Imparare qualcosa in più di noi

Imparare qualcosa in più di noi

di Vincenzo Andraous

A tutta pagina su un quotidiano c’è la notizia di un minorenne arrestato, altri denunciati per possesso di droga,  in classe, a scuola, dentro gli zainetti, come fosse un prodotto naturale commerciare, usare, e trasportare da uno spazio all’altro, dentro una vita appena iniziata e già compromessa.

Ragazzi a studiare per obbligo, poca attenzione alla salita, alla porta chiusa da aprire con garbo, studenti fermi all’angolo ad aspettare un passaggio, un tiramisù che stende senza fare complimenti.

Poche sere fa a un incontro con i genitori, a parlare di trasgressione e devianza nell’incapacità di subordinare le passioni alle regole. Di uso e abuso di sostanze, tutte, non di una in particolare, tutte, e nessuna normale, tutte, e in ogni caso destinate  a fare vittime innocenti.

Di valori e disvalori che si cambiano di abito, di posto, si nascondono, si mimetizzano, costringendo all’appropriazione indebita, a rubare, rapinare, uccidere la dignità delle persone.

A confrontarci sul futuro che ancora non c’è, sul tempo che non è una comoda convenzione, sui compagni di viaggio che non si dimostrano persone autorevoli, su Dio che c’è ma ne rifiutiamo le orme da seguire, le tracce da custodire e curare con attenzione.

A sollecitare con fermezza una maggiore prevenzione, una minore sindacalizzazione del bene, impegnandoci a rispettare le parole, le forme, i contenuti, a chiamare con il proprio nome gli indicatori di pericolo sparsi all’intorno, le luci rosse di emergenza, dapprima  intermittenti, poi paralizzate dall’approssimarsi di una desolazione intellettuale, che toglie spessore e importanza alle regole, al rispetto dei ruoli, delle competenze, al valore stesso della vita umana.

Genitori e adulti, docenti e professionisti, annuiscono, rendono possibile un confronto, una discussione, protagonista l’educazione, la possibilità di fare prevenzione attraverso l’educare, educare e ancora educare.

Educarci a non pensare che parlarne troppo possa perdere di sostanza, di interesse, non ottenga il risultato prefissato, oppure che non ci sia l’esigenza di discutere di disagio e adolescenza, di droga e bullismo, di rischi estremi e fascino del vicolo cieco, di devianza e carcere, perché “nella mia scuola non ci sono di questi inciampi, nella mia scuola c’è il giardino pulito, nella mia scuola è tutto in ordine” .

Occorre fare meno strategia discorsiva, per contrastare il verificarsi di accadimenti dichiarati semplicisticamente “accidentali” lungo il percorso scolastico.

Misfatti che però confermano non solamente gli atteggiamenti trasgressivi, bensì un vero e proprio stile di vita improntato all’uso, all’acquisto, alla vendita di droga, di merce illegale,  come a voler rivendicare che non si è più dipendenti dai soldi di mamma, non si deve più rubare in casa: “ora compro, vendo, mi faccio i denari per avere sempre la mia dose giornaliera”.

Oltre che scandalizzarsi per il luogo ove è avvenuto il fermo, bisogna abbandonare definitivamente la pratica buonista e deleteria della concessione di attenuanti generiche prevalenti alle aggravanti,  forse c’è urgenza di imparare qualcosa in più di noi, così conosceremo meglio i nostri figli.

Open Innovation e Nuovi Orizzonti della Nutrizione

“Open Innovation e Nuovi Orizzonti della Nutrizione”

Nuovi orizzonti per la salute e per un’agricoltura ed un’economia verde sostenibile

Lunedì 14 Maggio 2012

Provincia di Firenze via Cavour 1, FIRENZE; Sala Pistelli

2012: Anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni

L’obiettivo generale dell’anno europeo è agevolare la creazione di una cultura dell’invecchiamento attivo in Europa. In tale contesto il Work Shop Nutra Scienza intende  promuovere l’invecchiamento attivo, favorendo nuovi orizzonti della nutrizione per ottimizzare la salute ed il benessere dei cittadini, al fine di diminuire le spese socio-sanitarie e la sostenibilità sociale ed economica. In coerenza con gli indirizzi del Programma Regionale di Sviluppo per una strategia sistemica di ricerca e innovazione, il Work Shop si  propone di incentivare una collaborazione integrata tra le Istituzioni di Ricerca ed il mondo imprenditoriale della Regione Toscana impegnati nella promozione delle Life Science dell’Agroalimentare, allo scopo di condividere la “nuova frontiera della nutrizione” (promossa dalla programmazione Europea Horizon 2020),  favorendo la crescita della produzione agroalimentare di qualità in relazione alla sicurezza, la salute e il benessere dei cittadini anche tramite le migliori pratiche di “open innovation in bio-economia ”.

