Archivi categoria: Famiglie

Strategie per affrontare un nuovo percorso scolastico

Crescere insieme: strategie per genitori e figli per affrontare serenamente un nuovo percorso scolastico

di Giovanna Giacomini

L’inizio di una nuova esperienza scolastica, che sia l’inserimento al nido o alla scuola materna per i bambini nella fascia d’età 0-6 anni, oppure il passaggio da un ciclo scolastico all’altro, rappresenta un momento delicato, che può generare ansie e preoccupazioni non solo nei bambini e ragazzi ma anche nei genitori. Mentre i primi affrontano un nuovo ambiente e nuove persone, i grandi si preoccupano del benessere e dell’adattamento dei loro figli.

Se parliamo di bambini piccoli, possiamo dire che questi non sviluppano paure o ansie, semmai riflettono quelle che sono proprie dell’adulto che è il principale responsabile delle emozioni del bambino” dice Giovanna Giacomini, pedagogista, formatrice e ideatrice di Scuole Felici che prosegue “un adulto sereno, che esprime fiducia nel percorso educativo, ha la grande capacità di ridurre di molto la difficoltà percepita dal bambino nell’affrontare una nuova realtà extra familiare. Non dimentichiamoci che è assolutamente normale che il bambino pianga o evidenzi insofferenza, soprattutto nelle prime fasi dell’inserimento. Parlando dal punto di vista dello sviluppo cognitivo, in questa prima fase di vita, il piccolo non è ancora in grado di capire che cosa significa l’assenza di qualcosa, che sia un oggetto o una persona, e di fare quindi una previsione, queste sono tutte capacità cognitive superiori che si sviluppano più avanti. Inizialmente l’assenza del genitore è un evento che ancora non si sa spiegare e come tale lo porterà ad avere delle reazioni. Attraverso l’esperienza e un percorso naturale di crescita il bambino imparerà a gestire queste nuove emozioni, scoprendo che dopo qualche ora ci sarà il ricongiungimento con mamma e papà”.

Il vero primo grande cambiamento avviene in realtà durante la transizione scolastica, quando i bambini si trovano ad affrontare il passaggio ad esempio dalla materna alla primaria e da questa alla secondaria e via dicendo. Questo comporta l’adattamento a un nuovo ambiente, nuove routine e aspettative accademiche più elevate. “Crescendo, il bambino sviluppa una maggiore consapevolezza ed è qui che possono manifestarsi delle preoccupazioni” dice la pedagogista. “La prima, e la più semplice, è di tipo sociale. Come farò a creare nuove amicizie? Come saranno gli insegnanti? Riuscirò a integrarmi nella classe? Queste sono solo alcune delle paure, assolutamente legittime, espresse dai bambini che non devono chiaramente trasformarsi in uno stato di ansia vera e propria. Una cosa alla quale possiamo assistere, e che capita abbastanza spesso a inserimento avvenuto, è che il bambino sviluppi la paura del fallimento. Viviamo in una società che chiede a gran voce di essere performanti e questo fa si che alcuni bambini, in particolare quelli più sensibili, possano non sentirsi all’altezza di quelle che sono le aspettative scolastiche e della propria famiglia. Anche qui diventa fondamentale l’atteggiamento dell’adulto di fronte a un eventuale voto o giudizio negativo. Quando poi si passa dalla primaria alla secondaria, le preoccupazioni aumentano. La paura principale è di sentirsi sopraffatti dal carico di lavoro, e l’ambiente circostante a volte non aiuta. Spesso i ragazzi sono soggetti a frasi del tipo: guarda che l’anno prossimo avrai un sacco di cose da fare, ci sarà da studiare molto di più e i compiti saranno tanti per cui la pressione cresce e con essa anche l’ansia. In più c’è la paura del giudizio dei compagni che si percepisce maggiormente crescendo, soprattutto nell’adolescenza, quando l’opinione dei pari diventa fondamentale”.

Anche i genitori non sono esenti dai passaggi scolastici dei figli e come loro si trovano ad affrontare nuovi pensieri e paure. Le preoccupazioni dei genitori variano in base alla fascia di età del bambino. “Se parliamo di 0-6, queste sono al loro culmine, ma con l’aumento dei gradi scolastici le ansie diminuiscono e rimangono circoscritte ad alcuni aspetti”, dice Giovanna Giacomini. “All’inizio il genitore è preoccupato, in maniera a volte irrazionale, di qualsiasi cosa. Quest’ansia è legata alla separazione e nasce da un eccessivo senso di protezione che si ha nei confronti dei figli. Diventa quindi difficile accettare il pianto del bambino quando lo dobbiamo lasciare al nido o alla materna. Se il genitore non è in grado di riconoscere e gestire queste emozioni ovviamente le trasferirà al figlio. Preoccupazioni diverse invece si possono manifestare quando il bambino si trova già inserito a scuola. In questo caso sono legate al rendimento scolastico, oppure alla capacità del figlio di adattarsi a un nuovo ambiente e stringere nuove amicizie. Anche qui è importante capire se siamo di fronte a una preoccupazione legittima oppure se il genitore sta di nuovo proiettando emozioni e ansie proprie rispetto a quella che può essere invece una dinamica abbastanza normale tra pari”.

Scegliere la scuola giusta può aiutare a ridurre di molto le preoccupazioni. Ci sono diverse strategie che possono essere adottate per fare una scelta consapevole:

  1. La prima cosa da fare è informarsi. Oggi abbiamo a disposizione tantissimi strumenti che permettono di farsi un’idea, di avere una panoramica sui vari istituti scolastici: siti web, social, open day etc.
  2. Tener presenti le esigenze di orario e spostamenti.  La vicinanza della scuola a casa o al luogo del lavoro è un elemento da non sottovalutare.
  3. Verificare che la scuola offra un ambiente accogliente, stimolante, sicuro e controllato. Non bisogna mai dare per scontato questo aspetto. È necessario che le scuole rispondano a determinati requisiti. La cronaca è piena di notizie riguardanti scuole improvvisate con personale e strutture non idonei. Quando si sceglie un istituto scolastico, soprattutto nel caso si tratti di una realtà privata o paritaria, occorre assicurarsi che sia all’interno di un circuito ben riconoscibile.
  4. Prediligere strutture che promuovano una buona collaborazione scuola-famiglia e la conciliazione di vita. Verificare che il servizio educativo scolastico possa offrire delle opportunità interne, laboratori ed esperienze extra curriculari che promuovano il benessere (ad esempio progetti sull’affettività e sessualità, che in Italia non rientrano ancora nel programma scolastico, sport e attività fisica, letture, film) che il bambino può fare direttamente in loco. Questo facilita i genitori nella gestione quotidiana mettendoli in condizione di non dover correre da una parte all’’altra. Dobbiamo iniziare a pensare alla scuola come a un polo per la socializzazione e di apprendimento a 360° non semplicemente didattico. Oggi, come non mai, il benessere emotivo dei propri figli, per i genitori è un elemento fondamentale nella scelta di un determinato servizio educativo e scolastico. Nella collaborazione scuola-famiglia si possono valorizzare tantissime attività: interventi formativi con la presenza di esperti che aiutano le famiglie a comprendere meglio alcuni passaggi di sviluppo del bambino, che diano un supporto pedagogico e psicologico in momenti di difficoltà, altri specialisti che possono concorrere al fatto di contribuire con la propria esperienza rispetto al proprio ambito d’interesse. Questi sono tutti servizi aggiuntivi che determinano sicuramente una grande qualità della scuola. 
  5. La comunicazione è un plus importante. Attraverso una buona comunicazione scuola-famiglia il genitore ha la possibilità di gettare uno sguardo sulla vita del bambino in quel momento e sulle esperienze che sta vivendo con l’ottica di poter partecipare alla vita scolastica del proprio figlio, non di doverla controllare.
  6. Nel caso si voglia scegliere un determinato approccio pedagogico occorre non farsi trascinare dalle mode del momento. Non ha senso scegliere un metodo educativo che è completamente lontano da quello che poi metto in pratica nella mia vita quotidiana perché sarebbe poco coerente. Il bambino non deve vivere un’incoerenza educativa.

    Questo ultimo punto diventa molto importante quando i genitori si trovano a dover fare i conti con il grande dilemma della continuità di metodo. “Ovviamente questo può essere un fattore positivo perché garantisce che il bambino possa sentirsi più sereno durante i passaggi”, spiega la pedagogista. “Adottare il medesimo approccio e declinarlo nelle diverse fasce di età significa continuare a perfezionare e sviluppare le competenze e le specificità del bambino. Se questo non dovesse essere possibile, non occorre allarmarsi, il bambino avrà semplicemente bisogno di un po’ più tempo per adattarsi alla nuova realtà. Pensiamo al passaggio da un metodo senza valutazioni a un sistema ad esempio statale o paritario, dove ci sono verifiche e voti. Se questo cambiamento avviene nei primi anni di età sarà più semplice per il bambino adattarsi. Se invece la transizione da un modello pedagogico a un altro avviene più in là nel tempo, ad esempio alla fine della secondaria, è importante preparare il bambino con largo anticipo evitandogli un salto nel buio. Questo compito non spetta solo ai genitori ma anche alla scuola.”


