ALL’ATTENZIONE DEL GOVERNO DUE PRIORITA’ E UNO STRUMENTO PER REALIZZARLE

L’ADI PONE ALL’ATTENZIONE DEL GOVERNO DUE PRIORITA’ E UNO STRUMENTO PER REALIZZARLE

In attesa delle decisioni governative, l’ADI propone due sole priorità, capaci di innescare  innovazioni che facciano uscire la scuola dalle acque stagnanti dello status quo: 1) la trasformazione degli Istituti Professionali statali, 2) il liceo quadriennale. E indica come strumento per una loro efficace realizzazione l’avvio di Istituti Autonomi a Statuto Speciale

1) TRASFORMAZIONE DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI STATALI. Non si può più rimanere ciechi di fronte al fallimento dell’Istruzione professionale statale e alle gravi conseguenze che porta con sé, soprattutto nelle regioni del Sud dove è assente l’Istruzione e Formazione Professionale regionale. l’ADI considera pertanto priorità assoluta   il  riordino degli Istituti Professionali Statali, con queste indicazioni: a) eliminazione dell’attuale Istruzione professionale statale (come è avvenuto di fatto a Trento e Bolzano), b) trasformazione degli Istituti Professionali in parte  in Istituti Tecnici ( per alcune specializzazioni), e in parte in Istituti ai quali sia assegnato lo svolgimento  delle qualifiche e dei diplomi quadriennali  dell’Istruzione e Formazione Professionale regionale. Non è sufficiente la semplice estensione del modello di sussidiarietà complementare, occorre il varo di un decreto che attribuisca a questi Istituiti effettiva autonomia di budget, di assunzione del personale e di flessibilità organizzativa: ISTITUTI AUTONOMI A STATUTO SPECIALE , sul modello della prima esperienza inglese delle Academies.

2) LA SVOLTA DEL LICEO QUADRIENNALE:  ADI esprime la convinzione che il liceo quadriennale possa rimettere in moto le nostre scuole e scuotere la polvere della mediocrità. Può dimostrare  che si possono superare i modelli inflattivi dei tempi scolastici e i  curricoli enciclopedici, e perseguire la vera finalità del liceo del 21° secolo: rendere gli studenti autonomi. Non ultimo può sviluppare risposte inedite alla pressante domanda di fare di più e meglio con meno.

Anche il liceo breve ha necessita di una situazione di reale autonomia, di nuovo si rivendica lo strumento degli Istituti autonomi a statuto speciale.

3)INFINE UNA COMUNICAZIONE:  ADI HA CONFERITO A MARIO GIACOMO DUTTO, GIA’ DIRETTORE DEL MIUR, IL TITOLO DI SOCIO ONORARIO. Non è comune che un’associazione professionale  conferisca un tale titolo a un ex Direttore del Ministero della Pubblica Istruzione. Ma la carriera di Mario Giacomo Dutto, PhD, rappresenta un esempio raro di “carriera scolastica ideale” iniziata come docente, poi dirigente scolastico e ispettore fino ai vertici del Ministero. Nel suo ruolo di Direttore degli ordinamenti, Dutto non ha mai dimenticato la sua formazione legata al “fare scuola”. E’ una delle rarissime figure che, con la qualità del loro lavoro, hanno dimostrato come la presenza di persone di scuola all’interno dell’Amministrazione sia una delle “rivoluzioni” culturali e gestionali più significative per l’istruzione nel nostro Paese.

Alessandra Cenerini

Presidente nazionale ADi, Associazione Docenti e Dirigenti scolastici Italiani

Educazione&Scuola Newsletter n. 1044

Educazione&Scuola Newsletter n. 1044

Agosto 2014

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Il Governo vuole dare 80 euro in più mese da maggio ma ne deve almeno 5.000 euro di arretrati per i mancati aumenti contrattuali dal 2009. Il lavoratore ne ha diritto, perché l’inflazione è cresciuta dal 2010 di 4 punti percentuali rispetto agli aumenti disposti dall’ultimo contratto scaduto. Per la Consulta è tutto legittimo ma l’Anief ha intenzione di rivolgersi alla CEDU. Ricorri gratuitamente, scrivi a r.stipendio@anief.net Se poi sei un neo-assunto dal 2011 ad invarianza finanziaria non avrai più un aumento di stipendio per colpa del CCNL del 4 agosto 2001, che in questo momento equivale a uno stipendio in meno all’anno. Non è colpa tua se lo Stato ti assunto per tanti anni da precario e se ora non vuole pagare, sostenuto da alcuni sindacati, i costi della tua stabilizzazione. Scrivi a gradoni@anief.net E che dire della trattenuta del 2,5% per la costituzione del TFR, illegittima anche per i giudici della Corte costituzionale. Che aspetti, scrivi a tfr@anief.net Recupera i tuoi soldi, difendi i tuoi diritti.


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Notizie

Verso il sistema nazionale di valutazione

Mola di Bari, 29 agosto 2014

Concorso Dirigenti Scolastici

26 agosto: il MEF autorizza l’assunzione di 620 nuovi dirigenti scolastici

Riforma Scuola – XVII Legislatura (2013 – )

a cura di Dario Cillo – ultimo aggiornamento: 26 agosto 2014

8 agosto Riforma Costituzione in Senato

L’Aula del Senato approva il disegno di legge costituzionale recante “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di …

7 agosto Immissioni in ruolo

33.380 nuove immissioni in ruolo autorizzate per l’anno scolastico 2014/2015

7 agosto Piano per l’Edilizia scolastica

Parte l’iniziativa #Scuolebelle: lettera, da MIUR e Anci, ai Sindaci delle Amministrazioni Comunali nel cui territorio ricadono i plessi scolastici oggetto di finanziamento

7 agosto DL Semplificazione e trasparenza amministrativa alla Camera

La Camera approva in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 sulla pubblica amministrazione

7 agosto DL Competitività al Senato

Il Senato approva definitivamente il ddl di conversione in legge del Decreto-Legge 24 giugno 2014, n. 91, in materia di competitività

5 agosto Sistema integrato Educazione e Istruzione (0 – 6 anni) al Senato

La 7a Commissione del Senato esamina il DdL AS 1260, Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle …

Mobilità 2014-2015

4 agosto: pubblicazione movimenti Personale ATA

 


Norme

Decreto Ministeriale 29 agosto 2014, n. 712

Rettifca DM 612/2014 Contratti Scuole di specializzazione Medicina a.a. 2013/14

Ordinanza Ministeriale 28 agosto 2014, n. 710

Trasferimenti del personale docente e tecnico amministrativo delle Accademie e dei Conservatori di musica e tecnico amministrativo degli Isia e delle Accademie nazionali di danza e arte drammatica

Nota 28 agosto 2014, AOODPIT Prot.n. 2694

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione AI DIRETTORI GENERALI DEGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI LORO SEDI Oggetto: …

Nota 28 agosto 2014, AOODPIT Prot.n. 2700

Assunzioni a tempo indeterminato del personale docente ed educativo per l’a.s. 2014/2015. Precisazioni

Nota 27 agosto 2014, AOODGPER Prot. n. 8479

Graduatorie di Istituto

Nota 27 agosto 2014, Prot. n. 8481

Anno scolastico 2014/2015 – Istruzioni e indicazioni operative in materia di supplenze al personale docente, educativo ed A.T.A.

Nota MEF 26 agosto 2014, Prot. n.18345

Richiesta di autorizzazione ad assumere a tempo indeteiminato n. 620 dirigenti scolastici per l’anno scolastico 2014/2015

Avviso 22 agosto 2014

Modalità di recupero dei posti per le immissioni in ruolo fra GM e GAE

Nota 20 agosto 2014, Prot. AOODGSSSI n. 2060

Scrutini finali analitici – Comunicazione esito scrutinio integrativo per gli studenti con giudizio finale sospeso a.s. 2013/2014

Messaggio MEF 20 agosto 2014, n. 107

CCNL scuola del 7 agosto 2014, per il reperimento delle risorse per il ripristino scatti anzianità anno 2012 e CCNL personale ATA per il ripristino delle posizioni economiche del 7 agosto 2014. Interventi …

Circolare FP 20 agosto 2014, n. 5

Prerogative sindacali nelle pubbliche amministrazioni. Articolo 7 del decreto-legge del 24 giugno 2014 n. 90, convertito con modificazioni dalla legge n. 114 dell’11 agosto 2014

Nota 19 agosto 2014, Prot. n. 8162

Assunzioni a tempo indeterminato del personale docente ed educativo per l’a.s. 2014/2015 – ulteriori chiarimenti allegato A

Legge 11 agosto 2014, n. 116

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, recante disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia …

Legge 11 agosto 2014, n. 114

Decreto Ministeriale 8 agosto 2014, n. 612

Bando per l’ammissione alle Scuole di specializzazione in Medicina a.a. 2013/14

Comunicato MAE 8 agosto 2014

Posti per nomine A.S. 2014-2015

CCNL (ARAN, 7.8.14)

Reperimento delle risorse da destinare per le finalità di cui all’art. 8, comma 14 del D.L. n. 78/2010 e dell’art. 4 comma 83 della legge n. 183/2011 ed al recupero dell’utilità dell’anno 2012 ai fini …

