EAT Aquafish & Think BLUEconomy

EGO-CreaNET organizes the meeting:
AQUACULTURE INNOVATION
open debate about the project proposal
EAT Aquafish & Think BLUEconomy

14 December 2016

Incubatore Universitario Fiorentino, via Madonna del Piano 6 – 50019 Sesto Fiorentino (FI)

SKIPE ADDRESS OF THE CONSENSUS MEETING :   marcello.traversi

Preliminary programme
09:00 ÷ 11:00   workshop
11:00 ÷ 13:00   Skype conference with foreign sites

The time table of the consensus meeifng via skipe is the following :
H,.From 11.00-12.00 –  for speaking about WP1,WP2,WP4,WP6

H,.From 12.00-13.00 – for speaking about WP3/1  and WP3/2
H,.F
rom 13.00-14.00  – For Speaking about  WP5

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Aquaculture has a great growing of consumer expectations focused to give effective solutions for world people future nutrition. An aquaculture development can free the market from super-intensive overfishing in the sea.

In spite of this challenge many members of the public and policy management are not really understand how to improve sustainable seafood sources of the aquaculture innovation, as a conscious consumer-driven development and safe and sustainable foods.

VISION. The increasing diffusion of aquaculture production in the world indirectly acts as a deterrent to the capture of fishing in the sea, promoting a greater safety of the environment and helping to maintain biodiversity. The wild-fish cannot however meet the growing needs of seafoods, because intensive fishing can cause an unsustainable reduction of the fish in the sea.

The meeting organized by Egocreanet will advance the understanding on innovative sustainable solutions for improving the safety and dietary properties of seafood. The aim is to develop the project proposal “EAT-BLUE: EAT Aquafish & Think BLUEconomy” to be submitted on the Horizon 2020 call BG-08-2017 “Innovative sustainable solutions for improving the safety and dietary properties of seafood” with deadline 4 February 2017.

The meeting will discuss the following topics and objectives, which are the basis for the definition of strategy and models for the development of fish production in aquaculture, ensuring environmental, social and economic sustainability and benefits:

  • eco-sustainable development of production processes,
  • diffusion of technological practices to differentiate productions, increasing the number of farmed species,
  • ability to realize innovative compositions of feed, integrating f microalgae for herbivorous fish and proteins from insects and worms for carnivorous fish, in order to decrease the use of traditional fish’s flour and oil,
  • health and veterinary hygienic aspects of fish welfare, as they affect the quality of the fish and consequently the well-being and human health,
  • understanding of consumers on importance of producing fish and shellfish in aquaculture, freshwater or seawater, in order to mitigate the unsustainable exploitation of fish in the sea.

 

The proposal ” EAT Aquafish & Think BLUEconomy ” will develop an aquaculture innovation, through demonstration for the enhancement of viable and profitable commercial aquaculture production in the Europe aiming at:

  • foster a further extension and support knowledge innovation for aquaculture industry/sme’s development;
  • analyze and compile and test the nutritional composition of potential new feed ingredients (microalgae and insects proteins, healt-probiotics ..etc) for fish meal and fry-feed;
  • improve development of new eco-friendly technologies for fresh-water acquaculture and marine-culture;
  • enhance pilot design and experiments for diversify the aquaculture products;
  • improve consumer perception and awareness of new fish new species in the market;
  • protect the marine environment & maritime heritage and prevent & combat pollution;
  • protect, secure and enhance the marine and coastal environment;
  • improve accessibility and connectivity;
  • improve safety & security at sea and promote blue growth & job creation. Promote entrepreneurship and innovation ;
  • create a socially inclusive and sustainable model of regional development.

For more info to participate to the Egocreanet meeting write to: <EGOCREANET2016@gmail.com>.

Parterns & stakeholders

 

NOTES for the partners:

At the consensus meeting we look to share and approval the key innovation action of the EAT-BLUE, proposal  (*) and to select the more active partners .