    BIO

    Giovanna Giacomini

    Formatrice e pedagogista, nel 2015 fonda GD EDUCA, società che si occupa di servizi educativi e di formazione. Utilizzando i propri servizi all’infanzia come officina creativa, dà vita all’esperienza di «Scuole Felici®» che si ispira al modello danese dell’educazione e alle culture orientali. A oggi 10 scuole dell’infanzia in Italia hanno scelto di seguire la filosofia “Scuole Felici”. Giovanna Giacomini è inoltre l’ideatrice del portale Educatori WOW che fornisce corsi online e materiali per genitori, educatori e docenti. 

    Genitori Connessi

    Meta presenta “Genitori Connessi”, una campagna di educazione alla sicurezza online dei minori che parla ai genitori

    • Oggi Meta svela i nomi dei 13 ambassador italiani, tra genitori ed esperti, che si faranno promotori dei temi della sicurezza e del benessere degli adolescenti sui social.
    • Nel corso dei prossimi mesi, Meta lavorerà a stretto contatto con i “Genitori Connessi” per sensibilizzare altri adulti sull’argomento e fornirgli gli strumenti necessari per supportare i più giovani.

    Milano, 14 settembre 2023 – Oggi Meta annuncia “Genitori Connessi”, una campagna pensata per parlare ai genitori e agli educatori dell’importanza dell’uso responsabile dei social da parte degli adolescenti.

    In un’epoca in cui le piattaforme digitali sono diventate parte integrante della vita quotidiana, soprattutto dei più giovani, genitori ed educatori si trovano di fronte alla grande sfida di guidare gli adolescenti a un utilizzo sano e responsabile di questi strumenti, pur non essendo loro nativi digitali. L’obiettivo di “Genitori Connessi” è sensibilizzare gli adulti sull’argomento e, al tempo stesso, fornire loro gli strumenti necessari per affrontare queste sfide, avvicinarsi agli adolescenti, comprendere le loro esperienze e guidarli verso un’esperienza positiva e sicura online.

    Come parte di questa iniziativa, Meta ha selezionato 13 figure influenti, tra genitori, educatori ed esperti, che si faranno portavoce di temi importanti riguardanti l’uso dei social da parte dei più giovani. Tra loro, la giornalista e conduttrice Francesca Barra, il conduttore radiofonico Diego Passoni, la conduttrice televisiva Adriana Volpe, l’attrice Nicoletta Romanoff, la modella Marica Pellegrinelli e l’attore, scrittore e insegnante Andrea Maggi. C’è chi ha fatto dell’ironia e della comicità una professione, come Germano Lanzoni e il duo Mammadimerda, composto da Francesca Fiore e Sarah Malnerich. Fanno parte della rosa anche diverse esperte, come Tata Francesca, counselor familiare,  insegnante e scrittrice, la pedagogista e divulgatrice Silvia Marchettie Claudia Denti, fondatrice di Genitore Informato. Non poteva mancare poi chi ha fatto della tecnologia un vero e proprio lavoro, scegliendo i social e il web per condividere la sua conoscenza: è il caso di Andrea Galeazzi, divulgatore ed esperto di tutto ciò che è digitale e tech. E ancora, c’è chi ha scelto Facebook e Instagram per raccontare la vita da genitore con le gioie e le difficoltà che ne derivano, come Silvio Petta, fondatore della community italiana Superpapà

    I “Genitori Connessi” si sono interrogati sul loro ruolo di guide e di educatori in ambito digitale e hanno scelto di aderire al progetto di Meta per dare un contributo concreto alle attività di sensibilizzazione delle famiglie sui temi e della sicurezza e del benessere online dei loro figli.

    In qualità di ambassador, i “Genitori Connessi” hanno partecipato a una giornata di formazione, organizzata da Meta, per approfondire strumenti fondamentali come la supervisione genitori, annunciata a settembre ‘22, e le numerose funzioni messe a disposizione dalla piattaforma per mitigare la pressione sociale, tutelare le interazioni e promuovere un uso positivo di Instagram da parte dei più giovani. Tutti strumenti che i genitori devono conoscere al meglio per poter essere d’aiuto ai loro figli. La formazione ha inoltre previsto una sessione guidata da Ivano Zoppi, pedagogista e segretario di Fondazione Carolina, per confrontarsi su come instaurare un dialogo efficace con i minori. Nei prossimi mesi, Meta lavorerà a stretto contatto con i “Genitori Connessi” per trasferire queste conoscenze e sensibilizzare un numero sempre più grande di adulti sull’argomento.

    Abbiamo sviluppato oltre 30 strumenti per guidare le persone, soprattutto i ragazzi, verso un uso consapevole delle nostre piattaforme, ma sappiamo che un utilizzo sano e corretto dei social passa anche dalla conoscenza del mezzo ed è per questo che abbiamo deciso di incrementare gli sforzi nell’educazione alla sicurezza online da parte di chi per i ragazzi è già una guida nella vita di tutti i giorni”, spiega Laura Bononcini, Public Policy Director di Meta per il Sud Europa. “Con questa iniziativa desideriamo incentivare un dialogo costruttivo tra genitori, esperti e figure influenti per creare consapevolezza in materia e promuovere il benessere dei più giovani”.

    In occasione delle campagna, Meta ha creato una breve guida a Instagram con una sintesi degli strumenti più importanti dedicati alle famiglie per un uso sicuro e consapevole della piattaforma, mentre dal 2022 è disponibile anche il Centro per le famiglie, uno spazio che permette di accedere a risorse utili fornite dagli esperti che possono essere utilizzate per sostenere i giovani e che coinvolgono gli adulti nell’esperienza online dei ragazzi.

    Diritto allo studio e libri scolastici

    Diritto allo studio e libri scolastici, famiglie e consumatori insieme al mondo del libro per chiedere al governo più soldi per le famiglie povere e la detrazione fiscale

    Forum delle Associazioni Familiari, Adiconsum, AIE, ALI-Confcommercio, Federcartolai-Confcommercio e Anarpe chiedono un intervento nella Legge di Bilancio

    Consumatori e famiglie assieme a tutta la filiera del libro scolastico chiedono che “nella prossima Legge di Bilancio venga aumentato lo stanziamento e rivisti i criteri di distribuzione per il diritto allo studio per le famiglie in condizioni di povertà dagli attuali 133 ad almeno 170 e che venga introdotta per tutte le altre famiglie, attualmente prive di strumenti di sostegno alla spesa per i libri scolastici, una detrazione fiscale al pari delle spese mediche, come dichiarato prima dalla Sottosegretaria del Ministero dell’Istruzione e del Merito Paola Frassinetti e poi dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, e dai rappresentanti di alcune forze politiche. Le ipotesi di intervento sono state condivise dal Ministero dell’Istruzione e del Merito al tavolo tecnico con la filiera dell’editoria scolastica”. L’appello è firmato dal Forum delle Associazioni Familiari, Adiconsum, Associazione Italiana Editori (AIE), Associazione Librai Italiani (ALI-Confcommercio), Federcartolai Confcommercio e Anarpe, Associazione nazionale agenti rappresentanti promotori editoriali.

    “In una stagione di minori risorse – proseguono le associazioni firmatarie dell’appello – come ogni giorno ci viene ricordato, sarebbe una scelta politica forte che offrirebbe un chiaro segnale agli italiani nel segno del sostegno alla famiglia e dell’investimento nella formazione, leve fondamentali per ridare slancio e prospettiva di futuro all’Italia. In questo senso, bisogna riconoscere al ministro Giuseppe Valditara la sensibilità di aver compreso e poi sostenuto le proposte di cui si sono fatte portatrici le associazioni del mondo del libro, i consumatori e le famiglie”.

    MyEdu Coaching

    MYEDU lancia il portale “MyEdu Coaching” a sostegno della genitorialità: i consigli e le analisi dei professionisti per migliorare il dialogo genitori-figli.

    Dal “genitore sceriffo” al genitore “zucchero filato”. Come educare i figli del nuovo millennio? Sabato 9 settembre si è tenuto alle ore 12:00presso la Terrazza Miramare del festival della Comunicazione di Camogli un dialogo sulla genitorialità tra lo psicopedagogista Stefano Rossi e l’esperta in neuroscienze Mila Valsecchi che, insieme a Laura Fumagalli, presidente di MyEdu, tracceranno le possibili strade da intraprendere per un efficace dialogo genitori-ragazzi.

    MILANO – 11 settembre 2023 – MyEdu amplia l’offerta formativa digitale con il nuovo portale “MyEdu Coaching”, uno strumento a sostegno della genitorialità con video, podcast e i consigli degli esperti per sostenere il mestiere più difficile: essere genitori. Una guida utile in quei momenti della vita quotidiana che possono portare a problemi relazionali tra genitori e figli, o tra genitori o ancora tra genitori e mondo della Scuola. Rivolto ai genitori dei ragazzi della scuola primaria e secondaria di I grado, MyEdu Coaching (coaching.myedu.it), offrirà contenuti utili per comprendere e gestire i “comportamenti tempesta” di bambini e ragazzi per riuscire ad accompagnarli nel grande mare delle emozioni di questo importante periodo della vita.

    La direzione scientifica del progetto è stata affidata a Stefano Rossi, psicopedagogista scolastico e formatore, affiancato da Mila Valsecchi, esperta in neuroscienze e formazione, oltre a un team di professionisti che curano i diversi aspetti della vita dei genitori: dall’alimentazione al gioco, dallo sport al rapporto con gli altri, fino alla scelta del proprio stile di genitorialità.

    Tra gli autori: Pilar Nannini, pediatra e nutrizionista; Simona Viberti, style and closet organizer; Davide Donà, allenatore sportivo; Sarah Cibrario, docente e musicista; Rossana Candia, esperta in mindfulness.

