiesta di assegnazione provvisoria nell’ambito della nuova provincia acquisita per trasferimento, al fine di ottenere una scuola del comune di ricongiungimento (l’anno scorso questa possibilità era consentita esclusivamente per coloro che avevano ottenuto il trasferimento beneficiando delle precedenze)
  • chiarire che è sufficiente l’indicazione tra le preferenze esprimibili di una scuola del comune prima di richiedere scuole di comuni diversi (precisazione contenuta in una FAQ inviata dal MIUR direttamente agli Uffici Periferici nel mese di agosto dello scorso anno, ma di cui solo alcuni di questi hanno tenuto conto)
  • consentire la possibilità di richiedere l’assegnazione provvisoria interprovinciale ai docenti privi di titolo di specializzazione sul sostegno, limitando comunque le operazioni ai soli posti in deroga concessi entro una determinata data

Assegno nucelo familiare sospeso dal 1° luglio se non si presenta nuova domanda su NoiPA. Il modello

da Orizzontescuola

Assegno nucelo familiare sospeso dal 1° luglio se non si presenta nuova domanda su NoiPA. Il modello

di redazione

L’assegno per il nucleo familiare viene sospeso automaticamente a decorrere dal 1° luglio 2018 da parte della Ragioneria Provinciale dello Stato. Per evitare l’interruzione bisogna presentare nuovamente domanda.

Il personale interessato ha ricevuto o riceverà un apposito messaggio nell’area riservata di NoiPA con l’invito al rinnovo della domanda.

La nuova domanda riguarderà l’assegno per il nucleo familiare per il periodo 01 luglio 2018 – 30 giugno 2019.

Nella domanda bisognerà indicare

1) il reddito familiare complessivo, percepito nell’anno 2017, desumibile dalla dichiarazione dei redditi 2018;

2) i redditi a tassazione separata, indicati nella Certificazione Unica 2018 ;

Alla domanda andrà altresì allegata, copia di un documento di riconoscimento in corso di validità del richiedente e del coniuge

lI modulo per la richiesta dell’assegno nucleo familiare potrà essere scaricato dal Portale NOI PA accedendo dal menù: →DOCUMENTAZIONE → MODULISTICA →PERSONE→ MODELLO 2018 REDDITI 2017.

Se il modello non dovesse ancora essere disponibile, sarà caricato a breve. C’è tempo fino al 30 giugno per presentare la domanda.

Ape volontaria: quali requisiti e come presentare la domanda

da La Tecnica della Scuola

Ape volontaria: quali requisiti e come presentare la domanda