Diploma Magistrale in GaE

Diploma Magistrale in GaE: nuovo successo ANIEF a Pordenone

Il Tribunale del Lavoro di Pordenone conferma il diritto dei docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro l’a.s. 2001/2002 all’immediato inserimento nelle graduatorie a esaurimento con effetti dalla data di prima pubblicazione delle stesse. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Fortunato Niro, tutelando i diritti di quattro iscritte ANIEF, ottengono piena ragione sul MIUR e la condanna dell’Amministrazione “ad emanare tutti gli atti necessari a consentire l’inserimento delle attrici nelle suddette graduatorie con decorrenza dalla loro approvazione per gli anni 2014/2017”.

Neanche Collodi…

Neanche Collodi trovò alternative per Pinocchio


di Adriana Rumbolo

“Particolare interessante, nell’ultimo episodio dell’anno si legge: Continuazione e fine. L’intenzione di Collodi era infatti quella di concludere il racconto con il burattino che, impiccato, «stirò le gambe e, dato un gran scrollone, rimase lì come intirizzito.» In seguito alle proteste ansiose e rammaricate dei piccoli lettori, il giornale convinse Collodi a continuare la storia. Il lavoro, tuttavia, non fu agevole, tanto che occorsero altri due anni per vederne la conclusione, giungendo al classico finale che oggi si conosce, con il burattino che assume le fattezze di un ragazzo perbene in carne e ossa. Dalla seconda annata in poi, la favola mutò definitivamente il titolo in: ‘’Le avventure di Pinocchio’’.”
da Wikipedia

Enrico_Mazzanti_-_the_hanged_Pinocchio_(1883)

L’infanzia non c’è la fa.

Nei suoi primi anni quando ancora non sa difendersi un bambino è facile preda di manipolatori e truffatori, ma sa già soffrire per le ingiustizie ed esce spesso dalla sua casa pericolosamente affamato di affetto.

Come Pinocchio rifiuta la scuola per la musica, preferisce andare a giocare che studiare.

Tutti lo giudicano: i medici sapientoni che intorno al suo lettino non sanno fare altra diagnosi se non quella che lui è un bambino cattivo. La madre, la fata dai capelli turchini, che gli offre un affetto ricattatorio, l’omino del carro che come uno spacciatore di droghe gli promette un mondo di favola.

Poi il contadino che non credendo alla sua verità di prendere solo un grappolo di uva per fame, gli impone come castigo, di sostituire il suo “fedele” cane Melampo morto da poco .

Il giudice che lo condanna perchè innocente e Pinocchio uscirà dal carcere solo assicurando i secondini che anche lui è un delinquente.

Poi il gatto e la volpe i truffatori ,manipolatori suadenti, persuasori occulti che per derubarlo delle sue quattro monete d’oro lo impiccheranno a un ramo di una quercia salutandolo:”domani mattina quando torneremo ,sarà morto, avrà la bocca aperta e così potremo rubagli le monete nascoste sotto la lingua senza fare fatica”.

Pinocchio che combatte con tutte le sue risorse come molti bambini, non ce la fa.

Soprattutto i nostri bambini non hanno più scampo quando arriva la violenza psicologica, fisica che li uccide prima di essere gettati da un terrazzo nel vuoto.

Quello che cade è solo un involucro.

Perchè non chiamare anche “l’attacco di panico”, Sindrome di Pinocchio”?

Così come un soggetto con il corpo ingabbiato e irrigidito da paure e insicurezze nell’ultima difesa non godendo della coscienza e della conoscenza del suo sè ancorato al corpo e privo del diritto della comunicazione verrà sopraffatto.

La differenza che dall’attacco di panico si può uscire, dalla Sindrome di Pinocchio, Collodi non lo prevede.

Oggi abbiamo tante conoscenze per prevenire, contenere, proteggere, ma purtroppo la storia di Pinocchio continua senza scampo per molti bambini per la presunzione e l’insensibilità di adulti (genitori, educatori, politici) che dovrebbero tutelarli.

Successi scolastici sono dovuti in parte al Dna

da La Stampa

Successi scolastici sono dovuti in parte al Dna

Può influenzare il livello di istruzione, per una quota pari ad almeno il 20%, attraverso 74 varianti genetiche

Il successo scolastico e accademico (ovvero la probabilità individuale di conseguire o meno il diploma o la laurea) è in parte scritto sul nostro Dna.

