150 mila assunzioni: lo stupore si è stupito

da La Tecnica della Scuola

150 mila assunzioni: lo stupore si è stupito

Renzi: “I giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi” e il suo piano “sbalordisce”. Chiudono le Graduatorie a Esaurimento. I dirigenti “manager-manager”.

Dice il premier: “Vi propongo un patto educativo, non l’ennesima riforma, non il solito discorso che propongono tutti i politici, una cosa diversa. Abbiamo un anno di tempo per rivoluzionare la scuola italiana.  Sarà bellissimo, lanciando una campagna di ascolto sulle linee guida della scuola dal 15 settembre al 15 novembre – ascoltare la voce di tutti, perché la scuola non è del ministro né del Presidente del Consiglio. Vi chiedo una mano: i giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi, non buttiamoli via. Abbiamo il coraggio di provare insieme a disegnare la scuola che verrà e forse anche così l’Italia tornerà a essere custode della straordinaria bellezza che ha”.

Intanto, secondo le intenzioni del Governo, d’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso: 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. Mai più dunque ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

– Stop alle supplenze. Grazie al piano di assunzioni, ci sarà un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, in modo da assicurare la continuità didattica.

– Scatti in base al merito per gli insegnanti. Ogni 3 anni 2 docenti su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più “grazie a una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola”. “Noi diciamo basta ai precari e alla supplentite, dobbiamo avere il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e gli scatti devono essere sulla base del merito e non sulla base dell’anzianità”.

– Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno e potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

– Online dal 2015 un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

On line verranno messi anche i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati). L’Esecutivo intende anche coinvolgere presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola e abolirle.

Attrarre risorse private, da singoli cittadini, fondazioni e imprese, attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche. Si intende così anche stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (Mof), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole.

E nella scuola di Renzi si darà ai presidi “la possibilità di scegliersi gli insegnanti che ritengono più adatti per quella scuola lì. Diamo a quelli che non hanno un incarico immediato nella classe la possibilità di far parte di quello che viene chiamato organico funzionale, cioè di far parte di una sorta di squadra del preside”. Così “le supplenze le fa quell’insegnante che non ha l’incarico in cattedra ma è nell’organico del preside e tutti i giorni va a lavorare per la scuola occupandosi della gestione dell’offerta formativa, di rapporti col territorio, di sostituire un collega”.

“Dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo i ragazzi sulle materie di discussione nella scuola, quello che si chiamava il programma, però chiederemo a tutti i ragazzi, le mamme, i papà, di aiutarci a capire. Ad esempio io sono per mettere più storia dell’arte, musica, educazione fisica, è fondamentale che specie alle medie i nostri ragazzi possano liberare energie, correre, imparare sport, ovviamente l’inglese lingua madre per evitare di parlarlo come lo parlo io, e ci vuole un investimento in nuove tecnologie”.

Questi per sommi capi i punti, elaborati da Dire, delle linee guida del governo.

PRECARI. Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie ad Esaurimento.

CONCORSI. 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

SUPPLENZE. Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.

CARRIERA. Ogni 3 anni 2 prof. su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.

AGGIORNAMENTO: Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari.

TRASPARENZA. Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

BUROCRAZIA. Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.

NUOVE TECNOLOGIE. Piani di coinvestimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

CULTURA. Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia.

ALFABETIZZAZIONI. Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano ‘Digital Makers’ nella secondaria. Diffusione dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.

LAVORO. Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

MOF. Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.

E la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, in occasione della pubblicazione de “La buona scuola”, ha detto su Twitter: “Oggi tiriamo una linea col passato. Il percorso di rinnovamento coinvolgerà tutti”.

150 mila assunzioni: lo stupore si è stupito

da La Tecnica della Scuola

150 mila assunzioni: lo stupore si è stupito

 

Renzi: “I giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi” e il suo piano “sbalordisce”. Chiudono le Graduatorie a Esaurimento. I dirigenti “manager-manager”.

Dice il premier: “Vi propongo un patto educativo, non l’ennesima riforma, non il solito discorso che propongono tutti i politici, una cosa diversa. Abbiamo un anno di tempo per rivoluzionare la scuola italiana.  Sarà bellissimo, lanciando una campagna di ascolto sulle linee guida della scuola dal 15 settembre al 15 novembre – ascoltare la voce di tutti, perché la scuola non è del ministro né del Presidente del Consiglio. Vi chiedo una mano: i giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi, non buttiamoli via. Abbiamo il coraggio di provare insieme a disegnare la scuola che verrà e forse anche così l’Italia tornerà a essere custode della straordinaria bellezza che ha”.

Intanto, secondo le intenzioni del Governo, d’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso: 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. Mai più dunque ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

– Stop alle supplenze. Grazie al piano di assunzioni, ci sarà un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, in modo da assicurare la continuità didattica.

– Scatti in base al merito per gli insegnanti. Ogni 3 anni 2 docenti su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più “grazie a una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola”. “Noi diciamo basta ai precari e alla supplentite, dobbiamo avere il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e gli scatti devono essere sulla base del merito e non sulla base dell’anzianità”.

– Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno e potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

– Online dal 2015 un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

On line verranno messi anche i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati). L’Esecutivo intende anche coinvolgere presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola e abolirle.

Attrarre risorse private, da singoli cittadini, fondazioni e imprese, attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche. Si intende così anche stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (Mof), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole.

E nella scuola di Renzi si darà ai presidi “la possibilità di scegliersi gli insegnanti che ritengono più adatti per quella scuola lì. Diamo a quelli che non hanno un incarico immediato nella classe la possibilità di far parte di quello che viene chiamato organico funzionale, cioè di far parte di una sorta di squadra del preside”. Così “le supplenze le fa quell’insegnante che non ha l’incarico in cattedra ma è nell’organico del preside e tutti i giorni va a lavorare per la scuola occupandosi della gestione dell’offerta formativa, di rapporti col territorio, di sostituire un collega”.

“Dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo i ragazzi sulle materie di discussione nella scuola, quello che si chiamava il programma, però chiederemo a tutti i ragazzi, le mamme, i papà, di aiutarci a capire. Ad esempio io sono per mettere più storia dell’arte, musica, educazione fisica, è fondamentale che specie alle medie i nostri ragazzi possano liberare energie, correre, imparare sport, ovviamente l’inglese lingua madre per evitare di parlarlo come lo parlo io, e ci vuole un investimento in nuove tecnologie”.