(*)-  Key conceps of the AI – EAT BLUE Project :

 

The EU’s Blue Growth Strategy identifies aquaculture — the farming of fish, as a sector which could boost economic growth across Europe and bring social benefits through new jobs. In contrast with other regions of the world, aquaculture production is stagnating in the EU, while imports are rising. At the same time, there is a growing gap between the amount of seafood consumed in the EU, and the amount caught from wild fisheries. The overall methodology of the relevant activities of “EAT-BLUE”  project are focused to give a contribute tho close this gap in the important role to advance in food security as well as its economic growth and favouring the development of environmentally responsible Eu- aquaculture. So that the overall methodology impacts vary with the production of the following distinguishing innovation activities:

1) building a pilot ptoduct of special microalgae to develop algal oil for higher quality of  fish – feed;

2) grow up a prototipe of functional probiotics for fish healt that will be tested on most popular seafood species, such as salmon, sea bass and sea bream, and

3) to make acquaculture more sustainable by means increase productivity and profitability, through  innovation and first market replication of some fish-species ( as pulp vulgaris , greather amberjack or other finfishes ) for improving farming methods and management techniques, tacking into account Regional  locations and local environmental conditions
I hope in your interactive cooperation : Paolo Manzelli (EGOCREANET) (335/6760004)  12/12/2016 Firenze

Mobilità scuola 2017/2018

Mobilità scuola 2017/2018:
dopo l’incontro politico, riparte la trattativa

Nell’incontro del 7 dicembre con i sindacati, il capo di gabinetto del Miur ha dichiarato la disponibilità del Ministero, compatibilmente con l’evoluzione del quadro politico, a rimuovere alcune delle rigidità relative alle procedure di mobilità.

Rispetto alle richieste sindacali, ci sarebbero le condizioni per rimuovere, tra l’altro, i vincoli relativi alla possibilità dei docenti di trasferirsi anche su singola scuola e per il superamento del blocco triennale.

A fronte di questa disponibilità è prevista la convocazione di un tavolo negoziale, come riportato nel comunicato unitario diramato al termine dell’incontro.

Chi fa i controlli sull’uso dei permessi della legge 104?

da  La Legge per Tutti

Chi fa i controlli sull’uso dei permessi della legge 104?

Chi può segnalare l’abuso sull’uso dei giorni di permesso retribuito: il datore di lavoro, l’Inps e lo Stato sono i soggetti lesi dal comportamento infedele del dipendente.

Il tema degli permessi retribuiti per assistenza a familiari invalidi, riconosciuti dalla famosa Legge 104 del 1992, e dei possibili abusi da parte di chi, invece di stare con il parente portatore di handicap, utilizza la giornata di riposo dal lavoro per esigenze personali, è sempre terreno di scontro tra le aziende e i dipendenti. La semplice menzogna e l’utilizzo improprio dei “permessi 104” è considerato non solo un reato – in quanto indebito arricchimento ai danni dello Stato e, segnatamente, dell’Inps che, in ultima analisi, paga i giorni di permesso – ma anche causa di licenziamento in tronco, venendo meno la fiducia nel lavoratore.

Chiaramente però, come tutte le contestazioni, anche quella sull’abuso dei permessi 104, per poter essere valida e utilizzata davanti al giudice, deve rispettare requisiti sostanziali (la prova della materiale violazione) ed elementi formali: quale tipo di prova può essere utilizzata contro il dipendente e, soprattutto, chi può raccogliere tale prova? In buona sostanza, il problema di fondo è Chi fa i controlli sull’uso dei permessi della legge 104? Alla risposta viene dedicata questa breve scheda. Scopriremo, quindi, cosa succede in caso di illecito utilizzo dei permessi 104, chi è il soggetto chiamato a verificare l’esistenza di tali abusi e in che modo vengono effettuati gli accertamenti.

Cos’è la legge 104?
La legge 104 è la normativa quadro in materia di disabilità. Essa prevede permessi, congedi, pensione, sussidi, agevolazioni fiscali e lavorative. Per un quadro completo sul tema leggi la nostra Guida alle agevolazioni della legge 104. Per quello che qui interessa, la legge 104 dà diritto, al lavoratore che assiste un figlio o un familiare (coniuge, affine o parente entro il 3° grado) con handicap grave, di richiedere al datore di lavoro tre giorni al mese di permesso retribuito. Per ottenere i permessi retribuiti, l’assistenza al portatore di handicap deve essere continuativa.