Secondo una ricerca condotta su quasi 300mila individui, e pubblicata da Nature, sono state isolate 74 sequenze genetiche associate al livello di istruzione raggiunto a 30 anni.

Lo studio – che rappresenta l’ampliamento di una ricerca pubblicata lo scorso anno – è stato condotto presso l’Università di Amsterdam ed ha partecipato anche il Consiglio nazionale delle Ricerche attraverso l’Istituto di genetica molecolare Igm-Cnr di Pavia, e l’Istituto di ricerca genetica e biomedica Irgb-Cnr di Sassari e Cagliari .

 

Il loro genoma è stato completamente sequenziato e i dati ottenuti confrontati col livello di istruzione raggiunto da ciascuno a 30 anni. In questo modo sono stati individuati 74 punti del genoma associati al livello di istruzione conseguito. Ad alcuni di questi punti corrispondono geni cruciali per lo sviluppo neurale in età prenatale e postnatale.

«In prospettiva – spiega Ginevra Biino dell’Igm – la scoperta di varianti genetiche associate con il livello di istruzione potrebbe permettere di identificare i fattori biologici coinvolti anche nel definire la personalità e le capacità cognitive rilevanti per le prestazioni scolastiche, nonché, in casi patologici, le condizioni neuropsichiatriche. Lo studio GWAS del lavoro appena pubblicato espande il campione iniziale investigato dal Social Science Genetic Association Consortium (SSGAC), portandolo da 101.069 a ben 293.723 individui. I risultati, inoltre, sono stati replicati in un campione indipendente di 111.349 individui. Nel nuovo campione il numero di polimorfismi (SNP) statisticamente significativi aumenta da 3 a 74».

Ddl scuola, Senato vota la fiducia: 168 sì, 90 no. Ora va alla Camera

da Corriere della sera

Ddl scuola, Senato vota la fiducia: 168 sì, 90 no. Ora va alla Camera

Via libera al maxiemendamento che stanzia risorse aggiuntive sulla scuola, raddoppia i compensi ai commissari del concorso prof, estende il bonus cultura ai 18enni stranieri. La fiducia posta dal ministro Boschi. Lega: «Follia». Pd: «Un’altra legge col segno più»

Antonella De Gregorio

Passa al Senato il dl sulla scuola, con 168 voti favorevoli e 90 contrari. Chiesto dal Governo sull’emendamento interamente sostitutivo dell’articolo unico del disegno di legge (il 29/3/2016 n. 42), in materia di funzionalità del sistema scolastico e della ricerca, il voto non conclude comunque l’iter: sul dl si deve pronunciare anche la Camera, che inizierà i propri lavori martedì 17 e che dovrà concludere tutto entro il 28 maggio.

Il maxiemendamento

Tra i punti principali del maxiemendamento, il raddoppio dei compensi dei commissari del concorso per i prof iniziato il 28 aprile; procedure più efficienti e tempi certi (massimo 30 giorni) per il pagamento delle supplenze; la proroga degli interventi previsti dal piano «Scuole Belle», per il mantenimento del decoro e della funzionalità delle scuole, destinato a scadere il 31 marzo e invece prorogato al 30 novembre (finanziato con ulteriori 64 milioni, che consentiranno di rinnovare l’incarico a 18mila lavoratori Lsu); l’estensione dei bonus cultura ai giovani 18enni non comunitari con valido permesso di soggiorno in Italia (tremila circa). Si disciplina, inoltre, un ricalcolo dell’Isee delle famiglie con componenti disabili escludendo dal reddito disponibile alcuni trattamenti assistenziali se non rientrati nel reddito complessivo Irpef. Il provvedimento stanzia fondi fino a 12,2 milioni di euro per le scuole paritarie che accolgono persone con disabilità (mille euro per ogni alunno disabile) e 3 milioni di euro per la stabilizzazione del Gran Sasso Science Institute. Il ministro ha salutato l’approvazione del provvedimento con un annuncio su Twitter: «Un altro tassello per valorizzare eccellenze e rendere sistema più efficiente». Mentre il sottosegretario Davide Faraone, ha affermato: «Ancora misure per il miglioramento della scuola italiana. Grande soddisfazione per il voto oggi al Senato, abbiamo recepito e formalizzato richieste giuste che ci sono arrivate dal mondo della scuola».