    “Educare oggi è difficile, in classe come a casa – spiega Laura Fumagalli, presidente di MyEdu– Mentre spesso gli insegnanti lavorano nella tempesta affrontando problemi sempre più frequenti di regolazione emotiva, molti genitori si definiscono nella nebbia, proprio a causa del collasso di quei valori verticali che ieri orientavano il progetto educativo familiare. È in questo contesto che abbiamo scelto di dedicare un vero e proprio servizio di consulenza genitoriale con un prodotto inedito pensato per rispondere alle richieste di aiuto dei genitori, che ora potranno contare su opinioni e consigli sia pratici, sia formativi, da parte di professionisti del settore”.

    “Sempre più bambini e ragazzi manifestano difficoltà nella regolazione delle emozioni, uno degli aspetti più significativi del cosiddetto analfabetismo emotivo – sottolinea Stefano Rossi, psicopedagogista scolastico e formatore e direttore scientifico di MyEdu Coaching – Un cuore è analfabeta quando è incapace di riconoscere, comprendere e regolare le proprie emozioni. Le emozioni però, non sono un errore di funzionamento da silenziare nel modo più efficiente possibile. Gioia, stupore, ma anche rabbia, tristezza e paura sono dei maestri interiori che custodiscono una saggezza ancestrale. Mentre la classica educazione basata su premi e punizioni censura quelle che impropriamente vengono etichettate come “emozioni negative” (paura, rabbia, tristezza), l’educazione emotiva aiuta bambini e ragazzi a percepire il proprio sentire. Riconoscere l’emozione, ma soprattutto comprenderne il suo significato adattivo è il modo più profondo per imparare a navigare nel grande mare dei propri sentimenti e, di conseguenza, nel grande oceano dell’esistenza”.

    I contenuti di MyEdu Coaching.

    La nuova piattaforma è divisa in tre grandi aree contenenti video, oltre un vero e proprio magazine e a una sezione da fruire insieme ai propri bimbi. Nella sezione Video è pubblicata una prima raccolta inedita di 10 video lezioni registrate da Stefano Rossi in esclusiva per i genitori del network MyEdu. Dal genitore “zucchero filato” a quello con l’auricolare; dallo sceriffo al superman per arrivare al cosiddetto genitore “porto sicuro”: grazie al lessico e allo stile non convenzionale che caratterizzano Stefano Rossi, il genitore, più che seguire una lezione, ha l’impressione di confrontarsi con amico saggio che riesce a rendere familiare anche il concetto più complesso, rendendolo semplice da metabolizzare e mettere in pratica nella delicata relazione con i figli.

    Nelle sezioni del Magazine, poi, vengono fornite analisi e risposte e consigli a problemi di diversa natura: dalla dipendenza dai social network al vestirsi, da come relazionarsi negli sport di squadra alla corretta alimentazione, fino all’organizzazione mentale e pratica. E poi risposte ai frequenti dubbi famigliari sulla frequenza di corsi extra scolastici con i consigli per sostenere e affiancare i propri figli in queste scelte, ma anche le buone pratiche per trovare un momento di calma interiore per i genitori migliorando la consapevolezza delle proprie emozioni anche nei confronti degli stessi figli. Infine la sezione Kids: dagli origami ai mandala, dalle posizioni di yoga alla mindfulness alla cucina, una raccolta di attività da fare insieme ai propri figli per imparare nuovi metodi di ritrovare la calma, rilassarsi e stare bene insieme.

    MyEdu

    Formare i docenti della scuola e sostenere le famiglie nel percorso di apprendimento dei propri figli in età scolare. MyEdu, la piattaforma di formazione digitale fondata nel 2013 a Milano, propone risorse e contenuti interattivi: lezioni, video-lezioni, attività per il ripasso e l’autovalutazione dell’apprendimento. Un pacchetto di strumenti di ausilio all’apprendimento scolastico rivolti alle scuole pubbliche e private, agli insegnanti e soprattutto alle famiglie. All’attivo conta un team interno di 35 professionisti, tra redattori, tutor, creativi, grafici e sviluppatori, oltre a una rete di consulenza esterna di formatori, professori e autori di contenuti. Numerose le collaborazioni della casa editrice che di recente ha rinnovato la partnership con il Ministero dell’Istruzione attraverso il protocollo d’intesa “per la realizzazione di azioni a supporto dell’innovazione didattica e digitale nella Scuola Italiana”. MyEdu collabora con realtà di primo piano in campo educativo come la Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, il Festival della Comunicazione di Camogli, il progetto Scuola in Ospedale, il MUBA – Museo dei Bambini Milano, l’Acquario di Genova, il parco Pinocchio di Collodi e fornisce contenuti interattivi e divulgativi per le principali reti televisive per bambini tra cui Rai Scuola e Rai Gulp.

    Sportello Genitori Studenti e Scuola

    Domande e risposte su Genitori Studenti & Scuola
    a cura di Cinzia Olivieri

    Lo Sportello Genitori Studenti e Scuola è uno strumento di supporto messo a disposizione gratuitamente per orientarsi tra alcune delle più comuni disposizioni normative che regolano in particolare il funzionamento degli organi collegiali della scuola.
    In aggiunta a questo si può accedere a
    –    Guide sul funzionamento degli organi collegiali in formato PowerPoint di facile consultazione:
    Quesiti e risposte sulla complessa normativa* che regola la vita nella scuola e la partecipazione agli organi collegiali
    * in vigore al momento della formulazione della richiesta


    Indice FAQ  

    Genitori Studenti Scuola
    Accesso ai documenti Accesso ai documenti
    Accesso ai locali scolastici
    Asili nido
    Assegnazione docenti alle classi
    Assemblea Assemblea Assemblea
    Assenze
    Assicurazione
    Attivita integrative
    Autovalutazione di istituto
    Calendario scolastico
    Classi aperte
    Collaboratori Coordinatori ATA Collaboratori Coordinatori ATA
    Collegio dei docenti
    Comitato di valutazione Comitato di valutazione
    Comitato genitori Comitato studentesco
    Comitato genitori (Bolzano)
    Commissioni
    Compiti a casa
    Comunicazioni
    Consiglio di circolo e di istituto
    >Composizione e funzionamento
    >Elezioni e Dimissioni
    >Dirigente
    >Incompatibilità ed ineleggibilità
    >Permessi lavorativi
    >Presidente del Consiglio di Istituto
    >Prima seduta
    Consiglio classe, interclasse, intersezione
    Convocazione
    Elezioni
    >Rappresentante di classe
    a Collegamento dei rappresentanti
    b Compiti del rappresentante
    >Riunione
    >Valutazione – Disciplina
    Consulta dei genitori
    Continuità
    Contrattazione
    Contributo volontario
    Convenzione di cassa
    Convitti
    Crediti – Debiti – Recupero Crediti – Debiti – Recupero Crediti – Debiti – Recupero
    Dimensionamento Dimensionamento
    Diritto allo studio
    Disciplina Disciplina
    Donazioni
    Doveri dei docenti
    Elezioni politiche
    Esami Esami Esami
    Ferie Ferie
    Flessibilità organizzativa quadrimestre Flessibilità organizzativa quadrimestre
    FoNAGS FoPAGS FoRAGS
    Formazione delle classi Formazione delle classi
    Giunta Esecutiva
    GLH
    Incompatibilità
    Inventario
    Istituzione nuove scuole ed indirizzi
    Istruzione parentale
    Libri di testo
    >1 Adozioni
    >2 Noleggio e comodato d’uso
    >3 Tetti di spesa
    Liste d’attesa
    Manutenzione edifici scolastici
    Mense scolastiche
    Nulla osta – Trasferimenti
    Orario scolastico
    Organico
    Organo di garanzia
    Passerelle e Cambio di indirizzo
    Patto educativo di corresponsabilità
    PTOF
    Privacy a scuola Privacy a scuola
    Programma annuale – Conto consuntivo
    Proiezione audiovisivi
    Prove suppletive
    Pubblicità degli atti e delle sedute
    Rapporti con gli enti locali
    Rapporti scuola-famiglia Rapporti scuola-famiglia
    Recupero
    Registro di classe
    Regolamento di istituto
    Religione cattolica
    Residui attivi
    Ricorsi Ricorsi
    Ripetenza
    Ripresa studi interrotti
    Ritiro dalla scuola
    Scuole paritarie
    Sciopero
    Sezioni primavera
    Sicurezza
    Sospensione delle attività didattiche
    Sponsorizzazioni
    Spostamento classi
    Supplenze
    Tasse scolastiche Tasse scolastiche
    Trasporto scolastico
    Utilizzo locali ed attrezzature Utilizzo locali ed attrezzature
    Valutazione Valutazione
    Vigilanza uscita alunni Vigilanza uscita alunni
    Visite guidate viaggi istruzione Visite guidate viaggi istruzione
    >1.Rimborso_spese >1 Rimborso spese
    Zainetti pesanti

    IoStudio Carta dello studente

    Nota 19 maggio 2022, AOODGSIP 1375
    Nuove modalità di richiesta Carta dello Studente


    Dall’anno scolastico 2020/2021, la stampa della Carta IoStudio non è più automatica, ma viene rilasciata su richiesta delle famiglie. Ecco le procedure da seguire.

