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Nota 18 settembre 2024, AOODPIT 6642

Ministero dell’istruzione e del merito
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali LORO SEDI
Ai Dirigenti Scolastici degli Istituti di Istruzione Secondaria di I e II grado, statali e paritari LORO SEDI
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua italiana della Provincia di BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine BOLZANO
Al Dirigente del Dipartimento Istruzione della Provincia di TRENTO
Al Sovrintendente agli Studi della Regione Autonoma della Valle d’AOSTA
e.p.c. Al Capo di Gabinetto SEDE

Oggetto: Percorsi educativi per il contrasto alle dipendenze derivanti da droghe – fentanyl e nuovi oppioidi sintetici.

MI stai a cuore

Promuovere la cultura della prevenzione e della sicurezza, a partire dalla scuola. È questo l’obiettivo di “MI stai a cuore”, la campagna di informazione e sensibilizzazione del Ministero dell’Istruzione sull’uso del Defibrillatore Semiautomatico Esterno (DAE) e sulle misure di primo soccorso, realizzata con il supporto del Ministero della Salute e dell’Inail (Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). La campagna viene lanciata oggi, in occasione della Giornata mondiale del cuore, con l’hashtag #MIStaiACuore.  

Un video che contiene una chiamata a intervenire in caso di bisogno, testimonianze dirette raccolte fra docenti, studentesse e studenti che hanno partecipato a corsi specifici, materiali e locandine scaricabili: questi i contenuti da oggi a disposizione sul sito www.istruzione.it/mistaiacuore. La campagna nasce nell’ambito dell’attuazione della legge 116 del 2021, approvata dal Parlamento per favorire la progressiva diffusione dei DAE, a partire dalla loro installazione nei luoghi pubblici, e la conoscenza delle manovre di primo soccorso, comprese quelle di disostruzione.   

Già prima dell’approvazione della legge, il Ministero dell’Istruzione si era mosso stanziando oltre 8 milioni di euro per l’acquisto e l’installazione di DAE nelle scuole o per l’attivazione di corsi di primo soccorso. Un budget di circa mille euro a istituto, che ha rappresentato un finanziamento straordinario rispetto alla dotazione ordinaria, erogato con l’obiettivo di garantire l’efficacia del servizio scolastico e contribuire anche all’avvio di questo importante percorso di responsabilizzazione e formazione.

#MIStaiACuore sarà non solo il nome della campagna e del sito dedicato, ma anche l’hashtag che accompagnerà le attività sul web e sui social del Ministero: tutti potranno partecipare postando un video o una foto. Il Ministero dell’Istruzione raccoglierà e rilancerà i messaggi che saranno diffusi dalle scuole. Sarà anche possibile segnalare, attraverso una mail dedicata, le attività svolte o in corso di svolgimento, per costruire una rete di sensibilizzazione fra pari, fra docenti, studenti, dirigenti. Le prime due lettere dell’hashtag della campagna, in maiuscolo, rimandano all’impegno diretto del MI, il Ministero dell’Istruzione, a promuovere temi connessi al benessere e alla salute, anche in linea con il Protocollo siglato con il Ministero competente. Il nome della campagna rimanda, poi, più in generale, alla necessità di prendere a cuore le vite degli altri, intervenendo in caso di pericolo, magari dopo un corso di preparazione come quelli che decine di scuole stanno già organizzando.

Prevenzione dell’uso di droga in età scolare

Attuazione dell’accordo per la prevenzione dell’uso di droga in età scolare sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’Istruzione Università e della Ricerca danno avvio al piano di azioni per la prevenzione dell’uso di droga in età scolare, realizzato in attuazione del protocollo d’intesa sottoscritto tra la PCM e il MIUR.

Le iniziative in programma sono rivolte a studenti, insegnanti e genitori e sono inquadrate nelle seguenti tre categorie:

  1. L’erogazione di un percorso di informazione/formazione indirizzato a un nucleo di docenti su tutto il territorio nazionale realizzato con il supporto scientifico dell’Istituto superiore di sanità; della Direzione centrale per i servizi antidroga del Ministero dell’interno; della Polizia stradale e del Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi e con il supporto tecnico e operativo dell’Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa (INDIRE).
    Il percorso formativo sarà disponibile per i circa 6.000 docenti iscritti a partire dal 5 giugno 2019 tramite accesso alla piattaforma web dedicata (https://fad.cuorailfuturo.it/)
    Il percorso di formazione è costituito da quattro moduli didattici accompagnati, ciascuno, da materiale di approfondimento. I docenti saranno supportati nella frequentazione del corso da soggetti esperti, sia per gli aspetti strettamente attinenti la parte informatica, sia per ogni richiesta di chiarimento o approfondimento sui contenuti dei moduli didattici.

  2. La realizzazione di una campagna di comunicazione e informazione destinata agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, ai docenti e alle famiglie, volta ad approfondire la conoscenza sulle tipologie di sostanze e ai relativi effetti nocivi per la salute nonché sui nuovi sistemi di diffusione degli stupefacenti e sul ruolo svolto dai servizi di prevenzione e di assistenza.

  3. La realizzazione di attività di rafforzamento della rete territoriale tra le scuole, le istituzioni del territorio, gli enti del volontariato sociale e le famiglie, soprattutto nelle aree territoriali a rischio attraverso la valorizzazione del personale docente precedentemente formato.


Promozione della salute a scuola

“Verso una Scuola che promuove salute”. Questo il titolo del documento presentato questa mattina dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, e dal Ministro della Salute, Giulia Grillo, che impegna i due dicasteri a diffondere l’educazione a corretti e sani stili di vita tra gli studenti e a inserire nel loro percorso di studi la promozione della salute come proposta educativa continuativa e integrata, a partire dalla Scuola dell’infanzia e fino alla Secondaria di secondo grado.

Il testo è frutto di un lungo percorso di valorizzazione dei temi della salute nei programmi scolastici e sancisce una stretta collaborazione tra sistema scolastico e sistema sanitario. Il documento, presentato al Ministero della Salute, è stato redatto congiuntamente dai due Ministeri e approvato in Conferenza Stato-Regioni il 17 gennaio 2019. Definisce un Piano di interventi educativi rivolti agli studenti, alle loro famiglie e al personale scolastico, con l’obiettivo di far acquisire competenze individuali su questi temi, di qualificare gli ambienti in cui i giovani vivono e si formano e di garantire il benessere complessivo del corpo sociale, nel presente e nel futuro.

Non un’ora di lezione dedicata o una materia aggiuntiva nel curricolo scolastico: l’obiettivo è rendere la promozione della salute trasversale nel percorso formativo dei giovani. Nel rispetto dell’autonomia, ogni scuola potrà strutturare percorsi per il benessere psicofisico dei bambini e dei ragazzi, lavorare al miglioramento della qualità dei luoghi di studio, promuovere corretti stili di vita come, ad esempio, mangiare sano e fare attività fisica. Aprendosi anche al territorio e rafforzando la collaborazione con il servizio sanitario e le comunità locali.

“Stiamo predisponendo un Piano di interventi di ampio respiro che mira a educare cittadini consapevoli. Vogliamo investire sui giovani che frequentano le nostre scuole. Far sì che sviluppino conoscenze e competenze ci consentirà di avere domani comunità composte da cittadini più responsabili. Dobbiamo operare affinché l’individuo sia in grado di utilizzare i propri strumenti culturali per la realizzazione di un equilibrio e di un benessere psicofisico personale e sociale. Consideriamo anche che ogni bambino che acquisisce un corretto stile di vita, che impara ad avere rispetto dell’ambiente, che capisce l’importanza dell’attività sportiva per la propria crescita è un ‘ambasciatore’ di queste buone pratiche e di questi valori nella sua famiglia, nella sua cerchia di amici. Per questo, attraverso questo documento, stiamo portando avanti una campagna di promozione della salute che parte negli Istituti scolastici, ma non si esaurisce in essi”, ha dichiarato il Ministro Marco Bussetti.