PROGRAMMA

9.00  INDIRIZZI DI SALUTO

Pietro Roselli, Assessore all’Agricoltura della Provincia di Firenze

Gianni Salvadori, Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana

Marco Bellandi, Prorettore Università di Firenze

 

9.30-11.00 SESSIONE DI RICERCA

Introduce Paolo Manzelli  (Presidente Egocreanet)

Attualità nella Ricerca e Diffusione di conoscenza  per una nuova misura del benessere nutrizionale e psicofisico

Pietro Tonutti, Scuola Superiore S.Anna, “Alimentazione e salute: ricerca ed innovazione nelle filiere frutticola e vitivinicola”.

Mauro Cresti, Università degli studi di Siena, “Il ruolo di UNISAT-Gruppo di lavoro sulla Sicurezza Alimentare e Tracciabilità dell’Università di Siena, per la ricerca nel settore agroalimentare”

Nadia Mulinacci, CeRA-Firenze, “Nuovi orientamenti della ricerca sull’alimento: equilibrio fra aspetti nutrizionali e funzionali”

Stefano Predieri, CNR IBIMET, ”Gusto, qualità, abitudini e scelte alimentari”

 

11.15-12.15 SESSIONE INNOVAZIONE

L’innovazione di qualità della  produzione Agro-alimentare. Prospettive di Sviluppo del made in Tuscany: presentazione di  esperienze innovative e di eccellenza

 

Fabio Mencarelli, Paolo Marchionni, “Innovazione della produzione e  promozione del valore salutistico del vino ed olio di oliva”

Gianfranco Betti “Green economy, qualità sicurezza e benessere alimentare nel settore lattiero-caseario”

 

12.15 -13.00 FINANZIAMENTI EUROPEI FP7 2012/13 NEL SETTORE FOOD, AGRICULTURE, BIOTECH

Giulio Cataldi, Sportello APRE Roma

 

13.00 – LIGHT LUNCH

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14.30 INTRODUZIONE

Renzo Crescioli, Assessore all’Ambiente della Provincia di Firenze

 

15.30-16.10 SESSIONE APPLICAZIONI

Annalisa Olivotti, Nutrizionista, “Alimentazione come prevenzione”

Paolo Lionetti, Università degli studi di Firenze, Mayer, “Dieta e Microbiotica”

16.10-17.15 TAVOLA ROTONDA

Le Istituzioni la Ricerca e le Imprese per lo sviluppo dei Partenariati Europei di Innovazione (PEI)  nel settore  Agro-Industriale e della produzione Probiotica e Nutraceutica e per il miglioramento della salute.

Modera Maurizio Bigazzi (presidente sezione Agroalimentare Confindustria Toscana)

Andrea Paolini (Distretto Life Sciences) , Amedeo Alpi –Facoltà di Agraria UniPI),   Francesco Cipriani (direttore ARS-Toscana), Luigi Rossi (Presidente FIDAF-Federazione Dottori di Agraria e Forestale e Coordinatore nazionale delle Piattaforme Tecnologiche della KBBE), Lucio Scognamiglio (Eurosportello Europa – capofila INDOORS), Paolo Manzelli (Egocreanet)
17,15 CONCLUSIONI

Marco Masi, Resp. Coordinamento della Ricerca della Regione Toscana

 

NOTA: Si prevedono brevi spazi di discussione al termine delle varie sessioni

Organizzazione di Confindustria Toscana nel quadro delle iniziative del Progetto Indoors in collaborazione con EGOCREANET

Con il patrocinio del Ministero della Salute e della Provincia di Firenze

3 maggio Accesso ai TFA

Il Decreto Direttoriale 23 aprile 2012, n. 74, stabilisce che le Università pubblicano il bando di concorso per l’accesso ai percorsi di tirocinio formativo entro il 3 maggio 2012; dal 4 maggio al 4 giugno 2012 è attivata la procedura informatizzata di iscrizione on-line. Le prove di accesso si svolgono dal 6 al 23 luglio 2012.

Nota 3 maggio 2012, Prot. n. AOODGPER.3360

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
Dipartimento per l’istruzione
Direzione Generale per il personale scolastico
Ufficio sesto

Alla Direzione Generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione
SEDE

OGGETTO: Direttiva n. 90/03 articolo 6. Enti accreditati e Associazioni qualificate in via definitiva. Richiesta messa in linea attività di formazione a. s. 2011-2012

