Marche, la regione sblocca le risorse per i disabili gravissimi

da Redattore Sociale del 30-09-2017

Marche, la regione sblocca le risorse per i disabili gravissimi

ANCONA. Sbloccate le risorse da destinare agli Ambiti sociali per interventi a favore delle persone con disabilita’ gravissima. Questa mattina la giunta regionale ha individuato la soluzione tecnica per consentire agli uffici regionali competenti il trasferimento delle risorse che risultavano bloccate unicamente a causa dei vincoli determinati dall’applicazione della normativa nazionale relativa agli obblighi di pareggio di bilancio. Nel corso della prossima settimana quindi verra’ liquidata agli Ambiti territoriali sociali una prima quota e il saldo nelle settimane immediatamente successive.

“Si chiude in questo modo- dice il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli- una situazione che non ci ha permesso di offrire il contributo alle famiglie in maniera celere come queste situazioni necessitano. Ora questo importante contributo finalizzato a sostenere le famiglie nel difficile lavoro di cura domiciliare a persone in situazione di totale non autosufficienza e’ operativo”. Ceriscioli ricorda l’impegno della Regione nel sostegno alla disabilita’. “Dall’assistenza domiciliare a cittadini disabili quali il progetto ‘Dopo di noi, al sostegno alla ‘Vita indipendente’- spiega-, fino ai servizi di Sollievo, agli interventi di educazione scolastica e domiciliare, ai tirocini di inclusione sociale, agli interventi a sostegno di alunni in condizioni di disabilita’ sensoriale e al potenziamento dei Centri diurni socio-educativi riabilitativi ormai in atto da alcuni anni”. (DIRE)

Vergognoso scaricabarile sull’assistenza igienica degli alunni con disabilità

Superando.it del 30-09-2017

Vergognoso scaricabarile sull’assistenza igienica degli alunni con disabilità

NAPOLI. L’uso dei servizi igienici e la cura dell’igiene personale: in questo consiste sostanzialmente l’assistenza materiale degli alunni con disabilità e vale la pena, a quanto pare, di ricordarlo una volta ancora.
È infatti proprio su tale (mancato) servizio che la FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) ha già ricevuto, in queste prime settimane di scuola, numerose segnalazioni.
«In molte scuole campane – denuncia a tal proposito Daniele Romano, presidente di tale Federazione – questo diritto viene negato ai tanti studenti con disabilità, costringendo le famiglie ad intervenire al posto della scuola. Dal canto nostro, abbiamo sempre ribadito che questa competenza spetta al dirigente scolastico il quale deve individuare i collaboratori scolastici che se ne occuperanno, garantendo anche la parità di genere. Lo stesso recente Decreto Legislativo 66/17 sull’inclusione chiarisce una volta per tutte all’articolo 3 a chi spetta garantire questo servizio, ma anche il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2002 del Comparto Scuola , confermato da quello del 2006-2009 (articoli 47, 48 e Tabella A), stabilisce che rientra appunto tra le mansioni ordinarie dei collaboratori scolastici “anche l’assistenza materiale nell’uso dei servizi igienici e nella cura dell’igiene personale degli alunni con disabilità”».

«A partire da lunedì 2 ottobre – dichiara quindi Romano – presenteremo un esposto alla Procura della Repubblica, dove denunceremo questa vergognosa situazione. Le famiglie delle persone con disabilità della nostra Regione non possono pagare le conseguenze di un sistema allo sbando come quello campano, dove le scuole continuano a fare a scaricabarile verso gli Enti Locali, creando ancor più confusione nelle famiglie stesse».
«In un incontro del 14 settembre scorso – ricorda ancora il Presidente della FISH Campania – la direttrice generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, Luisa Franzese, si era assunta l’impegno di far partire la formazione per 400 collaboratori scolastici, tramite corsi di aggiornamento di 40 ore, ma fino ad oggi non è successo nulla [di quell’incontro si legga anche sulle nostre pagine, N.d.R.]. E vogliamo anche evidenziare che quei corsi di aggiornamento servono per assicurare ai collaboratori e alle collaboratrici scolastiche il diritto a un aumento di stipendio. Facciamo infine presente che su questa materia si è già espressa anche la Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 22786/16, che ha condannato due collaboratrici scolastiche per interruzione di pubblico servizio. Una Sentenza, va aggiunto, emesse indipendentemente dal fatto che quelle collaboratrici scolastiche avessero o meno frequentato il corso».
«Invitiamo pertanto le famiglie – conclude Romano – a denunciare a propria volta per interruzione di pubblico servizio, laddove questo non venga garantito». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: federhand.fishcampania@gmail.com.

Educazione&Scuola Newsletter n. 1081


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Settembre 2017 – XXII Anno

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Fiera Didacta Italia

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#Supererrori: 6 Settimane per un web sicuro

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Modifiche al DLvo 81/08 in 7a Camera

La 7a Commissione della Camera esamina i DdL per la “Modifica all’articolo 18 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, concernente la responsabilità dei dirigenti in materia di sicurezza dei luoghi …

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Inizio Anno Scolastico 2017-2018

Il 1° settembre 2017 ha inizio il nuovo anno scolastico 2017-2018

Prevenzione vaccinale a Scuola

Pubblicata la circolare congiunta MIUR – Ministero della Salute per l’attuazione della legge in materia di prevenzione vaccinale

Norme

Ripartizione del MOF 2017-2018 delle Istituzioni Scolastiche

MIUR

Interventi di messa in sicurezza e riqualificazione degli edifici pubblici adibiti ad uso scolastico. Istruzioni per l’accreditamento dei responsabili degli Enti locali