Questi per sommi capi i punti, elaborati da Dire, delle linee guida del governo.

PRECARI. Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie ad Esaurimento.

CONCORSI. 40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

SUPPLENZE. Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.

CARRIERA. Ogni 3 anni 2 prof. su 3 avranno in busta paga 60 euro netti al mese in più grazie ad una carriera che premierà qualità del lavoro in classe, formazione e contributo al miglioramento della scuola. Dal 2015 ogni scuola pubblicherà il proprio Rapporto di Autovalutazione e un progetto di miglioramento.

AGGIORNAMENTO: Formazione continua obbligatoria mettendo al centro i docenti che fanno innovazione attraverso lo scambio fra pari.

TRASPARENZA. Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

BUROCRAZIA. Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.

NUOVE TECNOLOGIE. Piani di coinvestimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

CULTURA. Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scommettere sui punti di forza dell’Italia.

ALFABETIZZAZIONI. Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano ‘Digital Makers’ nella secondaria. Diffusione dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.

LAVORO. Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

MOF. Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.

E la ministra dell’Istruzione, Stefania Giannini, in occasione della pubblicazione de “La buona scuola”, ha detto su Twitter: “Oggi tiriamo una linea col passato. Il percorso di rinnovamento coinvolgerà tutti”.

Piano scuola o libro dei sogni?

da La Tecnica della Scuola

Piano scuola o libro dei sogni?

Documento corposissimo (clicca qui per il pdf): 136 pagine suddivise in 6 capitoli, densi di dati e di proposte. Difficile, per il momento, esprimere un giudizio

Si articola in 6 capitoli il “Piano Renzi” per riformare la scuola italiana.

Il primo è certamente quello che più interessa decine di migliaia di precari esi intitola “Assumere tutti i docenti di cui la buona scuola ha bisogno”

Si parla di assumere 150 insegnanti a partire dal settembre 2015 in modo da svuotare definitivamente le GAE.

“Si tratta – si legge nel documento – del più grande investimento sulla scuola degli ultimi 20 anni”

Per il 2015 si prevede un investimento di un miliardo di euro che però potrebbe risultare inferiore in relazione ai risparmi derivanti dalla eliminazione, almeno parziale, delle supplenze temporanee.

Il secondo capitolo parla di “formazione e carriera nella buona scuola”

Nel concreto il Governo ha in mente di “ripensare la carriera dei docenti, per introdurre ele­menti di differenziazione basati sul riconoscimento di impegno e meriti oltre che degli anni trascorsi dall’immissione in ruolo”.

Come ottenere questo risultato?

E’ necessario “un nuovo status giuridico dei docenti, che consenta incentivi economici basati sulla qualità della didattica, la formazione in ser­vizio, il lavoro svolto per sviluppare e migliorare il progetto formativo della propria scuola”.

Gli altri 4 capitoli affrontano i nodi della autonomia, dei contenuti di insegnamento, del rapporto scuola-lavoro e delle risorse necessarie per passare dai “sogni” alla realtà.

Arriva il docente Mentor

da La Tecnica della Scuola

Arriva il docente Mentor

 Se verrà approvato così come proposto nelle linee guida del Governo, questo nuovo profilo professionale seguirà la valutazione, coordinerà la formazione degli altri insegnanti, accompagnerà il percorso dei tirocinanti e aiuterà il dirigente scolastico nella valorizzazione delle risorse umane. Ma solo il 10% degli insegnanti potranno farlo.

Arriva il docente ‘Mentor’: è questa una della novità assolute contenute nelle linee guida presentate il 3 settembre dal Governo Renzi. In base a quanto contenuto nel corposo libretto ‘La Buona Scuola, questa nuova figura professionale, se confermata nell’iter di approvazione della riforma, seguirà la valutazione, coordinerà le attività di formazione degli altri insegnanti, accompagnerà il percorso dei tirocinanti e, più in generale, aiuterà il dirigente scolastico nella valorizzazione delle risorse umane.

Sarà scelto – si spiega nelle linee guida pubblicate oggi – dal nucleo di valutazione interno tra i docenti che per tre trienni consecutivi hanno avuto uno scatto di competenza. Rimarrà in carica per tre anni e potrà essere riconfermato. Il numero dei docenti ‘Mentor’ sarà limitato: indicativamente fino a un massimo del 10% di tutti gli insegnanti. Oltre a ricevere reddito derivante degli scatti, il docente ‘Mentor’ sarà retribuito con una indennità di posizione professionale.

Piano scuola: e le risorse?

da La Tecnica della Scuola

Piano scuola: e le risorse?

L’ultimo capitolo del “Piano scuola” è interamente dedicato al tema delle risorse.
L’annuncio: stabilizzeremo il Fondo di Istituto. Ma intanto si ammette che i fondi della autonomia non esistono più.