Polemiche

Durante la seduta non sono mancate polemiche per l’assenza dall’aula del ministro Giannini. Hanno votato «no» Conservatori e Riformisti. No della Lega Nord, che ha contestato «un concorso che non copre le falle»: Gian Marco Centinaio (Lega), ha parlato di «centinaia di segnalazioni di errori di sistema, problemi ai pc. «No» dal M5S e da Forza Italia. «Sì» di Sel, anche se la senatrice Alessia Petraglia ha dichiarato: «non abbiamo capito perché il governo ha messo la fiducia». E non ha risparmiato critiche al provvedimento: «Avremmo preferito dare soldi agli insegnanti invece che ai privati», ha detto, in merito ai fondi per i disabili alle paritarie. «Sì» da Ncd. E «sì» di Ala (Alleanza liberalpopolare – Autonomie) a un provvedimento che «punta su cultura ed istruzione da un lato e sulle proprie eccellenze dall’altro», ha detto Lucio Barani. Tutti e 20 i senatori del gruppo hanno votato la fiducia. «È un altro provvedimento del governo Renzi con il segno più, che stanzia risorse aggiuntive sulla scuola», ha dichiarato il senatore dem Andrea Marcucci, presidente della commissione Istruzione. Mentre la senatrice Francesca Puglisi ha commentato in una nota: « Il decreto migliora la scuola e la ricerca dopo anni di tagli».

La fiducia

Mentre si susseguivano le dichiarazioni di voto, in piazza andava in onda una versione ridotta dello sciopero degli insegnanti, convocato da sindacati di base e Gilda (la protesta principale sarà il 20 maggio, quando scenderanno in piazza Flc Cgil, Uil scuola, Cisl scuola, Snals-Confsal). I manifestanti, circa un centinaio chiamati in piazza da Unicobas, Cobas e Gilda, protestano contro le prove invalsi e annunciano una «pioggia di ricorsi» contro le modalità di accesso ai concorsi.

Proteste in aula

Proteste anche in aula, principalmente sul metodo utilizzato dall’esecutivo, più che sul merito: «Non è accettabile – ha sostenuto Fi – che quello della fiducia sia diventato il metodo ordinario per l’approvazione delle leggi». A porre la questione di fiducia è stato il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, di ritorno da un voto ben più trionfale per il governo, quello di fiducia sulle unioni civili alla Camera. E, subito dopo il suo annuncio, mercoledì in serata, a Palazzo Madama è esplosa la polemica: da parte di Lega («è l’ennesima follia», ha tuonato Gian Marco Centinaio) e M5S mentre Pier Ferdinando Casini osservava «in quest’ultima fase, una degenerazione nella proliferazione dei voti di fiducia».«Il sistema scolastico è ormai nel caos, fiaccato da una nuova categoria di lavoratori socialmente inutili che sono gli insegnanti senza cattedra creati da Matteo Renzi», ha poi dichiarato in aula il senatore del gruppo Grandi Autonomie e Libertà Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia.

Human Technopole

Con la fiducia non è stato votato un ordine del giorno presentato dalla senatrice a vita Elena Cattaneo su un progetto, quello Human Technopole, che vale 1,5 miliardi e definisce il futuro dell’area Expo. Cattaneo non ha risparmiato critiche alla scelta dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) come capofila del progetto. Critiche riprese anche dal presidente emerito Giorgio Napolitano che invita il governo a fare chiarezza su «decisioni frettolose e discutibili». «Una volta ricevuti i riscontri dei valutatori internazionali» scelti per il progetto dell’Iit, questo «sarà reso pubblico», è la replica del sottosegretario all’Istruzione Andrea D’Onghia che assicura «la massima trasparenza».

Riprende martedì 17 l’iter del decreto scuola

da La Tecnica della Scuola

Riprende martedì 17 l’iter del decreto scuola

Il decreto legge 42 è stato approvato venerdì 13 dal Senato, ma a partire dalla prossima settimana si ricomincia alla Camera.