“Questo passo rientra all’interno di una visione complessiva che il Governo sta portando avanti. Crediamo in un approccio multisettoriale sui processi di salute, c’è un impegno multidisciplinare e la scuola rappresenta un momento fondamentale di informazione e formazione. In questi anni sono stati fatti degli sforzi ma non sono stati sufficienti: nell’ambito del nuovo Piano di prevenzione lavoreremo per avere una spinta maggiore e più stringente per avere obiettivi e risultati misurabili”, ha affermato il Ministro Giulia Grillo.

Nel corso della mattinata, Bussetti e Grillo hanno firmato inoltre un Protocollo d’Intesa per la tutela del diritto alla salute, allo studio e all’inclusione. Obiettivi: rendere stabile la programmazione condivisa e partecipata tra le Istituzioni centrali, regionali e locali, sanitarie e scolastiche, attraverso la condivisione di obiettivi educativi e di salute; promuovere l’inclusione scolastica di bambini, alunni e studenti con disabilità, con disturbi evolutivi specifici e con altri bisogni educativi speciali; sostenere i sistemi nazionali di sorveglianza nel monitoraggio di alcuni aspetti della salute dei bambini e degli adolescenti riguardo ai principali fattori di rischio comportamentali.

Nota 31 gennaio 2019, AOODGSIP 419

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di
BOLZANO
Al Dirigente Generale del Dipartimento della conoscenza della Provincia autonoma di Trento
TRENTO
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua Tedesca
BOLZANO
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle Località Ladine
BOLZANO
Al Sovrintendente agli Studi per la Regione Autonoma della Valle d’Aosta
AOSTA

OGGETTO: Educazione alla salute – Progetto iodoprofilassi per le scuole.

Educare alla salute

Educare alla salute: promuovere è meglio che prevenire

di Margherita Marzario

Abstract: Leggere e interpretare la Carta di Ottawa per la promozione della salute nel XXI secolo con e per le nuove generazioni

 

Ci si preoccupa e occupa della qualità della vita e dell’allungamento della vita ma non adeguatamente dell’essenza della vita, impostata sul conoscersi (dal latino “cum” e “gnoscere”, con molteplici significati) – quel “conosci te stesso” sin dall’antica Grecia –, e impastata di emozioni e relazioni che costituiscono e costruiscono la persona e contribuiscono alla buona salute e, pertanto, all’economia e all’ecologia generali. Dopo oltre 30 anni dalla sua presentazione, si possono trovare risposte e proposte nella Carta di Ottawa per la promozione della salute (1986), il cui intento era “stimolare l’azione a favore della Salute per Tutti per l’anno 2000 e oltre”.

“La promozione della salute è il processo che mette in grado le persone di aumentare il controllo sulla propria salute e di migliorarla. Per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, un individuo o un gruppo deve essere capace di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni, di cambiare l’ambiente circostante o di farvi fronte. La salute è quindi vista come una risorsa per la vita quotidiana, non è l’obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che valorizza le risorse personali e sociali, come pure le capacità fisiche. Quindi la promozione della salute non è una responsabilità esclusiva del settore sanitario, ma va al di là degli stili di vita e punta al benessere”(dall’introduzione della Carta di Ottawa). Uno dei momenti cruciali della vita in cui è più in gioco la salute è il periodo adolescenziale, tanto che lItalia è entrata a far parte, nel 2000,dello studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare), uno studio multicentrico internazionale svolto in collaborazione con l’Ufficio Regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa. La ricerca vuole aumentare la comprensione sui fattori e sui processi che possono influire sulla salute degli adolescenti.Alcuni genitori, quando vengono a conoscenza dei precoci rapporti sessuali dei figli o uso di alcol o fumo o altri atteggiamenti pericolosi, preferiscono tacere temendo reazioni dei figli. Salute significa letteralmente salvezza: il silenzio omertoso non salva e non vuole il bene di alcuno se non della propria incoscienza e irresponsabilità. Fabrizio Fantoni, psicologo e psicoterapeuta, allerta: Forze potenti che premono per trovare una via d’uscita e scaricarsi e che richiedono di essere controllate e disciplinate per entrare in relazione con gli altri e con il mondo. L’educazione, la morale, la cultura, la consapevolezza di sé e l’empatia verso gli altri: sono questi gli strumenti che consentono di controllare e incanalare le spinte profonde delle pulsioni per utilizzarne il potenziale di energia senza provocare danni. Un po’ come l’energia nucleare, che richiede potenti schermi nei reattori e che provoca morte e distruzione quando viene lasciata libera. Talvolta ci dimentichiamo che noi esseri umani abbiamo questo potenziale. Ancora più forte negli adolescenti, in una fase della vita in cui stanno sviluppando e mettendo a punto gli strumenti di controllo delle pulsioni”. 

“Una buona salute è una risorsa significativa per lo sviluppo sociale, economico e personale ed è una dimensione importante della qualità della vita. Fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici possono favorire la salute, ma possono anche danneggiarla. L’azione della promozione della salute punta a rendere favorevoli queste condizioni tramite il sostegno alla causa della salute” (da “Sostenere la causa della salute” della Carta di Ottawa). I bambini non sono solo il loro futuro, ma il futuro di tutti. Prevenire e reprimere la pedofilia o altri fenomeni affini è una forma di tutela della salute di tutti, soprattutto dei possibili autori e delle possibili vittime. Secondo lo psicologo e psicoterapeuta Fulvio Scaparro “[…] non esiste alcuna valida ragione per considerare la pedofilia come una accettabile variazione della sessualità, che rientrerebbe, proprio per questo, nella sfera privata. Tutto ciò che lede la libertà e l’incolumità fisica e psicologica di bambini e adolescenti (dall’incesto alla produzione e alla detenzione di film pornografici in cui i bambini sono utilizzati per soddisfare le perversioni e il sadismo degli spettatori, dal turismo sessuale allo stupro, dalle molestie alle trappole e alle insidie telematiche) tutti noi, le basi stesse della nostra convivenza, il nostro futuro”. 

“Le persone non possono raggiungere il loro pieno potenziale di salute se non sono capaci di controllare quei fattori che determinano la loro salute” (da “Mettere in grado” della Carta di Ottawa). Il benessere comincia dalle piccole cose, comincia da se stessi e dalla famiglia, la piccola e basilare cellula sociale(ricordando la locuzione usata nella Carta sociale europea, riveduta nel 1996). “Cellula” (da “cella” e, quindi, stanza, scompartimento, dispensa), con un nucleo e nucleolo, con i processi di divisione e riproduzione cellulare, mitosi e meiosi, con tempi e fasi di differente natura, una cellula che deve tornare a essere tale con la propria sfera privata, la propria comunicazione verbale e non verbale, i propri spazi, il proprio linguaggio. In famiglia si deve tornare a parlare, la famiglia si deve fare “parola”, letteralmente “parabola, insegnamento”. “C’è una parola che costruisce e una parola che distrugge, una parola che diffonde calore e luce, un’altra che semina gelo, una che infonde fiducia e restituisce l’individuo a se stesso e al suo futuro, un’altra che lo spegne. Vi è una parola per la quale tutto comincia o ricomincia, un’altra per cui tutto finisce e lascia dietro di sé il silenzio” (don Giuseppe Colombero, psicologo). 