Nota 7 agosto 2014, AOODGPER Prot. n. 7955

ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO DEL PERSONALE DOCENTE ED EDUCATIVO PER L’AS. 2014/15 – ISTRUZIONI OPERATIVE

CCNL (ARAN, 7.8.14)

Riconoscimento al personale ATA del comparto Scuola dell’emolumento una-tantum avente carattere stipendiale di cui all’art. l-bis del decreto legge 23 gennaio 2014, n. 3, convertito con modificazioni dalla …

Decreto Ministeriale 7 agosto 2014, Prot.n. 609

Prezzi di copertina dei libri di testo della scuola primaria per l’anno scolastico 2014/2015

Ipotesi Intesa (MIUR, 7.8.14)

Ripartizione delle risorse di cui agli artt. 33, 62, 85, 87 del CCNL 2006/2009 per l’anno scolastico 2014/2015

CCNI (MIUR, 7.8.14)

Nota 7 agosto 2014, AOODGPER Prot. n. 7957

ASSUNZIONI A TEMPO INDETERMINATO DEL PERSONALE ATA PER L’A.S.2014/2015

Ordinanza Ministeriale 6 agosto 2014, n. 43

CALENDARIO DELLE FESTIVITÀ E DEGLI ESAMI PER L’ANNO 2014/2015

Accordo CU 5 agosto 2014, n. 90

Realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi degli Istituti Tecnici Superiori

Nota 5 agosto 2014, AOODGSC Prot.4780

Documentazione delle presenze degli alunni ospedalizzati ai fini della valutazione periodica e finale (DPR n. 122/2009) attraverso il registro elettronico

Avviso 4 agosto 2014

Aggiornamento graduatorie di istituto docenti – Modello B, scelta delle sedi

Avviso 1 agosto 2014, AOODGPFB Prot. n.6198

A.S. 2013/14 – Apertura della funzione “Rilevazione oneri indennità di bilinguismo e trilinguismo, indennità di direzione al sostituto del DSGA”

Nota 1 agosto 2014, Prot. n. AOODGPER 7740

Utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie del personale docente, educativo ed A.T.A. per l’anno scolastico 2014/15. Riapertura dei termini di presentazione delle domande da parte del personale docente

Nota 1 agosto 2014, Prot. n . AOODGPER 7749

Personale docente dichiarato permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti – attuazione delle disposizioni contenute nell’art. 15, commi 4 e seguenti, …

Decreto Ministeriale 1 agosto 2014, n. 595

Contratti statali per le specializzazioni mediche a.a. 13/14

 


Rubriche

in Bacheca della Didattica

Giannini fa rima con Gelmini?

di Gabriele Boselli

Agenda del DS 2014-2015

di Dario Cillo

Riforma Scuola – XVII Legislatura (2013 – )

a cura di Dario Cillo – ultimo aggiornamento: 26 agosto 2014

Intelligenze al macero

di Domenico Ciccone

Salireste su una nave senza capitano?

di Laura Biancato

Una Scuola, un Dirigente!

di Francesco G. Nuzzaci

#Scuolebelle?

di Mario Coviello

Prospettare senza conoscere

di Enrico Maranzana

Non chiudete le biblioteche

di Mario Coviello

Europ@Fondi Strutturali di Fabio Navanteri

in Famiglie

Le deliberazioni degli organi collegiali

di Cinzia Olivieri

Orario scolastico: i tempi e le modalità di decisione e pubblicità

di Cinzia Olivieri

Sportello Genitori Studenti e Scuola

a cura di Cinzia Olivieri

“Pasticcio” o disinteresse?

di Cinzia Olivieri

Handicap&Società di Rolando Alberto Borzetti

in LRE di Paolo Manzelli

QUANTUM – ART & DESIGN

di Paolo Manzelli

in PSSP&MD di Umberto Tenuta

Scuola rimandata

di Umberto Tenuta

Scuola per una società che si perpetua

di Umberto Tenuta

Docenti e studenti premiati

di Umberto Tenuta

Riforma della discriminazione premiale

di Umberto Tenuta

Renzi e Giannini ascoltate le mamme

di Umberto Tenuta

Impara ad amare il prossimo tuo come te stesso

di Umberto Tenuta

Riforma scuola Renzi – Giannini

di Umberto Tenuta

Libri di testo vel tablet

di Umberto Tenuta

Aggiornamento buco nero

di Umberto Tenuta

Grembi della gestazione

di Umberto Tenuta

Studenti voi non esistete

di Umberto Tenuta

Musica solo musica maestra

di Umberto Tenuta

Percorso formativo mio

di Umberto Tenuta

Strade dei nostri amori

di Umberto Tenuta

Tablet parliamone

di Umberto Tenuta

Tablet magici

di Umberto Tenuta

Maestre claytoniane e loro impegni

di Umberto Tenuta

Riforme della Scuola

di Umberto Tenuta

Educhiamo alla bellezza

di Umberto Tenuta

Educazione estetica

di Umberto Tenuta

Scuola musicale

di Umberto Tenuta

Scuola corporale

di Umberto Tenuta

in Psicologia

Donna. Cervello emotivo – Cervello cognitivo

di Adriana Rumbolo

in Recensioni

A. Einstein – M. Marič, Cara Mileva

di Antonio Stanca

R. Kapuscinski, In viaggio con Erodoto

di Mario Coviello

M.G. Dutto, Acqua alle funi, per una ripartenza della scuola italiana

di Maurizio Tiriticco

A. Parente, Una scuola inclusiva

Principi, processi, protagonisti, problematiche, progettazioni

S. Laffi, La congiura contro i giovani

di Antonio Stanca

S. Agnello Hornby, La Mennulara

di Mario Coviello

M. Haushofer, La parete

di Antonio Stanca

AA.VV., La Biblioteca “Gaetano Ricchetti”

di Carlo De Nitti

F. O’Connor, Il cielo è dei violenti

di Antonio Stanca

in Riforme On Line di Giancarlo Cerini

Orario di lavoro dei docenti: due (sane) provocazioni

di Giancarlo Cerini

in Scuola&Territorio di Gian Carlo Sacchi

Meno autonomia con il nuovo Titolo quinto

di Gian Carlo Sacchi

in Tiriticcheide di Maurizio Tiriticco

Lettera a Vauro

di Maurizio Tiriticco

M.G. Dutto, Acqua alle funi, per una ripartenza della scuola italiana

di Maurizio Tiriticco

 


Rassegne

Stampa

Sindacato

Gazzetta Ufficiale

 

Scuola, niente assunzioni. Il governo promette un patto con le famiglie

da La Stampa

Scuola, niente assunzioni. Il governo promette un patto con le famiglie

Renzi rinvia la riforma al 3 settembre e avverte “C’è chi chiede di valutare il lavoro dei docenti”

Mercoledì 3 settembre. C’è una nuova data segnata in rosso sul calendario della riforma della scuola. Matteo Renzi lo ha annunciato ieri, al termine della conferenza stampa sul consiglio dei ministri. Sarà breve l’attesa per il mondo dei docenti, che aspettava con ansia l’annuncio del «pacchetto» ed in particolare del piano di assunzioni da 100mila posti di cui si è parlato negli scorsi giorni. Anche se – ha tenuto a precisare il premier, forse freddando gli entusiasmi – «la riforma non si articola sulla stabilizzazione dei precari, è l’assunzione di un patto con le famiglie e gli insegnanti ». E ha aggiunto: «C’è un’Italia che chiede di valutare il lavoro dei docenti», aprendo all’ipotesi di un sistema di premialità che piace poco ai sindacati. Quanto ai presunti dissapori col ministro Giannini, anche qui Renzi ha smentito su tutta la linea: «Ho letto di litigi ma non c’è stato nessun contrasto. Dopodiché non sempre condivido quello che dice la Giannini, ma credo sia un fatto di sanità mentale». E chissà se Renzi approva le novità in tema di università che ha in serbo la Giannini. Parallelamente alla scuola, infatti, la titolare di viale Trastevere lavora ad una vera e propria rivoluzione per la facoltà di Medicina: l’abolizione dei test d’ingresso. L’ipotesi era stata avanzata negli scorsi mesi ed è stata confermata mercoledì sera in un incontro con la Conferenza dei rettori (Crui), nettamente contraria alla proposta. L’idea del Miur è di eliminare lo sbarramento iniziale, e spostarlo al termine del primo semestre o del primo anno di corso, prendendo spunto dal modello francese. La perplessità maggiore delle università riguarda l’invasione di studenti a cui sarebbero sottoposte. Per farvi fronte, il Ministero ipotizza una riorganizzazione di tutti i corsi riguardanti le professioni sanitarie (medicina, farmacia, biotecnologia), in un unico tronco iniziale, con esami comuni. Anche su questo punto, però, i rettori restano dubbiosi: «Ci vorrebbe una revisione dei programmi radicale», spiega Roberto Lagalla, vicepresidente della Conferenza e delegato alla Medicina. «Al massimo si arriverebbe ad un bacino di 30mila studenti: più di tanti allo stato attuale non potremmo ospitarne, proprio per una questione normativa. C’è un rapporto minimo di studenti/docenti da rispettare». Mentre all’ultimo concorso i candidati erano quasi 65mila. La Crui, dunque, continua ad escludere «categoricamente» la possibilità di un accesso libero nel rapporto di 1 a 1 (come ventilato dal Ministero). L’obiettivo è quello di raggiungere un compromesso su una forma di preselezione oltre la soglia dei 30mila posti complessivi. «La riunione comunque è stata positiva», commenta Lagalla. «Siamo felici di vedere disponibilità al dialogo. Anche noi siamo convinti della necessità di rivedere profondamente il sistema attuale.Macerti cambiamenti vanno ponderati bene». Nelle prossime settimane partiranno i tavoli di lavoro congiunti. Punto fermo, comunque, la programmazione della professione su base nazionale: non ci sarà una sovrapproduzione di medici; la selezione potrà solo spostarsi in uscita (o nel corso degli studi). IlMinistero vorrebbe la riforma pronta già per l’avvio del prossimo anno accademico. Per cui, dunque, potrebbe non esserci alcun test d’ingresso.