Il capitolo Piano Scuola sulle risorse economiche non parla di cifre precise ma fa intendere che comunque il Governo intende investire sul sistema di istruzione.
Una pagina intera del documento è dedicata ad una sorta di “autocritica” di quanto è avvenuto negli ultimi anni.
Intanto si fa una analisi – rapida, ma precisa – dell’andamento delle due più importanti fonti di finanziamento delle scuole: il MOF e i fondi della legge 440/97
A proposito del MOF si dice che, nel tempo, esso “è stato spesso utilizza­to per pagare altro, ossia l’ade­guamento degli scatti e degli arretrati stipendiali dei docenti; basti pensare che se nel 2010 le risorse destinate al MOF erano di quasi un miliardo e mezzo di euro, quelle rimaste utilizzabi­li per le attività in favore degli alunni sono diventate quest’an­no meno di mezzo miliardo” (va rilevato che sul punto il documento è poco preciso, perché in realtà il fondo ammonta attualmente a poco più di 600milioni, come peraltro si legge poche righe dopo!).
“Stessa sorte – spiega il Piano – è toccata alle risor­se della Legge 440 che sono passate dai 93 milioni del 2012, ai 78 nel 2013, ai circa 20 milioni attuali. Anche qui, perché quest’anno in particolare 39 milioni sono stati usati per recuperare le posizioni economiche del personale ATA e altri 20 milioni sono serviti negli ultimi mesi per affrontare il pro­blema di circa 11 mila esuberi di addetti alle pulizie delle scuole (ex LSU)”.
“Altro intento nobile per ragioni principalmente occu­pazionali – sottolinea il documento – ma che di fatto tolgo­no risorse destinate agli alunni”.
E allora come si può affrontare la situazione? Intanto bisogna “prima di tutto stabilizzare le risorse destinate al MOF su dei livelli congrui ed evitare che queste risorse siano dirottate all’interno del siste­ma scolastico su altre finalità, ugualmente degne, ma non strettamente legate al migliora­mento dell’offerta formativa”.
Ma soprattutto, il complessivo ri­pensamento della carriera dei docenti con­sentirà di riallocare le risorse at­tualmente assegnate sulla base dell’anzianità secondo criteri di premialità e di valorizzazione delle competenze. Ciò implica un più efficiente utilizzo delle stesse sia a favore dei docenti, sia a favore del miglioramento dell’offerta formativa, collegata al sistema di valutazione.
E ci sono anche altre importanti novità in arrivo: una percen­tuale delle risorse del Fondo di Istituto, una volta allocata ai singoli istituti, sarà utilizzabile in almeno due modi innovativi: il 10% delle ri­sorse sarà nella piena disponibi­lità del dirigente, per remunera­re docenti per attività gestionali e di didattica di particolare rilie­vo per il Piano di miglioramento.
Per un’altra quota (inizialmente del 5%) sarà promossa la gestio­ne attraverso la modalità del bilancio partecipato, coinvol­gendo studenti e rappresen­tanti dei genitori, per obiettivi didattici coerenti con le finalità strategiche del Piano di migliora­mento, ad esempio con attività laboratoriali innovative, compe­tenze di produzione e creatività digitale, percorsi di imprendito­rialità e alternanza-scuola lavo­ro.
E’ molto probabile, però, che queste intenzioni del Governo debbano fare  i conti con la volontà delle organizzazioni sindacali di mantenere un pieno controllo sulle risorse contrattuali: la partita, quindi, potrebbe essere lunga e di difficile soluzione.

Giannini, previsti 60 euro netti in più ma non per tutti i docenti

da La Tecnica della Scuola

Giannini, previsti 60 euro netti in più ma non per tutti i docenti

“Abbiamo fatto una previsione molto molto precisa con incrementi stipendiali di 60 euro netti al mese per un triennio”

La ministra dell’istruzione, Stefania Giannini, soffia sul fuoco degli aumenti salariali. Spiegando per grandi linee – nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi – come cambierà il meccanismo di calcolo dello stipendio per i docenti, che  non sarà più agganciato all’anzianità ma al merito, ha detto che gli aumenti “riguarderanno i due terzi degli insegnanti di ogni scuola che sarà in competizione con se stessa per migliorarsi, avere una possibilità in più ma che, soprattutto cancellerà il meccanismo ‘più capelli bianchi più euro’ in busta paga”.

Per quanto riguarda invece i precari, ha confermato che il Piano Scuola abolirà il precariato.

I precari, ha ricordato Giannini, sono attualmente 150.000: “sono insegnanti come gli altri, fanno il loro dovere e anche molto bene, come lo fanno gli altri insegnanti ma che non hanno la certezza di farlo”.

“Noi -ha proseguito Giannini- mettiamo una riga sopra il meccanismo patologico del precariato che esiste solo in Italia, riconduciamo la scuola alla sua fisiologia, assumiamo, a partire dal primo di settembre, un organico che non è più distinto ma si tratta di un organico funzionale per una scuola diversa”.

Sul come e dove verranno trovati i finanziamenti per attuare il Piano Scuola del governo, la ministra ha specificato: “La legge di stabilità troverà le risorse che servono per le assunzioni e per la messa regime della prima tornata delle assunzioni concorsuali”.

Una parte dei soldi necessari, ha puntualizzato il ministro, arriveranno dalla spending review. “Così come politicamente si decide dove investire o spendere, politicamente -ha aggiunto Giannini- si decide dove tagliare o risparmiare. Lo abbiamo detto più volte e lo faremo: la spending review sarà un’azione collegiale del governo, che individuerà dove trovare le risorse che servono a realizzare le priorità e la scuola è una priorità assoluta del governo”.

La ‘Buona Scuola’ piace agli studenti, meno ai presidi

da tuttoscuola.com

La ‘Buona Scuola’ piace agli studenti, meno ai presidi

La Buona Scuola targata Renzi-Giannini incassa la promozione degli studenti. E’ quanto emerge da un instant poll svolto dal portale Skuola.net su un campione di circa 2.000 studenti di scuole secondarie e universitari. Due su 3 infatti esprimono un parere positivo, anche se con riserva,  in attesa di verificare l’attuazione degli interventi. Oltre la metà degli intervistati era a conoscenza dell’appuntamento odierno e oltre il 70% si dichiara interessato ad approfondire le novità previste dal Governo.

Ma quali sono i provvedimenti proposti che riscuotono più successo tra i giovani? Senza dubbio l’alternanza scuola-lavoro obbligatoria, preferita da 1 studente su 4. Uno su 5, invece, pone l’accento sulla valutazione dei professori. Le altre novità sul corpo docente, come l’eliminazione alle supplenze e i corsi di aggiornamento obbligatori per i prof, ma anche il potenziamento della tecnologia a scuola e l’insegnamento della programmazione, conquistano il 10% delle preferenze circa ciascuna, in sostanziale parità. Pareri favorevoli e quasi unanimi nei confronti della consultazione online sulla riforma.

Assai meno convinti i dirigenti scolastici, che nel documento governativo vengono peraltro sempre chiamati ‘presidi’. L’ANP, dopo aver giudicato “largamente positive” le intenzioni espresse, formula una serie di riserve sugli “aspetti specifici” che in qualche modo le contraddicono. Per esempio, si legge in una nota dell’Associazione, “come si può immaginare una scuola in grado di elaborare un proprio progetto didattico, se a realizzarlo saranno docenti assegnati sempre e soltanto da fuori?”