    Per le famiglie
    Per le studentesse e gli studenti che nell’anno scolastico 2021-20221 frequentano le classi prime e seconde dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado, le famiglie devono compilare l’apposito modulo e consegnarlo presso la segreteria scolastica entro il giorno 30 giugno 2022.
    La data del 30 giugno è il termine ultimo per accedere alla stampa della Carta nella prima finestra di lavorazione disponibile. In altre parole le richieste presentate in segreteria dopo il 30 giugno 2022, saranno comunque prese in carico ma verranno inserite in una seconda finestra di stampa.

    Per le segreterie scolastiche
    Le Segreterie scolastiche, dopo aver ricevuto il modulo dalle famiglie, devono inserire la Richiesta Carta tramite l’area riservata alle segreterie del Portale dello Studente.
    Per inserire la Richiesta della Carta:

    1. Accedere al Portale “Io Studio” – www.istruzione.it/studenti
    2. Cliccare su “Login Segreterie” per accedere in Area Riservata (fare attenzione a non cliccare su “Login studenti”)
    3. Effettuare la procedura di log-in (N.B. Sul Portale SIDI farsi profilare al II livello – Applicazione “Portale dello Studente” e associazione di tutti i “contesti”, ossia i codici meccanografici da gestire)
    4. Selezionare il Codice Meccanografico su cui lo studente è registrato (codice di indirizzo)
    5. Dal pulsante Menu selezionare la funzione “Richiesta Carta”
    6. Inserire il Codice Fiscale dello studente: verrà visualizzato il riepilogo dei dati principali dello studente.
    7. Cliccare sul pulsante Richiesta Carta.
    Completata la procedura, il sistema fornirà un messaggio di conferma dell’inserimento della Richiesta e la Carta IoStudio sarà in attesa di emissione. Verrà quindi stampata nella prima finestra di stampa disponibile, la cui data sarà comunicata successivamente.

    La Carta dello Studente IoStudio
    Nell’anno scolastico 2008/2009 il Ministero dell’Istruzione ha lanciato il progetto nazionale “IoStudio – La Carta dello Studente”, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
    Il progetto prevede che le scuole distribuiscano agli studenti delle scuole secondarie di II grado statali e paritarie un badge personale. Tale carta attesta lo status di studente e offre la possibilità di accedere in modo agevolato al mondo della cultura e a molti servizi utili alla vita da studente.
    Dall’anno scolastico 2013/2014, la Carta ha ampliato i propri servizi digitali e, grazie alla collaborazione con Poste Italiane, può essere attivata anche come carta postepay nominativa (carta prepagata ricaricabile) per gestire in modo sicuro e tracciabile gli acquisti effettuati.

    Il Ministro incontra i rappresentanti del FONAGS

    Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha incontrato il 25 agosto, in videoconferenza, i rappresentanti del Forum Nazionale delle Associazioni dei Genitori della Scuola (FONAGS), in vista della ripresa di settembre.

    “La ripartenza è sempre un appuntamento importante. Lo è a maggior ragione quest’anno, dopo i lunghi mesi della pandemia. Ci stiamo preparando da tempo per questa scadenza, con serietà e senso di responsabilità. Non si tratta, infatti, di una formalità, ma di un evento che coinvolge tutto il Paese che si rimette in moto attraverso la scuola”, ha detto il Ministro durante l’incontro. “Ho voluto incontrarvi per condividere obiettivi, strategie, illustrare il lavoro che stiamo facendo come Governo e ribadire il massimo impegno del Ministero e di tutto il personale”. 

    Il Ministro è poi intervenuto sul tema del green pass, rassicurando il Forum: “È uno strumento prezioso per garantire sicurezza e tutela dei più fragili. Come ho già detto, sosterremo le scuole nella sua applicazione. Proprio in queste ore si stanno svolgendo degli appositi incontri tecnici. La scuola – ha concluso – è una grande comunità che, tutta insieme, sta lavorando con convinzione per il rientro in classe”.  

    Tra i temi al centro del confronto, anche l’inclusione scolastica, il diritto allo studio delle studentesse e degli studenti e la necessità di un rinnovato dialogo tra scuola e famiglie.

    La questione del contributo “volontario”

    Resta ancora aperta la questione del contributo “volontario”?

    di Cinzia Olivieri

    Tra contributo volontario e obbligo di rimborso

    Quello scolastico è un contributo decisamente peculiare. Esso è certamente volontario sia in virtù del principio di obbligatorietà e gratuità dell’istruzione di cui all’art. 34 della Costituzione sia in considerazione della mancanza di capacità impositiva della scuola per effetto dell’art. 23 Cost. ai sensi del quale “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta in base alla legge”. Quindi i consigli di istituto possono “deliberare la richiesta alle famiglie di contributi su base volontaria” ma nessuna norma (neanche l’art. 10 del Dlgs 297/94) conferisce loro il “potere di imposizione che legittimi la pretesa di un versamento obbligatorio di tali contributi” (Nota MIUR 7 marzo 2013 n. 593). D’altra parte però sussisterebbe “l’obbligo di rimborsare alla scuola alcune spese sostenute per conto delle famiglie stesse, come, ad esempio, quelle per la stipula del contratto di assicurazione individuale per gli infortuni e la responsabilità civile degli alunni, o quelle per i libretti delle assenze o per le gite scolastiche” (Nota MIUR 20 marzo 2012, n. 312; ot­tobre 2016 Interrogazione n. 5-08789 VII° Commissione Cul­tura Camera).

    La natura dell’obbligo di rimborso

    Ebbene, in assenza di specifico mandato e di capacità impositiva della scuola occorrerebbe chiarire la natura giuridica di un obbligo di rimborso di somme, che non costituiscono un contributo volontario ma neanche possono essere assimilabili a imposte o tasse.

    Peraltro il contratto assicurativo intercorre tra la scuola e la compagnia; i libretti delle assenze, oltre che una scelta della scuola sono peraltro di fatto superati dal registro elettronico; per le gite scolastiche ed i viaggi di istruzione gli importi sono di consueto anticipati dai partecipanti. A tal proposito, sebbene la nota dell’11 aprile 2012 n. 2209 abbia affermato che la CM 291/92 “non riveste più carattere prescrittivo”, tale disposizione all’art. 5 subordina ogni spostamento  alla circostanza che “l’istituzione scolastica sia fornita di fondi sufficienti, tenuto conto che non possono essere chieste alle famiglie degli alunni quote di compartecipazione di rilevante entità, o comunque, di entità tale da determinare situazioni discriminatorie che vanificherebbero, oltre tutto, la stessa natura e finalità dei viaggi d’istruzione“. Nella realtà la spesa grava sulle famiglie.

    In mancanza quindi di strumenti giuridici efficaci per pretendere il pagamento si potrebbe assimilare l’ipotesi ad una sorta di obbligazione naturale, ovvero ad un dovere morale o sociale, un obbligo di carattere etico sentito, con le conseguenze di cui all’articolo 2034 c.c. per cui: “Non è ammessa la ripetizione di quanto è stato spontaneamente  prestato in esecuzione di doveri morali o sociali, salvo che la prestazione sia stata eseguita da un incapace.  “.

    Da migliorare la comunicazione scuola famiglia

    La percezione dell’esistenza di  un obbligo giuridico è avvertita tuttavia spesso come garanzia maggiore di pagamento rispetto all’onerosa analitica e diffusa illustrazione dei vantaggi e modalità concrete di utilizzo del contributo che convinca della sua utilità e doverosità morale.

    Piuttosto che continuare a parlare di un contributo “volontario” e di “obbligo” di rimborso di importi diversi da imposte o tasse, ponendo il problema dell’esigibilità degli stessi, sarebbe preferibile ed auspicabile invece fornire informazioni chiare, così come previsto dalle predette note ministeriali (in quanto tali non efficaci erga omnes e quindi non aventi forza di legge). In particolare oggi che l’emergenza sanitaria ha influito spesso anche profondamente sulla capacità economica delle famiglie.

    Nel rapporto scuola famiglia sussiste un problema di comunicazione. A volte anche di comprensione.

    La responsabilità del patto educativo

    E’ il caso ad esempio del patto educativo di corresponsabilità laddove quest’ultima va intesa proprio come co-responsabilità in termini di conseguenze per il fatto dannoso come ben spiegato dalla nota del 31 luglio 2008 esplicativa delle modifiche introdotte al DPR 249/98 dal DPR 235/07.