Prot. 36034 del 27 settembre 2017

Nota USR Toscana 26 settembre 2017, AOODRTO 14761

Convegno Nazionale Licei scientifici ad indirizzo sportivo-Montecatini Terme (PT), 20-21 ottobre 2017

Lettera INVALSI 26 settembre 2017

Monitoraggio della valutazione dei dirigenti scolastici. Lettera della Presidente dell’INVALSI

Decreto TAR Campania 25 settembre 2017, n. 1429

Servizio di ristorazione scolastica

Nota 25 settembre 2017, AOODGSIP 4658

Servizio Carta dello Studente “IoStudio” – Verifica giacenze e distribuzione e comunicazione del nuovo contatto telefonico

Decreto Ministeriale (Bozza, 22.09.17)

Certificazione delle competenze del Primo Ciclo di Istruzione ai sensi dell’art. 9, comma 3, del decreto legislativo 62/2017

Nota 22 settembre 2017, AOODGOSV 11482

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Direttiva (Bozza, 22.09.17)

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Decreto Ministeriale (Bozza, 22.09.17)

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Prot. 35926 del 21 settembre 2017

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Nota 20 settembre 2017, AOODGSIP 4595

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Nota 19 settembre 2017, AOODGCASIS 2224

Anno Scolastico 2017/2018 – Aggiornamento dell’Anagrafe Nazionale degli Studenti

Decreto Direttoriale 15 settembre 2017, AOODGRUF 1502

Bando finalizzato all’individuazione di una istituzione scolastica ed educativa statale, o di una rete di scuole, che supporti la Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie, nello svolgimento …

Protocollo d’Intesa MIUR – BIBLIA

Educazione interculturale e dialogo interreligioso

Comunicazione non ostile e fake news, siglati due Protocolli

Accordo con “Parole O_Stili”, Università Cattolica di Milano, Istituto di Studi Superiori Toniolo di Milano e Federazione della stampa

Licei musicali, coreutici e sportivi: ulteriori disposizioni e precisazioni sulle candidature

Prot. 35629 del 12 settembre 2017

Nota 12 settembre 2017, AOODGSIP 4409

Giornata mondiale del Teatro 2018 – Bando di scrittura teatrale “Scrivere il Teatro”

Avvio del nuovo anno scolastico

Il saluto della Ministra Fedeli

Fondi Strutturali europei – Pubblicazione dei manuali operativi documentazione (MOD) – Convalida e Emissione Attestati: integrazione

Prot. 35589 del 11 settembre 2017

Decreto Direttoriale 7 settembre 2017, AOODGRUF 1455

Selezionare di un’istituzione scolastica ed educativa statale, o rete di scuola costituita e costituenda, secondo le finalità della progettualità come esplicitato all’articolo 3 dell’avviso prot. …

Nota 1 settembre 2017, AOODPIT 1679

Indicazioni operative per l’attuazione del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, convertito con modificazioni dalla legge 31 luglio 2017, n. 119, recante “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale, …

Nota 1 settembre 2017, AOODGRUF 17030

Nuove modalità di gestione delle domande di ricostruzione di carriera

Nota 1 settembre 2017, AOODGOSV 10471

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La nuova circolare vaccini

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FAQ Handicap e Scuola – 60

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Chi pensa ai disabili?

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BIOFOTONI: NUOVE PROSPETTIVE PER LE SCIENZE DELLA VITA

di Paolo Manzelli

BIOFOTONI ED ENERGIA PER LA VITA

Firenze, 28 settembre 2017

Biofotoni e sangue

di Paolo Manzelli

 

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Jamie McGuire: “Disastri” di successo

di Antonio Stanca

M.Malvaldi, La briscola in cinque

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V. Marrone, Chierico vagante o ranger?

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Scuola, le aule italiane perdono pezzi: “156 crolli in quattro anni, oltre a muffe, infiltrazioni e mancata manutenzione”

da Il Fatto Quotidiano

Scuola, le aule italiane perdono pezzi: “156 crolli in quattro anni, oltre a muffe, infiltrazioni e mancata manutenzione”

Il XV rapporto sulla sicurezza delle scuole di “Cittadinanzattiva” fotografa una situazione che, nonostante gli investimenti del Governo Renzi e di quello di Gentiloni, resta preoccupante: oltre alle lacune strutturali, gravi anche quelle nei servizi igieniche e nella sicurezza sismica

Più risorse ma pochi controlli. Una scuola su quattro fuorilegge

da La Stampa

Più risorse ma pochi controlli. Una scuola su quattro fuorilegge

Il rapporto di Cittadinanzattiva: aule fatiscenti, cortili usati come parcheggi, metà edifici a rischio sismico. Lavori a rilento, in un anno 44 crolli o incidenti. E gli enti locali non riescono ad accedere ai bandi
carola frediani

roma

La messa in sicurezza delle scuole italiane è una corsa contro il tempo. Certo, negli ultimi anni sono cresciuti interventi e soldi stanziati. Ma il lavoro fatto è solo una frazione. Sono ancora 44 i crolli o gli incidenti registrati lo scorso anno, scrive un rapporto di Cittadinanzattiva. E – riferisce una sua indagine a campione – un’aula su quattro ha distacchi di intonaco; una scuola su quattro ha una manutenzione inadeguata, o ha richiesto interventi di tipo strutturale, che però nel 74 per cento dei casi non sono stati mai effettuati dall’ente locale.

