Morto Luigi Berlinguer, il papà dell’autonomia scolastica. Con la sua riforma anche riordino dei cicli di istruzione

da OrizzonteScuola

Di Andrea Carlino

L’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer è morto a Siena all’età di 91 anni. Era ricoverato dall’estate scorsa. Cugino del leader del Pci Enrico Berlinguer, è stato deputato, senatore, ministro dell’Università e della ricerca ed europarlamentare del Pd nella legislatura 2009-2014.

Porta il suo nome una riforma profonda della scuolaLa legge n.10 del 10 febbraio 2000, conosciuta come Legge quadro in materia di riordino dei cicli dell’istruzione, ha rappresentato un punto cardine nella storia dell’istruzione italiana. Il provvedimento mirava a una riorganizzazione strutturale del ciclo scolastico.

Tre direttrici:

  • la scuola dell’infanzia
  • il ciclo primario (scuola di base), esteso otto anni come nel modello francese, comprendente le elementari e le medie, proiettato alla preparazione agli studi successivi.
  • il ciclo secondario, esteso cinque anni e articolato in cinque differenti aree: umanistica, scientifica, tecnica, artistica e musicale e concluso dall’esame di stato normato dalla Legge 10 dicembre 1997, n. 425 “Disposizioni per la riforma degli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 289 del 12 dicembre 1997.

Nel 2000, dopo tre anni di intensi dibattiti, il riordino dei cicli scolastici ha ricevuto l’approvazione parlamentare. Il progetto di legge 3952/A, noto come “7+5”, è stato approvato definitivamente il 2 febbraio 2000, introducendo una struttura composta da sette anni di scuola di base e cinque anni di scuola secondaria superiore. La proposta ha modificato il precedente modulo “6+6”, estendendo il ciclo primario con un anno di orientamento, rispondendo così alle richieste di una scuola di base più estesa e di una maggiore attenzione verso la fascia d’età 11-14 anni.

Il testo definitivo della legge introduce alcuni importanti cambiamenti, come l’obbligo scolastico esteso fino a 15 anni e l’obbligo formativo fino a 18 anni, mirando ad allinearsi con i sistemi educativi europei. Tuttavia, emergono anche alcune limitazioni, come la mancata definizione dell’articolazione interna del ciclo di base e la conferma della tipica scansione quinquennale della scuola superiore.

L’autonomia scolastica

Durante il suo mandato, inoltre, il sistema scolastico ha intrapreso un percorso di riforma basato sull’autonomia scolastica e sull’integrazione con il tessuto culturale locale e globale. Grazie anche alla Riforma Bassanini, introdotta con la legge n. 59/1997 e la legge n. 127/1997, è stata avviata una delega di funzioni alle Regioni, un accorpamento degli uffici, uno snellimento delle procedure e una maggiore focalizzazione sul controllo delle funzioni piuttosto che degli atti, ampliando l’apertura delle scuole al territorio circostante.

Le modifiche hanno trovato espressione nella scuola attraverso il Regolamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, delineato dal DPR n. 275/1999. Questo regolamento ha riconosciuto alle scuole un’autonomia funzionale, permettendo loro di adattare la didattica, l’organizzazione, la ricerca e la sperimentazione alle specificità del territorio in cui operano.

La legge n. 9/1999 ha poi affrontato la questione dell’obbligo di istruzione, elevandolo da 8 a 10 anni. Tuttavia, la legge n. 9/1999 è stata successivamente abrogata dalla legge delega n. 53/2003. Quest’ultima legge ha fissato l’obbligo formativo fino al compimento del 18° anno di età, come previsto dall’art. 68 della legge n. 144/1999.