Quando c’è abuso dei permessi 104?
La giurisprudenza è diventata, negli anni, piuttosto rigida nel giudicare chi abusa dei permessi della legge 104, stabilendo che l’uso improprio può costituire, da un lato, causa di licenziamento per giusta causa e, dall’altro, origine di un procedimento penale a causa dell’indebita percezione del trattamento economico ai danni dell’Inps.

Chiedere un giorno di permesso retribuito per dedicarsi a «qualcosa che nulla ha a che vedere con l’assistenza» costituisce un «odioso abuso del diritto». Queste sono le parole più volte usate dalla Cassazione che ha così stigmatizzato il comportamento dei dipendenti che utilizzano, anche solo per poche ore, la giornata di permesso retribuita per scopi personali. Il che significa ad esempio che, se anche il parente invalido sta dormendo o non necessita, in quel preciso momento, di assistenza, il lavoratore ha l’obbligo di non assentarsi dall’abitazione di quest’ultimo. Fare la spesa personale, partecipare a un corso di formazione, lavorare da casa, presentarsi a una visita medica o impiegare il permesso per far fare ponte o ritorno a casa sono tutti comportamenti vietati dalla legge.

Quali sono le conseguenze di uso illecito dei permessi 104?
Come abbiamo anticipato, la prima conseguenza per chi abusa dei permessi 104 è il licenziamento disciplinare. A pesare è soprattutto la bugia detta al datore di lavoro: essa non consente la prosecuzione del rapporto in quanto, da un punto di vista personale, fa perdere la fiducia in chi vi fa ricorso. C’è anche l’aspetto aziendale: per ogni “falso permesso”, il datore è costretto a organizzare diversamente il lavoro in azienda, obbligando i colleghi a sostituire il dipendente assente, magari aumentando il carico di lavoro sulle loro spalle.

Ecco perché, in questi casi, scatta il licenziamento per giusta causa che è anche quello più grave perché scaturisce da un comportamento in grado di rompere definitivamente il legame di fiducia che lega dipendente ad azienda. Si parla di licenziamento in tronco, ossia senza neanche il preavviso. A riguardo la Cassazione ha più volte detto che è legittimo il licenziamento disciplinare del lavoratore che non adempie alle finalità assistenziali previste dalla legge in occasione dei permessi retribuiti dalla legge 104.

Oltre all’aspetto civilistico c’è anche quello penale. Chi viene scoperto a impiegare, per scopi personali, una parte della giornata di permesso retribuito può subire una denuncia per indebita percezione del trattamento economico ai danni dell’Inps [1]. La pena prevista è la reclusione da sei mesi a tre anni. Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a euro 3.999,96 si applica soltanto la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da euro 5.164 a euro 25.822. Tale sanzione non può comunque superare il triplo del beneficio conseguito.

La tesi del reato è stata più volte sposata dalla giurisprudenza e, soprattutto, dalla Cassazione. Secondo i giudici, tale illecito finisce per far ricadere il costo della pigrizia del singolo sulla collettività. I permessi, infatti, sono anticipati solo provvisoriamente dal datore di lavoro, ma questi viene poi rimborsato dall’Inps (anche ai fini contributivi). Insomma, a fare le spese di tale comportamento illecito sono tutti i contribuenti. Secondo la giurisprudenza, infatti, il dipendente che abusa dei permessi retribuiti per l’assistenza ai portatori di handicap è un “peso sociale” che scarica, sulla collettività, il costo della propria malafede.

La violazione dei permessi della legge 104 è, quindi, di un comportamento – per usare le stesse parole della Suprema Corte – «suscettibile di rilevanza penale».

Chi fa i controlli sull’uso dei permessi della legge 104?
Proprio per via del fatto che ad essere lesi dal comportamento del lavoratore infedele sono due soggetti, lo Stato e l’azienda, i controlli sugli usi e abusi dei permessi della legge 104 possono essere eseguiti dal datore di lavoro e dall’Inps, in quanto ente pubblico rappresentante gli interessi della collettività.

In particolare, per quanto riguarda il datore di lavoro, questi può provvedere a raccogliere le prove dell’illegittimo uso dei permessi 104 in qualsiasi modo, ad esempio incaricando un investigatore privato affinché segua il dipendente e verifichi se questi è effettivamente presente a casa del familiare invalido o se, invece, sta svolgendo altre attività. L’investigatore può pedinare il lavoratore, fotografarlo o filmarlo. Tale documentazione fotografica e/o video potrà costituire prova nel corso del processo per il licenziamento solo se non contestata dal dipendente. Diversamente, il detective potrà essere chiamato a testimoniare personalmente sui fatti da questi appresi per averli visti con i propri occhi.