    Questa infatti, partendo da una premessa che richiama  i gravi “fatti di cronaca” anche   “di violenza e bullismo”, rammenta testualmente relativamente al patto: “Con particolare riferimento alla responsabilità civile che può insorgere a carico dei genitori, soprattutto in presenza di gravi episodi di violenza, di bullismo o di vandalismo, per eventuali danni causati dai figli a persone o cose durante il periodo di svolgimento delle attività didattiche, si ritiene opportuno far presente che i genitori, in sede di giudizio civile, potranno essere ritenuti direttamente responsabili dell’accaduto, anche a prescindere dalla sottoscrizione del Patto di corresponsabilità, ove venga dimostrato che non abbiano impartito ai figli un’educazione adeguata a prevenire comportamenti illeciti. Tale responsabilità, riconducibile ad una colpa in educando, potrà concorrere con le gravi responsabilità che possono configurarsi anche a carico del personale scolastico, per colpa in vigilando, ove sia stato omesso il necessario e fondamentale dovere di sorveglianza nei confronti degli studenti. Sulla base di quanto sopra chiarito, e nell’ambito delle valutazioni autonome di ciascuna istituzione scolastica, il Patto di corresponsabilità potrà contenere degli opportuni richiami e rinvii alle disposizioni previste in materia dalla normativa vigente, allo scopo di informare le famiglie dei doveri e delle responsabilità gravanti su di loro in uno spirito di reciproca collaborazione che deve instaurarsi tra le diverse componenti della comunità scolastica. Infatti i doveri di educazione dei figli e le connesse responsabilità, non vengono meno per il solo fatto che il minore sia affidato alla vigilanza di altri (art. 2048 c.c., in relazione all’art. 147 c.c.). La responsabilità del genitore (art. 2048, primo comma, c.c.) e quella del “precettore” (art. 2048, secondo comma c.c.)  per il fatto commesso da un minore affidato alla vigilanza di questo ultimo, non sono infatti tra loro alternative, giacchè l’affidamento del minore alla custodia di terzi, se solleva il genitore dalla presunzione di “culpa in vigilando”, non lo solleva da quella di “culpa in educando”, rimanendo comunque i genitori tenuti a dimostrare, per liberarsi da responsabilità per il fatto compiuto dal minore pur quando si trovi sotto la vigilanza di terzi, di avere impartito al minore stesso un’educazione adeguata a prevenire comportamenti illeciti (Cass. Sez III, 21.9.2000, n. 12501; 26.11.1998, n. 11984). Il patto di corresponsabilità, pertanto, potrà richiamare le responsabilità educative che incombono sui genitori, in modo particolare nei casi in cui i propri figli si rendano responsabili di danni a persone o cose derivanti da comportamenti violenti o disdicevoli che mettano in pericolo l’incolumità altrui o che ledano la dignità ed il rispetto della persona umana.”.

    Insomma il significato del patto è ben altro da ciò che tanti genitori intendono con riguardo a diversi aspetti educativi avendo primario scopo di richiamarli alle loro responsabilità h24.

    L’importanza e vantaggiosità della polizza integrativa

    Proprio a tal proposito, ritornando all’obbligo di rimborso delle spese sostenute per conto delle famiglie, andrebbe illustrato che le assicurazioni integrative contro gli infortu­ni sono finalizzate a coprireeventi dannosi (non compresi tra quelli occorsi in occasione delle attività previste dall’art. 4, n.5 del d.p.r. 1124/1965 assicurati dall’INAIL:

    • esperienze tecnico – scientifiche, esercitazioni pratiche e di lavoro;
    • attività di educazione fisica nella scuola secondaria;
    • attività di scienze motorie e sportive, nonché attività di alfabetizzazione informatica e di apprendimento di lingue straniere con l’ausilio di laboratori nella scuola primaria e secondaria;
    • viaggi di integrazione della preparazione di indirizzo) nell’ambito dell’attivi­tà scolastica, extrascolastica, sportiva, culturale, organizzata dalla scuola.

    È possibile assicurare anche il tragitto casa-scuola degli studenti. Le assicurazioni integrative per la responsa­bilità civileriguardano eventi dannosi determinati dalla condotta di un sog­getto.  Si parla anche di danno da autolesione ed eterolesione.

    Distinguere le causali del versamento spiegando che il pagamento dell’assicurazione integrativa scolastica non è obbligatorio ma sicuramente vantaggioso per la scuola e per le famiglie perché risolve le questioni risarcitorie evitando l’instaurarsi di un lungo ed oneroso contenzioso giudiziario e che contribuendo tutti si possono coprire rischi maggiori e stipulare contratti più utili per le famiglie stesse, appare una corretta modalità.

    Pubblicità e trasparenza

    L’emergenza sanitaria non ha migliorato generalmente purtroppo la qualità della comunicazione e dei rapporti scuola famiglia, sempre con le dovute eccezioni. Del resto, considerando la ridotta attività in presenza e l’assenza di gite o viaggi di istruzione, si impone un’accurata trasparenza sulla utilità e destinazione del contributo, una rivalutazione del quantum in relazione a quest’ultima anche alla luce dei finanziamenti ricevuti e delle difficoltà economiche delle famiglie.

    Fornire informazioni chiare e certamente evitare intimazioni o intimidazioni non potrà che favorire un’adesione collaborativa.

    Pensiamo alla pubblicazione sul sito web del programma annuale e del conto consuntivo previsti già dagli artt. 2 e 18 del DI 44/01 ed ora dagli artt. 5 comma 11 e 23 comma 4 del DI 129/2018. Se il controllo di regolarità amministrativa e contabile è competenza dei revisori ai sensi dell’art. 49 DI 129/2018, il consiglio di istituto, chiamato ad approvare i documenti contabili, deve poterli conoscere anticipatamente e le famiglie attraverso la loro visione possono prendere contezza dai relativi aggregati, dei finanziamenti ricevuti (anche dai privati) e delle varie voci di spesa per il funzionamento amministrativo e didattico oltre che per i progetti, così anche da comprendere in che modo è investito il contributo, il suo ammontare e le ragioni della determinazione del quantum.

    Quanto ai genitori, premesso l’incontestabile e codificato obbligo di trasparenza dell’amministrazione, si rammenta che le ulteriori possibilità di accesso introdotte con il Dlgs 33/2013 prima e con il Dlgs 97/2016 poi costituiscono un’opportunità non per inasprire il conflitto ma per documentarsi in maniera esauriente.

    Genitori e il Fattore Protettivo – Prevenire il cyberbullismo

    UNICEF su GIORNATA NAZIONALE CONTRO IL BULLISMO E IL CYBERBULLISMO (domani 7/2) 

    Lanciata nuova guida per genitori su come prevenire il cyberbullismo a casa 

    6 febbraio 2021 – Secondo gli ultimi dati UNESCO, provenienti da indagini condotte in paesi industrializzati, la percentuale di minorenni che ha sperimentato cyberbullismo varia tra il 5% e il 20% della popolazione minorile, con conseguenze psicofisiche che vanno dal mal di testa ai dolori allo stomaco e/o che si manifestano con mancanza di appetito o disturbi del sonno. Coloro che hanno sperimentato episodi di bullismo/cyberbullismo hanno inoltre maggiori probabilità di sviluppare difficoltà relazionali, di sentirsi depressi, soli, ansiosi,  di avere scarsa autostima o sperimentare pensieri suicidi. 

    L’aumento del cyberbullismo riflette la rapida espansione dell’accesso di bambini e ragazzi ad internet: nel 2017 circa il 70% della popolazione mondiale tra i 15 e i 24 anni risultava connessa ad internet e dai dati provenienti da 7 Paesi europei, la percentuale di bambini e adolescenti tra gli 11 e i 16 anni esposti a cyberbullismo è aumentata tra il 2010 e il 2014 passando dal 7% al 12%.[1] 

    “Domani ricorre la Giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, a seguito di un anno in cui i bambini e giovani, a causa della pandemia da COVID-19, hanno trascorso online un numero elevato di ore per continuare a studiare e socializzare” – ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell’UNICEF Italia. “Come UNICEF Italia, abbiamo realizzato la guida “Genitori e il Fattore Protettivo – prevenire il cyberbullismo” per parlare di questo fenomeno in famiglia, perché riteniamo importante che i genitori imparino a riconoscere i segnali di pericolo e quindi essere attenti a eventuali cambiamenti di umore o del comportamento dei propri figli. Attraverso questo strumento però vogliamo raccomandare anche di non demonizzare i nuovi media e rassicurare sul fatto che parlarne con una persona di fiducia significa poter essere tutelati e intervenire tempestivamente a difesa del rispetto della propria persona e della propria salute fisica e mentale.” 

    GUIDA UNICEF PER I GENITORI: “Genitori e il Fattore Protettivo – prevenire il cyberbullismo”  

    L’UNICEF Italia ha realizzato la guida “Genitori e il Fattore Protettivo – prevenire il cyberbullismo” in collaborazione con lo Studio di psicologia del ciclo di vita – P.I.N.S./Pensare Insieme Sentire, con l’obiettivo di promuovere una genitorialità positiva, un dialogo aperto in famiglia e insegnare un uso responsabile dei nuovi media, al fine di riconoscere e prevenire il cyber bullismo. Tra i suggerimenti per i genitori, una proposta di 6 regole base da istituire in famiglia: 

    • non condividere nomi utente o password;  
    • non fornire informazioni personali in profili, chat room e altri forum;  
    • astenersi dall’inviare foto personali o inappropriate di sé;  
    • non rispondere a messaggi minacciosi e informare immediatamente un adulto;  
    • spegnere il proprio dispositivo se viene visualizzato un messaggio minaccioso;  
    • non cancellare eventuali tracce sui social o nelle chat. 

    Per ulteriori informazioni visita il sito: unicef.it/cyberbullismo 


    [1] UNESCO, Behind the numbers: ending school violence and bullying, 2019: https://www.unicef.org/media/66496/file/Behind-the-Numbers.pdf 

    Ok alle Elezioni a distanza degli organi collegiali in autonomia

    Ok alle Elezioni a distanza degli organi collegiali in autonomia

    di Cinzia Olivieri

    Con nota del 19 ottobre il Ministero ha ribadito quanto previsto dal DPCM del 18 ottobre 2020 ovvero che “Le riunioni degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche ed educative di ogni ordine e grado possono essere svolte in presenza o a distanza sulla base della possibilità di garantire il distanziamento fisico e, di conseguenza, la sicurezza del personale convocato.

    Il rinnovo degli organi collegiali delle istituzioni scolastiche può avvenire secondo modalità a distanza nel rispetto dei principi di segretezza e libertà nella partecipazione alle elezioni.”