Si fa seguito alla nota prot. n. 6425 del 3 agosto 2011, con la quale gli Enti Accreditati/Qualificati, in via definitiva, sono stati invitati a trasmettere all’ufficio scrivente le iniziative di formazione programmate per l’a. s. 2011-2012.
Ai fini della pubblicazione sia su internet che su intranet, si trasmette l’elenco delle iniziative di formazione programmate per il periodo maggio – agosto 2012 relativo ai seguenti Soggetti:
1. AIF – Associazione per l’Insegnamento della Fisica
2. AIAS O.N.L.U.S. “Arcofelice” Associazione Italiana Assistenza Spastici
3. AIFO – Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau
4. AIMC – Associazione Italiana Maestri Cattolici
5. ANFIS – Associazione Nazionale dei Formatori Insegnanti Supervisori
6. ANISN – Associazione Nazionale Insegnanti Scienze Naturali
7. ASIS – Associazione Stampa Italiana Scolastica
8. Centro di Orientamento “Don Bosco”
9. Centro Italiano Opere Femminili Salesiane/Scuola Figlie di Maria Ausiliatrice – CIOFS/Scuola FMA
10. Centro Studi Martha Harris
11. Centro Studi Per La Scuola Cattolica
12. CNOS/Scuola – Centro Nazionale Opere Salesiane/Scuola
13. CONI – Comitato Olimpico Nazionale Italiano
14. E-Learning S.r.l.
15. ENAC – Ente Nazionale Canossiano
MIUR Dipartimento per l’istruzione Direzione Generale per il personale scolastico Ufficio sesto
16. Federazione Italiana CEMEA
17. FISM – Federazione Italiana Scuole Materne
18. Fondazione Istituto ANTONIANO
19. I.E.R.F.O.P. ONLUS – Istituto Europeo Ricerca Formazione Orientamento Professionale
20. I.G.S. – Information Tecnology & General Service S.r.l.
21. Il Contrapasso – Associazione Culturale
22. INSMLI – Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia
23. IRASE Nazionale – Istituto per la Ricerca Accademica Sociale ed Educativa
24. LANDIS – Laboratorio Nazionale per la Didattica della Storia
25. Libera Universita’ dell’Autobiografia
26. Pro Civitate Christiana
27. S.A.E. – Segretariato Attivita’ Ecumeniche
28. SIPP – Società Italiana di Psicologia e Pedagogia
29. SISUS – Societa’ Italiana Scienze Umane E Sociali
30. Slow Food Italia
31. Società Astronomica Italiana
32. Societa’ Geografica Italiana Onlus
33. Studiodelta s.r.l.
34. TECNOGEA S.r.l.
35. TESOL Italy

IL DIRIGENTE
f.to Maurizio Piscitelli

Nota 3 maggio 2012, MIURAOODGSSSI Prot. n. 2033/RU/U

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane,

finanziarie e strumentali

Direzione generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi- Uff VII

 

Ai Dirigenti/Coordinatori delle Istituzioni scolastiche statali e paritarie

e p.c.

Ai Direttori Generali

degli Uffici Scolastici Regionali

Ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Territoriali

Al Sovrintendente Scolastico

per la Regione Valle d’Aosta

Al Sovrintendente Scolastico

per la Provincia di Trento

Al Sovrintendente Scolastico

per la scuola in lingua italiana di Bolzano

All’Intendente Scolastico

per la scuola in lingua tedesca di Bolzano

All’Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano

Loro Sedi

 

Oggetto: Anagrafe Nazionale degli Studenti

 

 

Le recente legge 4 aprile 2012, n. 35 di conversione in legge del decreto-legge n. 5/2012, recante disposizioni sulla semplificazione e sviluppo, ha introdotto, all’articolo 48, la norma secondo cui “L’anagrafe nazionale degli studenti di cui all’articolo 3 del decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 76, e successive modificazioni, è utilizzata, oltre che ai fini di cui agli articoli 1 e 2 dello stesso decreto legislativo n. 76 del 2005, per l’assolvimento dei compiti istituzionali del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, nonché come supporto del sistema nazionale di valutazione del sistema scolastico.”

Questo consente di individuare nell’Anagrafe Studenti uno strumento che assume carattere di centralità rispetto all’intero servizio di istruzione realizzato dal Ministero in tutte le sue articolazioni centrali e periferiche.

In tal modo, è possibile individuare nell’intento del legislatore la volontà di affermare, anche formalmente, il ruolo primario dell’alunno, all’interno del “sistema scuola”, da cui trae origine, completamento e conclusione l’intera organizzazione scolastica.

Il nuovo scenario legislativo consente all’Anagrafe Studenti di poter esplicare potenzialità di grande rilievo e di essere assunta a riferimento di tutti i principali processi amministrativi in atto.

Il sistema informativo del Ministero si sta conseguentemente adeguando verso una gestione innovativa dell’Area Alunni, in modo tale da diventare nucleo essenziale di riferimento per la realizzazione di numerose procedure amministrative.

Da quanto precede emerge chiaramente l’esigenza assoluta di prestare la massima attenzione nella fase di acquisizione, modifica e integrazione delle singole posizioni degli alunni a partire dal momento in cui acquisiscono visibilità con l’iniziale inserimento nell’Anagrafe.