Martedì 17 riprende in Commissione Cultura alla Camera l’iter parlamentare della conversione in legge del decreto 42 sulla funzionalità del sistema scolastico.
Il calendario predisposto dalla presidenza della Camera prevede un vero e proprio tour de force per i deputati. La Commissione Cultura, infatti, si riunirà a partire da martedì 17 con due tre sefute giornaliere, fino a venerdì.
Il termine per la presentazione di proposte di motidica scadrà mercoledì 18 alle ore 18 e ben difficilmente ci saranno proreghe.
La Commissione Bilancio, per parte sua, dovrebbe esprimere il proprio parere entro giovedì 19.
Il disegno di legge dovrebbe quindi arrivare in aula mercoledì 25 o al massimo giovedì 26 e, visti i tempi, è molto probabile che il Governo ne chieda l’approvazione con voto di fiducia.
La conversione in legge del decreto deve infatti essere perfezionata entro domenica 29 maggio e quindi, concretamente, entro venerdì 27.
Quasi certamente, quindi, alla Camera non ci saranno ulteriori proposte di modifica da parte del Governo anche se le opposizioni tenteranno di far emergere difficoltà e contraddizioni.
Il provvedimento prevede tra l’altro la proroga del progetto “Scuole belle”, la stabilizzazione della Scuola sperimentale Gran Sasso, lo stanziamento di 12 milioni di euro per il sostegno agli alunni disabili nelle scuole paritarie, l’estensione del bonus di 500 euro ai giovani immigrati con permesso di soggiorno, l’assunzione di un certo numero di docenti di scuola dell’infanzia, la possibilità per i docenti neoassunti di accedere alle operazioni di assegnazione provvisoria.

Concorso docenti, i tempi per i ricorsi si allungano ma il Tar parla già di prove suppletive

da La Tecnica della Scuola

Concorso docenti, i tempi per i ricorsi si allungano ma il Tar parla già di prove suppletive

Dal Tar del Lazio giunge una buona e una cattiva notizia per i tanti candidati che speravano di accedere alle prove scritte tramite la via del ricorso.

Partiamo con quella negativa, che corrisponde ad un allungamento dei tempi. Che si prospettano decisamente più lunghi di quelli che si attendevano: al fine di “bilanciare le ragioni di urgenza delle parti con l’interesse pubblico al regolare svolgimento delle prove concorsuali, nonché all’approfondita valutazione delle nuove tematiche sottoposte a giudizio”, il tribunale ha fatto sapere agli avvocati dei candidati che verranno “adottate le misure più idonee per la tutela degli interessi protetti dei ricorrenti, anche con soluzioni alternative all’ammissione con riserva, in sede cautelare, alle prove concorsuali (eventualmente mediante apposita sessione riservata di esame, per coloro che ottengono una decisione giudiziale di merito favorevole”.

Ciò significa che, ha commentato l’avvocato Santi Delia, “il Tar ha rinviato la trattazione di molti ricorsi al mese di giugno e luglio”.

In questo modo, il tribunale avrebbe quindi deciso di “dividere la trattazione dei ricorsi non solo per la data del 19 maggio (ultima utile per giungere ad eventuali sessioni suppletive entro il 31/5) ma anche dopo”, ha aggiunto il legale.

I tempi si allungano, in particolare, per i docenti laureati privi di abilitazione. Perché giovedì “19 maggio si celebrerà l’udienza per i nostri ricorsi pilota dei Dottorati (solo il primo gruppo che aveva ottenuto il provvedimento favorevole ed ha già sostenuto le prove), dei diplomati magistrale linguistico e #gminfanzia2012”, ha sottolineato Santi Delia.

Veniamo ora alla buona notizia per i tanti ricorrenti coinvolti (sembra oltre 30mila), ovvero il fatto che in caso di accoglimento dei ricorsi, si faranno di sicuro delle prove scritte ulteriori. Una eventualità che al Miur avevano escluso: i dirigenti del ministero dell’Istruzione, infatti, si erano detti convinti che, normativa alla mano, i decreti monocratici emessi dal Tar non possono produrre prove suppletive. Invece, ora i giudici sostengono il contrario.

Su questo punto, è intervenuto Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario organizzativo Cisal: “i giudici hanno giustamente fatto rilevare che, qualora dovesse esprimersi favorevolmente ai ricorrenti, il Ministero dell’Istruzione dovrà necessariamente programmare un nuovo calendario di prove, con date successive al 31 maggio, visto che quando arriverà il giudizio monocratico con ordinanze cautelari, sempre in attesa di entrare nel merito, la maggior parte delle prove scritte potrebbero già essere state svolte”.