Inoltre “non appare un passo avanti neppure l’aver immaginato gli ‘ispettori’ come una progressione di carriera del dirigente scolastico: si verrebbe così implicitamente a ripristinare una collocazione gerarchica che era stata superata da tempo”, mentre la “cosiddetta ‘carriera’ dei docenti” si riduce a una diversa progressione economica anziché prevedere una distinzione delle funzioni. “I docenti continuano invece ad essere visti come appartenenti ad un profilo unico, che si differenzia solo per le funzioni svolte pro tempore”.

Anche DiSAL parla di ‘buone’ intenzioni, ma avanza poi una serie di dubbi: “come è possibile un impegno di assunzione di 150mila persone senza indicare nulla sulle risorse necessarie? Come si può, per affrontare il problema delle supplenze, parlare di organico funzionale delle scuole, cioè dell’aumento del 10% della spesa attuale, quando finora abbiamo sentito solo parlare di tagli e di ‘senza onere’?”. E poi, sul  rapporto scuola-lavoro:  “quale modello tedesco si intende utilizzare se quello vero prevede la doppia frequenza, a partire dai 14 anni, della scuola e del lavoro in azienda ? Di questo non si legge nulla nel Rapporto; e come si può parlare di “aumento di ore in azienda” per gli studenti degli Istituti Professionali e Tecnici (escludendo quindi i Licei) con un passaggio da “100 a 200 ore annuali” di stage in azienda, quando questi numeri sono molto lontani dai modelli tedesco e francese a cui si dice volersi ispirare?

 

Giannini: no agli scatti e formazione continua obbligatoria

da tuttoscuola.com

Giannini: no agli scatti e formazione continua obbligatoria

Valutazione della didattica, crediti professionali. Valutazione della formazione, quindi crediti formativi. E valutazione dell’attività“. Così la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini, durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi, ha sintetizzato i criteri di valutazione degli insegnanti previsti dalla riforma della scuola.

Il ministro ha precisato di essere sempre stata, fin dall’inizio del suo mandato, esplicitamente contraria al meccanismo degli scatti automatici legati all’anzianità di servizio.

Avvieremo un accurato censimento delle competenze degli insegnanti”, ha poi aggiunto il ministro, “quelli esistenti e quelli via via in assunzione”. E la formazione continua diventerà obbligatoria.

Questa la dichiarazione in voce del Ministro.

 

Svuotamento GAE dal settembre 2015

da tuttoscuola.com

Svuotamento GAE dal settembre 2015

Le persone fisiche iscritte nelle GAE dopo l’ultimo aggiornamento erano 154.561, poco meno dei 148.100 posti previsti dal piano di assunzioni de “La buona scuola”. Il piano prevede lo svuotamento completo delle GAE al 1° settembre 2015 per effetto del massiccio reclutamento previsto.

I conti sembrano non tornare perché attualmente la legge prevede che nel reclutamento i posti siano divisi a metà tra graduatorie GAE e graduatorie degli idonei dei concorsi. Ma viene in soccorso un passaggio del piano che prevede eccezionalmente per le assunzioni del 2015 il 90 per cento dei posti riservati agli iscritti GAE. Occorrerà una legge, ma, visto che si prevede per le misure più urgenti di varare un decreto legge, l’ostacolo dell’uguale ripartizione tra GAE e concorso viene superato.

Tra le nomine in ruolo di questo anno scolastico, come riferisce il piano, vi sono state circa 15 mila chiamate dalle GAE che, pertanto, sono, allo stato attuale, di 140.600 unità. Il 90 per cento di a quelle 140.600 unità di iscritti corrisponde a 126.540 persone che sicuramente passeranno in ruolo.

Ne resterebbero fuori circa 14 mila che però entreranno in ruolo tramite concorso, perché compresi tra gli idonei (10.350) che saranno assunti e alcune migliaia già dichiarati vincitori. Se l’operazione svuotamento delle GAE andrà in porto tra un anno, ci sarà proprio da stupirsi.

 

Renzi: Più inglese nella scuola

da tuttoscuola.com

Renzi: Più inglese nella scuola
Le parole del premier a Rtl

Ha scelto Rtl 102.5 Matteo Renzi per spiegare l’impostazione della riforma della scuola.

E ai microfoni della prima radio nazionale ha affermato che “chi è nelle graduatorie a esaurimento della scuola deve essere assunto, perchè è un diritto. In cambio chiediamo però di cambiare le regole del gioco con più disponibilità degli insegnanti a essere valutati, ai presidi di scegliersi gli insegnanti che ritengono più adatti alla propria scuola”.

Il premier ha poi aggiunto che “non facciamo come gli altri che hanno annunciato la riforma della riforma della controriforma e siamo tutti usciti matti. Con linguaggio semplice e tranquillo diciamo che la scuola è il valore più importante di un Paese. Ed è anche il fattore di crescita dell’Italia, che tra vent’anni sarà competitiva se garantiremo dignità e stima agli insegnanti, tranquillità e tregua educativa ai genitori e protagonismo ai ragazzi. Proponiamo un percorso di ascolto sul territorio e ci apriamo al confronto con gli insegnanti perchè non devonovivere le proposte sul merito come punitive: i tanti insegnanti bravi vengono premiati, al meno bravo diciamo devi impegnarti di più”.

Insomma – conclude il presidente del Consiglio – “dal 15 settembre al 15 novembre ascolteremo i ragazzi sulle materie di discussione nella scuola, quello che si chiamava il programma, però chiederemo a tutti i ragazzi, le mamme, i papà, di aiutarci a capire. Ad esempio io sono per mettere più storia dell’arte, musica, educazione fisica, è fondamentale che specie alle medie i nostri ragazzi possano liberare energie, correre, imparare sport, ovviamente l’inglese lingua madre per evitare di parlarlo come lo parlo io (più che english sembra ‘globish’), e ci vuole un investimento in nuove tecnologie”.

Ma ecco le PAROLE di Matteo Renzi a Rtl.

 

Col Registro Nazionale docenti scelti dalle scuole

da tuttoscuola.com

Col Registro Nazionale docenti scelti dalle scuole

Il Registro Nazionale del personale sarà attivo a partire dall’anno scolastico 2015-2016 e offrirà le informazioni sulla professionalità (un portfolio ragionato) di tutti gli amministrativi, dirigenti, insegnanti, associato alla scuola in cui sono in servizio.