Il datore di lavoro può anche segnalare l’abuso dei permessi 104 ai Carabinieri. A riguardo bisogna tenere a mente che il reato di indebita percezione del trattamento economico è perseguibile d’ufficio e, quindi, la mera denuncia potrebbe far scattare il procedimento penale a carico del lavoratore.

Per quanto riguarda lo Stato, anche l’Inps può procedere a una segnalazione alla Procura della Repubblica la quale poi è tenuta a portare avanti le indagini.

note:
[1] Art. 316-ter cod. pen. «Salvo che il fatto costituisca il reato previsto dall’articolo 640bis, chiunque mediante l’utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l’omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.

[2] Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a tremilanovecentonovantanove euro e novantasei centesimi si applica soltanto la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da cinquemilacentosessantaquattro euro a venticinquemilaottocentoventidue euro. Tale sanzione non può comunque superare il triplo del beneficio conseguito».

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE INCARICATO

LETTERA APERTA AL PRESIDENTE INCARICATO

L’ADI, ASSOCIAZIONE DOCENTI E DIRIGENTI SCOLASTICI ITALIANI, CHIEDE  AL PREMIER INCARICATO DI NON NOMINARE NESSUN MINISTRO AL MIUR.

Gentile Presidente incaricato,
ci permetta di esprimere una sola sintetica richiesta: non nomini nessun Ministro dell’Istruzione. Prenda tempo, non succede nulla  se “Viale Trastevere”  rimane in questo momento privo di  ministro e  sottosegretari. La scuola ha bisogno di una tregua.
Il governo Renzi ha assegnato all’istruzione risorse più di qualsiasi altro, ma non ha espresso nessuna  visione che orientasse  e individuasse le priorità. La scuola  è stata sommersa da  un’ondata di provvedimenti caotici, che l’ha travolta.
Le responsabilità non sono solo del Governo, ma anche dei partiti, in particolare di quello di maggioranza, il PD, incapace,  in questi anni, di esprimere  un’adeguata politica scolastica.
Per tutto questo,  se riteniamo inevitabile, come si legge, che siano rimossi i politici più direttamente coinvolti in questo vuoto di  elaborazione, non è altrettanto inevitabile  che i loro posti  siano immediatamente ricoperti, senza  quella  necessaria riflessione che la situazione impone.
Non scelga in modo affrettato. La scuola viene prima dell’assegnazione delle cariche a questa o a quello.

Buon lavoro!
Alessandra Cenerini
Presidente ADI

E adesso cosa succede?

E adesso cosa succede?
Un punto di vista

di Alessandro Basso

 

Il dibattito sulla buona scuola si è arenato, come giusto che fosse, per lasciar spazio alla dialettica politica di questi giorni. È passata una sola settimana dal referendum costituzionale e sento la necessità di portare un contributo attraverso una riflessione ad alta voce proprio sul tema.
Magari riesco a stimolare anche una considerazione dell’amico Stefano Stefanel anch’egli così silente negli ultimi giorni.
Non siamo digiuni del fatto che la scuola sia tirata in ballo quando occorre, anche negli ambienti politici e di questo sicuramente non ci scandalizziamo, adesso l’importante è che l’intera partita venga gestita in modo razionale perché dobbiamo evitare di “buttare via il bambino con l’acqua sporca”.

Nel mondo della scuola il cambiamento non deve venire adesso a tutti i costi e a qualunque costo perché i principi della legge 107, in qualche modo, vanno portati a termine perché si rischierebbe in caso contrario, di riportare quel caos che con gran fatica abbiamo cercato di governare nei mesi passati dalla base, con grande senso dell’equilibrio e, possiamo dirlo senza timore di smentita, anche con un pizzico di bravura delle tanto vituperate scuole autonome e degli uffici locali.