L.Vend.

Non basta un miliardo per stabilizzare i precari

da La Stampa

Non basta un miliardo per stabilizzare i precari

Palazzo Chigi dovrebbe trovarne tre. Per 27mila insegnanti adesso lo Stato risparmia ogni anno due mensilità e per altri 42mila non paga l’anzianità

Lorenzo Vendemiale

Il rinvio della riforma ha generato nel mondo della scuola delusione. E diffidenza. Il timore è chedietro lo slittamento si nascondano difficoltà economiche. A riguardo Matteo Renzi è stato categorico : «Nessun problema di coperture», ha smentito ieri in conferenza stampa.Non è un mistero, però, che il nodo principale sia quello del costo del «pacchetto», in particolare del piano assunzioni da 100mila posti. Sul tema non c’è ancora stato un confronto col Ministero dell’Economia. Il premier si è impegnato per un miliardo di euro, secondo i sindacati ce ne vogliono molti di più.Ma quanto costerebbe stabilizzare un precario, anzi 100mila precari?Alla fine la domanda che attanaglia il governo è soprattutto questa. Trovare una risposta precisa è molto difficile. Un docente di ruolo di scuola secondaria superiore, al primo contratto a cattedra piena, guadagna circa 1.300 euro netti al mese (che diventano 1.900 lordi, tra Irpef e ritenute pensionistiche). Un supplente di pari grado anche: sul piano salariale non ci sono differenze (né possono esserci, come stabilisce la normativa europea). Eppure la stabilizzazione avrebbe un costo, anche abbastanza alto. Innanzitutto perché tutti i precari che vengono chiamati in servizio per completare l’organico di fatto (senza fare parte di quello di diritto) firmano un contratto fino al 30 giugno, e non al 31 agosto.Nel 2014/2015 saranno circa 27mila in tutta Italia, e su di loro lo Stato risparmia già due mensilità. Poi c’è il problema della ricostruzione di carriera. Passato il primo anno di «prova», un insegnante matura un’anzianità che diventa fondamentale ai fini retributivi: la «scala » prevede sei «gradoni» in totale, con una differenza anche di 12mila euro l’anno fra il primo e l’ultimo. Nelle pieghe di questo sistema risiede la vera discriminazione fra docenti di ruolo e precari: il supplente viene retribuito sempre col minimo contrattuale. La situazione però cambia nel momento in cui viene stabilizzato: a quel punto ha diritto alla ricostruzione della carriera pregressa, e quindi ad essere assunto non all’interno del primo scalino, ma nel secondo, o magari addirittura nel terzo. Lo stesso docente che prima prestava servizio per 20mila euro l’anno, dunque, da assunto potrebbe gravare sulle casse pubbliche per 24mila o 26mila euro. E in questa casistica rientrerebbero in tanti, considerato l’alto numero di precari «storici» che da anni attendono un posto fisso in graduatoria, lavorando intanto da supplenti. Da tali variabili, moltiplicate per migliaia e migliaia di situazioni, nasce il costo della stabilizzazione. Questo per quanto riguarda gli annuali, circa 42mila. Poi si entra nella salva delle supplenze brevi, che il Ministero vorrebbe coprire con gli organici funzionali. E qui il discorso si complica ulteriormente: perché si deve ragionare su spezzoni di cattedre e periodi frammentati. Lo Stato ci spende già 600 milioni l’anno. Altra cosa sarebbe assumere un docente di ruolo (che va pagato tutti i mesi, ferie, festività e scatti compresi). Né sarebbe possibile reinvestire su questi contingenti tutte le risorse delle supplenze brevi, perché – come sottolineano gli stessi dirigenti del Ministero – queste non potranno scomparire completamente. C’è anche un precedente che svela le difficoltà dell’operazione. Un paio d’anni fa l’ex ministro Carrozza aveva provato a stabilizzare i 14mila posti vacanti (quelli accumulatisi per mancato turnover). Il Tesoro aveva dato l’ok, a patto che le assunzioni avvenissero a costo zero. E come soluzione si era pensato ad una modifica del contratto, innalzando il primo scatto a 11 anni di anzianità, proprio per farvi rientrare la maggior parte degli interessati dal provvedimento. Ma l’ipotesi sarebbe stata irricevibile per i docenti (i cui stipendi sono già bloccati dal 2009), e non se ne fece nulla. Adesso il governo ci riprova, ed è pronto a mettere risorse importanti sul tavolo. Quante di preciso lo si capirà nei prossimi mesi. Ci sono tante variabili di cui tenere conto: al Ministero nelle ultime settimane hanno lavorato soprattutto su questo. Ma il quadro resta complesso, come testimonia anche il rinvio deciso all’ultimo momento. «Aspettavamo dei numeri per ieri, aspetteremo ancora», commenta Rita Frigerio, della Cisl Scuola. «Su una questione di tale importanza ci vuole chiarezza. Di certo un miliardo non basta. Almeno se si vuole fare tutto subito. Se invece l’intenzione è di spezzettare il piano il discorso cambia. Ma cambia anche il valore della riforma».

Ecco i numeri del nuovo anno: quasi 8 milioni di alunni, più di tutti in Lombardia

da La Tecnica della Scuola

Ecco i numeri del nuovo anno: quasi 8 milioni di alunni, più di tutti in Lombardia

Il Miur ha reso noti i primi significativi dati, anche se ancora provvisori, sul numero degli iscritti all’a.s. 2014/15: a metà settembre sui banchi di scuola si siederanno – tra bambini e ragazzi – in 7.881.838, più di 3mila del precedente. Poi ci sono quelli delle paritarie, Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige. Bolzano inizierà prima di tutti, lunedì 8 settembre.

Ci siamo: ancora pochi giorni ed inizierà il nuovo anno scolastico. Per i docenti solo poche ore, visto che saranno chiamati a partecipare al Collegio dei docenti che nel 99 per cento dei casi si svolgerà lunedì 1° settembre.

In attesa che si riprenda, il ministero dell’Istruzione ha reso noti i primi significativi dati, anche se ancora provvisori, sul numero degli iscritti all’anno scolastico 2014/15: a metà settembre sui banchi di scuola si siederanno – tra bambini e ragazzi – in 7.881.838, un numero in linea con quello dell’anno precedente, quando a popolare le classi erano stati 7.878.661 studenti.

Come al solito, a questi occorre aggiungere tutti gli alunni che frequenteranno le scuole paritarie e quelli di alcune regioni a statuto speciale, come Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.

Il Miur ha anche fornito i dati numerici sui diversi ordini scolastici. Sono 1.022.120 (1.030.364 nel 2013) i piccoli iscritti alla scuola dell’infanzia. Mentre risultano in tuto 2.595.148 (2.596.915) i bambini che frequenteranno la primaria.

Per quanto riguarda le scuole di secondo grado, il totale ammonta 1.651.571 (1.671.375) per gli studenti delle medie. A 2.611.999 (2.580.007) per quelli delle superiori.

Si conferma poi la Lombardia la regione con la popolazione studentesca più nutrita (1.181.434). Seguono Campania (933.864) e Sicilia (769.353). Gli alunni del Lazio saranno invece 739.360. Tra le aree meno popolose ci sono il Molise (41.797) e la Basilicata (83.553).

Per quanto riguarda il calendario, Bolzano inizierà prima di tutti, lunedì 8 settembre. Seguirà Trento due giorni dopo. Pure in Molise il via è previsto per il 10, mentre Valle d’Aosta e Abruzzo partiranno l’11. Nella stragrande parte delle regioni italiane però l’anno scolastico 2014/15 riprenderà il 15. In Puglia e Sicilia, invece, la prima campanella è attesa per il 17 settembre La fine delle lezioni già fissata tra il 6 e l’11 giugno del 2015.PerLazio, Lombardia, Emilia Romagna e Toscanaentra in vigore il calendario “fisso”. Ogni scuola può sempre adottare modifiche: basta che i Collegi dei docenti le abbiano ben motivate rispetto al Pof.

‘Quota 96’, precari e vincitori di concorso uniti: a settembre una manifestazione nazionale

da La Tecnica della Scuola

‘Quota 96’, precari e vincitori di concorso uniti: a settembre una manifestazione nazionale

L’annuncio è arrivato al termine dell’iniziativa tenuta a Roma, in piazza Santi Apostoli, il 29 agosto: rivendicano i pensionamenti dei 4mila bloccati dalla riforma Fornero, ma anche la stabilizzazione dei supplenti e dei vincitori di concorso. Pressoché totale il sostegno di sindacati, associazioni ed esperti di scuola.