È di tutta evidenza però che, dovendo il sistema informativo del Ministero essere alimentato fondamentalmente con la base dati dell’Anagrafe Studenti, le informazioni concernenti gli alunni devono necessariamente essere aggiornate nel sistema SIDI, con la possibilità di trasferimento in eventuali sistemi locali delle scuole, per l’eventuale gestione di ulteriori procedure informatizzate.

Considerato che nel prossimo mese di maggio, verrà fornita la tempistica delle attività connesse con l’uso dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti, si richiama l’attenzione sulla opportunità di verificare la correttezza dei dati già presenti, tenuto conto che questo Ministero ha già rilevato (e segnalato alle singole scuole interessate) diverse situazioni di incongruenza e inesattezza delle informazioni.

 

Il Direttore Generale

Emanuele Fidora

 

L’attualità della “Carta dei diritti del fanciullo al gioco e al lavoro”

L’attualità della “Carta dei diritti del fanciullo al gioco e al lavoro”

di Margherita Marzario

Abstract: Conducendo un esame filologico e culturale di un documento nazionale, passato per molti versi inosservato, l’Autrice ne riscopre l’attualità nel felice connubio tra gioco e educazione.

Nel giugno 1967 in un periodo in cui non era ancora diffusa l’odierna cultura dell’infanzia, il Comitato italiano per il gioco infantile ha emanato a Roma, a conclusione di un convegno nazionale, la “Carta dei diritti del fanciullo al gioco e al lavoro” (cosiddetta Carta italiana), a molti ignota, che ha preceduto alcuni principi della Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia del 1989 (cosiddetta Convenzione di New York) e della legge 28 agosto 1997 n. 285 “Disposizioni per la promozione di diritti e di opportunità per l’infanzia e l’adolescenza”.

Innanzitutto bisogna riflettere sul titolo e sull’accostamento tra gioco e lavoro. Come si arguisce dall’articolato, la ratio legis di questa Carta è preservare la vitalità, l’approccio ludico dei bambini alla vita, dove “ludico” è diverso da “giocoso”. Etimologicamente “ludico” deriva dal latino “ludus” che significa anche “gioia, piacere, esultanza”, mentre la parola “lavoro” deriva dalla radice “labh” che significa “afferrare, prendere” e quindi in senso figurato “volgere il desiderio, la volontà, l’intento, l’opera a qualcosa”. Il gioco ed il lavoro sono, pertanto, espressione di energia vitale. Gli adulti nel “per-corso” della vita sono compagni di gioco che devono rispettare i ruoli e le regole del gioco, ove per “ruoli” non s’intende “qualcosa di predefinito” ma “complesso di relazioni e interazioni con gli altri”. Gli adulti devono salvaguardare l’approccio ludico, necessario anche allo sviluppo e potenziamento di metacompetenze, come la fantasia e la flessibilità, e con l’educazione dare orientamento, orizzonti, obiettivi alla ludicità, alla vitalità dei bambini. “Tutti noi, uomini e donne di ogni età, siamo soprattutto provvisori compagni di vita. Per questo non sarebbe male se chi ha qualche esperienza in più la mettesse a disposizione di chi è arrivato dopo, e sperimentasse il piacere di rendere la vita più facile al prossimo accompagnando i giovani nel mondo reale e in quello della fantasia” (Fulvio Scaparro).

Encomiabile e tuttora unica la formulazione d’inizio dell’art. 1: “La personalità del fanciullo è sacra”. “Sacro” etimologicamente significa “attaccato, aderito”, quindi il bambino è ontologicamente tale e ha ogni diritto ad essere tale. Dalla sua natura “sacra” discendono i “sacrifici” da parte di tutti, dai genitori alle istituzioni. Sacrifici che non significano, però, asservire tutto al bambino, come si tende a fare oggi. Si deve, invece, far vivere “convenienti rapporti umani” (art. 2) e fornire “convenienti attrezzature” (art. 5). “Conveniente”, che deriva dal verbo latino “convenire” (“cum”, insieme e “venire”, venire, quindi “incontrarsi, armonizzare”), richiama il principio dell’interesse (letteralmente “ciò che sta in mezzo”) del fanciullo, ovvero ciò che sta tra lui e gli altri, a cominciare da eventuali fratelli, non a caso negli artt. 147, 148 e 155 cod. civ. si distingue tra i “figli” e la “prole”. In concreto, non si devono coprire tutte le prese in casa, mettere paraspigoli dappertutto, usare posate di plastica e altre cose del genere, perché prima o poi il bambino si troverà di fronte a degli ostacoli. Non si deve cadere né in forme di infantilizzazione né, all’opposto, di adultizzazione.