Tradotto, speriamo non si arrivi a una frettolosa controriforma, solo per sistemare gli animi delle varie correnti, tanto più se gestita senza un seguito accurato da parte dell’apparato tecnico e amministrativo.
Sarebbe fin troppo facile affermare che l’avvio di quest’ anno scolastico è stato disastroso, ma sarebbe altrettanto facile distruggere tutto senza un minimo di raziocinio.
Occorre registrare, forse anche con rammarico, che ciò che non ha funzionato nell’applicazione della buona scuola è stata la mancanza di un presidio e non solo di natura politica, con degli effetti straripanti in varie sedi.
Colpivano, già a suo tempo, le affermazioni di un tal sottosegretario rispetto ad alcuni accordi di secondo livello che andavano nella strada opposta a quella del senso della legge e delle dichiarazioni del Ministro. Stridono alcune parole contenute nel comunicato in accompagnamento all’accordo sindacale per il rinnovo dei contratti. Un accordo che, spero di essere smentito, è stato il più veloce della storia perché è scomparso dal tavolo della trattativa in men che non si dica. Questo accordo prevedeva, almeno livello di principio, la delegificazione di alcune materie da riportare al tavolo della contrattazione, principio contro il quale mi schiero non per la gratuita idiosincrasia che posso avere nei confronti di alcune scelte dei sindacati, ma della mancata assunzione di altri principi che prevedono, al contrario, di riportare all’ambito di legge la sfera decisionale e organizzativa: un passaggio fondamentale per la cementazione dell’autonomia scolastica, guarda caso principio alla base della buona scuola.
La macchina organizzativa della riforma si è scontrata, proprio in fase applicativa, con l’ambito decisionale di secondo livello giacché si è tentato di accontentare un po’ tutti. Forse sembrerà banale come affermazione ma rappresenta, a mio avviso, molto bene la realtà dei fatti.
Questo è quanto è accaduto ad esempio con l’allocazione del personale che è stato assunto con incarico a tempo indeterminato e ha coperto l’organico dell’autonomia ma, contemporaneamente, ha avuto la possibilità di riprendere in mano la valigia nella stessa giornata e di poter legittimamente tornare da dove era venuto (ripeto, legittimamente e comprensibilmente).  Mi sono chiesto diverse volte se fosse stato impossibile fare un accordo per fare in modo che queste persone rimanessero direttamente al loro posto dando la possibilità alle scuole dove si rendevano disponibili i posti di poter assumere altrettanti docenti, così, tanto per far partire la scuola a settembre, termine temporale che per i professionisti non è un vezzo d’altri tempi.

La partita che ci giochiamo su questi principi, in sede locale, è quella della serietà e della continuità del servizio; siamo riusciti in qualche modo a venirne fuori, ma non penso saremo in grado di ripetere questa operazione il prossimo anno scolastico. E questa partita, lo sanno bene i tecnici, andrebbe affrontata subito, sapendo bene che il giorno dopo che si sono chiuse le iscrizioni si avvia la macchina per la costituzione degli organici: così funziona la scuola, così dovrebbero imparare a farla funzionare le figure preposte.

Sarebbe un peccato che si smantellatasse l’intero impianto della chiamata diretta, perché il principio fin dove lo si è potuto applicare, è stato innovativo, sicuramente potrebbe essere perfezionato con un po’ più di coraggio, però si è trattato pur sempre un punto di partenza. Parimenti ho ritenuto di grande pregio il vincolo della permanenza triennale degli insegnanti neoassunti, principio che si è sciolto come il sale nell’acqua e ha prodotto, di fatto, la permanenza di pochissimi insegnanti neo assunti.

In questo momento delicato, sarebbe fin troppo facile dire cancelliamo la buona scuola, ma non penso sia la strada giusta. Prendiamola in mano, sentiamo la base, sentiamo anche i sindacati, ma lasciamo sedimentare alcune innovazioni cercando di capire quali possano essere i miglioramenti assumibili: non è questo il momento di nuovi paradigmi, le idee ci sono, diamo loro gambe per camminare.

