Via alla stagione delle occupazioni, dalla solidarietà alla Palestina allo sciopero del 17

da Il Sole 24 Ore

Unione Degli Studenti sarà in piazza insieme a Link e Rete della Conoscenza in tutto il Paese. A oggi sono circa 40 le città interessate da cortei e presidi, da Nord a Sud
di Redazione Scuola

Al via la “stagione” delle occupazioni. Al momento sono tre a Roma i licei occupati. Dopo appena pochi giorni dall’occupazione del liceo Pilo Albertelli, avvenuta il 9 novembre, sono seguite le occupazioni di altre due scuole romane, il liceo classico Ennio Quirino Visconti, nel centro, e il liceo artistico Enzo Rossi nel quadrante est della città. Tutte e tre le occupazioni sono sostenute dall’organizzazione studentesca Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa).

Le ragioni

Tra le ragioni alla base della protesta c’è la solidarietà verso la popolazione palestinese e il rafforzamento di quello che verrà ribadito in piazza durante lo sciopero del 17 novembre, in occasione della Giornata Internazionale dello Studente: no alla scuola del merito e no alla scuola sottomessa alle logiche aziendali. Dal rifiuto del concetto di merito e del nuovo regolamento scolastico sui ritardi alla richiesta di abolire i Pcto, ex alternanza scuola-lavoro, e la riforma sul voto in condotta, arrivando alla denuncia degli aumenti delle spese militari a discapito degli investimenti nell’edilizia scolastica pubblica.

Le occupazioni

Le occupazioni sono in linea di massima partite dai collettivi delle singole scuole. Sono partite dal sostegno alla Palestina allargandosi a temi un po’ più generali sulla scuola, dall’assenza assoluta di fondi in legge di Bilancio per l’istruzione, all’abolizione dei Pcto. Ma la settimana si preannuncia “calda”, in vista dello sciopero studentesco del 17 novembre.

In piazza

Gli studenti della Rete degli studenti medi di Roma saranno in piazza con la Cgil e annunciano un corteo da Piazza Barberini. In occasione della Giornata Internazionale dello Studente, sempre venerdì 17 novembre l’Unione Degli Studenti scenderà in piazza insieme a Link e Rete Della Conoscenza in tutto il Paese. Lo scopo è quello di portare l’attenzione su alcune tematiche per avviare un dialogo con le istituzioni che porti al cambiamento. Lo sciopero si terrà quindi venerdì 17 novembre in diverse piazze sparse su tutto il territorio italiano. A oggi sono circa 40 le città interessate da cortei e presidi, da Nord a Sud.

Link Coordinamento Universitario

Ancora una volta l’università italiana viene lasciata indietro – è scritto in un comunicato di Link Coordinamento Universitario – nella bozza di legge di bilancio 2024 non compare nessun finanziamento destinato al diritto allo studio o al miglioramento delle condizioni di lavoro delle migliaia di ricercatori precari del Paese.«Questa mancanza non ci stupisce ma ci preoccupa. Questo governo vuole dimostrare chiaramente che nell’università italiana del 2023 non c’è spazio per gli studenti che non possono permettersi di pagarsi interamente gli studi» denuncia Virginia Mancarella a nome del movimento.
Si puanta alla mobilitazione nazionale e ad avviare un processo di dialogo con le altre realtà dell’università che raccolgono professori, dottorandi, personale universitario e ricercatori precari. «Per questo motivo, dopo lo sciopero studentesco del 17 novembre, ci riuniremo insieme nell’assemblea nazionale “Per un’altra Università” il 19 novembre a Bologna» conclude Mancarella. «Ma non ci fermeremo qui: il 25 saremo di nuovo a Roma sotto il Parlamento durante la discussione della legge di Bilancio per rivendicare un modello di università che metta al centro la conoscenza e non il profitto».