“Le nostre società sono complesse e interdipendenti, e non è possibile separare la salute dagli altri obiettivi. Gli inestricabili legami che esistono tra le persone e il loro ambiente costituiscono la base per un approccio socio-ecologico alla salute” (dal paragrafo “Creare ambienti favorevoli” della Carta di Ottawa). L’adolescenza non è una fase patologica, ma una delle più critiche della vita e, pertanto, occorre una “presa in carico” da parte di tutti. “[…] molti ragazzi che, nella fase finale dell’adolescenza, avvertono un sottile senso di vuoto – afferma Fabrizio Fantoni –. Ciò che facevano un tempo non sembra interessare più e gli impegni quotidiani, come la scuola, non danno adeguata soddisfazione. È il segnale che è iniziata una preziosa ricerca di senso. La vita appare più come un tranquillo viaggio tra gli impegni scolastici, affrontati per obbligo, e il divertimento, un percorso in cui le punte di maggiore intensità sono le esperienze amorose, piacevoli ma anche impegnative”. Gli adolescenti hanno bisogno di un approccio socio-ecologico all’amore e non dell’ipersessualizzazione e ciò è possibile se vi è una rete d’amore che sia vero, reale, autentico, concreto e non virtuale, ossessivo, possessivo. La famiglia è generatrice di amore e vita, in caso di agenesia diventa patologica e patogena.

“I cambiamenti dei modelli di vita, di lavoro e del tempo libero hanno un importante impatto sulla salute. Il lavoro e il tempo libero dovrebbero essere una fonte di salute per le persone. Il modo in cui la società organizza il lavoro dovrebbe contribuire a creare una società sana. La promozione della salute genera condizioni di vita e di lavoro che sono sicure, stimolanti, soddisfacenti e piacevoli” (da “Creare ambienti favorevoli” della Carta di Ottawa). I bambini devono imparare a conoscere le dimensioni del tempo (cronologico, psicologico, storico, meteorologico), a vivere, riempire, abitare il loro tempo. Uno dei primi luoghi in cui il bambino si appropria del tempo è la scuola dell’infanzia: “[…] il tempo disteso consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita” (dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione del 2012). I bambini hanno diritto alla noia e vanno educati alla noia, che non significa che devono impigrirsi o “rammollirsi”. Provare noia è avvertire e approfondire il senso del vuoto, lo scorrere del tempo, la sensazione del fastidio, la tensione ad altro, la ricerca del diverso, la differenza tra ciò che provoca malessere e ciò che procura benessere (quella noia che ha ispirato tanti filosofi). Victoria Prooday, psicoterapeuta ergoterapista canadese, suggerisce:

Cercate di ritardare le gratificazioni e fornitegli opportunità di “annoiarsi”, poiché è proprio nei momenti di noia che si risveglia la creatività:

non ritenetevi la fonte d’intrattenimento dei vostri figli; 

non curate la noia con la tecnologia; 

non usate strumenti tecnologici durate i pasti, in macchina, al ristorante, nei supermercati. Usate questi momenti come opportunità per insegnare ai bambini a essere attivi anche nei momenti di noia; 

aiutateli a creare un “kit di pronto soccorso” della noia, con attività e idee per questi momenti”.

Saggiando la “creatività maieutica” e anche la fatica o i fallimenti che ne derivano si arriva “attrezzati” all’adolescenza (si pensi aragazzi/e che si dedicano alla musica, alla danza, allo sport, alle arti marziali), di cui parla ancora Fantoni: “Poi occorre guardare attorno a sé: attività espressive, come la fotografia e il teatro, o di volontariato possono diventare l’approdo di questa ricerca [di sé, di senso]. Purché siano praticate con altri ragazzi e ragazze che diventino compagni di viaggio. E che magari aprano a una dimensione di incontro con gli altri e di dedizione di sé a chi ha più bisogno. In questo c’è anche un segnale per noi, adulti ed educatori, che dobbiamo saper cogliere queste esigenze e proporre esperienze di impegno e scoperta di sé attraverso l’incontro con altri. Nelle scuole, oratori, gruppi sportivi e di volontariato c’è un potenziale di energie che attende di essere riconosciuto e utilizzato. Adolescenti che cercano adulti che abbiano voglia di dedicarsi a loro accompagnandoli in questa ricerca con proposte concrete”. Adolescente è “colui che cresce” e, perciò, ha ancor più bisogno di tutte le condizioni che garantiscano il binomio di salute e benessere. 

“La promozione della salute sostiene lo sviluppo individuale e sociale fornendo l’informazione e l’educazione alla salute, e migliorando le abilità per la vita quotidiana. In questo modo, si aumentano le possibilità delle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e sui propri ambienti, e di fare scelte favorevoli alla salute. È essenziale mettere in grado le persone di imparare durante tutta la vita, di prepararsi ad affrontare le sue diverse tappe e di saper fronteggiare le lesioni e le malattie croniche. Ciò deve essere reso possibile a scuola, in famiglia, nei luoghi di lavoro e in tutti gli ambienti organizzativi della comunità. È necessaria un’azione che coinvolga gli organismi educativi, professionali, commerciali e del volontariato, ma anche le stesse istituzioni”(prima parte di “Sviluppare le abilità professionali” della Carta di Ottawa). La salute non è un aspetto che emerge solo quando si va dal medico di famiglia o in ospedale ma si vive e costruisce nella vita quotidiana, in ogni ambiente e mediante ogni scelta (sessuale, alimentare, estetica, lavorativa, sportiva e altro). Questo affioraancor di più durante l’adolescenza con l’esplosione degli ormoni, dei brufoli, della massa muscolare, dell’altezza e con le scelte fatte per contrariare mamma e papà e per identificarsi col gruppo dei pari (ci sarebbe da preoccuparsi, invece, in caso di “implosione”, chiusura, passività, accettazione supina), come emerge dalle parole di Fantoni: “[…] gli adolescenti e i preadolescenti usano il corpo per esprimere malesseri e conflitti interiori. Ciò avviene soprattutto quando l’apparato psichico non è in grado di fronteggiare la pressione emotiva e istintuale interna. Le trasformazioni profonde della pubertà cambiano i corpi dei ragazzi e delle ragazze e li confrontano con la loro identità maschile o femminile. Tutto l’organismo ne è interessato: anche il cervello si modifica e assume nuove funzioni. Gli squilibri ormonali alterano l’umore. I ragazzi sono alle prese con un corpo nuovo, che permette loro di esprimere e di vivere le emozioni in modo inatteso e potente. Anche a livello mentale gli equilibri raggiunti nell’infanzia vengono smantellati, e i preadolescenti si trovano combattuti tra il desiderio di affrancarsi dalle relazioni e dagli interessi infantili e l’attaccamento fascinoso a chi si amava tanto da bambini, in primo luogo i genitori”. Ada Fonzi, esperta di psicologia dello sviluppo, aggiunge: “La vera essenza della normalità è la capacità di adattarsi ai cambiamenti sia della propria crescita che dell’ambiente, realizzando quella plasticità che consente all’individuo di imparare ad accettare le proprie debolezze, a superare i propri insuccessi, per attestarsi su livelli di sviluppo sempre più maturi. Anche gli adulti dovrebbero guardarsi da allarmismi e facili condanne nei confronti dei comportamenti dei figli che esulino da quella che siamo abituati a considerare la normalità, aiutandoli piuttosto a recuperare, di volta in volta, il loro equilibrio”.  