Il Consiglio di Stato ammette al Concorso 2016 gli abilitati all’estero

Il Consiglio di Stato bacchetta il MIUR e ammette al Concorso 2016 gli abilitati all’estero in attesa di riconoscimento del titolo

Ministero dell’Istruzione bacchettato in Consiglio di Stato per il colpevole ritardo nel riconoscimento del titolo conseguito all’estero che ha materialmente impedito ai candidati la corretta partecipazione alla selezione del concorso a cattedra 2016. I legali del nostro sindacato hanno ottenuto l’ammissione con riserva al concorso di quei candidati che avevano prodotto domanda di riconoscimento del titolo almeno 4 mesi prima della scadenza della domanda di partecipazione al concorso 2016 essendo stato valutato dal Tribunale Amministrativo un “affidamento incolpevole” da parte dei ricorrenti nella corretta gestione della procedura. Il MIUR aveva, invece, negato l’accesso a tutti i candidati sprovvisti di decreto di equipollenza del titolo estero, non considerando che i ritardi non dipendevano certo dalla volontà dei candidati, ma – come rilevato dai legali Anief in udienza – dalla medesima Amministrazione che aveva gestito il concorso. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Nuova dimostrazione che il discrimine per l’accesso al concorso 2016 operato dal MIUR faceva acqua da tutte le parti e sono state illegittimamente escluse tante categorie di docenti che, invece, avevano pieno diritto alla partecipazione alle procedure selettive per l’accesso ai ruoli. Ora il MIUR rompa gli indugi e proceda con l’organizzazione e la calendarizzazione delle prove suppletive”.

Cara Alessandra!

Cara Alessandra!

di Maurizio Tiriticco

 

Sono anni che ti conosco e sono anni che con l’ADI ti occupi di istruzione e di formazione anche a livello internazionale. Odio da sempre il fatto che i dicasteri siano ricoperti da politici e mai da esperti! Ai quali politici, poi, gli esperti debbono esprimere pareri, spesso inascoltati. E poi tocca a te, Alessandra, raccogliere i dati internazionali sull’istruzione e verificare che il nostro “Sistema Nazionale di Istruzione e Formazione” – parole grosse e impegnative – va sempre peggio o quasi! Istituti all’avanguardia li abbiamo, ma sono pochi a fronte di un sistema che sistema non è affatto!!! Per cui, si continua come sempre! Le tre C che da sempre odio! Classe, Cattedra, Campanella! Che nessuno ha il coraggio di mettere in discussione e che irrigidiscono la nostra scuola. E’ inutile produrre pagine e pagine di Linee guida e di Indicazioni nazionali, quando poi la struttura organizzativa è quella di sempre!

Il dramma è anche costituito dal fatto che il dicastero dell’Istruzione non lo vuole nessuno, se non i principianti della politica che si debbono accontentare… sperando in un “futuro migliore”! Il Miur come trampolino di lancio! Per un certo Gentile, però, non fu così! Fu la scuola che venne rilanciata (a prescindere da giudizi di valore), non la persona! E poi arrivano i dati internazionali che tu commenti con tanta competenza! E sono decenni che andiamo avanti così… Un’altra constatazione: le prove Invalsi, odiate, temute, rigettate, sempre mal digerite!!! E’ ovvio che una scuola che non si adegua in materia di procedure misurative oggettive e che da sempre è abituata alle valutazioni caserecce… cinque più, sei meno, quattro e mezzo… non le capisce e le rifiuta come un’odiata annuale interferenza!!!

Insomma, è tutto risibile!!! Eppure si procede così da sempre!!! E poi vengono i dpr sulla valutazione, il 122/09, che non modifica e non innova nulla… e poi vengono i modelli di certificazione delle competenze alla fine della scuola primaria e della suola media! Li hai letti? Un monstrum!!! Competenze a proposito di bambini di 11 e di 14 anni??? Io e te abbiamo frequentato tante scuole, ma non siamo mai diventati “competenti”!!! Ma si sa che cosa è una competenza??? Se ne può parlare solo al termine del decennio di istruzione obbligatoria (dm 139/07)… prima è risibile… insomma possiamo dire che un bambino, quando riesce a mangiare la minestrina con il cucchiaio senza sbrodolarsi troppo è competente??? E i numerosi gradini precedenti di capacità/abilità dove li mettiamo? Insomma, si gioca con le parole, con il concetto di competenza e con quello di certificazione… e i poveri insegnanti attaccano il somaro dove vuole il padrone! E il che è gravissimo, perché operazioni che potrebbero essere interessanti e significative, sono solo noiosissimi adempimenti formali!