Il patrimonio edilizio scolastico ha ricevuto nel tempo iniezioni di liquidità frammentarie. La stessa indagine conoscitiva della commissione Cultura della Camera, lanciata nel 2013, ci ha messo 4 anni per concludersi. Ma il documento approvato lo scorso 2 agosto specifica comunque di non poter offrire «un quadro esaustivo», collezionando le leggi e linee di finanziamento degli ultimi anni. Dal 2014 sono stati stanziati 4,7 miliardi, già disponibili per gli enti locali, tradotti in oltre 10 mila interventi, per circa 7 mila cantieri aperti. Poi ci sono 4,8 miliardi di finanziamenti solo programmati. «I 4,7 miliardi sono già attribuiti a un edificio e talvolta avviati. Gli altri 4,8 devono essere ancora assegnati con programmazioni», conferma Laura Galimberti, coordinatrice della unità di missione per l’edilizia scolastica della presidenza del Consiglio.

Insomma, sulla carta tanti soldi, specie rispetto a prima. Ma in molti casi devono ancora tradursi sul campo. «Tra i soldi già assegnati non tutti sono stati ancora spesi», commenta Adriana Bizzarri di Cittadinanzattiva. Ad esempio, i 292 interventi finanziati con una nuova tranche da 238 milioni di Mutui Bei non partiranno prima del 2018, se va bene. «Diciamo che sono stati raccolti in un unico fondo i soldi dispersi e mai utilizzati, e poi sono stati previsti anche nuovi stanziamenti» commenta Giuseppe Brescia, deputato M5S. «Il problema però ora è far partire i cantieri e monitorare che siano rispettati tempi e lavori».

Controllare che i lavori vengano fatti (e bene) è l’altra grande questione aperta. Le notizie dal territorio non sono rassicuranti. A inizio settembre è crollata parte del tetto dell’istituto Amatucci ad Avellino, poco dopo che erano stati terminati dei lavori. «Abbiamo chiesto ragguagli in Provincia. E poi non è stato l’unico episodio locale», commenta Agata Aufiero, studentessa dell’Unione degli Studenti. E ancora, pochi giorni fa gli studenti dell’Itis Volta di Pescara hanno protestato per gli allagamenti malgrado i lavori effettuati di recente.

Per questo servirebbe un fascicolo di fabbricato di ogni edificio scolastico, che registri puntualmente ogni intervento, per favorire i controlli. Arriverà il prossimo anno, promette Galimberti. Ma intanto il gradino precedente, l’anagrafe dell’edilizia scolastica, ovvero la raccolta di dati sugli edifici, che dovrebbero essere inseriti dagli enti locali, langue. Almeno secondo Legambiente e Cittadinanzattiva. «Nel rapporto dimostriamo che l’anagrafe è statica e non aggiornata. Città come Milano e Roma hanno dichiarato di non aver riversato nel sistema informatico questi dati sugli edifici, che hanno su carta, per mancanza di risorse. E crediamo che anche altri Comuni abbiano lo stesso problema», commenta Bizzarri.

L’anello debole sono spesso gli enti locali, che hanno difficoltà anche ad accedere a certi bandi. Nel caso delle indagini sui solai, finanziate con 40 milioni di euro in circa 7mila scuole (6100 quelle concluse, secondo l’agenzia Agi e Miur), le richieste però non sono mancate, quasi il doppio. «Gli interventi saranno finanziati nei prossimi mesi», spiega Galimberti. «L’indagine fatta è un segnale positivo. Ma hanno comunque ricevuto circa 12mila richieste», precisa Bizzarri. Sei milioni sono stati poi recuperati dai ribassi d’asta e andranno riassegnati per nuove indagini. Quante siano state e di che tipo le criticità rilevate però non è chiaro.

Più in generale, «gli interventi riguardano una percentuale ridotta del fabbisogno, intorno al 20 per cento delle scuole», ammonisce Vanessa Pallucchi di Legambiente. «Per mettere in sicurezza tutte le scuole ci vorranno una decina d’anni», commenta la deputata Pd Mara Carocci. Ma appare già una stima ottimistica.

Sicilia, il 24,8 per cento dei bambini non va a scuola

da Il Sole 24 Ore 

Sicilia, il 24,8 per cento dei bambini non va a scuola

In Sicilia il 24,8% dei bambini non va a scuola (+10,9% rispetto alla media del Sud Italia) il
tempo pieno è attivo solo nell’8% delle scuole elementari contro il 48% delle regioni del Nord come la Lombardia – a Milano è pari al 91% – e l’80% dei bimbi non usufruisce della mensa scolastica. Sono alcuni dei dati emersi nel corso di un convegno “Istruzione e Mezzogiorno, la giusta direzione per lo sviluppo del Paese» organizzato a Palermo dalla Cgil.
«Le regioni dove non è assicurato il servizio mensa – ha detto la segretaria generale della Flc Sicilia Graziamaria Pistorino intervenendo all’iniziativa – sono quelle dove si registrano i maggiori tassi di dispersione scolastica».
Secondo lo studio, «il 13,9% dei bambini del Sud non va a scuola e la punta massima è proprio in Sicilia con il 24,8%, con picchi, secondo i dati di Save the children nelle province di Caltanissetta (41,7%), Palermo (40,1%), Catania (38,6%), Ragusa (37,1%)». Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia «la non statale supplisce alla cronica carenza della scuola di Stato in un contesto – sottolinea la Cgil – che ha registrato in 10 anni 77.365 studenti in meno. Quest’anno sono stati 12.428 in meno rispetto all’anno passato e la diminuzione è stata dovuta anche all’immigrazione di interi nuclei familiari, con una desertificazione anche sotto il profilo delle risorse umane».