“È essenziale mettere in grado le persone di imparare durante tutta la vita, di prepararsi ad affrontare le sue diverse tappe e di saper fronteggiare le lesioni e le malattie croniche. Ciò deve essere reso possibile a scuola, in famiglia, nei luoghi di lavoro e in tutti gli ambienti organizzativi della comunità. È necessaria un’azione che coinvolga gli organismi educativi, professionali, commerciali e del volontariato, ma anche le stesse istituzioni”(seconda parte di “Sviluppare le abilità personali” della Carta di Ottawa). L’adolescenza è una tappa della vita, non una malattia o un buco nero dove si annienta tutto. Un passaggio che richiede consapevolezza e corresponsabilità di tutti per il benessere di tutti e che richiama l’applicazione dell’art. 2 della Costituzione, dallo “svolgimento della personalità” ai “doveri inderogabili di solidarietà”, principi di cui devono tener conto innanzitutto e soprattutto i genitori, come è centrale la collocazione della famiglia negli ambienti di vita elencati nella suesposta disposizione. Lo psicologo Matteo Lancini approfondisce: “L’adolescenza è un periodo di sconvolgimenti fisici e di profonde rivoluzioni psichiche, che spesso finisce per stravolgere gli equilibri di tutta la famiglia. Una trasformazione che implica la ridefinizione, talvolta traumatica, dei ruoli non solo del ragazzo, ma anche dei suoi genitori. Gli adolescenti di oggi sono nati e cresciuti in un ambiente molto differente da quello dei loro padri e delle loro madri. È mutato lo scenario sociale in cui viviamo, ma è cambiato anche lo scenario privato: dalla famiglia delle regole si è passati a quella che promuove la creatività e la capacità relazionale dei figli, favorendo talvolta in loro il narcisismo e un’intrinseca fragilità, pur sotto i modi apparentemente spavaldi, sprezzanti e spregiudicati, e innescando una crisi adolescenziale di difficile soluzione”. 

Bisogna avere cura della relazione, di ogni relazione, senza dover ricorrere frequentemente a quelle professioni che sono “relazioni di cura” ricordando che già la genitorialità, l’insegnamento e altre relazioni significative sono “relazioni di cura”. Occorre, perciò, educare all’adolescenza e educare l’adolescenza. Fantoni analizza: “Le relazioni più intense, quelle amorose, che siano verso i genitori o nei confronti di una persona amata, quando deflagrano possono confinare con l’odio più feroce. […] Non sono i rimproveri per i brutti voti e neppure l’uso di droghe che possono spiegare l’emergere di questa violenza mortale. Si tratta sicuramente di casi limite, eccezionali, di ragazzi con una struttura psichica fragile. Ma ci impongono di evitare facili giudizi e di avere comunque un pensiero rispettoso […]. E a noi richiedono di avere sempre una cura particolare per le relazioni, che restano lo strumento più importante per l’uomo, animale sociale”. La tossicodipendenza e altre dipendenze nascono da una faglia relazionale, innanzitutto con se stessi e poi delle relazioni primarie(genitori e altre figure di riferimento) o da relazioni malsane, le cosiddette cattive compagnie, come osservano gli esperti: “Il problema droghe o dipendenze non è qualcosa di esterno che ci colpisce (come se fosse un virus, un batterio, un vaso che cade dal balcone). È necessario osservare il tutto da una diversa angolazione, partendo proprio da se stessi, dai nostri meccanismi di funzionamento, dalle nostre parti costitutive, da quell’Uomo cioè che “sceglie”, più o meno consapevolmente, di assumere quelle droghe o di divenire dipendente di un gioco d’azzardo, di internet o di chissà cos’altro questa società ci offre. Il problema droga, gioco d’azzardo, internet, etc in fondo non esiste, esiste solo un fenomeno Uomo, con le sue debolezze, le sue fragilità, le sue paure, ma anche le sue patologie, le sue scelte, la sua cultura, i suoi bisogni di sicurezza o di dipendenza”.

“La salute è creata e vissuta dalle persone all’interno degli ambienti organizzativi della vita quotidiana: dove si studia, si lavora, si gioca e si ama” (prima proposizione di “Entrare nel futuro” della Carta di Ottawa). Da notare che in questa proposizione non si parla di scuola, famiglia e luoghi di lavoro, ma delle azioni che vi si svolgono che comportano l’impegno, il coinvolgimento personale e continuo, perché si tratta di percorsiche cominciano e che caratterizzano, seppure in misura diversa, tutta la vita come la “formazione permanente e ricorrente”: ovvero acquisire un metodo di studio, uno stile di vita. La scuola contribuisce a creare le condizioni per una migliore salute dei giovani, quale premessa indispensabile per un inserimento attivo e proficuo nella società. La scuola è e deve essere luogo di ben-essere in cui si coniugano passato, presente e futuro. La prima scuola deputata a ciò è la scuola dell’infanzia: Essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza e li avvia alla cittadinanza.Consolidare l’identità significa vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio  io,  stare  bene,  essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire, sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato, imparare  a  conoscersi  e  ad  essere  riconosciuti  come  persona  unica  e irripetibile. Vuol  dire sperimentare diversi ruoli e forme di identità: quelle di figlio, alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, membro di un gruppo, appartenente a una comunità sempre più ampia e plurale, caratterizzata da valori comuni, abitudini, linguaggi, riti, ruoli” (dalle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione). Ada Fonzi puntualizza: “Che dire della scuola? È l’altra via maestra per una prosocialità che accompagni l’individuo in tutto il suo percorso di vita. Gli insegnanti possono essere degli artefici straordinari, se riescono a introdurre nel loro lavoro, perfino nella didattica delle materie ritenute «aride» come la matematica, la tensione verso un mondo in cui sia bandita la prevaricazione in tutte le sue forme. […] si riesce a giocare anche con i numeri e a far sì che i conti tornino non solo sulla carta, ma anche nei rapporti tra compagni”. 

La salute è creata prendendosi cura di se stessi e degli altri, essendo capaci di prendere decisioni e di avere il controllo sulle diverse circostanze della vita, garantendo che la società in cui vive sia in grado di creare le condizioni che permettono a tutti i suoi membri di raggiungere la salute” (seconda proposizione di “Entrare nel futuro” della Carta di Ottawa). Prendere consapevolezza (il termine “consapevolezza” evoca nella sua etimologia, “cum sapere”, il riferimento ad un “cum”, “con”, ad un insieme, ad una relazione, con se stessi e con gli altri) e sostituire la cura personale alle cure mediche è una buona misura di prevenzione primaria: l’interdipendenza in luogo di ogni patologica dipendenza. “Quel che si può però fare, sempre, è credere alla vita e contribuire a creare attorno a noi un clima di gioia di vivere. Che vuol dire condividere anche i momenti inevitabili di dolore e solitudine, almeno negli affetti e nell’educazione, non lasciando mai nessuno a cavarsela da solo. Insegnando e testimoniando che il problema non è mai la vita, che è fatta di momenti che noi siamo soliti annoverare tra quelli belli e altri che releghiamo tra quelli brutti, ma l’idea che ne abbiamo e il nostro atteggiamento verso di essa. Nella maggior parte dei nostri casi, subiamo malattie, nel corpo e nello spirito, inguaribili ma mai incurabili” (fra Fabio Scarsato, esperto di problematiche giovanili). 

“ […] contrastare le pressioni a favore dei prodotti dannosi, dell’impoverimento delle risorse, degli ambienti e delle condizioni di vita malsane; […] riconoscere che le persone costituiscono la maggior risorsa per la salute […]; metterle in grado di mantenere sane se stesse, i familiari e gli amici (da “L’impegno per la promozione della salute” della Carta di Ottawa). È esemplare che in un atto internazionale si parli di “familiari” e “amici”, le persone che contano di più nella vita e per le quali, in fondo, si fa tutto quello che si fa nella vita, anche quando si agisce contro di loro. Bisogna ritrovare le coordinate della vita e ristabilire l’antropologia della vita (cosiddetta questione antropologica). Si può concludere col pensiero di don Antonio Mazzi, in qualità di fondatore e formatore di comunità di recupero dei giovani: “Senza che ce ne accorgiamo ci distruggiamo gradualmente come uomini coscienti, onesti, leali, coerenti, per divenire strumenti e giochi in mano a giocolieri farabutti e carnefici. Abbiamo trasformato in galere le camerette dei nostri figli e in armi malefiche le scoperte tecnologiche più simpatiche degli ultimi tempi”. 