    Via libera alle elezioni scolastiche on line dunque. La scelta è rimessa all’autonomia delle singole istituzioni, che dovranno effettuare le opportune valutazioni organizzative, a garanzia in primo luogo della sicurezza.

    Sebbene la circolare elezioni n. 17681/2020 abbia confermato le istruzioni dettate dall’OM n. 215/1991 e ss.mm.ii. è chiaro quindi che questa non potrà essere rispettata. Se ne desume che  ciascuna scuola sarà legittimata ad adattare la prevista procedura alle proprie esigenze, nel rispetto dei principi di segretezza e libertà.

    In verità per l’art. 48 della Costituzione “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto” dunque dovrebbe essere tutelata anche la personalità ed eguaglianza nel voto.

    Ebbene, ammesso anche che l’anonimato di moduli e form on line sia sufficiente a garantire la segretezza e libertà del voto, difficilmente si può assicurare il rispetto degli altri principi non menzionati.

    Anche perché per poter accedere all’elettorato occorre essere genitori di studenti iscritti e prima di procedere al voto l’elettore deve essere identificato. Perché segreto è il voto (che non deve essere ricondotto a quello specifico ed individuato soggetto) e bisognerà scegliere modalità (non indicate) che lo assicurino, tenendo altresì conto della possibilità di esprimere la propria scelta da parte di entrambi i genitori una sola volta nelle elezioni del consiglio di istituto, qualunque sia il numero dei figli iscritti, e per ogni classe frequentata dai figli per il rinnovo dei consigli di classe. Verranno peraltro trattati dati personali con tutte le implicazioni conseguenti.

    Tuttavia e giustamente le elezioni “s’hanno da fare” e pare che l’innovazione sia condivisa dalle componenti. La sperimentazione potrà servire a valutare se questa modalità smart favorisca davvero la partecipazione e quale sia l’impatto sull’elettorato.

    Elezioni “smart” dei rappresentanti di classe in Campania?

    Elezioni “smart” dei rappresentanti di classe in Campania?

    di Cinzia Olivieri

    Con l’ordinanza regionale n. 79 del 15.10.2020 al punto 1.5 è stata disposta in Campania tra l’altro la sospensione delle “ riunioni in presenza degli organi collegiali, nonché quelle per l’elezione degli stessi”.

    Risolti quindi a quanto sembra almeno provvisoriamente per questa Regione i dubbi relativi alle problematiche organizzative nascenti dal voto in presenza, fa di nuovo capolino la possibilità di elezioni telematiche per il rappresentante di classe, che è innovativamente chiamato in questo periodo di emergenza a gestire i gruppi chat di whatsapp, veicolo primario di informazione tra i genitori.

    Tralasciati i principi dell’art. 48 della nostra Costituzione, per il quale “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto” in verità è prassi diffusa in particolare tra i genitori,  nonostante la previsione dell’art. 22 OM 215/91 (o forse proprio per questo) per cui “Le elezioni dei rappresentanti dei genitori e degli alunni nei consigli di classe, di interclasse e di intersezione hanno luogo per ciascuna componente sulla base di una unica lista comprendente tutti gli elettori in ordine alfabetico”, scrivere alla lavagna i nomi degli “aspiranti rappresentanti” (giacché candidati sono appunto tutti), eletti quasi per cooptazione tra i pochi che partecipano alle assemblee.

    Non è peregrino affermare quindi che quanto meno nella elezione dei rappresentati di classe della componente genitori, che di frequente non senza difficoltà individuano qualcuno che voglia cimentarsi nell’esercizio di questa funzione partecipativa, gli elettori hanno già rinunciato alle predette garanzie costituzionali,.

    Vale allora la pena di chiedersi se la prevista farraginosa ed impegnativa procedura elettorale abbia ancora un senso di esistere…sempre che qualcuno abbia idea di cosa e come cambiare.

    Intanto per le classi successive può operare la prorogatio (art. 50) e per le prime?! Magari in modalità “smart” si può votare “a distanza” su whatsapp.

    Elezioni degli organi collegiali nell’emergenza sanitaria

    Elezioni degli organi collegiali nell’emergenza sanitaria e la difficoltà della partecipazione

    di Cinzia Olivieri

    L’importanza delle elezioni degli organi collegiali scolastici mal si concilia con la richiesta di loro rinvio, proroga e di voto da remoto.

    L’art. 48 della nostra Costituzione, al vertice della gerarchia delle fonti normative, afferma al comma 2 primo capoverso “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto” ed all’ultimo “Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge”.

    Ebbene, un modulo apparentemente anonimo ma non “segreto” con cui si effettuano le votazioni negli organi collegiali (che sono cosa ben diversa dall’elezione) allo stato non è in grado di garantire il rispetto di questi presupposti, tant’è che lo stesso Ministero ha affermato “con riferimento alla possibilità di votazioni elettroniche”  che “nel rispetto dei principi che dispongono la libertà e la segretezza del voto… si tratta senz’altro di una prospettiva su cui lavorare”. A prescindere dalla necessità di assicurare a tutti il libero e pieno accesso al voto.

    Continua poi il comunicato ministeriale del 3 ottobre che tanto “impone però una previa compiuta riflessione sulla valutazione e sulla implementazione di tutte le forme di semplificazione ed efficientamento delle procedure ordinarie delle Istituzioni scolastiche”. Questa “modernizzazione del sistema scolastico” avrebbe peraltro l’obiettivo dichiarato di “ampliare la partecipazione al voto”.

    Del resto che i genitori disertino le elezioni scolastiche è notorio, così come la circostanza che gli oneri per la scuola (anche per questo) siano estremamente gravosi.

    Nell’ottica di tale semplificazione, il ddl S155, presentato nel 2018 durante la XVIII legislatura, all’art. 5 comma 1 lett. d) prevede tra i compiti del consiglio di istituto “l’approvazione del regolamento dell’istituzione scolastica che definisce i criteri per l’organizzazione e il funzionamento dell’istituzione scolastica, la partecipazione degli studenti e delle famiglie alle attività della scuola, le modalità di elezione e di sostituzione dei membri del consiglio d’istituto e della direzione dell’istituzione scolastica, le modalità di elezione del presidente del consiglio d’istituto, le modalità di elezione del dirigente dell’istituzione scolastica nominato tra i docenti superiori iscritti all’albo regionale di cui all’articolo 15, la nomina dei docenti superiori e dei membri esterni del nucleo di valutazione di cui all’articolo 10”. Probabilmente la possibilità di eleggere la “dirigenza” per qualcuno potrebbe essere ritenuto sufficiente a compensare la circostanza che ogni scuola possa scegliere il proprio sistema elettorale.

    Anche per il PDL 697 all’art. 5 comma 1 lettera a) il consiglio di amministrazione: “delibera il regolamento relativo al proprio funzionamento, comprese le modalità di elezione, sostituzione e designazione dei suoi membri”.

    Chissà che ne pensano e se sono edotti i coordinamenti (on line) – che nei momenti critici rianimano la partecipazione – della scelta semplificativa di lasciare che ogni scuola decida la propria legge elettorale ed in genere del nuovo assetto della governance scolastica.

    Tuttavia quest’anno sono comprensibili e giustificabili i lamentati disagi per il rinnovo degli organi collegiali scolastici,  non solo perché di ben altra entità sono i mezzi utilizzati in caso di elezioni politiche e/o amministrative ma altresì per la circostanza che in questo caso non si ha sospensione dalle lezioni (anzi le elezioni studentesche e quelle per il rinnovo dei consigli di istituto in scadenza e per le suppletive si svolgono anche durante le stesse) e le attività di sanificazione devono essere effettuate tempestivamente, in un arco temporale limitato e con risorse esigue.

    A tanto si aggiungono le diverse modalità organizzative adottate dalle istituzioni scolastiche laddove necessario in considerazione del numero degli studenti attraverso ad esempio la costituzione di gruppi classe e, ove possibile, didattica a distanza ed in presenza. E non si possono omettere ipotesi di chiusura per la presenza di casi di positività che determinerebbero un possibile rinvio.

    Sebbene si richiami l’OM 215/91 è quindi ardua impresa rispettarne appieno le disposizioni. Basti pensare alla impossibilità ovvero estrema difficoltà di applicazione dell’art. 22 per il quale le assemblee (specie se necessariamente on line – a distanza – potendovi partecipare potenzialmente entrambi i genitori con conseguente affollamento degli ambienti) dovrebbero svolgersi “in non meno di due ore e senza soluzione di continuità rispetto all’assemblea che si conclude con l’inizio delle operazioni elettorali predette” con successiva elezione (in presenza) che coinvolga contemporaneamente tutte le classi anche in tal caso con inevitabili assembramenti e operazioni di sanificazione che dovrebbero poi interessare l’intero edificio ed ogni sua classe per consentire la normale ripresa delle lezioni il giorno dopo. Per non parlare poi della possibilità di votare in sicurezza e rispettando il distanziamento anche il lunedì dalle 8 alle 13,30 nella procedura ordinaria dell’art. 40.

    Per l’effetto, ricordando i punti cardine dell’autonomia, successiva a tale ordinanza, le scuole (sempre che intanto non pervengano ulteriori indicazioni) nell’individuare eventuali diverse modalità potrebbero ispirarsi ai principi di “favorire la massima affluenza” (art. 22) e ridurre “al minimo il disagio degli elettori” (art.37) pur nella esclusione del voto telematico…anche se questo potrebbe significare spalmare il voto in più giorni o comunque adottare una organizzazione differente dalla consueta.