Scuole: senza manutenzione una su 4 Solo il 27% adeguato sismicamente

da Corriere della sera

Scuole: senza manutenzione una su 4 Solo il 27% adeguato sismicamente

Nonostante la «vera svolta» dichiarata dal ministro Valeria Fedeli (nove miliardi, tra soldi già spesi e altri impegnati per il futuro), l’elenco delle magagne è ancora lunghissimo. Riassunto puntualmente, come ogni anno, da Cittadinanzattiva, associazione nazionale dei consumatori.

Quanto è sicura, accessibile, «sana» la scuola dei vostri figli? Nonostante la «vera svolta» dichiarata dal ministro Valeria Fedeli (nove miliardi, tra soldi già spesi e altri impegnati per il futuro), l’elenco delle magagne è ancora lunghissimo. Riassunto puntualmente, come ogni anno, da Cittadinanzattiva, associazione nazionale dei consumatori.

Il rapporto

Nel XV Rapporto sulla sicurezza delle scuole presentato oggi a Roma, si legge che più della metà degli edifici scolastici italiani si trova in una zona sismica (54%), ma solo sul 27% degli istituti è stata verificata la vulnerabilità sismica (obbligatoria dal 2013). Una scuola su quattro (23%) ha una manutenzione inadeguata e solo il 3% è in ottimo stato. Circa un quarto di aule, bagni, palestre e corridoi presenta distacchi di intonaco, mentre segni di fatiscenza, come muffe e infiltrazioni, si riscontrano nel 37% delle palestre, nel 30% delle aule, nel 28% dei corridoi, nel 24% dei bagni. Gli impianti elettrici sono completamente a norma in meno di un’aula su quattro. Ventotto scuole su cento sono senza palestra. Il cortile c’è nell’88% delle scuole monitorate, ma quasi in un caso su tre (30%) è usato come parcheggio da personale e famiglie; in un caso su quattro, invece, presenta ingombri o rifiuti (23%) o aree verdi degradate (24%). Metà dei bagni (47%) è privo di carta igienica; nel 64% manca il sapone e nel 77% qualsiasi tipo di asciugamano. Una scuola su cinque (19%) risulta priva di bagni per disabili. Assenti anche le porte anti panico.

Più vandalismo

Aumentano anche gli atti di vandalismo, per lo più a opera di soggetti esterni: a subirli è stato il 28% degli istituti. Una scuola su 5 (19%) ha invece registrato episodi di bullismo. D’altronde, dicono gli esperti, persiste la cattiva abitudine di lasciare i cancelli aperti (45%) durante l’orario scolastico. E per finire, nell’11% delle scuole non è stato trovato alcun cartello che segnalasse il divieto di fumo.

L’indagine

L’analisi di Cittadinanzattiva fa il punto su sicurezza, qualità e accessibilità delle scuole italiane raccogliendo informazioni su 75 edifici scolastici di 10 regioni e aggiungendo i dati ricavati, per la prima volta, tramite l’istanza di accesso civico inviata dalla onlus in 2.821 Comuni e Province, relativi a 4.401 edifici scolastici di 18 regioni. Un lavoro finalizzato ad ottenere un quadro più aggiornato rispetto alla sicurezza strutturale e sismica degli istituti scolastici e dare informazioni dettagliate sulle certificazioni e gli investimenti degli Enti locali.

Gli interventi

«Molto è stato fatto dal 2015 ad oggi sull’edilizia scolastica da parte del governo, ma non si può ancora parlare di un’inversione di tendenza», afferma Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale scuola di Cittadinanzattiva. D’altronde, dice l’indagine, l’87% dei dirigenti o dei responsabili del servizio di protezione e prevenzione ha chiesto interventi manutentivi all’ente proprietario, ma in un caso su cinque non sono stati effettuati. Oppure sono stati portati a termine con qualche ritardo (43%). Una scuola su quattro ha chiesto interventi strutturali, mai effettuati (74%) o effettuati con ritardo (21%).

Occorrono dieci anni

La conclusione della onlus? «Occorre proseguire per almeno un decennio in questo titanico impegno, offrendo certezze a Comuni e Province circa la continuità nell’erogazione dei fondi – , afferma Bizzarri -. Occorre lavorare molto sulle amministrazioni pubbliche, affinché rendano davvero accessibili e trasparenti dati di interesse pubblico come quello sulla sicurezza delle scuole; sui tanti (80%) che non hanno risposto, è necessario fare un lavoro culturale e di formazione perché considerino i cittadini una risorsa e non un intralcio.

Cattedre libere, mistero: per assegnazioni provvisorie non ci sono, poi spuntano per le supplenze

da La Tecnica della Scuola

Cattedre libere, mistero: per assegnazioni provvisorie non ci sono, poi spuntano per le supplenze

 

Diventa sempre più difficile seguire la logica dell’amministrazione scolastica che gestisce i posti liberi, da assegnare prima al personale di ruolo che ne fa richiesta e poi ai precari.

Non si comprende, in particolare, per quale motivo in una prima fase, ad esempio quella relativa alla mobilità, non risultino cattedre libere. Con i docenti che hanno chiesto determinate province che si vedono rifiutare l’istanza, oppure collocati su sedi scolastiche meno favorevoli.