Erano tanti e di tutte le età i partecipanti alla manifestazione organizzata a Roma, in piazza Santi Apostoli, per rivendicare i pensionamenti dei ‘Quota 96’ e la stabilizzazione dei supplenti e dei vincitori di concorso: il 29 agosto, sotto un sole cocente, c’erano precari storici, vincitori senza cattedra e idonei dell’ultimo concorso per docenti. Alla protesta, “autorganizzata” dai comitati dei docenti e promossa dal comitato civico ‘Quota 96’, hanno aderito anche diverse sigle sindacali, come Cobas, Flc Cgil e Gilda. Pure la Cisl Scuola e l’Anief hanno speso parole di sostegno.

I partecipanti hanno urlato, con sottofondo di stoviglie e campanacci, tutta la loro rabbia. In tanti si sono alternati, con interventi tutti nella stessa direzione: le istituzioni ci stanno prendendo in giro, ma noi non ci stiamo. Dal palco romano hanno promesso nuove iniziative e mobilitazioni e hanno lanciato “un appello per una manifestazione nazionale da organizzare entro settembre”.

Le 100 mila assunzioni promesse dal Governo, ha detto la coordinatrice del gruppo di precari “Ora Basta!!!”, Rosaria Miranda, “al momento rimangono solo un annuncio. Fermeremo la protesta solo quando ci daranno qualcosa di concreto. Se si vuole svecchiare la scuola, non servono altri concorsi, basta assumere i precari”.

“Le graduatorie di merito sono ancora piene di vincitori senza cattedra e di idonei – ha osservato Angelo Palumbo, rappresentante degli idonei del concorsone del 2012 – il Ministero non bandisca nuovi concorsi. Siamo stati invisibili fino a maggio, non vogliamo rimetterci di nuovo la maschera”. Delusione anche per i ‘quota 96′, promotori dell’iniziativa di piazza.

“La nostra istanza è stata nuovamente rimandata”, ha detto Chiara Farigu in rappresentanza dei circa 4mila mila docenti penalizzati dalla riforma Fornero. “Dopo aver stralciato l’emendamento che ci assicurava la pensione dal decreto sulla Pubblica amministrazione – ha aggiunto Farigu – ci hanno promesso o un decreto ad hoc o un intervento nell’ambito del piano scuola. Ma finora non abbiamo visto nulla e oggi il piano scuola non verrà presentato in Consiglio dei ministri. Chiediamo la pensione almeno per dicembre. Il governo deve darsi obiettivi inferiori a quelli che annuncia, così forse riesce a raggiungerli. Mandi in pensione intanto questi 4 mila insegnanti e assuma i primi 4 mila precari”.

A sostegno dei ‘quota 96’ anche il magistrato Ferdinando Imposimato e Vittorio Lodolo D’Oria, esperto in malattie professionali degli insegnanti: “Eliminare le supplenze non ha senso – ha detto il medico esperto di burnout, commentando le indiscrezioni sul provvedimento – significa eliminare le malattie, quando nell’80% sono patologie connesse alla professione”.

Ma le tante riforme per riformare la scuola l’hanno migliorata?

da La Tecnica della Scuola

Ma le tante riforme per riformare la scuola l’hanno migliorata?

 Linkiesta.it fa una fotografia della scuola italiana attraverso le riforme, epocali e no, sbalordite e no, che l’hanno investita, ma col risultato di averla lasciata sempre al palo, ovvero sempre simile a se stessa. Riuscirà finalmente a sbalordirci la riforma “sbalorditiva” di Renzi?

Come sarà la cosiddetta riforma della scuola firmata da Renzi e Giannini, o da Giannini e Renzi? Sarà davvero la volta buona o solo l’ennesima legge sulla scuola appuntata all’occhiello di un governo per pavoneggiarsi? A giudicare dai test Pisa, sottolinea Linkiesta, i nostri 15enni sono ben sotto la media Ocse, per cui si presume che le riforme del passato non sono servite a migliorare la qualità dell’insegnamento e le capacità dei nostri studenti, mentre le riforme non hanno mai finito per premiare il merito, la qualità degli insegnanti e di riflesso la qualità degli studenti.

Tuttavia, scrive Linkiesta, la scuola italiana ha perso per strada ben sei miliardi di euro di fondi tra tagli al personale e ai materiali didattici, cosicchè la Corte dei Conti ha potuto chiosare: “Nettamente inferiore alla media europea appare invece la percentuale della spesa per l’istruzione rispetto al complesso della spesa pubblica che passa dal 9,11 per cento del 2009 all’8,2 per cento del 2012 della spesa totale rispetto ad una media europea del 10,6 per cento, ponendo l’Italia in penultima posizione tra i 27 Paesi europei”

E i pochi soldi vengono pure spesi male, infatti oltre agli scarsi risultati dell’apprendimento dei nostri studenti, a parlare sono gli edifici scolastici che, secondo l’undicesimo rapporto sulla sicurezza nelle scuole di Cittadinanzattiva, sono per lo più cadenti.

A guardare poi la storia dell’istruzione italiana, le riforme per migliorare la condizione della scuola (non solo sul lato strutturale) sono state solo annunciate ma con pochi esiti.

Sulle spalle degli insegnanti sono passate leggi, leggine e riforme intestate a questo o a quel ministro in carica che cambiando venivano cambiate. Emblema delle riforme “vuote” è quella fatta da Luigi Berlinguer, che annunciò uno stravolgimento, ma poi arrivarono un nuovo governo e una nuova riforma che portava il nome dell’allora ministra all’Istruzione Letizia Moratti, la quale con un colpo di coda nel 2003 abrogò la legge quadro di Berlinguer e si fece la sua, contestatissima, e che conteneva l’abolizione dell’esame di licenza elementare, la riduzione del “tempo scuola”, nuovi programmi di storia, geografia e scienza, l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni, la dualità tra sistema dei licei e la formazione professionale, e puntava sulle famose tre “i” berlusconiane, inglese, informatica e impresa.

Poi arrivarono prima Fioroni, che nel breve interregno Prodi fece in tempo solo a stabilire che il debito formativo doveva essere recuperato entro l’inizio del nuovo anno scolastico, e dopo Mariastella Gelmini.

La contestatissima ministra dell’Istruzione del quarto governo Berlusconi tagliò la spesa per l’istruzione riducendo il numero di insegnanti. Un’ora di scuola tornò di nuovo a durare 60 minuti ma vennero ridotte le ore di lezione complessive, ricomparve il maestro unico e per i docenti migliori veniva previsto un premio di produttività. Era il 2008, oggi le modalità per stimolare gli insegnanti sembrano gli stessi.

Ogni governo, ricorda giustamente Linkiesta,  sulla scuola ha fatto e detto la sua, ma quel che rimane sono: gli oltre 620mila precari tra neolaureati, abilitati dalla vecchia Ssis (Scuola di specializzazione all’insegnamento secondario) e dai Tfa (Tirocinio formativo attivo) in attesa di diventare maestri e prof, divisi tra graduatorie di ogni fascia e tipo.

I numeri li ha dati la stessa ministra Giannini durante la presentazione del piano programmatico del suo dicastero: 170mila circa iscritti nelle Gae (Graduatorie a esaurimento), 460mila iscritti in Graduatoria di istituto per supplenze annuali (a cui vanno sottratti i 170mila iscritti nelle Gae), 10mila nuovi abilitati con i Tfa, 70mila con titolo dei Percorsi abilitanti speciali (Pas), 55mila diplomati magistrali.

In questo calderone, circa 140mila sono quelli coinvolti nel sistema delle supplenze prese di mira, che ogni anno sono necessarie per far funzionare la macchina. Per arrivare all’organico necessario per l’anno scolastico 2014/2015, il ministero ricorrerà a 27.700 precari.

Per le posizioni rimaste vuote per via di aspettative o distacchi sindacali, vengono chiamati in servizio circa 42mila insegnanti. Oltre a questi supplenti più duraturi, c’è anche la giungla delle supplenze brevi per problemi di salute o altre emergenze. Sotto i dieci giorni, vengono coperti con i docenti di ruolo a disposizione, poi parte la chiamata all’esterno.

Solo le emergenze, costano al nostro ministero 680 milioni l’anno.

E sono questi costi che la riforma Renzi vorrebbe evitare, stanziando un miliardo e mezzo e assumendo 100mila precari delle Gae.

Che poi, specifica linkiesta, oltre a essere costoso, il sistema delle supplenze funziona pure male.

La precarietà del corpo insegnanti porta a risultati precari anche nel rendimento dei nostri studenti. E come se tutto ciò non bastasse, sottolinea Linkiesta, abbiamo insegnanti vecchi e insoddisfatti, e chiede: non sarà che i nostri studenti non sono così bravi perché gli insegnanti non lo sono altrettanto?

Il punto, scrive sempre Linkiesta, è che al contrario di Paesi come l’Inghilterra, la Francia o la Finlandia, dove esiste una valutazione esterna o interna (fatta dai dirigenti scolastici) degli insegnanti della scuola pubblica che coinvolge circa il 90% del totale, in Italia sette insegnanti su dieci lavorano in scuole in cui non esiste alcuna forma di valutazione del loro lavoro. Come viene fuori dall’ultimo rapporto Ocse sull’insegnamento e l’apprendimento (Talis 2013), una percentuale molto alta (67,9%) dei nostri insegnanti sostiene però che la valutazione ricevuta abbia migliorato la propria capacità di apprendimento.