Il Registro conterrà tutte le informazioni amministrative provenienti dal fascicolo personale e altri dati aggiuntivi, sulla base della rodata sperimentazione degli ultimi due anni per la costruzione dell’anagrafe della professionalità del docente.

A cosa servirà questo Registro? A molte cose, dice il documento governativo: sarà navigabile dal personale amministrativo della scuola, per assolvere agli scopi della normale gestione del personale; una parte di questi dati, opportunamente identificati nel rispetto delle regole sulla riservatezza, sarà anche visibile online in relazione alla scuola il cui personale presta il servizio, come avviene nelle sezioni “Persone” sui siti di diverse organizzazioni.

Il Registro avrà una funzione organizzativamente molto rilevante a partire dal prossimo anno scolastico: nel caso dei docenti reclutati come organico funzionale, il registro sarà infatti lo strumento che ogni scuola (o rete di scuole) utilizzerà per individuare i docenti che meglio rispondono al proprio piano di miglioramento e alle proprie esigenze. E servirà, quindi, per incoraggiare e facilitare la mobilità dei docenti, da posti su cattedra a posti come organico dell’autonomia e viceversa, così come tra scuole diverse.

Il dirigente scolastico, consultati gli organi collegiali, potrà in tal modo chiamare nella sua scuola i docenti con un curriculum coerente con le attività con cui intenda realizzare l’autonomia e la flessibilità della scuola. In questo modo le scuole potranno utilizzare la leva più efficace per migliorare la qualità dell’insegnamento: la scelta delle persone.

Per ora, sembra di capire, potranno essere chiamati su cattedra solo gli insegnanti appartenenti all’organico funzionale, ma il documento prevede anche un ‘viceversa’, cioè dalla cattedra all’organico funzionale: riguarderà gli insegnanti non graditi nella scuola di appartenenza?

 

La buona scuola in 12 punti

da tuttoscuola.com

La buona scuola in 12 punti

Dopo la sintesi in 6 punti, pubblichiamo la versione in 12 punti del documento governativo sulla scuola, pubblicata nel sito passodopopasso.italia.it

1. MAI PIÙ PRECARI NELLA SCUOLA

Un piano straordinario per assumere 150 mila docenti a settembre 2015 e chiudere le Graduatorie ad Esaurimento.

2. DAL 2016 SI ENTRA SOLO PER CONCORSO

40 mila giovani qualificati nella scuola fra il 2016 e il 2019. D’ora in avanti si diventerà docenti di ruolo solo per concorso, come previsto dalla Costituzione. Mai più ‘liste d’attesa’ che durano decenni.

3. BASTA SUPPLENZE

Garantire alle scuole, grazie al Piano di assunzioni, un team stabile di docenti per coprire cattedre vacanti, tempo pieno e supplenze, dando agli studenti la continuità didattica a cui hanno diritto.

6. SCUOLA DI VETRO: DATI E PROFILI ONLINE

Online dal 2015 i dati di ogni scuola (budget, valutazione, progetti finanziati) e un registro nazionale dei docenti per aiutare i presidi a migliorare la propria squadra e l’offerta formativa.

7. SBLOCCA SCUOLA

Coinvolgimento di presidi, docenti, amministrativi e studenti per individuare le 100 procedure burocratiche più gravose per la scuola. Per abolirle tutte.

8. LA SCUOLA DIGITALE

Piani di co-investimento per portare a tutte le scuole la banda larga veloce e il wifi. Disegnare insieme i nuovi servizi digitali per la scuola, per aumentarne la trasparenza e diminuirne i costi.

9. CULTURA IN CORPORE SANO

Portare Musica e Sport nella scuola primaria e più Storia dell’Arte nelle secondarie, per scom- mettere sui punti di forza dell’Italia.

10. LE NUOVE ALFABETIZZAZIONI

Rafforzamento del piano formativo per le lingue straniere, a partire dai 6 anni. Competenze digitali: coding e pensiero computazionale nella primaria e piano “Digital Makers” nella secondaria. Diffusione dello studio dei principi dell’Economia in tutte le secondarie.

11. FONDATA SUL LAVORO

Alternanza Scuola-Lavoro obbligatoria negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’anno, estensione dell’impresa didattica, potenziamento delle esperienze di apprendistato sperimentale.

12. LA SCUOLA PER TUTTI, TUTTI PER LA SCUOLA

Stabilizzare il Fondo per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF), renderne trasparente l’utilizzo e legarlo agli obiettivi di miglioramento delle scuole. Attrarre risorse private (singoli cittadini, fondazioni, imprese), attraverso incentivi fiscali e semplificazioni burocratiche.

 

Piano scuola: bene le assunzioni Ora il contratto

Piano scuola: bene le assunzioni
Ora il contratto

Il documento del Governo “La buona scuola” recepisce alcune proposte che la FLC CGIL ha presentato negli ultimi due anni. Prima fra tutte la proposta di assunzione di 150 mila docenti che avvia la soluzione del problema del precariato. Sono anni che chiediamo la copertura dei posti disponibili. Quindi è una buona notizia. C’è però bisogno di avere certezze sulle risorse effettivamente disponibili. Positive sono anche: l’istituzione dell’organico funzionale, l’eliminazione delle “molestie burocratiche”, la restituzione del tempo pieno, la riforma degli organi collegiali.

Negativo nel documento è l’assenza di qualunque riferimento al rinnovo del contratto, fermo da 7 anni, nonostante si prefiguri un ridisegno di profili professionali e di materie regolate dal contratto. Né si fa riferimento al sindacato come interlocutore privilegiato sulle materie inerenti il rapporto di lavoro o come interlocutore tout court nella consultazione (ben venga) che si intende lanciare sulla proposta. Nelle stesse ore in cui è stato proposto il piano scuola la Ministra Madia ha annunciato che non ci sono le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici.

Molte critiche esprimiamo anche sull’abolizione totale delle anzianità e sui criteri che si intendono introdurre nelle progressioni delle carriere che sono farraginosi, incerti nel chi valuta che cosa, ispirati a logiche competitive per premiare una parte ed escludere altri docenti definendo in anticipo la percentuale dei cosiddetti meritevoli. Si impostano le carriere sulla valutazione individuale dei singoli docenti e non incentivando il lavoro in team che può consentire un’effettiva innovazione dei modelli didattici e pedagogici della scuola. Peraltro le risorse sono le stesse degli scatti. Non vi è alcun riferimento al personale ATA la cui funzione è determinante per migliorare l’offerta formativa.