È accaduto, ad esempio, con il famigerato piano straordinario delle immissioni in ruolo del 2015, quando, appena approvata la legge, furono assunti su scuole vicino casa tantissimi insegnanti della fase C (quelli più giovani e con meno anzianità), quando, invece, ai colleghi che vantavano molti più punti in graduatoria, gestiti con la fase B che doveva essere più favorevole, quelle cattedre erano state negate. Il motivo, in quel caso, fu legato al cosiddetto “potenziamento” scolastico: decine di migliaia di cattedre create solo per i docenti con meno punti.

La storia si è ripetuta nel 2016, con il noto algoritmo ministeriale, che tanto ha fatto infuriare migliaia di docenti, molti dei quali poi salvati delle assegnazioni provvisorie concesse in abbondanza.

Quest’anno, però, quelle assegnazioni provvisorie sono state negate a tutti gli insegnanti che non possedevano i requisiti adatti (invalidità personale, assistenza per bambini in tenera età, disabili o anziani invalidi assistiti in via esclusiva). Tanto è vero che ancora in molti non si rassegnano, come accaduto qualche giorno fa in Sardegna, dove tanti prof assunti con la Legge 107/15 hanno chiesto di essere collocati in aspettativa al 30% perché impossibilitati di spostarsi nel Continente.

A rendere ancora più complicata l’accettazione delle domande, ci si sarebbero però messi pure gli uffici scolastici. Come è accaduto con l’Ambito territoriale di Roma.

A questo proposito, ci segnala un nostro lettore inserito nella classe di concorso A046 (Scienze Giuridico-Economiche) della provincia capitolina, che ad inizio settembre tutte le assegnazioni provvisorie su questa disciplina d’insegnamento – provinciali ed interprovinciali – sono state negate per “indisponibilità di sede”.

I docenti interessati, si sono così messi l’anima in pace. Rimanendo in servizio nella sede di titolarità. Salvo scoprire, qualche giorno dopo, che a Roma e provincia i posti sulla A046 c’erano. E non erano nemmeno pochi: scorrendo le convocazioni dei docenti precari inseriti nelle GaE, infatti, risulta che per il giorno 3 ottobre, martedì prossimo, sono stati convocati dieci candidati e, in subordine, altri 13. Per loro, ci sarebbero a disposizione delle cattedre vacanti. Quindi, i posti liberi, anche se non tantissimi, ci sono. Altrimenti, non si sarebbero convocati 23 candidati precari.

Il motivo per il quale sia stato detto invece formalmente, a quei docenti di ruolo che chiedevano l’assegnazione provvisoria a Roma, che non vi fossero sedi libere (o tali fino al 30 giugno 2018) negli ambiti territoriali del posto, rimane un mistero. È assai improbabile, infatti, che siano state inserite in organico solo in questi ultimissimi giorni.

Classi numerose, difficile sdoppiarle in corso anno: Miur irremovibile. Le eccezioni

da La Tecnica della Scuola

Classi numerose, difficile sdoppiarle in corso anno: Miur irremovibile. Le eccezioni

 

In redazione continuano a giungere notizie di classi troppo numerose, con docenti che fanno fatica a fare lezione e genitori agguerriti perché non scatta lo sdoppiamento.

Ad inizio anno scolastico, era finita sui giornali la vicenda della classe-pollaio da 37 alunni, di Milano, poi sdoppiata.

Ora, a diventare un caso nazionale è quello della scuola di Vulcano, nelle Eolie, dove da lunedì 2 ottobre 21 alunni entreranno in sciopero a tempo indeterminato per protestare contro l’accorpamento delle tre classi della media di località Piano.

I dirigenti, anche in questi casi, possono ben poco. Perché Usr e Ambiti territoriali sono inflessibili. I genitori dell’isola siciliana si sono rivolti alla ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli, per chiedere che l’accorpamento non superi le due classi, poiché, sostengono, 21 alunni non entrerebbero in una sola aula (trattandosi di scuole particolari sono particolarmente piccole).

Gli alunni nei giorni scorsi avevano già scioperato e poi, a turno, si erano recati a scuola: venerdì 29 settembre, scrive l’Ansa, si sono presentati soltanto i ragazzi della prima media. Ma considerato che la loro proposta non è stata accolta, dalla prossima settimana riprenderà lo sciopero di tutti.

Ancora una volta, quindi, le proteste non sembrano convincere gli Uffici scolastici, che norme alla mano risultano irremovibili: del resto, con i “tetti” numerici, introdotti dal DPR n. 81/2009, gli Ambiti territoriali hanno licenza di formare classi anche con 26-28 alunni nella scuola dell’infanzia e primaria, fino a 27-30 alunni in quella secondaria di primo grado e fino a 30-33 alunni nella scuola secondaria di secondo grado. Inoltre, gli sdoppiamenti non possono essere attuati ad anno scolastico avviato.

Il discorso cambia in presenza di scarsa sicurezza (i numeri si riducono). E anche quando in classe ci sono iscritti disabili: in presenza di un alunno “certificato”, con il massimo delle ore di sostegno, la classe non può avere oltre 20 alunni; qualora la disabilità non fosse alta, si potrebbe giungere anche a 25 alunni (anche con due alunni disabili). Nei casi in cui queste ultime soglie vengano sforate, l’amministrazione ha facoltà di sdoppiare la classe oppure di “smistare” alcuni alunni in altre classi, in modo da ridurre il numero della classe over-size.

Qualora non ci pensi l’amministrazione scolastica, la famiglia dell’alunno con disabilità ha motivo di fare ricorso. E il giudice nel 99 per cento dei casi gli dà ragione, seppure con i tempi della giustizia non sempre brevissimi.