Vaccini: Moratoria ed incongruenze

Vaccini: Moratoria ed incongruenze
Accesso ai servizi e sanzioni. Il pagamento estingue l’obbligo

di Cinzia Olivieri

La regione Veneto, dopo aver proposto ricorso per questione di legittimità costituzionale avverso il DL 73/2017 convertito dalla L 119/2017, rilevate incongruenze nel testo normativo, ha comunicato una moratoria nell’applicazione di misure di restrizione della frequenza fino al 2019, allorquando opererà la decadenza prevista dall’articolo 3 bis.

Si rileva infatti che mentre all’articolo 3 comma 3, quale principio generale e non collegato espressamente alla fase transitoria (le disposizioni dell’art.5 riguardano soprattutto la modalità tempistica), è disposto che “Per i servizi educativi   per   l’infanzia   e   le   scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private   non   paritarie,   la presentazione della documentazione di cui al comma 1 costituisce requisito di accesso”, senza però prevedere nel contempo alcuna restrizione alla frequenza, all’articolo 3 bis, che introduce le misure di semplificazione a decorrere dal 2019, è invece previsto: “Per i servizi educativi   per   l’infanzia   e   le   scuole dell’infanzia, ivi incluse quelle private non paritarie, la mancata presentazione della documentazione di cui al comma 3 nei termini previsti comporta la decadenza dall’iscrizione”.

Per la verità la decadenza, in quanto determinante l’estinzione del diritto per mancato esercizio in un tempo stabilito, appare forse un concetto giuridico poco calzante al caso, operando nei riguardi di alunni già iscritti ed a cui è stato riconosciuto previamente l’accesso. A tanto si aggiunge che, per i suoi effetti, cagiona una restrizione alla frequenza non transitoria.

In proposito la circolare congiunta del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero della Salute pubblicata il 1 settembre, ha stabilito invece che “il minore non in regola con gli adempimenti vaccinali sarà escluso dai servizi ma rimarrà iscritto per essere nuovamente ammesso successivamente alla presentazione della documentazione richiesta” (restrizione transitoria), ove il genitore/tutore/affidatario non provveda a consegnare la documentazione comprovante l’adempimento dell’obbligo vaccinale, l’immunizzazione, l’omissione, il differimento ovvero la prenotazione entro l’11 settembre 2017 o, nel caso di dichiarazione sostitutiva ove consentita, entro il 10 marzo 2018.

La norma non individua il soggetto chiamato ad emettere il provvedimento (motivato) di esclusione (ovvero di decadenza) ma, in assenza di previsione esplicita, essendo mera conseguenza dell’accertamento della mancata consegna della documentazione e riguardando il rapporto scuola-famiglia, è desumibile esso spetti al dirigente scolastico.

La restrizione alla frequenza non è connessa direttamente all’inadempimento vaccinale ma alla mancata presentazione della documentazione, giacché i dirigenti scolastici non possono operare “valutazioni di merito”, ma comunque numerosi restano i soggetti non vaccinati o non (ancora) in regola con gli obblighi vaccinali tuttavia ammessi avendo provveduto a regolare adempimento.

Infatti, superata facilmente con la produzione della documentazione richiesta l’ipotesi del minore escluso dal servizio, sebbene regolarmente vaccinato, a causa dell’intempestiva o erronea consegna, avrà accesso il bambino il cui genitore/tutore/affidatario presenti entro l’11 settembre dichiarazione sostitutiva (salvo esclusione dopo il 10 marzo 2018 in assenza di attestazione che accerti l’osservanza dell’obbligo vaccinale) ovvero prenotazione della vaccinazione (quindi ancora non regolarmente vaccinato).

Tanto non appare conciliarsi perfettamente con la tutela della salute.

Il provvedimento restrittivo oggettivamente risulta il fattore di dissuasione all’inadempimento più determinante, considerando che il procedimento sanzionatorio appare lungo e sotto certi aspetti debole.

Infatti ai sensi dell’art. 3 comma 2 in difetto di presentazione della documentazione nei termini previsti i dirigenti scolastici sono tenuti a segnalare la circostanza “entro i successivi dieci giorniall’azienda sanitaria locale che ….provvede   agli adempimenti di competenza e, ricorrendone i presupposti, a quelli di cui all’articolo l, comma 4” per il quale, accertata l’inosservanza dell’obbligo vaccinale “i genitori esercenti la   responsabilità genitoriale, i tutori o i soggetti affidatari sono convocati dall’azienda sanitaria locale territorialmente competente per un colloquio al fine   di   fornire   ulteriori informazioni   sulle vaccinazioni e di sollecitarne l’effettuazione. In caso di mancata effettuazione delle vaccinazioni è comminata la sanzione amministrativa pecuniaria da euro cento a euro cinquecento” salvo che “a seguito di contestazione da parte dell’azienda sanitaria locale territorialmente competente, provvedano, nel termine indicato nell’atto di contestazione, a far somministrare al minore il vaccino ovvero la prima dose del ciclo vaccinale”.

La Circolare 16 agosto 2017 del Ministero della Salute precisa che l’ASL, accertato l’inadempimento, ”convoca i genitori esercenti la responsabilità genitoriale, i tutori o i soggetti affidatari, rivolgendo loro un invito scritto alla vaccinazione, eventualmente corredato di materiale informativo. Nel caso in cui non rispondano all’invito, i genitori, i tutori o i soggetti affidatari vengono nuovamente convocati, con raccomandata AR, per un colloquio, al fine di comprendere le motivazioni della mancata vaccinazione e di fornire – eventualmente anche con il coinvolgimento del Pediatra di Libera Scelta o del Medico di Medicina Generale – una corretta informazione sull’obiettivo individuale e collettivo della pratica vaccinale e i rischi derivanti dalla mancata prevenzione. Nell’ipotesi in cui i genitori esercenti la responsabilità genitoriale, i tutori o i soggetti affidatari non si presentino al colloquio ovvero, all’esito dell’interlocuzione, non facciano somministrare il vaccino al minore, la ASL contesta loro formalmente l’inadempimento dell’obbligo vaccinale, con l’avvertimento che se non dovessero far somministrare al minore il vaccino o iniziare/completare il ciclo … entro il termine fissato dall’azienda sanitaria medesima, sarà loro comminata la sanzione amministrativa pecuniaria da euro cento a euro cinquecento. La contestazione dell’inadempienza nei confronti di un minore che abbia iniziato a frequentare il servizio educativo dell’infanzia in attesa di vaccinazione, che però non viene successivamente effettuata per motivi non imputabili all’organizzazione del servizio vaccinale o a intervenuti problemi di salute del bambino, tali da controindicare la vaccinazione stessa, rappresenta motivo di esclusione dal servizio educativo”.

La Circolare quindi, a seguito peraltro di un procedimento non di breve durata, contempla l’ipotesi del minore che acceda al servizio in attesa di vaccino e poi non lo esegua e continui a frequentare fino al persistente rifiuto a seguito di contestazione di inadempienza.

La sanzione amministrativa, poi, è compresa tra un limite minimo ed un massimo (rif. art. 10 della L 689/81).