Un’ulteriore ingiustificata assenza è l’elevamento dell’obbligo scolastico a 18 anni mentre si piega l’istruzione ai bisogni delle imprese proponendo un modello di scuola che indebolisce la sua funzione sociale e democratica.

Attiveremo iniziative in tutti i territori e siamo pronti al confronto con il Governo ma anche alla lotta se non si ascolteranno le ragioni dei lavoratori. Deve essere chiaro che i punti di partenza devono essere certezze di risorse, rinnovo del contratto nazionale e una scuola non piegata alle logiche aziendaliste.

Gazzetta ufficiale – Serie Generale n. 205

Gazzetta Ufficiale

Serie Generale
n. 205 del 4-9-2014

Sommario

DECRETI PRESIDENZIALI

 


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 27 giugno 2014


Autorizzazione al Ministero dell’istruzione, dell’universita’ e della
ricerca ad assumere a tempo indeterminato, per l’anno scolastico
2012/2013, n. 5.336 unita’ di personale ATA e, per l’anno scolastico
2013/2014, n. 3.730 unita’ di personale ATA e n. 4.447 unita’ di
personale docente da destinare al sostegno degli alunni con
disabilita’. (14A06842)

 

 

Pag. 1

 

 

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

 


DECRETO 29 agosto 2014


Disposizioni per il rilascio dei passaporti diplomatici e di
servizio. (14A06852)

 

 

Pag. 4

 

 

MINISTERO DELLA SALUTE

 


DECRETO 28 agosto 2014


Modifica del decreto 7 marzo 2006, concernente i principi
fondamentali per la disciplina unitaria in materia di formazione
specifica in medicina generale. (14A06853)

 

 

Pag. 12

 

 

MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

 


DECRETO 30 maggio 2014


Delega di attribuzioni per taluni atti di competenza al
Sottosegretario di Stato On. Giuseppe Castiglione. (14A06848)

 

 

Pag. 12

 

 

 


DECRETO 28 agosto 2014


Autorizzazione alla riduzione del titolo alcolometrico volumico
totale minimo delle partite destinate all’elaborazione del vino
spumante DOP «Prosecco» per la campagna vendemmiale 2014/2015.
(14A06849)

 

 

Pag. 13

 

 

 


DECRETO 28 agosto 2014


Autorizzazione alla riduzione del titolo alcolometrico volumico
totale minimo delle partite destinate all’elaborazione del vino
spumante DOP «Colli Asolani – Prosecco» o «Asolo – Prosecco» per la
campagna vendemmiale 2014/2015. (14A06850)

 

 

Pag. 14

 

 

 


DECRETO 28 agosto 2014


Autorizzazione alla riduzione del titolo alcolometrico volumico
totale minimo delle partite destinate all’elaborazione del vino
spumante DOP «Conegliano Valdobbiadene – Prosecco» per la campagna
vendemmiale 2014/2015. (14A06851)

 

 

Pag. 14

 

 

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

 


DECRETO 8 agosto 2014


Ampliamento dell’ambito della rete di trasmissione nazionale
dell’energia elettrica. (14A06843)

 

 

Pag. 15

 

 

ESTRATTI, SUNTI E COMUNICATI

AUTORITA’ DI BACINO DEI FIUMI ISONZO, TAGLIAMENTO, LIVENZA, PIAVE, BRENTA-BACCHIGLIONE

 


COMUNICATO


Approvazione dell’aggiornamento della perimetrazione relativa alla
pericolosita’ geologica nel comune di Venzone. (14A06847)

 

 

Pag. 16

 

 

 


COMUNICATO


Approvazione dell’aggiornamento della perimetrazione relativa alla
pericolosita’ geologica nei comuni di Villa Santina e Tolmezzo.
(14A06846)

 

 

Pag. 16

 

 

AUTORITA’ DI BACINO DELLA PUGLIA

 


COMUNICATO


Aggiornamento delle perimetrazioni del Piano di assetto idrogeologico
della Puglia per il territorio comunale di Sannicandro di Bari.
(14A06844)

 

 

Pag. 17

 

 

 


COMUNICATO


Adozione del Progetto di Piano P.A.I. per il territorio comunale di
Patu’. (14A06845)

 

 

Pag. 17

 

 

MINISTERO DELL’INTERNO

 


COMUNICATO


Comunicato relativo all’avviso di soppressione della Confraternita
del SS. Sacramento e Rosario, in Campello sul Clitunno. (14A06854)

 

 

Pag. 17

Ordinanza Tribunale Pisa 4 settembre 2014

TRIBUNALE DI PISA

Nel procedimento cautelare iscritto al n. r.g. 4744/2014 promosso da

C.M. con il patrocinio dell’avv. RIGHINI ALESSIO e dell’avv. elettivamente domiciliato in VIA TOSCO ROMAGNO-LA 191 – CASCINA presso il difensore avv. RIGHINI ALESSIO

RICORRENTE/I

contro

LICEO STATALE C. CARDUCCI – MIUR (C.F. ) con il patrocinio dell’avv. e dell’avv. elettivamente domiciliato in presso il difensore avv.

RESISTENTE/I

Il Giudice dott. Eleonora Polidori,

a scioglimento della riserva assunta all’udienza del 29/08/2014,

ha pronunciato la seguente

ORDINANZA

Con ricorso ai sensi dell’art. 3 e 4 L. n. 67/2006, la sig.ra C M (e successivamente il sig. C M) nella loro qualità di genitori esercenti la potestà legale sul figlio minore, A C, adivano questo Tribunale chieden-do l’accoglimento delle seguenti conclusioni:

“Voglia Il Tribunale di Pisa, ritenuto e dichiarato, in via preliminare, per le causali esposte in narrativa, che il mancato accoglimento del minore nel Liceo Musicale costituisce atto e/o comportamento discriminatorio, ordinare la cessazione del comportamento e/o della condotta e/o dell’atto discriminatorio pregiudizievole, adottando ogni altro provvedimento idoneo a rimuoverne gli effetti. Con vittoria di spese ed onorari di causa.”.

Ricorso e decreto di fissazione dell’udienza di comparizione delle parti venivano ritualmente notificati alle parti convenute Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca Scientifica e al Liceo Statale G. Carducci di Pisa.