E pensare che ad inizio anno scolastico, la Uil Scuola aveva chiesto, prendendo spunto dalle ultime proiezioni Miur sulle iscrizioni dei prossimi anni anni, in base alle quali si attende la riduzione di 700mila alunni, di approfittare di tale decremento per eliminare finalmente le classi pollaio.

Sempre per il sindacato guidato da Pino Turi, il rapporto italiano è sì pari a 11,49 studenti per docente (dato medio). Ma “se consideriamo anche la presenza dei docenti di sostegno (non presenti in tutti gli altri sistemi scolastici). il rapporto passa a 14,07. Se poi prendiamo in considerazione l’ulteriore nostra specificità della presenza dei docenti di religione, il rapporto si innalza a 14,71, una cifra superiore alla media europea”.

Concorso dirigenti scolastici, Miur fermo alle regole di 20 anni fa? Ricorsi in arrivo

da La Tecnica della Scuola

Concorso dirigenti scolastici, Miur fermo alle regole di 20 anni fa? Ricorsi in arrivo

 

Le regole per la gestione del concorso per dirigenti scolastici 2017/18 sarebbero ferme a 20 anni fa, perché non prevedono l’accesso ai laureati con cinque anni di servizio.

E il disco rosso, che significa niente accesso ai test selettivi, vale anche per tutti gli immessi in ruolo che per qualsiasi motivo non hanno ancora superato l’anno di prova.

A protestare contro queste esclusioni è il sindacato Anief. Che si chiede: “per quale motivo un laureato che ha svolto già cinque annualità di supplenze, almeno di 180 giorni ciascuna, dovrebbe rinunciare alla carriera da dirigente scolastico? Si tratta, senza dubbio, dell’ennesima discriminazione gratuita voluta da un’amministrazione scolastica rimasta indietro nel tempo, quando le scuole erano dirette da presidi, intesi alla vecchia maniera, che erano quasi sempre insegnanti a fine carriera”.

“Nell’ultimo periodo – prosegue il sindacato – la scuola e la dirigenza scolastica hanno subìto fortissimi mutamenti: prima di tutto attraverso l’introduzione della qualifica dirigenziale ai capi d’istituto (per mezzo del Decreto legislativo n. 59/98); l’anno dopo con la concessione dell’autonomia alle istituzioni scolastiche (attraverso il D.P.R. 275/99).

A completare l’opera sono state le leggi sul dimensionamento (la Legge 133/08, in particolare) che ha creato scuole sempre più grandi e con un alto numero di reggenze e, per ultima, la Buona Scuola, la Legge 107/15,  che è andata ad ampliare ulteriormente la spinta dell’autonomia e delle responsabilità dei nostri dirigenti scolastici, peraltro in cambio di stipendi dimezzati rispetto alla categoria. Con sempre più capi d’istituto ormai sul piede di guerra e pronti a dare battaglia, anche in tribunale e nelle aule parlamentari, contro l’ingiustificato immobilismo portato avanti dal Ministero dell’Istruzione e dal Governo di turno”.

Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, ricorda che “il nostro giovane sindacato ha già vinto nella passata edizione del concorso a preside il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. È per questo motivo che abbiamo organizzato dei ricorsi ad hoc, sia per i neo immessi in ruolo nell’anno scolastico 2017/18, sia per i docenti precari con cinque anni di servizio alle spalle”.

Il sindacato ha già impugnato il regolamento dello stesso concorso per dirigenti scolastici, pubblicato in settimana, poichéil Mur riconosce come utili gli anni di precariato solo se il candidato risulta già in ruol: viene contestato, in particolare, l’articolo 6 perchè non tiene conto della sentenza del Consiglio di Stato n. 4724 del settembre 2014, attraverso la quale è stato rigettato l’appello del Miur contro alcuni docenti, neo-immessi in ruolo con anni di precariato alle spalle.

Insomma, il bando di concorso ancora non è uscite e già si prevedono innumerevoli ricorsi. Anche perché i precedenti fanno ben sperare i potenziali ricorrenti: nell’ultimo concorso per presidi, alcuni docenti non di ruolo impugnarono l’esclusione, furono ammessi alle prove con riserva, le superarono tutte e oggi sono dirigenti scolastici.

Registro elettronico, i docenti lo dovrebbero aggiornare in tempo reale

da La Tecnica della Scuola

Registro elettronico, i docenti lo dovrebbero aggiornare in tempo reale

 