Dalla lettura dell’art. 8 L 689/81 si evince che con l’inadempimento all’obbligo vaccinale non si commettono più violazioni della stessa disposizione, perciò la Circolare 16 agosto 2017 ha chiarito: “Ai genitori esercenti la responsabilità genitoriale ai tutori e ai soggetti affidatari, a seguito di accertamento della violazione dell’obbligo di vaccinazione, è applicata una sola sanzione, a prescindere dal numero di vaccinazioni omesse. Difatti, ai sensi dell’articolo 8 della legge 24 novembre 1981, n. 689, a chi commette più violazioni della medesima disposizione viene comminata una sanzione maggiorata (e non un numero di sanzioni pari alle violazioni commesse). Di conseguenza, ove a seguito di contestazione da parte della ASL, i genitori, i tutori e i soggetti affidatari non provvedano a far somministrare al minore il vaccino o i vaccini omessi, soggiaceranno all’applicazione di un’unica sanzione, ai fini della determinazione della quale si terrà conto del numero degli obblighi vaccinali non adempiuti. La sanzione per la medesima violazione non sarà comminata nuovamente all’inizio di ogni anno scolastico. Solo nell’ipotesi in cui i genitori o i tutori o i soggetti affidatari incorrano, successivamente, nella violazione di un nuovo e diverso obbligo vaccinale, singolo o coniugato (ad esempio, omettano di sottoporre il minore a un diverso vaccino previsto a una età seguente), agli stessi sarà comminata una nuova sanzione. La sanzione sarà comminata anche nel caso in cui l’omissione riguardi un richiamo vaccinale. …. La sanzione estingue l’obbligo della vaccinazione, ma non permette comunque la frequenza, da parte del minore, dei servizi educativi dell’infanzia, sia pubblici sia privati, non solo per l’anno di accertamento dell’inadempimento, ma anche per quelli successivi, salvo che il genitore non provveda all’adempimento dell’obbligo vaccinale.

In sintesi, tenendo conto che nessuna sospensione dalla frequenza potrà essere prevista nella scuola dell’obbligo:

– è applicata una sola sanzione a prescindere dal numero di vaccinazioni omesse di cui si tiene conto solo ai fini di una maggiorazione della stessa;

– la sanzione non è comminata all’inizio di ogni anno scolastico;

– la sanzione estingue l’obbligo vaccinale ma non permette la frequenza solo nel sistema 0-6.

La nuova circolare vaccini

La nuova circolare vaccini
ed il paradosso della esclusione dall’accesso ai servizi

di Cinzia Olivieri

La circolare congiunta del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e del Ministero della Salute pubblicata il 1 settembre, premesso che ai sensi dell’art. 3 comma 3 del testo coordinato del DL 73/2017 la presentazione della documentazione richiesta è requisito di accesso per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, anche private non paritarie, ha previsto espressamente che, ove il genitore/tutore/affidatario non vi provveda entro l’11 settembre 2017 o, nel caso di dichiarazione sostitutiva, entro il 10 marzo 2018 il minore sarà escluso appunto dall’accesso ai servizi (a cui in questo caso peraltro ha già avuto accesso fino a quel momento).

Ove quindi nei termini indicati non pervenga idonea documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie, l’avvenuta immunizzazione per malattia naturale con conseguente esonero, l’omissione ovvero il differimento nonché la richiesta di vaccinazione all’Asl territorialmente competente, il diniego all’accesso sarà comunicato formalmente con provvedimento motivato. Tuttavia “il minore non in regola con gli adempimenti vaccinali ed escluso dall’accesso ai servizi rimarrà iscritto ai servizi educativi per l’infanzia ed alle scuole dell’infanzia” per essere poi “nuovamente ammesso ai servizi, successivamente alla presentazione della documentazione richiesta”.

Dunque in tal caso non si ha “decadenza” dalla iscrizione.

Tale previsione è motivo di qualche perplessità.

Il primo rilievo di palmare evidenza ma di opportuna precisazione è che requisito di accesso è la presentazione della documentazione non l’accertato inadempimento all’obbligo vaccinale.

Del resto, come prevede la stessa circolare al punto 2, la scuola non è chiamata ad “effettuare alcuna preventiva valutazione di merito” limitandosi eventualmente a trasmettere all’azienda sanitaria la documentazione ricevuta.

Tuttavia in teoria non può escludersi la regolarità vaccinale pure in mancanza del deposito di documentazione che la comprovi.

Si può ipotizzare il caso limite del genitore/tutore/affidatario che per disattenzione o difficoltà personali non effettui la consegna tempestivamente. L’alunno sarebbe doppiamente penalizzato per inosservanza non dell’obbligo vaccinale ma documentale e per l’effetto escluso dal servizio sebbene regolarmente vaccinato.

La stessa circolare dispone (punto 2.) poi che, in caso il genitore/tutore/affidatario presenti entro l’11 settembre dichiarazione sostitutiva, il minore avrà accesso ai servizi (iscrizione/frequenza) salvo poi esserne escluso ormai prossimi alla fine dell’anno scolastico ove non pervenga idonea documentazione entro il 10 marzo 2018, e sempre a prescindere dall’accertata inosservanza dell’obbligo vaccinale.

Insomma con la dichiarazione sostitutiva non si ha certezza dell’adempimento dell’obbligo vaccinale eppure l’alunno non sarà escluso dai servizi fino a al 10 marzo 2018. Inoltre, non è esplicato cosa accade in caso di consegna di documentazione incoerente con la dichiarazione sostitutiva, evidenziando ad esempio un adempimento parziale.

Avranno accesso inoltre ai servizi gli alunni per i quali il genitore/tutore/affidatario avrà regolarmente presentato alla scuola “copia della formale richiesta di vaccinazione alla ASL territorialmente competente” ovvero dichiarazione sostitutiva, per l’a.s. 2017/2018, entro l’11 settembre (in quest’ultimo caso ovviamente se entro il 10 marzo 2018 non sarà presentata la copia formale della prenotazione, ne sarà successivamente escluso) sebbene, nel caso di specie, l’alunno non sia evidentemente ancora in regola con l’obbligo vaccinale.

La Circolare del Ministero della Salute del 16 agosto 2017 ha precisato al punto 4. che il recupero dei non vaccinati o dei vaccinati parzialmente “necessita di una valutazione da parte del sanitario, che dovrà, in particolare, tenere in considerazione diversi elementi, quali: vaccini e numero di dosi già somministrati, età del minore, numero di dosi necessarie a completare ciascun ciclo a seconda dell’età e della presenza di eventuali condizioni cliniche, intervallo tra le dosi raccomandato in scheda tecnica e tra vaccini diversi, esistenza di prodotti combinati, possibilità di associare nella stessa seduta più vaccini”. Per l’effetto non sono determinabili i tempi di regolarizzazione.

Intanto essi avranno accesso ai servizi considerando altresì che, una volta presentata alla scuola la documentazione attestante la prenotazione, non sono previsti adempimenti successivi, essendo investita della questione l’Asl territorialmente competente.

È chiaro che tanto rileva anche in considerazione dell’osservanza degli adempimenti di cui all’art. 4 per il quale i minori che si trovano nelle condizioni di omissione o differimento dell’obbligo vaccinale “sono inseriti, di norma, in classi nelle quali sono presenti solo minori vaccinati o immunizzati” in numero non superiore a due, giacché anch’essi devono considerarsi non “ancora” vaccinati. Infatti il comma 2 del medesimo articolo prevede che i dirigenti scolastici “comunicano all’azienda sanitaria locale, entro il 31 ottobre di ogni anno, le classi nelle quali sono presenti più di due minori non vaccinati”.

L’ipotesi della temporanea esclusione dall’accesso ai servizi non è per la verità contemplata dal testo coordinato del DL 73/2017.

L’articolo 3 bis comma 5 dispone soltanto che la mancata presentazione della documentazione nei termini previsti comporterà la decadenza dall’iscrizione solo a decorrere dall’anno scolastico 2019/2020.

Ma chi dovrà emettere e comunicare il provvedimento di esclusione (ovvero di decadenza)?

Certo non è indicato tra gli adempimenti a carico dei dirigenti scolastici, i quali, ai sensi dell’art. 3 comma 2 sono semplicemente tenuti a segnalare all’azienda sanitaria la mancata presentazione della documentazione nei termini previsti entro i successivi dieci giorni.

Sarà l’Asl ad attivarsi poi per gli “adempimenti di competenza”.

