Valutazione nazionale

VALUTAZIONE NAZIONALE di Umberto Tenuta

CANTO 217 Chè… proprio la VALUTAZIONE!

Dove sono i cristiani? Non giudicate e non sarete giudicati!

E invece c’è una voglia matta di valutare.

Sembra proprio che non se ne possa fare a meno.

Ed è così!

Ma quello che conta è il Perché ed il Come valutare.

 

Calamari di inchiostro, pardon, scatole di toner si stanno consumando per scrivere di Valutazione.

E cose buone e sagge si sono dette, anche da parte di chi scrive questi melodiosi canti.

Ma chi pon mano ad elle?

Intanto, facciamo una sintesi.

Innanzitutto, c’è un criterio che dovrebbe valere per ogni tipo di valutazione.

Ogni valutazione deve servire per migliorare, e non per sanzionare.

Valutare per educare, direbbe Roberto Zavalloni.

Chi valuta è sempre un Personal Trainer.

E poi, diciamo, ci sono due sistemi di valutazione.

La valutazione degli Studenti e la valutazione delle Scuole.

La valutazione degli studenti è sempre una valutazione formativa, mai selettiva: non appunta mai medaglie da ostentare nei corridoi delle scuole.

La valutazione degli studenti comprende anche la motivazione ad apprendere che spetta al docente scoprire o suscitare.

Il docente valuta attraverso quali strategie egli possa motivare gli alunni, tutti gli alunni per farli pervenire al successo formativo.

Ed in tal senso è funzionale alla Programmazione educativa personalizzata.

La valutazione sommativa è la valutazione che il docente o, meglio, i docenti della classe fanno per individuare i miglioramenti da apportare alla Programmazione educativa della classe o delle classi.

La Valutazione della scuola dovrebbe essere effettuata, anche periodicamente, dal Collegio dei docenti e dal Consiglio di Istituto, per verificare l’andamento complessivo dei processi formativi degli studenti al fine di migliorare la Programmazione educativa.

Resta la Valutazione Nazionale.

Così come la valutazione locale si fa sulla base delle valutazioni già effettuate nelle classi, anche la Valutazione nazionale non dovrebbe prescindere o sovrapporsi alle valutazione delle singole scuole, ma prendere in considerazione queste.

Dovrebbe essere lapalissiano che non si possono misurare con lo stesso metro alunni e scuole diverse.

La personalizzazione di cui ci riempiamo la bocca riguarda, non solo i singoli studenti, ma anche le singole realtà scolastiche, come più volte è stato reclamato.

Ogni essere umano è una realtà unica, incommensurabile. Come me non c’è nessuno, e nemmeno come te!

A me piace il Sole alle 9.37, a me piace il ciclamino, a me piace il sentiero di montagna, a me piace il vino Brunello, a me piace la Bora…

Solo i soldati hanno le divise.

Grazie a Dio, gli studenti non hanno più il grembiale, e nemmeno le maestre.

Unicuique suum!

Signori Non Valutate!

Conoscete!

La conoscenza renderà capaci le scuole di garantire il successo formativo a tutti i figli di donna, della donna bruna e della donna bionda, della vigilessa e della farmacista.

 

POST SCRIPTUM

Ma non aveva detto la Ministra che non c’erano gli euro per le trentasei ore di quotidiano lavoro che le maestre svolgono, anche quando lavano le stoviglie?

Ora non solo raddoppia lo stipendio dei docenti, ma paga anche i quiz!