Istruzione tecnica economica: per i giovani è un ponte verso il futuro

da Il Sole 24 Ore

di Flavia De Vincenzi*

Una sfida sicuramente: in Italia si respira ancora profondamente l’aria che respirava Giovanni Gentile quando fece la sua riforma della scuola che vedeva nel liceo classico l’unica palestra formativa dell’elite culturale, dirigenziale, amministrativa della Nazione. Dal 1923 al 2019 si sono susseguite tante riforme della scuola, è cambiata completamente la società italiana, è cambiato il mondo, ma non è affatto cambiata l’idea che il liceo sia l’unico luogo dove si coltiva la cultura con la C maiuscola e dove si forgiano, con l’aiuto dei classici, i nuovi pilastri della società di domani.

In un tempo storico dominato dalla velocità del progresso, dinamicità dei saperi ed evoluzione del mondo del lavoro, impensabili fino a una cinquantina di anni fa, la Cultura economica, la Cultura tecnica, la Cultura informatica e digitale fanno muovere il mondo e richiedono sempre nuove energie creative e competenze hard e soft in grado di evolversi rapidamente.

Negli ultimi anni, però, gli studenti provenienti dalla scuola media hanno spesso sottovalutato il valore della formazione tecnica, in particolare di quella ad indirizzo economico. Statistiche alla mano ci dicono che un Istituto Tecnico Economico- Amministrazione, Finanza e Marketing ( ex “Istituto Tecnico Commerciale”) può aprire molte più strade di altre scuole superiori. Il nostro paese è pieno di piccole e medie imprese sempre alla ricerca di figure professionali specializzate, e in alcune zone la domanda di lavoro per queste figure è veramente molto alta.

Sono proprio gli Istituti tecnici Economici ad offrire la possibilità di coniugare una buona cultura umanistica e scientifica di base con una cultura tecnica moderna e dinamica, capace di rispondere alle sfide che la società propone, sia attraverso l’immissione in un mondo del lavoro, che ha sempre più bisogno di tecnici ben formati ed abituati a ragionare con un pensiero divergente, sia attraverso la prosecuzione di studi universitari o di alta formazione tecnica.

In particolare il diplomato in “Amministrazione, Finanza e Marketing” ha competenze generali nel campo dei macrofenomeni economici nazionali ed internazionali, della normativa civilistica e fiscale, dei sistemi e processi aziendali (organizzazione, pianificazione, programmazione, amministrazione, finanza e controllo), degli strumenti di marketing, dei prodotti assicurativo-finanziari e dell’economia sociale. E a seconda delle articolazioni, seguite dallo studente nel triennio, integra le competenze dell’ambito professionale specifico con quelle linguistiche e informatiche per operare sia nel sistema informativo dell’azienda che in quello della pubblica amministrazione e delle relazioni internazionali.

Restituire fiducia, credibilità e valenza culturale all’istruzione tecnica significherebbe smuovere positivamente un tessuto sociale ed economico stagnante, costruire opportunità di lavoro e di sviluppo, dinamicizzare il pensiero, favorire e sviluppare competenze che sono alla base della società attuale e di quella futura. Sapere, saper fare, saper condividere e saper cooperare, saper affrontare i cambiamenti, essere creativi, agire in modo proattivo per la soluzione dei problemi: questo è chiesto alle future generazioni e su questo l’istruzione tecnica è chiamata a dimostrare la sua efficacia, la sua modernità, la sua validità.
Dirigente scolastico

  • Flavia De Vincenzi è dirigente scolastico all’IIS Leopoldo Pirelli di Roma, e presidente nazionale rete Itefm (rete Istituti tecnici economici di formazione manageriale)