Il dirigente scolastico quindi si limita ad acquisire la documentazione senza ulteriori verifiche, non essendo tenuto ad accertare un eventuale inadempimento all’obbligo vaccinale (né avendo strumenti adeguati per farlo) ed in caso di mancata presentazione della stessa nei termini ne informa nei successivi 10 giorni l’asl territorialmente competente che provvede come per legge.

Si avvia quindi una prima fase interlocutoria (art. 1 comma 4) per cui l’azienda sanitaria convoca il genitore/tutore/affidatario per un colloquio e solo laddove successivamente a contestazione non provveda alla vaccinazione nel termine indicato dalla stessa è comminata la prevista sanzione pecuniaria.

Neanche in tal caso vi è alcun riferimento all’esclusione dall’accesso nelle more (che potrebbero essere anche di lunga durata) ma è da ritenersi che il provvedimento dovrebbe essere posto a carico dell’Asl ovvero, solo previa indicazione della stessa, al dirigente scolastico.

Peraltro anche la previsione di successiva decadenza dall’iscrizione dell’art. 3 bis cagiona ulteriori dubbi in considerazione che per l’art. 3 comma 3 del testo coordinato del DL 73/2017 la presentazione della documentazione richiesta è requisito di “accesso”. La decadenza costituisce un istituto giuridico per il quale un soggetto deve compiere una determinata attività entro un termine perentorio altrimenti l’esercizio di un diritto viene precluso. L’art. 3 bis prevede l’invio degli elenchi “degli iscritti” all’Asl territorialmente competente e pertanto l’iscrizione deve intendersi perfezionata mentre a luglio non è ancora iniziata la frequenza.

Onde evitare quindi ulteriori inevitabili contenziosi e ridurre la conflittualità scuola-famiglia, considerate le evidenti incongruenze, sarebbero opportune ulteriori chiare istruzioni.

Nota 1 settembre 2017, AOODPIT 1679

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Ministero della Salute

Nota 1 settembre 2017, AOODPIT 1679

Oggetto: Indicazioni operative per l’attuazione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 31 luglio 2017, n. 119, recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci” – Disposizioni per l’anno scolastico e il calendario annuale 2017/2018. Integrazione delle circolari n. 25233/2017 del Ministero della salute e n. 1622/2017 del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca del 16.08.2017.

Toscana: Vaccinazioni, siglato un accordo tra aziende sanitarie, Anci e USR

Vaccinazioni, siglato un accordo tra aziende sanitarie, Anci e Ufficio scolastico regionale

da Toscana Notizie
24 agosto 2017 | 13:33
Scritto da Lucia Zambelli

FIRENZE – Un accordo che prevede che le scuole trasmettano gli elenchi degli iscritti alle Asl, che verificheranno la situazione vaccinale di ogni bambino e si attiveranno con i familiari per l’eventuale regolarizzazione.

L’accordo è stato siglato oggi nella sede dell’Ufficio scolastico regionale, in via Mannelli 113, tra le tre aziende sanitarie toscane (centro, nord est e sud ovest), l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Toscana, e l’Ufficio scolastico regionale. A firmare, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale per la Toscana Domenico Petruzzo, i direttori dei Dipartimenti della prevenzione di ogni azienda (Renzo Berti per Toscana centro, Ida Aragona per Toscana nord ovest, Paolo Madrucci per Toscana sud est), e, per l’Anci, la delegata del presidente Grazia Fantozzi.

In considerazione del fatto che l’articolo 3 della legge nazionale del 31 luglio scorso con le disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale prevede la possibilità di adottare una procedura semplificata; che l’Ufficio scolastico regionale è in grado di trasmettere gli elenchi degli alunni, e altrettanto può fare l’Anci per i bambini iscritti agli asili nido; e che le tre aziende sanitarie toscane, una volta acquisiti gli elenchi, sono in grado di verificare gli adempimenti vaccinali, l’accordo siglato oggi stabilisce che:

– gli istituti scolastici e i servizi educativi provvederanno alla trasmissione degli elenchi degli iscritti alle Asl competenti per territorio entro il 31 agosto 2017;

– la Asl provvederà alla verifica della situazione vaccinale di ogni iscritto e si attiverà, contattando i familiari, per coloro che risulteranno non in regola, al fine della loro regolarizzazione;

– alla fine di questo percorso, la Asl comunicherà alle strutture scolastiche ed educative interessate i nominativi dei bambini non in regola, per le successive determinazioni del caso.

Nelle more degli accertamenti – si chiarisce nell’accordo – la frequenza di tutti gli iscritti prosegue secondo le consuete modalità.

Dell’accordo siglato oggi è stata inviata comunicazione al Garante della privacy.

Per vaccinarsi

Per prenotare una vaccinazione è possibile rivolgersi alla Asl competente o al pediatra di famiglia.

Sulle pagine del sito, i Centri vaccinali Asl per Asl.

Sul sito della Regione le Nuove disposizioni in materia di vaccinazioni

Vai alle pagine del sito della Regione sulle Vaccinazioni

Guarda la campagna regionale Dammi un vaccino

Nota 16 agosto 2017, AOODPIT 1622

Ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali
All’Ufficio speciale di lingua slovena
Al Sovrintendente Scolastico per la Scuola in lingua italiana di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’Intendente Scolastico per la Scuola delle località ladine di Bolzano
Dirigente del Dipartimento Istruzione per la Provincia di
TRENTO
Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle D’Aosta
Alle Istituzioni scolastiche statali e paritarie
Alle scuole private non paritarie
ep.c.
Al Capo di Gabinetto
Al Capo Segreteria Tecnica del Ministro
Alle Direzioni Generali del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione
Al Ministero della salute
Ufficio di Gabinetto
LORO SEDI

Nota 16 agosto 2017, AOODPIT 1622

Oggetto: Prime indicazioni operative alle istituzioni scolastiche del Sistema nazionale di istruzione per l’applicazione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 31 luglio 20l 7, n. 119, recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, di malattie infettive e di controversie relative alla somministrazione di farmaci”.

Protocollo d’Intesa PCM – MIUR (7.8.17)

PROTOCOLLO D’INTESA

TRA
LA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
E
IL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITA’ E DELLA RICERCA

IN MATERIA DI PREVENZIONE DELL’USO DI DROGHE E ALCOL IN ETÀ SCOLARE


Droga e alcol, Boschi e Fedeli firmano intesa su politiche di prevenzione

Boschi: “Partire dall’educazione nelle scuole è fondamentale. Con l’accordo facciamo un passo avanti per prevenire l’abuso di queste sostanze e contrastare vere e proprie forme di schiavitù”

Fedeli: “Accordo importante, saremo al fianco di ragazze e ragazzi
per intercettare momenti di difficoltà e debolezza”

La Sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, e la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, hanno siglato oggi un Protocollo d’intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Miur per un’azione congiunta che “rafforzi in modo organico e sinergico l’attuazione delle politiche di prevenzione dell’uso di droga e alcol tra i giovani”, in particolare in età scolare.
Il Protocollo prevede piani, programmi educativi e iniziative ad hoc per coinvolgere studentesse e studenti, genitori, docenti. Ci saranno campagne di informazione e comunicazione mirate. Saranno realizzate specifiche attività di formazione delle e degli insegnanti a cura di soggetti qualificati e scientificamente accreditati. Per la realizzazione degli interventi ci sono 3 milioni di euro a disposizione.