Indicativa nell’art. 3 la locuzione “preparare i genitori ad una responsabile azione educativa” che ha anticipato le forme di sostegno alla genitorialità tanto promosse e non sempre realizzate oggi. Anzi, si può ricavare pure una definizione di genitorialità che non è un sentimento soggetto ad alterne vicende, ma un vincolo il cui contenuto si sostanzia in attività (e non solo affettività) e educazione che implica un feedback che è la responsabilità endofamiliare e esofamiliare. E’ pure sintomatico che si parli di “genitori” in un’epoca in cui si tendeva a parlare singolarmente del padre e della madre per evidenziare, invece, l’univocità dell’azione educativa. Istruttiva è anche la previsione finale dell’art. 3 in cui si afferma che il fanciullo non deve “essere subordinato alle esigenze di vita dei genitori”, che riecheggia nell’art. 147 cod. civ. ove si legge: “[…] tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli”. “Non essere subordinato” significa altresì che il figlio non deve essere soggetto a continui traslochi o trasferimenti o altri spostamenti solo per il carrierismo o per la realizzazione della casa dei sogni o di altri egoismi dei genitori. “Non essere subordinato alle esigenze di vita dei genitori” è ancor di più un monito per i genitori in crisi di coppia che non devono dimenticare che i partner si possono cambiare o abbandonare, ma i figli no. A proposito di esigenze, grazie alla dimensione ludica della vita, ogni genitore, ma in particolare la madre che tende ad essere possessiva, dovrebbe acquisire la capacità di uscire da se stessa, mettendo tra parentesi le sue esigenze e vivere per l’altro, ascoltandolo, imparando a decifrarne il linguaggio, a capirne le esigenze e i veri bisogni. “Occorre che la famiglia si renda conto della autonomia del fanciullo”, frase che risulta ancor più incisiva nel nostro periodo in cui la famiglia è spesso causa di dipendenze, in particolare quella affettiva.

L’art. 4, relativo alla scuola, in maniera lungimirante ha anticipato concetti maturati nei nostri tempi, quali “rete scolastica” e “diritto del fanciullo all’istruzione”. Tutta la formulazione dell’art. 4 risulta essere avveniristica, cioè sembra riguardare la scuola del futuro, soprattutto la parte finale dove si legge: “[…] consenta a ciascuna scuola di assorbire un numero di alunni tale da non compromettere la sua effettiva efficienza formativa”. La scuola di oggi, soggetta a continui e drastici tagli che, tra l’altro, hanno portato a “classi pollaio”, non sembra rispondere a questo criterio. “Effettiva efficienza formativa” richiama la locuzione “effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese” della parte finale del 2° comma dell’art. 3 della nostra Costituzione. Solo una persona effettivamente e efficientemente formata può essere cittadino, ovvero partecipare attivamente alla vita del proprio Paese. L’auspicata “effettiva efficienza formativa della scuola” consente anche al fanciullo di partecipare “liberamente” e “pienamente” alla vita culturale ed artistica, come previsto nell’art. 31 della Convenzione Internazionale. Inoltre la locuzione “significative esperienze” richiama quella tanto usata oggi di “relazioni significative” che si può riferire alla figura degli insegnanti (parola che etimologicamente ha la stessa origine di “significative” dalla parola “segno”, perché dovrebbero “lasciare un segno”) i quali dovrebbero ricordare quello che affermava il filosofo olandese Erasmo da Rotterdam: “Il reciproco amore fra chi apprende e chi insegna è il primo e più importante gradino verso la conoscenza” (è un aspetto di quella che è attualmente chiamata “didattica relazionale”).

Si dovrebbe riflettere sulla locuzione “libere attività ludiche, culturali, ricreative e sportive” nell’art. 5, che per quest’intrinseco collegamento tra le attività ha preannunciato il contenuto dell’art. 31 della Convenzione di New York. Rilevante è, poi, la formula di chiusura dell’art. 5: “con la eventuale partecipazione dei genitori e degli adulti”; oggi nelle ludoteche, nelle feste animate o in altri contesti vi è sempre la presenza adulta che diventa iperprotezione o oppressione ed il contrario di quella sicurezza (dal latino “sine cura”, “senza affanno o preoccupazione”) necessaria per il benessere proclamato nella Convenzione di New York. Tutto l’art. 5, relativo all’ambiente comunitario (già nominato nell’art. 1), si può adattare alla comunità web che dovrebbe essere difesa dai pericoli del traffico dei social network e della vita intensa e distratta degli adulti, consentire ai fanciulli di svolgere libere attività, con l’assistenza di personale appositamente preparato (nei luoghi ad hoc, quali scuole, internet point, centri polivalenti) e con l’eventuale partecipazione dei genitori e degli adulti, che devono vigilare dati i crescenti rischi di pedopornografia on line. Inoltre l’art. 5 ha preconizzato il concetto di comunità educante in uso oggi.