Emerge però di contro una insoddisfazione rispetto all’avanzamento della propria carriera e un bisogno di formazione professionale soprattutto nelle capacità tecnologiche e informatiche (35%). Questo accade anche perché i nostri prof sono i più vecchi d’Europa: in media hanno 48,9 anni e di 19,8 anni di lavoro alle spalle. Solo il 12,5% pensa che il proprio lavoro sia tenuto in considerazione nella società, a fronte del 30,9% della media Ocse.

Per più della metà degli insegnanti italiani intervistati (54,3%), però, la valutazione migliorerebbe la percezione pubblica del proprio ruolo, per 7 su 10 sarebbe un modo per aumentare la fiducia in se stessi, e addirittura per 8 su 10 porterebbe a un miglioramento anche delle performance degli studenti.

Neanche in termini di stipendi i nostri prof se la passano bene e infatti gli stipendi dei nostri prof sono più bassi sia in termini assoluti sia in rapporto al Pil pro capite.

Un insegnante delle scuole primarie italiane ha uno stipendio tabellare di 21.447 euro lordi l’anno, che salgono a 24.849 sommando le indennità e le spese accessorie. Retribuzione inferire al pil pro capite dello 0,97 per cento. Di contro, un insegnante inglese guadagna 37.400 euro l’anno, pari all’1,27% del pil pro capite.

Stesso discorso anche nel caso di un insegnante delle scuole superiori: stipendio base di 23.471 euro, che sale a 28.547 con le indennità accessorie, pari all’1,12% del pil pro capite. In Inghilterra lo stesso docente guadagna 41.930 euro l’anno, pari all’1,42% del pil pro capite. Ma anche se guardiamo il confronto con altri Paesi dalla Francia alla Germania, la situazione non cambia.

E non è un caso che negli indicatori sul peso sociale degli insegnanti (Global Teacher Status Index) l’Italia si piazzi solo al 13esimo posto. Solo il 3% degli intervistati ammette “con certezza” che gli studenti nutrano rispetto verso chi sta dietro la cattedra.

I nostri studenti risultano in effetti tra i più irrispettosi d’Europa verso i propri insegnanti. Ma circa il 75% degli intervistati sostiene che i prof dovrebbero essere pagati in base ai risultati degli studenti.

Come prepararsi al primo collegio dei docenti?

da La Tecnica della Scuola

Come prepararsi al primo collegio dei docenti?

Un buon avvio può servire per evitare che in corso d’anno emergano problemi e difficoltà.
Le norme del TU del 1994 sulle competenze del collegio dei docenti sono tuttora in vigore.

Con il passaggio  dal sistema scolastico centralizzato a quello autonomo e con il passaggio dalla figura del Preside a quella del dirigente scolastico, il Collegio dei docenti ha perso alcune prerogative di organo collegiale autonomo, con  poteri decisionali e democratici.
Per esempio non è più il Collegio dei docenti ad individuare il vicario del dirigente scolastico, ma, cosa ormai arcinota, la scelta dei due collaboratori del DS è prerogativa esclusiva e fiduciaria dello stesso Capo d’istituto, che li sceglie in piena autonomia.
Tuttavia è utile sapere che le competenze del collegio, a meno di prossime riforme sugli OO.CC., risultano da un’attenta lettura combinata dell’art. 7 del Testo Unico della scuola (Decreto legislativo 297 del 1994) e delle successive norme legislative e contrattuali  attualmente vigenti. Nell’art.7 del Testo Unico ci sono norme che ormai sono state abrogate e superate dall’attuazione dell’autonomia scolastica, ma ci sono anche norme pienamente vigenti, che un docente ha il dovere di conoscere, in modo tale da pretenderne l’applicazione.
Ad esempio una di queste norme riguarda l’applicazione, mai abrogata, del comma 2 punto b) dell’art.7 su citato. In tale punto è chiaramente scritto che il Collegio docenti  formula proposte al direttore didattico o al preside per la formazione, la composizione delle classi e l’assegnazione ad esse dei docenti, per la formulazione dell’orario delle lezioni e per lo svolgimento delle altre attività scolastiche, tenuto conto dei criteri generali indicati dal consiglio di circolo o d’istituto.
Ma quanti sono i Collegi docenti in Italia che pretendono di esprimere proposte in tal senso? Pensiamo che siano pochissimi! Pensiamo anche che  si sia accettata passivamente e a volte con uno stato di frustrazione, da parte dei singoli docenti, che l’assegnazione alle classi venga fatta dal DS senza che ne debba giustificare i criteri adottati.
Anche sulla questione formulazione dell’orario scolastico, il silenzio del Collegio è assordante, con la conseguenza – in diverse circostanze  – di formulazioni di orari clientelari, volti a favorire alcuni a sfavore altri, tutto a sfavore della didattica.
È inutile però recriminare contro la formulazione di orari scolastici penalizzanti o contro l’assegnazione alle classi scriteriata, se al primo  Collegio dei docenti non si fanno proposte su questi temi, e poi si viene puntualmente penalizzati.
Sono temi, quello dell’assegnazione alle classi e della formulazione dell’orario, che se trattati opportunamente e con intelligenza al primo Collegio dei docenti dell’ inizio di un nuovo anno scolastico, possono dirimere problemi che poi affliggono il docente per tutto l’anno. Su questi temi non esiste legge 150/2009 che tenga, il Ds deve applicare criteri omogeni e spiegare, qualora si dovesse discostare dalla loro applicazione, le motivazioni che hanno indotto a fare ciò.
Un’altra richiesta che il Collegio deve fare al Ds, già al primo incontro collegiale,  è la presentazione del piano annuale delle attività. Si ricorda che il Collegio ha ancora il potere deliberante, ai sensi dell’art.7 comma 2 punto a) del Testo unico . In tale punto è scritto che il Collegio dei docenti ha potere deliberante in materia di funzionamento didattico del circolo o dell’istituto. In particolare cura la programmazione dell’azione educativa anche al fine di adeguare, nell’ambito degli ordinamenti della scuola stabiliti dallo Stato, i programmi di insegnamento alle specifiche esigenze ambientali e di favorire il coordinamento interdisciplinare. Esso esercita tale potere nel rispetto della libertà di insegnamento garantita a ciascun docente.
É opportuno che i docenti sappiano difendere i propri diritti, piuttosto che lamentarsi delle troppe riunioni, del pessimo orario di servizio settimanale o delle classi che gli sono state assegnate, e che abbiano il coraggio di parlare al momento opportuno (al primo Collegio dell’anno scolastico), pretendendo l’applicazione delle norma legislative e contrattuali vigenti.

Studenti, gli ultimi anni delle superiori sono ad alto rischio abbandono

da La Tecnica della Scuola

Studenti, gli ultimi anni delle superiori sono ad alto rischio abbandono

 

Possibili vittime dalla dispersione sono quasi due giovani su tre, il 63,1%, di età compresa fra i 16 e i 18 anni. Mentre tra gli under 14 si scende al 17,8%. Gli allarmanti dati sono contenuti in un’indagine svolta dalla Fondazione Exodus, l’associazione fondata da don Antonio Mazzi: la riforma è necessaria, i giovani in condizioni di maggiore disagio hanno bisogno di un sistema che funzioni bene.

Quasi due studenti su tre, il 63,1%, di età compresa fra i 16 e i 18 anni è a rischio abbandono scolastico. La percentuale rimane alta anche nella fascia d’età fra i 14 e i 16 anni, dove i ragazzi che rischiano di lasciare i banchi di scuola sono uno su due, il 49,8%. Mentre tra gli under 14 si scende al 17,8%. Gli allarmanti dati numerici sono contenuti in un’indagine svolta dalla Fondazione Exodus, l’associazione fondata da don Antonio Mazzi che da oltre 25 anni combatte il fenomeno della dispersione scolastica grazie al progetto “Donmilani2”.

Nel 65% dei casi infatti il disagio sociale sfocia nella litigiosità e nel conflitto, nel 57% in condotte avventate, nel 55% nell’abitudine a mentire, nel 40% nella violazione della legge, nel 30% nell’uso di stupefacenti. Il malessere vissuto dai ragazzi viene manifestato soprattutto nel rapporto distorto col cibo per affrontare il senso di inadeguatezza o come reazione a condizione di stress particolare. Tendono ad avere eccessi nell’uso di caffè o di prodotti energizzanti, uso di anabolizzanti, uso di farmaci senza prescrizione medica. Sono molto prematuri nei primi approcci al fumo e all’alcol, utilizzo di smart drugs, trasgressioni stradali nella guida di motocicli, sesso precoce e non protetto, prosegue la ricerca.

Per analizzare e cercare di prevenire il fenomeno della dispersione scolastica l’Associazione Mille Giovani Per La Pace (Gruppo Exodus) organizza a Cassino il 2 settembre 2014, presso il rettorato dell’Università di Cassino, l’incontro “Adolescenze difficili e disagio scolastico”. L’incontro sarà anche l’apertura del meeting “Mille Giovani Per La Pace”, che quest’anno avrà come tema “Apriamo strade impossibili”.