“A questo punto – prosegue Pacifico – è chiaro che dovranno essere valutate le posizioni dei ricorrenti, non tutte omogenee. Come è ormai scontato che la battaglia legale continuerà comunque presso il Consiglio di Stato, avverso le pronunce del TAR da parte di entrambe le parti. Nel frattempo, il Ministero dell’Istruzione farebbe bene ad attrezzare son d’ora le sedi d’esame dei ricorrenti”.

 

Parte il concorso di idee per 52 nuove scuole sostenibili, all’avanguardia e a misura di studente

da La Tecnica della Scuola

Parte il concorso di idee per 52 nuove scuole sostenibili, all’avanguardia e a misura di studente

Prende il via il concorso di idee per progettare e realizzare 52 #ScuoleInnovative, con lo stanziamento di 350 milioni di euro, previsto dalla Legge 107/15.

Il bando è stato illustrato al ministero dell’Istruzione dal Ministro Stefania Giannini, dal sottosegretario Davide Faraone e dalla coordinatrice della Struttura di Missione per l’Edilizia Scolastica di Palazzo Chigi Laura Galimberti.

“Grazie a questo bando doteremo il Paese di 52 nuove scuole, all’avanguardia, sostenibili, a misura di studente. I progettisti dovranno immaginare istituti dotati di spazi didattici innovativi, ad alta prestazione energetica, con aree verdi fruibili. Scuole belle, attrattive che favoriscano l’apprendimento e l’apertura all’esterno, che diventino punti di riferimento per il territorio. Il cambiamento culturale che abbiamo immaginato con la Buona Scuola passa anche da qui, dal ripensamento degli spazi educativi per una scuola più accogliente, da vivere sempre, anche in orario extra scolastico”, ha dichiarato il Ministro Stefania Giannini.

“Sul capitolo edilizia – ha proseguito il ministro – sono stati compiuti sforzi importanti, abbiamo mobilitato nei primi due anni di governo quasi 4 miliardi di risorse per interventi di ristrutturazione, manutenzione ordinaria e straordinaria, decoro e ripristino. A questi si aggiungono i fondi per lo sblocco del patto di stabilità e il Fondo Kyoto per l’efficientamento energetico. Grazie all’ultima stabilità abbiamo 1,7 miliardi in più di risorse che potremo utilizzare per opere di costruzione e ristrutturazione. Per un investimento totale di oltre 7 miliardi”.

“Appena due anni fa Matteo Renzi diventava premier e nel suo discorso d’insediamento metteva al centro della sua azione di governo l’edilizia scolastica. Oggi dimostriamo che l’impegno è stato mantenuto, che continua a essere mantenuto e che addirittura stiamo andando molto oltre le previsioni con interventi mirati e rapidi, monitoraggio e confronto con i vari attori coinvolti, risorse certe. Fino all’estate scorsa parlavamo di 4 miliardi destinati a questo settore: oggi quei miliardi sono oltre 7, di cui 1,7 stanziati nell’ultima legge di Stabilità. Scuole sicure, funzionali alla didattica, sostenibili: di questo hanno bisogno i nostri ragazzi e in questa direzione va la costruzione di 52 istituti altamente innovativi. Stiamo mettendo in atto una rivoluzione culturale: dall’edilizia all’architettura scolastica, perché apprendere non è solo studiare da un libro ma imparare “attraverso” la scuola”, ha sottolineato il sottosegretario Davide Faraone.

“La parola d’ordine è l’innovazione che, per la prima volta, viene istituzionalizzata e diffusa in tutte le regioni italiane. Oggi abbiamo parlato di 52 scuole, ma questi istituti sono degli apripista da cui partire per una riqualificazione del patrimonio scolastico che non punti solo alla messa in sicurezza degli edifici esistenti, ma che si proponga di studiare nuove soluzioni architettoniche per una didattica all’avanguardia e per realizzare scuole che siano dei veri e propri civic center, punti di riferimento nei quartieri. Vogliamo avviare una rivoluzione culturale che, al lavoro di architetti ed ingegneri, affianchi le competenze dei pedagogisti e di chi la scuola la vive tutti i giorni”, ha aggiunto Laura Galimberti, coordinatrice della Struttura di Missione per l’Edilizia Scolastica della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Il bando per le #ScuoleInnovative sarà on line all’inizio della prossima settimana e si chiuderà il prossimo 30 agosto. Sarà scaricabile sul sito www.scuoleinnovative.it dove è già disponibile la mappa delle 52 aree su cui sorgeranno le nuove scuole. Per ogni area sarà possibile visualizzare una scheda tecnica della tipologia di istituto da costruire con il costo stimato delle opere. Le aree sono state individuate dalle Regioni attraverso una procedura selettiva.