“Oggi con la Ministra Valeria Fedeli abbiamo firmato il Protocollo d’Intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Miur per politiche di prevenzione dell’uso di droghe e alcol in età scolare: 3 milioni di euro in 3 anni per la realizzazione di piani, programmi educativi e campagne di informazione rivolti a studenti, insegnanti e genitori – sottolinea la Sottosegretaria Maria Elena Boschi -. L’uso di sostanze stupefacenti e alcoliche è sempre più diffuso tra i giovani, anche a causa del più facile accesso alle sostanze tramite il loro acquisto su siti internet e social network che li commercializzano: una piaga che può compromettere la crescita e lo sviluppo dei ragazzi e delle ragazze. Con l’accordo firmato oggi facciamo un passo avanti per prevenire l’abuso di queste sostanze e contrastare vere e proprie forme di schiavitù. Partire dall’educazione nelle scuole è fondamentale”, chiude Boschi.
“Il Protocollo di intesa firmato oggi tra il Miur e il Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio è una scelta importante per stare accanto a ragazze e ragazzi, con l’obiettivo di intercettare quei momenti di difficoltà o di debolezza che possono indurre a forme di dipendenza dannose per la crescita e i processi di socializzazione”, dichiara la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli.

“L’uso e l’abuso di alcol e sostanze stupefacenti, in particolar modo in età scolare, possono  produrre danni gravi e incidere negativamente sulla qualità dell’apprendimento, della formazione personale, della capacità di immaginare e realizzare progetti di vita e di lavoro. È importante allora che a studentesse e studenti vengano dati tutti gli strumenti informativi e di prevenzione delle dipendenze e che la scuola diventi un’alleata, anche su questo terreno, per conoscere, condividere rischi, fare le scelte più giuste – prosegue la Ministra Fedeli -. Si tratta di lavorare sui contesti sociali, sulle modalità di accesso, sulle caratteristiche e i danni delle diverse sostanze. Il tutto sapendo porsi in ascolto e in dialogo con le ragazze e i ragazzi e in costante condivisione con le famiglie. Anche la prevenzione delle dipendenze è infatti un elemento di quel patto educativo che deve vedere tutta la società, come comunità educante, al servizio della crescita sana e positiva delle future generazioni”.

Lettera Circolare Ministero Salute 12 giugno 2017, DGPRE 17892

Ministero della Salute
DIREZIONE GENERALE DELLA PREVENZIONE SANITARIA
UFFICIO V – PREVENZIONE DELLE MALATTIE TRASMISSIBILI E PROFILASSI INTERNAZIONALE

A
ASSESSORATI ALLA SANITÀ REGIONI STATUTO ORDINARIO E SPECIALE
ASSESSORATI ALLA SANITÀ PROVINCE AUTONOME TRENTO E BOLZANO
U.S.M.A.F.-S.A.S.N. UFFICI DI SANITÀ MARITTIMA, AEREA E DI FRONTIERA E SERVIZIO ASSISTENZA SANITARIA AL PERSONALE NAVIGANTE
MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
MINISTERO DELLA DIFESA
DIREZIONE GENERALE SANITÀ MILITARE
MINISTERO DELL’INTERNO
DIPARTIMENTO P.S.
DIREZIONE CENTRALE DI SANITÀ
MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ
ISTITUTO NAZIONALE PER LA PROMOZIONE DELLA SALUTE DELLE POPOLAZIONI MIGRANTI E PER IL CONTRASTO DELLE
MALATTIE DELLA POVERTÀ (INMP)

Lettera circolare Ministero Salute 12 giugno 2017, DGPRE 17892

OGGETTO: Circolare recante prime indicazioni operative per l’attuazione del decreto legge 7 giugno 2017, n. 73, recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale” (Gazzetta ufficiale n. 130 del 7-6-2017).

Avviso 10 novembre 2014

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione
Direzione Generale per lo Studente, l’Integrazione e la Partecipazione

Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
LORO SEDI

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e la Croce Rossa Italiana (C.R.I.) hanno firmato un Protocollo d’intesa nel quale, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, si impegna a prevedere e a realizzare percorsi ed iniziative comuni per favorire la formazione della persona e l’appartenenza alla comunità locale, nazionale ed europea.
A tal proposito, la C.R.I. ha elaborato un offerta formativa per l’a.s. 2014/2015 rivolta agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, ai docenti, al personale scolastico e ai genitori.
Ciascun Istituto scolastico potrà, quindi, pianificare l’attivazione di uno o più eventi formativi (fra quelli erogabili dalla C.R.I.) da inserire nei propri P.O.F., si precisa che i corsi saranno tenuti da personale volontario della C.R.I. adeguatamente formato.
Sul sito nazionale della Croce Rosa Italiana, www.cri.t/miur sezione “scuole” i Dirigenti scolastici o i loro collaboratori, potranno prendere visione del portfolio formativo per il prossimo anno scolastico, comprendente le schede tecniche dei corsi attivabili e l’offerta formativa suddivisa per regione.
Gli istituti dovranno quindi richiedere di essere contattati dai Comitati Provinciali e Locali della C.R.I., per ricevere informazioni sugli eventi formativi.
I corsi saranno attivati in base all’ordine di ricezione delle richieste  e solo dopo aver concordato tra le parti la realizzazione delle iniziative formative (date, luoghi, orari, costi) in relazione alla disponibilità del personale C.R.I., le Scuole richiederanno l’attivazione delle iniziative stesse.
In considerazione del valore dell’iniziativa le SS.LL sono pregate di assicurare la più ampia e tempestiva diffusione presso le istituzioni scolastiche dell’iniziativa in oggetto.

Avviso 28 ottobre 2014

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione

Oggetto: Sondaggio on line Progetto “Napo for teachers”

“NAPO for teachers” è un progetto europeo a cui partecipano alcuni tra i maggiori istituti europei per la sicurezza e salute sul lavoro, tra cui l’INAIL in rappresentanza del nostro Paese. Esso ha l’obiettivo di sensibilizzare i bambini della scuola primaria sull’importanza della salute e della sicurezza con un approccio didattico divertente e fantasioso.
A tal proposito l’Agenzia europea di Bilbao per la salute e la sicurezza sul lavoro, che fa parte del gruppo di lavoro, ha sviluppato pacchetti didattici, adatti ai bambini in età compresa fra i 7 e gli 11 anni, che trattano argomenti relativi alla sicurezza e alla salute sul lavoro. Ciascun pacchetto didattico evidenzia i messaggi chiave e gli obiettivi di apprendimento, offrendo agli insegnanti tutti i dettagli sulle attività proposte e le risorse necessarie, unitamente a un esempio di pianificazione della lezione di circa 40 minuti. Il materiale didattico è scaricabile gratuitamente dal sito di Napo http://www.napofilm.netlitlnapo-for-teachers.
Nel 2014 è stato presentato un nuovo filmato sui rischi psicosociali – “Napo in… Stress al lavoro!” – a sostegno della campagna europea del 2014/2015 “Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro correlato” (Ambienti di lavoro sani e sicuri). È in preparazione un filmato sull’energia elettrica, che verrà ultimato nei primi mesi del 2015, e un altro filmato sui rischi d’incendio si trova nelle prime fasi di programmazione.
Ad un anno dal lancio in vari Paesi europei l’Agenzia di Bilbao sta conducendo una indagine per valutare l’impatto del Progetto “Napo per gli insegnanti” e comprendere i fattori che hanno spinto ad accogliere l’iniziativa nei diversi Stati membri.
L’incarico di svolgere tale indagine è stato affidato all’Istituto inglese IES (Institute for Employment Studies) che ha elaborato un sondaggio on line rivolto ai docenti nelle diverse lingue dei paesi partecipanti.
Tale sondaggio è disponibile sino al 30 novembre 2014 al seguente link:
https://www.snapsurveys.com/wh/s.asp?k=141226435748
Tutti docenti del primo ciclo d’istruzione che hanno utilizzato o stanno utilizzando i pacchetti didattici sono invitati a compilare il questionario allo scopo di fornire un feedback parte degli insegnanti per il miglioramento del prodotto.

IL DIRETTORE GENERALE
Carmela Palumbo