    Nell’ottica della corresponsabilità e della positiva collaborazione delle componenti scolastiche, occorrerà comprendere che prevalentemente un pedissequo rispetto delle indicazioni dell’ordinanza potrebbe non essere possibile, evitando tuttavia il contenzioso e rammentando che a parte le impugnazioni che riguardano le fasi prodromiche (artt. 28 e 34) l’art. 46 prevede il ricorso avverso i “risultati” e invocare una necessaria difformità del procedimento allo scopo di permettere il voto in sicurezza per contestarli non sarebbe coerente alla volontà di realizzare quella “comunità” dell’art. 3 del Dlgs 297/94.

    Buona partecipazione.

    Le elezioni degli organi collegiali scolastici al tempo del Covid

    Le elezioni degli organi collegiali scolastici al tempo del Covid

    di Cinzia Olivieri

    Anche quest’anno, con la Nota 2 ottobre 2020, AOODGOSV 17681, sono state confermate le solite istruzioni sulle elezioni degli organi collegiali a livello di istituzione scolastica, che si svolgeranno secondo le procedure previste dall’OM n. 215/1991, come modificata dalle OO.MM. nn. 267/1995, 293/1996 e 277/1998.

    Entro il 31 ottobre 2020 dovranno concludersi le operazioni di voto per gli organi di durata annuale e quelle per il rinnovo annuale delle rappresentanze studentesche nei consigli di istituto delle istituzioni scolastiche di istruzione secondaria di II grado non giunti a scadenza, con la procedura semplificata di cui agli articoli 21 e 22 dell’OM 215/91.

    A tal proposito non è superfluo evidenziare che la procedura semplificata è prevista dal titolo II e quella ordinaria dal titolo III dell’OM 215/91. Giacché tuttavia  per il rinnovo della componente studentesca nel consiglio di istituto resta ferma la possibilità di presentare liste separate, si rispettano generalmente le scadenze previste dall’art. 32 (almeno 15 giorni prima delle elezioni) per la presentazione delle liste.

    Considerando che siamo già ad ottobre, quindi appare necessario procedere tempestivamente alla indizione delle elezioni stabilendone la data.

    Le assemblee di studenti e genitori potranno svolgersi pure in modalità telematica (come già previsto dalle note 278 e 279 di marzo 2020 e ribadito nel comunicato del 3 ottobre 2020), anche in considerazione delle diverse forme organizzative adottate dalle scuole per garantire il distanziamento.

    Occorrerà considerare altresì che alcuni istituti, appunto quale misura organizzativa, prevedono dei turni di frequenza e, non essendo tutti gli alunni contestualmente presenti, le operazioni di voto potrebbero spalmarsi su più giorni.

    Non solo. Potrà accadere che l’assemblea dell’art. 21 dell’ordinanza non possa avvenire contestualmente alle elezioni per la difficoltà di collegarsi prima in modalità telematica e successivamente recarsi a votare in presenza.

    Le elezioni per il rinnovo dei consigli di circolo/istituto scaduti e le suppletive, poi, si svolgeranno secondo la procedura ordinaria nella data fissata dal Direttore generale/dirigente preposto di ciascun Ufficio Scolastico Regionale, non oltre il termine di domenica 29 e lunedì 30 novembre 2020.

    Il comunicato del 3 ottobre sottolinea l’indifferibilità delle elezioni degli Organi collegiali in quanto “obbligo previsto dalle norme” al fine di “garantire Organi pienamente legittimi e in grado di produrre deliberazioni altrettanto legittime” giacché essi “Sono inoltre fondamentali per la vita democratica delle scuole e per la partecipazione attiva delle famiglie, delle studentesse e degli studenti”.

    Ebbene, non si può fare a meno di notare come purtroppo tanto sia in parte contraddetto dalla circostanza che la nota del 2 ottobre ribadisce dopo un ventennio che ad oggi ancora si attende  una soluzione normativa circa la composizione del consiglio di istituto negli omnicomprensivi (ovvero le scuole che comprendono al loro interno sia scuole dell’infanzia, primarie e/o secondarie di primo grado, sia scuole secondarie di secondo grado) che resteranno commissariati e quindi privi di consiglio di istituto e giunta.

    Quanto alla possibilità di votazioni elettroniche, occorrerà anche in tal caso trovare una soluzione che rispetti i principi di personalità, libertà e segretezza del voto.

    In un’ottica di implementazione della  semplificazione ed efficientamento delle procedure e di  modernizzazione del sistema scolastico si manifesta la volontà di un rinnovamento anche delle votazioni per gli Organi collegiali al fine “di ampliare la partecipazione al voto”…che per la verità non è semplicemente collegata alle modalità di voto ma anche all’interesse per la partecipazione che appare sempre più in flessione, sebbene come di consueto nei momenti critici come quello attuale sembra registrare qualche picco. Caduta di interesse storica e sostanzialmente collegata alla consapevolezza dei limiti di efficacia della partecipazione, specie ora che con l’autonomia l’impianto del Dlgs 297/94 appare un simulacro anacronistico, tant’è che negli ultimi anni nessun disegno di legge di riforma degli organi collegiali scolastici li vede potenziati né nel numero né nelle funzioni.

    Con la circolare elezioni del 2 ottobre si sono poi fornite anche alcune indicazioni circa le misure di prevenzione dal rischio di infezione da SARS-COV 2 che dovranno essere previamente diffuse tra le famiglie e che possono riassumersi:

    Per quanto riguarda i locali:

    • percorsi dedicati e distinti di ingresso e di uscita, chiaramente segnalati;
    • divieto di  assembramenti;
    • distanziamento non inferiore a un metro sia tra i componenti del seggio che tra questi ultimi e l’elettore e due metri al momento dell’identificazione dell’elettore a cui sarà necessariamente chiesto di rimuovere la mascherina per il suo riconoscimento;
    • presenza di finestre per favorire il ricambio d’aria;
    • pulizia  dei locali e disinfezione delle superfici di contatto ivi compresi tavoli, postazioni attrezzate per il voto e servizi igienici;
    • possibilità effettuare  nello stesso ambiente le operazioni di voto per una o più classi ma garantendo il distanziamento;
    • prodotti igienizzanti negli spazi comuni all’entrata nell’edificio e in ogni locale in cui si svolgono le votazioni.

    Per chi ha diritto di accesso ai locali (votanti, rappresentanti di lista ecc.):

    • evitare di uscire di casa e recarsi al voto in caso di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37,5°C;
    • non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni;
    • non essere stati a contatto con persone positive negli ultimi 14 giorni.
    • indossare  la mascherina e prima di ricevere la scheda e la matita nonché prima di lasciare il seggio procedere alla igienizzazione delle mani.

    Per gli scrutatori:

    • indossare la mascherina chirurgica;
    • mantenere sempre la distanza di almeno un metro dagli altri componenti;
    • procedere ad una frequente ed accurata igiene delle mani mentre l’uso dei guanti è consigliato solo per le operazioni di spoglio.

    Privacy e voti: quali novità quali prospettive

    Privacy e voti: quali novità quali prospettive

    di Cinzia Olivieri

    In merito al rapporto tra privacy e voti si è detto tanto e non si dubitava sino alla circolare ministeriale n. 9168 del 9 giugno 2020, che segue ed esplica la nota prot. 8464 del 28 maggio 2020, la quale, per effetto delle deroghe disposte in considerazione della  situazione di emergenza sanitaria, ha previsto che, in caso di amissione di alunni alla classe successiva con insufficienze, “anche i voti inferiori a sei decimi sono riportati, oltre che nei documenti di valutazione finale, nei prospetti generali da pubblicare sull’albo on line dell’istituzione scolastica”. Insomma la disposizione ha consentito la pubblicazione anche delle insufficienze sull’albo on line – in luogo della consueta cartellonistica – tra i “prospetti generali”, dunque con apparente modalità di estesa pubblicità.

    Al di là delle esigenze attuali di evitare affollamenti innanzi ai manifesti cartacei, quanto meno per gli effetti di pubblicità legale il ricorso all’albo della scuola con la tradizionale affissione dei “quadri” poteva comunque considerarsi formalmente superato dalla previsione dell’art. 32, comma 1, la legge 69/2009 per la quale  “a far data dal 1 gennaio 2010 (termine poi prorogato al 2011) gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione sui propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati”.

    Garante privacy e voti

    Per quanto attiene specificamente la privacy, già  nella Newsletter del Garante 12 – 18 giugno 2000, si legge:“Continua ad essere diffusa sui mezzi d´informazione l´opinione che l´iniziativa del Ministero della pubblica istruzione di non far rendere note sui quadri esposti al pubblico le valutazioni finali analitiche a carico dei “bocciati” o dei non ammessi all´esame di maturità derivi dalla tutela della riservatezza personale o addirittura dal contenuto della legge n. 675 del 1996.

    Ciò non è vero, dal momento che questa legge non prevede nulla del genere. D´altra parte una (discutibilissima in questo campo) tutela della riservatezza dello studente imporrebbe addirittura l´assenza di pubblicità su ogni esito scolastico, anche sintetico; e poi, su questa via, perché allora diffondere gli esiti degli altri studenti?

    La realtà è che l´iniziativa del Ministero sembra rispondere alla diversa esigenza – giusta o sbagliata che sia – di cercare un rapporto con gli studenti in questa situazione difficile e con le loro famiglie.