Carissima! A quando Alessandra ministra Miur? Ed io sarei un affettuoso “amico critico”! Crisi di governo!!! Vediamo che cosa ci regaleranno come Ministro/a all’IUR…

Bello da coltivare

BELLO DA COLTIVARE PER EDUCARE di Umberto Tenuta

CANTO 750 EDUCARE ATTRAVERSO IL BELLO

Nel discorso da Piazza San Pietro del 10 maggio 2014, rivolto al mondo della scuola italiana, Papa Francesco ha detto che a scuola <<noi coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella>>.

 

Da lì, dall’alto dei monti, vedi e senti la bellezza della natura,

Le valli, le colline, i monti, tutti vestiti di verde.

Senti il rimorso di mettere sotto i piedi i fili d’erba, i fiori di tanti delicati colori, le tenere pianticelle.

E intorno a te i verdi arbusti, gli alberi che svettano verso l’azzurro del cielo, i boschi dai mille colori dell’autunno.

È la Bellezza.

La Bellezza della natura.

La Bellezza in persona.

Le parole di Papa Francesco ti tornano nel cuore.

Educare attraverso il BELLO.

Che ci fate, voi giovani, là, nelle aule con le finestre chiuse?

Là non imparerete mai nulla!

Le pagine ingiallite dei libri non vi diranno mai niente.

Non toccheranno il vostro cuore.

Cara Professoressa, esci!

Esci dall’aula.

Respira a pieni polmoni.

Riempiti gli occhi dei mille colori della tua conchiglia.

Le valli, le colline, i monti, il cielo, il mare.

La dea Bellezza ti avvolge.

Ti tocca il cuore.

Taci.

I tuoi giovani non hanno bisogno delle tue parole.

La bellezza della natura penetra nei loro cuori.

Ammirati, incantati, affascinati, tacciono.

   Taci. Su le soglie

   del bosco non odo

   parole che dici

   umane; ma odo

   parole più nuove

   che parlano gocciole e foglie

   lontane.

Ascolta. Piove

   dalle nuvole sparse.

   Piove su le tamerici

   salmastre ed arse,

   piove sui pini

   scagliosi ed irti,

   piove su i mirti

   divini,

   su le ginestre fulgenti

   di fiori accolti,

   su i ginepri folti

   di coccole aulenti,

E il pino

   ha un suono, e il mirto

   altro suono, e il ginepro

   altro ancora, stromenti

   diversi

   sotto innumerevoli dita.

   E immersi

   noi siam nello spirito

   silvestre,

   d’arborea vita viventi;

   e il tuo volto ebro

   è molle di pioggia

   come una foglia,

   e le tue chiome

   auliscono come

   le chiare ginestre,

   o creatura terrestre

   che hai nome

   Ermione. (Gabriele D’Annunzio)

PROGETTI NELLE SCUOLE: chi più ne ha più ne metta.

Ne basta uno solo!

Uscire dalle aule.

Piegarsi ad osservare le erbe dei prati.

Entrare nei boschi.

Lasciarsi ammaliare dai mille colori dei fiori e dalle mille forme delle foglie, dei rami, delle piante.

Il cuore si commuove.

La mente si apre.

Le forme delle foglie, dei fiori, dei rami…

I nomi, i verbi, gli aggettivi…

Questo è l’antenato del pero…

Questo mangiavano gli uomini un tempo lontano lontano…

E sotto queste fronde si riparano dal freddo ancora gli uomini della foresta amazzonica.

Ed Emilio si orienta osservando la bellezza del muschio, or verde, or scuro.

È bello ammirare i fiori, le foglie, i rami, i tronchi degli alberi.

Ed è bello regalare un fiore.

Ed è bello imparare dalle erbe, dagli arbusti, dalle piante.

Ed è bello imparare aprendo gli occhi e il cuore alla bellezza della natura!

Il mio PON: AMMIRO IL BELLO, LO AMO ED IMPARO.

La SCUOLA BUONA è la scuola che parla il linguaggio della BELLEZZA.

Tutti i miei Canti −ed altro− sono pubblicati in:
http://www.edscuola.it/dida.html
Altri saggi sono pubblicati in
www.rivistadidattica.com
E chi volesse approfondire questa o altra tematica
basta che ricerchi su Internet:
“Umberto Tenuta” − “voce da cercare”