“Il Governo italiano – ha detto don Mazzi – è tornato in questi giorni a parlare della riforma della scuola, una riforma che noi riteniamo assolutamente necessaria vista la situazione che la Fondazione Exodus tocca ogni giorno con mano. I nostri volontari sono impegnati da tanti anni nell’aiuto ai giovani in condizioni di maggiore disagio e alle loro famiglie, ma spesso il nostro impegno, seppur molto importante, non basta se non è coadiuvato da un sistema che funziona bene”.

Quale Consiglio di classe valuta la sospensione del giudizio?

da La Tecnica della Scuola

Quale Consiglio di classe valuta la sospensione del giudizio?

Molte scuole, a conclusione dei cosiddetti esami di riparazione, chiamano, obbligandoli,  per gli scrutini i supplenti il cui contratto è già scaduto a giugno: è legittimo? 

In questi giorni di fine agosto si sono svolti, ai sensi dell’OM 92/2007, gli esami integrativi per risolvere la sospensione del giudizio degli alunni frequentanti le prime 4 classi delle scuole secondarie di secondo grado. Ricordiamo che negli scrutini finali delle scuole secondarie di secondo grado se l’alunno non riporta in tutte le materie la sufficienza potrà, a secondo del numero e della gravità delle insufficienze, essere non ammesso alla classe successiva oppure avere la sospensione del giudizio.

Come scritto nell’art.7  dell’OM 92/2007, in caso di sospensione del giudizio finale, all’albo dell’istituto viene riportata, per gli alunni sospesi,  solo l’indicazione della “sospensione del giudizio”,  senza inserire alcun voto di riferimento.  A questi alunni poi viene data l’opportunità, fornita dalla scuola, di seguire i corsi di recupero per le materie deficitarie, al fine di sostenere delle verifiche finali per valutare, in una sessione integrativa degli scrutini finali, se ammettere o non ammettere l’alunno alla classe successiva. Tale sessione integrativa degli scrutini finali è ovviamente riferita all’anno scolastico in corso e deve essere espletata di norma entro il 31 agosto, anche se alcune scuole sconfinano a settembre. Infatti l’art.8 dell’OM 92 è molto chiaro e non lascia dubbi interpretativi: ”Salvo casi eccezionali, dipendenti da specifiche esigenze organizzative debitamente documentate, le iniziative di recupero, le relative verifiche e le valutazioni integrative finali hanno luogo entro la fine dell’anno scolastico di riferimento. In ogni caso, le suddette operazioni devono concludersi, improrogabilmente, entro la data di inizio delle lezioni dell’anno scolastico successivo”.

Quindi è chiaro che la norma indica come data limite il 31 agosto, anche se è possibile lo sconfinamento a settembre, che comunque deve essere motivato e documentato dal dirigente scolastico.

Una domanda sorge spontanea è la seguente: “qual è il Consiglio di classe che deve valutare la sospensione del giudizio?”, la risposta a questa importante  domanda è scritta al comma 6 dell’art.8 dell’ordinanza ministeriale 92/2007 : “La competenza alla verifica degli esiti nonché alla integrazione dello scrutinio finale appartiene al consiglio di classe nella medesima composizione di quello che ha proceduto alle operazioni di scrutinio finale. Nel caso in cui le operazioni di verifica e di integrazione dello scrutinio finale abbiano luogo, in via eccezionale, dopo la fine dell’anno scolastico di riferimento, ai componenti il consiglio di classe eventualmente trasferiti in altra sede scolastica o collocati in altra posizione o posti in quiescenza, è assicurato il rimborso delle spese. Al personale docente nominato fino al termine delle lezioni o dell’anno scolastico è conferito apposito incarico per il tempo richiesto dalle operazioni succitate. In ogni caso l’eventuale assenza di un componente del consiglio di classe dà luogo alla nomina di altro docente della stessa disciplina secondo la normativa vigente”.

Quindi da questo comma si evince con chiarezza l’importanza, anche a costo di fare contratti specifici per i precari a cui è scaduto il contratto, di avere lo stesso Consiglio di classe dello scrutinio finale di giugno. Purtroppo oggi molte scuole non applicano più così pedissequamente questa norma, preferendo non nominare i precari con scadenza 30 giugno per i giorni delle verifiche e degli scrutini, sostituendoli con personale di ruolo della stessa disciplina. Sembrerebbe che le ragioni della spending review anche in questo caso stiano prendendo  il sopravvento, rispetto ai decreti e ordinanze ministeriali.

Con Giannini nessun contrasto, parola di politico

da La Tecnica della Scuola

Con Giannini nessun contrasto, parola di politico

“Nessun contrasto con la Giannini ma a volte non la penso come lei”. Il premier Matteo Renzi, annunciando la presentazione di quella che ormai viene definita “riforma della scuola” per mercoledì prossimo, chiarisce pure: “E’ un patto con le famiglie e con gli insegnanti: giusto che siano valutati”

Il premier Renzi ha dunque escluso tensioni con il ministro Giannini: “Non c’è nessun contrasto con nessun ministro. Ho letto che avrei litigato con tutti i ministri, ho letto che avrei litigato anche con Lotti e lì c’è stata la standing ovation”.

E poi specifica: “Semplicemente abbiamo fatto una riunione del Pd senza il ministro Giannini, è vero è stata fatta a palazzo Chigi ma ero impegnato e non ho creduto di dover muovere la scorta per andare al Nazareno. E non mi pare che il ministro Giannini sia iscritto al Pd. Non c’è alcuna tensione con i ministri, la proposta sulla scuola è sostanzialmente pronta”.

“Dopo di che non sempre condivido quello che dice la Giannini o altri ma credo che sia un fatto di sanità mentale”.

Inoltre il  primo ministro ha precisato che il rinvio del pacchetto scuola non era dovuto a problemi di coperture, “perché la copertura fa data dal 2015, nessuno immagina di fare una riforma che parte da domani.  Non abbiamo messo oggi la riforma per evitare un eccesso di troppa carne al fuoco, è buon senso. La presenteremo mercoledì”.

E sempre per meglio precisare, ha pure detto: “La riforma della scuola non si articola nella stabilizzazione dei precari, è l’assunzione di un patto con le famiglie per definire i contenuti educativi necessari”.

È vero, ha aggiunto che i precari delle graduatorie a esaurimento hanno diritto all’assunzione ma “è necessario cambiare le regole del gioco per valutare gli insegnanti”.

A. Einstein – M. Marič, Cara Mileva

Einstein, la dimensione umana

di Antonio Stanca

 fotoA Luglio di quest’anno è iniziata la serie di volumi “Lettere d’amore” divulgata dal “Corriere della Sera” e dedicata a scambi epistolari avvenuti tra personaggi noti del passato anche più prossimo. Al numero sei è comparsa l’opera Albert Einstein- Mileva Marič (Cara Mileva), che raccoglieva le lettere scambiate tra i due innamorati dal 1897 al 1903, dagli anni dei loro studi a Zurigo presso la facoltà di Fisica ai primi tempi del matrimonio. Si tratta di sei anni e di cinquantaquattro lettere che naturalmente i due si inviarono nei periodi durante i quali erano rimasti lontani per vacanze o per altri motivi. Di quelle della donna rimangono solo undici lettere perché smarrite o distrutte. A Zurigo Albert e Mileva s’incontrarono, si conobbero e si misero a stare, a studiare insieme, lui tedesco, lei serba, lui nato nel 1879, lei nel 1875, lui di diciotto anni, lei di ventidue. Le lettere si riferiscono ad un lungo periodo durante il quale Albert rimase lontano da Mileva perché, finiti gli studi universitari, si era messo alla ricerca di un lavoro e piuttosto complicata gli stava riuscendo. Nonostante tutto non aveva mai smesso di pensare a lei, agli esami che lei stava preparando, non aveva mai cessato d’incoraggiarla, sostenerla e a coronamento di tutto, di ogni lettera c’era sempre l’amore dichiarato per la ragazza che chiamava con i nomi più diversi, più strani, più curiosi, più affettuosi. Le diceva sempre che avrebbe voluto stare soltanto con lei perché meglio si sarebbe sentito a differenza di come stava a casa, con i suoi, che appena trovato un lavoro si sarebbero sposati. Parlava pure dei suoi genitori, della sua vita in famiglia, dell’ostilità di sua madre nei riguardi del loro fidanzamento e in ogni lettera la incaricava di salutare suo padre e sua madre

E’ l’Einstein di vent’anni, innamorato, premuroso, garbato, galante ma è anche l’Einstein che mentre scrive alla sua ragazza, mentre le parla d’amore, di carezze, di baci, le propone pure l’ennesima riflessione da lui fatta su un fenomeno fisico o le chiede il parere su un esperimento o le sottopone un’equazione, l’Einstein che discute dei loro professori universitari, che ha letto o sta leggendo alcune loro opere riguardo alle più recenti acquisizioni della Fisica visto che il Centro Europa ribolliva, alla fine del diciannovesimo secolo, di simili studi, l’Einstein che con l’aiuto di Mileva, sua fidanzata e sua compagna di studio, sta maturando alcune teorie e sorprendente sarà scoprire che il frutto di questi anni trascorsi tra l’amore per la fidanzata, lo studio, la ricerca, l’assunzione di un primo impiego a Berna e i primi tempi del matrimonio verrà nel 1905, quando egli avrà ventisei anni e pubblicherà tre saggi che in tre diverse aree della Fisica cambieranno per sempre quanto fino allora era giunto dal passato e apriranno immense prospettive al futuro. Si trattava del concetto di “quanto di luce”, della teoria del “moto browniano” e della teoria della “relatività ristretta” che sarebbe poi diventata “generale”. Era una rivoluzione totale, investiva epoche intere, le cambiava e ancor più sorprendente sarebbe stato sapere che l’autore vi era giunto con naturalezza, che a quelle scoperte vi era arrivato come se facessero parte delle sue cose. Questa dimensione naturale, vera, umana nella figura di Einstein riesce a far vedere il libro del “Corriere della Sera”, questa maniera che è sempre stata sua e che non lo abbandonò neanche dopo il Nobel del 1921 e dopo altri studi, opere, ricerche, scoperte. Di nuovo queste daranno la sensazione di verità alle quali egli si stava avvicinando, che da lui stavano per essere svelate, che già esistevano ma delle quali nessuno si era accorto. In questo lui ha aiutato, ad accorgersi: è il suo tono, non vuole apparire solo, vuole fare anche per gli altri.