L’estensore è stato avveduto anche nella redazione dell’art. 6 nel parlare di “disadattamento”, purtroppo dilagante oggi, e di “carattere ludico” che ha preceduto in qualche modo la diffusione della ludoterapia. L’art. 6 ha anticipato dal punto di vista culturale l’art. 2 della legge 517/1977, relativo agli “alunni portatori di handicaps”.

Facendo un combinato disposto tra l’art. 7 e l’art. 8 si ricava un monito valido nel presente più che in passato: “È dovere perseguire una politica di servizi socio educativi da parte di quanti sono impegnati allo sviluppo, in senso moderno, della società italiana”.

In tutta la Carta si ripete più volte la necessità di “personale preparato” (definito anche “qualificato” e “particolare”), perché educare è “preparare” (letteralmente “disporre una cosa per l’uso a cui è destinata”) alla vita (dalla lettera d dell’art. 29 della Convenzione del 1989) ed occorre essere preparati (dall’art. 3 par. 3 Convenzione), non solo come bagaglio teorico ma soprattutto come predisposizione d’animo.

Coniugando locuzioni presenti negli artt. 3 e 4 si può dire che l’educazione è far esplicare le fondamentali esigenze del bambino e offrirgli significative esperienze. Piuttosto l’educazione stessa è esigenza ed esigere (dal latino “ex agere”, “spingere fuori”), esperienza ed esperire (dal latino “experior”, “venire in cognizione provando e riprovando”).

Si noti ancora che si parla di “libero, totale ed armonico sviluppo” (art. 1) e di “equilibrato e completo sviluppo” (art. 4), espressioni più ampie di quella usata nel Preambolo della Convenzione “pieno ed armonioso sviluppo”.

Per tre volte è ripetuto l’aggettivo “libero”. La libertà è forse un altro aspetto trascurato nell’educazione odierna. La libertà presuppone un incontro, in questo caso tra il giovane e l’adulto: il discepolo deve essere aperto a lasciarsi guidare alla conoscenza della realtà e l’educatore deve essere disposto a donare se stesso. Ed è proprio sulla relazione che insiste tutta la Carta: “convenienti rapporti umani” (art. 2), “migliori rapporti umani” (art. 3), “vita di relazione” (art. 7). Perché l’uomo è relazione e ne ha bisogno come dell’aria che respira, come mostrato dalle ricerche effettuate dallo psicoanalista austriaco René Spitz nel 1945. Il gioco e il lavoro sono forme di relazione ed anche per questo vanno tutelati come diritti.

“Noi vogliamo che i nostri figli crescano accettando di vivere, ed essendo capaci di vivere, all’interno del loro ambiente senza soffocarli; che crescano con la capacità di comunicare con gli altri esseri umani e di rispettarli, senza con ciò perdere la propria individualità; che crescano possedendo immaginazione e capacità di sognare, e coraggio per affrontare il mondo e per trasformare in realtà i sogni” (così la pedagogista Elizabeth M. Matterson)[1].



[1] Elizabeth M. Matterson, “Come far giocare i bambini dai 3 ai 7 anni”, 1972.

Nota 2 maggio 2012, MIUR AOODGSSSI Prot. 2019

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali
Direzione Generale per gli studi, la statistica e i sistemi informativi

 

Ai Dirigenti scolastici delle scuole secondarie di II grado statali
Ai Responsabili delle scuole secondarie di II grado paritarie
Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali
Ai Dirigenti degli Uffici Scolastici Territoriali
Al Sovrintendente Scolastico per la scuola in lingua italiana di Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la scuola in lingua tedesca di Bolzano
All’ Intendente Scolastico per la scuola delle località ladine di Bolzano
Al Sovrintendente Scolastico per la Provincia di Trento
Al Sovrintendente Scolastico per la Regione Valle d’Aosta

OGGETTO: Esami di Stato – Sollecito per l’individuazione del ‘Referente di Sede’ del plico telematico

Con riferimento alla nota n. 1834 del 18 aprile 2012, considerato che per alcune sedi di esame non risultano ancora nominati ‘Referenti di Sede’, si invita a completare le operazioni di nomina entro il 5 maggio 2012 per consentire l’attuazione della sperimentazione di invio del plico telematico che avverrà a partire dal 9 maggio 2012, e che riguarderà tutte le istituzioni scolastiche statali e paritarie che saranno sede di commissione d’esame.

In merito alle segnalazioni di mancato ricevimento delle e-mail di conferma delle nomine dei referenti, si invitano i responsabili delle scuole secondarie di II grado paritarie a verificare i dati anagrafici e di recapito (denominazione, telefono, e-mail, etc.) presenti in SIDI – Anagrafe scuole non statali. Si ricorda che
– i dati anagrafici modificabili solo dall’Ufficio Provinciale competente dietro richiesta della scuola sono: denominazione, indirizzo, C.A.P., località, comune e indirizzo e-mail;
– i dati di recapito modificabili dalle scuole stesse sono: indirizzo sito web e recapito telefonico.