A sostegno del ricorso i ricorrenti espongono quanto segue:

1) Sono genitori di A C, ragazzino affetto da una disabilità grave, ai sensi e per gli effetti dell’art. 3, comma 3, legge n. 104/92 (v. verbale di visita collegiale ex art. 4 della citata legge prodotto sub allegato n. 1), in quanto affetto da una grave forma di autismo per la quale è seguito sin dall’anno 2002 dalla USL di Pisa, reparto neuropsichiatria infantile, oggi nella persona del Dott. B;

2) Il Dott. B, nella sua qualità di neuropsichiatra infantile dell’ASL di Pisa, ha partecipato alla redazione del piano educativo individualizzato (P.E.I.) al fine di elaborare un progetto didattico adeguato alla personalità del minore nonché alle sue inclinazioni scolastiche; nei P.E.I. redatti nel corso degli ultimi anni e nella relazione del Dott. B datata 2 luglio 2014 (allegati), è sempre stata sottolineata ed evidenziata l’importanza della musica per il ragazzo, input verso il quale Andrea mostra interesse e mezzo attraverso il quale egli riesce ad integrarsi ed esprimersi. Il predetto specialista ha altresì sottolineato come il ragazzo, durante lo svolgimento di attività connesse all’educazione musicale, abbia dimostrato di essere maggiormente in grado “di rispettare le regole della classe, di controllare i tic e di entrare in relazione con i compagni”, ritenendo conseguentemente fondamentale per lo stesso “la realizzazione di un Piano Educativo Individualizzato che preveda prevalentemente le attività motivanti sopradescritte, con le quali sostenere l’autostima, il raggiungimento del successo e stimolare le potenzialità di sviluppo cognitivo ed affettivo”;

3) per le suddette motivazioni la madre iscriveva suo figlio al costituendo Liceo Musicale di Pisa;

in data 5 aprile 2014 A C veniva sottoposto ad un test di ammissione predisposto direttamente dall’insegnante di sostegno e senza che il ragazzo (né la commissione esaminatrice) fossero preventivamente preparati alla prova, in spregio ai numerosi P.E.I. del disabile ed alla sua condizione; infatti, da una attenta lettura dei P.E.I. e della relazione del Dott. B, la disabilità del ragazzo si manifesta prevalentemente in disturbi di tipo comportamentale, essendo segnalate “gravi difficoltà di regolazione, scarso controllo degli impulsi, ansia prestazionale, tendenza all’isolamento, stereotipie motorie, disagio in situazioni nuove e poco strutturate”;

Tanto premesso, assumono i ricorrenti che le condizioni di disabilità del ragazzo erano (e sono) tali per cui lo stesso non avrebbe dovuto essere sottoposto a prova alcuna, pur se diversificata, in quanto quest’ultimo, soprattutto sotto stress ed in ambienti a lui non familiari e davanti a persone sconosciute, tende a chiudersi ancor di più in se stesso e a non interagire in alcuna maniera con i presenti, isolandosi dal contesto ed accentuando le stereotipie motorie.

A conferma, evidenziano che i problemi comportamentali del ragazzo erano emersi chiaramente nel corso della prova a cui è stato sottoposto, come risulta dal verbale di scrutinio che producevano.

Rilevano inoltre che l’art. 20 della L. 104/92, come modificato dal D.L. 90/14, relativamente alle prove d’esame nei concorsi pubblici e per l’abilita-zione alle professioni, stabilisce che “la persona handicappata affetta da invalidità uguale o superiore all’80% non è tenuta a sostenere la prova preselettiva eventualmente prevista”, principio questo che, assumevano i ricorrenti, a maggior ragione, è da ritenersi applicabile in un ambito, quale quello scola-stico, in cui il disabile forma la propria personalità.

Tutto ciò premesso, lamentano pertanto i ricorrenti che la condotta tenuta dalle amministrazioni integra una discriminazione da parte delle Amministrazioni convenute.

In giudizio si costituivano ritualmente entrambe le parti resistenti con il ministero dell’Avvocatura Distrettuale di Firenze, che sostenevano l’infondatezza del ricorso e ne chiedevano il rigetto.

La materia è disciplinata dalla Legge 1 marzo 2006, n. 67 che ha assicurato la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni e che è stata recentemente modificata dall’art. 28 d. lvo. 150/11, secondo cui le controversie in materia di discriminazione di cui all’articolo 3 della legge 1° marzo 2006, n. 67, sono regolate dal rito sommario di cognizione, ove non diversamente disposto dalla stessa norma ed è competente il tribunale del luogo in cui il ricorrente ha il domicilio.

È la stessa norma dell’art. 28 cit. che testualmente prevede che “con l’ordinanza che definisce il giudizio il giudice può (..) ordinare la cessazione del comportamento, della condotta o dell’atto discriminatorio pregiudizievole, adottando, anche nei confronti della pubblica amministrazione, ogni altro provvedimento idoneo a rimuoverne gli effetti. Al fine di impedire la ripetizione della discriminazione, il giudice può ordinare di adottare, entro il termine fissato nel provvedimento, un piano di rimozione delle discriminazioni accertate. Nei casi di comportamento discriminatorio di carattere collettivo, il piano e’ adottato sentito l’ente collettivo ricorrente”.

È bene richiamare il quadro normativo in materia di integrazione scolastica dei minori diversamente abili.

La Legge 5 febbraio 1992, n. 104, “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”, all’art. 12, sancisce il diritto all’educazione e all’istruzione, prevedendo al comma secondo che “è garantito il diritto all’educazione e all’istruzione della persona handicappata nelle sezioni di scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle istituzioni universitarie” e ai commi successivi che “l’integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona handicappata nell’apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione. L’esercizio del diritto all’educazione e all’istruzione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento né da altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all’handicap”.

Tale norma prevede poi la predisposizione di piani di studio individualizzati con l’obiettivo di porre in rilievo sia le difficoltà di apprendimento conseguenti alla situa-zione di handicap e le possibilità di recupero, sia le capacità possedute che devono esse-re sostenute, sollecitate, progressivamente rafforzate e sviluppate nel rispetto delle scelte culturali della persona handicappata.