Al bando, di carattere internazionale, possono partecipare ingegneri, architetti, singoli o associati, le società di ingegneria e le società professionali. La procedura si svolgerà on line attraverso la piattaforma ‘Concorrimi’ messa a disposizione dall’Ordine degli Architetti di Milano.

Una Commissione di esperti individuerà per ciascuna area di intervento le prime tre proposte vincitrici che saranno premiate rispettivamente con 25.000, 10.000 e 5.000 euro. I progettisti potranno concorrere per una sola area. La progettazione finale sarà curata dagli Enti locali e potrà essere affidata anche agli stessi progettisti individuati dal concorso di idee.

L’Inail acquisterà le aree oggetto degli interventi di costruzione e realizzerà le scuole, mentre il Miur pagherà i canoni di locazione per trent’anni con fondi messi a disposizione dalla legge Buona Scuola. Gli studenti che frequenteranno i nuovi edifici saranno coinvolti nella progettazione della loro scuola attraverso un hackathon per l’edilizia scolastica.

Sul sito www.istruzione.it è inoltre disponibile una App ‘La Buona Scuola – Edilizia scolastica’, attraverso la quale i cittadini potranno verificare quanti finanziamenti sono stati stanziati per l’edilizia scolastica nel loro comune, come e se sono stati spesi quei soldi. Sarà anche possibile ricevere informazioni sui nuovi finanziamenti in tempo reale e dare il proprio contributo inviando segnalazioni, dando un feedback sugli interventi, inviando la propria opinione.

Alternanza scuola-lavoro, alle superiori boom di imprese formative simulate

da La Tecnica della Scuola

Alternanza scuola-lavoro, alle superiori boom di imprese formative simulate

La spinta della Legge 107/15 allo sviluppo dell’alternanza scuola-lavoro ha determinato un boom di imprese formative simulate negli istituti superiori.

Oggi si contano ben 1.220 progetti, sparsi per il territorio nazionale. I numeri, aggiornati a pochi giorni fa, sono stati resi pubblici il 13 maggio a Roma da Liliana Borrello, ex ispettore tecnico Miur ed oggi impegnata con il consorzio formativo Confao, nel corso della tavola rotonda “L’opzione pubblicitaria nei servizi commerciali” svolta all’istituto Confalonieri-De Chirico che ha svolto la gara nazionale degli studenti di grafica.

A favorire l’alto numero di adesioni ai progetti di imprese simulate è stato l’obbligo, introdotto con la Buona Scuola, di raddoppiare il numero di ore di tirocinio degli istituti tecnici e professionali, oggi arrivato a quota 400, e di introdurne 200 nei licei.

“Le simulazioni d’impresa permettono di lavorare attraverso la cosiddetta ‘didattica laboratoriale’, che rende i ragazzi più consapevoli e responsabili”, ha detto la dirigente scolastica Nadia Petrucci.

“Quello di creare delle aziende simulate a scuola è un modello sempre più utilizzato – ha tenuto a dire l’ex ispettrice Borrello – perché garantisce l’acquisizione di competenze che la stessa Unione Europea considera essenziali per lo sviluppo della cittadinanza attiva”.

Sono parte attiva del progetto, attraverso accordi e convenzioni, anche diverse regioni italiane: hanno aderito, tra le altre, la Lombardia, il Piemonte, le Marche, il Lazio, la Campania e la Sicilia.

“È fondamentale – ha proseguito Borrello – che i percorsi formativi, in chiave lavorativa, siano strutturati in rete: in questo modo, le scuole possono ‘parlarsi’ e conoscere le esigenze reciproche. L’impresa formativa simulata attiva, inoltre, delle strategie di marketing. Alcune scuole hanno svolto, a tal proposito, delle indagini preliminari, dei veri studi di mercato, mutando gradualmente le loro realtà imprenditoriali in aziende sempre più vere e meno simulate”.