Per qualsiasi informazione è disponibile la guida operativa in SIDI – Procedimenti Amministrativi – Anagrafe scuole non statali.

In caso di necessità, i responsabili delle scuole paritarie possono verificare i referenti nominati per la propria sede d’esame contattando l’Ufficio Provinciale di competenza.

IL DIRETTORE GENERALE
f.to Emanuele Fidora

Incontro con Patrizia Rinaldi

Incontro con Patrizia Rinaldi

di Mario Coviello

La scrittrice Patrizia Rinaldi conclude il 21 maggio 2012 nella scuola media “Luigi La Vista” di Potenza, la quinta edizione del Torneo di Lettura tra undici scuole in rete della provincia di Potenza.

I ragazzi del Liceo Scientifico di Muro Lucano, dell’Istituto Professionale di Pesco pagano e una terza media dell’Istituto Comprensivo Potenza Terzo del capoluogo di regione, hanno letto il suo romanzo “ Rock sentimentale“, El edizioni 2011, e, alla presenza dell’autrice, risponderanno a domande e tenteranno di risolvere un cruciverba e  un’anagramma  che raccontano il libro.

Patrizia Rinaldi vive e lavora a Napoli. E’ laureata in Filosofia e si è specializzata in scrittura teatrale. Partecipa a progetti didattici presso l’Istituto Penale Minorile di Nisida, cura incontri di lettura e scrittura per ragazzi. I suoi libri “ Caro diario ti scrivo”, “ Son tornato a casa”, “ Pidocchi”, Piano forte”, hanno vinto, fra gli altri, il Premio “Elsa Morante” – Ragazzi, il Premio “Mariele Ventre” e il “Premio Pippi” – sezione inediti. Scrive romanzi e testi teatrali.

“Rock sentimentale” ha una trama semplice: due amici, Moo («Io mi chiamo Moo perché faccio le cose dopo o non le faccio e rispondo mo’ adesso, in napoletano. E se insistono: Mooo!») e Pisolo (il vero nome è Sergio, ma si chiama così perché la sera lavora nella pizzeria del padre e durante il giorno dorme sempre) fanno filone a scuola, un giorno sì e l’altro pure, per andare a suonare con la band. Pisolo si innamora di Ludovica (Ludo) e cerca di portarla nella band. Moo prima si ribella, ma alla fine si innamora anche lui di Ludo e viene consumato, tra rabbia e pentimento, dai sensi di colpa verso l’amico, a cui tra l’altro nel frattempo la camorra ha fatto saltare la pizzeria del padre. Intreccio semplice in cui con delicatezza si inseriscono due figure femminili, la piccola Maria Stella, sorella di Moo, che non ha amici e ama collezionare parole, ma lo fa di nascosto, per paura che gli adulti la scoprano e Mau, la madre di Moo e Maria Stella, donna con cui la vita non è stata gentile. Mau custodisce nel cuore un’assenza, quella della sorella. Quando c’era Marinella, viveva e cantava e, sì, sognava anche. Ora che Marinella è scomparsa nel mare, Mau sopravvive e non canta. A salvarla ci sono solo i piccoli segni che sanno di sale e di mare, come un «gabbiano sul balcone e le conchiglie nelle piante».

A Patrizia Rinaldi abbiamo rivolto alcune domande:

Perchè scrivi? Che cosa è la scrittura per te ?

Scrivo da che ho ricordo, forse perché le parole lette hanno occupato l’immaginario fin da bambina e hanno voluto trasformarsi in altre storie.

Dedichi il tuo romanzo “A Lorenzo, quando ha fatto la cortesia di nascere di nuovo…” Ci vuoi dire chi è Lorenzo e perchè nasce di nuovo..?

Ho dedicato il romanzo a mio figlio, ho avuto notizia della pubblicazione di Rock sentimentale mentre Lorenzo era ricoverato dopo un incidente sportivo.

Ami Nick Hornby che introduce con “Un ragazzo” il tuo romanzo e non ti piace ” Il piccolo principe”… perchè..? Quali sono i libri che ti hanno cambiato la vita..?

Non amo Il piccolo principe, non mi piace la retorica fondante, preferisco di gran lunga i romanzi di Nick Hornby e tutti quelli che non si riferiscono a presupposti teorici. I primi libri che mi hanno cambiato la vita sono quelli di Salgari; ho scoperto grazie a lui la possibilità di essere altrove, di vedere luoghi sconosciuti persino al narratore.

Nel romanzo “Rock sentimentale” vi è una madre e non un padre. Perchè ?

Mi fa piacere sottolineare che la cura quotidiana dei figli resta in genere compito delle madri, inoltre cerco di evitare nei miei romanzi il cliché della famiglia omologata e felice

La madre protagonista, intensa e vera, non tarpa le ali ai suoi difficili figli adolescenti. Come si fa, secondo te che sei madre, hai fatto la professoressa precaria, e sei scrittrice, ad aiutare veramente i figli a crescere?

