Contratto scuola in vigore da oggi: ecco cosa cambia per 1,2 milioni di lavoratori

da Il Sole 24 Ore

Coinvolti docenti e personale amministrativo. Le novità normative: dal lavoro agile ai permessi retribuiti per i precari
di Claudio Tucci

Aumenti retributivi mensili di 124 euro per i docenti, 96 euro per il personale tecnico-amministrativo (Ata) e 190 euro per i Direttori dei servizi generali e amministrativi (Dsga). Accanto a una serie di novità normative, che dal 19 gennaio entrano quindi in vigore: dall’introduzione, e regolazione, del cosiddetto lavoro agile ai nuovi ordinamenti professionali per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo di scuole, università, accademie e conservatori; dai tre giorni di permesso retribuito anche per i lavoratori precari alla valorizzazione della formazione in servizio degli insegnanti.

La platea coinvolta

Dopo oltre un anno dall’avvio delle trattative, un accordo politico, due fasi negoziali, e oltre cinque mesi di verifiche “amministrative e contabili” (una peculiarità tutta italiana, ndr) all’Aran è stato firmato definitivamente il Ccnl Istruzione e Ricerca 2019-2021, che interessa 1.232.248 dipendenti, di cui 1.154.993 appartenenti ai settori scuola e Afam (inclusi gli 850mila insegnanti), e 77.255 lavoratori dei settori università ed enti di ricerca (esclusi i professori).

Dopo i 101 euro di incremento medi ottenuti lo scorso anno dagli 850mila insegnanti quando è stata sottoscritta la prima sequenza economica del contratto, si aggiunge ora la parte residua (poco più di 20 euro) per arrivare all’aumento complessivo di 124 euro portato al traguardo dal ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara.

Le reazioni

Parla di «risultato importante; un passo concreto per valorizzare il personale della scuola» il ministro Valditara, che nei mesi scorsi aveva “strappato” ulteriori 300 milioni per far salire ancora un po’ gli incrementi retributivi (in tutto il Ccnl Istruzione e Ricerca 2019-21 impegna circa 3 miliardi di euro). Soddisfatte anche le sigle sindacali (hanno firmato tutte, tranne la Uil Scuola), che guardano già al prossimo Ccnl: «Auspichiamo ora che si avviino rapidamente le trattative per il rinnovo del Ccnl 2022/24 scaduto da un biennio», ha detto il numero uno della Cisl, Luigi Sbarra.

È pronto il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo «Il nostro obiettivo – ha sottolineato – è proseguire su questa strada riformatrice con il nuovo contratto per il periodo 2022-2024. L’Agenzia è già al lavoro per garantire che le prossime fasi del processo di negoziazione continuino a portare miglioramenti significativi e concreti per tutti i lavoratori del settore. Questo contratto è segno tangibile dell’impegno del governo verso un sistema di Istruzione e Ricerca più forte, motore per la crescita e l’innovazione in Italia».

I fondi a disposizione

Nella manovra 2024 sono stanziati complessivamente 8 miliardi di euro per i nuovi Ccnl. Alla scuola, secondo i primissimi calcoli, andrebbero, tra i due e tre miliardi, che garantirebbero ai docenti un aumento retributivo del 5,78%. Un primo assaggio l’intero comparto lo ha ottenuto a metà dicembre quando è stata pagata l’una tantum per l’indennità di vacanza contrattuale. Per i presidi 1.518 euro, per i docenti da 766 a 1.288 euro, e per gli Ata da 596 a 1.353 euro. Un anticipo in vista degli aumenti che arriveranno con il nuovo Ccnl.