Mobilità: posizione unitaria di 4 sindacati

da tuttoscuola.com

Mobilità: posizione unitaria di 4 sindacati

Il passaggio dei docenti dagli ‘ambiti’ alle scuole deve avvenire in base a criteri oggettivi come quelli della mobilità, anche attraverso le procedure della mobilità annuale: lo chiedono Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola e Snals Confsal in un comunicato unitario.

I sindacati, riferendosi all’ultimo incontro al Ministero, criticano la procedura proposta che è quella per cui i dirigenti scolastici, per scegliere i docenti dagli ambiti territoriali e conferire loro l’incarico triennale, dovranno tener conto del curriculum, dell’esperienza lavorativa, delle competenze professionali dei docenti, da verificare anche attraverso un colloquio individuale.

I sindacati ritengono “assolutamente inaccettabile” la proposta ministeriale “per le ricadute che può avere sul personale docente e per le prevedibili difficoltà di gestione di tutta l’operazione che creerà intralcio al corretto avvio dell’anno scolastico ed innescherà un sicuro contenzioso“.

E’ sbagliato, si legge nella nota, “costringere i dirigenti scolastici a procedere a tappe forzate, negli ultimi giorni di agosto, ad operazioni che devono anche tenere conto di quelle di utilizzazione e assegnazione provvisoria“. “Il Governo, il Ministro e l’amministrazione abbandonino posizioni inaccettabili nel merito, impraticabili nei tempi, dannose per il personale e per il buon andamento del servizio“.

Ora è necessario “spostare il confronto a livello politico“, dicono i sindacati, che confermano tutte le ragioni dello sciopero del 20 maggio, “tra cui è centrale la richiesta di ricondurre il passaggio dei docenti dall’ambito alla scuola a indispensabili criteri di trasparenza e oggettività“.

Sciopero scuola 20 maggio: le ragioni per aderire

Sciopero scuola 20 maggio: le ragioni per aderire

FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS Confsal hanno proclamato lo sciopero nazionale generale della scuola per venerdì 20 maggio. Nel corso di una Conferenza stampa che ha avuto luogo a Roma, l’11 maggio, i segretari generali delle quattro federazioni, rispettivamente Pantaleo, Gissi, Turi e Massenti, hanno riepilogato i punti caldi sui quali è stato proclamato lo sciopero.

Per il contratto non rinnovato da sette anni. La Corte costituzionale e una successiva pronuncia del Tribunale di Roma hanno sentenziato l’illegittimità di ulteriori rinvii.
Per il personale amministrativo tecnico e ausiliario (ATA), ignorato dalla 107/15 ma oggetto di attenzioni inaccettabili dalle varie leggi di Stabilità che tagliano l’organico, riducono la possibilità di sostituire il personale assente, riversano sulle segreterie scolastiche profluvi di adempimenti che nulla hanno a che fare con la funzione istituzionale della scuola.
Per la scomparsa completa e definitiva del lavoro precario attraverso il riconoscimento pieno di chi ha maturato diritti all’impiego per aver prestato servizio per almeno 36 mesi (limite imposto dalla Corte di Giustizia europea) da supplente e per aver acquisito titoli validi alla stabilizzazione.
Per una valorizzazione della professione docente, centrata – diversamente da quanto prevede la legge 107/15 – sulla valutazione del lavoro collegiale e sull’impegno individuale, alleggerito dagli attuali eccessi burocratici – attraverso l’introduzione di meccanismi oggettivi di progressione della carriera da definirsi in ambito contrattuale. Il salario va ricondotto all’accordo fra le parti e sottratto all’arbitrio di un organo monocratico.
Per la libertà d’insegnamento e l’imparzialità della Pubblica Amministrazione, incompatibili con la “chiamata diretta” dei docenti da parte del dirigente scolastico. Scarica il documento.
Per i dirigenti scolastici. Non è più accettabile la sperequazione con la dirigenza pubblica, né il sovraccarico di incombenze e responsabilità cui fa riscontro un calo delle retribuzioni percepite.
Per investimenti nell’istruzione che colmi il gap con la media degli investimenti dei paesi Ocse (5,9%) incrementandoli di un punto di PIL.