Mau, la madre che racconto, non ha certezze educative, sa solo che vuole accompagnare la crescita dei suoi figli verso la comprensione di una passione autentica nel diventare. Vuole aiutarli a sconfiggere la tentazione della rinuncia. Cerco di fare lo stesso con i ragazzi che incontro, non sempre ci riesco, naturalmente.

Moo il bastardo fa il cattivo. Hai detto in un’intervista che la cattiveria serve come la confusione e concludi il tuo romanzo  “… si sono messi a dire… a sapere bene e male. Come se avessero letti separati…”. Vuoi spiegare perchè?

Moo è cattivo quasi per contratto sociale, vuole essere coerente con il personaggio che si è costruito per difesa e per divertimento. Ha già sperimentato che bene e male vivono abbracciati, non gli piace santificare il perfezionismo e l’ipocrisia conseguente.

Maria Stella ama le parole, la lettura e sceglie di essere sola..Questa adolescente è insolita, saggia e “ragazza prodigio”. Quanto di Patrizia Rinaldi è in Maria Stella.

Maria Stella ha dovuto scoprire che le competenze eccellenti sgravano solitudine e se ne dispiace, ma lo accetta. Amo molto questo libro, c’è una parte di me in ogni personaggio.

A Pisolo “scoppia la vita”. Chi è Pisolo e qual è la sua funzione nel romanzo.

Pisolo incarna il cambiamento, quello faticoso. Deve dirsi anche i sentimenti che non gli piacciono, ma lo fa e vince il sonno e la timidezza.

In questo romanzo  hai usato il linguaggio dei giovani, rotto, illuminato… I tuoi giovani lettori si sono ritrovati nel tuo modo di scegliere e usare la parole..?

Ho cercato un linguaggio in cui i ragazzi potessero riconoscersi, gergale, ma poco regionale. Sarà banale, ma in me ha agito l’amore e la voglia di capire.

Protagonista di “Rock sentimentale” è anche la musica. Mau, prima di essere madre è una cantante, Moo suona, Pisolo canta… e tutto il libro è percorso dalle canzoni in lingua inglese senza traduzione dei Guns n’ Roses, Fred Mercury, dei Metallica… Sappiamo che la musica è importante, fondamentale per gli adolescenti. E per Te?

Ho imparato dai ragazzi, mi sono stupita a ritrovare nei loro gusti pezzi storici fusi con la modernità. Per me la musica è una delle risposte più belle alla solitudine.

L’amore è il motore della vita e del romanzo. Secondo te che sei sempre in contatto con i ragazzi, i giovani oggi amano in un modo diverso dal nostro di trentenni, quarantenni, cinquantenni…

Nei ragazzi che ho incontrato si avvicendano costanti e cambiamenti, non so generalizzare.

Napoli, i suoi centri  e le sue periferie, danno anima a “Rock sentimentale”. Cosa rappresenta Napoli per Patrizia Rinaldi..?

Sono legata profondamente alla mia terra, che cerco di descrivere in maniera poco convenzionale. Napoli è uno straordinario coagulo di contraddizioni, abbiamo persino una nota musicale nostra: la sesta napoletana, la nota della malinconia e della bellezza struggente. È anche una città faticosa, viverci è una scelta d’amore.

Parli anche della camorra nel romanzo… Il meridione arretrato, pieno di disoccupati, della camorra, della ‘ndrangheta, della mafia, uscirà da questa arretratezza. Ce la potrà fare…?

Non nomino mai il termine camorra, che nel romanzo chiamo criminal, per volontà dissacrante. Spero che un giorno prevarrà la bellezza, spero che un giorno la criminal non converrà più

Il romanzo è ambientato anche nella scuola. Ci sono professori e professoresse a dir poco s… Patrizia Rinaldi, professoressa precaria, animatrice di progetti e di laboratori di scrittura creativa, cosa pensa della scuola di oggi… Di cosa ha bisogno la scuola pubblica italiana per fare meglio il suo lavoro..?

I professori che resistono in condizioni abbrutenti, senza edifici adatti, senza soldi, senza riconoscimento sociale sono eroici. Ne ho conosciuti tanti così e mi dicono che la realtà scolastica cambierà quando ci si renderà finalmente conto che far crescere bene e con competenza di studio i nostri ragazzi è il miglior investimento per il Paese.

Cosa stai scrivendo?

Sono in fase di editing. A giugno uscirà un romanzo noir per la casa editrice e/o. Spero che incontrerà il gusto dei lettori anche solo la metà di quanto mi sia piaciuto scriverlo.

http://www.patriziarinaldi.it/ è il sito della scrittrice

http://vimeo.com/36301780 su questo link   Patrizia Rinaldi dal ”vivo”