    Certo che la pubblicità degli esiti scolastici è invece la regola in generale: non può infatti dimenticarsi che vi sono essenziali esigenze di controllo sociale e professionale che dipendono proprio dalle conoscibilità delle valutazioni finali”.

    Successivamente, in un documento del Garante del 28 agosto 2008, a proposito della  pubblicità dei voti dell´esame di stato si afferma: “In riferimento a odierne dichiarazioni riportate dalle agenzie il Garante per la protezione dei dati personali ribadisce che, come già precisato più volte, nessun provvedimento dell´Autorità ha mai impedito la pubblicità dei voti dell´esame di stato. Il regime attuale relativo alla conoscibilità degli esiti degli esami di maturità è stato stabilito dal Ministero dell´istruzione indipendentemente da ogni parere o richiesta del Garante”.

    Ed ancora, nel vademecum “La scuola a prova di privacy” del 2016, antecedente all’applicazione del Regolamento UE 679/2016, decorrente dal 25 maggio 2018, a proposito di voti, scrutini, esami di Stato è scritto:I voti dei compiti in classe e delle interrogazioni, gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato sono pubblici. Le informazioni sul rendimento scolastico sono soggette ad un regime di trasparenza e il regime della loro conoscibilità è stabilito dal Ministero dell´istruzione. E´ necessario però, nel pubblicare voti degli scrutini e degli esami nei tabelloni, che l´istituto eviti di fornire, anche indirettamente, informazioni sulle condizioni di salute degli studenti: il riferimento alle “prove differenziate” sostenute dagli studenti portatori di handicap, ad esempio, non va inserito nei tabelloni, ma deve essere indicato solamente nell´attestazione da rilasciare allo studente”.

    Tanto si trova ribadito nelle FAQ del Garante.

    Dunque è legittima la pubblicazione dei voti in considerazione dei principi di imparzialità e trasparenza della P.A. e del regime di conoscibilità stabilito dal Ministero con i limiti derivanti dalla possibilità di conoscenza di eventuali dati “particolari”

    Art. 96 Dlgs 196/03 come modificato dal Dlgs 101/2018

    Il Dlgs 30 giugno 2003, n. 196, come modificato dal Dlgs. n. 101/2018, per effetto del GDPR, ha preso in considerazione espressamente il trattamento dei dati degli studenti all’art. 96  stabilendo: “1. Al fine di agevolare l’orientamento, la formazione e l’inserimento professionale, anche all’estero, le istituzioni del sistema nazionale di istruzione, i centri di formazione professionale regionale, le scuole private non paritarie nonché le istituzioni di alta formazione artistica e coreutica e le università statali o non statali legalmente riconosciute su richiesta degli interessati, possono comunicare o diffondere, anche a privati e per via telematica, dati relativi agli esiti formativi, intermedi e finali, degli studenti e altri dati personali diversi da quelli di cui agli articoli 9 e 10 del Regolamento, pertinenti in relazione alle predette finalità e indicati nelle informazioni rese agli interessati ai sensi dell’articolo 13 del Regolamento. I dati possono essere successivamente trattati esclusivamente per le predette finalità. 2. Resta ferma la disposizione di cui all’articolo 2, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, sulla tutela del diritto dello studente alla riservatezza. Restano altresì ferme le vigenti disposizioni in materia di pubblicazione dell’esito degli esami mediante affissione nell’albo dell’istituto e di rilascio di diplomi e certificati”.

    Se il termine “affissione” appare collegato ad una pubblicità consistente appunto  nell’affiggere manifesti o cartelli è lecito domandarsi se può essere utilizzato anche virtualmente o sia necessario  il ricorso al cartaceo, seppur privo di valore di pubblicità legale; né può sottacersi la circostanza che l’ostensione del voto consente che questo oggettivamente possa continuare a circolare per un tempo sostanzialmente illimitato.

    L’art. 1 del Regolamento UE 679/2016 dispone che i dati devono poter circolare liberamente, sebbene in maniera protetta a tutela dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone fisiche.

    Il controllo della PA nell’accesso civico generalizzato

    D’altro canto, in attuazione dei principi di imparzialità e trasparenza della PA sono state previste ulteriori forme di accesso volte a operare quel “controllo” escluso dalla L 241/90.

    Ci si riferisce in particolare all’accesso civico generalizzato del Dlgs. n. 33/2013, introdotto dal Dlgs 97/2016 all’art. 5 comma 2 e  riconosciuto a chiunque senza formalità “Allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico”. Pertanto qualunque cittadino “ha diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione” obbligatoria.

    Tanto comporta che, in presenza di una istanza di accesso civico generalizzato, nella valutazione del pregiudizio concreto, si faccia riferimento ai principi generali sul trattamento  di necessità, proporzionalità, pertinenza e non eccedenza, in conformità al nuovo quadro normativo in materia di protezione dei dati introdotto dal Regolamento (UE) n. 679/2016, verificando se ed in che misura la conoscenza indiscriminata di dati risulti non necessaria o comunque sproporzionata rispetto allo scopo di trasparenza e controllo ed effettuando un “bilanciamento degli interessi” tra il diritto alla conoscibilità e quello alla protezione dei dati personali (che non significa optare per la parte più pesante ma livellare i due piatti).

    In considerazione poi della duplice previsione della «privacy by design» e «privacy by default» dell’art. 25 del GDPR,  il titolare del trattamento (nella fattispecie la scuola nella persona del dirigente scolastico) è tenuto a porre in essere «misure tecniche e organizzative adeguate per garantire che siano trattati per impostazione predefinita solo i dati necessari per ogni specifica finalità del trattamento» nonché altre «quali la pseudonimizzazione, volta ad attuare in modo efficace i principi di protezione dei dati, quali la minimizzazione […]». Esse impongono quindi al titolare di prevedere i rischi che possono incontrare per la tutela dei dati personali, scegliendo di conseguenza quali strumenti adottare.

    La nota del 9 giugno

    Ritornando alla nota del 9 giugno essa è stata introdotta dichiaratamente “Al fine di assicurare il rispetto del quadro normativo in materia di protezione dei dati – Regolamento (UE) 2016/679 e d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196, come modificato dal d.lgs. n. 101/2018, Codice in materia di protezione dei dati personali”. Se ne desume che l’orientamento sia ora cambiato in considerazione del rischio collegato alla circostanza che i voti, una volta esposti, possono rimanere  in rete per un tempo indefinito (il che poteva accadere anche prima) e quindi essere “registrati, utilizzati, incrociati” da chiunque con conseguente ingiustificata violazione del diritto alla riservatezza degli studenti.

    Precisa la nota “che per pubblicazione on line degli esiti degli scrutini delle classi intermedie delle scuole primarie, secondarie di primo grado e secondarie di secondo grado si intende la pubblicazione in via esclusiva nel registro elettronico”, ribadendo quindi quanto già prescritto nella disposizione di maggio.

    Ma in merito alle modalità di pubblicazione è ulteriormente chiarito che “gli esiti degli scrutini con la sola indicazione per ciascun studente “ammesso” e “non ammesso” alla classe successiva, sono pubblicati, distintamente per ogni classe, nell’area documentale riservata del registro elettronico, cui accedono tutti gli studenti della classe di riferimento. Diversamente i voti in decimi, compresi quelli inferiori a sei decimi, riferiti alle singole discipline, sono riportati, oltre che nel documento di valutazione, anche nell’area riservata del registro elettronico a cui può accedere il singolo studente mediante le proprie credenziali personali”.

    Dunque si evince che la classe potrà leggere soltanto il giudizio di ammissione o non ammissione mentre l’accesso ai propri voti resta limitato a ciascuno studente con proprie credenziali.

    La stessa nota raccomanda i dirigenti di predisporre uno specifico “disclaimer” con esclusione di responsabilità in caso di divulgazione del dato. A tal proposito è singolare come invece la normativa in tema di accesso civico preveda in generale la riutilizzabilità del dato (artt. 7 e 7 bis)

    La pubblicazione all’albo cartaceo è consentita in via del tutto eccezionale e residuale nei casi di mancanza di registro elettronico “con la sola indicazione di ammissione/non ammissione alla classe successiva”.

    Infine, fermo il rispetto dei noti principi di riservatezza, per evitare gli assembramenti in tal caso è prevista una calendarizzazione degli accessi ed un tempo massimo di pubblicazione non eccedente i 15 giorni.

    Ebbene non si tratta di una norma derogatoria in considerazione di circostanze eccezionali ma di un cambiamento di orientamento dinanzi ad un impianto normativo allo stato invariato o comunque non significativamente modificato.

    Che ne è della trasparenza (e imparzialità) della valutazione che continua ad essere richiamata nell’art. 1 del DPR 122/08 e del Dlgs 62/2017?

    Considerati i principi alla base del diritto di accesso di cui al Dlgs 33/13 come modificato dal Dlgs 97/2016 non potrebbe accadere che le scuole si vedano destinatarie di numerose istanze di accesso (civico) al fine di realizzare quel controllo sull’operato in presenza di insufficienze?

    Il voto dunque sarà assimilato ad un dato particolare e smetterà di essere pubblico?

    Questo ridurrà o implementerà il contenzioso?

    Lo scopriremo solo vivendo. Ma se da un lato tanto appare motivato dall’esigenza di tutela di un dato (il voto, pregiudizievole se negativo) dall’altro il “distanziamento” scuola – famiglia appare sempre più profondo, senza tuttavia averne la reale percezione perché da casa sarà tutto più facile, comodo e protetto.