Il docente che non si preoccupa di mantenere aggiornato, in tempo reale, il registro elettronico, compie un atto che potrebbe essere sanzionato disciplinarmente.
Bisogna sapere che se in una scuola il Collegio dei docenti ha deciso di utilizzare il registro elettronico, la sua compilazione dovrà essere effettuata dal docente in tempo reale e in tutte le sue parti, per evitare possibili sanzioni disciplinari. Ovviamente la scuola deve mettere tutti i docenti nelle condizioni di utilizzare, in tempo reale, lo strumento digitale del registro elettronico.
Per cui se in ogni aula c’è l’accesso al registro online e non ci sono problemi di natura tecnica, alla prima ora di lezione, a qualsiasi cambio di ora della giornata scolastica, il docente dovrà aggiornare in tempo reale il registro elettronico di classe e quello personale della materia dell’insegnante.
È utile sapere che l’utilizzo del registro elettronico in sostituzione del vecchio registro cartaceo non è obbligatorio fintantoché non verrà approvato, dal Garante per la privacy, il piano di dematerializzazione.
Tuttavia se il Collegio dei docenti ha deliberato il registro elettronico come unico sistema di rilevazione delle presenze e assenze degli studenti, di annotazioni del diario di classe, in cui si segnalano ritardi e uscite anticipate degli alunni, argomenti delle lezioni, compiti assegnati per casa, letture delle circolari, note disciplinari, valutazioni delle prove scritte e di quelle orali, esiste l’obbligo di compilazione in tempo reale e in tutte le sue parti sia del registro di classe e sia del registro personale dell’insegnante.
Non è consentito dalla legge firmare e compilare il registro elettronico prima o addirittura dopo la lezione, in quanto la firma sul registro di classe è un atto amministrativo ufficiale che fa parte degli obblighi di servizio dei docenti, e che quindi deve poter essere espletato in classe durante l’ora di lezione.
In buona sostanza il docente deve firmare digitalmente, registrare le assenze degli alunni, mettere i voti delle valutazioni scritte e orali in tempo reale, compilando il registro di classe e quello personale della materia, proprio per il fatto che la legge impone al pubblico ufficiale, nell’esercizio delle sue funzioni, di documentare tempestivamente i fatti e gli atti, che nel caso dell’insegnante sono quelli che accadono nella classe durante la lezione.
Il Dirigente Scolastico ha la possibilità di avere sotto controllo la situazione sintetica aggiornata delle presenze, assenze, ritardi e uscite di tutte le classi, quindi è nelle condizioni di conoscere se un docente compila o meno il registro elettronico.
Per i docenti che vengono scoperti a non compilare il registro elettronico in tempo reale potrebbe scattare la sanzione disciplinare. Bisogna anche ricordare che nei casi più gravi, il non compilare in tempo reale il registro elettronico, potrebbe rivelarsi essere un reato penale, in quanto, come abbiamo detto il registro di classe è un atto amministrativo ufficiale da tenere sempre aggiornato ora per ora.

Ecco i modelli D1 e D2 per le domande ATA della terza fascia

da La Tecnica della Scuola

Ecco i modelli D1 e D2 per le domande ATA della terza fascia

 

In anteprima ecco i modelli D1, D2 e D4 per le domande del personale ATA della terza fascia per le supplenze del triennio 2017/2019.

L’allegato D1 è riferito alla domanda di inserimento nelle graduatorie di Circolo e Istituto di terza fascia per il triennio scolastico 2017/2019 per il personale ATA.

L’allegato D2 è riferito alla domanda di conferma/aggiornamento, per il triennio scolastico 2017/2019 per il personale ATA, della valutazione posseduta nel triennio 2014-2017 per l’iscrizione nelle graduatorie di Circolo e di Istituto di terza fascia del personale ATA.
 L’allegato D4 serve per l’eventuale richiesta di depennamento dalle graduatorie provinciali permanenti, dagli elenchi provinciali ad esaurimento, dalle graduatorie provinciali ad esaurimento di collaboratore scolastico e correlate graduatorie di prima e seconda fascia di Circolo e di Istituto.
 Tali moduli sono redatti come autocertificazione dagli interessati al fine del conferimento delle supplenze temporanee del personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario.
La compilazione del presente modulo di domanda avviene secondo le disposizioni previste dal D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, “TESTO UNICO DELLE DISPOSIZIONI LEGISLATIVE REGOLAMENTARI DI DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA”.
 IN PARTICOLARE:

– I dati riportati dall’aspirante assumono valore di dichiarazioni sostitutive di certificazione rese ai sensi dell’articolo 46; vigono, al riguardo, le disposizioni di cui all’articolo 76 che prevedono conseguenze di carattere amministrativo e penale per l’aspirante che rilasci dichiarazioni non corrispondenti a verità.

– Ai sensi dell’articolo 39 la sottoscrizione del modulo di domanda non è soggetta ad autenticazione.
– Durante il periodo di validità delle graduatorie di cui alla presente procedura di reclutamento, in occasione del conseguimento, da parte dell’aspirante, del primo rapporto di lavoro a tempo determinato, i competenti uffici dell’amministrazione scolastica dispongono gli adeguati controlli sulle dichiarazioni rese dall’aspirante secondo quanto previsto dagli articoli 71 e 72.
– I dati richiesti nel modulo di domanda sono acquisiti ai sensi dell’art. 16 in quanto strettamente funzionali all’espletamento della presente procedura di reclutamento e assumono il carattere di riservatezza previsto dal Decreto Legislativo del 30 giugno 2003, n. 196.

Prove Invalsi, restituzione dei dati alle scuole superiori

da La Tecnica della Scuola

Prove Invalsi, restituzione dei dati alle scuole superiori

 

Con comunicato del 28 settembre l’Invalsi ha fatto sapere che lunedì 25 settembre ha concluso – con l’invio alle scuole del II ciclo d’istruzione – la restituzione dei dati delle prove 2017.
Oltre 3.700 istituti – collegandosi all’area riservata alle scuole – hanno potuto scaricare i dati relativi alle prove INVALSI sostenute dai propri studenti nel maggio scorso.
La restituzione dei dati è avvenuta anche per le scuole superiori in anticipo rispetto agli anni passati e questo consentirà alle scuole di poterli utilizzare più proficuamente nell’organizzazione dell’attività didattica ad anno scolastico appena iniziato.
Tra i risultati forniti da INVALSI, il personale scolastico potrà trovare la stima del valore aggiunto della scuola, in modo da mettere in luce il contributo che la singola istituzione scolastica produce, al netto dei fattori di contesto sui quali la scuola non può agire.
Per l’interpretazione di tavole e grafici, all’interno dell’area Restituzione dati, le scuole possono trovare il tutorial aggiornato per la lettura degli stessi.