Il successivo articolo 13 garantisce poi l’integrazione scolastica, mentre, per quanto in questa particolarmente interessa l’art. 16 disciplina la “valutazione del rendimento e prove d’esame”, prevedendo che “nella valutazione degli alunni handicappati da parte degli insegnanti è indicato, sulla base del piano educativo individualizzato, per quali discipline siano stati adottati particolari criteri didattici, quali attività integrative e di sostegno siano state svolte, anche in sostituzione parziale dei contenuti programmatici di alcune discipline” e che “nell’ambito della scuola secondaria di secondo grado, per gli alunni handicappati sono consentite prove equipollenti e tempi più lunghi per l’effettuazione delle prove scritte o grafiche e la presenza di assistenti per l’autonomia e la comunicazione”.

Come si vede, la legge ammette che il disabile sia sottoposto a prove d’esame, ma ritiene questo Giudice che, rispetto alla prova d’esame, diverso sia il caso della prova d’ingresso come quella cui è stato sottoposto il C.

Ed invero, con la prova cui è stato sottoposto il disabile A C non si mirava a valutare l’esito dello specifico percorso di apprendimento scolastico, quanto piuttosto a verificare, sia pure a mezzo dell’insegnante di sostegno, il previo possesso da parte del ragazzo di “specifiche competenze musicali o coreutiche” così come previsto per tutti i candidati dall’art. 7 del DPR n. 89 del 15.3.2010, richiamato anche da parte resistente.

In sostanza, mentre la prova d’esame di cui al citato art. 13 è volta a valutare i risultati raggiunti (anche attraverso il lavoro dei docenti specializzati nel sostegno) all’esito del percorso scolastico individualizzato nell’interesse esclusivo del disabile (percorso che deve essere stato realizzato con l’osservanza di tutte le norme specifiche), diversamente la prova d’ingresso in questione, con il diverso obiettivo anche di limitare il numero degli allievi, mirava a valutare competenze già insite nei candidati (frutto quindi di loro specifiche doti naturali, interessi, inclinazioni), competenze che, all’evidenza, possono non ricorrere nei soggetti portatori di handicap proprio a causa essenzialmente della propria disabilità.

In sintesi, quello che appare effettivamente discriminante è l’avere sottoposto un minore gravemente disabile come A C non già a una prova d’esame all’esito di un ciclo scolastico, quanto piuttosto ad una prova preliminare, ad una selezione preliminare di ingresso dichiaratamente “preordinata alla verifica del possesso di specifiche competenze musicali o coreutiche”, senza previamente interrogarsi se il ragazzo fosse per la sua patologia in grado di possedere tali prerequisiti ovvero se il lavoro scolastico affrontato dal disabile in precedenza lo avesse effettivamente posto in condizioni di ambi-re anch’egli, e nonostante il suo handicap, al possesso di specifiche competenze musi-cali o coreutiche.

E che l’interpretazione più corretta della nozione di “prove d’esame” di cui al cit. art. 16, sia quella ora detta (e limitata quindi alla valutazione degli esiti del percorso mirato di studi) e non possa estendersi a ricomprendere anche la prova preliminare di ingresso, si ricava anche implicitamente da tutta la ratio della legge medesima, così come esplicitata anche dal successivo art. 20 che disciplinando il diverso settore delle “prove d’esame nei concorsi pubblici e per l’abilitazione alle professioni”, al comma 2-bis dispone “La persona handicappata affetta da invalidità uguale o superiore all’80% non è tenuta a sostenere la prova preselettiva eventualmente prevista”.

È quindi corretta l’osservazione dei ricorrenti: se un invalido grave non può essere sottoposto a una prova preselettiva per l’accesso ad un’attività lavorativa (nella quale solitamente è richiesta pur sempre una prestazione anche al disabile), a maggior ragione un invalido grave non deve poter essere sottoposto ad una prova d’ingresso preselettiva per accedere ad una scuola secondaria finalizzata esclusivamente al completamento della sua educazione e della sua istruzione.

In sintesi, si ritiene che la condotta delle amministrazioni convenute abbia integrato una discriminazione anche alla luce dei principi fissati dalla legge 1/3/2006 n. 67, (volta appunto a promuovere “la piena attuazione del principio di parità di trattamento e delle pari opportunità nei confronti delle persone con disabilità (..) al fine di garantire alle stesse il pieno godimento dei loro diritti civili, politici, economici e sociali”).

In particolare, l’art. 2 della medesima legge che definisce la nozione di discriminazione, tra l’altro così si esprime: “si ha discriminazione indiretta quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone”.

Ebbene è proprio questo che è accaduto nel caso di specie: un atto apparentemente neutro, la prova di ingresso ad una scuola secondaria, ha posto un disabile grave in una posizione di svantaggio rispetto alle persone normodotate, perché era tesa alla verifica del possesso di prerequisiti già in possesso del candidato (e all’evidenza non presenti purtroppo nel giovane disabile A C) e non già dell’esito di un percorso di studi elaborato su misura per la sua patologia.

In conclusione, il Tribunale ritiene chiaramente sussistente la discriminazione perpetrata ai danni del figlio dei ricorrenti per averlo sottoposto alla prova preordinata alla verifica del previo possesso di specifiche competenze musicali e coreutiche.

Il ricorso deve essere quindi accolto nei termini di cui al dispositivo, ordinando al Mini-stero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca scientifica (MIUR) e al Liceo Carducci di consentire l’iscrizione, l’ammissione e la frequenza da parte di C A del Liceo Musicale.

Spese secondo soccombenza.

P.Q.M.

Il Tribunale di Pisa, in persona del Giudice dott. E. Polidori, decidendo sul ricorso, così provvede:

Dichiara che il mancato accoglimento del minore A C nel Liceo Musicale costituisce atto e/o comportamento discriminatorio;

ordina la cessazione della condotta discriminatoria e per l’effetto ordina alle parti convenute di consentire immediatamente e comunque entro il giorno 10 settembre 2014 a C A l’iscrizione, l’ammissione e la frequenza del Liceo Musicale G. Carducci per l’anno scolastico in procinto di cominciare;

condanna le parti resistenti alle spese che liquida in €. 2.500,00 per compensi ai difensori ed € 125,00 per esborsi, oltre accessori di legge.

Pisa, 4 settembre 2014

Il Giudice

dott. Eleonora Polidori