Conseguito il Dottorato a Zurigo insegnerà presso questa Università, poi in quella di Praga, sarà di nuovo a Zurigo ed infine a Berlino dove gli verranno conferiti importanti incarichi e compirà molti altri studi partecipando del suddetto clima favorevole. Il periodo della Prima Guerra Mondiale e i tempi subito seguenti furono quelli del maggior successo di Einstein anche se in quegli anni soffrì nella vita privata poichè giunse a separarsi da Mileva, che andò in Svizzera con i figli, ed a sposarsi con una cugina, vedova con due figli. Intanto cominciavano pure nei suoi riguardi le rivalità degli altri scienziati tedeschi e quando si aggiunse quella del regime nazista Einstein emigrò in America, docente a Princeton (New Jersey).

Sarà questo l’Einstein che a Roosevelt invierà una lettera per avvertirlo del pericolo delle armi nucleari da parte della Germania, che anni dopo con Bertrand Russell firmerà il manifesto contro tali armi, che è divenuto famoso e che morirà a Princeton nel 1955 a settantasei anni.

Come prima anche adesso, come tra le attenzioni per Mileva rientravano i suoi studi, le sue prime intuizioni, come allora da sconosciuto così ora da personaggio storico , leggendario non ha rinunciato ai richiami dall’esterno, al suo impegno sociale, alla sua volontà di pace, di libertà, di democrazia, di bene e la raccolta di lettere documenta come questa fosse l’inclinazione, la tendenza propria di Einstein, durata dall’adolescenza alla morte.

Le deliberazioni degli organi collegiali

Le deliberazioni degli organi collegiali. Costituzione e validità delle delibere

di Cinzia Olivieri

 

  1. Regolarità della costituzione

L’art. 37 del dlgs 297/94 al primo comma recita: “L’organo collegiale è validamente costituito anche nel caso in cui non tutte le componenti abbiano espresso la propria rappresentanza.

Questa disposizione di carattere generale è reiterata anche nell’OM 215/91 (art. 6 comma 10; art. 23 comma 2) e opera sicuramente per il consiglio di istituto mentre non appare riferibile al collegio dei docenti che non ha componenti elettive e dunque rappresentanze da esprimere.

Il tenore letterale rende invece tale previsione applicabile anche al consiglio di classe, interclasse, intersezione. Tuttavia bisogna considerare la circostanza che nel primo grado di istruzione l’unica rappresentanza che si possa esprimere in senso a questo organo collegiale è quella dei genitori, che la componente docente non è eletta e che in mancanza dei genitori (e nel secondo grado degli studenti) esso non potrebbe svolgere uno dei suoi compiti principali che è quello di “agevolare ed estendere i rapporti reciproci tra docenti, genitori ed alunni” (art. 5 comma 8 dlgs 297/94).

Ebbene, premesso che nel caso delle elezioni dei rappresentanti di classe l’OM 215/91 prevede che tutti i genitori sono candidati (art. 22 comma 7) – e quindi non è corretto ma solo una comodità pratica chiedere ai genitori (o agli studenti) di candidarsi -, il comma 8 del medesimo articolo 22 stabilisce: “Nell’ipotesi in cui due o più genitori o alunni riportino, ai fini dell’elezione dei consigli di classe, di interclasse e di intersezione, lo stesso numero di voti, si procede, ai fini della proclamazione, per sorteggio“. Ed in concreto, nel caso che nessun genitore sia eletto (e votato) tutti avranno riportato lo stesso numero di voti (cioè 0). Che anche zero voti abbiano rilevanza in quest’ambito elettorale lo si desume dall’art. 44 comma 7 dell’OM 215/91, il quale, nella sua ultima parte, nel disciplinare l’assegnazione dei posti ai candidati in consiglio di circolo o di istituto in caso di parità, precisa: “lo stesso criterio (del sorteggio) si osserva nel caso in cui i candidati non abbiano ottenuto alcun voto di preferenza.” Si potrebbe concludere per il sorteggio quindi anche nel consiglio di classe allorquando nessun genitore abbia riportato preferenze. Una simile interpretazione può favorire la partecipazione e rendere i genitori anche più consapevoli della sua importanza.

  1. Quorum costitutivo

Il comma 2 dell’art. 37 dlgs 297/94 stabilisce che “Per la validità dell’adunanza del collegio dei docenti, del consiglio di circolo e di istituto, del consiglio scolastico distrettuale, del consiglio scolastico provinciale e relative sezioni, del Consiglio nazionale della pubblica istruzione e relativi comitati, nonché delle rispettive giunte, è richiesta la presenza di almeno la metà più uno dei componenti in carica”.

Tralasciando gli organi collegiali territoriali, si desume che per la validità delle riunioni del consiglio di classe non sia richiesta alcuna maggioranza mentre per quelle del collegio dei docenti e del consiglio di istituto occorre la presenza della “metà più uno dei componenti in carica” e cioè per il collegio di tutto personale docente di ruolo e non di ruolo in servizio nella scuola e per il consiglio di istituto dei membri eletti e non di quelli potenziali nella sua composizione ordinaria (in quanto, come anzidetto, alcune componenti possono essere incomplete o mancare del tutto).

Tuttavia anche per il consiglio di classe è buona norma che sussista una adeguata maggioranza. Ciò può essere disciplinato per regolamento interno.

Com’è noto, quando opera invece con funzione valutativa, per la validità delle deliberazioni da assumere, il consiglio di classe deve essere “perfetto”, cioè completo di tutti i suoi componenti con eventuale obbligo di sostituzione degli assenti (nota 717 del 14 maggio 1981 Uff. Decreti delegati; e tra le tante: TAR Lazio-Roma, sez. III bis, sentenza 25.08.2010 n° 31634).

 

La legge inoltre per gli organi collegiali della scuola non prevede una seconda convocazione che riduca il quorum costitutivo.

 

È appena il caso di accennare alla circostanza che un confermato orientamento giurisprudenziale (ex multis Cons. di Stato 12 aprile 2001 n.2258), ha evidenziato che la partecipazione di soggetti estranei alle sedute rende illegittime le deliberazioni assunte allorquando la loro presenza possa “aver influenzato la formazione del convincimento dei componenti il collegio”.

  1. Quorum deliberativo

Continua l’art. 37 al terzo comma “Le deliberazioni sono adottate a maggioranza assoluta dei voti validamente espressi, salvo che disposizioni speciali prescrivano diversamente. In caso di parità, prevale il voto del presidente”.

Uno dei casi in cui la legge prevede una diversa maggioranza è quello dell’art. 8 dlgs 297/94 (e dell’analogo art. 49 OM 215/91) che disciplina l’elezione del presidente del consiglio di istituto: “Il consiglio di circolo o di istituto è presieduto da uno dei membri, eletto a maggioranza assoluta dei suoi componenti, tra i rappresentanti dei genitori degli alunni. Qualora non si raggiunga detta maggioranza nella prima votazione, il presidente è eletto a maggioranza relativa dei votanti”.

In questo caso non è precisato che i componenti debbano essere quelli “in carica” con la conseguenza di un abbassamento del quorum nel caso non tutte le componenti siano (interamente) rappresentate.

Il riferimento ai soli “voti validamente espressi” pone la questione relativa alle astensioni (in particolare quelle volontarie, cioè non dettate da necessità connesse ad eventuali incompatibilità che possano pregiudicare l’imparzialità dell’azione amministrativa).

L’espressione letterale induce a concludere che voti “validamente espressi” possano essere considerati solo quelli favorevoli e contrari, con escussione di quelli degli astenuti con la conseguenza che per determinare l’esito della votazione il calcolo terrà conto solo dei primi. Tanto ha affermato la nota Min. P.I. n.771/1980 uff. Decreti Delegati. In pratica gli astenuti sono normalmente conteggiati nel quorum costitutivo ma non concorrono a determinare il quorum deliberativo.