Programma annuale 2017/2018, la nota del Miur alle scuole

da La Tecnica della Scuola

Programma annuale 2017/2018, la nota del Miur alle scuole

 

Il Miur ha trasmesso alle istituzioni scolastiche la nota prot. n. 19107 del 28 settembre, concernente il programma annuale a.s. 2017/2018.

La nota contiene l’assegnazione delle risorse del periodo settembre-dicembre 2017 e la comunicazione preventiva delle risorse per il periodo gennaio-agosto 2018 circa il funzionamento amministrativo e didattico, il compenso dei revisori, l’alternanza scuola lavoro, i contratti di pulizia, i contratti cococo, le risorse del MOF, una ricognizione degli adempimenti per le supplenze brevi e saltuarie.

Il Miur ha anche informato che è in corso l’iter per l’adozione del decreto interministeriale riguardante il nuovo Regolamento di contabilità delle scuole, al termine del quale saranno forniti opportuni aggiornamenti e le necessarie azioni di formazione e informazione per dare supporto alle istituzioni scolastiche prima dell’effettiva entrata in vigore delle nuove disposizioni.

La nota richiama anche le azioni promosse per la semplificazione delle attività amministrativo-contabili a carico delle Istituzioni scolastiche:

  • Help Desk Amministrativo Contabile: è stato attivato il servizio di Help Desk Amministrativo Contabile (HDAC), che costituisce il canale ufficiale di comunicazione tra gli uffici dell’Amministrazione (Direzione Generale per le Risorse Umane e Finanziarie e Uffici Scolastici Regionali) e le Istituzioni Scolastiche per le tematiche di natura amministrativo-contabile. Si è prevista un’attivazione graduale del servizio, che vede coinvolte finora le regioni Toscana e Puglia, e che raggiungerà, nei prossimi mesi, la copertura del territorio nazionale.
  • Monitoraggio e rendicontazione dei progetti: è stata realizzata una piattaforma per la rendicontazione ed il monitoraggio dei progetti a valere sul Fondo di Funzionamento. Tale sistema, accessibile dal SIDI, costituisce un punto unico di condivisione delle informazioni tra l’Amministrazione centrale e territoriale, le Istituzioni scolastiche e i Revisori contabili. Al riguardo, le Istituzioni scolastiche, raccordandosi con le Direzioni Generali competenti, avranno la possibilità di rendicontare i progetti ex lege 440, attraverso la suddetta piattaforma informatica.
  • Nell’anno in corso è stato attivato il servizio PagoInRete. Si tratta di un sistema di pagamenti on line che consente alle famiglie di effettuare i pagamenti degli avvisi telematici emessi dalle istituzioni scolastiche per i diversi servizi erogati quali: tasse scolastiche, attività extracurriculari, mensa, trasporti, viaggi di istruzione, visite guidate ed altri pagamenti.

Quali sono le attività funzionali del docente?

da La Tecnica della Scuola

Quali sono le attività funzionali del docente?

Molti docenti ci contattano spesso per chiedere alcuni chiarimenti in merito alle attività che riguardano gli insegnanti.

Fra queste, abbiamo le attività funzionali, presenti all’art.42 del CCNL 4-8-1995 ed art.24, comma 5 del CCNL 26-5-1999. A tal proposito ricapitoliamo quali sono, proprio allo scopo di fare chiarezza.

Intanto, possiamo ricordare che l’attività funzionale all’insegnamento è costituita da ogni impegno riguardante la funzione docente previsto dai diversi ordinamenti scolastici. Essa comprende tutte le attività, anche a carattere collegiale, di programmazione, progettazione, ricerca, valutazione, documentazione, aggiornamento e formazione, compresi anche la preparazione dei lavori degli organi collegiali, la partecipazione alle riunioni e l’attuazione delle delibere adottate dai predetti organi.

Le attività funzionali individuali che gli insegnanti devono rispettare per contratto sono:

la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni;
la correzione degli elaborati;
i rapporti individuali con le famiglie.

Mentre invece, gli adempimenti di carattere collegiale previsti dalle attività funzionali sono:

– la partecipazione alle riunioni del Collegio dei docenti, comprese l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno e l’informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull’andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative, fino a 40 ore annue;
– la partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione. Gli obblighi relativi a queste attività sono programmati secondo criteri stabiliti dal collegio dei docenti in modo da prevedere un impegno fino a 40 ore annue;
– lo svolgimento degli scrutini e degli esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione.

Inoltre, il Consiglio di istituto in base a quanto proposto dal collegio dei docenti, definisce le modalità e i criteri per lo svolgimento dei rapporti con le famiglie e gli studenti, assicurando la concreta accessibilità al servizio, pur compatibilmente con le esigenze di funzionamento dell’istituto e prevedendo strumenti adeguati di comunicazione tra istituto e famiglie.

Infine, bisogna ricordare che per assicurare l’accoglienza e la vigilanza degli alunni, gli insegnanti sono tenuti a trovarsi in classe 5 minuti prima dell’inizio delle lezioni e ad assistere all’uscita degli alunni medesimi.
Assistere, non responsabili all’uscita. Pertanto, la vigilanza non rientrerebbe fra i doveri del docente all’uscita da scuola, per esempio fuori dall’edificio, eccezion fatta in caso di indicazioni diverse da parte del regolamento d’istituto.