Nonostante indubbiamente l’astensione sia lecita, in special modo allorquando vi sia un interesse diretto che non renda del tutto serena una valutazione (ex multis Consiglio di Stato, n.7050 del 4 novembre 2003), c’è tuttavia un orientamento costante e condivisibile (tra l’altro T.A.R. Puglia Lecce n. 268 del 22/07/1986 come richiamato nel Parere Regione Sicilia 11/2006)per il quale non sempre può essere ammessa l’astensione (volontaria), salvo adeguata motivazione, in particolare allorquando i componenti siano chiamati ad esprimere una valutazione in ragione della loro competenza, come avviene ad esempio nei consigli di classe con funzione valutativa.

Ecco perché la questione è necessario sia disciplinata per regolamento

In proposito infatti la nota esplicativa del 2008 al dpr 235/07 ha specificato espressamente, con riguardo al funzionamento dell’organo di garanzia di istituto, che il regolamento interno della scuola dovrà precisare:

1) se tale organo in prima convocazione debba essere “perfetto”(deliberazioni valide se sono presenti tutti i membri) e magari in seconda convocazione funzioni solo con i membri effettivamente partecipanti alla seduta o se, al contrario, non sia mai necessario, per la validità delle deliberazioni, che siano presenti tutti i membri;

2) il valore dell’astensione di qualcuno dei suoi membri (se influisca o meno sul conteggio dei voti).”

Infine, per scongiurare una possibile votazione infruttuosa l’articolo 37 ha previsto la prevalenza del voto del presidente, senza che ciò importi una modifica numerica dei voti relativi a ciascuna proposta. Ovviamente tanto non potrà accadere se la votazione è segreta.

  1. Segretezza del voto

Conclude l’art. 37 “La votazione è segreta solo quando si faccia questione di persone”.

Questo costituisce un principio generale, manifestazione anche della obiettività ed imparzialità dell’azione amministrativa (tra le tante: Consiglio di Stato, sez. IV, sentenza 31.01.2006 n° 339) e che rende illegittima qualsiasi diversa deliberazione.

Registri on-line, precisazioni

Registri on-line, precisazioni del sindacato SAB.

 

Al fine di fornire massima informativa tra il personale docente, anche in seguito a richieste di chiarimenti in merito all’oggetto, il sindacato SAB tramite il segretario generale prof. Francesco Sola, precisa quanto segue.

L’operazione di sostituzione integrale del registro cartaceo non potrà avvenire fino a quando non sarà emanato il piano di dematerializzazione delle procedure amministrative, secondo quanto previsto dall’articolo 7, comma 27, del decreto legge 95/2012.

Inoltre, l’uso del registro on line è soggetto alla validazione della firma elettronica, che deve avvenire attraverso un complesso sistema di crittografia.

In materia, il Ministero è intervenuto con la sola nota prot. n. 1682/U del 3/10/2012 dal contenuto meramente interlocutorio.

Nessun obbligo dunque sussiste per le scuole di dotarsi di registri elettronici, fino a quando non verrà realizzato il Piano di dematerializzazione da parte del MIUR, che dovrà essere approvato dal Garante per la Privacy.

Al di là degli aspetti non secondari del provvedimento, quale la privacy, occorre tener presente che quasi sempre esiste il problema di infrastrutture digitali come la velocità di connessione internet.

Né si può ritenere fattibile, sia pure in presenza di delibere collegiali, che il docente provveda con mezzi propri (computer o tablet), per svolgere attività e procedure on line.

Contrastanti sono quelle delibere che prevedono la compilazione del registro on line al di fuori dell’orario d’insegnamento; non praticabile quindi la prassi invalsa qualora, per ovviare alla mancanza di adeguate postazioni internet all’interno di ogni classe, si consente al docente di utilizzare il PC di casa.

F.to prof. Francesco Sola

Segretario Generale SAB

R. Kapuscinski, In viaggio con Erodoto

“IN VIAGGIO CON ERODOTO”, di Ryszard Kapuscinski, Feltrinelli editore, recensione di Mario Coviello

in-viaggio-con-erodotoUn viaggio non inizia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e praticamente non finisce mai, dato che il nastro della memoria continua a scorrerci dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile”.

È il 1956 e Kapuscinsky è un giovane reporter polacco con un grande desiderio, quello di varcare un confine, non un confine importante, ma un confine qualsiasi, per attraversare quelle linee reali quanto immaginarie che dividono i popoli. Viene accontentato dalla sua caporedattrice allo Sztandar Mlodych che lo manda in India affinché con i suoi reportage favorisca i legami fra i due paesi. Prima di partire gli regala una copia delle Storie di Erodoto, storico greco del quarto secolo avanti Cristo, un libro tanto difficile da trovare nel suo paese.

Le Storie di Erodoto sono destinate a trasformarsi per l’autore in un autentico punto di riferimento, dove cercare tregua dagli avvenimenti del mondo e risposta agli interrogativi che la curiosità incalzante gli pone di fronte: dove ha inizio la storia? Perchè gli uomini si combattono tra loro?

Se non amate difendervi dall’esotismo vero con i villaggi turistici, se siete un po’ stanchi dei romanzi tutta trama che vi fanno solo notare che la vita vera trama non ha, allora vi innamorerete di questo reporter polacco e del suo sguardo sul mondo. Scoprirete che la realtà è più avvincente e vicina a voi di quanto lo siano le armi di distrazione di massa dell’intrattenimento televisivo.

Lo scrittore si chiede cosa spinga l’uomo a girare il mondo. La curiosità? Il desiderio di avventura? Il continuo bisogno di stupirsi? E sottolinea “ Chi perde la capacità di stupirsi è un uomo interiormente svuotato, ha il cuore bruciato. Chi considera tutto un déjà vu e non riesce a stupirsi di niente, ha perso la cosa più preziosa, l’amore per la vita.”

Erodoto è l’esatto contrario. Nomade infaticabile, sempre in movimento, sempre concentrato, sempre pieno di idee, di ipotesi e di progetti. Sempre in viaggio. Le rare volte in cui sta a casa (ma dov’è la sua casa?) è perché è appena tornato da una spedizione, oppure perché sta per intraprenderne un’altra. Per lui il viaggio è uno sforzo, un’indagine tesa a conoscere tutto: la vita, il mondo, se stesso. Ha fissa in mente la mappa del mondo, una mappa che è lui stesso a creare, modificare, completare. E’ un mondo quello di Erodoto dove accade continuamente qualcosa: gli egiziani costruiscono le piramidi, gli sciti vanno alla caccia grossa, i fenici rapiscono le donne e Feretime, regina di Cirene, fa una brutta morte…

Kapuschinsky è convinto che il viaggiatore “del futuro non si preoccupa: il domani è semplicemente un altro oggi. Lo interessa il passato che scompare: ha paura che ne svanisca la memoria e che vada perduto.”

“ Ciò che ci rende uomini e ci distingue dagli animali è la nostra capacità di narrare storie e miti: condividere storie e leggende rafforza il senso della comunità , l’unica condizione nella quale l’uomo può vivere. Mancano ancora duemila anni alla comparsa dell’individualismo, dell’egocentrismo e del dottor Freud. Per il momento, la sera la gente si riunisce in grandi tavolate davanti al fuoco o sotto un albero, meglio se in vicinanza del mare, per mangiare, bere vino e chiacchierare. Alle chiacchiere si intrecciano racconti e storie d’ogni genere. …. Una dopo l’altra, le serate si accumulano e se il viandante ha buona memoria (e quella di Erodoto doveva essere prodigiosa) mette insieme un patrimonio di storie. Questa fu una delle fonti alle quali attinse il nostro greco. La seconda fu ciò che vedeva. La terza, ciò che pensava. “

Kapuscinski è scrittore fluente e mai autocompiacente, fedele ai vecchi dettami di quel giornalismo per il quale si scrive ciò che si vede e non ciò che si legge nelle agenzie di stampa. L’autore narra i rischi e i pericoli corsi, gli incontri fortuiti e i dialoghi tra persone che non parlano la stessa lingua, le sue emozioni in presa diretta. Ne esce un mondo che non è mai una semplice catena di eventi ma un magma emotivo di passioni che ogni uomo vive a suo modo. Il lettore viene portato da Kapuscinski nelle zone più soffocanti del pianeta, facendogli dono dei propri dubbi e imbarazzi, delle proprie incomprensioni e paure di fronte a ciò che non conosce ma che si presenta come l’unica realtà di quel momento.

Il dialogo con le Storie di Erodoto serve a Kapuscinski per universalizzare le sue esperienze e le sue domande. Emerge così l’anima del viandante che si specchia in eserciti in disfatta, accampamenti in festa, imperatori sul rogo. Una storia fatta di guerre e rivoluzioni, ma anche di incontri, di volti, di scoperte, cercati con insaziabile curiosità e incrollabile fiducia nel prossimo, perchè “è solo a questo tipo di persone che gli estranei svelano i propri segreti”.

E le descrizioni di Kapuscinski sono quelle di chi ha viaggiato senza le cinture di sicurezza dei viaggi tutto compreso e diventano figure dell’anima di ogni uomo disposto ad incontrare il mondo.
Così, anche il lettore è interrogato sullo stato di salute del suo sguardo sulla realtà.

Non c’è lettura migliore per smentire il villaggio globale con cui spesso ci riempiamo la bocca. Se solo si esce dal mondo bidimensionale raccontato alle poltrone davanti ai televisori, tutto è diversità. Quella diversità che rende il mondo difficile, ma capace di stupire .